Il Piemonte sul crinale più esposto
Il mercato del lavoro fra ripresa
congiunturale e crisi strutturale
Presentazione a cura di Luciano Abburrà
Dal punto di vista del mercato del lavoro: c’è
evidenza di ripresa?
• Si: numerosi e convergenti indicatori
confermano che, nel 2014, il clima pessimo del
2013 è migliorato e l’inizio del 2015 conferma
una tendenza positiva per l’occupazione:
•
•
•
•
•
Occupazione (Istat)
Avviamenti al lavoro (CPI e ORML)
Avviamenti a tempo indeterminato, anche giovani (CPI e ORML)
Ammortizzatori sociali (INPS e Regione Piemonte)
Specifiche indagini su laureati e diplomati (Osservatorio reg.le e IRES
Piemonte su dati Almalaurea e Excelsior – Istat)
Si può dire dunque che stiamo uscendo dalla crisi?
• No, o certamente: non ancora.
• Le variazioni di tutti gli indicatori, concordi nel
segno +, sono anche simili nell’entità molto
limitata e nella distanza molto elevata dai valori
pre-crisi
• “Guardare indietro” per capire il presente:
Dom.: Com’è variata la quantità di lavoro
effettivamente richiesto?
Posti di lavoro equivalenti a tempo pieno attivati dalle
assunzioni in Piemonte 2008-2014
Totale MF
290,000
284,796
270,000
250,000
230,000
222,947
222,710
219,288
210,000
203,469
190,000
170,000
175,131
180,255
150,000
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
Fonte: dati ORML Regione Piemonte, elaborazione OML Città Metropolitana di Torino
La situazione del Piemonte in termini strutturali: il
confronto con gli altri
• Se per capire come va è necessario “guardare anche
indietro”, per capire meglio come stiamo noi rispetto agli
altri occorre “guardarsi a fianco”: le altre regioni del Nord
• Perché? Per capire quali siano i nostri specifici punti deboli
• Non per compiangerci o autodenigrarci, ma per individuare
in che direzioni dovremmo muoverci per “metterci in pari”
• Perché, se non è necessario essere sempre i primi, dovrebbe
esserlo cercare di “colmare i divari” con i nostri vicini
• Perché stare meno male è meglio che stare peggio,
• e perché “si può fare” se lo fanno gli altri
L’esempio della disoccupazione
• Il Piemonte ha tasso di disoccupazione generale all’11,3%,
mentre la media del Nord è all’8,6%
• Il Piemonte ha un tasso di disoccupazione giovanile al
42,2%, mentre la media del Nord è al 32,7%
• Nell’ultimo anno la disoccupazione piemontese è ancora
aumentata di +8,3%, rispetto al +3,5% del Nord (e al +5,5%
dell’Italia)
• Anche la disoccupazione giovanile sale ancora di 1,6 punti
nel 2014, (+1,4 al Nord)
Difficile negare che questo sia un punto
particolarmente debole, spia e riflesso di qualcosa
di strutturale che chiede di essere spiegato e poi
affrontato con decisione
Perché la disoccupazione, e in particolare quella
giovanile, è più alta in Piemonte?
• Le ragioni sono certamente diverse e andrebbero
considerate tutte
• Però un aiuto a capire e un’indicazione su dove dirigere
l’attenzione può venire dal confronto fra alcuni semplici
dati occupazionali dell’ultimo anno:
Variazione Occupati
2013-14
Piemonte
Nordovest
Industria
manifatturiera
+7.000
+14.000
Servizi non
commerciali
-10.000
+35.000
Le variazioni occupazionali nei servizi per comparto
Piemonte 2013-14
Variazioni 2013-2014
UOMINI
v. ass.
DONNE
Val. %
v. ass.
TOTALE
Val. %
v. ass.
Val. %
Terziario tot.
-2
-0,4
-4
-0,7
-6
-0,6
Commercio
5
3,7
-2
-1,6
3
1,3
Alber. e ristor.
0
0
-
1
-
Trasp. magaz.
-6
-9,3
-2
-12,4
-8
-10,1
Inform.comu.
3
7,2
0
-
2
5,1
Finanza assic.
-3
-9,5
-2
-7,7
-5
-8,7
Serv. imprese
-9
-10,1
-4
-3,8
-13
-6,7
P.Amminist.
Istruz., sanità,
serv.sociali
Altri servizi
persona
5
12,0
-1
-
4
5,7
1
-
3
1,5
4
1,7
2
6,8
3
3,4
6
4,3
Fonte: Fonte: dati ISTAT, elaborazione ORML Regione Piemonte
I punti deboli del Piemonte vanno cercati in
primo luogo nei servizi
• Ciò è importante per la disoccupazione:
perché è lì che mancano i posti di lavoro che
fanno la differenza con le altre regioni del
Nord
• Ma è altrettanto importante per la solidità del
nostro sistema produttivo,
• se è vero che sviluppo neomanifatturiero e
servizi avanzati alle imprese devono andare
insieme e si alimentano a vicenda
Guardarsi anche dentro :
eterogeneità e differenze territoriali,
che aumentano
• In Piemonte c’è un po’ di Campania e un po’ di
50% disoccupazione giovanile a Torino
Germania:
5% disoccupazione totale a Cuneo
• Durante la crisi e nelle più recenti dinamiche del
lavoro, si riaprono i divari territoriali:
Da un lato TO e AL, con tassi di disoccupazione sopra la media
nazionale; dall’altro CN, VCO con valori dimezzati e NO con
variazioni recenti più rassicuranti
Infine: la crisi non è immobilità, ma contiene forti
cambiamenti, irreversibili
• Fra questi, uno dei più rilevanti è il “mutamento delle età”
(Ageing),
• iniziato ben prima, acuito negli anni neri e ribadito anche ai
primi sintomi di ripresa:
• fra 2013-14, sotto un’apparente staticità: 37.000 occupati in
meno al di sotto dei 45 anni, 39.000 in più al di sopra (con
gli ultra55enni occupati che aumentano del 10% in un anno)
• Anche a livello nazionale, tutto l’incremento occupazionale
registrato dall’Istat nel I° trim. 2015 è andato a vantaggio di
ultra49enni
• Si riconferma un trend di lungo periodo, che anche la
ripresa degli avviamenti dell’ultimo anno ripropone:
Il cambiamento delle età negli avviamenti al lavoro
Fonte: dati ORML
Regione Piemonte,
elaborazione OML
Città Metropolitana di
Torino
Andamento dei posti di lavoro equivalenti
a tempo pieno (FTE) attivati dalle assunzioni (2008 = 1)
1.20
1.00
1.10
1.00
1.01
1.00
0.90
0.80
0.70
0.92
0.93
0.80
0.79
0.72
0.60
1.00
0.89
0.79
0.72
0.70
1.00
0.71
0.62
0.65
0.63
0.50
0.52
0.40
0.30
fino a 29 anni
30-49 anni
0.51
50 anni e +
0.20
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
Si modifica la composizione dell’offerta di lavoro disponibile
e si sviluppa una domanda di lavoro rivolta a soggetti d’età più matura
La rivoluzione delle età: è un processo ineludibile,
potente e pervasivo,
che chiede innovazione
• Come lo è stato nei decenni precedenti la
“femminilizzazione” del mercato del lavoro
• Occorre adattarvisi in ogni ambito organizzativo, sociale,
economico e istituzionale
• E provare a riconoscere anche i vantaggi che ne possono
derivare, invece di vedere solo i problemi …
• E’ quello che si sta facendo in altri paesi importanti, con i
quali spesso ci confrontiamo (es. il caso BMW in Germania)
• Non sarebbe il caso di provarci anche da noi?
Grazie per l’attenzione
L’IRES PIEMONTE è un istituto di ricerca che svolge la sua attività d’indagine in
campo socioeconomico e territoriale, fornendo un supporto all’azione di
programmazione della Regione Piemonte e delle altre istituzioni ed enti locali
piemontesi.
Costituito nel 1958 su iniziativa della Provincia e del Comune di Torino con la
partecipazione di altri enti pubblici e privati, l’IRES ha visto successivamente
l’adesione di tutte le Province piemontesi; dal 1991 l’Istituto è un ente strumentale
della Regione Piemonte.
L’IRES è un ente pubblico regionale dotato di autonomia funzionale disciplinato dalla
legge regionale n. 43 del 3 settembre 1991.
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