IL VALORE FORMATIVO
DELLA VALUTAZIONE
(cfr DPR 80/2013)
USR per l’Abruzzo: 19 marzo 2014
Damiano Previtali
Veniamo da …
“ … la frequenza di scuole comuni non implica il
raggiungimento di mete culturali minime comuni.
Lo stesso criterio di valutazione dell’esito
scolastico deve, perciò, fare riferimento al grado
di maturazione dell’alunno, sia globalmente sia
a livello degli apprendimenti realizzati …”.
Relazione Falcucci 1975
Documento di indirizzo della legge 517/1977. “Norme sulla valutazione degli alunni
e sull'abolizione degli esami di riparazione nonché altre norme di modifica
dell'ordinamento scolastico”
Andiamo verso …
“Occorre dare piena e adeguata funzionalità agli
strumenti e alle modalità in uso (voti, scrutini,
prove oggettive, verifiche, …) e alle nuove
opportunità (rilevazioni Invalsi) per accompagnare
in modo trasparente e coerente il percorso di ogni
singolo alunno …fissare le tappe e i traguardi da
superare …responsabilizzare ogni scuola
rispetto ai risultati”.
Atto di indirizzo: 8 settembre 2009
“In un tempo molto breve, abbiamo vissuto
il passaggio da una società relativamente
stabile a una società caratterizzata
molteplici cambiamenti e discontinuità. […]
Gli ambienti in cui la scuola è immersa
sono più ricchi di stimoli culturali, ma
anche più contraddittori. […]”
[Incipit: Indicazioni per il curricolo]
Studio Università di Berkeley
-
-
-
-
Dal 1970 al 2000 (30 a.) abbiamo prodotto una quantità
di informazioni equivalente a quelle prodotte da tutta
l’umanità da quando è nata la scrittura.
Dal 2001 al 2004 abbiamo prodotto una quantità di
informazioni equivalente al periodo che va dal 1970 al
2000.
Dal 2004 al 2006 (3 a.) abbiamo prodotto una quantità di
informazioni equivalente a quelle prodotte da tutta
l’umanità da quando è nata la scrittura.
Dal 2006 ad oggi?
Dov’è la vita che abbiamo perso vivendo?
Dov’è la saggezza che abbiamo perso nella
conoscenza?
Dov’è la conoscenza che abbiamo perso
nell’informazione?
Thomas Stearn Eliot, The Rock
In educazione non si raggiungono risultati
quando la velocità e la tecnica
contano più del tempo necessario e della sostanza
-
L’apprendimento è un’attività lenta
Spesso in educazione meno significa di più
Ogni persona ha bisogno del proprio tempo
Ogni apprendimento ha il momento giusto
Per valorizzare al meglio il tempo è necessario
porsi finalità e priorità
La stessa democrazia ha bisogno del tempo necessario per il
confronto di opinioni, per il dibattito, per la formazione del
consenso … la sua qualità è incompatibile con la fretta.
Ogni persona si trova nella ricorrente necessità di
riorganizzare e reinventare i propri saperi, le proprie
competenze e persino il proprio stesso lavoro. Le
tecniche e le competenze diventano obsolete nel volgere
di pochi anni. Per questo l’obiettivo della scuola non può
essere soprattutto quello di inseguire lo sviluppo di
singole tecniche e competenze; piuttosto, è quello di
formare saldamente ogni persona sul piano cognitivo e
culturale, affinché possa affrontare positivamente
l’incertezza e la mutevolezza degli scenari sociali e
professionali, presenti e futuri.
Le trasmissioni standardizzate e normative delle
conoscenze, che comunicano contenuti invarianti
pensati per individui medi, non sono più adeguate.
[Cultura scuola persona. Indicazioni per il curricolo]
La trasformazione:
da quantità a qualità
opportunità di
accesso a scuola
(anni di scolarità, titoli di
studio)
opportunità di
successo
(qualità dell’insegnamento,
livelli di apprendimento)
Il paesaggio educativo è diventato estremamente
complesso.
... La scuola è perciò investita da una domanda che
comprende, insieme, l’apprendimento e “il saper
stare al mondo”. E per potere assolvere al meglio alle
sue funzioni istituzionali, la scuola è da tempo chiamata
a occuparsi anche di altre delicate dimensioni
dell’educazione. L’intesa tra adulti non è più scontata e
implica la faticosa costruzione di un’interazione tra le
famiglie e la scuola, cui tocca, ciascuno con il proprio
ruolo, esplicitare e condividere i comuni intenti
educativi.
[Cultura scuola persona. Indicazioni per il curricolo]
Situazioni vissute come problematiche: mantenere la
disciplina in classe
% di risposte abbastanza/molto problematiche. Serie storica indagini 2008-2009-2010
53.1
II grado
39.8
32.2
58
I grado
38.9
31
2009/10
2008/09
53.3
primaria
32.1
2007/08
26
48.6
infanzia
34
23.5
0
10
Φ
Fondazione Giovanni Agnelli
Indagine sui neoassunti
20
30
40
50
60
70
1
5
Le difficoltà di gestione della classe dipendono
soprattutto da:
% di risposte “abbastanza” + “molto” (2010)
Affievolimento del ruolo ed. famiglia
90
Modelli comportamentali della società
81.1
Perdita di ruolo sociale della scuola
72
Difficoltà dei giovani a gestire i rapporti interpersonali
63.2
Disinteresse degli studenti per le attività proposte dalla scuola
59.2
Scarso prestigio sociale degli insegnanti
58.5
Impreparazione degli insegnanti a gestire le classi di oggi
36
Eterogeneità nelle classi
28.2
Distanza anagrafico-culturale tra docenti e studenti
Φ
Fondazione Giovanni Agnelli
Indagine sui neoassunti
15.4
0
20
40
60
80
100
1
6
Situazioni vissute come problematiche: far raggiungere
agli studenti livelli soddisfacenti di apprendimento
% di risposte abbastanza/molto problematiche. Serie storica indagini 2008-2009-2010
57.4
II grado
49.6
41.6
51.7
I grado
42.1
35.4
2009/10
40.3
primaria
2008/09
24.2
20.6
2007/08
31
infanzia
19.9
14.1
0
10
Φ
Fondazione Giovanni Agnelli
Indagine sui neoassunti
20
30
40
50
60
70
1
7
Particolare cura è necessario dedicare alla
formazione della classe come gruppo, alla
promozione dei legami cooperativi fra i suoi
componenti, alla gestione degli inevitabili
conflitti indotti dalla socializzazione. La scuola si
deve costruire come luogo accogliente,
coinvolgendo in questo compito gli studenti
stessi. Sono, infatti, importanti le condizioni che
favoriscono lo star bene a scuola, al fine di
ottenere la partecipazione più ampia dei
bambini e degli adolescenti a un progetto
educativo condiviso.
[Cultura scuola persona. Indicazioni per il curricolo]
I problemi da assumere
- La conoscenza è in continuo cambiamento
-
La conoscenza è ovunque
-
Gli alunni sono cambiati
-
Le famiglie, la comunità, il lavoro … sono
cambiati
-
La scuola ….
“È una concezione della valutazione
come strumento di sviluppo:
in gergo scolastico formativa”
P. Romei, L’autonomia delle scuole. RISA, Roma 2001, p.66.
Gli studenti
Una migliore qualità dell’educazione dipende
innanzitutto dal miglioramento dei sistemi di
reclutamento e di formazione degli insegnanti,
oltre che dal loro status sociale e dalle
condizioni nelle quali debbono lavorare; essi,
infatti, non potranno dare le risposte che ci si
aspetta da loro se non possiedono le conoscenze e
le competenze, le qualità personali, le possibilità
professionali e le motivazioni necessarie.
Jaques Delors, Nell’educazione un tesoro. Rapporto all’UNESCO della
Commissione Internazionale sull’Educazione per il Ventunesimo Secolo,
Roma, Armando, 1997, p. 133.
I docenti
Blocco
contratto fino a
dicembre 2015
Drastica
riduzione del
Fondo di
Istituto
Totale
mancanza di
prospettive …
Tutto il SNV è finalizzato al miglioramento, ma:
“Per cambiare dobbiamo percepire la
necessità del cambiamento(consapevolezza)
Per cambiare dobbiamo condividere il
cambiamento (partecipazione)
Per cambiare dobbiamo comprenderne il
beneficio (convenienza)”
Paul Watzlawick, Jon H. Wekland, Richard Fisch: Change. Ed. Astrolabio
PASSAGGI PRELIMINARI
Autovalutazione VS valutazione esterna
Valutazione esterna e autovalutazione
Autovalutazione e valutazione esterna
Il cubo di Schrazt
controllo
top-down
sviluppo
interno
bottom -up
esterno
Evoluzione dei modelli INPUT-OUTPUT-OUTCOME
Input
Input
output
Processi
output
Contesto
Input
Processi
Outcome
LA NORMA e LA LOGICA
DPR 28 marzo 2013 n. 80
(G.U. n. 155 del 4 luglio 2013)
IL REGOLAMENTO SUL
SISTEMA NAZIONALE
DI VALUTAZIONE
IN MATERIA DI
ISTRUZIONE E FORMAZIONE
DPR 28 marzo 2013 n. 80
Art. 2 comma 1
Ai fini del miglioramento della qualità
dell’offerta formativa e degli apprendimenti
Art. 6: Ai fini dell’articolo 2 (miglioramento)
il procedimento di valutazione delle istituzioni
scolastiche si sviluppa, in modo da valorizzare il
ruolo delle scuole nel processo di
autovalutazione, sulla base dei protocolli di
valutazione e delle scadenze temporali
DPR 28 marzo 2013 n. 80
Art. 2 comma 3
Con la direttiva … il Ministro, con periodicità almeno
triennale, individua le priorità strategiche della valutazione
del sistema educativo di istruzione, che costituiscono il
riferimento per le funzioni di coordinamento svolte
dall’Invalsi, nonché i criteri generali per assicurare
l’autonomia del contingente ispettivo e per la valorizzazione
del ruolo delle scuole nel processo di autovalutazione.
La definizione delle modalità tecnico-scientifiche della
valutazione rimane in capo all’Invalsi, sulla base degli
standard vigenti in ambito europeo e internazionale.
ART. 6
(Procedimento di valutazione)
Ai fini dell’articolo 2 (miglioramento) il procedimento di valutazione
delle istituzioni scolastiche si sviluppa, in modo da valorizzare il ruolo
delle scuole nel processo di autovalutazione, sulla base dei protocolli di
valutazione e delle scadenze temporali … nelle seguenti fasi:
a) autovalutazione delle istituzioni scolastiche
b) valutazione esterna
c) azioni di miglioramento
d) rendicontazione sociale delle istituzioni scolastiche
Autovalutazione delle istituzioni
scolastiche
1) analisi e verifica del proprio servizio sulla base dei dati resi
disponibili dal sistema informativo del Ministero, delle
rilevazioni sugli apprendimenti e delle elaborazioni sul
valore aggiunto restituite dall'Invalsi, oltre a ulteriori
elementi significativi integrati dalla stessa scuola;
2) elaborazione di un rapporto di autovalutazione in formato
elettronico, secondo un quadro di riferimento predisposto
dall’Invalsi, e formulazione di un piano di miglioramento;
LA LOGICA
• COMPARAZIONE/MODELLI COMUNI
DATI
I dati sono numeri discreti, fotografano un fatto o un evento,
vengono ricavati dall’osservazione diretta o da misurazioni e
non hanno significato per se stessi.
I dati iniziano ad essere interessanti quando hanno
possibilità di comparazioni e di modelli comuni di riferimento
• COMPARAZIONE/MODELLI COMUNI
DATI
INFORMA
ZIONI
• CONTESTO/AUTOVALUTAZIONE
I dati divengono informazioni quando vengono collocati in un
contesto. Le informazioni si originano dai dati attraverso la
contestualizzazione , la categorizzazione, l’elaborazione, la
correzione e la sintesi, tipica dei processi di autovalutazione.
DATI
INFORM
AZIONI
CONOS
CENZE
• COMPARAZIONE/MODELLI COMUNI
• CONTESTO/AUTOVALUTAZIONE
• TRASFORMAZIONE/MIGLIORAMENTO
La conoscenza dei dati e delle informazioni avviene
attraverso il confronto, la comunicazioni fra le persone in una
organizzazione orientata alla trasformazione e al
miglioramento
Argyris e
Schon
• Si parla di organizzazioni che apprendono
quando i risultati individuali sono incorporati in
una memoria organizzativa
Crossan
• Ciò che un individuo apprende deve essere
inserito in un insieme di routine e pratiche
proprie dell’organizzazione
Kim
• La struttura organizzativa richiede uno
scambio tra individui e una condivisione di
modelli mentali. In questo caso la struttura è
influenzata ed influenza gli individui
VALeS: cornice di riferimento/idea di scuola
VINCOLI E OPPORTUNITA’
Contesto e
risorse
Ambiente
organizzativo
Pratiche
educative e
didattiche
Esiti
formati ed
educativi
IMPATTI
Rapporto di Autovalutazione:
-non perdere di mira lo scopo
- non ridurre la complessità della scuola
ai dati e all’invalsi
-non rendere il tutto un ulteriore adempimento sterile
LA STRUTTURA DEL R.A.
CONTESTO
CONTESTO
e RISORSE
Analisi della situazione in forma descrittiva
e attraverso l’individuazione degli elementi
essenziali caratterizzanti il contesto di
riferimento.
ANALISI
PROCESSI
AMBIENTE ORGANIZZATIVO
PRATICHE EDUCATIVE E
DIDATTICHE
Analisi della situazione attraverso scale di
valutazione e analisi dei punti di forza e di
debolezza, con la documentazione di dati ed
evidenze, per i due punti ritenuti più forti e
per i due ritenuti più deboli.
ESITI
ESITI FORMATIVI e
EDUCATIVI
Analisi della situazione attraverso le
evidenze e i dati a disposizione all’interno
di una matrice comune.
Analisi del contesto
Aree
Domande
Ambiente
Per quali peculiarità si caratterizza il
territorio in cui è collocata la scuola?
Capitale sociale
Quali risorse e competenze utili per la
scuola sono presenti nel territorio?
Risorse economiche
e materiali
Quale la qualità delle strutture e
infrastrutture della scuola? Quali le risorse
economiche disponibili?
Risorse professionali
Quali le caratteristiche del personale (es.
età, stabilità nella scuola, titoli)?
Analisi dei processi:
pratiche educative e didattiche
Aree
Domande
Selezione saperi, scelte
curricolari e
offerta formativa
Il curricolo di scuola risponde ai bisogni
formativi degli studenti?
Progettazione didattica
e valutazione studenti
Come è strutturata la progettazione didattica?
Come sono valutati gli apprendimenti degli
studenti?
Sviluppo della relazione
educativa e tra pari
Come sono le relazioni tra studenti e insegnanti?
E quelle tra studenti?
Inclusione, integrazione,
differenziazione
Quali percorsi sono progettati per singoli o
gruppi di studenti che necessitano di
particolare attenzione?
Continuità e orientamento
In che modo la scuola garantisce la continuità
educativa per gli studenti?
Analisi dei processi: ambiente
organizzativo per l’apprendimento
Aree
Domande
Identità strategica e
direzione della scuola
Per quali peculiarità si caratterizza la
scuola? Quale il ruolo del DS e dello staff?
Gestione strategica
delle risorse
Sviluppo professionale
delle risorse umane
Quale coerenza tra le scelte educative e
l’allocazione delle risorse economiche?
Quali temi per la formazione del
personale e perché?
Governo del territorio e
rapporti con le famiglie
Quali collaborazioni ha la scuola? Per
quali finalità?
Attività di autovalutazione
Quali strumenti per il monitoraggio e la
valutazione interna?
La scala di valutazione
Il livello 1 – Inadeguato si riferisce alle situazioni nelle quali,
rispetto a una determinata area, la scuola non ha raggiunto un
livello ritenuto accettabile.
Il livello 2 – Accettabile viene applicato ai casi in cui il livello
raggiunto rappresenta il punto di partenza minimo per arrivare a
successivi miglioramenti.
Il livello 3 – Buono riguarda i casi in cui la scuola ha messo in
campo le azioni necessarie per raggiungere un livello ritenuto
buono per quella determinata area.
il livello 4 – Eccellente si riferisce alle situazioni nelle quali per
quell’area sono raggiunti standard di eccellenza attraverso azioni
che garantiscono una qualità diffusa o esiti ottimali.
Analisi degli esiti
Aree
Successo scolastico
Competenze acquisite
Equità degli esiti
Risultati a distanza
Domande
La scuola riesce ad assicurare il
successo scolastico dei suoi studenti?
Quali competenze acquisiscono gli
allievi nella loro carriera scolastica?
Le disparità di rendimento tra alunni
crescono o diminuiscono nel tempo? Sono
concentrate in alcune classi / indirizzi?
Qual è la riuscita degli studenti una volta
usciti dalla scuola?
ESITI
Successo
scolastico
Competenze
e equità
Risultati a
distanza
INDICATORI
DATI
SCUOLA
1. Esiti degli scrutini (studenti ammessi alla
classe successiva, per anno di corso)
Scuola in chiaro
Scuole secondarie I e II
grado
2. Studenti diplomati per votazione conseguita
all’esame
3. Studenti che hanno abbandonato gli studi in
corso d’anno
4. Studenti trasferiti (in entrata e uscita) in
corso d’anno
5. Esiti delle prove INVALSI e confronto con i
dati regionali e nazionali
6. Differenze nel punteggio rispetto a scuole
con contesto socio economico e culturale
simile
7. Varianza interna alle classi e fra le classi
Scuola in chiaro
Scuole secondarie I e II
grado
Scuola in chiaro
Tutte
Scuola in chiaro
II ciclo
Invalsi
Tutte
Invalsi
Tutte
Invalsi
Tutte
8. Alunni collocati nei livelli più bassi (1 e 2) sia
in italiano sia in matematica
9. Risultati negli ordini di scuola a seguito
Invalsi
Tutte
Scuola in chiaro
Tutte
10. Esperienze lavorative e stage
Scuola in chiaro
II ciclo
11. Prosecuzione degli studi (diplomati che si
sono immatricolati all’università)
12. Successo negli studi (crediti conseguiti dai
diplomati nel I e II anno di università)
Scuola in chiaro
II ciclo
Scuola in chiaro
II ciclo
OBIETTIVI
Quali obiettivi per il miglioramento? Quali sono i risultati attesi per i prossimi anni?
Quali indicatori? Benchmark e target? Perché questi obiettivi in relazione alle risultanze
dell’autovalutazione?
OBIETTIVO
INDICATORE
DATI
Attuale
Valori di
Riferimento
(benchmark)
Risultato atteso
(target)
Risultato
(finale a seguito
P. di M.)
1 (esiti…)
2 (esiti…)
3 (processi…)
4 (processi…)
Motivare il collegamento fra obiettivi individuati e risultanze interne all’autovalutazione
Gli strumenti
In prospettiva
1. Fascicolo Scuola in chiaro
2. Dati prove Invalsi
3. Questionario scuola
4. Questionari di percezione
Strumenti di autovalutazione della scuola
RAPPORTO DI AUTOVALUTAZIONE
DELLA/SULLA SCUOLA
“Proponi uno scopo,
ma che sia grande”
(Don Milani)
I FONDAMENTALI
La scuola italiana, statale e paritaria, svolge l’insostituibile
funzione pubblica assegnatale dalla Costituzione della
Repubblica, per la formazione di ogni persona e la crescita
civile e sociale del Paese.
Contribuisce a “rimuovere gli ostacoli di ordine economico
e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei
cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana
e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione
politica, economica e sociale del Paese” (articolo 3 della
Costituzione).
Indicazioni per il Curricolo 2013: Scuola Costituzione Europa
Rimuovere gli ostacoli
Divari di apprendimento in Matematica e Scienze in terza media a parità di altre condizioni
(differenza di punteggio nelle prove standardizzate)
+ 27,3 punti
+ 30,8 punti
+ 31,9 punti
+ 24 punti
Genitori con diploma vs
Genitori con laurea o oltre
Genitori con diploma vs
Genitori con laurea o oltre
Genitori con licenza media o
vs Genitori con licenza
Genitori con licenza media o
vs Genitori con licenza
meno
media o meno
meno
media o meno
Matematica
Scienze
Fonte: Elaborazioni su dati TIMSS 2003-2007
Rimuovere gli ostacoli
Il colore più scuro segnala una più omogenea composizione sociale delle classi
Fonte: elaborazione su dati INVALSI
Rimuovere gli ostacoli
40
18-24enni privi di diploma, fuori dai percorsi di istruzione
o formazione professionale (quota %)
35
30
20
15
10
5
0
Obiettivo 2010 (2020)
Fonte: Eurostat (Labour Force Survey), 2008
25
54
Rimuovere gli ostacoli
I dati INVALSI: i livelli e le macroregioni 2013
ATTENZIONI
- Il SNV punta sull’autovalutazione e sul miglioramento della singola
Istituzione scolastica dentro una cornice comune di riferimento
- la rendicontazione pubblica generale (rapporto Invalsi) punta sui dati
di apprendimento di Italiano e matematica
“Sono le persone nelle organizzazioni che
pensano …
Dunque quando le persone nelle
organizzazioni pensano,
l’organizzazione pensa”
M. Douglas, Come pensano le organizzazioni, Il Mulino, 1990, pag. 1
I saperi
Nella nuova scuola …
“Nella nuova scuola media i problemi
partiranno - da considerazioni di carattere
concreto - . Difatti la Carla quest’anno alla
licenza ha avuto un problema moderno a base di
caldaie:
- Una caldaia ha la forma di una semisfera
sovrapposta … ”
Scuola di Barbina: Lettera a una professoressa. Ed. Libreria Editrice
Fiorentina 1996, pag. 25.
Le discipline, così come noi le conosciamo, sono
state storicamente separate l’una dall’altra da
confini convenzionali che non hanno alcun
riscontro con l’unitarietà tipica dei processi di
apprendimento.
Ogni persona, a scuola come nella vita, impara
infatti attingendo liberamente dalla sua
esperienza, dalle conoscenze o dalle discipline,
elaborandole con un’attività continua e autonoma.
[L’organizzazione del curricolo: Aree disciplinari e
discipline. Indicazioni per il curricolo]
PROVA NAZIONALE DI MATEMATICA
Scuola secondaria di I grado classe III
D20. Il Signor Carlo scende dal tram all’incrocio di via Pietro Micca con
via Antonio Giuseppe Bertola (nella mappa che vedi qui sotto il punto è
contrassegnato da un asterisco).
Ischia 2010
Damiano Previtali
61
Percorre 200 metri di via Bertola e all’incrocio con via 20 Settembre svolta a
sinistra; dopo aver camminato per 150 metri, raggiunge l’incrocio con via
Pietro Micca. Da lì decide di tornare al punto di partenza per via Pietro
Micca. Quanti metri all’incirca percorre al ritorno?
□
A.
200 m
□
B.
250 m
□
C.
350 m
□
D.
600 m
Ischia 2010
Damiano Previtali
62
L’allievo
Allievo “diligente”
Allievo “competente”
Risorse
cognitive
Lettura; comprensione; relazioni
spaziali; orientamento; riconoscimento
figure; teorema di Pitagora; calcolo
mentale; stime; quadrato e radice
quadrata.
Lettura; comprensione; relazioni spaziali;
orientamento; riconoscimento figure; teorema
di Pitagora; calcolo mentale; stime; quadrato e
radice quadrata.
Euristiche
Si chiede: -Quando abbiamo fatto
queste cose a scuola?-
Legge la situazione e si chiede: - Come
“trasformo” le cose che conosco in questa
situazione nuova?
Controllo
Non trova soluzione. Panico. Rinuncia
a risolvere il problema (Non lo
abbiamo trattato a scuola!)
Belief
system
Le discipline sono chiuse - “edite”
La trasformazione non porta ad una soluzione,
si applica, cerca trasformazioni alternative e
innovative (il desiderio della scoperta)
Interdisciplinarietà ed apertura “all’inedito”
Ischia 2010
Damiano Previtali
Un modello di PROBLEM SOLVING matematico (Schoenfeld)
63
“Le capacità non-cognitive”
- perseveranza,
- motivazione,
- gestione del rischio,
- stima di sé,
- capacità di autocontrollo,
- coscienziosità e comportamento lungimirante
James J. Heckman 2008, Nobel in Economic Sciences nel 2000
Un progetto educativo per la scuola del
ventunesimo secolo è fatto di
“quattro pilastri:
imparare a essere,
imparare a conoscere,
imparare a fare,
imparare a vivere insieme”
(Jacques Delors: Nell'educazione un tesoro,1999)
Lo studente al termine del primo ciclo, attraverso gli
apprendimenti sviluppati a scuola, lo studio personale, le
esperienze educative vissute in famiglia e nella comunità, è in
grado di iniziare ad affrontare in autonomia e con responsabilità,
le situazioni di vita tipiche della propria età, riflettendo ed
esprimendo la propria personalità in tutte le sue dimensioni.
Ha consapevolezza delle proprie potenzialità e dei propri limiti,
utilizza gli strumenti di conoscenza per comprendere se stesso e
gli altri, per riconoscere ed apprezzare le diverse identità, le
tradizioni culturali e religiose, in un’ottica di dialogo e di rispetto
reciproco. Interpreta i sistemi simbolici e culturali della società,
orienta le proprie scelte in modo consapevole, rispetta le regole
condivise, collabora con gli altri per la costruzione del bene
comune esprimendo le proprie personali opinioni e sensibilità.
[Finalità generali: profilo delle competenze al termine del primo ciclo.
Indicazioni per il curricolo]
“Proponi uno scopo,
ma che sia grande”
(Don Milani)
Il profilo e le competenze
L’Unione Europea
Bruxelles, 3.8.2007 Comunicazione della commissione al Parlamento europeo ed al consiglio “Migliorare la qualità della
formazione degli insegnanti” pag. 12
1. una professione per la quale occorrono qualifiche specifiche
“ogni insegnante deve possedere una conoscenza approfondita della sua materia,
una buona formazione pedagogica, le qualifiche e le competenze necessarie per
orientare e sostenere i discenti, nonché la capacità di comprendere le dimensioni
sociali e culturali dell'istruzione”
2. una professione che comporta un apprendimento lungo tutto l'arco della vita
“gli insegnanti stessi riconoscono l'importanza dell'acquisizione di nuove conoscenze
e devono essere in grado di innovare e utilizzare efficacemente le informazioni
acquisite”
3. una professione interna ad una comunità professionale e ad una comunità sociale
“determinante per un docente è la capacità di instaurare relazioni dotate di senso a
partire dalle classi, alla comunità professionale, alle famiglie e più in generale alla
comunità sociale”
Domanda:
Quali sono le dimensioni cardine del
profilo professionale del docente su cui si
concorda a livello internazionale?
1992. L’INTASC
Interstate New Teacher Assessment and Support Consortium, (Consorzio
interstatale per la valutazione e il supporto dei nuovi insegnanti) Il modello
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
Competenza disciplinare
Conoscenza delle teorie relative allo sviluppo dell’apprendimento
Competenza nel favorire la personalizzazione
Competenza nella progettazione didattica
Conoscenza di molte strategie per favorire l’apprendimento
Competenza nella conduzione della classe
Competenza nella valutazione autentica dello studente
Competenza comunicativa
Competenza riflessiva
Competenza collaborativa
2002. Perrenoud propone un modello che seleziona dieci “domini di competenze”
1. Organizzare e animare le situazioni di apprendimento
2. Gestire la progressione dell’apprendimento
3. Progettar e far evolvere serie di attività per la differenziazione
4. Coinvolgere gli studenti nel loro apprendimento e nel loro lavoro
5. Lavorare in gruppo
6. Partecipare alla gestione della scuola
7. Informare e coinvolgere i genitori
8. Servirsi delle nuove tecnologie
9. Affrontare i doveri e i problemi etici della professione
10. Curare la propria formazione continua
2010. Il profilo in Francia
Il Ministero dell’Istruzione Superiore e della Ricerca ha introdotto nell’ordinamento
francese un complesso di 10 competenze professionali.
1. Agire da funzionario dello stato e in modo etico e responsabile
2. Padroneggiare la lingua francese per insegnare e comunicare
3. Padroneggiare le discipline e avere una buona cultura generale
4. Concepire e mettere in opera il proprio insegnamento
5. Organizzare il lavoro della classe
6. Prendere in considerazione la diversità di alunni e studenti
7. Valutare gli alunni e studenti
8. Padroneggiare le tecnologie informatiche e della comunicazione
9. Lavorare in équipe e cooperare con i genitori e i partner
10. Formarsi ed innovare
ALCUNE EVIDENZE
-La definizione delle competenze dei docenti può fornire un
quadro di riferimento
-Le sole conoscenze disciplinari non sono più considerate
sufficienti
-L’insegnante è una professione agita all’interno di una
comunità professionale e sociale
- Determinante risulta la formazione di base ed in servizio, uno
dei tratti qualificanti e distintivi della professione docente è la
formazione continua.
In Italia:
“Plus ça change, plus c’est la même chose”
LOGICHE CONTRAPPOSTE
1. la professione dell’insegnare è un’arte e pertanto non può essere
rinchiusa in nessuna schematizzazione (vedi lo sviluppo e la
diffusione della “non-programmazione” didattica in Italia, le difficoltà
ad intraprendere processi di valutazione, le critiche al teaching to the
test ).
2. la professione dell’insegnare senza un quadro di riferimento chiaro
delle azioni che la determinano e la qualificano, con delle competenze
attese e verificabili, risulta dispersiva e non permette di sviluppare
quegli aspetti di organicità ed omogeneità che garantiscono equità al
diritto d’istruzione (vedi modelli INTASC, Danielson, Perrenoud …).
CCNL 2006-2009
art. 27 delinea il profilo professionale del docente, attraverso l’individuazione di
“…competenze tra loro correlate ed interagenti, che si sviluppano col maturare
dell'esperienza didattica”.
Tali competenze sono:
•disciplinari
•psicopedagogiche
•metodologico-didattiche
•organizzativo-relazionali
•di ricerca
•di documentazione e valutazione
DM 249/2010
Il profilo del docente nella formazione iniziale in Italia
Queste competenze “costituiscono il fondamento dell’unitarietà della
funzione docente”.
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disciplinari
psico-pedagogiche
metodologico-didattiche
organizzative e relazionali
sviluppo dell’autonomia delle istituzioni scolastiche
competenze linguistiche
competenze digitali
competenze didattiche per l’integrazione scolastica degli alunni
con disabilità
INOLTRE ….
“I potenziali insegnanti devono:
1. possedere conoscenze disciplinari relative agli ambiti oggetto di insegnamento
(linguistico-letterari, matematici, di scienze fisiche e naturali, storici e geografici, artistici,
musicali e motori);
2. essere in grado di articolare i contenuti delle discipline in funzione dei diversi livelli
scolastici e dell’età dei bambini e dell’assolvimento dell’obbligo d’istruzione;
3. possedere capacità pedagogico-didattiche per gestire la progressione degli apprendimenti
adeguando i tempi e le modalità al livello dei diversi alunni;
4. essere in grado di scegliere e utilizzare gli strumenti più adeguati al percorso previsto
(lezione frontale, discussione, simulazione, cooperazione, mutuo aiuto, lavoro di gruppo,
nuove tecnologie);
5. possedere capacità relazionali e gestionali in modo da rendere il lavoro di classe fruttuoso
per ciascun bambino, facilitando la convivenza di culture e religioni diverse, sapendo
costruire regole di vita comuni riguardanti la disciplina, il senso di responsabilità, la
solidarietà e il senso di giustizia;
6. essere in grado di partecipare attivamente alla gestione della scuola e della didattica
collaborando coi colleghi sia nella progettazione didattica, sia nelle attività collegiali
interne ed esterne, anche in relazione alle esigenze del territorio in cui opera la scuola”.
NUOVE FUNZIONI
(La legge n. 59/1997 aveva già stabilito che l’attribuzione della dirigenza
ai capi d’istituto fosse contestuale all’“individuazione di nuove figure
professionali del personale docente”).
-Fine anni ’80. Le nuove figure professionali (psicopedagogista,
orientatore, documentalista bibliotecario, etc.)… assorbimento dei
soprannumerari, hanno avuto un inizio stentato e sono scomparse.
-Inizio anni ’90. Gli insegnanti formatori, preparati e specializzati nella
formazione e nella consulenza tecnica dei colleghi, ha trovato una vasta
opposizione.
-1995. Le figure di sistema, inaugurate con il Contratto collettivo del 1995,
non sono mai decollate.
-1999. Le funzioni obiettivo, istituite con il Contratto e articolate secondo
precise aree di competenza, hanno avuto vita breve.
- 2002. Le funzioni strumentali … si sono perse … INFATTI …
indeterminatezza della funzione, la cui definizione dipende dalla disponibilità
soggettiva
temporaneità dei compiti assegnati, infatti lo svolgimento della funzione dura
formalmente un anno scolastico
retribuzione contenuta, una semplice indennità che solitamente non supera i
1.500 euro lordi annuali
nessuna formazione, in quanto il docente che si rende disponibile è una
persona interessata al compito senza necessità di formazione
elettività da parte del collegio dei docenti che è sovrano per qualsiasi decisione
attinente ai contenuti, alle procedure, alla durata e alla scelta
Analisi comparata di Inghilterra Francia Spagna
Staff di direzione:
coordinatore della formazione continua;
coordinatore della valutazione;
coordinatore delle politiche per i bisogni educativi speciali.
Specializzazioni esterne allo staff di direzione:
coordinatore di dipartimento;
coordinatore di classe;
l’insegnante per soggetti con BES;
il tutor per insegnanti neoassunti;
insegnante orientatore;
tutor per i percorsi di alternanza formativa;
referente per la valutazione di istituto;
coordinatore di progetti.
QUATTRO PASSAGGI E UNA REGOLA
Quattro passaggi:
1. un’idea di profilo caratterizzato da dimensioni professionali qualificabili;
2. una scelta strategica (e politica) delle dimensioni professionali da privilegiare
attraverso la formazione;
3. uno strumento di documentazione della formazione e della professione;
4. un sistema di valutazione e riconoscimento della professionalità.
UNA REGOLA: primum non nocere
“Con il senno di poi quel test si è rivelato micidiale.
Volevamo sottrarre l’apprezzamento delle diverse professionalità
all’aleatorietà di un giudizio solo soggettivo o solo locale, utilizzando uno
strumento sperimentassimo e apprezzato ovunque nel mondo e invece
abbiamo evocato il Rischiatutto o l’esame per la patente (…) abbiamo
sbagliato la tattica non la strategia. Abbiamo forse accelerato troppo,
e il tempo in politica è molto importante; non abbiamo preparato
adeguatamente il terreno per il ricorso a tecniche valutative
riconosciute ovunque, ma non ancora dagli insegnanti italiani.
Tutto vero. Ma rifiutare la complessità, la differenziazione, la verifica dei
risultati e il loro riconoscimento è fuori dalla storia”.
Luigi Berlinguer: La scuola nuova. Ed. Laterza, Roma-Bari 2001, pag 110.
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