Valle del Brenta
a confronto:
Valle del Douro
(Portogallo)
Douro, il fiume che sa di vino.
Il Douro è un fiume che nasce in Spagna e sfocia nell’Oceano Atlantico segando un
percorso di 897 kilometri tra Spagna e Portogallo. Mentre in territorio spagnolo il corso
del fiume è molto regolare e omogeneo, in Portogallo diventa irregolare e presenta
dislivelli anche di 400 metri.
Gli abitanti della Valle del Douro, a Nord del Portogallo sono fieri sostenitori dei vini
che producono, motivo di vanto per l’intera regione. L’area di produzione è una fascia
di circa 250.000 ettari di estensione a ridosso del fiume Douro, a est della città di Porto,
che rappresenta uno dei più affascinanti paesaggi rurali costruiti dall’uomo ed è la
regione vinicola più antica del mondo, un titolo che detiene sin dal 1756.
Ovunque terreni aspri e scoscesi e terrazzamenti adatti alle coltivazioni che si
sovrappongono ad altri terrazzamenti, fatti ad uno ad uno a mano, separando le pietre
dalla terra, dove lo sguardo si perde tra chilometri e chilometri di filari di vite, e dove
s'intuisce subito che il Porto è un nettare di passione, proprio perché nasce dal sudore
della gente che da sempre ha faticato con la nuda roccia.
Ma oltre ai terrazzamenti,
cos’altro ha in comune
con il nostro Brenta?
Le nostre antiche coltivazioni di tabacco…
E le loro coltivazioni di vigneti…
La loro valle..
La nostra valle..
Inoltre il Douro, fino a tutto il XIX secolo, insieme ai suoi affluenti, era la grande
via di accesso per l'interno e di trasporto per i prodotti provenienti da più
lontano, una sorta di "autostrada del vino".
L’incontro con il terreno granitico risalente al paleozoico ha determinato la
presenza di valli profonde, che però l’uomo ha trasformato in montagne di
scisto con terra e muri, e su di esse fin dall’antichità si iniziò a coltivare la vigna.
Nell’Alto Douro quest’attività ha oltre duemila anni: alcuni ritengono che la
maggior parte delle uve portoghesi sia stata introdotta nel paese dai Fenici. Già
in epoca romana la valle del Douro veniva coltivata con la vigna e di
generazione in generazione, la tradizione è stata rinnovata permettendo a
questa valle di rappresentare una delle eccellenze del Portogallo a livello
internazionale.
In pratica, mentre noi Veneti abbiamo abbandonato la coltura del tabacco e
lasciato i terrazzamenti, in Portogallo li hanno coltivati a lungo e ne hanno
fatto un motivo di vanto per l’intero Stato.
Hanno inoltre modificato i terrazzamenti per permettere al sole di raggiungere
meglio le piante di vite.
La differenza più grande è quindi questa:
«Quarantottomila ettari di vigneto viva e in continua
evoluzione: questa è la valle del Douro che ha meritato la
denominazione di Patrimonio dell’Umanità
dall’UNESCO.»
La denominazione data dall’UNESCO rappresenta un
riconoscimento soprattutto al paesaggio culturale che
questa valle rappresenta, alla sua vocazione agricola
immutata nel tempo e al sapere specializzato che gli
abitanti di questa terra tramandano da secoli.
«Ovviamente nel tempo il
paesaggio è stato modificato in
base alle esigenze e all’intervento
dell’uomo, sono state introdotte
nuove tecniche di coltivazione e si
sono in parte modernizzati i
processi di produzione del vino
stesso. Non per questo l’Alto Douro
ha perso il suo fascino antico, il suo
profumo di vite e i colori che
questa piante regala
stagionalmente al paesaggio.
Il torrido clima che caratterizza il
Portogallo renderebbe difficile la
coltivazione, ma la presenza di valli
profondo e di dislivelli nel terreno
fanno si che il clima nella valle
dell’Alto Douro sia abbastanza mite
e riparato facilitando la
coltivazione. Inoltre c’è acqua in
abbondanza grazie al fiume Douro
e il terreno è molto fertile e ricco
di sali minerali.» (tratto da
‘L’altopiano nella storia’ - La
geografia delle ‘masiere’.’)
Il Douro è quindi una valle famosa, patrimonio
dell’UNESCO, con milioni di vigne e nomi di
vini rinomati in tutto il mondo.
Perché allora la Valle del Brenta non ha
subito lo stesso cambiamento?
L’effetto è probabilmente dovuto a
molti fattori diversi, come ad
esempio:
- la coltivazione differente;
- il clima
- le ore di sole
- la posizione geografica
.. E molti altri!
Ma non possiamo fare più nulla
per la nostra Valle allora?
La Valle del Brenta è stata per
secoli un famoso punto per la
transumanza dei pascoli, renderla
famosa com’era ai tempi sarebbe
impossibile, ma perché non
renderla quantomeno più
ecologica?
Perché non sensibilizzarci un po’
tutti quanti fino a raggiungere
almeno un punto di partenza?
Alla fine..
È comunque la ‘nostra’ valle!
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Cinel 2 - Osservatorio locale per il paesaggio del Canale di Brenta