Il mondo in casa nostra
ci amplia lo sguardo.
Promuovere la Carità lavorando
insieme ai migranti.
Colle Don Bosco 25/05/2013
www. caritasdiocesananovara.it
Cosa influisce sul nostro sguardo…
Ideologie o immaginari che il migrante richiama
ai nostri occhi mediante i cinque sensi :
Migrante e rapporto nord/sud del mondo;
Migrante visto come lavoratore;
Migrante e cittadinanza;
Migrante e cultura «altra»;
Migrante e povertà, marginalità;
Migrante e criminalità, devianza.
Per ognuno dei 6 immaginari si
può considerare …
Chi si incontra. Quale identità si associa al migrante
indipendentemente dal suo essere.
Quali ostacoli si incontrano nella relazione a causa
delle costruzioni sociali, dei poteri economici ecc.
Quali cambiamenti personali si possono mettere in
atto per migliorare la relazione con il migrante ed
educare la comunità cristiana.
Migrante e rapporto nord/sud del mondo
Chi si incontra…
Migrante persona proveniente dai paesi
sottosviluppati dalle ex colonie, dal terzo mondo.
Quali ostacoli ….
Dominio politico ed economico, squilibrio
internazionale. Il paese di provenienza è più
visibile della persona che si incontra e questo
influenza negativamente la relazione.
Quali cambiamenti …
Riconoscere al migrante un patrimonio culturale,
professionale, di storia, di socialità, di umanità …
ecc.
Nessuna visione up-down ma bensì paritaria.
«Durante l'infanzia mi hanno indicato molte stelle.
Le ho ammirate, le ho sognate: Socrate,
Baudelaire, Einstein, Marie Curie, il generale De
Gaulle, Madre Teresa... Ma nessuno mi ha mai
parlato delle stelle nere. I muri della mia classe
erano bianchi, erano bianche le pagine dei libri di
storia. Non sapevo nulla dei miei antenati.
Soltanto la schiavitù veniva citata. Presentata in
quel modo, la storia dei neri non era altro che una
valle di armi e di lacrime. Questi ritratti di donne e
uomini sono il frutto delle mie letture e
conversazioni con alcuni storici e studiosi. Perché
il modo migliore per combattere il razzismo e
l'intolleranza è arricchire le nostre conoscenze e il
nostro immaginario. Da Lucy a Barack Obama,
passando per Esopo, Dona Beatriz, Puskin, Anna
Zingha, Aimé Césaire, Martin Luther King e molti
altri: stelle che mi hanno permesso di evitare la
vittimizzazione, di credere nell'Uomo e
soprattutto di avere fiducia in me stesso.»
Migrante visto
come lavoratore
Chi si incontra…
L’immigrato è lavoratore
e quindi
doppiamente sfruttato perché straniero e
perché appartiene alla classe operaia.
Quali ostacoli ….
Il capitalismo come sistema di
sfruttamento e di dominio. Il contratto di
soggiorno dipinge il migrante come
straniero ospite. Gastarbeiter
Quali cambiamenti …
Il migrante non è un solo prestatore
d’opera. Il lavoro come strumento di
promozione umana e non come obiettivo
della vita.
Siamo operatori pastorali o sindacalisti?
Il nostro compito è l’evoluzione dell’uomo
e della società o di fare solo incontro
domanda/offerta ….(quando c’è offerta…)
Migrante e
cittadinanza
Chi si incontra…
Il migrante è straniero, non connazionale
Quali Ostacoli ….
Nazionalismo, salvaguardia, integrità della
nazione. Paura di perdere il potere
I valori della “nazione” come fonte di diritti
politici e civili.
Quali cambiamenti …
Abolizione delle discriminazioni tra cittadini
autoctoni e stranieri. Instaurazione della
uguaglianza tra tutti i “residenti” che operano
per il «Bene Comune».
Saper donare una parte del potere personale
per costruire una società più umana.
“Democrazia” contro qualsiasi forma di
discriminazione civile e politica dovuta alla
“nazionalità”.
Ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge
Criteri per l’acquisizione della cittadinanza
Secondo lo ius soli la cittadinanza è data alla nascita dal luogo del concepimento,
mentre con lo ius sanguinis il criterio è la pura appartenenza genealogica.
Il ministro dell'Integrazione, Cecile Kyenge, specifica il suo punto di vista sul diritto di cittadinanza, ricordando che
ciò che ha in mente non è una formula come quella che viene applicata soltanto negli Stati Uniti, ma piuttosto uno
"ius soli temperato". Questa formula, verso cui va l'Europa, è la stessa di cui ha parlato in questi giorni il ministro.
"Sarà un processo lungo - ribadisce - che coinvolgerà le due Camere".
Il Giornale.it 09/05/2013
Francia
Doppio ius soli, un bambino nato in Francia da genitori stranieri ma nati a loro volta in Francia diventa cittadino.
Altrimenti, la cittadinanza può essere acquisita solo dai 18 anni in poi se si hanno genitori stranieri che però
risiedono nel Paese da almeno cinque anni.
Germania
Ius soli per i figli nati da stranieri legalmente residenti da almeno otto anni.
Lo ius soli puro e incondizionato, consente l’acquisizione della cittadinanza per caso, o incoraggia un “turismo”
organizzato a questo fine.
In nessun ordinamento le regole incidono sullo ius sanguinis, ovvero sul diritto di cittadinanza dei figli degli
immigrati italiani nati all’estero, che resta immutato.
Fratelli, voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio”. (Lettera di
San Paolo agli Efesini 2,19)
Migrante e cultura «altra»
Chi si incontra …
Immigrato persona radicata in una cultura,
civiltà.
Quali ostacoli ….
“Imperialismo culturale” come ostacolo
all’espressione di una determinata specificità
culturale. La cultura dominante che minaccia di
annientare l’eredità culturale dell’immigrato e
della sua comunità (minoranza).
Quali cambiamenti …
I cinque sensi sono sottoposti a tanti stimoli che
non possono essere messi in gerarchia.
Nessuno di noi è solo piemontese, meridionale
o straniero. Tutti senza eccezione, dobbiamo
poter coabitare, scambiare, dialogare.
Si deve andare verso un’identità che accetta e-e
sono questo e anche altro.
La cultura è visibile, percepibile con facilità
negli aspetti quali: Belle arti, letteratura,
teatro, musica classica e popolare, danza
giochi cucina abbigliamento ecc. (elementi
culturali relativamente coscienti)
Cosa c’è sotto la linea di galleggiamento?
Gli elementi culturali meno coscienti
Idea di modestia; idea di bellezza; principi
educativi; norme ereditarie; cosmologia;
atteggiamento verso gli animali; modelli di
relazione con superiori o con subordinati;
definizione
di
peccato;
pratiche
di
corteggiamento; idea di giustizia; incentivi al
lavoro; idea di comando; ritmo di lavoro,
modelli decisionali di gruppo; idea di pulizia;
atteggiamento verso le persone a carico; idea
di malattia, modi risolvere i problemi; idea di
mobilità sociale; contatto visivo; relazioni nei
gruppi in funzione dell’età, status, sesso,
occupazione, parentela ecc.; idea di pazzia;
natura dell’amicizia; idea del se’; schemi di
percezione visiva; comunicazione non verbale;
espressioni facciali; idee sulla logica; modi di
affrontare
le
emozioni;
modalità
di
conversazione nei diversi contesti sociali; idea
di passato e futuro; computo del tempo; idea di
cooperazione; idea di competizione; grado di
interazione sociale; idea di adolescenza;
disposizione dello spazio fisico; presunzioni del
Mondo; senso della vita e degli avi
Migrante e povertà, marginalità.
Chi si incontra…
L’immigrato è povero,
emarginato, “Quarto mondo”.
Quali ostacoli ….
Tutto ciò che emargina e esclude:
scuola, casa, lavoro, ospedale,
amministrazione pubblica, servizi
sociali.
Quali cambiamenti …
Pensare allo sviluppo pieno di ciascun individuo “in quanto persona”, “soggetto dei diritti
umani”, portatore del “diritto di essere uomo”.
Ci sono immigrati che si sviliscono, umiliano, per ottenere una borsa della spesa o
qualsiasi bene senza investire energie nel proprio miglioramento. La promozione umana
che è obbligatoria in questi casi passa attraverso il «conflitto», inteso come confronto fra
persone e non come guerra. Spesso gli operatori pastorali, presi dallo slancio, rischiano di
sentirsi come dei “Bagnini da salvataggio” senza rendersi conto che …
Bagnino di salvataggio
L'avvicinamento di un pericolante
L'avvicinamento deve essere "cauto e non obbligatoriamente veloce", deve comportare un calcolato
dispendio di forze (da distribuire tra l'andata e il ritorno: un salvataggio non è una gara di nuoto, il tempo è
poco importante; quello che conta è il risultato); si deve mantenere una costante visuale del pericolante.
Il rapporto con il povero necessita di comprendere come noi lo vediamo e quanto siamo disponibili a
convertirci per promuoverlo (pensiamo che solo lui debba o possa cambiare, ma noi…).
Presa di contatto
La presa di contatto deve essere rapidissima ed effettuata con la massima decisione. Non bisogna farsi
afferrare a meno che ciò non sia fatto intenzionalmente; …
Entrare in empatia non significa immedesimarsi , si deve sempre ricordare che le emozioni, le sofferenze
dell’altro è “come se “fossero le mie (C. Rogers) .
Non colpire mai: il salvatore che tramortisce il salvato con un colpo si vede solo nei film: il gesto è inutile,
potenzialmente pericoloso, difficilissimo da eseguire, inefficace .
Anche i no vanno motivati, trasformati in momenti educativi, per costruire relazioni paritarie e franche.
Prese di liberazione
Purtroppo talvolta facciamo degli errori di valutazione sullo stato emotivo della persona da soccorrere e questi
si avvinghia a noi impedendoci di nuotare e di aiutarlo. Molte sono le prese di liberazione: si va da la torsione
delle dita , alla pressione sul naso , sugli occhi , alle mosse dei vari tipi di lotta. Sono tutte valide, ma fuori
dall’acqua e non con una persona presa dal panico come chi sta annegando, che in preda allo stress non
sentirebbe dolore neppure se gli lussassimo un dito. Il sistema più efficace resta quello più semplice: lasciarsi
scivolare sott’acqua, il naufrago vi mollerà immediatamente per risalire in superficie per respirare.
Le persone in condizioni di bisogno non devono essere sostenute fino ad atrofizzare la loro capacità di
autodeterminazione , ci si deve sganciare.
Migrante e criminalità, devianza
Chi si incontra…
Delinquente , persona che non rispetta le regole di
convivenza. Persona che vive nella marginalità e che
è disponibile a calpestare ogni regola di civile
convivenza. Un pazzo che odia la società di
accoglienza
KABOBO Mada
Quali ostacoli ….
La paura, il timore per la propria integrità.
Il fine giustifica i mezzi, si accetta per aiutare il
migrante anche con pratiche illegali.
Quali cambiamenti …
Educare alla legalità, sapere che i casi di
devianza sono frutto di un insieme di traumi
non riconosciuti.
Rosarno, Gennaio 2010
23 mila i detenuti stranieri: il 35 % della popolazione carceraria.
Per cittadinanza. La cittadinanza più diffusa tra i detenuti stranieri è quella marocchina (19,0%), seguita da
quella rumena (15,9%) e da quella tunisina (12,4%). Le prime dieci nazionalità rappresentate tra i detenuti
stranieri arrivano a coprire il 71,9% del totale dei detenuti non italiani.
Per regione. La regione con il maggior numero di detenuti stranieri è la Lombardia, con 4 mila detenuti, vale a
dire il 18,7% del totale dei detenuti stranieri. Seguono Piemonte e Toscana, rispettivamente con l’11,1% e il
10,0%.
Per tipologia di reato. I reati più diffusi tra i
detenuti non italiani sono la produzione e lo
spazio di stupefacenti (29%), i reati contro il
patrimonio (22,5%) e i reati contro la persone
(18%). Rispetto al totale dei detenuti gli stranieri
incidono per
il 95% per reati contro la legge sull’immigrazione,
il 79% per prostituzione,
il 44% per spaccio e produzione di stupefacenti
il 39% tra coloro che hanno commesso reati
contro la pubblica amministrazione.
Variazione %. Tra il 2008 e il 2011 i detenuti
stranieri sono aumentati del 12,1% contro un
aumento del 16,8% della popolazione carceraria
italiana. Tra il 2010 e il 2011 gli stranieri sono
diminuiti del -3,1%, mentre i detenuti italiani
del – 0,7%
Dati Fondazione Leone Moressa Aprile 2013
Ma allora chi incontriamo…
Un mix di alcune o tutte delle sei identità prima
rappresentate, ma anche l’immigrato che …
• la società vorrebbe nel clima politicoeconomico- culturale in cui si vive
(condizionamento);
• l’operatore pastorale vive in base alle
esperienze recenti, i pregiudizi .. (vissuto).
L’operatore pastorale si trova nella posizione di confine come operatori sanitari,
della scuola, dei servizi sociali delle forze dell’ordine…
Si ha una visione sfortunatamente deformata della realtà perché non si vedono i
tanti immigrati, che si sono inseriti o che non hanno mai chiesto aiuto.
Mentre l’immigrato vive sempre una condizione di dipendenza dall’autoctono
(dominante/dominato).
Promuovere carità vivendo
(lavorando) con gli immigrati?
Vivere equivale a stabilire quale approccio relazionale,
accoglienza mettere in atto.
Esistono diversi metodi … ma quanti sono centrati
sull’uomo? Quanti si possono dire cristiani?
Uno dei metodi è la DPN
(Decentramento, Penetrazione, Negoziazione)
che deriva dall’antropologia culturale ma che deve essere
interpretata alla luce del Vangelo.
DECENTRAMENTO
La conoscenza dell’altro passa attraverso la conoscenza di se stessi o piuttosto il
riferimento esterno permette di meglio autodefinirsi e comprendersi.
L’etnocentrismo, così come i pregiudizi e gli stereotipi, sono processi propri
dell’uomo inerenti la sua appartenenza ad una società e a dei gruppi.
Solo le identità forti possono dialogare cioè persone che sanno coscientemente
di possedere un proprio quadro di riferimento culturale.
Far emergere le immagini guida.
Soffermarsi, alle “immagini guida” attraverso le quali sono decodificate e valutate numerose situazioni affettive,
parentali, professionali ecc. Si deve far emergere i propri modelli e valori, concernenti i ruoli maschili e femminili, la vita
familiare, l’educazione del bambino, lo spazio della religione e del sacro nella propria vita e i valori concernenti la
persona. Per non parlare dei modelli meno coscienti: i tabù della comunicazione, la concezione del tempo e dello
spazio, il rapporto con il corpo. Si tratta delle differenze culturali fondamentali che interferiscono sempre nelle
situazioni di contatto interculturale.
Riflettere sui propri presupposti.
Soffermarsi su certi nostri presupposti che ci appaiono come evidenze perché, li consideriamo come “dati scientifici” o
perché comunque “è sempre stato così”. Queste evidenze devono essere quindi passate al setaccio del dubbio.
Delineare le proprie ideologie.
Delineare le proprie ideologie, in particolare quelle concernenti la propria concezione dell’integrazione dei migranti nel
paese di accoglienza. È una concezione assimilatrice? O piuttosto un’idea di integrazione che rispetta le specificità?
Decentrarsi per conoscersi meglio, per meglio situarsi in rapporto a sé e agli altri, permette in un secondo tempo di
penetrare il sistema dell’altro.
GESU' E LA SAMARITANA Gv 4,5-42
7. Viene una donna della Samaria ad attingere acqua. Le dice
Gesù: «Dammi da bere».
Questa donna rappresenta il suo popolo, i samaritani che hanno
sete di qualcosa e vengono al pozzo del loro padre Giacobbe. La
donna stessa rivela l’attesa del suo popolo: "Verrà il Messia che ci
rivelerà tutto". Chiedendo da bere Gesù manifesta che ha sete come
un qualunque uomo che vuole assicurarsi la vita.
8. Infatti, i suoi discepoli erano andati nella città per comperare dei
viveri.
Questo inciso sottolinea il fatto che Gesù è da solo. E' lui che semina
la fede nel cuore della samaritana e poi dei suoi compaesani.
9. Gli dice dunque la donna samaritana: «Come mai tu, che sei
giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I
giudei, infatti, non hanno rapporti con i samaritani.
Gesù si è rivolto alla samaritana su un piano di parità. Questo desta
la sorpresa della samaritana.
Gesù infatti, come ci spiega Giovanni, rivolgendo la parola alla
samaritana, ha infranto una delle regole essenziali vigenti tra questi
due popoli.
PENETRAZIONE
nel quadro di riferimento culturale dell’altro
Ci vuole uno sforzo personale di curiosità per la scoperta della cultura che porta lo
straniero. Nel caso degli ultimi arrivati e dei giovani figli di immigrati, si tratta invece
di scoprire le loro nuove identità, costruite a partire da diversi codici culturali,
nonché le strategie identitarie da loro attivate.
Informarsi.
Letture, incontri di formazione, ma è la relazione diretta con l’immigrato che
permette di scoprire nuovi mondi. Imparare a porre domande che vadano al di là
della semplice raccolta di informazioni per la ricerca di una reale comunicazione che
riconosca l’altro.
Ascoltare.
Imparare ad ascoltare il discorso dell'altro senza tentare di interpretarlo immediatamente, senza cioè ricercare il movente dei
comportamenti. Si deve imparare ad interrogare il senso delle parole e dei valori che esse veicolano, perché quando il migrante parla la
lingua del paese di accoglienza, la utilizza molto spesso all’interno delle rappresentazioni sociali e dei valori culturali della sua lingua
madre. Porre attenzione ai proverbi, alle metafore, alle allegorie che arricchiscono il discorso dell’altro e alle ripetizioni delle parole-chiave
come “onore”, “vergogna”, “tradizione”, “rispetto".
Fare attenzione alla comunicazione non verbale.
Distaccarsi dalla trasmissione orale del messaggio per aprirsi al contesto portatore della comunicazione; osservare l’abbigliamento, gli
oggetti simbolico-religiosi, l’organizzazione dello spazio, la posizione degli interlocutori... La nostra concezione antropocentrica ci ha
abituati a concentrarci sull’individuo per spiegarne i comportamenti, trascurando così i fattori del contesto, ricchi di messaggi.
Viaggiare… immergersi in altri mondi
Vivere in prima persona lo spaesamento è la migliore via di accesso all’altro diverso: attraverso l’immersione
corporale nella diversità, nel paesaggio, negli stili di vita e nell’esotismo.
Prendere tempo.
L’approccio interculturale è prima di tutto una questione di tempo, si deve “dare tempo al tempo” poiché la
scoperta dell’universo dell’altro è un processo di apprendimento che richiede un tempo di maturazione
progressiva. Bisogna comunque ricordare che rimarrà sempre una parte di fraintendimenti e di
approssimazioni del significato e che questi si dovranno considerare come una componente ineliminabile
della relazione.
9. Gli dice dunque la donna samaritana: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da
bere a me, che sono una donna samaritana?». I giudei, infatti, non hanno
rapporti con i samaritani.
Gesù si è rivolto alla samaritana su un piano di parità. Questo desta la sorpresa
della samaritana. Gesù infatti, come ci spiega Giovanni, rivolgendo la parola alla
samaritana, ha infranto una delle regole essenziali vigenti tra questi due popoli.
10. Gesù le rispose e disse: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti
dice "Dammi da bere", tu (ne) avresti chiesto a lui e ti avrebbe data acqua
viva».
Gesù non accetta la provocazione di tipo etnico e cerca di indirizzare l'attenzione
della donna su qualcosa di più fondamentale. La differenza tra i due tipi di acqua
non è tanto sul fatto dell'essere acqua viva (anche il pozzo di Giacobbe dava
acqua viva) .
11. Gli dice [la donna]: «Signore, non hai neppure un secchio e il pozzo è
profondo; donde hai dunque l'acqua viva?
12. Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo, e ci
bevette lui e i suoi figli e il suo bestiame?».
La reazione della donna parte dall'ultimo elemento, l'acqua viva, per poi risalire
all'identità di Gesù (chi sei? sei più grande di Giacobbe?). Sembra non aver sentito
l'elemento più importante: se tu conoscessi il dono di Dio... Però quel suo "da
dove" ha un significato molto importante nel vangelo di Giovanni, connesso al
mistero di Gesù stesso. La samaritana chiede a Gesù se è più grande di Giacobbe.
Altri gli faranno una domanda analoga: sei più grande di Abramo? (Gv 8,56) e
altrove egli viene messo in contrapposizione con Mosè (6,32). E' un tema
ricorrente in Giovanni, che sottolinea la superiorità di Gesù rispetto ai padri del
popolo eletto, senza con ciò sminuire la loro importanza nella storia della
salvezza.
NEGOZIAZIONE
Le quattro PREMESSE della negoziazione.
Riconoscere che si tratta di un conflitto di valore e non di comportamenti aberranti,
anomali, da evitare o da sopprimere.
Considerare l’altro (il migrante, il giovane, la sua famiglia) come partner alla pari senza
il quale nessuna soluzione può essere trovata, da cui proviene l’importanza accordata
al suo potere e al suo punto di vista.
L’avvicinamento non può che avvenire nei due sensi, l’uno verso l’altro. Ma vista la
posizione dominante/dominato, tocca all’operatore fare il primo passo, che
rappresenta un approccio insolito perché il cambiamento è sempre atteso dall’altro.
Bisogna avere obiettivi comuni visto che la situazione è di interdipendenza. Dunque,
bisogna essere in possesso di mezzi/strumenti di comunicazione.
13. Gesù le rispose e disse: «Chiunque beve di questa acqua avrà sete di nuovo.
14. Ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà sete in eterno; ma l'acqua che gli darò, diventerà in lui una fonte d'acqua
zampillante per la vita eterna».
Ancora Gesù non risponde direttamente alla donna, bensì decanta le qualità della sua acqua. Per fare questo si pone sull'elemento
dell'avere ancora sete e del non avere più sete. Allo stesso modo contrapporrà la manna al pane che egli darà (Gv 6,49ss). Se
quest'acqua toglierà per sempre la sete egli è davvero più grande del patriarca Giacobbe. C'era un'acqua promessa da Ezechiele che
avrebbe purificato i cuori (Ez 36,25-27), questa è un'acqua ancora più significativa: zampilla per la vita eterna. Rappresenta un
modo nuovo e permanente di esistenza. L'acqua diventa vita eterna, sale e sgorga di continuo, simbolo della vita dell'uomo che
dipende da Dio.
15. Gli dice la donna: «Signore, dammi quest'acqua ché non abbia (più) sete né mi rechi qui ad attingere».
In poche battute Gesù ha provocato un inversione. Ora è la donna che ha sete e non lui. Forse la domanda della samaritana è
ancora legata alla sua esperienza materiale, l'acqua quotidiana, però al tempo stesso può esprimere una richiesta più profonda,
un'attesa, una sete che può essere colmata solo da Gesù. Si ritorna qui all'espressione iniziale di Gesù: "Se tu conoscessi il dono di
Dio". Dono di Dio era il pozzo che accompagnava Israele nel deserto. Gesù realizza un identificazione di sé con il pozzo: è lui il "dono
di Dio". Dio è favorevole agli uomini, vuole appagarli pienamente.
25. Gli dice la donna: «So che viene il Messia, che è detto Cristo; quando egli
verrà, ci annunzierà ogni cosa».
Lo stesso verbo dell'ora che deve venire (erkhetai) viene usato per il Messia che
deve venire. I samaritani attendevano l'arrivo di qualcuno che doveva tornare.
Forse era lo stesso Messia che attendevano i giudei o un profeta che avrebbe
rivelato gli ultimi segreti divini (cf. Es 20,21b, Dt 18,15).
26. Le dice Gesù: «Sono io, che ti parlo».
Gesù si manifesta apertamente. A nessuno mai si è rivelato in questo modo, se
non alla samaritana. Egli risponde all'attesa di questa donna.
FACCIAMO PACE CON LE
MIGRAZIONI !
Vi propongono innumerevoli ragioni per essere contrari all’immigrazione ….
ma forse è bene guardare con occhi nuovi la realtà.
La vita dell’essere umano e ciò che lo riguarda più intimamente si
interseca sicuramente con l’evento delle migrazioni in alcuni campi qui
sintetizzati:
www. caritasdiocesananovara.it
• Economia
• territorio
• evoluzione umana
• comprensione di se stesso
• alterità
• relazione umana
• religione
Scarica

01-Relazione - Caritas di Torino