Hegel (1770-1831)

1)
2)
Si possono distinguere due momenti in Hegel:
Il periodo giovanile
Il periodo maturo
Nel primo egli è fortemente coinvolto sia dalla sfera
religiosa, sia dalla sfera politica. Egli è dell’opinione che per
poter realizzare un cambiamento politico vi deve essere una
rigenerazione morale. In altre parole, la rivoluzione politica
passa attraverso la rivoluzione del cuore. Solo l’ansia di
libertà percepita del mondo interiore può produrre un nuovo
ordine giuridico esteriore.
Critica alla Chiesa

Hegel critica duramente le strutture delle Chiese cristiane,
affermatesi dopo la morte di Gesù.
L’operato di Gesù, in cui si predica amore, fratellanza, è stato
sostituito da un carico di istituzioni, di comandi esteriori, di
dogmi. Il sentimento profondo del divino è andato perduto.
Gesù muore però facendo comprendere che il divino è in ogni
cosa. La Chiesa ha invece costruito sette, proponendo un Dio
separato dagli uomini. La divinità è intesa come potenza
trascendente, superiore ed estranea alla vita degli uomini.
Bisogna allora creare un nuovo messaggio d’amore, una nuova
religione.
Il periodo maturo
 Hegel
diventa professore universitario e lavora con
Schelling. In questa fase Hegel comprende che la
rivoluzione dello spirito, di un popolo non passa
attraverso una religione nuova, ma attraverso
l’oggettiva evoluzione storica e attraverso la filosofia,
poiché essa è capace di pensare scientificamente il
corso del mondo.
Critiche di Hegel ai filosofi del suo tempo
 Egli
critica la cultura illuministica che ha separato e
contrapposto aspetti e momenti della realtà:
sentimento e ragione, individuo e comunità, finito ed
infinito. E Kant ne è l’esempio. Questi ha concepito le
forme a priori come rigidamente soggettive,
contrapponendovi un’oggettività irriducibile, estranea
(cosa in sé, noumeno).
 Un
altro filosofo criticato da Hegel è Fichte. Egli è
accusato di essere rimasto all’interno della
soggettività
non
riuscendo
ad
assimilare
adeguatamente l’oggetto, ovvero egli lo riduce a
semplice ostacolo esterno dell’Io, con il rischio di
ricreare una nuova dualità. Inoltre, ha ridotto l’infinito
a meta ideale dell’io finito. Questo produce la cattiva
infinità: un infinito che ha sempre davanti a sé un
finito che risorge continuamente. Insomma, non si
avrà mai l’identità di finito ed infinito.
 Anche
Schelling viene criticato da Hegel. Egli ha
concepito l’Assoluto come un’unità astratta,
indifferenziata, statica da cui derivano in modo
incomprensibile la molteplicità delle cose. Per Hegel
l’Assoluto di Schelling è paragonabile alla notte
“nella quale tutte le vacche sono nere”, ossia non c’è
nessuna distinzione.
L’assoluto per Hegel
 L’Assoluto
è l’infinito, il Soggetto, l’Idea, la Ragione,
lo
Spirito,
cioè
Dio,
idealisticamente
e
panteisticamente inteso come realtà immanente nel
mondo, come un Infinito che si fa mediante il finito.
L’Assoluto è pensabile come un movimento, o un
processo, articolato in più momenti o passaggi:
pensiero e realtà, soggettività e oggettività sono
manifestazioni o momenti di quell’unico processo che
è l’Assoluto.
La dialettica hegeliana
 L’Assoluto
per Hegel è divenire e la legge che regola
tale divenire è la dialettica che rappresenta al tempo
stesso, la legge di sviluppo della realtà (ontologia) e
la legge di comprensione della realtà (logica). Essa è
composta da tre elementi: la tesi, l’antitesi, la sintesi.
La tesi
 L’assoluto
(spirito o pensiero) “pone se stesso”, come
essenza, come astratta uguaglianza con sé. Puro
pensiero.Qui il pensiero si sofferma solo a considerare
le determinazioni della realtà secondo il principio di
identità e di non-contraddizione, secondo cui ogni
cosa è se stessa ed assolutamente diversa dalle altre.
(es. scritto presente inizialmente nel nostro pensiero)
L’antitesi

Nell’antitesi il puro pensiero diviene altro, si oggettiva.
Chiamato momento dialettico, poiché si pone in conflitto con
il momento precedente. In questa fase ciò che era solo
identico a sé viene relazionato con altre determinazioni. Per
specificare che una cosa è bisogna chiarire cosa essa non è:
uno con i molti, il particolare richiama l’universale, il bene e
il male. L’assoluto ha senso solo nel suo manifestarsi altro da
sé. L’interno con l’esterno. Es. del pensiero iscritto su un
foglio di carta.
La sintesi
In questa fase si coglie l’unità delle determinazioni opposte,
ossia nel rendersi conto che tali determinazioni sono aspetti
unilaterali di una realtà più alta che li ri-comprende o
sintetizza entrambi.
 L’assoluto (pensiero o spirito) prende consapevolezza di sé,
ovvero unità di puro pensiero e manifestazione. Es. del
pensiero come essenza e del pensiero iscritto su un foglio.
 La sintesi è la negazione della negazione, cioè l’antitesi viene
tolta, in quanto opposta alla tesi, ma conservata. Si conserva
la verità della tesi, della antitesi e della loro lotta.

Significato della dialettica
Essa illustra la risoluzione del finito nell’infinito. Essa ci
mostra che ogni spicchio di realtà, non possa esistere in se
stesso ma solo in un contesto di rapporti. Infatti per porre se
stesso il finito è obbligato ad opporsi a qualcos’altro, ossia ad
entrare in quella trama di relazioni che forma la realtà e che
coincide con il tutto infinito di cui esso è parte o
manifestazione.
 La dialettica ha anche un significato ottimistico, poiché essa
ha il compito di unificare il molteplice, conciliare le
opposizioni, pacificare i conflitti. Il negativo è solo un
momento di passaggio del farsi del positivo.

I capi saldi della filosofia di Hegel
 La
realtà è un organismo unitario di cui tutto ciò che
esiste è parte o manifestazione. Tale organismo
rappresentando la ragion d’essere di ogni realtà,
coincide con l’Assoluto e con l’Infinto, mentre i vari
enti del mondo, essendo manifestazioni di esso,
coincidono con il finito.
Il finito è un’espressione parziale dell’infinito. Esso
esiste unicamente nell’infinito.
 La
sua filosofia è una forma di monismo panteistico,
ossia una teoria che vede nel mondo (il finito) la
manifestazione o la realizzazione di Dio (l’infinito).
L’Assoluto è un soggetto spirituale in divenire, di cui
tutto ciò che esiste è un “momento” o una “tappa” di
realizzazione. Il soggetto non è una sostanza, ma un
processo di auto-produzione che soltanto alla fine con
l’uomo (lo Spirito) giunge per rivelarsi per quello che
veramente è.

Il Soggetto spirituale dell’infinito che sta alla base della realtà
viene denominato anche con il termine Idea o Ragione. Con
ciò si vuole affermare l’identità di pensiero ed essere, ragione
e realtà.
Hegel afferma che la “Ragione” governa il mondo e lo
costituisce; la realtà non è caotica ma è il dispiegarsi di una
struttura razionale: “Ciò che è razione è reale; e ciò che reale
è razionale”
Insomma, il mondo, in quanto è, e così com’è, è razionalità
dispiegata, ovvero ragione reale e realtà razionale che si
manifesta attraverso una serie di momenti necessari che non
possono essere diversi da come sono.
 Compito
della filosofia consiste nel prendere atto
della realtà e nel comprendere le strutture razionali
che la costituiscono. L’autentico compito che Hegel
ha inteso attribuire alla filosofia è la giustificazione
razionale della realtà, della presenzialità, del fatto. La
filosofia deve portare nella forma del pensiero, cioè
elaborare in concetti il contenuto reale che
l’esperienza le offre, dimostrandone, con la
riflessione, l’intrinseca razionalità.
Due opere di Hegel
principio di risoluzione del finito nell’infinito, o
dell’identità di razionale e reale, Hegel l’ho illustra in
due forme diverse. Dapprima ha illustrato la via che
la coscienza umana deve fare per giungere ad esso
(Fenomenologia dello spirito, 1807); successivamente
ha illustrato quel principio quale appare in atto in tutte
le determinazioni fondamentali della realtà
(Enciclopedia delle scienze filosofiche, 1817).
 Il
La fenomenologia dello spirito
 Essa
è la storia romanzata della coscienza, che
attraverso erramenti, contrasti, scissioni, e quindi
infelicità e dolore, esce dalla sua individualità,
raggiunge l’universalità e si riconosce come ragione
che è realtà e realtà che è ragione. La coscienza che
non sa di essere tutta la realtà, trovandosi scissa in
differenze e opposizioni, sarà una coscienza infelice.
 Le
tappe in cui la coscienza viene a trovarsi durante la
propria formazione costituiscono altrettanti modi o
momenti in cui l’assoluto o spirito si manifesta.
Fenomenologia significa “scienza del manifestarsi” o
del rivelarsi dello spirito.
 Le tappe della coscienza sono tre: la Coscienza (tesi),
l’Autocoscienza (antitesi), Ragione (tesi)
La Coscienza
In questa fase predomina l’attenzione verso l’oggetto. Essa è
divisa in tre fasi: la certezza sensibile, la percezione,
l’intelletto.
 Nella certezza sensibile, la coscienza ritiene che il dato
sensibile immediato, l’oggetto dei sensi rappresenti la verità.
 Nella percezione la coscienza ritiene che la verità stia nella
cosa percepita.
 Nell’intelletto, la coscienza scopre che la verità dell’oggetto
risiede non nell’oggetto, ma nell’io che tiene insieme insieme
il mondo sensibile attraverso le sue proprie categorie.

L’Autocoscienza
questa fase il centro dell’attenzione si sposta verso
il soggetto, ovvero l’attività concreta dell’io,
considerato nei suoi rapporti con gli altri.
L’uomo è autocoscienza solo se riesce a farsi
“riconoscere” da un’altra coscienza (un altro essere
pensante). La coscienza non trova quindi pieno
appagamento negli oggetti sensibili, ma nelle altre
autocoscienze.
 In

Il riconoscimento dell’altro passa attraverso un momento di
lotta, un conflitto fra le due autocoscienze. La conflittualità
giunge a termine solo con la subordinazione due una delle
due autocoscienze, nasce la figura padrone e servo. In cui il
primo afferma la propria indipendenza, mentre il secondo ha
preferito perderla.
In realtà questa figura è stata ribaltata, poiché il vero
dipendente è il padrone che finisce per essere dipendente dal
lavoro del servo; e il servo invece con il suo lavoro
comprende la sua indipendenza. Il lavoro permette di far
prendere consapevolezza di sé, poiché il servo formando e
trasformando le cose imprime in esse la forma della propria
autocoscienza, così trova se stesso nella propria opera.
La Ragione
 In
questa fase la coscienza comprende di essere lei
stessa Dio, ovvero il Soggetto assoluto. La ragione è
la certezza della coscienza di essere ogni realtà, di
costituire l’essenza di tutte le cose. Non vi è più
l’opposizione fra oggetto (tesi) e autocoscienza
(antitesi).
Vi
è
infatti
un
superamento
dell’opposizione. Verità dell’oggetto e autocoscienza
vengono a coincidere.
L’individuo e il contesto storico
 La
formazione della coscienza singola non avviene in
una condizione di isolamento, ma si svolge dentro una
realtà storico-sociale: idee, valori dominanti ne
condizionano il punto vista. L’individuo deve essere
consapevole della sostanza spirituale del proprio
tempo. La coscienza dovrà quindi ripercorrere i
momenti attraverso cui si sono formati nel corso
tempo, le istituzioni, i valori le idee che
contraddistinguono l’età presente

Hegel passa quindi ad analizzare le forme della coscienza
collettiva, ossia le civiltà storiche in cui l’assoluto si
manifesta. L’assoluto (spirito) si sviluppa quindi nel tempo,
nella storia. Analizzando il percorso storico della soggettività
autoconsapevole, Hegel afferma che essa inizialmente era
completamente assorbita della dimensione collettiva (polis),
successivamente nell’età moderna l’individualità viene ad
assumere molta importanza, ma solo nel tempo presente
(tempo hegeliano) essa può raggiungere la definitiva
realizzazione, intesa come soggettività libera.
La storia per Hegel

Per Hegel la storia è percorsa da una razionalità immanente
che guida teleologicamente lo sviluppo verso un unico scopo
universale, ossia la realizzazione della libertà. La storia è
quindi governata un principio Spirituale (astuzia della
ragione) che è presente negli uomini e nei popoli. La ragione
si incarna successivamente in popoli diversi, che
rappresentano i gradi differenti dello sviluppo dello spirito. Il
popolo dominante in una determinata epoca sarà quindi il
popolo “storico-mondiale, rappresentante del presente, e
dunque il più alto grado di sviluppo dello spirito del mondo”.
L’ultima sezione della Fenomenologia dello
spirito: lo spirito assoluto

In questa sezione Hegel ripercorre nuovamente la storia
dell’umanità con lo scopo di ricostruire le forme culturali in
cui l’autocoscienza dello spirito si espresse artisticamente,
religiosamente e filosoficamente. Le forme più alte dello
spirito sono per Hegel l’arte, la religione e la filosofia nelle
quali i diversi popoli e le diverse civiltà concepirono se
stessi, fino a giungere al punto di vista più maturo, ossia
l’epoca presente. Il sapere assoluto è l’autocomprensione
dello spirito di un tempo maturo, nella cui filosofia hegeliana
è superata l’opposizione soggetto oggetto.
momento che l’autocoscienza ha trovato pace
nello spirito assoluto il ciclo della Fenomenologia
appare esaurito. Terminano le vicende romanzesche
della coscienza.
 Nel
Lo Spirito presente in tutta la realtà
(Enciclopedia delle scienze filosofiche, 1817).
quest’opera Hegel presenta più compiutamente il
suo sistema filosofico che adesso ripartisce in Logica,
Filosofia della natura, Filosofia dello spirito.
 In
La logica (tesi)

1.
Hegel identifica la logica (studio del pensiero) con
al metafisica (studio dell’essere). Nella sezione della
logica egli indaga le principali posizioni del
pensiero logico dividendoli in tre momenti: l’essere,
l’essenza e del concetto.
L’essere è indeterminato (tesi), vuoto ed in questa
astrazione è identico al nulla (antitesi). L’unità
dell’essere e il nulla è il divenire (sintesi).
2)
Nel divenire abbiamo l’essere determinato. Dall’essere si
passa all’essenza quando l’essere riflettendo su se stesso
scopre le proprie relazioni e si riconosce identico e diverso.
L’essenza
è divisa in essenza come ragione
dell’esistenza, il fenomeno e la realtà in atto.
Scoprendosi identica e diversa dalle altre essenze, l’essenza
scopre la sua ragion d’essere e diventa quindi esistenza.
Esistendo essa diventa fenomeno, ossia la manifestazione
adeguata e piena dell’essenza di ciò che esiste. La realtà in
atto è l’unione dell’essenza e del fenomeno, ossia
dell’interno e dell’esterno.
3)
Il concetto è l’essere che dopo essersi riflettuto
nell’essenza, si pone come soggetto o spirito. Per
Hegel il concetto non è il concetto dell’intelletto, ma
il concetto della ragione, “ossia lo spirito vivente
della realtà”.
Filosofia della natura (antitesi)
 La
filosofia della natura fornisce la fondazione
speculativa e razionale delle scienza naturali.
La natura è l’idea nella forma dell’esser altro da sé.
Questo la rende un momento dello sviluppo triadico
dell’idea. La filosofia della natura si divide in
meccanica, fisica e fisica organica.
Filosofia dello spirito (sintesi)
 E’
la scienza dell’idea, che ritorna in sé dalla sua
alterità. La filosofia dello spirito è lo studio dell’Idea
che, dopo essersi estraniata da sé, sparisce come
natura, ossia esteriorità, per farsi soggettività e libertà,
ossia autocreazione. Esso è diviso in tre parti: spirito
soggettivo, oggettivo, assoluto.
Spirito soggettivo
 E’
lo spirito individuale (tesi) considerato nel suo
lento progressivo emergere dalla natura attraverso uno
processo che va dalle forme più elementari di vita
psichica alle più elevate attività conoscitive e
pratiche. Insomma dall’infante al soggetto libero. In
questo spirito si ripresentano le stesse tappe già
descritte nella Fenomenologia.
Spirito oggettivo
che l’individuo ha raggiunto la sua libertà egli
trova tuttavia la sua realizzazione nello spirito
oggettivo, in cui lo Spirito si manifesta in istituzioni
sociali concrete, ovvero in quell’insieme di
determinazioni sovra-individuali. I momenti dello
spirito oggettivo (antitesi) sono tre: diritto astratto, la
moralità, l’eticità.
 Dopo
1)
Il diritto astratto. L’individuo libero è
essenzialmente persona fornita di capacità giuridica.
Il diritto privato e penale (diritto astratto) riguardano
l’esistenza esterna della libertà delle persone. La
persona acquisisce la proprietà di qualcosa
attraverso il contratto. Laddove viene violato il
diritto privato è necessaria una pena (diritto penale).
Bisogna ripristinare il diritto violato attraverso la
sanzione.
2)
La moralità E’ la sfera della volontà soggettiva che
si manifesta nell’azione. Il fine di questa azione è il
benessere. In questa fase tuttavia il benessere può
rimanere soltanto nell’intenzione, ossia non viene
concretizzato. La moralità è la volontà soggettiva,
cioè interiore e privata, del bene.
3)
a)
L’eticità In questa fase si ha la realizzazione
concreta del bene, che diventa quindi esistente. Il
bene si manifesta qui nelle forme istituzionali che
sono la famiglia, la società civile, lo Stato.
La famiglia (tesi) è il primo momento dell’eticità,
in cui il rapporto naturale fra i sessi assume la forma
di unità spirituale, fondata sull’amore e sulla
fiducia. La famiglia si articola nel matrimonio, nel
patrimonio, nell’educazione dei figli
b)
La società civile (antitesi) è il secondo momento dialettico e
si identifica con quello spazio intermedio fra l’individuo e
lo Stato che coincide con la sfera economico-sociale e
giuridico-amministrativa del vivere insieme, ovvero come
luogo di incontro, ma anche di scontro, di bisogni
particolari e indipendenti, i quali si trovano ad coesistere tra
loro. La società civile hegeliana è la descrizione del modo
con cui nello stato borghese i rapporti economici sono
giuridicamente regolati. Nella società civile hanno luogo le
classi.
c)
Lo Stato (sintesi) è il momento cruciale dell’eticità, ossia la
riaffermazione della famiglia, ad di là della dispersione
nella società civile. Esso è una famiglia più grande, nella
quale l’ethos di un popolo esprime consapevolmente se
stesso, superando i particolarismi della società civile in
vista del bene comune. Per Hegel la monarchia
costituzionale rappresenta la struttura politica fondamentale.
La monarchia rappresenta l’affermarsi più compiuto della
soggettività nel mondo delle istituzioni oggettive
dell’eticità.
Lo Spirito assoluto

1)
E’ il momento in cui l’Idea giunge alla piena coscienza
della propria infinità o assolutezza, ossia che tutto è Spirito
e non vi è nulla al di fuori dello Spirito.Tale auto-sapersi
dell’Assoluto avviene attraverso l’arte, la religione, la
filosofia.
L’arte è il momento in cui lo Spirito acquista coscienza di
se medesimo nella forma dell’intuizione sensibile (figure,
parole, musica), vivendo in modo immediato ed intuitivo
quella fusione di oggetto e soggetto.
2)
3)
La religione è il momento in cui lo Spirito acquista
coscienza di se medesimo nella forma della
rappresentazione. Questi sono considerati come
metafore dei pensieri e concetti, es. la
rappresentazione cristiana di Dio-Padre.
La filosofia è l’idea che pensa se stessa e la verità
assoluta e intera, cioè il momento in cui l’Assoluto
acquista coscienza di sé in forma concettuale. La
filosofia ha come specifico e scopo supremo la
dimostrazione della razionalità del reale.
Filosofia e storia della filosofia
 Hegel
sostiene che ciascuna filosofia è in rapporto
con le filosofie precedenti e successive. La filosofia
presente (hegeliena) si rivela quindi essere anche
conoscenza dei precedenti momenti della storia della
filosofia. Nella filosofia più matura (quella hegeliana)
abbiamo infatti una conservazione degli elementi
essenziali delle filosofie precedenti. (Enciclopedia
delle scienze filosofiche, 1817)
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