Generalmente si assume che l’area sottesa da ciascun picco sia proporzionale alla quantità dell’analita corrispondente che è stato eluito L’area del picco può essere calcolata misurandone l’altezza (hp) e la sua larghezza a metà dell’altezza (whA). Il prodotto di queste due dimensioni si assume essere pari all’area del picco. In alternativa, si può ritagliare il picco dalla carta del registratore e pesarlo, assumendo che area e peso siano linearmente correlati. I calcoli sono più efficacemente eseguiti da integratori appositi Matrici utilizzate SUPPORTO INERTE PER LA FASE STAZIONARIA Agarosio Polisaccaride cosituito da residui alternati di D-galattosio e 3,6-anidro-Lgalattosio. Disponibile commercialmente come Sepharose, Superose, Bio-Gel A Limiti di esclusione 10-40000 kDa Cellulosa Polimero di unita’ glucosidiche unite da legami -1,4 (legami crociati tramite epicloridrina) Destrano Polimero di residui di glucosio uniti da legami -1,6. E’ presente in commercio con il nome di Sephadex (legami crociati tramite epicloridrina). Limiti di esclusione 0.7-800 kDa. Il Sephacryl e’ costituito da destrano che forma legami crociati con N,N’-metilene bisacrilammide. Limiti di esclusione 1-8000 kDa. Il Superdex e’ un gel composito costituito da destrano covalentemente legato ad agarosio. Poliacrilammide Polimero di acrilammide e N,N’-metilenbisacrilammide. Disponibile in commercio come Bio-Gel P, limiti di esclusione tra 0.2 e 400 kDa Polistirene Polimero di stirene legato con divinilbenzene Silice Polimero prodotto a partire dall’ acido ortosilicico. I molti gruppi silanolo (SiOH) rendono la matrice altamente idrofilica IMPACCAMENTO DELLA FASE STAZIONARIA IN COLONNA Viene di norma eseguito introducendo con delicatezza in colonna (avendo cura di tenere chiusa l’uscita) una sospensione della fase stazionaria nella fase mobile Nel corso dell’impaccamento è necessario agitare la parte superiore della sospensione e/o tappare la colonna per assicurare che non rimangano bolle d’aria nella fase stazionaria La sospensione di fase stazionaria è versata in colonna fino a quando non viene raggiunta l’altezza desiderata A tal punto la colonna è messa in flusso con fase mobile aprendone l’uscita sino a completo impaccamento E’ opportuno posizionare sulla superficie della colonna un dispositivo di protezione adeguato, come un filtro di carta o una garza di nylon Nessuna parte della colonna deve essere lasciata andare a secco Un impaccamento insufficiente produce un flusso irregolare in colonna (channeling) ed una minore risoluzione CARICAMENTO DEL CAMPIONE Si rimuove dalla superficie della resina la maggior parte della fase mobile, aspirandola, e facendo flussare il rimanente in colonna. Il campione è poi applicato con una pipetta e fatto entrare in colonna. Un volume minimo di fase mobile serve infine a lavare le pareti della colonna dall’eventuale residuo di campione rimasto. Un volume più cospicuo di fase mobile è stratificato sulla superficie della colonna. In alternativa, la densità del campione può essere incrementata aggiungendovi saccarosio in concentrazione 1% circa. Quando questa soluzione è stratificata sul liquido che ricopre il letto della colonna, automaticamente si disporrà sul fondo ed entrerà rapidamente in colonna. La metodica è valida solo se il saccarosio non interferisce con la successiva separazione ed analisi del campione. Un terzo metodo prevede l’utilizzo di un tubo capillare e/o una siringa, oppure una pompa peristaltica per portare direttamente il campione sulla superficie della colonna. SVILUPPO DELLA COLONNA I componenti contenuti nel campione caricato sono separati l’uno dall’altro dal passaggio del solvente (fase mobile) nella colonna. E’ fondamentale che l’eluizione avvenga a velocità costante, ciò che è facilmente raggiunto eluendo per gravità. POMPE PERISTALTICHE Le pompe più comuni utilizzano tubi di silicone, polivinilcloruro o fluoruro che, compressi a velocità costante da un disco rotante, rilasciano la fase mobile con la velocità di flusso desiderata. Le pompe ed i tubi, di diametro noto, devono essere preventivamente tarati per determinare la velocità di flusso. ELUIZIONE ISOCRATICA Sviluppo della colonna con l’utilizzo di un solo solvente ELUIZIONE IN GRADIENTE Si operano variazioni continue di pH, concentrazione o polarità SISTEMI DI RIVELAZIONE La rivelazione può basarsi sull’assorbimento nella zona dell’ultravioletto, sulla spettroscopia a fluorescenza, su variazioni dell’indice di rifrazione, sull’emissione di radioattività. I sistemi di rivelazione più comuni registrano l’assorbimento di luce nell’ultravioletto. Gli strumenti migliori rivelano le proteine nell’intervallo 190 – 220 nm e 260 – 280 nm. RACCOGLITORI DI FRAZIONI Funzionano in modo tale da riempire ogni provetta con una certa quantità di eluato, prima di passare automaticamente a quella successiva. La quantità di eluato raccolta in ogni provetta può essere regolata in vario modo. Si può utilizzare un sistema di sifoni che convoglia un determinato volume, oppure un dispositivo elettronico che controlla il numero di gocce di eluato che cadono nella provetta. Una possibilità ulteriore di raccolta è quella ad intervalli fissi di tempo. Se varia la composizione dell’eluato, varia anche la tensione superficiale e la dimensione delle goccioline Se varia la velocità di flusso in colonna, varia anche il volume delle frazioni; in realtà ciò si verifica di rado e quindi i raccoglitori a tempo fisso sono i più utilizzati CROMATOGRAFIA Gel-filtrazione Scambio ionico Affinità Fase inversa FASE STAZIONARIA solida-porosa FASE MOBILE liquida solidagruppi carichi liquida solidaligando immobilizzato liquida liquida liquida/ gassosa Consente la separazione di molecole in base alle loro dimensioni Il termine gel filtrazione è, infatti, impiegato per descrivere la separazione di molecole di dimensioni diverse utilizzando gel (composti organici polimerici che possiedono una rete tridimensionale di pori che conferisce loro le proprietà di un gel) FASE STAZIONARIA FASE MOBILE solida – porosa liquida Nessuna interazione chimica tra le particelle di resina e le proteine Le particelle di resina fungono da setacci molecolari SI DISTRIBUIRANNO TRA LA FASE MOBILE ALL’INTERNO ED ALL’ESTERNO DEL SETACCIO MOLECOLARE E TRANSITERANNO IN COLONNA CON UNA VELOCITA’ INFERIORE SARANNO COMPLETAMENTE ESCLUSE DAI PORI E QUINDI PASSERANNO ATTRAVERSO GLI SPAZI INTERSTIZIALI E COMPARIRANNO PER PRIME NELL’ELUATO Concentrazione proteica totale Attività Specifica N° della frazione (o volume dell’eluato) Se una molecola di analita è grande e perciò completamente esclusa dalla fase mobile presente all’interno del gel, il suo Kd è pari a 0, mentre se l’analita è sufficientemente piccolo da avere completo accesso alla fase mobile interna, il suo Kd è pari a 1 A causa della variabilità delle dimensioni dei pori tra le particelle di gel, solo una parte della fase mobile interna sarà accessibile agli analiti di dimensioni intermedie; quindi i loro valori di Kd variano tra 0 e 1 Ciò rende possibile la separazione su un determinato gel di analiti in un intervallo di dimensioni estremamente ristretto Nome commerciale Sephadex Bio-Gel Sepharose Polimero Intervallo di frazionamento (kDa) G-10 Destrano 0.05 - 0.7 G-25 Destrano 1-5 G-50 Destrano 1 - 30 G-100 Destrano 4 - 150 G-200 Destrano 5 - 600 P-2 Poliacrilammide 0.1 - 1.8 P-6 Poliacrilammide 1-6 P-10 Poliacrilammide 1.5 - 20 P-30 Poliacrilammide 2.4 - 40 P-100 Poliacrilammide 5 - 100 P-300 Poliacrilammide 60 - 400 6B Agarosio 10 - 4000 4B Agarosio 60 - 20000 2B Agarosio 70 - 40000 logPM Volume di eluizione Le colonne Sephadex G-25 possono essere utilizzate per dissalare soluzioni di composti ad alto peso molecolare Le sostanze ad alto peso molecolare sono escluse dai pori, mentre i composti a basso peso molecolare si muovono lentamente Tale metodo è adoperato per allontanare l’ammonio solfato da preparazioni proteiche ed i sali dai campioni eluiti dopo cromatografia a scambio ionico VANTAGGI • Semplice nell’esecuzione • Prevedibile • Eluizione nel tampone di partenza SVANTAGGI • Bassa capacità (piccoli volumi, 1/40 del volume della colonna) • Sovrapposizione dei picchi • Diluizione del campione Cellule di E. coli contenenti la RNasi A Lisi mediante ultrasuoni (sonicazione) Omogenato cellulare Centrifugazione (eliminazione detriti cellulari) Sopranatante dell’omogenato cellulare contenente la RNasi A Sopranatante dell’omogenato cellulare Cromatografia per gel filtrazione Resina SEPHADEX G-75 capacità di separazione 5-70 KDa Destrano: polimero di residui di glucosio uniti da legami -1,6 che presenta legami crociati con epicloridrina. Limiti di esclusione 0.7-800 kDa. Pompa peristaltica Colonna Collettore di frazioni CONDIZIONI SPERIMENTALI Volume della resina: 12 ml Soluzione tampone: Tris-Acetato 0,1 M, pH 8,4, contenente NaCl 0,3 M Campione di carico (miscela di 4 proteine): 1. RNasi A (PM = 13.7 kDa) 2. -amilasi (PM = 50 kDa) 3. Emoglobina da plasma bovino (PM = 64 kDa) (4 subunità da 16 kDa) 4. Albumina da siero bovino (PM = 69 kDa) Volume del campione di carico = 0,3 ml Volume delle frazioni = 0,4 ml Determinazione dell’assorbanza nell’ultravioletto (λ = 278 nm) di tutte le frazioni ottenute Riportando in grafico i valori di assorbanza in funzione del numero delle frazioni (o del volume eluito) si ottiene il cromatogramma Cromatogramma gruppo PLR Assorbanza a 278 nm 1,4 1,2 1 0,8 0,6 0,4 0,2 0 1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 N° frazioni Cromatogramma Gaito-Pennacchio -Procentese Assorbanza a 278 nm 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0 -0,1 0 5 10 15 N° frazioni 20 25 30 35 Cromatogramma Capuano Assorbanza a 278 nm 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0 1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 20 21 23 25 27 29 31 33 -0,1 N° frazioni Cromatogramma C.L. Assorbanza a 278 nm 1,4 1,2 1 0,8 0,6 0,4 0,2 0 -0,2 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 N° frazioni Assorbanza a 278 nm Cromatogramma Corsini De Marco Fabrizio 1,5 1,3 1,1 0,9 0,7 0,5 0,3 0,1 -0,1 0 5 10 15 20 N° frazioni 25 30 35