1° C.D. B. Croce - Casavatore
IV C - 2011/2012
a cura della doc. Aurilia Adriana
A cura della doc. Aurilia Adriana
1
Alborino Paolo
Mocerino Sarah
Buonavita Salvatore
Orefice Luigi
Calvani Emanuel
Pezzella Raffaella
Calvani Salvatore
Piscopo Anna
De Masi Domenico
Puzone Francesco
De Masi Maria
Raniero Giusy
De
Rosa
Francesca
Pia
Santoro Alessia
Esposito Ferdinando
Seller Giuseppe
Gallo Ferdinando
Silvestre Marica
Gentile Beatrice
Silvestre Salvatore
Menna Andrea
A cura della doc. Aurilia Adriana
2
A cura della doc. Aurilia Adriana
3
Un tuffo nel passato
Un giorno appena mi svegliai, sentii delle urla insolite, credevo stessi ancora sognando!
Ma non era così , era tutto vero!
I miei genitori erano tornati piccoli!
Saltavano sui letti, si lanciavano le cose e urlavano tra di loro e persino i miei due piccoli
uccellini si spaventarono tantissimo.
Da quel preciso istante decisi di prendere le redini della situazione in mano.
Li sgridai, ma niente da fare, e così decisi di comportarmi come una vera “mamma” li
presi e feci fare loro colazione, poi li feci sedere a colorare dei fogli, a mezzogiorno
cucinai per loro, certo il cibo non era squisito… ma commestibile!
Li portai al parco giochi, ma scorrazzavano a destra e a sinistra.
Sembrava un incubo!
Si fece sera ed io non avevo più le forze, mi addormentai sfinita sul divano.
Al risveglio, rividi mia madre e mio padre di nuovo adulti e così capii il loro essere
“genitori” è il compito più difficile e fantastico che possa esistere.
Beatrice Gentile
A cura della doc. Aurilia Adriana
4
La lampada magica
Una volta ero a passeggio con papà e vidi una lampada; la presi e quando
andammo a casa, mi accorsi che era molto impolverata e, come nella fiaba di
Aladino,la strofinai per pulirla.
Ne uscì un genio che disse: “Sono al tuo servizio e potrai esprimere tutti i
desideri che vorrai” io dissi:”evviva!!!!”.
Il giorno dopo, però, ero già stanca di quel genio che diceva sempre: “Cosa
desideri? Cosa desideri?”. Così pensai di fargli uno scherzo.
Lo portai in una grotta piena di pipistrelli.
Lo scherzo riuscì. Si spaventò così tanto che se ne tornò nella lampada. Io la
conservai pensando che l’avrei usata solo se mi fosse servita per qualche
desiderio importante.
Pezzella Raffaella
A cura della doc. Aurilia Adriana
5
Il draghetto e l’anatra
Una volta c’era un draghetto che si chiamava Timmy, che aveva paura di tutto.
Un giorno Timmy s’incamminò verso un bosco, dove c’era un castello bellissimo.
Timmy aveva tanta paura, ma anche la sua curiosità era tanta così entrò e vide con somma
meraviglia che c’erano un sacco di cose buone da mangiare!
Poiché non c’era, nessuno pensò di approfittarne. Ma, mentre stava mangiando … un’anatra
spuntò fuori e il draghetto spaventato si nascose dietro una torta altissima.
L’anatra, però l’aveva visto e allora gli disse che era innocua, che non doveva avere paura di
lei.
I due animali fecero subito amicizia e, insieme, esplorarono il castello. Decisero, quindi, che
quello sarebbe stato il loro posto segreto.
Stanchi si avviarono verso casa di Timmy, ma, una volta giunti, a Timmy dispiaceva lasciare
andare l’anatra da sola, così l’accompagnò a casa.
Giunti lì all’anatra dispiaceva lasciare andare Timmy da solo, così l’accompagnò a sua volta. E
poi di nuovo a casa dell’anatra e di nuovo a casa di Timmy, finché, sfiniti, all’alba decisero di
addormentarsi nel bosco.
La loro amicizia continua ancora oggi.
Sarah Mocerino
A cura della doc. Aurilia Adriana
6
Genitori bambini!!!!
Una mattina mi sveglio e mi accorgo che i miei genitori sono diventati
piccoli e mi sembra molto strano. All’ inizio rimango sorpresa non posso
credere a quello che è successo. E così li metto nel sediolone, preparo
loro la colazione e dopo li vesto.
Corro poi dal dottore e chiedo se può darmi un medicinale per farli
ritornare grandi.
Il medico mi dice che la medicina non esiste e che devo aspettare
un giorno per rivederli grandi. Questa è una prova per vedere se io sono
grande abbastanza.
Io mi faccio aiutare dai miei zii e faccio la Mamma.
La sera tutto torna normale e mamma mi prepara una bella torta. Che
incubo essere genitori!
Anna Piscopo
A cura della doc. Aurilia Adriana
7
La ballerina sui pattini
C’era una volta Beatrice ,una bella bambina dai lunghi capelli castani,il pomeriggio si allenava su una pista
di ghiaccio.
All’uscita dopo una gara di pattinaggio,Beatrice e Sarah andarono a fare una passeggiata su un bellissimo
prato fiorito, quando all’improvviso un orco rapì Sarah, Beatrice prese un ramo e cercò di liberare
Sarah,ma l’orco spingendo e ridendo scappò via.
Il sole tramontò e la luna baciò il sole mentre Beatrice continuava a disperarsi, fino a quando non
comparse una foto bellissima che le diede dei pattini magici,e usali e vai libera dalla tua amica.
Beatrice l’indossò e iniziò a volare, durante il cammino incontrò streghe malefiche,folletti perfidi e malvagi
anche i fiori malvagi diedero dei consigli,ma lei non si perse d’animo.
Finalmente arrivò alla grotta dove c’era Sarah.
A custodire la grotta c’era un drago grosso,e verde con una bocca terribilmente grande e rugosa .
Beatrice fece tante piroette da far girare gli occhi al drago, volò in alto e saltò sulla schiena del drago e
scivolò sulla sua coda,così finalmente entro nella grotta e trovò Sarah che piangeva,le due bambine si
abbracciarono forte.
Ora restava l’ostacolo del drago,che ne frattempo aveva sputato tanto di quel fuoco che bruciò tanti
alberi,che piegandosi finirono sulla sua testa, e le ragazze ne approfittarono per tornare a casa sane e
salve.
Sarah e Beatrice ,vinsero le olimpiadi,diventando grandi campionesse mondiali, e furono sempre amiche,e
quando pensava a quell’esperienza un brivido le percorreva la schiena.
Beatrice Gentile
A cura della doc. Aurilia Adriana
8
Il pesciolino
C’era una volta un bravo pescatore che ogni mattina andava per mare con
la sua barchetta a pescare.
Un giorno mentre pescava si alzò un’ onda altissima che capovolse la barchetta e
il povero pescatore.
Andarono persi tutti i pesci e il pescatore disperato se ne torà a riva.
All’ improvviso si sentì una voce, era il re del mare, disse :<<Il tuo pesce ora è
mio, se vuoi riaverlo dovrai scendere nel mio regno in fondo al mare >>. L’uomo
non sapeva come fare, perché non sarebbe mai potuto sopravvivere nelle
profondità degli abissi. Quando ecco un mago apparve sulla spiaggia e trasformò
l’ uomo in un tritone, così il pescatore si tuffò in acqua e raggiunse subito il regno
del mare.
Arrivato, si tuffò, recuperò il suo pesce e tornò a galla, il mago lo trasformò in
uomo e il pescatore con il suo pesce tornò alla sua casetta.
Anna Piscopo
A cura della doc. Aurilia Adriana
9
La storia della farfalla
C’era una volta una farfalla di nome Melissa che viveva su un
albero.
Questa farfalla non sapeva ancora volare bene perché appena
uscita dal bozzolo.
Melissa piangeva tutti giorni ,così la sua mamma iniziò a darle
lezioni di volo.
Dopo tre settimane finalmente Melissa imparò a volare e fece
vedere a tutti i suoi amici che sapeva volare.
Nando Esposito
A cura della doc. Aurilia Adriana
10
Il sole bambino
Un giorno il Sole si svegliò e fece il giro per salutare tutta la gente che si svegliava.
Faceva sempre scherzi, giocava con le nuvole, gli uccelli e il mare.
Con il mare giocava a scansare gli spruzzi, con le nuvole a nascondino, a un due tre stella e
con gli uccelli facevano la gara a chi correva più veloce e a chi faceva la faccia più buffa.
Il sole era alto, caldo e sempre sorridente e metteva buon umore.
Al mattino era un po’ pigro, perché, era come un bambino appena sveglio, un po’ infastidito e
irritato perché voleva dormire e non voleva alzarsi.
Quando veniva l’inverno giocava con il vento che solleticandosi a vicenda.
Crescendo però diventò dispettoso, capriccioso e così non aveva più amici.
Il motivo sapete qual è? Credeva di essere il più bello e forte di tutti gli altri così inizio a fare
scherzi.
Alle nuvole, prese uno specchio che rifletteva loro la sua luce, infastidendole.
Al mare rubò un po’ d’acqua senza permesso.
Gli uccelli, credendolo amico, gli fecero festa ma lui gettò loro addosso l’acqua rubata dal
mare e così scapparono perché non gli piacque il gesto.
Dopo un po’ il sole s’accorse che non aveva più amici e cercò rimediare, con i suoi raggi
abbracciò tutti e chiese scusa e da allora il sole era sempre circondato di amici.
Alessia Santoro
A cura della doc. Aurilia Adriana
11
La lumaca Priscilla
Un bel giorno d’estate dopo una pioggia intensa e burrascosa,la lumaca Priscilla,uscì
dal suo guscio per andare in cerca di cibo. Arrivò fino al bosco,nell’erba alta , fresca e
profumata,si fermò sulla tovaglia di Giulio e Sara dove c’erano tante buone cose da
mangiare: deliziose torte da gustare, panini con wurstel e patatine e proseguì finché
non trovò dei biscotti caldi e profumati. Lei era ghiottissima, così mangiò tutte le
briciole che erano sulla tovaglia.
Camminò, sazia e gonfia, ora solo assetata, per fortuna sulla strada di ritorno trovò una
pozzanghera , si dissetò e tornò a casa esausta ,ma felice di aver mangiato tanto.
Beatrice Gentile
A cura della doc. Aurilia Adriana
12
La scimmia sognatrice
C’era una volta una piccola scimmia che dormiva sopra il ramo di un albero .
Sognava di essere nella giungla e di saltare da un ramo all’altro.
Nel sogno vide una banana matura e invitante,così allungò la mano per
prenderla, ma … Il ramo si spezzò e la scimmia cadde a terra battendo la
testa su un grande sasso.
Salvatore Silvestre
A cura della doc. Aurilia Adriana
13
Se io trovassi la lampada di Aladino vorrei soddisfare tre desideri
molto importanti. Il primo desiderio vorrei comprare una casa
grande per i miei genitori , con un piccolo giardino con alberi e
fiori. Il secondo desiderio vorrei aiutare i miei nonni con una
signora tuttofare che risolvesse ogni piccolo loro problema,
perché sono azioni e molto buoni con me. L ultimo desiderio che
vorrei soddisfare è aiutare tutti i bambini del mondo che non
hanno una famiglia e che vivono fuori.
Ad ogni bambino darei tutto quello che manca.
Conosco un bambino che vive in casa famiglia e i genitori l’
hanno abbandonato e io soffro molto per lui . purtroppo la
lampada di Aladino non la possiedo e non posso soddisfare
questi desideri però cerco di dare tanto amore ai miei genitori,
ai miei nonni e alla mia amica.
Maria De Masi
A cura della doc. Aurilia Adriana
14
La farfalla Sara
C’era una farfalla di nome Sara che fu invitata alla festa del criceto Bernardo.
La farfallina gli comprò un bell’album dove Bernardo poteva attaccare tutte le sue foto
ricordo. L’unico inconveniente era quello di trasportare quest’album, così chiese aiuto alla
sua cara amica cavalla Isabella.
Isabella accettò di aiutarlo.
Erano le 7.00 in punto e le due amiche, Isabella e Sara,arrivarono alla festa del criceto
Bernardo,il quale appena entrarono,fu folgorato dalla bellezza di Isabella.
La farfalla Sara li presentò e disse:”Ora siete diventati amici”, ma il criceto svelò di essersi
innamorato.
La farfalla fece una magia,con fiori arcobalenanti,polvere di stelle e cuoricini rosso
fiammanti.
Così i due si innamorarono e la farfalla Sara fu felice di aver fatto una buona
azione,regalando a tutt’è due un po’ di felicità.
Beatrice Gentile
A cura della doc. Aurilia Adriana
15
I maialini coraggiosi
C’era una volta un porcellino di nome Beli, che aveva un fratello di nome Richard. Un giorno, poiché la mamma era a
letto malata li mandò al mercato per fare la spesa ,però la mamma disse:”State attenti quando attraverserete il
bosco perché ci sono tanti animali feroci:!
I due fratelli s’incamminarono verso il mercato. Camminando,camminando iniziarono a sentire fame,così si
fermarono a mangiare sotto un albero e dopo iniziarono a giocare.
Dopo un po’ ripresero il loro cammino; per strada incontrarono un vigile,al quale chiesero se quella era la strada
giusta per arrivare al mercato,ma il vigile chiese di mostrargli i documenti che servivano per entrare nel mercato.
Beil li cercò ovunque ma non riuscì a trovarli,infatti si ricordò che li aveva persi quando lui e il fratello stavano
giocando . Il vigile pensò che i due maialini fossero due imbroglioni ,così chiamò la polizia per farli arrestare … All’
improvviso arrivò un terribile temporale con tuoni,fulmini. Il vigile corse al riparo nella sua auto e i due maiali
approfittarono della situazione e scapparono velocemente. Da lontano videro una casa e subito andarono a bussare
alla porta,si affacciò la signora Pantera, che era molto elegante e gentile. La signora fece accomodare i due fratellini
in casa sua,offrì loro da mangiare e poi li accompagnò in camera da letto per farli riposare…. Mentre Beil e Richard
riposavano ad un tratto furono svegliati da un lamento. I due maialini subito corsero in cantina e videro che c’era
una maialina legata ad un palo. Cosa ci fai qui?Chiesero i due maialini. Oh! Povera me sono prigioniera della
Pantera,la quale sta aspettando che io diventi più grassa e poi mi mangerà,la stessa cosa farà con voi. I due fratelli
coraggiosamente liberarono la maialina ,ma ecco che mentre stavano per scappare arrivò la Pantera che saltò
addosso a Richard per mangiarselo. Senti signora perché non inizi da me?Disse Beil. Ti accontento subito! Rispose la
Pantera. Appena la Pantera morse Beli iniziò a perdere un dente alla volta fino a rimanerne senza;infatti la Pantera
non poteva immaginare che Beli aveva ricoperto la sua pelle di mattoni rosa che aveva trovato in cantina. La
Pantera per la vergogna scappò via.
I due fratelli anche se liberi erano preoccupati perché non erano andati al mercato e quindi non potevano portare
nulla da mangiare a casa dalla loro mamma. Vedendoli così triste la maialina disse:”Amici non vi preoccupate i miei
genitori sono molto ricchi e nella mia casa ci sono tante cose buone da mangiare:”Così la maialina li portò a casa sua
e offrì loro tante cose buone da mangiare.
I due fratellini ritornarono a casa dalla loro mamma,alla quale raccontarono della loro brutta avventura che però si
era conclusa con una grande amicizia.
Giusy Raniero
A cura della doc. Aurilia Adriana
16
I due principi innamorati
Un giorno la principessa Valentina conobbe il principe Ivo che era
molto coraggioso e subito si innamorarono l’uno dell’altro.
Anche il principe Alessio, però, era innamorato dell’ adorata
principessa Valentina.
Allora il re disse ai due contendenti: “Se volete sposare mia figlia
dovete uccidere il drago feroce che sta nelle segrete del” castello”.
Ivo pensava: “Come farò a uccidere il Drago?” .
All’ improvviso ecco comparire una fata che gli diede un anello magico
il cui raggio era in grado di uccidere il drago.
Ivo con grande coraggio scese nelle segrete , punto l’ anello contro il
drago che in un istante morì.
Quel giorno stesso Ivo e Valentina si sposarono e vissero felici e
contenti per tutta la vita
MARIA DE MASI
A cura della doc. Aurilia Adriana
17
La diga dei castori
Una Mattinata un castoro di nome Eddi decise di attraversare il fiume ,per fare una
passeggiata . Eddi aveva paura di essere trascinato via dalla corrente . Pensò allora di
costruire una diga, ma non sapeva come fare.
Intanto di là passò un castoro. Eddi gli chiese se lo poteva aiutare a costruire una diga
in quel punto del fiume.
I due castori costruirono la diga e diventarono amici.
Emanuel Calvani
A cura della doc. Aurilia Adriana
18
La foresta magica
Tanto tempo fa in una foresta magica viveva un gruppo di tigri che veniva sempre isolata
dalle altre tigri perché erano molto lente.
Il capo di questo gruppo era la tigre BAZAR .
Un giorno la pantera Patrizio si occorse della debolezza di Bazar . Così sfidò la tigre ad
una gara di corsa e le disse che chi avesse perso la gara , doveva rinunciare alla caverna.
Bazar chiese aiuto alla zebra Clara che era una zebra magica e molto potente .Clara
regalò un ciondolo magico a Bazar . Questo ciondolo gli avrebbe dato la forza e la
velocità , però solo per poco tempo.
Così iniziò la gara. Bazar iniziò a correre contro Patrizio con tutta la sua forza. Poi si
attivò il ciondolo magico , e così Bazar vinse la gara.
Patrizio per punizione fu cacciato per sempre dalla foresta magica.
Alla fine le tigri vissero insieme alle altre nella caverna .
Esposito Ferdinando
A cura della doc. Aurilia Adriana
19
Un drago spaventoso
Un pomeriggio mentre Salvatore e il suo amico Paolo stavano facendo una passeggiata per una
stradina di campagna; a un certo punto il sole andò via e il cielo diventò verde.
Cominciò a soffiare un vento fortissimo, le case non si vedevano più.
Pioggia e lampi erano sempre più forti.
I fulmini venivano giù dal cielo sempre più violenti.
Salvatore e Paolo avevano tanta paura e cercavano di proteggersi il viso con le mani.
All’improvviso da un fulmine più forte uscì un enorme drago rosso che lanciava fiamme dalla
mostruosa bocca.
I due amici cercarono di difendersi in tutti i modi possibili, ma per loro non ci fu scampo. In un
solo boccone il drago li ingoiò.
Salvatore e Paolo erano disperati, non sapevano come fare a uscire dalla pancia del drago.
Per fortuna passò di lì un valoroso e coraggioso cavaliere che aveva visto ciò che era accaduto
ai due amici, così senza pensarci due volte colpì il drago agli occhi, gli tagliò la testa e liberò
i due amici.
Proprio in quel momento il cielo ritornò sereno, così i due amici fecero ritorno a casa.
Salvatore Silvestre
A cura della doc. Aurilia Adriana
20
Riccicapelli
Riccicapelli era un bambino di 8 anni con i capelli ricci e arruffati , aveva degli occhi che
sembravano due olive nere.
Aveva un vestito e delle scarpe di pelle di animale e indossava sempre un portafortuna che era una
collana di denti di mammut .
Viveva in una grotta , buia e fredda, allora ogni giorno andava a raccoglier e la legna, così la sera
poteva accendere il fuoco.
Un giorno Riccicapelli andò a prendere la legna e lasciò la mamma e la sorella da sole.
Quando tornò trovò degli animali feroci nella grotta che stavano attaccando la mamma e la sorella.
Riccicapelli non si pere d’animo allora prese una lancia e con furia si scaraventò contro quegli
animali feroci.
Liberò la mamma e la sorella dagli animali.
La sera Riccicapelli festeggiò con la mamma , la sorella e con tutti gli abitanti del villaggio che lo
festeggiarono come un eroe e ballarono per ore davanti al fuoco e gli diedero il soprannome di
“Furia” Riccicapelli.
Beatrice Gentile
A cura della doc. Aurilia Adriana
21
Un dinosauro spaventoso
Una volta quando mangiai della carne, uno Pterodattilo mi diede fastidio e disse: ”La
carne che stai mangiando è mia restituiscimela subito.
Io risposi: « Perché?» E lui:” Perché io sono un grande pterodattilo invece tu sei un
piccolo tirannosauro”.
Non volli dargli la carne e così e feci invece un forte ruggito e lo pterodattilo si
spaventò.
Dopo un po’ , però, venne con altri della sua specie; ruggii pensando di spaventarli
ma inutilmente … non se ne andarono!
Così diedi loro svariati morsi ed essi spaventati scapparono.
Così io potei mangiare tranquillamente.
Salvatore Calvani
A cura della doc. Aurilia Adriana
22
Un tirannosauro spaventoso.
Mi chiamo Heardy e sono un tirannosauro. Spaventavo tutti e non sapevo parlare … ruggivo
soltanto.
Un giorno mentre stavo camminando, incontrai un dinosauro che mi chiese: “Come ti chiami?” Ed
io naturalmente ruggii, MA AL MIO RUGGITO TUTTI SCAPPARONO!
Mortificato pensai : “ Eppure era solo il mio nome!”
Spaventai tanti dinosauri con quel ruggito ma quando capirono che ero innocuo mi dissero: “Ma
che fai? Così ci fai spaventare tutti!.”
Mortificato decisi di imparare a parlare e da allora tutti mi accettarono, ora vivo in gruppo e sono
felice.
Andrea Menna
A cura della doc. Aurilia Adriana
23
Sono un tirannosauro spaventoso
Sono un tirannosauro spaventoso e sono molto cattivo. Sono molto alto, quasi come
un albero gigante, e per questo motivo mi sento il più forte.
L’ altro giorno, poiché avevo fame, ho fatto la lotta con un altro
dinosauro e con i miei denti molto affilati gli ho dato un morso, l’ho immobilizzato e
dopo l’ho mangiato.
Oggi mi è venuta ancora più fame e sono andato di nuovo alla ricerca di cibo. Mentre
passavo per il bosco tutti si nascondevano perché avevano paura di me ma io, che
sono più veloce, li ho divorati e sono tornato nel mio rifugio.
Adesso sono sazio e penso che domani riposerò un po’.
Anna Piscopo
A cura della doc. Aurilia Adriana
24
Sono un uovo di dinosauro …
Sono un uovo di dinosauro, sono verde a
puntini neri.
Sento tutto quello che succede, sento parlare
i miei genitori.
Papà dinosauro si chiama Dino, mamma
invece si chiama Lucia. Si sono conosciuti
quando erano piccoli dinosauri e andavano a
giocare al parco insieme agli altri dinosauri
che ora sono grandi.
Oggi ho sentito dire da papà che quel parco è
stato distrutto da un altro dinosauro molto
grande.
Mamma Lucia è stata molto triste per tutta la
giornata e stasera papà le ha promesso che
lui e gli altri papà costruiranno il parco di
nuovo, così io e gli altri piccoli giocheremo
insieme.
Oggi ho capito che quando uscirò dall’uovo
avrò tante cose da fare, potrò conoscere tutti
gli altri dinosauri e i miei genitori saranno
tanto contenti di vedermi.
A cura della doc. Aurilia Adriana
Giuseppe Seller
25
Il cucciolo di tirannosauro
Vivevo in un uovo di tirannosauro, la mia mamma mi coccolava con tanta
gioia e con tanto amore,non sentii più calore e incuriosito cominciai a dare
calci nell’ uovo , che si ruppe e io misi la testa fuori. Tutto era bello, i fiori, il
cielo … ma non vedevo la mia mamma!
Cominciai a camminare e sentii urla di dinosauro, andai verso le urla e vidi
mia mamma lottare contro un altro dinosauro, allora mi precipitai ad
aiutarla ma l'altro dinosauro mi diede un calcio e mi scaraventò verso il
fiume.
La mia mamma mi corse incontro e mi salvò mentre l'altro dinosauro se la
svignò.
Iniziò presto la bella avventura della vita!
Francesco Puzone
A cura della doc. Aurilia Adriana
26
L’avventura nello spazio
C’era una volta un bambino di nome Andrea a cui piaceva tanto osservare lo spazio con il suo cannocchiale,affacciato dalla finestra
della sua cameretta.
Una sera guardando le infinite stelle vide un disco volante che si avvicinava sempre di più alla sua finestra,non ebbe neanche il
tempo di chiamare la mamma che un raggio verde lo rapì.
Soli su quest’astronave,un po’ impaurito e un po’ felice,girovagando tra porte e pulsanti incontrò la sua amica Beatrice ,che era stata
imprigionata dagli alieni.
Lei gridava:”Aiutami,Andrea!Voglio tornare a casa!”.
Andrea rispose:”Ci penserò io a liberarti”.
Non finì neanche di dire le ultime parole che vennero due omini piccoli e brutti,avevano un occhio,due antenne e una grande bocca
che lo fermarono.
Andrea,però aveva il suo orologio potente,schiacciò un tasto ed uscì un martello e lo diede in testa agli alieni.
Beatrice gridava:”Bravo Andrea,bravo!”.Gli alieni però si rialzarono ed inseguirono Andrea,mentre tentava di liberare Beatrice,e
schiacciò un altro pulsante e apparve un drago che sputava fuoco e in un solo colpo bruciò gli alieni e con la sua coda aprì le barre
dove era rinchiusa Beatrice.
I bambini felici si abbracciarono e corsero nella sala comandi,pasticciarono un po’ e arrivarono su saturno e scivolarono su uno dei
suo anelli,dopo che avevano indossato la tuta spaziale saltarono ,risero,giocarono e dopo tornarono sul’astronave.
Invertirono la rotta per tornare a casa.
Durante il viaggio di ritorno dai finestrini dell’astronave ammirarono tutti i pianeti ,le stelle e le galassie.
I bambini tornarono a casa felici di aver vissuto un’avventura meravigliosa.
Beatrice Gentile
A cura della doc. Aurilia Adriana
27
La penna magica
Un giorno il cartolaio mise in vendita una penna di color verde.
La mise in mostra come una fotomodella .Incuriosita la penna chiese ad un’altra
penna:”dove siamo?”,”in cartoleria!”rispose.
Dopo qualche ora Anna passò davanti alla vetrina e l’acquistò. Durante il cammino Anna
si sentiva chiamare,si voltò ma non vide nessuno ,finché non aprì il suo zainetto.
Quella vocina la rassicurò e disse:”Anna voglio esserti amica,esprimi un desiderio ed io
lo esaudirò”.
Anna chiese una torta ... ed apparve la torta.
Anna era felicissima di aver una nuova amica e qualcosa da sgranocchiare.
Arrivò in campagna e la mamma le chiese di dar da mangiare alle galline.
Durante lo spargimento del cibo la penna cadde dalla tasca e fu beccata dalle galline.
Quando Anna se ne accorse era già troppo tardi,si disperò tantissimo, perché aveva
perso un’amica magica.
Beatrice Gentile
A cura della doc. Aurilia Adriana
28
La bicicletta magica
Quando Salvatore fu promosso ebbe in regalo dai suoi genitori una
bicicletta nuova.
La mattina dopo tutto felice , mentre si divertiva a pedalare, la sua
bicicletta prese il volo. All’inizio salvatore ebbe paura ma poi cominciò a
divertirsi.
Mentre volava la bicicletta parlava e gli diceva: “Salvatore vorresti andare sulla
luna e vedere i marziani che vi abitano?”. Salvatore avrebbe voluto rispondere
di sì, ma poi pensò che non avrebbe più rivisto i suoi genitori ed il suo
fratellino.
Perciò, con dispiacere, rispose alla bicicletta: “Anche a casa mia c’è quel
marziano di mio fratello, mi accontenterò di guardare lui ogni giorno!”.
Salvatore Buonavita
A cura della doc. Aurilia Adriana
29
A cura della doc. Aurilia Adriana
30
La battaglia dei pirati
Mi chiamo Ladronero, e sono un pirata. Mi avventuro in una battaglia, e non so se il mio destino andrà
verso la morte o la vita. Il mio capo si chiama Barbachiara, non è preoccupato di perdere o di morire,
è sicuro di sé perché sa di vincere.
Stiamo preparando le armi. Ecco la nave “Crudelia” ,stanno puntando i cannoni verso la nostra nave
”L’ Invincibile”, ma noi prepariamo concitatamente i nostri cannoni e facciamo partire una bordata… li
colpiamo in pieno!
Ad un tratto ci troviamo in difficoltà … salgono sulla nostra nave con le loro spade affilate, ma il mio
capitano intelligentemente prende la spada e li spinge verso il trampolino della morte e li butta in mare.
Rimane, però, il capitano Orcoverde, un vero duro … è ancora sulla nave, ma il mio capitano, più duro
di lui, con la sua spada super affilata gli acceca un occhio, Orcoverde cade a terra e si arrende.
“Abbiamo vinto.” Dice il capitano Barbachiara e festeggiamo fino alle tre di notte con grandi mangiate
e boccali di rum.
Il capitano ripete sempre:
“Abbiamo vinto, abbiamo vinto senza alcun ferito!”.
E’così che diventiamo la banda di pirati più famosi del tempo!
Sarah Mocerino
A cura della doc. Aurilia Adriana
31
La morte di scrupolo
Scrupolo era un pirata di una ciurma che però voleva diventare capitano.
Questi pirati erano molto forti ma un giorno vennero attaccati da pirati ancora più forti e Scrupolo
allora pensò che se avesse fatto di più di tutti sarebbe diventato capitano .
Stava per iniziare il grande combattimento ma la ciurma in cui c’era Scrupolo non aveva paura .
La battaglia iniziò e subito le due ciurme fecero scorrere sangue e spade affilatissime si agitarono
in aria non si riusciva nemmeno a seguirle ,colpi di cannone qua e là .
Scrupolo era stato il più importante per la vittoria dell’equipaggio.
Da quel giorno divenne il capitano e ordinò di festeggiare con rhum e cantando canzoni.
Ma nel bel dei festeggiamenti si scatenò una tempesta scaraventò la nave su un’isola deserta.
Si divisero per esplorare tutta l’isola.
Scrupolo si trovò in una grotta accese una candela e ai suoi piedi c’era una pergamena la aprì e
trovò una mappa di un tesoro ,ma non disse niente ai suoi compagni e di nascosto da quel giorno
Scrupolo andò alla ricerca del tesoro.
Un giorno cercando il tesoro fu attaccato da un coccodrillo dopo una lunga lotta Scrupolo riuscì ad
ucciderlo con un colpo di spada.
Segui il tracciato della mappa e si trovò proprio dov’ era segnata la x.
Incomincio a scavare e trovo il tesoro.
Dopo qualche mese il vecchio capitano della nave, sostituito da Scrupolo, scoprì che egli aveva
trovato il tesoro ma non lo aveva diviso con gli altri e allora lo condanno a morte.
E si narra che giaccia su quell’isola.
A cura della doc. Aurilia Adriana
32
Luigi Orefice
IL PIRATA BARBABLU
Mi chiamo Barbablù, sono un pirata o meglio il capitano di una nave. La nave è molto grande.
Ha la statua di una sirena a prua , una bandiera con un teschio, con la banda e due spade
incrociate, ed è molto bene ornate.
Un giorno mi avventurai nel nord del Mar Mediterraneo ma mi imbattei in una grande
tempesta, alcuni pirati morirono schiantandosi sugli scogli, altri caddero in mare e affogarono,
sulla nave rimasero in pochi.
Il giorno seguente la tempesta finì ed io e il mio equipaggio finimmo su un’isola deserta.
C’erano soltanto palme e cocchi. La nave era danneggiata ma non affondò. Non ci perdemmo
d’animo e l’aggiustammo con la legna ricavata dalle palme.
Ci rimettemmo in viaggio ma ci imbattemmo in un’altra nave pirata con la quale ingaggiavano
una battaglia a colpi di cannone. Durò circa 12 ore, ma alla fine vincemmo e io e il mio
equipaggio festeggiammo ma dissi loro:” Non cantate ancora vittoria, oggi ci avventureremo
su un’isola alla ricerca di un gran tesoro!”
Giungemmo sull’isola ma per trovare il tesoro ci vollero 2 notti e 3 giorni, ma quando lo
trovammo lo dividemmo, tra di noi e tornammo a casa con un gran bottino.
Beatrice Gentile
A cura della doc. Aurilia Adriana
33
Il pirata Alex
Tanto tempo fa c’ era un pirata di nome Alex.Era spietato, cattivo, egoista, ma c’era una cosa buona
in lui, nonostante ciò , non aveva mai ucciso nessuno.
Un giorno venne una tempesta tanti marinai fuggirono, altri affogarono. Alex vide davanti a sé
un’onda grandissima che gli venne contro, fu trasportato dall’ onda su un’ isola, svenne ma dopo
qualche ora si svegliò e si domandò dov’ era allora andò a perlustrare l’ isola , e ad un tratto
spuntarono fuori altri pirati. Alex incominciò a combattere e alla fine vinse ma non li uccise perché
ne ebbe pietà cosi insieme costruirono un riparo e si procurarono il cibo e l’ acqua.
Rimasero su quell’ isola per due mesi fino a quando decisero di costruire una zattera .
Furono necessari giorni e giorni poi caricarono cibo e acqua piovana e partirono.
Nel mare non c’era nessuno, Alex e gli altri si addormentarono e si svegliarono soltanto quando una
nave si avvicino allora il capitano l’ invito a salire, e finalmente ritornò a casa
Emanuel Calvani
A cura della doc. Aurilia Adriana
34
Barbarossa e il tesoro
Un giorno il pirata Barbarossa trovò una grande “x “ segnata su
un terreno . Il pirata pensò che ci fosse un tesoro
nascosto .
Così insieme ai suoi uomini si misero a scavare nel terreno . Ad
un tratto videro una cassa di colore marrone. La tirarono fuori e
la aprirono. Dentro c’erano tante pietre preziose e gioielli .
Tornati sulla nave, festeggiarono con un grande banchetto, musica
e balli . Da allora non ebbero nessun problema e furono i pirati
più ricchi del mondo.
A cura della doc. Aurilia Adriana
Francesca Pia De Rosa
35
Chi trova un amico trova un tesoro
Il sole era alto nel cielo e riscaldava il mio corpo; aprii gli occhi e fui abbagliato.
Riuscivo con fatica a ricordare quello che era successo sapevo soltanto che ero svenuto su un’isola che
sembrava deserta.
Mi ricordai che al collo avevo il mio fischietto portafortuna e cominciai a suonarlo per vedere se l’isola era
veramente deserta.
Sentii solo scappare degli animali spaventati dal rumore e allora decisi di accendere un fuoco per fare
segnali di fumo. Presi dei sassi e ramoscelli e delle foglie secche e accesi il fuoco però nessuno rispondeva.
All’improvviso sentii un rumore e tra me e me pensai che c’era qualcuno , andai a vedere ma trovai
solo un gabbiano … divenne il mio amico d’ avventura e lo chiamai Pocho.
Stava iniziando a fare sera quindi dovevo costruire un rifugio ma non avevo gli attrezzi necessari.
Mi misi a esplorare l’isola e camminai quasi due ore seguendo Pocho che mi condusse ad un relitto.
Esplorai il relitto e trovai tanti oggetti utili alla sopravvivenza : una bussola per orientarmi, un coltello per
difendermi, una bottiglia di rhum per riscaldarmi e soprattutto una mappa del tesoro.
Sentii un languorino allo stomaco e mi accorsi che ero stato digiuno tutta la giornata quindi andai a pescare
con Pocho.
./.
A cura della doc. Aurilia Adriana
36
Pocho prendeva molti pesci perché i gabbiani hanno una vista sviluppata per vedere i pesci a pelo
d’acqua.
Per dissetarci io e Pocho andammo a rompere noci di cocco per bere il latte che era all’interno.
Dopo aver mangiato e bevuto andammo a dormire.
Il giorno dopo il mio primo pensiero fu di trovare il tesoro che indicava la mappa .
Percorsi l’isola centimetro per centimetro ma non trovavo il posto segnato con una x.
Fu ancora Pocho ad aiutarmi indicandomi una montagna e io capì subito che dovevo scalare la
montagna.
Arrivato in cima mi legai una corda in vita e iniziai a calarmi nel cratere … eh, sì era un vulcano !
Un avvoltoio mi girava intorno beccando la corda. Fortunatamente avevo il coltello in tasca e, con un
colpo preciso, conficcai la lama nel petto dell’ uccellaccio.
Trovai il tesoro non rimaneva che tornare a casa.
Mandai Pocho con un messaggio legato alla zampa e il messaggio giunse miracolosamente a
salvarmi.
Per ricompensarli divisi il tesoro con loro.
Volevo portare anche Pocho in città perché grazie a lui ero riuscito a sopravvivere ma il mio amico
con dei versi mi fece capire che il suo posto era su quell’isola, libero nella natura selvaggia.
Luigi Orefice
A cura della doc. Aurilia Adriana
37
Un bicchiere vuole andarsene per il mondo
Un giorno mentre venivano caricati diversi servizi di bicchieri per varie destinazioni, un bicchiere di cristallo che era nel
deposito di Napoli pensò quanto sarebbe stato bello essere esposto in una vetrina di un negozio di Parigi.
Decise di rotolare fuori dalla scatola in cui era confezionato e con un saltò arrivò sul camion delle consegne. Destinazione
Francia.
All’ufficio controlli si accorse che il bicchiere era dispari e lo tenne per sé.
Il bicchiere era molto dispiaciuto e non si aspettava che la sua avventura iniziasse li.
Quella sera il poliziotto festeggiava il suo fidanzamento con Lisa e per sorpresa gli regalò il bicchiere di cristallo con il vino
e dentro l’anello di brillanti .
Lisa fu felicissima e da quel giorno portò per ricordo il bicchiere sempre con sé.
Lisa era un hostess e viaggiava per il mondo ma il bicchiere rimaneva nella valigia e allora arrivati a Barcellona decise di
scappare.
La mattina dopo rotolò sul carrello della colazione e il cameriere sé lo portò.
La sera sì ritrovò a tavola di una famiglia con un bambino capriccioso che piangeva perché voleva portare il bicchiere a
casa.
Per Natale la signora organizzò una vendita di beneficienza in chiesa e Jack un turista inglese lo comprò.
Il bicchiere si trovò dalla sangria al the.
Jack morì e tutte le cose vennero date ai parenti, il bicchiere al nipote tedesco.
Ricominciò con fiumi di birra ma il bicchiere sognava ancora la lontana Parigi.
Durante una festa il bicchiere fu scambiato con un russo che a capodanno durante il brindisi lo buttò a terra.
I pezzi del bicchiere furono buttati nei sacchi della differenziata e un barbone li incollò e cominciò a viaggiare con
l’autostop.
Dopo tanti anni il sogno il sogno del bicchiere sembrava impossibile, ormai era rotto, sporco e in giro per il mondo, ma
accadde che…il barbone lo vendette ad una signora di antiquariato che lo ripulì e riparò e lo mise nella sua vetrina.
Quando il bicchiere aprì gli occhi vide le luci brillanti della torre Eiffel.
A cura della doc. Aurilia Adriana
Luigi Orefice
38
Rino bicchiere giramondo
Mi chiamo Rino, sono un bicchiere di vetro di color turchese, sono alto 15 cm. un po’ grassottello. Desideravo viaggiare
per il mondo, Sarà una bella impresa” pensai. “Ho il cuore che mi batte già a mille!”.
Un gran giorno un rullo trasportatore mi trasportò fuori dalla fabbrica e in un batter d’occhio fui libero da quel frastuono
e da quel mondo tutto grigio. Io amo i colori della natura.
Potevo realizzare finalmente il mio sogno, quello di viaggiare per il mondo, con gli occhi innamorati della vita.
Poiché la fabbrica si trovava in Svizzera, feci subito una passeggiata per i pascoli e vidi tante mucche e assaggiai quel
buon cioccolato, anzi ne feci una gran scorpacciata.
Poi mi addormentai sotto un albero grande e maestoso. Quando mi svegliai, m’incamminai e raggiunsi la Francia,
davanti ai miei occhi c’era Parigi! Vidi tante famiglie divertirsi ero giunto a Disneyland Parisio decisi di salire su uno di
quei giochi per vedere cosa si provasse, la testa cominciò a girarmi tantissimo e quando si fermò la giostra, svenni sul
sediolino e fu lì che incontrai Josephin. Appena ripresi i sensi le sorrisi, inizialmente si spaventò ma subito divenimmo
grandi amici.
Mi portò con sé per le vie della Francia, quando dei ballerini la presero in giro, mi spaventai, ma dovevo difendere a tutti i
costi la mia nuova amica. Saltai come una furia contro ognuno di loro e così scapparono a gambe levate.
Josephin mi fece ammirare la Tour Eiffel ed io restai senza parole.
Insieme partimmo per l’Italia, un posto veramente incantato, Venezia la girammo in lungo e in largo con le gondole,
mentre a Roma vidi il Papa e Josephin gli strinse la mano … mi sa che tra i due il più emozionato ero io!
Napoli col il suo golfo illuminato mille luci; Pulcinella con il mandolino è l’esperienza che conservo di più nel mio cuore.
A cura della doc. Aurilia Adriana
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Da lì ci avventurammo in un luogo ricco e povero era l’Africa!Per giorni e giorni girammo per il
deserto, abbiamo scattato tante foto accanto alle piramidi, ci siamo divertiti tantissimo!
Devo dire che il sole dell’Africa mi ha fatto abbronzare così tanto, che avevo il segno degli occhiali da
sole. E’ bello camminare nella borsetta di Josephin c’è tutto!
La mia seconda esperienza di volo non è stata molto piacevole, la mia amica mi lasciò nel bagno
dell’aereo, trascorsi tante ore nella speranza che si accorgesse della mai assenza, ma niente!
La signorina si era addormentata placidamente su quelle comode poltrone, finché l’aereo non atterrò
in America, solo allora si ricordò di me e mi venne a cercare.
Quando scendemmo dall’aereo pensai a Cristoforo Colombo e dissi: “Certo che fece un bel viaggetto
per arrivare fin qui, complimenti!”
Abbiamo assistito a un discorso di Obama, forte il presidente!
C’erano tante persone ad applaudirlo.
Ho fatto su e giù negli ascensori dei grattacieli, un vero sballo!
Durante il viaggio sull’autobus, in un giorno qualunque vidi un bicchiere dalle forme da vera modella,
mi mozzò il fiato, il mio cuore già impazziva per lei.
Trascinai Josephin verso l’ultimo sediolino, ero rosso peperone e non riuscivo a dire una parola, finché
Josephin non mi spinse verso di lei, l’ abbracciai e lei mi diede un bacio. Da lì la nostra storia d’amore
ebbe inizio e iniziammo anche a girare il mondo in tre.
Ad angelica piacevano i pinguini, così decidemmo di trasferirci al polo nord e la nostra casa fu un
igloo.
Peccato che Josephin non si volle fermare lì con noi.
Durante i miei viaggi ho conosciuto l’amicizia e l’amore, sono due sentimenti bellissimi perché
entrambi fanno batter e il cuore.
Gentile Beatrice
A cura della doc. Aurilia Adriana
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Un bicchiere vuole girare il mondo
Limoncello è un bicchiere Napoletano, precisamente abita a Sorrento in una bella casa che affaccia sul
mare. Il suo giardino è pieno di piante di limoni perché è con i limoni di Sorrento che si fa un buon
limoncello.
Limoncello è un bicchiere giallo, magro e non è molto alto, è simpatico e scherzoso. Di giorno fa il
pescatore, esce con la sua barchetta e pesca molti pesci ma di sera si trasforma in un ballerino. Ha tanti
amici: il siciliano Marsala, la spagnola Sangria e la messicana Tequila.
Poiché sono di città diverse, ognuno balla il tipico ballo del suo paese: Marsala balla la quadriglia, Sangria il
flamenco, Tequila la salsa e lui balla la tarantella.
Sono molto bravi e fanno molte gare di ballo. Spesso si siedono vicino al mare e sognano di girare il mondo,
Limoncello ha visto tante città e conosce tante persone. Ha visto la Francia, la Spagna, l’Inghilterra, la
Germania e ha conosciuto tanti balli. Il suo sogno però è quello di imparare il tango Argentino, quindi un
giorno parte da solo con l’aereo e arriva a Buenos Aires, è una grande città piena di palazzi alti e la gente
sembra così simpatica e allegra, si ferma per caso davanti a una scuola di danza ed entra per curiosare.
Qui c’è una maestra di ballo bellissima e sensuale e balla molto bene e Limoncello se ne innamorano a
prima vista.
Il giorno dopo decide di prendere lezioni private. La maestra si chiama Vodka.
Dopo una settimana si duro lavoro limoncello ha imparato a ballare il tango e non solo, lui e vodka si sono
fidanzati e fanno tante gare di ballo insieme.
A una finale vincono il primo premio: un grandissimo camper blu che diventerà la loro casa per girare il
mondo.
Sarah Mocerino
A cura della doc. Aurilia Adriana
41
Un bicchiere vuole andarsene per il mondo
C’era una volta, in una cucina, un bicchiere. Un giorno, parlando con la
forchetta, immaginò il mondo che stava fuori dalla cucina.
“Vorrei proprio andarmene per il mondo, così potrei vedere le giostre, i
ristoranti e molti altri posti più belli di questa cucina brutta e noiosa. A
volte sento le persone che parlano di posti
Lontani come foreste, Savane, Giungle … e io ho proprio voglia di partire per
vederli! Divertirmi con le scimmie!”
Un giorno il bicchiere decise di partire, ma disse, fra sé e sé: “Devo stare
attento, non sono mai andato in strada!”
Il bicchiere, allora fece fagotto e partì, ma appena fuori in strada stava per
essere calpestato dalle persone.
Quindi spaventato tornò al suo posto in cucina. Ma non si dava pace e allora
decise di riprovarci. Questa volta, però, portò con sé la sua amica
forchetta e i due, insieme, videro tanti posti e tanti animali.
Anna Piscopo
A cura della doc. Aurilia Adriana
42
Una fantastica avventura
Sono Luca, un sub molto abile, ho esplorato oceani e mari sempre da solo, ho scoperto tante
cose meravigliose del mondo. Oggi mi trovo di nuovo sulla, mia nave dirigendomi chissà dove.
Ma ecco che all’improvviso un’onda viene verso di me, è altissima e mi travolge, perdo i sensi e
sembra che il tempo si è fermato perché con mi ricordo niente. Poi mi sveglio e mi trovo su
un’isola ho paura ma sono coraggioso e non mi perdo d’animo. Inizio a camminare su quest’isola,
cammino tanto e mi sembra di stare sempre allo stesso posto perché è tutto uguale. Non ci sono
persone e nemmeno animali, c’è una cascata e l’acqua è freddissima ma buona da bere. Cerco
ancora e trovo: foglie, legno, noci di cocco e delle buone banane, con la noce di cocco faccio il
contenitore d’acqua e con i rami e le foglie mi costruisco un riparo per dormire. Dentro il
pantalone c’è il mio cellulare, ma è inutile perché è tutto bagnato. La notte è lunghissima e buia
c’è solo la luce della luna che è bellissima, penso e ripenso a quello che è successo e a come
posso ritornare a casa. Quando mi sveglio, sento un rumore forte di un aereo e penso: ”E’ la mia
immaginazione? “Invece no l’areo si ferma sull’isola e scende il mio amico Davide che finalmente
mi salva. Come sono contento di vederlo. Ritorno a casa con quest', avventura.
Sarah Mocerino
A cura della doc. Aurilia Adriana
43
In una grotta a Pompei
L’archeologo Peter un uomo alto e coraggioso si avventurò in Italia per trovare reperti storici
dell’epoca del Neolitico.
Viaggiava con degli assistenti con oggetti sofisticati per il rilevamento di reperti storici.
Arrivato in Italia Peter cominciò le sue ricerche e un giorno con la sua squadra entrò in una grotta
alla valle del Vesuvio.
L’assistente Susan stava per essere inghiottito dalla lava e allora Peter si strappo la giacca la legò
alla cintura, fece una corda e la lancio alla vite di Susan.
Cominciò a tirare ma il terreno era scivoloso e Peter inciampò, sembrava che non ci fosse niente
da fare.
I due precipitarono e persero conoscenza.
Quando si ripresero si trovarono in una grotta ma non ricordavano di essere svenuti.
Era tutto buio nemmeno, un po’ di luce. Accesero una candela e davanti a loro apparvero delle
scene di guerra disegnate dagli uomini di Neanderthal:” Evviva li abbiamo trovati!” esclamò felice
Peter e mentre esultavano sentirono una voce:” Peter, Susan dove siete? “ Siamo qui vieni a
salvarci “ e in un batter d’occhio Jack arrivò nella grotta e lì porto fuori.
Tutti e tre festeggiarono per il ritrovamento.
Arrivarono i giornalisti li intervistarono e divennero famosi.
A cura della doc. Aurilia Adriana
Luigi Orefice
44
La formula ripuliscimare
Beatrice una donna alta e magra,dagli occhi celesti come il mare,e con dei capelli lunghi e ricci, oltre che
bella, era anche una brava scienziata .
Un giorno nel suo laboratorio scoprì una formula per ripulire i fondali dell’oceano.
Così si avventurò nell’oceano con il suo laboratorio galleggiante . Indossò la sua tuta di colore bianco e
celeste, la maschera e il boccale, mise la bombola d’ossigeno sulle spalle, le pinne e la cintura contenente
la sostanza trovata e il suo pugnale.
Si tuffò nell’oceano e rimase stupita perché d’avanti ai suoi occhi vide dei pesci tricolore ma vide anche
una macchia nera avvicinarsi, tra sé e sé disse: “Ma che cosa sarà mai quest’ombra che si avvicina?”Questa
macchia diventava sempre più grande finché non si accorse che era uno squalo che la voleva attaccare .
Beatrice non si scoraggiò prese il pugnale e lo colpì diritto al cuore.
Dopo aver ucciso lo squalo prese la boccetta l’aprì e la gettò sul fondo dell’oceano e tutti i fondali si
ripulirono del petrolio che avvelenava tutti i pesci e dei rifiuti che l’uomo getta nell’oceano.
I pesci ritornarono a vivere in ambienti sani!!
La missione era compiuta e ritornò nel suo laboratorio, sana e salva e contenta che la sua formula
funzionasse alla perfezione.
Alessia Santoro
A cura della doc. Aurilia Adriana
45
Avventura nella giungla
Un botanico di nome Erik voleva studiare una pianta carnivora velenosa che vive nella
giungla. Si incamminò, perciò, per l’India.
Arrivò nella giungla e vide tantissimi alberi. Camminando però affondò nelle sabbie
mobili e pensò tra se: “Non posso liberarmi!”.
Per Erik era giunta proprio la fine!
Non ancora … con un grande sforzo riuscì ad afferrare un robusto ramo e riuscì a
liberarsi.
Non passò molto tempo, però,che fu sopraffatto da un forte vento… un tornado
travolse tutto! Si mise al riparo e dopo un po’ per fortuna il tornado si allontanò senza
troppi danni.
Camminò moltissimo ma FINALMENTE trovò la grande pianta carnivora velenosa.
Fece appena in tempo a sradicarla che il vulcano, che si trovava poco lontano, eruttò e
giusto in tempo riuscì a scappare.
Stanchissimo ma felice arrivò in città, esaminò il campione della pianta e scoprì molte
cose fino ad allora ancora sconosciute.
Era valsa la pena di affrontare tanti rischi!
Salvatore Calvani
A cura della doc. Aurilia Adriana
46
L’avventura nel deserto
Il mio nome è Sarah, sono una scienziata. Voglio fare una ricerca sui cobra del deserto.
Ovviamente dovrò fare molta attenzione ai comportamenti del cobra, per questo ho una dottoressa
con me. Parto con il mio aereo e arrivo a destinazione.
Non ci sono molte cose, solo sabbia e cactus. Mentre mi giro, mi intrappolo tra i cactus … che
male! Fortunatamente mi libero con agilità. Ho qualche spina piccola nella pelle ma non fa male.
Sono soli pochi graffi che la dottoressa mi medica subito.
Mi giro e mi rigiro ma non c’è traccia del mio obiettivo! Oh, oh! E’ arrivata una tempesta di
sabbia! Non riusciamo a camminare perché la tempesta è troppo forte!
Quando finalmente tutto è terminato, ci incamminiamo, ancora, alla ricerca del cobra. Eccolo è lì!
Sta cercando una preda… prepariamo tutto il necessario. Cerco di prenderlo ma il cobra cerca di
confondermi, è molto difficile prendere il cobra.
Gli cade una scaglia della sua pelle. Finalmente ho qualche traccia per studiarlo.
Ritorno al mio aereo e volo verso il mio studio.Finalmente posso fare la mia ricerca.
E’ stata pericolosa ma quest’avventura mi è piaciuta.
Sarah Mocerino
A cura della doc. Aurilia Adriana
47
La scienziata Maria nell’oceano
Il mio nome è Maria,ho due occhioni verdi come gemme,capelli lunghi e lisci,sono una scienziata,amo il mare e salvo le
tartarughe in via d’estinzione.
Un giorno una petroliera di passaggio si scontrò contro un ice-berg e fuguoriscì tanto di quel petrolio che arrivò fino alla
riva.
Le più colpite furono le tartarughe le quali diventarono tutte nere e appiccicose.
Io giunsi sul posto e mi accorsi che il disastro sarebbe diventata una catastrofe se non avessi trovato una soluzione in breve
tempo.
I loro occhietti sembravano ch emi dicessero:”Aiutaci!Solo tu ci puoi salvare!”
Non mi persi di coraggi e mandai degli S.O.S.,nel frattempo cercai di trascinarle con un gommone gonfiabile e con delle reti.
Durante la “salvezza” una piovra gigante anch’essa sporca di petrolio ,cercò di afferrare le tartarughe per farne un solo
boccone,fortunatamente avevo con me il mio arpione e con una mira infallibile mirai al cuore di quella terribile piovra che
sprofondò negli abissi dell’oceano.
Non la uccisi, le iniettai solo un potente sonnifero.
Scansato il pericolo ne giunse subito un altro,un’onda gigante ci sollevò ,gettandoci nel panico e ci scaraventò fino alla riva.
Finalmente tirai un sospiro di sollievo.
Arrivarono i soccorsi,allestirono una vasca gigantesca e ci gettarono le tartarughe per ripulirle.
Ma missione ancora non era terminata!
Ora dovevo trovare il modo per ripulire l’oceano da quella enorme macchia nera.
Per alcuni giorni,mi rinchiusi nel mio laboratorio,meditai,lo studiai e azzardai un’ipotesi,la elaborai ed infine realizzai
un’aspira –petrolio marino.
Subito andai provarlo. Non credevo ai miei occhi!
L’aspiratore funzionava per davvero.
Presi le tartarughe e le feci scivolare pian piano nel loro habitat naturale.
Le tartarughe sembravano ringraziarmi,con i loro occhi lucidi e soddisfatti del mio lavoro.
Beatrice Gentile
A cura della doc. Aurilia Adriana
48
Un esploratore in pericolo
Un giorno un esploratore decise di andare in una foresta per esplorare una grotta. Era
tanto stretta che ci lavorò molto a lungo per allargarne l’ ingresso.
Quando fu abbastanza grande, entrò; non si vedeva niente, allora accese la lampada e si
incamminò.
Incontrò di tutto, spuntoni di roccia, scheletri e animali di tutti i generi: ragni, scorpioni
serpenti e pipistrelli. Questa grotta era molto profonda sembrava non finire mai. Ad un
certo punto una nuvola nera di pipistrelli iniziò ad attaccarlo, per cui perse l’ equilibrio
cadde e gli sfuggì di mano la lampada.
Non si fece prendere dal panico riafferrò la lampada e si rialzò, prese un bastone e un
pezzo della sua camicia, lo intinse nel petrolio della lampada e lo accese, così cacciò via i
pipistrelli.
Intanto, inseguito dallo stormo di pipistrelli, correva verso l’ingresso, da lontano vide la
luce e capì che era vicino all’ uscita. Arrivò fuori, i pipistrelli vedendo la luce del sole
invertirono il volo e si rintanarono nuovamente nella grotta.
L’ esploratore finalmente in salvo pensò di rinviare l’esplorazione a tempi migliori e con
attrezzature migliori.
Marica Silvestre
A cura della doc. Aurilia Adriana
49
A cura della doc. Aurilia Adriana
50
Il mito delle stelle
Nell’antica Grecia una delle attività più praticate era la pesca.
Il mare era più tranquillo e pescoso di notte,ma il buio non permetteva di uscire
con le barche senza dover affrontare notevoli pericoli e a volte mettendo a rischio
la propria vita.
Fu così che tutte le mogli dei pescatori decisero di accendere delle lanterne e di
lasciarle sulle coste della Grecia.
Quella notte ci fu una pesca molto abbondante ma venne pescata anche una
sirena che era la figlia del re Nettuno.
Allora Nettuno infuriato scatenò uno tsunami che travolse tutte le mogli dei
pescatori.
Zeus dispiaciuto fece salire in cielo le anime di tutte quelle donne e regalò loro
una luce propria.
Da quel giorno i pescatori possono uscire tranquillamente di notte protetti dalla
luce delle loro donne.
Luigi Orefice
A cura della doc. Aurilia Adriana
51
Perché le zebre sono bianche e nere?
Tanti anni fa le zebre erano grigie e si lamentavano molto. Un
giorno avevano bevuto tanto latte e perciò divennero bianche e
furono felici perché non erano più grigie.
Dopo tanto tempo le zebre non vollero più essere bianche ma
di un altro colore e così scavarono una buca e vi misero dei peli
di animali scuri e fango. Mescolarono tutto così che la buca
diventò tutto nero.
Allora, le zebre si immersero e vi si rotolarono allegramente e
quando ne uscirono erano diventate bianche e nere.
Salvatore Calvani
A cura della doc. Aurilia Adriana
52
Le zebre bianche e nere
C’era una volta un gruppo di zebre bianche e nere.
Un giorno le zebre bianche videro un cucciolo di zebre nere
l’aiutarono a ritrovare la sua mamma,finalmente trovarono il
gruppo di zebre nere.
Allora le zebre nere volevano unirsi alle zebre bianche e
vollero andare in una foresta.
Dopo un po’ di tempo nacquero le zebre bianche con le
strisce nere come quelle che vediamo oggi.
Pezzella Raffaella
A cura della doc. Aurilia Adriana
53
A cura della doc. Aurilia Adriana
54
A cura della doc. Aurilia Adriana
55
Il Vesuvio
Il Vesuvio dormiglione
fa la nanna a tutte l’ore.
Se si sveglia ed è arrabbiato
sputa lava a perdifiato.
E se fa un’esplosione
sembra proprio un calderone.
Salvatore Calvani
A cura della doc. Aurilia Adriana
56
Oh Vesuvio!
Oh Vesuvio, sei proprio un dormiglione!
Sei grande e maestoso
ma se ti facciamo arrabbiare
con la lava ci fai tremare.
E se ti facciamo infuriare
di corsa ci fai scappare.
Tu lanci la cenere e la lasci cadere
Oh Vesuvio, ti prego non eruttare
perché un brutto momento ci farai passare!
Emanuel Calvani
A cura della doc. Aurilia Adriana
57
Il Vesuvio
Vicino al mare di Mergellina,
c’è un guardiano,
non è un signore
ma è un vulcano!
Sembra quasi un miraggio
Ma fa parte del paesaggio.
Tante cose lui sa,
perché è lì fin dall’antichità.
O Vesuvio, vulcano bello e tragico,
per questa città sarai sempre magico.
Sarah Mocerino
A cura della doc. Aurilia Adriana
58
Poesia sul Vesuvio
Oh,Vesuvio sei grande e
imponente,
sei un re che regge le sue città.
Ai tuoi piedi ci sono tante case
che di sera con le loro luci
ti tengono compagnia.
Fai finta di dormire
ma sei sveglio da morire.
Giuseppe Seller
A cura della doc. Aurilia Adriana
59
O' Vesuvio
O' Vesuvio me pare na’ muntagna
che a luntan guard.
Si o' vire buon è di mille culure
e cert' volt pare ca' me' dice:
ninnè statt' accorta,
che qualche volta scoppia!
pozz' balla' e fa’ tremma,
o' fuoc' che pozz' fa ascì
e de mille scintillii.
M'affacc‘ ncopp' o' mare
te facce annammurà
e pure esultà !
Napul! Napul!Tu m' faia suspirà e cantà.
E' turist me venen a guardà
e io e facce sunnà.
O' passat so' stat' inzist
e me rattrrest'.
Oggi voglio scusarnae e cantà
ppe ve fa rallegra.
Il Vesuvio
Il Vesuvio sembra una montagna
Che guarda da lontano.
Se lo si guarda bene è di mille colori,
e certe volte sembra che mi dica:
piccola stai attenta,
che qualche volto scoppio!
Posso ballare e far tremare,
il fuoco che uscirà sarà
di mille colori:
Mi affaccio sul mare
ti faccio innamorare
e pure esultare!
Napoli!Napoli! Tu mi fai sospirare e cantare .
I turisti curiosi vengono a guardarmi
e io li faccio sognare.
In passato sono stato insistente
E mi rattristo.
Oggi voglio suonare e cantare
Per rallegrarvi!
Beatrice Gentile
A cura della doc. Aurilia Adriana
60
A cura della doc. Aurilia Adriana
61
Per il mio papà
Papà tu sei la luce
che illumina il mio cammino
anche nei momenti tristi.
Papà tu sei per me
il coraggio, il sostegno, l’amore.
Papà senza di te
sarei un cucciolo
sperduto in una via.
Il mio amore per te è grande
come il mare.
Ti voglio bene TANTO.
Emanuel Calvani
A cura della doc. Aurilia Adriana
62
Il mio papà
Papà tu come il sole
sei sempre attivo e sveglio.
Con la tua luce
illumini il mio cammino
per farmi diventare grande.
Sei molto saggio
e pieno di speranza
che spargi a piene mani!
Salvatore Calvani
A cura della doc. Aurilia Adriana
63
La mia mamma
Mamma tu sei speciale
perché anche nei momenti
di difficoltà mi aiuti sempre.
Tu splendi come le stelle
che illuminano la notte.
Fai tanti sacrifici per me
e io, da grande, li farò per te.
Cercherò di cambiare e
di somigliare a te.
Salvatore Calvani
A cura della doc. Aurilia Adriana
64
Mamma
Quando sono nata non ti ho visto
ma ti ho toccata.
Le tue mani, il tuo odore, il tuo calore
è così che ho conosciuto il mio primo amore.
non so cosa sia questa specie di magia
so solo che anche adesso che sono grande
mamma io ti penso ogni istante.
Sarah Mocerino
A cura della doc. Aurilia Adriana
65
Mamma
Mamma sei una persona speciale.
Severa, ma affettuosa,
Pronta a perdonare e lodare.
Il tuo cuore è grande
grande come il mare;
come il cielo sereno
è il tuo sorriso;
Il tuo cuore è un porto sicuro
nelle burrasche della vita.
Francesco Puzone
A cura della doc. Aurilia Adriana
66
Poesia sulla mamma
La mia mamma è troppo bella
Bella come una stella
Tutti i giorni lei mi guida
Nella strada della vita
Quando mi trovo in difficoltà
È come se fossi in un deserto
E non ho la facoltà
Ma so che lei mi aiuterà
Sono arrivato in conclusione
Che lei è il mio grande amore.
Luigi Orefice
A cura della doc. Aurilia Adriana
67
MAMMA
Mamma, tu per me
sei una donna speciale.
Sei sempre felice e la
tua felicità me la trasmetti.
Mamma, quando sarò grande
darò ai miei figli l’amore
che mi hai dato.
Tu sei la donna
più bella
del mondo.
Domenico De Masi
A cura della doc. Aurilia Adriana
68
A cura della doc. Aurilia Adriana
69
Cara Mammina
Cara mammina,
sei dolce come una stellina
oggi è la tua festa,
ti regalo tanti fiori di cartapesta
o tutti i fiori della foresta.
Quando ti sto vicino il mio cuore
va in tempesta,
è un misto di gioia e felicità
con un pizzico di bontà.
Mamma sei come la poesia
che ho scritto con tanto amore
e te la dedico con tutto il cuore.
Sarah Mocerino
A cura della doc. Aurilia Adriana
70
Mammina
La mamma la mattina
è canterina,
anche se sono pigrona
lei mi fa da padrona!
Per dispetto,
mi alza dal letto!
Urla: figlia! Figlia!
Metti la maglia!
Una mattina indispettita
fa l’ inviperita!
Soffiò nella trombetta
ed io come un bambinetta
diventai piccola, piccoletta.
Hai sentito? Mi chiese,
ma poi si arrese.
Beatrice Gentile
A cura della doc. Aurilia Adriana
71
A cura della doc. Aurilia Adriana
72
Visita alla Solfatara
Ieri, noi della IV C, siamo andati alla Solfatara, una zona vulcanica ancora attiva.
Quando siamo arrivati a destinazione, abbiamo trovato una guida che ci ha spiegato tutto sulla Solfatara, questa
guida aveva il megafono così da poter far sentire a tutti quello che diceva.
Abbiamo proseguito per le due grotte (delle saune che usavano gli antichi Romani) che si chiamano inferno e
purgatorio. Quella dell’inferno ha una temperatura di 90° e invece il Purgatorio 60°.
Poi siamo andati alle due bocche più grandi: la Bocca Grande e la Bocca Nuova, qui la guida ha scelto una
bambina (non della mia classe) e lei si è messa su una specie di ponte, la guida ha preso un giornale e l’ha
acceso con un accendino, all’improvviso si è alzato un fumo esagerato, tanto che mi si sono offuscati i vetri degli
occhiali, e ci ha detto che questo succede perché è come se si fosse colorato il fumo, invece prima era
trasparente.
Poi ci ha fatto saltare e abbiamo visto che è come se non ci fosse niente sotto terra, questo succede perché è il
gas che sta sotto di noi.
Abbiamo fatto merenda al bar e c’era un negozio di souvenir allora la maestra ha detto che chi voleva poteva
andare a comprare un oggetto, infatti, io ho comprato una collana e uno scrigno che conteneva le pietre della
Solfatara. Ci siamo diretti al pullman e siamo ritornati a scuola, dove le mamme ci aspettavano.
Anche se c’ è stata la pioggia è stata un’esperienza fantastica!
A cura della doc. Aurilia Adriana
Sarah Mocerino
73
La solfatara
Oggi siamo andati in visita guidata alla Solfatara di Pozzuoli
Alle 9.00 sono arrivati i pullman e alle 9.30 siamo partiti,per tutto il viaggio sono stato di fianco a
Francesco e abbiamo parlato, giocato e ascoltato la musica.
Quando siamo arrivati abbiamo sentito uno strano odore, come se fossero uova sode,una volta scesi dal
pullman la maestra ci ha spiegato che era odore di zolfo.
Siamo entrati e abbiamo incontrato una guida che ci ha portato a visitare la solfatara.
Abbiamo camminato diritto finchè non ci siamo in una vasta distesa di colore bianco con tante pietre di
colore giallo,bianche e rossastre.
La guida ci ha spiegato come si chiamavano le pietre,la rossa si chiamava pietra lavica,la gialla si
chiamava zolfo.
Poi abbiamo visto le fumarole,abbiamo toccato la fumarola Inferno che era di 90° invece quella Purgatorio
era di 60° e ci ha spiegato la guida che le fumarole uscivano dal terreno.
La guida ci ha fatto vedere che accendendo e mettendolo vicino a una fumarola usciva più gas.
Poi,però ci ha spiegato che era un trucco perché il gas che è uscito in più già c’era ma col fuoco è come
se l’avesse colorato. La guida ci ha fatto vedere un laghetto pieno di bolle e dentro c’erano dei germi che
vivevano a 100°.
Siamo andati al negozio di souvenir e io ho comprato due anelli di legno,e abbiamo fatto merenda.
Dopo aver mangiato siamo tornati nel pullman,e per tutto il viaggio di ritorno l’autista ha messo la musica
della discoteca e tutti quanti hanno cantato.
A cura della doc. Aurilia AdrianaLuigi Orefice
74
Gita alla Solfatara.
Venerdì 13 aprile 2012 sono andato in gita alla
Solfatara con i maestri Chiara, Adriana e
Ciro.Sono andato con la mia classe. Ho visto i
vulcani addormentati le fumarole. Poi ho visto
il vulcano Boccanuova. Abbiamo visto due tipi
di grotte che si chiamano Inferno perché la
temperatura raggiunge 90° e l’altra è
chiamata Purgatorio dove la temperatura
arriva a 60°.Non si può entrare perché
possono cadere gocce di vapore condensato
che scottano.
Tutti quanti insieme abbiamo visto il lago che
faceva le bolle, e mi è piaciuto molto. Abbiamo
fatto il giro di tutta la Solfatara, che è tutta
all’aperto e mi sono divertito molto anche se
pioveva tanto.
A cura della doc. Aurilia Adriana
Giuseppe Seller
75
La gita alla solfatara
Il giorno 13/04/2012 siamo andati a Pozzuoli, per vedere il vulcano della solfatara. Ero così entusiasta e felice che mi sono
svegliata prestissimo.
Il viaggio è andato benone solo che la musica mi ha solo mi ha fatto venire mal di testa.
Quando siamo arrivati a destinazione la nostra guida ha spiegato tantissime cose interessanti, noi eravamo in una grande
“bocca del cratere” che era quasi 2 km. , se saltavamo sul terreno sentivamo uno strano rumore, la guida ci ha spiegato che
sotto terra c’erano dei gas che quando saltavamo si comprimeva e faceva rumore.
La prima eruzione del vulcano è stata
4000 anni fa mentre l’ultima 800 anni fa, creando così due crateri “bocca grande” e”bocca nuova “. Nella “bocca grande” ho
fantasticato: pensando di essere la scopritrice di quel vulcano ,mentre nella “bocca nuova” ho immaginato di esistere al
momento dell’eruzione e di filmare tutto lo scintillio di quel magnifico spettacolo.
Con un esperimento davvero grandioso la guida, ha preso un’ alunna,un giornale l’ha acceso ed il fumo sembrava
aumentare , in realtà non era aumentata, ma era soltanto trasparente. Ci ha fatto vedere una sauna costruita dagli antichi
Romani,l’Inferno che col suo calore arriva a 90° C e l’altro
Ci ha fatto vedere del fango che faceva delle bollicine che gli antichi Romani usavano per fare la sauna. Questa visita è stata
davvero interessante e piacevole.
Infine ho comprato due souvenir, una collana e un braccialetto.
Mi sono divertita tantissimo, peccato per il cattivo tempo ma quando si sta in buona compagnia anche quello è un optional.
A cura della doc. Aurilia Adriana
76
Osservatorio Vesuviano
Oggi siamo andati all’Osservatorio Vesuviano.
La guida ci ha fatto entrare in un edificio dove si trovavano
delle pietre vulcaniche. C’erano grandi computer che
registravano le vibrazioni dei vulcani italiani e abbiamo visto
un video dell’eruzione del 1944.
Poi siamo entrati in un museo e abbiamo visto dei minerali e
un grande telescopio. Più avanti abbiamo visto un calco di
Pompei. L’eruzione più forte è stata quella del 79 a.C.
C’erano dei sismografi antichi di tre tipi: il sismografo che
andava ad elettricità, uno portatile e un altro aveva delle
puntine che registravano persino i passi delle persone.
Siamo entrati nel laboratorio e c’era un mappa vulcanologica e
anche un altro sismografo che registrava le vibrazioni del
posto; abbiamo osservato che il sismografo era così sensibile
che registrava i nostri passi.
È stata una gita bellissima e la cosa che mi è piaciuta di più e
stato il calco umano.
Salvatore Calvani
A cura della doc. Aurilia Adriana
77
Osservatorio Vesuviano
Quando siamo saliti sul pullman abbiamo parlato io ed il mio amico Paolo.
Arrivati all' Osservatorio Vesuviano,c'era una guida che ci ha raccontato
dell' eruzione del Vesuvio nel 79 d. C e quella del 1944 .Poi abbiamo visto
alcune pietre del Vesuvio e dopo siamo usciti dall‘Osservatorio e con la
guida siamo andati a 700 metri di altezza dove abbiamo visto il percorso
che fece la lava di fuoco quando uscì dal Vesuvio nel 1944. Dopo siamo
scesi, abbiamo fatto merenda e poi siamo risaliti sul pullman.
Questa uscita didattica è stata molto interessante.
Salvatore Silvestre
A cura della doc. Aurilia Adriana
78
Osservatorio Vesuviano
Oggi 10 Maggio noi della IV C siamo andati all’Osservatorio Vesuviano, dove si controllano i movimenti del Vesuvio e di altri
vulcani d’Italia. C’era la guida che per prima cosa, come ogni persona educata, si è presentato, si chiama Luigi.
Dopo questa presentazione abbiamo proseguito per un edificio molto importante per il suo lavoro, qui si controllano i
movimenti sismici del Vesuvio, dell’Etna, dello Stromboli, e della Solfatara. Ci ha mostrato alcuni schermi e c’erano anche
delle telecamere che evidenziavano i rumori del vulcano. Sembravano così veri che ho avuto paura che da un momento
all’altro potesse scoppiare il Vesuvio! Ma la guida ci ha rassicurato perché i terremoti si prevedono settimane prima.
Poi la guida Luigi ci ha mostrato anche delle pietre dei vari vulcani e infine ci ha portato in una saletta e qui abbiamo visto il
video dell’eruzione del Vesuvio nel 1994 e la simulazione di quella del 79 a.C. quando fu distrutta Pompei ed Ercolano; mi ha
meravigliato e sono rimasta incantata, così quando sono tornata a casa, ho telefonato a mio nonno che a quell’epoca già era
nato, e così mi ha raccontato che tutto il nostro paese era una nube di cenere. E quanti paesi furono distrutti, e quanta
gente morì!
Infatti adesso vorrei proprio vedere Pompei!
La guida ci ha fatto anche vedere i primi strumenti che furono inventati per ascoltare i terremoti.
La gita si è conclusa su una terrazza dove abbiamo fatto merenda, e le foto.
Qui c’era un grande masso che si chiama bomba vulcanica, cioè il residuo di un’eruzione del Vesuvio.
Poi siamo ritornati a casa. Questa gita mi è piaciuta
piùdella
di ogni
stata molto interessante.
A cura
doc.altra,
AuriliaèAdriana
79
Mocerino Sarah
Gita all’Osservatorio Vesuviano
Oggi 9/05/2012, noi alunni della IV C ci siamo recati all’Osservatorio Vesuviano.
Nel pullman io e le mie amiche ci siamo scambiate i numeri del cellulare.
Prima di entrare all’ Osservatorio Vesuviano abbiamo visto un grande Hotel costruito molti anni fa. Quando siamo
entrati all’ Osservatorio abbiamo conosciuto la guida: ci ha fatto entrare in una sala dove i tecnici controllano la
condizione, non solo del Vesuvio, ma anche di altri vulcani come l’Etna la Solfatara ecc.
In quella stanza la guidaci ha detto che anche se c’erano poche cose erano comunque interessanti.
Abbiamo visto un filmato dell’ultima eruzione del Vesuvio, che è accaduta nel 1944 e che quindi, prima aveva la
bocca aperta mentre ora è chiusa.
Poi abbiamo visto una chiesetta di molto tempo fa, siamo saliti per un sentiero, dove abbiamo visto tutte le rocce
vulcaniche: una enorme pietra lavica a corda queste bombe possono raggiungere sei metri e mezzo di diametro e
la più piccola è 2m., lapilli sono una via di mezzo.
In un altro edificio abbiamo visto l’eruzione del 75 d.C. e l’esperto ha spiegato che coloro che abitavano là vicino,
furono soffocati dalla cenere.
Non c’è un periodo preciso di eruzione perché può essere lungo o breve.
Ha spiegato che il Vesuvio ha 39.000 anni e l’Etna più di 500.000anni.
Ha fatto vedere come un vulcano come il Vesuvio potrebbe eruttare:esso man mano si gonfia sempre di più , ed
ecco come gli esperti se ne accorgono molte settimane prima.
Il pliniano è una forte eruzione mentre il sub pliniano è più forte. Poi ci ha detto che dal vulcano escono sempre le
fumarole che sono dei gas, e che i lahar significa “Fango”.
La prossima eruzione sarà molto grave, ma ci avviseranno in tempo e noi dovremo andare in un posto ben
preciso.
Usciti dall’Osservatorio abbiamo fatto merenda.
Beatrice Gentile
A cura della doc. Aurilia Adriana
80
A cura della doc. Aurilia Adriana
81
Da:
A:
Data:
beatrice. it
<adrianaaurilia >
28/01/2012 10:33
Guarisci presto perché senza di te
mi sento come una briciola di pane sparsa sulla tavola.
Guarisci presto
perché senza te è come una primavera
senza fioritura.
Guarisci presto
perché mi sento come il mare
senza la sua riva.
Guarisci presto perché la tua assenza in classe
si nota tantissimo.
Guarisci presto perché ti voglio bene
e mi manchi TANTISSIMO.
Non arrenderti perché sei come un treno in corsa
Per cui senza soste e senza fermate
Bea
A cura della doc. Aurilia Adriana
82
Oggetto:
Da:
A:
Data:
quella volta che ho mi sono divertita
Sarah.it
"Anna >, <adrianaauriliat>
05/05/2012 18:37
Cara Anna,
ti scrivo per raccontarti il giorno in cui mi sono divertita di più:
Ho un bel ricordo dello zoo Safari. Spesso lo sogno anche di notte, perché è stato
bello vedere da vicino gli animali che camminano davanti alla macchina.
Il viaggio per arrivarci è stato lungo, però ne è valsa la pena!
Papà mi aveva sempre portato allo zoo di Napoli e lì gli animali sono chiusi nelle
gabbie, ed io provavo tenerezza perché quegli animali non avevano la libertà di
correre, e di stare insieme con la loro specie.
Qui ho visto i leoni, i caprioli, le giraffe, i cavalli. Poi abbiamo preso un pulmino a
forma di gabbia e ci ha portato nel regno delle scimmie. Che paura! Si attaccavano
alle gabbie e alcune con le loro zampette mi hanno graffiato. Poi ho visto uno
spettacolo di delfini che inoltre sono i miei animali preferiti. E' durato poco ma è stato
emozionante vedere i delfini come vengono addestrati e quante cose fanno; giocano
con la palla,saltano,e battono le pinne. Dentro lo zoo c'era un ristorante e qui
abbiamo mangiato,poi siamo andati al parco giochi che stava lì vicino e ci siamo
divertiti da matti: io e papà siamo andati nei tronchi,e ci siamo bagnati tutti, meno
male che mamma porta sempre il ricambio!
Poi mamma e le sorelline sono andate sulla ruota panoramica. Ormai sfinita da
quella bella e meravigliosa giornata siamo ritornati a casa.
Povero papà che ha dovuto guidare per circa tre ore,noi tre ci siamo addormentate!
Sarah
A cura della doc. Aurilia Adriana
83
Oggetto:
Da:
A:
Data:
Il mio week-end
giuseppe.
"adrianaaurilia"<aless "andre "anna t>, "beatrice
30/04/2012 13:25
Ciao a tutti
questo week-end è stato molto bello per me perché Venerdì sono
andato a giocare a pallone con i miei amici e c' era anche Paolo. Ci siamo
divertiti molto!!!!!
Poi Mercoledì sono andato a fare un torneo di calcio con la mia squadra a
Telese. Sabato sera sono andato da mia nonna a vedere la partita del Napoli, ed
caos
eravamo in molti a casa sua, infatti c'era un gran
.
Domenica sono andato a Messa con mia sorella e la sera sono uscito con i miei
genitori.
E voi???
A Mercoledì.
Giuseppe
A cura della doc. Aurilia Adriana
84
Lettera alla Nonna
Mi manchi tanto Nonna, da quando te ne sei andata il 20 Novembre 2007.
Mi dispiace che non ci sei più ,vorrei tenerti accanto a me in questo preciso
momento . So che sei lassù e credo che tu sappia che noi ti vogliamo tanto
bene e siamo convinti che tu stai bene con tua Mamma, con le tue sorelle e
con i tuoi figli.
So anche che tu stai bene accanto a Gesù anche se sentirai un po’ la nostra
mancanza.
Saprai senz’altro della nascita della mia dorata nipotina, è un vero tesoro. Il
giorno in cui è nata è stato il più bello della mia vita.
La cosa che mi rende felice, come dice mia Mamma, è che tu stai sempre con
noi e ci proteggi da lassù.
Un bacio dal tuo
Nando
Nando Gallo IV C
A cura della doc. Aurilia Adriana
85
Per la mia migliore amica
Raffaella, ti scrivo questa lettera perche ti voglio tanto
bene e non vedo l’ora di venire a casa tua a fare la lotta e
altri giochi .
Tu sei coma una sorella per me e vorrei venire sempre
venire a casa tua .
Martedì quando verrò da te avremo tanto tempo per
stare insieme.
Un abbraccio e a presto
Maria De MASI
A cura della doc. Aurilia Adriana
86
Oggetto:
Da: raffaella
A: "adrianaaurilia
Data: 26/05/2012 19:46
maestra come stai?
io sto bene non vedo l'ora che venga lunedì, sono contenta.
Alle ore 08:09 ho fatto vedere a mamma e papà un video di quando Alessandro
aveva 5 o 6 mesi, mamma mia come rideva solo per una giochino!
Sono contentissima che Ale sia venuto al mondo, è troppo bello!
Allora ci vediamo lunedì e cercherò di copiare tutti i testi per lunedì
ciao maestra
A cura della doc. Aurilia Adriana
87
A cura della doc. Aurilia Adriana
88
La memoria di un albero
La mi vecchia corteccia ormai tutta rigata sembra la faccia di un vecchietto di
una certa età, con molte rughe.
I miei rami che una volta erano possenti e mantenevano altalene, amache e
molti, ma molti frutti ora sono secchi e spezzati.
I frutti ormai mi hanno abbandonato e hanno preso la loro strada, come quando
in autunno vanno via, fiori e foglie per poi ritornare in primavera, ma su di me
non son tornati più.
La mia chioma fornita di foglie verdi offriva molta ombra per le persone, ho
sentito con il mio “Udito” tante storia che mi fan pensare alla vita di un ragazzo
sveglio, attento e con tanti amici che poi dopo tanti anni diventa vecchio e
rimane solo.
Luigi Orefice
A cura della doc. Aurilia Adriana
89
Il Vecchio albero
Lungo il sentiero che attraverso per andare a casa, ci sono un’immensità di alberi ma uno in
particolare è a me molto caro.
Svolto per arrivare nel mio palazzo e vedo un vecchio albero grande, robusto, alto e maestoso
sembra mio nonno.
Nella sua maestosità,sembra che abbia due occhioni verdi e intensi che mi osservano con
dolcezza e amore.
Quando il vento attraversa i suoi rami sembra che esso mi abbracci.
Quando scendo mi soffermo sotto il suo tronco, le radici sono come le mani del nonno, rugose
per la fatica e per l’età, io lo accarezzo come se lo volessi coccolare e lui sembra approvare il
gesto.
II miei pensieri li affido a lui, perché è saggio e premuroso, i suoi consigli sono preziosissimi per
me.
Il suo tronco e la sua corteccia sono l’espressione di quando mio nonno legge seduto sul divano,
attento, silenzioso, di poche parole, ma sempre giuste.
Caro albero mio, sei importante per me,come la stella polare per il marinaio, come le onde alla
spiaggia.
Nel tempo voglio sempre giocare e divertirmi insieme a te!!
A cura della doc. Aurilia Adriana
Beatrice Gentile
90
Uno speciale albero di Natale
L’otto dicembre è un giorno magico , si prepara l’albero di Natale e anche il presepe.
Ma il mio albero è speciale ,sembra quasi che abbia un naso , una bocca, delle
orecchie e dei grandi occhioni.
Tutto luccicante si piazza nel mio salotto , addobbato di palline colorate e luci luccicanti.
Ma quando tutti dormono , mi racconta delle storie fantastiche e mi fa volare con la
fantasia.
Balliamo, cantiamo e quando siamo stanchi ci guardiamo e tutte le parole sembrano
inutili .La vigilia di natale quando il suo pancione è colmo di regali, sembra soddisfatto,
quasi, quasi , sembra che voglia giocare anche lui.
Quando arriva l’Epifania lui è triste ,sembra quasi che pianga.
Io l’abbraccio forte forte e gli dico:”Ci vediamo l’anno prossimo ,non aver paura della
cantina che ti voglio sempre sorridente.
Beatrice Gentile
A cura della doc. Aurilia Adriana
91
Il delfino
Il mio animale preferito è il delfino perché è fedele e vivace ed è anche molto
intelligente, ha anche una faccia simpatica che sembra ridere.
Il delfino è un animale acquatico molto allegro, è forte, perché non si arrende davanti
a nulla e poi è anche scherzoso e buffo. Va molto d’accordo con l’uomo, è un
animale pacifico, se è addestrato, fa molte acrobazie.
Spesso lo vediamo nella piscina a fare spettacoli acquatici per bambini. Il delfino è
un mammifero con la pelle liscia e vive in gruppi, è un grande nuotatore, spesso si
allontana dalla costa dalla costa per mettersi in scia delle grandi navi. Questi gruppi
hanno un grande senso dell’orientamento in mare aperto, ed emette suoni molto
acuti per comunicare tra di loro e, orientarsi.
Si nutre di pesci più piccoli, ed è molto astuto nella caccia per intrappolare branchi
come le sardine.
Ecco perché mi piace il delfino!
Sarah Mocerino
A cura della doc. Aurilia Adriana
92
La volpe
L’animale che mi piace è la volpe. E lunga da
65 cm a 75 cm,ha il pelo lungo e folto,di
colore rosso scuro,e sulla pancia è di colore
bianco.
Le orecchie sono dritte e la coda è lunga.
La volpe mangia lepri,ricci,insetti,topi,conigli,
e uccelli,vive nei boschi,sulle montagne,ma
anche in campagne.
La volpe esce di notte e va a caccia , di giorno
si ripara nelle fosse da altri animali.
E’ furbo, ed è anche ladra di polli. E’ presente
in tutta Italia tranne in pianura Padana.
L’animale che mi piace è la volpe. E lunga da
65 cm a 75 cm,ha il pelo lungo e folto,di
La volpe esce di notte e va a caccia , di giorno
colore rosso scuro,e sulla pancia è di colore
si ripara nelle fosse da altri animali.
bianco.
E’ furba, ed è anche ladra di polli. E’ presente
Le orecchie sono dritte e la coda è lunga.
in tutta Italia tranne in pianura Padana.
La volpe mangia lepri,ricci,insetti,topi,conigli,
e uccelli,vive nei boschi,sulle montagne,ma
Giuseppe Seller
anche in campagne.
A cura della doc. Aurilia Adriana
93
Il cane
Il cane e un animale che mi piace molto perché e molto affettuoso e
fedele.
Io ho un cane di nome Geni .E’ un cane piccolo ed è un incrocio tra
un pincher e un
E’ un cane bianco e sulla schiena è marrone chiaro . Ha un pelo
morbido e corto . Ha la faccia allungata e le zampe sono piccole. Ha
la coda di lunghezza media e quando è felice scodinzola.
Col il mio cane gioco sempre . A volte gli metto il cibo nella scodella
e spesso lo porto giù a fare la passeggiata .
Sono molto affezionata al mio cane anche perché ce l’ho da tanti
anni.
Francesca Pia De Rosa
A cura della doc. Aurilia Adriana
94
Il mio papà
Il mio papà si chiama Francesco, ma mia madre lo chiama Franco. Ha trentanove anni. E’ molto alto e robusto, ha
le spalli grandi e un naso piccolo, ha gli occhi marrone. Papà ha una pelle morbida e chiara, quando la tocco, mi
punge un poco, però mi piace perché è profumata.
Il suo odore profuma di vaniglia, lo riconoscerei a distanza di chilometri e chilometri.
I suoi capelli sono neri e corti anch’essi profumati.
Dice sempre che quello che è mancato a lui, a noi non deve mancare. E’ molto presente con noi, gli piace sempre
scherzare sui problemi, gli piace il calcio, la sua squadra preferita è la Juventus, quando vede la partita, non lo
dobbiamo disturbare.
Gli piacciono molto i documentari e insieme a lui li vedo anch’io. Gli piace molto la natura, infatti, ogni domenica ci
porta al parco. Fa l’elettricista, ogni problema che c’è nella casa lui lo risolve, ultimamente sta lavorando fuori, e
quando gli telefoniamo, si commuove.
Mi piace addormentarmi sulle sue gambe. Quando va dal fornaio compra sempre un piccolo casatiello.
E’ molto simpatico e dolce. Gli piacciono i film d’azione, infatti, quando andiamo al cinema, le mie sorelline
vogliono vedere i cartoni animati e mio padre dice: ”Io non voglio vedere questi pupazzi”.
Il nostro passatempo preferito è guardare i documentari.
Ho davvero un papà meraviglioso.
Sarah Mocerino
A cura della doc. Aurilia Adriana
95
La mia cameretta
La mia cameretta è di color arancione e legno, è molto grande e luminosa. C’è un armadio grande e sotto c’è un
divano letto, dove dormiamo io, Paola e Giulia. Tra qualche anno però i miei genitori dovranno comprare un altro
letto. Mi piacerebbe una poltrona letto rossa.
Di fronte il letto c’è la scrivania grande, sopra ci sono il computer e la stampante. Sulla scrivania ci sono due
mensole di legno piene di pupazzi. Poi ci sono anche la televisione nera, un comò e un grande specchio. Le pareti
sono di colore pesca e il soffitto è bianco, sulle pareti ci sono le foto mie e delle mie sorelle.
In questa cameretta ci sono la cyclette, il carrozzino (finto), il camper e lo specchio magico. Anche le tende
arancione e il lampadario. C’è il balcone bianco e lo porta è di legno. Questa cameretta non l’ho scelta io perché il
mio colore preferito è il viola ma quando mamma aspettava Paola, il dottore ci aveva detto che era maschio,
quindi dovevano scegliere un colore che andasse bene anche per un maschietto.
Purtroppo non possiamo comprare un’altra cameretta, però papà mi ha promesso che mi mette il parato disegnato
con i cuoricini rosa e rossi, e mi mette le stelline sotto il soffitto. Anche vicino all’armadio ci sono degli adesivi
colorati con i fiori stampati.
Speriamo che questo sogno si avveri!
Sarah Mocerino
A cura della doc. Aurilia Adriana
96
La mia cameretta
La mia cameretta è molto spaziosa. Le pareti sono di due colori: a sinistra giallo e a
destra fucsia.
Quando si entra, sulla destra c’è la scrivania e su di essa ci sono le mie cose.
A sinistra c’è il mio letto e i cassettoni con dentro le mie sciarpe , borse … sotto il mio
letto si
apre il cassettone del letto di mio fratello : abbiamo un letto, a castello!.
Di fianco al mio letto c’è l’armadio con tutti i miei vestiti. Di fronte è posizionata la
televisione con il video gioco.
Sul mio letto ci sono dei pupazzi e a fianco alla televisione c’è il disegno di Winny the
Pooh.
Anna Piscopo
A cura della doc. Aurilia Adriana
97
LA MIA CAMERETTA
La mia cameretta è un locale ampio,luminoso e moderno di forma
rettangolare.
IL pavimento è di colore salmone,le pareti sono blu cobalto,il
soffitto è bianco con un lampadario a fiori rossi la cameretta è di
colore azzurro chiaro. Di fronte alla mia cameretta c’è la tv. Alle
spalle della tv ci sono due quadri di Gesù. A destra sempre lungo
questa parete, c’è la statua di padre Pio. Sulla parete alla mia
sinistra c’è una finestra. Sulla parete alla mia destra c’è la
porta,di colore rosso.
Lungo la parete corrono dei listelli ai quali appendiamo le nostre
cose preferite. Nell’ angolo c’è un mobile con tutti i libri.
Domenico De Masi
A cura della doc. Aurilia Adriana
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La mia camera
La mia camera è una stanza di media grandezza, non
luminosa, di forma rettangolare ,il pavimento è di
colore marrone scuro e le pareti di colore giallo
scuro.
Di fronte all’ entrata ci sono i letti dove dormiamo io
e mia sorella. Di fronte al letto c’è la televisione . A
sinistra ci sono le mensole e sopra ci sono tanti
giocattoli. Poi a destra della TV c’è la finestra con
una tenda colorata.
Nando Esposito
A cura della doc. Aurilia Adriana
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A cura della doc. Aurilia Adriana
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I cuochi e la pizza
Narratore: Siamo nel ristorante Pizzico della famiglia Peperita.
Certo, certo però me ne occuperò io poiché sono quello che ha maggiore esperienza.
Greta: (con o come la famiglia Peperita svolge il proprio lavoro e i dialoghi che fanno tra di loro.
Mamma: Un cliente ha ordinato una pizza maxi salsa (che per giunta è la loro specialità.)
Papà: aria furba) Ma io sono la più piccola quindi devo imparare!
Alessandro: (con aria spavalda) Certo certo!! Litigate fra voi tanto io inventerò un altro piatto così mi prenderò tutto
il merito (e prenderò anche una bella mancia) pensando tra sé e sé.
Mamma: Visto che non vi decidete la farò io la pizza!!!!
Tutti quanti: Mamma!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!Sei ingiusta!!
Nonna: Ehi ehi ehi!!! Che cos’è questo baccano?!?!?!?
Greta: Ciao nonna, ma non stavi facendo il tuo pisolino pomeridiano??
Nonna: Prova a dormire tu con questo baccano!! Allora mi dite cosa sta succedendo
Alessandro: Nonna digli che sono io che devo fare la pizza maxi salsa.
Nonna: (con aria saggia) Lo dirà il cliente chi la deve, in base alla sua preferenza.
Narratore: E così mentre la famiglia Peperita stava litigando la nonna, si affacciò e vide che il cliente se ne andò.
Nonna: Ho la risposta. La risposta è… è… è… NESSUNO
Greta: Nonna come mai se n’è andato???Gli hai fatto o detto qualcosa???
Nonna: Forse qualcosa gli ho detto
Greta: Cosa esattamente???
Nonna: Va bene vi dirò la verità, gli ho detto che non era possibile e che se non se ne andava lo avrei fatto andare io
via.
Alessandro: Nonna …. Sei sempre la solita!!!
Narratore: Ed ecco come si trascorre la giornata in famiglia Peperita, con litigi morali e tragiche risate.
Mocerino Sarah
A cura della doc. Aurilia Adriana
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Diapositiva 1 - I° Circolo Diattico Benedetto Croce