Notai e notariato nella città
comunale italiana e a Venezia:
un confronto
26 APRILE 2013
 Due diverse concezioni del diritto
 Con l'espressione ‘diritto comune’, o ius
commune, gli storici del diritto usano definire
l'esperienza giuridica che si sviluppò nell'Europa
continentale dal X secolo fino alle codificazioni
ottocentesche. Ne è esclusa l'Inghilterra, il cui
sistema, detto di Common law, si sviluppò fin dalle
origini senza rilevanti influenze del Diritto romano.
Ciò avvenne anche perché i Common lawyers, al
contrario degli omologhi continentali, non usarono
mai il latino come lingua dei tribunali, bensì il
francese dei Normanni fino al Seicento e l'inglese
dopo.
 Si recupera il diritto romano (a partire dal secolo XI
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anche per usi pratici)
Si inserisce il diritto canonico
Con l’andar del tempo, si presta attenzione alle
consuetudines
Si sancisce la legittimità del diritto proprio (Legge
«Omnes populi»: diritto statutario, dei singoli
municipi, delle singole città)
Il problema della «Gerarchia delle fonti di diritto»
Concetto di diritto comune
Unità non equivale ad uniformità
La civiltà giuridica medievale ingloba
le varie fonti del
diritto (diritto civile e canonico, diritti particolari) entro un
sistema normativo unitario
Applica alle diverse fonti un modello discorsivo unitario
Elabora questi metodi in luoghi deputati alla trasmissione
del sapere
(università) attraverso un insegnamento che
era comune per tutta l’EuropaAdotta una lingua comune
e universale (il latino)
Il notariato italiano
 «La categoria dell’Italia medievale più nota in
assoluto» (A. Bartoli Langeli, Introduzione, in
A.B.L., Notai, Roma 2007)
 La stragrande maggioranza dei documenti conservati
negli archivi sono documenti notarili
 La dichiarazione di autografia è il requisito
dell’autenticità del documento: firma deriva da
«firmare», rendere fermo e valido erga omnes,
autentico e pubblico, ciò che sta scritto sopra
La storia di un ceto
 Tra IX e XI secolo i notai sono una categoria
compatta e chiusa, tipica delle società
«oligoalfabete»
 Successivamente il boom dei notai li rende meno
caratterizzati
 Nel secolo XIII e XIV cifre impressionanti nelle
matricole notarili
 [che cos’è una matricola]
 L’aumento del prestigio dei notai dipese anche dalla
loro sempre più accurata preparazione professionale
che per crescere poté contare sui manuali di ars
notaria elaborati nel corso del XIII secolo, il più
importante dei quali è in assoluto quello dovuto al
magister bolognese Rolandino Passeggeri. Il grande
valore e l’efficacia del lavoro di Rolandino si possono
cogliere guardando all’ampia circolazione della sua
opera che in pochi anni superò non solo i confini
bolognesi,
 ma anche quelli italiani per diffondersi oltre le Alpi
La storia di un ceto
Milano 900-1000
Firenze 870
Treviso 500
Perugia 480
Piacenza 400
(percentuale ovunque del 1,5-2%, ma a Treviso il 5%)
La crescita è dovuta al grande incremento dell’apparato
amministrativo cittadino, che ha bisogno dei notai. Un
ceto che trova la sua ragion d’essere nel servizio pubblico,
e che in futuro per riciclarsi farà fatica
 I preti notai a Venezia e non solo. Relinquere laicis que
laicorum sunt
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Apparato comunale e notai
 Il collegio notarile e il comune:
 Il collegio fornisce (semestralmente,
annualmente….) un tot di funzionari al comune
 Rotazione o specializzazione?
I notai tardomedievali e moderni tra crisi e trasformazione
 Dalla fine del Trecento in poi si formano apparati
statuali ‘propri’, delle vere burocrazie insomma
 Il numero dei notai cala (qualche volta c’è una
‘serrata’, come a Venezia e Genova) e si avvia la
trasformazione verso il moderno notariato
/libero professionista al servizio di privati/
[comunque, rapporto organico con il potere,
funzionale ai ceti dominanti]
Il punto critico: il passaggio dalla charta
all’instrumentum
 Tra XI e XII secolo, il ‘decollo’ del notariato italiano
 Emerge progressivamente, per piccoli indizi
progressivi, la credibilità assoluta del documento
redatto dal notaio: il notaio assume l’autonoma
capacità di documentare.
 Dalle sottoscrizioni alla notitia testium
 Il valore forte della rogatio
1106 gennaio 9
 Matilde tiene un placito (tribunale) e si esprime in favore della
gente di Melara, del monastero di S. Salvatore di Pavia,
concedendo il diritto di nutrire i maiali nel bosco discusso dai
suoi homines fideles
 † Ego Ubaldus iudex interfui et
 subscripsi
 MATILDA DEI GRATIA SI QUID EST
 SUBSCRIPSI
 XP Actum anno dominice
 Incarnationis millesimo C VI V idus
 Ianuarii apud castellum per manum
 Frugerii archipresbiteri et cappellani…
Dalla charta all’instrumentum
 http://www.archiviodistatomilano.it/autenticita-
affidabilita-riservatezza-dei-documenti-nei-secoli/ilruolo-del-notaio/
Dalla charta all’instrumentum
 Dunque, durante il XII secolo le scritture
documentarie prodotte nelle città dell’Italia centrale
e settentrionale furono al centro di un processo
evolutivo concluso nel Duecento quando si
definirono i caratteri fondamentali
dell’instrumentum publicum: l’atto che è considerato
autentico perché rogato secondo un preciso
formulario da uno scrivente riconosciuto titolare
della publica fides e che possiede valore probatorio
anche nella forma dell’imbreviatura redatta sul
quaderno del notaio
La triplice redazione dell’instrumentum notarile
 Gli appunti
 L’imbreviatura
 La extensio o redactio in mundum («copia in bella»)
La storia del notariato come storia intellettuale
 Fra XI e XII secolo i notai si liberano del latino
fossilizzato del passato e scrivono in latino
grammaticale
 Si liberano della vecchia grafia corsiva e scrivono in
minuscola
 Si formano nelle scuole cattedrali di arti liberali, ove
gramatica e dictamen erano coltivati da tempo
Comune e notai
 Principio generale:
I caratteri formali dei documenti pubblici, gli operatori
specializzati che li producono, la prassi che li
determina, dipendono dalla natura, organizzazione,
concezione del potere esercitato dagli agenti politici, e
a loro volta le illuminano.
E’ importante l’idea di potere che si ha. E alle origini i
ceti dirigenti dei comuni le idee chiare non ce le hanno
affatto.
Comune e notai
 Il primo Comune perciò aveva bisogno dei notai.
 Essi gli erano necessari per costituire la propria
autonomia, per legittimarsi come soggetto pubblico.
I notai «sanno come si fa» a produrre un documento
che abbia valore legale.
 In un certo senso, il comune – che è dal punto di
vista formale un ente ‘rivoluzionario’, privo di
legittimità – è semplicemente un cliente
specialissimo dei notai - notai a loro volta un po'
speciali, eminenti per preparazione e prestigio.
Comune e notai
 C’è un rapporto privilegiato tra Comune iniziale e alcuni ben
individuati redattori: si va dai notai più bravi, che hanno più
‘fantasia’ e più originalità, e nello stesso tempo un alto rigore
formale.
Questa situazione conferì ai notai, come in genere agli specialisti della
cultura giuridica, larghissime occasioni di intervento propriamente
politico e ideologico
. Nel loro campo specifico, quello della scrittura documentale, i notai
diedero insieme consapevolezza e fondamento alle strutture del
potere, agli organi dell'autogoverno cittadino, al raccordo tra le
componenti politiche.
 C’è però un grave inconveniente politico
I notai e la politica comunale
 Il carattere sostanzialmente strumentale della loro
attività non contribuì a correggere l'instabilità
intrinseca al regime comunale duecentesco.
 Al contrario la favoriva, la potenziava. Infatti
l'intervento notarile provvedeva di pari autonomia e
giustificazione così gli organi del potere ufficiale
come i gruppi consortili e corporativi che operavano
per la loro sostituzione, così il comune come i
particolarismi che lo mettevano continuamente in
crisi.
Uno strumento essenziale dell'attività del governo
comunale era la produzione e la tenuta regolare della
documentazione politica e amministrativa: compito
dei notai
Il caso di Venezia
 Nella storia del diritto e delle professioni ad esso
legate, Venezia e il dogado presentano elementi di
originalità assoluta (dal resto d’Italia, ma anche dalla
Dalmazia, dall’Istria, dal Levante)
 Il diritto comune viene rifiutato
 Furono accettate solo le norme emanate e sancite
dalla legislazione veneta
 Si ebbe paura del potere dei tecnici del diritto
.
 Non si considera il diritto come un dogma
immodificabile o il risultato di una elaborazione
teorica e giurisprudenziale
 I nobili quando agiscono e quando giudicano, sia in
patria sia come rappresentanti dello Stato nei domini
da Terra e da Mar, devono dar prova di estremo
pragmatismo, lontano dalle sottigliezze e dalla
mentalità astratta dei «dottori»
.
 Si raccomanda ai nobili di giudicare secondo
l’arbitrium.
L’atteggiamento dei patrizi veneziani verso il diritto
I patrizi veneziani e gli studi universitari
 Cultura mercantile
 Cultura giuridica (canonistica e civile)
 Cultura retorica: l’umanesimo a Venezia
 L’università di Padova, segno di contraddizione
 L’università di Padova, luogo dell’integrazione
culturale (da Università «libera» a università
tendenzialmente di stato)
Gli orientamenti culturali del notariato veneziano
Nel medioevo, notai preti
 Ci si sottoscrive
 Presbiter et notarius
 Diaconus et notarius
 Subdiaconus et notarius
 Lector et notarius
 Clericus et notarius
 La qualifica notarile è la seconda, si aggiunge a quella
chiericale, discende da essa (notaio ‘in quanto chierico’,
chierico e perciò notaio)
Una situazione immobile sino al Quattrocento
 Eugenio IV, «Relinquere laicis que laicorum sunt» (è il
titolo di una sua bolla, contro i preti notai)
La raffigurazione di un notaio in un capitello di palazzo
Ducale
Notai e fonti notarili negli statuti del Tiepolo (1242)
La fine del notariato ecclesiastico veneziano
I notai veneziani e la «publica fides» in età moderna
 Notai «imperiali auctoritate» (notai del sacro palazzo, notai
dei conti palatini, ecc.) (rarissimo sino al XII secolo)
 Notai «apostolica auctoritate»
 Notai «Veneta auctoritate»
.
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