L’Italia tardoantica: un’età di
cambiamenti
Lezione XII
La fine della sicurezza
• I Quadi e i Marcomanni
invadono l’Italia e assediano
Aquileia ai tempi di Marco
Aurelio (167 d.C.).
• Per la prima volta dopo secoli
l’Italia vede eserciti stranieri sul
suo suolo.
• A questo colpo psicologico si
aggiungono gli effetti di una
grave
pestilenza,
portata
dall’esercito reduce da Oriente.
• Nell’immagine a destra, la
celebre statua equestre di Marco
Aurelio, un tempo sulla piazza
del Campidoglio.
2
La colonna Antonina
• Le imprese di Marco Aurelio contro Quadi e
Marcomanni sono narrate nella colonna Antonina,
che ancora oggi si erge in piazza Montecitorio.
• Un episodio famoso: la pioggia miracolosa che
ristorò i legionari della XII Fulminata, in difficoltà
contro i Quadi.
– Una duplice interpretazione: per Cassio Dione il
miracolo avvenne grazie all’intervento del mago
egiziano Harnuphis, per Tertulliano grazie alle
preghiere dei legionari cristiani.
3
La colonna Antonina: l’episodio
della pioggia miracolosa
4
L’Italia perde la sua posizione speciale
all’interno dell’Impero
• Gli Italici perdono progressivamente la maggioranza in
Senato, a favore di senatori di origine africana, orientale e
spagnola.
• Il Senato diviene un’assemblea rappresentativa di tutte le
élites dirigenti dell’Impero.
• Settimio Severo scioglie la vecchia guardia pretoriana
composta da Italici (che aveva parteggiato per il suo nemico
Didio Giuliano) e la ricrea con legionari di origine danubiana,
a lui fedeli: la perdita di un privilegio importante.
• La legione II Partica viene posta di stanza ad Albano, come
contrappeso ai pretoriani: l’Italia non è più una regione
smilitarizzata.
5
Una guarnigione in Italia
• Settimio Severo (a sinistra) colloca una legione, la II
Partica, ad Albano, nei pressi di Roma (a destra una
moneta con il simbolo della legione, il centauro).
6
La Constitutio Antoniniana di
Caracalla (212 d.C.)
• L’imperatore
Caracalla
(a
destra) concede la cittadinanza
romana a tutti gli abitanti
dell’Impero, facendo perdere
all’Italia un’altra delle sue
specificità.
• Gli scopi del provvedimento
sono dibattuti: alle ragioni
politiche potrebbero essersi
aggiunte motivazioni fiscali.
7
Il Papyrus Gissensis 40, con il testo della
Constitutio Antoniniana
8
Cassio Dione, Storia romana, LXXVII, 9, 4-6: la
concessione della cittadinanza ha motivazioni
fiscali
• [...] e le tasse, sia quelle nuove da lui istituite, sia la tassa del
10% che egli creò al posto della tassa del 5% sulla
manomissione degli schiavi e su tutti i lasciti testamentari,
avendo egli abolito il diritto di successione e l'esenzione dalle
imposte che in questi casi era stata concessa a coloro che erano
strettamente imparentati al defunto. Questa fu la ragione per la
quale rese cittadini romani tutti coloro che abitavano nel suo
impero: a parole egli rendeva loro un onore, ma il suo vero
scopo era quello di aumentare in questo modo le sue rendite,
poiché coloro che non avevano la cittadinanza romana non erano
soggetti al pagamento della maggior parte di queste tasse.
9
L’anarchia militare del III sec. d.C.
• Dopo la fine delle dinastia severiana (con
l’uccisione di Alessandro Severo del 235 d.C.),
l’impero piomba in una profonda crisi.
• Il rapido succedersi di molti imperatori, creati ed
eliminati dall’esercito in un turbinio di guerre
civili.
• Le frontiere sono sguarnite: e su di esse premono
le nuove federazioni germaniche di Franchi,
Alamanni e Goti sul Reno e il Danubio;
sull’Eufrate l’ormai debole regno partico è
sostituito dall’aggressiva monarchia Sassanide.
10
Il tragico regno di Gallieno (260-268
d.C.)
• La cattura del vecchio imperatore Valeriano da parte di
Shapur I, re di Persia.
• Il figlio Gallieno affida la controffensiva al principe di
Palmira, Odenato: l’azione ha successo, ma Odenato (e poi
la sua vedova, Zenobia) fanno delle province orientali un
potentato autonomo.
• In Occidente un generale che si era messo in luce nella
difesa del fronte renano, Postumo, stacca la Gallia, la
Spagna e la Britannia dall’Impero: l’Imperium Galliarum.
• A Gallieno rimangono la penisola balcanica, devastata dai
Germani, l’Africa settentrionale e l’Italia, minacciata a
nord dalle incursioni barbariche.
11
Shapur I cattura Valeriano
• Cammeo in sardonice, 260 d.C. circa, oggi al Cabinet des Medailles di
Parigi.
12
La divisione dell’Impero al tempo di
Gallieno
13
La ripresa
• La riscossa è guidata da alcuni imperatori, valorosi
generali di origine illiriciana (Claudio Gotico,
Aureliano, Probo), che riunificano l’Impero e lo
difendono dagli attacchi esterni.
• L’Italia rimane sotto la minaccia di invasioni
(incursione degli Iutungi fino a Pesaro sotto
Aureliano).
• La costruzione di una nuova cinta muraria di
Roma con Aureliano: con rifacimenti, le stesse
mura che difenderanno la città nel 1860.
14
La costruzione delle nuove mura di Roma
sotto Aureliano (270-275 d.C.) a difesa dalle
invasioni
15
Diocleziano e il sistema
Tetrarchico
(285-305 d.C.)
•
•
•
•
Una suddivisione del potere tra due
imperatori “maggiori”, gli Augusti, e
due “assistenti”, i Caesares.
Le finalità: assicurare una miglior
difesa dei confini, con la presenza di
un imperatore su ciascuno dei fronti
“caldi”.
Le
finalità:
assicurare
una
successione indolore (alla morte degli
Augusti sarebbero loro succeduti
automaticamente i Cesari).
Nell’immagine
il
gruppo
dei
Tetrarchi (Diocleziano, Massimiano,
Costanzo Cloro e Galerio), ora a
Venezia.
16
La divisione dell’Impero in 4 parti
17
La provincializzazione dell’Italia
• Diocleziano divide l’Italia in 16 province,
riunite nella diocesi Italiciana, che
comprende anche la Sicilia, la Sardegna, la
Corsica e la Rezia.
• Con Diocleziano cade anche la tradizionale
esenzione dell’Italia dal pagamento delle
tasse dirette.
18
La diocesi
Italiciana
19
Milano, la nuova sede della corte imperiale
d’Occidente
•
•
Massimiano, Augusto d’Occidente, sceglie come sua capitale Milano, più vicina
di Roma alla frontiere minacciate.
Nell’immagine le colonne romane davanti alla basilica paleocristiana di S.
20
Lorenzo.
Il fallimento del sistema
tetrarchico
• Il meccanismo tetrarchico si inceppa poco dopo il ritiro di
Diocleziano del 305 d.C.
• Le aspirazioni “dinastiche” di Costantino (figlio di
Costanzo Cloro) e di Massenzio (figlio di Massimiano),
sostenute dai rispettivi eserciti.
• Una confusa fase di guerre civili tra una folla di Augusti e
Cesari, da cui emerge come unico signore dell’Impero
Costantino (atto finale: la battaglia di Adrianopoli del 324
d.C.)
• Se il sistema tetrarchico fallisce, non cessa la pratica di
dividere l’Impero: alla sua morte (337 d.C.) Costantino
lascia l’impero ai tre figli.
21
L’“Editto di tolleranza” del 313 d.C.
• Con Costantino cessano le
persecuzioni
contro
i
Cristiani, dopo la battaglia
di Ponte Milvio del 312
d.C.
• Il Cristianesimo come
nuovo collante religioso
dell’Impero.
• Nell’immagine ritratto di
Costantino, ora ai Musei
Capitolini.
22
Lattanzio, La morte dei persecutori, 44,
3-5: il Cristogramma a Ponte Milvio
• Ebbe luogo un combattimento in cui le truppe di
Massenzio ebbero la meglio, sino a che Costantino, in una
seconda fase, ripreso coraggio e pronto o per la vittoria o
per la morte, avvicinò tutte le sue forze a Roma e prese
posizione nella zona del ponte Milvio [...]. Costantino fu
esortato in sogno a far contrassegnare gli scudi dei suoi
soldati con i segni celesti di Dio e a iniziare quindi la
battaglia. Egli fece così e, girando e piegando su se stessa
la punta superiore della lettera chi, scrisse in forma
abbreviata “Cristo” sugli scudi.
23
La cristianizzazione
della città antica
• La possibilità di praticare
pubblicamente il culto fa
nascere l’esigenza di un’edilizia
cristiana.
• La ripresa di un modello
“civile”
dell’architettura
romana: la basilica.
• Il sostegno di Costantino e della
madre
Elena
all’edilizia
cristiana.
• Nell’immagine la chiesa di S.
Ambrogio a Milano (fondata
nel 379 d.C.).
24
Lo Stato e la Chiesa
• Il disegno costantiniano di fare del Cristianesimo
uno dei fattori di unità dell’Impero si scontra con
le divisioni della Chiesa del tempo.
– La dottrina ariana, che negava la natura divina di
Cristo.
• Nel 325 d.C. Costantino convoca e presiede
personalmente il Concilio Ecumenico di Nicea,
che condanna come eretica la dottrina ariana.
• L’atteggiamento di Costantino non pone fine alla
controversia e apre una pericolosa commistione tra
affari di Stato e affari della Chiesa.
25
Costantinopoli, una nuova
capitale
• La fondazione (330 d.C.) di nuova capitale
dell’Impero, sul sito della città greca Bisanzio.
• Una nuova città, priva del fardello delle tradizioni
pagane.
• Una posizione strategica, tra Mediterraneo e Mar
Nero, difesa su tre lati dal mare.
• Una collocazione che sottolinea la crescente
importanza delle province orientali e la
progressiva marginalizzazione di Roma e l’Italia.
26
Mappa di
Costantinopoli
27
La decadenza dell’Impero
• Il riconoscimento del Cristianesimo e la fondazione di
Costantinopoli come elementi della continuità dell’idea di
Roma.
• Ma nemmeno l’opera di Costantino poteva risolvere
completamente i problemi concreti dello stato romano.
• La decadenza dell’Impero romano come problema
complesso e dibattuto, cui ogni generazione di storici ha
dato risposte diverse.
• Un fattore essenziale: l’enorme estensione dell’Impero e le
gravose spese militari necessarie per la sua difesa.
28
La pressione delle popolazioni
esterne
• Un Impero “ucciso” dai Barbari?
• Ma le popolazioni barbariche, piuttosto che distruggere
l’Impero, intendevano entrare a farne parte.
• L’esercito come fattore di integrazione: il reclutamento di
intere bande germaniche nell’esercito romano.
• Lo stanziamento di veterani germanici nelle aree spopolate
dell’Impero, compresa l’Italia settentrionale.
• La distinzione tra una carriera militare, sempre più
riservata a persone di etnia germanica, e carriera civile.
29
Gli Unni e i Goti
• Nelle steppe dell’Ucraina, gli Unni danno vita a una
temibile entità militare, nella quale si integrano elementi
centroasiatici, iranici e germanici.
• I Goti rifiutano l’integrazione nella “federazione” unna e
chiedono di stanziarsi entro i confini dell’Impero.
• L’operazione di trasferimento dei Goti nella penisola
Balcanica non va a buon fine: si giunge allo scontro e
l’esercito romano è duramente battuto dai Goti ad
Adrianopoli, nel 378 d.C., in una disfatta paragonabile a
quella di Canne.
30
Ammiano Marcellino, Storie, XXXI,
13: il disastro di Adrianopoli
• Al primo scendere delle tenebre l'imperatore [Valente] – così almeno si
poteva supporre in quanto nessuno dichiarò di averlo visto o di essersi
trovato presente – cadde tra i soldati colpito mortalmente da una
freccia e subito spirò. Né fu poi visto in alcuna parte. Infatti, a causa di
pochi nemici che per derubare i cadaveri s'aggirarono a lungo in quella
zona, nessun fuggitivo o abitante osò accostarvisi [...]. Risulta che si
salvò appena un terzo dell'esercito. Gli annali non ricordano una
disfatta simile a questa, ad eccezione della battaglia di Canne, sebbene
i Romani, tratti in inganno alcune volte dalla Fortuna che spirava
avversa, abbiano ceduto per qualche tempo all'avversità delle guerre e
per quanto i leggendari canti funebri dei Greci abbiano pianto su
molte battaglie.
31
Teodosio e il foedus coi Goti
• Riconosciuta l’impossibilità di cacciare i Goti, il nuovo
imperatore Teodosio conclude con loro nel 382 d.C. un
trattato: concesso lo stanziamento nei Balcani, in piena
autonomia, in cambio di aiuto militare.
• L’aiuto dei Goti a Teodosio contro l’usurpatore d’Occidente
Eugenio, sostenuto dal generale franco Arbogaste.
• La creazione di uno stato gotico, praticamente indipendente,
all’interno dell’Impero.
• Le tensioni religiose: i Goti, come altre popolazioni
germaniche, erano state convertite al Cristianesimo da Wulfila,
un missionario che predicava l’eresia ariana.
32
Teodosio
• Nell’immagine, ritratto
di
Teodosio
nel
cosiddetto Missorio di
Teodosio, piatto di
argento prodotto a
Costantinopoli
(388393 d.C.).
• Oggi si conserva a
Madrid,
alla
Real
Academia
de
la
Historia.
33
La divisione definitiva
dell’Impero
• Alla morte di Teodosio (395 d.C.) l’Impero è
diviso tra i suoi due figli, Arcadio (parte orientale)
e Onorio (parte occidentale).
• Teodosio affida i due giovani figli alla protezione
di Stilicone, magister utriusque militiae
(generalissimo) di origine vandalica, ma Arcadio
si libera presto da questa tutela.
• L’Impero romano non sarà più riunificato fino a
Giustiniano.
34
Il vandalo Stilicone, ultimo
difensore dell’Impero
d’Occidente
•
•
•
Nell’immagine ritratto di Stilicone, da un
dittico in avorio, ora al Tesoro del Duomo di
Monza.
Caratteristica figura di “barbaro” che difese
Roma fino alla morte, sconfisse più volte i
Visigoti di Alarico e gli Ostrogoti, ma non
poté impedire il dilagare dei Germani in
Britannia, Gallia e Spagna.
Il suo piano di intesa con i Goti del 408 d.C.
suscita una violenta opposizione della corte
imperiale: Onorio fa uccidere Stilicone.
35
Il sacco di Roma e il trasferimento
della capitale d’Occidente
• Le incursioni gotiche in Italia inducono il
debole Onorio a trasferire la corte imperiale
dall’esposta Milano a Ravenna, ben protetta
dalle paludi.
• Dopo l’uccisione di Stilicone niente può
fermare i Goti: nel 410 d.C. i Visigoti di
Alarico conquistano e saccheggiano Roma.
36
S. Gerolamo, Epistole, 127: la
disperazione per il sacco di Roma
• … dall'Occidente ci giunge la terribile notizia che Roma
viene assediata, che si compra a peso d'oro l’incolumità dei
cittadini, ma che dopo queste estorsioni riprende l'assedio:
a quelli che già sono stati privati dei beni si vuol togliere
anche la vita. Mi viene a mancare la voce, il pianto mi
impedisce di dettare. La città che ha conquistato il mondo è
conquistata: anzi cade per fame prima ancora che per
l'impeto delle armi, tanto che a stento vi si trova qualcuno
da prendere prigioniero. La fame disperata fa sì che ci si
getti su cibi nefandi: gli affamati si sbranano l'uno con
l'altro, perfino la madre non risparmia il figlio lattante e
inghiotte nel suo ventre ciò che ha appena partorito.
37
Il sacco di Roma
• Una rappresentazione del sacco di Roma in una miniatura da Agostino,
La città di Dio, Parigi, 1475 circa.
38
Ravenna: il mausoleo di Galla
Placidia (430 d.C. circa)
39
Gothia o Romania?
• Dopo il sacco di Roma, Alarico si dirige in Italia
meridionale, trovando improvvisamente la morte presso
Cosenza.
• Il nuovo re Ataulfo, piuttosto che consolidare il suo
dominio in Italia, preferisce crearsi un regno tra Gallia
meridionale e Spagna settentrionale, con capitale Tolosa.
• L’intesa Visigoti e Roma è cementata dal matrimonio tra
Ataulfo e Galla Placidia, sorella di Onorio.
• La linea politica di Ataulfo: piuttosto che creare un impero
Gotico, mettere la forza dei Goti al servizio dell’Impero
romano.
40
Orosio, Storie contro i pagani, VII, 43:
Ataulfo e l’idea di Roma
• [Ataulfo] soleva raccontare di aver dapprima ardentemente
bramato di cancellare il nome romano, di fare di tutto il territorio
l'impero dei Goti o – per usare un'espressione popolare – che
fosse Gotia ciò ch'era stato Romania, e d'essere lui, Ataulfo, nel
suo tempo quello che un tempo era stato Cesare Augusto. Ma
che, convintosi per lunga esperienza che né i Goti potevano in
alcun modo ubbidire alle leggi, a motivo della loro sfrenata
barbarie, né era opportuno abrogare le leggi dello stato, senza le
quali lo stato non è stato, scelse di procacciarsi con le forze dei
Goti almeno la gloria di restaurare nella sua integrità, anzi di
accrescere, il nome romano e d'essere stimato presso i posteri
restauratore dell'impero di Roma, dal momento che non aveva
potuto trasformarlo.
41
La figura di Ezio
• Alla morte di Ataulfo, Galla Placidia sposa il generale Flavio
Costanzo.
• Il figlio della coppia, Valentiniano III, succede allo zio
Onorio nel 425 d.C.
• Il giovanissimo Valentiniano è dominato dalla personalità
della madre e dei generalissimi, tra i quali Flavio Ezio.
• La crisi dell’Occidente: nel 429 d.C. i Vandali passano nelle
province africane, mentre gli Unni di Attila premono sulla
Gallia.
• La politica di Ezio: usare i barbari contro i barbari.
• L’esercito della coalizione germanica creata da Ezio blocca
Attila nella battaglia dei Campi Catalaunici del 451 d.C.
42
La fine di Attila e di Ezio
• La spedizione di Attila contro l’Italia è
fermata nel 452 d.C. da papa Leone I sul
Mincio: un annuncio del ruolo che il papato
avrà in Italia nei secoli a venire.
• Alla morte di Attila, nel 453 d.C., la
coalizione unna si sfascia.
• Nel 454 d.C. Ezio è eliminato da
Valentiniano III, stanco della sua tutela.
43
Leone e Attila
• Raffaello, L’incontro tra Leone il Grande e Attila, 1514, affresco dal
Palazzo Pontificio, Città del Vaticano.
44
Gli ultimi decenni dell’Impero
d’Occidente
• Alla metà del V sec. d.C. l’Impero d’Occidente è limitato
all’Italia e ad alcune aree della Gallia meridionale.
• La costante minaccia dei Vandali, che giungono a
saccheggiare Roma.
• Le deboli figure degli imperatori sono ostaggio dei
generalissimi di origine germanica, tra i quali spicca il
suebo-visigoto Flavio Ricimero (456-472 d.C.).
• Nel 474 d.C. il nuovo generalissimo Oreste proclama
imperatore il figlioletto Romolo (detto Augustolo, “il
piccolo Augusto”).
45
La caduta dell’Impero d’Occidente
•
•
•
Nel 476 d.C. Odoacre, comandante
delle truppe germaniche al soldo di
Roma, sconfigge Oreste e depone
Romolo Augustolo.
Odoacre rimanda le insegne del
potere
imperiale
a
Zenone,
imperatore d’Oriente, affermando di
governare l’Italia in suo nome.
L’atto segna tradizionalmente il
passaggio
al
Medioevo,
ma
probabilmente non fu avvertito come
epocale dai contemporanei.
46
Malco di Filadelfia, Storia bizantina,
frammento 10 Müller: la caduta “senza
rumore” dell’Impero d’Occidente
• [Romolo Augustolo] indusse il senato ad inviare un'ambasceria a
Zenone per comunicargli che per i senatori non ci sarebbe stato
più bisogno di un Impero a se stante in Occidente, perché
sarebbe bastato un solo imperatore in comune per le entrambe le
parti. Gli si doveva comunicare, infatti, che dagli stessi senatori
Odoacre, dotato com'era di intelligenza politica e insieme
militare, era stato riconosciuto idoneo a preservare il governo
degli affari pubblici nelle loro mani; si chiedeva perciò a Zenone
il conferimento a Odoacre della dignità di patrizio e del governo
della diocesi italiciana.
47
L’arrivo degli Ostrogoti
• Per fronteggiare le ambizioni di Odoacre, giunto a
proclamarsi rex Italiae, l’imperatore Zenone
induce gli Ostrogoti di Teoderico a dirigersi
contro l’Italia.
– Un duplice obiettivo: liberarsi della presenza ostrogota
in Pannonia e sostituire Odoacre con il “filoromano”
Teoderico.
• Teoderico elimina rapidamente Odoacre (493
d.C.), stabilendo la sua corte a Ravenna.
48
L’Italia ostrogota
• Una regione relativamente pacifica e prospera.
• In politica estera Teoderico mantiene buoni
rapporti con l’Impero d’Oriente e afferma il suo
prestigio in Occidente sugli altri regni romanogermanici:
– I Franchi in Gallia settentrionale, i Visigoti in Gallia
meridionale e in Spagna, i Vandali in Africa.
• In politica interna Teoderico si atteggia piuttosto,
nella titolatura e nell’azione, ad erede degli
imperatori romani
49
I regni romano-barbarici e gli
Ostrogoti in Italia (526 d.C.)
50
Corpus Inscriptionum Latinarum X,
6850: Teoderico restaura la via Appia
• Il nostro signore, il gloriosissimo e inclito re Teoderico, vincitore e
trionfatore sempre Augusto, nato per il bene della cosa pubblica, custode
della libertà e propagatore del nome romano, soggiogatore di popoli, ha
restituito all'uso pubblico e alla sicurezza dei viaggiatori, con ammirevole
successo, grazie al favore divino, la strada del Decennovio della via Appia,
cioè il tratto che va da Treponti a Terracina, e i luoghi che sotto tutti i
precedenti principi erano sommersi dalle paludi che vi confluivano da
entrambe le parti; impegnandosi attivamente nell'opera assegnatagli e
ottemperando felicemente ai proclami del clementissimo principe, il
rampollo della specie dei Deci, Cecina Mavorzio Basilio Decio, uomo
clarissimo e illustre, già prefetto dell'urbe, già prefetto al pretorio, già
console ordinario, patrizio, che per perpetuare la gloria di un così gran
signore, deviata in mare l'acqua per mezzo di innumerevoli canali prima
inesistenti, li riportò a una condizione asciutta, ignota agli avi perché troppo
antica.
51
La convivenza tra Goti e Romani
• Gli Ostrogoti, in netta minoranza rispetto alla popolazione
romana, si accontentano di un terzo delle terre, secondo
l’istituto dell’hospitalitas.
• Il pacifico insediamento degli Ostrogoti, soprattutto
nell’Italia centro-settentrionale.
• Il dualismo delle carriere: l’amministrazione civile nelle
mani dei Romani, quella militare nelle mani degli
Ostrogoti.
• Il dualismo giudiziario (tribunali e diritti diversi per
Ostrogoti e Romani) e religioso (chiese diverse per gli
Ostrogoti ariani e i Romani cattolici).
52
Cassiodoro, Varie, VII, 3: l’amministrazione
della giustizia nell’Italia ostrogota
• Poiché sappiamo che, con l'aiuto di Dio, i Goti vivono commisti a voi,
affinché non nascano liti tra vicini, come spesso accade, abbiamo
ritenuto necessario inviarvi, in qualità di comes, un uomo esimio, a noi
ben noto per gli specchiati costumi di vita. Egli dovrà decidere,
secondo i nostri editti, delle controversie che insorgono tra due Goti.
Nel caso che nascano questioni tra un Goto e un Romano egli,
associatosi un Romano esperto di diritto, risolverà la contesa in spirito
di equità. In caso di lite tra due Romani, la causa sarà discussa davanti
a quei giudici Romani che noi mandiamo nelle province perché sia
fatta giustizia ad ognuno e, pur nella diversità dei giudici, una sola
giustizia tutti abbracci. Così, se Dio ci assiste, entrambi i popoli
godranno in pace di una vita serena.
53
Il fallimento dell’esperimento di
Teoderico
• Le tensioni del periodo finale del regno di
Teoderico:
– L’ostilità dell’Impero d’Oriente nei confronti
dell’arianesimo portano ad una reazione in Italia contro
i cattolici: papa Giovanni I viene imprigionato.
– La crescente tensione tra la vecchia aristocrazia romana
e l’elemento ostrogoto: l’uccisione di Boezio e
Simmaco, principali collaboratori romani di Teoderico.
– L’ascesa dei Franchi di Clodoveo, cattolici, che
minacciano la leadership di Teoderico.
54
Il Mausoleo
di
Teoderico a
Ravenna
55
L’intervento dell’Impero d’Oriente
• L’uccisione della regina filobizantina Amalasunta,
figlia di Teoderico, dà all’imperatore d’Oriente
Giustiniano il pretesto per intervenire in Italia.
– Parte del grandioso piano giustinianeo di riconquista
dell’Occidente, che già aveva portato alla sottomissione
dell’Africa settentrionale e della Spagna meridionale.
• La guerra greco-gotica: un conflitto lunghissimo
(535-553 d.C.) e disastroso per l’Italia, con gravi
perdite umane e materiali.
56
Procopio di Cesarea, Guerra gotica, II,
20: l’Italia ai tempi della guerra gotica
• L'anno avanzava verso l'estate, e già il grano cresceva spontaneamente
anche se però non nella stessa quantità che in passato, ma assai meno.
Infatti, non essendo stato interrato nei solchi con l'aratro, né con mano
d'uomo, era rimasto in superficie e la terra non poté fecondarne che
una piccola parte. Non essendovi poi nessuno che lo mietesse, arrivato
a maturità cadde a terra e niente poi ne nacque. La stessa cosa avvenne
anche in Emilia, così che la gente di quelle località, lasciate le loro
case, si recarono nel Piceno pensando che quella regione, essendo sul
mare, non dovesse essere del tutto afflitta dalla carestia. Altrettanto
afflitti dalla fame per la stessa ragione furono i Toscani: tra loro quanti
abitavano in montagna, macinando ghiande di quercia come grano, ne
facevano del pane da mangiare. Com'era naturale, la maggior parte era
colta da malattie di ogni tipo e solo pochi erano quelli che riuscivano a
sopravvivere.
57
L’invasione longobarda
• L’ultima delle invasioni germaniche: premuti dagli Avari, i
Longobardi di Alboino dalla Pannonia si trasferiscono in Italia
(569 d.C.).
• La divisione dell’Italia:
– Ai Longobardi l’Italia settentrionale, la Toscana, parte dell’Umbria,
dell’Abruzzo, del Molise, della Campania e della Lucania, divise in
ducati, con un certo grado di indipendenza dal re di Pavia.
– Ai Bizantini le aree costiere della Liguria, del Veneto, la Romagna, le
Marche, il Lazio, la costa campana, l’Italia meridionale e le isole.
• La fine dell’unità dell’Italia e il collasso delle strutture
dell’Italia romana a seguito dell’invasione longobarda
segnano la vera cesura tra Antichità e Medioevo.
58
I Longobardi
• Cavaliere longobardo
dallo Scudo di Stabio
(Canton Ticino), VII
sec. d.C., oggi a
Berna, Historisches
Museum.
59
L’Italia
longobarda e
bizantina
60
Gregorio Magno, Dialoghi, III,
38: la fine del mondo
• Le città sono spopolate, le fortezze distrutte, le chiese
bruciate, i conventi sia maschili che femminili sono
abbattuti, deserte le campagne e abbandonate da
coloro che le potevano coltivare, solitaria e vuota è la
terra che nessun proprietario abita più, e bestie feroci
si sono insediate nei luoghi dove prima abitavano
numerosi uomini. Non so quello che accadde in altre
parti del mondo. Comunque, in questo paese in cui
viviamo la fine del mondo non solo si annuncia, ma si
mostra.
61
Per saperne di più
• H. Brandt, L'epoca tardoantica, Bologna 2005.
• A. Cameron, Il tardo impero romano, Bologna 1995 [BAU
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L`Italia tardoantica: un`età di cambiamenti