Arti decorative, arti applicate Tutta la produzione artistica che, svincolata dalla “necessità” di operare in termini puramente estetici, applica le regole del linguaggio artistico ad opere che hanno un intrinseco carattere funzionale. Arti applicate • Lavorazione dei metalli (tra cui oro, argento, bronzo) • Arte del corallo e della glittica • Manifattura e ricamo dei tessuti • Intaglio e scultura lignea • Decorazione marmorea e a stucco • Ceramica • Ceroplastica • Arte del vetro • … Arti minori - arti maggiori • Medioevo: arti meccaniche e arti liberali • Rinascimento: emancipazione di pittura, scultura e architettura elevate alla dignità di liberali; le arti applicate, a causa della loro “mechanica”, sono classificate, rispetto a quelle, inferiori. • Concezione classicista: pittura come la più nobile delle arti perché applicazione pura del disegno priva della parte meccanica che contrassegna la scultura e la architettura. Medioevo Distinzione tra arti, o corporazioni, maggiori e minori. ARTI MAGGIORI, dette anche “liberali”, cioè degne di un uomo “libero”: le attività operative affidate ad un lavoro di natura intellettuale, fondato sull’uso delle “lettere”, e dunque spettante a chi sapeva di latino (arti del notariato, della medicina, della farmacia). ARTI MINORI: quelle fondate su un lavoro manuale e dette anche “servili”, confacenti cioè a “servi”. DUNQUE le arti visive, anche la pittura e la scultura, non si sottraevano a uno statuto “minore”, confinando con la pratica dei mestieri, fondati su una più o meno diretta manualità, e determinando anche un grado inferiore di prestigio sociale nei loro praticanti. Rinascimento Pittura, scultura e architettura assumono la dignità di arti maggiori. Non perché cessi il fatto che debbano essere praticate con ricorso alla manualità, ma perchè nobile è il loro compito, di “rappresentare” la realtà esterna, ponendo al centro di essa il soggetto umano, preso nelle sue manifestazioni superiori (classe dirigente, nobili, alto clero, grandi borghesi che si sono fatti strada nei commerci o nelle banche). La missione mimetico-rappresentativa viene svolta da pittori e scultori, degni pertanto di essere considerati i cultori di un’arte “maggiore”. Gli aspetti della decorazione assumono un ruolo marginale, scadono ad una dignità “minore”, comunque con il medesimo dovere di fedeltà al compito conoscitivo-mimetico-speculare. Regola prima, per tutti gli artigiani, cercare di nascondere le “vere” nature dei materiali impiegati, far sì che questi prendano le arie delle realizzazioni affidate ai mezzi puri e rigorosi della tela dipinta o della scultura in marmo-bronzo. Così avviene nella tappezzeria, dove le maestranze che tessono gli arazzi devono affannarsi a “nascondere” il fatto di usare un materiale discontinuo, fatto di fibre lunghe che dunque non si possono fondere tra loro assicurando una continuità di stesura, e sono costrette a simulare i gonfi monumenti delle fontane barocche, alla Bernini. Anche quando i pittori o scultori si concedono alle arti minori non si sottraggono a questo imperativo: ad es. la saliera del Cellini. E. Kant • Totale indipendenza dell’artista e dell’opera d’arte dal contenuto • Rifiuto della idea classicistica del bello come perfezione • Introduzione dell’idea di una finalità: concetto di bellezza funzionale dell’opera (bellezza pura – bellezza aderente) Fine XVIII – XIX secolo: gli scavi archeologici e la nascente industria • Influenza esercitata dallo studio della suppellettile e degli arredi antichi • Allestimento di mostre industriali Londra 1851 • Esaltazione dell’industria • Museo dei manufatti: primo nucleo del Victoria and Albert Museum Seconda metà del XIX secolo • Si sviluppa “un’esigenza critica dell’arredamento” • Affermazione degli oggetti d’uso nelle mostre industriali • Vengono coniati i termini di “arti industriali”, “arti applicate all’industria”, “scuola di arti e mestieri” Seconda metà del Settecento – prima metà dell’Ottocento • Sezioni di arti applicate nei Musei • Creazioni di Musei esplicitamente dedicati alle arti applicate • Dall’interesse erudito e da una tendenza aristocratica al moltiplicarsi di raccolte pubbliche e private, stimolo agli studi successivi Musei e raccolte • • • • • • • • • • • • • • • • • • British Museum di Londra Museo del Louvre Museo Nazionale di Stoccolma Gabinetto dei Disegni e Stampe di Berlino Museo Nazionale di Bruxelles Ermitage di Leningrado Museo Nazionale Germanico a Norimberga Museo Borbonico di Napoli Museo delle ceramiche di Sèvres Armeria Reale di Torino Museo di Arti Decorative di Berlino, 1867 Museo di Arti Decorative di Parigi, 1882 Museo Artistico Industriale di Vienna Museo Artistico Industriale di Roma, 1874 Museo degli Argenti di Firenze, dopo la I GM Museo Vetrario di Murano, 1861 Museo Storico dei Tessuti di Lione, 1890 Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, 1908 Il dibattito ottocentesco L’avvento della rivoluzione industriale pone la questione del decadimento estetico degli oggetti di uso comune Il dibattito ottocentesco • J. Ruskin: ritorno ai metodi di produzione artigianale e all’organizzazione sociale del medioevo • W. Morris: diffusione di un decorativismo che ponesse in accordo la dicotomia arte-industria - concezione socialista dell’arte e ritorno ad un artigianato di stampo medievalista in cui i beni sono prodotti “dalla gente per la gente”. • Arts and Crafts Movement (Inghilterra seconda metà del XIX secolo): rifiuto della macchina • Art Nouveau: dare nuova qualità e dignità agli oggetti d’uso, in opposizione alla volgarità commerciale provocata, nella seconda metà dell’Ottocento, dalla lavorazione a macchina, attraverso una visione progettuale unitaria dell’arte e attraverso una alleanza arte-industria. William Morris (1834-1896) Già dal 1860 riconosce che “tutte le arti minori sono in stato di totale degradazione”. “Perciò nel 1861, col coraggio presuntuoso di un giovane, mi disposi a riformare tutto ciò e avviai una sorta di ditta per la produzione dia rticoli decorativi” Ricami, carte da parati, vetri colorati, stoffe stampate e tessute, tappeti, arazzi, mobili. I disegni per tessuti e carte da parati furono prodotti da diverse industrie. Numerose iniziative per la produzione di tappeti, arazzi, stoffe, libri in cui tenta l’applicazione di modelli produttivi artigianali a grandi produzioni. William Morris (1834-1896) “Che cosa abbiamo a che fare con l’arte in generale se non riusciamo a far sì che tutti possano avervi parte?” La “vera arte” deve essere fatta “dalla gente per la gente” Posizione insostenibile: i prodotti della sua azienda realizzati in modo artigianale sono troppo costosi per essere accessibili alla gente comune. Conflitto superabile con l’utopia di un futuro in cui si sarebbero abbandonate le macchine e ristabilito il sistema delle corporazioni medievali. William Morris (1834-1896) Accusatore del sistema produttivo fondato sulla macchina, dato che questa riduce l’intervento umano a una pura forzalavoro muscolare. L’artigiano interviene secondo una logica unitaria, dove l’abilità manuale-muscolare agisce in stretto accordo con l’intelligenza e l’immaginazione; in definitiva la funzione cerca anche di conciliarsi col bello L’operaio invece è privato dei compiti intellettivo e immaginativo, costretto a iterare meccanicamente il medesimo gesto. E dunque: se il lavoro industriale è così negativo per le migliori facoltà dell’uomo, se lo espropria dei doni dell’intelletto e dell’immaginazione, se lo obbliga a rinunciare al conforto dell’estetica, si rinunci a questo mezzo, per quanti ne siano i benefici in termini strettamente economici e materiali. Si ritorni ai sistemi artigianali, anche se limitati nella quantità di merci prodotte. Esposizioni nazionali, internazionali ed universali che valorizzano i prodotti artigianali, industriali ed in genere tutte le arti applicate. Il dibattito ottocentesco in Italia • Selvatico: ampliamento dell’ambito semantico del termine “ornato”; distinzione tra ornato architettonico e ornato decorativo • Dall’Ongaro: arti dell’uso o arti utili • Camillo Boito: 1892 “Arte italiana decorativa industriale” Le arti applicate nella letteratura artistica siciliana • Fino all’Ottocento i riferimenti sono del tutto incidentali, in riferimento agli edifici in cui le opere sono conservate • Nelle fonti cinque-seicentesche le citazioni mirano soprattutto a definire il contesto storico cittadino (ad es. le urne dei santi patroni in relazione alle processioni o ad altri eventi) e ad esaltare gli edifici che conservano le opere. Le arti applicate nella letteratura artistica siciliana Palermo, fine XVI - XVII secolo • Valerio Rosso, fine XVI secolo indifferenza nei confronti dei manufatti a lui contemporanei rispetto all’entusiasmo per le opere più antiche (Cappella Palatina) • Baldassarre Zamparrone, inizio XVII secolo - V. Auria, Diari manufatti di arte applicata funzionali al ricordo di alcuni avvenimenti (casse di Sant’Agata e di Santa Rosalia; statua dell’Immacolata) • F. Baronio, secolo XVII (urna di santa Cristina); P. Cannizzaro, secolo XVII - Castellucci (reliquiari oratorio di s. Lorenzo) • Onofrio Mangananti, cappellano sacramentale della cattedrale di Palermo (committenza e preziosità dei materiali) • Visite pastorali (Aguilera, 1602-1610; De Ciocchis, 1743) Le arti applicate nella letteratura artistica siciliana Palermo, XVIII secolo Antonino Mongitore Memorie dei pittori, scultori, architetti, artefici in cera siciliani, ms. sec. XVIII • Memorie dei più famosi artisti siciliani (pochi riferimenti agli autori di opere d’arte decorativa, preferenza accordata ai pittori) • Attenzione per gli artefici conosciuti all’estero: Filippo Planzone di Nicosia; Francesco Juvarra; Gaetano Zummo. • Attenzione allo stucco ma limitatamente alla figura di Giacomo Serpotta. XVIII secolo • Perdurare a lungo della “classicistica preferenza” per la pittura considerata la più nobile delle arti; • L’interesse per gli artefici e le opere d’arte applicata continua ad essere funzionale a quello per l’edificio contenitore; • Interesse per la committenza; • Una maggiore fortuna ha la decorazione a stucco per tutto il XVIII secolo, e in generale delle ricche decorazioni barocche (Carlo D’Aprile, Gaspare Guercio, Luigi Geraci) Le arti applicate nella letteratura artistica siciliana Trapani La maggiore specializzazione delle botteghe locali e la fortunata incidenza di queste nell’economia locale determinano la fortuna dell’arte dei corallai e degli scultori in piccolo nelle fonti locali, fin dal XVI secolo • G. M. Di Ferro, Biografie degli uomini illustri trapanesi Guida per gli stranieri in Trapani (1825) • G. Fogalli, Memorie biografiche degli illustri trapanesi per santità, nobiltà, dignità, dottrina ed arti (1840), esaltazione campanilistica della propria città Le arti applicate nella letteratura artistica siciliana Messina Francesco Susinno Vite de’ pittori messinesi • Impostazione rinascimentale delle Vite • Visione classicista che pone la pittura come arte liberale per eccellenza • Scultura ed arti applicate relegate in secondo piano Primato del disegno elemento unificatore dell’intero sistema delle arti • Francesco Susinno, Vite de’ pittori messinesi. la “forza del buon disegno” • Giovan Biagio Amico, Architetto Prattico Le arti applicate nella letteratura artistica siciliana Il primato della pittura • Francesco Susinno, Vite de’ pittori messinesi. “la pittura sagace imitatrice della natura, diletta l’occhio colla bellezza de’ colori, aguzza l’ingegno con l’artificio; ricrea la rimembranza colle storie del passato e così s’erudiscono i spettatori colla rappresentazione di que’ fatti che in essa si vedono, o sacri, o storici, o poetici; ed incita il desiderio della virtù cogli esempi del presente” • Fedele da San Biagio, Dialoghi Familiari Pittura la più nobile delle arti Diffidenza nei confronti delle arti meccaniche Gioacchino Di Marzo Le arti applicate trovano pari dignità con le cosiddette arti maggiori. • Delle Belle Arti in Sicilia • Gagini e la scultura in Sicilia nei secoli XV e XVI (due capitoli dedicati a: Oreficeria in Sicilia nei secoli XV e XVI; Scultori e intagliatori in legno e plasticatori in Sicilia dal secolo XV al secolo XVII) • Notizie di alcuni argentieri, che lavoravan pel duomo di Palermo nel secolo XVI Delle Belle Arti in Sicilia “Nell’oreficeria concorsero tutte le arti e vi si congiunsero: la pittura per gli smalti, l’intaglio pei nielli e per coniare le monete e pei suggelli, la scultura pel rilievo, l’architettura per la forma dei reliquiari, degli ostensori, degli altari, degli scrigni” Gagini e la scultura in Sicilia nei secoli XV e XVI Scultori e intagliatori in legno e plasticatori in Sicilia dal secolo XV al secolo XVII “La scultura in legno, siccome quella, che non differisce dalla scultura in marmo se non per la diversa e più fragile materia, ne seguì quasi costantemente in Sicilia le stesse vicende” Agostino Gallo Incisori, scultori siciliani… (XVH15) • Interesse rivolto indistintamente a tutti gli artefici di arte applicata Pietro Lanza di Scalea Donne e gioielli di Sicilia, 1892 • Prima storia del gioiello siciliano del Medioevo e del Rinascimento Maria Accascina (1898 - 1979) Accanto agli studi sulla pittura, sulla scultura, sull’architettura, numerosi scritti e interventi su riviste sulle arti applicate, in particolar modo sull’oreficeria. • Mostra d’arte sacra delle Madonie • Oreficeria di Sicilia dal XII al XIX secolo • I marchi delle argenterie e oreficerie siciliane dal XII al XIX Maria Accascina “Progetto di una storia dell’arte di Sicilia in volumi in cui tutte le arti fossero trattate pares inter pares” Ai fini della datazione: • analisi tipologica • analisi stilistica • eventuale lettura di iscrizioni e stemmi • lettura dei marchi • eventuale analisi iconografica • eventuale analisi di documenti • contestualizzazione rispetto al luogo di localizzazione originario dell’opera • uso e funzione