ESPANSIONE DEI FONDALI
OCEANICI
Nuovo vigore alla teoria di Wegener arrivò
intorno agli anni sessanta grazie allo studio dei
fondali oceanici con navi munite di
ecoscandaglio.
questi studi hanno messo in evidenza che i
fondali oceanici non sono piatti e uniformi, ma
presentano vere e proprie catene montuose,
valli e pianure.
Dall’osservazione della cartina è possibile
osservare strutture particolari, simili a cicatrici:
sono le dorsali oceaniche.
sono costituite da due catene montuose separate
da una valle che è una vera e propria spaccatura
della crosta terrestre, dalla quale fuoriesce
magma.
Studiando inoltre le età delle rocce dei fondali
oceanici si è scoperto che quelle situate in
prossimità delle dorsali sono più giovani di
quelle più lontane.
Le dorsali sono dunque zone in cui la crosta
terrestre si rinnova facendo espandere i
fondali oceanici (l’Atlantico si sta espandendo
alla velocità di circa 3 cm l’anno).
Questo fenomeno è
pienamente attuale ….
RIASSORBIMENTO DELLA CROSTA
TERRESTRE
Le dorsali sono dunque zone dove si forma
nuova crosta terrestre, ma dato che il volume
della Terra non aumenta occorre pensare che
rocce più vecchie della crosta vengano
distrutte. Ciò accade in particolari zone dei
fondali oceanici, dette zone di subduzione:
qui le vecchie rocce della litosfera sprofondano
negli strati sottostanti.
Dorsali oceaniche e zone di subduzione dividono
la litosfera in tante porzioni, chiamate zolle o
placche.
Secondo la moderna teoria della tettonica a zolle,
formulate nel 1967 dagli scienziati Morgan e
McKenzie, le zolle della Litosfera galleggiano
sulla sottostante Astenofera, più fluida, e si
muovono in modo lento e continuo.
MARGINI DELLE ZOLLE
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
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Lungo i margini delle zolle si realizzano una
serie di fenomeni (sismici e vulcanici)
associati ai movimenti delle zolle confinanti.
Questi movimenti possono essere riassunti in
tre tipi:
Le zolle si allontanano;
Le zolle si avvicinano;
Le zolle scorrono l’una di fianco all’altra.
Se le zolle si allontanano …


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Si formano dorsali oceaniche;
Si forma nuova crosta terrestre;
Si ha attività vulcanica lungo la dorsale.
Se le zolle si avvicinano …
Sicuramente è la situazione più complessa alla
quale sono associati fenomeni molto diversi tra
loro. Possiamo infatti distinguere tre casi sulla
base del tipo di crosta coinvolta:
1.

Le due zolle sono continentali:
Si forma una catena montuosa (orogenesi).
2.
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

Una zolla è oceanica e l’altra è
continentale:
Si forma una fossa oceanica nella zona di
subduzione;
Si forma una catena montuosa costiera di
tipo vulcanico (anche importanti fenomeni
sismici);
Si consuma crosta oceanica.
3.
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

Le due zolle sono oceaniche:
Si forma una fossa oceanica;
Si formano vulcani che possono emergere
dall’oceano e dare origine ad un arco
insulare;
Si consuma crosta oceanica.
Se zolle scorrono l’una di fianco
all’altra


Si forma una frattura lungo i margini di
scorrimento, che prende il nome di faglia
trasforme;
Non si forma ne di distrugge crosta terrestre.
Che cosa mette in moto le zolle?
La causa del moto delle zolle è da ricercarsi nel
mantello terrestre, di cui l’astenosfera fa parte. La
zona più profonda del mantello, è a contatto con il
nucleo che ha una temperatura di 4000°C, mentre la
parte più superficiale del mantello è a contatto con la
crosta che è praticamente fredda. Si creano per tali
motivi all’interno del mantello dei moti convettivi:
Il magma più profondo, più caldo e meno denso,
tende a salire, prendendo il posto del magma
più superficiale, più freddo e più denso che
scende verso il basso.
Durante questi movimenti la litosfera si spacca
nelle zone di risalita del magma, formando le
dorsali e viene trascinata lateralmente fino alle
zone di subduzione, dove sprofonda seguendo
il moto verso il basso del magma.
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STORIA DELLA TERRA E SUE DINAMICHE_seconda parte