STORIA DELLA LINGUA GRECA
Laurea Triennale
a.a. 2009-2010
Prof.ssa Paola Cotticelli,
(36 ore)
I dialetti greci storici tra il II e il I
millennio a.C.
[email protected]
Prof.ssa Paola Cotticelli - Storia della
lingua greca - aa. 2009-2010
Programma 2008/2009
1. Collocazione del greco all'interno della famiglia i.e.
1.2. Isoglosse principali che danno il grado della parentela
tra il greco e le altre lingue indoeuropee (fonetica, lessico,
morfologia, sintassi)
1.3. Caratteristiche esclusive del greco (innovazioni
rispetto alle altre lingue), fonetiche e morfologiche
2. Collocazione storica del greco. Inizio della
tradizione scritta
2.1. Storia della scrittura
2.2. Storia del sillabario miceneo
2.3. Storia dell´alfabeto greco
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Programma/2
3.
3.1.
4.
5.
5.1.
6.
6.1.
7.
7.1.
7.
Divisione dei dialetti greci
Breve storia delle proposte delle suddivisioni dei
dialetti greci
Definizione della denominazione "greco“
Il greco miceneo
Testi
Il greco omerico
Testi
Il greco delle iscrizioni
Testi
Il BASP:
esperimenti e testi
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Bibliografia consigliata
Storia della lingua greca
O. Hoffmann-A. Debrunner-A. Scherer, Storia della lingua greca, trad. it. Napoli,
Macchiaroli, 1969.
L.R. Palmer, The Greek Language, London, Faber, 1980.
Per lo studio dei dialetti greci
Y. Duhoux, Introduzione alla dialettologia greca antica, trad. it. Bari, Levante, 1986.
A. C. Cassio, Storia delle lingue letterarie greche, Le Monnier, Firenze 2008
(Mondadori).
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1. Collocazione del greco all´interno della famiglia
indoeuropea
1.1. Il greco e l'indoeuropeo
1.1.1. Definizione dei concetti usati (ie.; ricostruzione; protolingua, periodo
ricostruito a cui si fa riferimento etc.)
1.1.2. Definizione del ricostruibile e del ricostruito (concezione
brugmanniana; neogrammatica; problema dell'ittito e delle laringali)
1.1.3. Collocazione della lingua all'interno della famiglia i.e.. Appartiene al
gruppo „Kentum“.
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1./2 L’indoeuropeo: una lingua o un insieme di dialetti?/2
1.1.4. Le concordanze sistematiche e le differenziazioni antiche.
FENOMENI DI CONSERVAZIONE
le opposizioni vocaliche a, e, o (con armeno e italo-celtico, e contro
indoiranico e germanico)
il significato ‘tonico’ e semantico (non intensivo né metrico) dell’accento
(come in lituano, in serbo)
il ritmo quantitativo (sillabe brevi e sillabe lunghe)
1.1.5. La non coscienza dell’unità originaria. Cultura indoeuropea.
1.1.6. La patria degli indoeuropei: localizzazione nelle steppe meridionali russe,
dalle quali hanno preso le mosse progressive migrazioni da est a ovest, a
sud, a nord.
1.1.7. La cronologia: l’indoeuropeo del terzo millennio (i metalli, l’agricoltura) e
prime attestazioni linguistiche (anatolico) verso il XVII-XVI sec. a.C.
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1./3 L’indoeuropeo: una lingua o un insieme di dialetti?
1.1.8. Formazione dei singoli gruppi e di singole lingue:
Ogni lingua comune presuppone un’unità politica e
culturale, anche se può sopravvivere al dissolversi di un’unità
nazionale.
Ogni lingua comune risulta dall’estendersi di una lingua
predominante oltre i suoi confini (il diffondersi di una lingua è
sempre il diffondersi di un tipo di cultura).
Ogni lingua comune che diventa ‘imperiale’ tende nuovamente
a differenziarsi in molte varietà dialettali.
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1.2. Isoglosse principali con le altre lingue indoeuropee
1.2.1. Il greco è imparentato con diverse altre lingue iee. tramite
caratteristiche comuni:
- sul piano del lessico con l'armeno
- sul piano della fonologia con l'iranico
- sul piano del sistema verbale con l'indiano
- lo strato „egeo-anatolico“
Pelasgi (dalla Tessaglia a Creta: indoeuropei pre-greci per V. Georgiev,
A.J. van Windekens), Lelegi (dalla Grecia centrale all’Asia Minore), Cari.
Le popolazioni anatoliche (l’anatolico di P. Kretschmer, Einleitung in die
Geschichte der griechischen Sprache, Göttingen 1896) e il rapporto con il
ceppo ittito-luvio e con le lingue caucasiche.
Toponimi ‘anatolici’; antroponimi e teonimi.
Case e ambienti, utensili e suppellettili, piante, animali, metalli, armi,
mare, danza, sovranità.
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1.2. / 2 Isoglosse principali con le altre lingue indoeuropee
1.2.2.
Modelli
ricostruiti
del
paradigma
nominale
(declinazioni=temi; genere, numero, numero dei casi)
1.2.3. Modelli ricostruiti del paradigma verbale (coniugazioni,
tempi, modi, aspetti, modi dell'azione, ingiuntivo, imperativo,
desinenze)
1.2.4. Modelli ricostruiti del paradigma pronominale
1.2.5. Accenni di morfologia
1.2.6. Accenni di sintassi
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1.3. Caratteristiche esclusive del gruppo greco
1.3.1. Innovazioni
A. Fonetica:
il sistema consonantico
il suono s, semivocali e sonanti; la generale tendenza all’assordimento e
alla semplificazione
- sostituzione di un /i/ iniziale tramite lo spirito aspro (=/h/) sostituzione sistematica di laringali anteconsonantiche tramite le vocali
a/e/o , a seconda del tipo di laringale
- trattamento dei gruppi "occlusiva + /i/ = /pi/ /bhi/ > /pt/ πτ
Le cadute intervocaliche di |y|, |w| e |s| e gli incontri vocalici (N.B.: le
contrazioni costituiscono una fase successiva al greco comune).
L’indebolimento di -s- e la progressiva spirantizzazione delle occlusive
dolci e aspirate (s > h, b > v, etc.).
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1.3./2 Caratteristiche esclusive del gruppo greco:
innovazioni
il sistema vocalico e i dittonghi (progressivamente scomparsi,
prima nel beotico, poi nel greco, ma conservati in gran parte nel
lituano)
la caduta delle consonanti finali e l’uniformazione delle finali in
vocale, dittongo, restrizione a sole tre possibilità di
terminazione di parola n, r, s; le leggi dell’accento
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1.3./3 Caratteristiche esclusive del gruppo greco:
innovazioni
B.1. Morfologia nominale
La conservazione del sistema flessivo: temi e desinenze
Le funzioni: numero, persona, maschile/ femminile/neutro,
casi.
La semplificazione progressiva
Il crollo del sistema indoeuropeo delle radici semantiche
Paradigma di flessione nominale (paradigma del contenuto):
lo specifico sincretismo dei casi nel paradigma nominale
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1.3./4 Caratteristiche esclusive del gruppo greco
B.1.1. Paradigma di flessione nominale (paradigma
dell'espressione):
- sostituzione della desinenza ie. di loc. pl. *-su
tramite -σι, in funzione di dat.-loc. pl.
- il suffisso di superlativo -τατο
- livellamento paradigmatico delle differenze nella
flessione del pronome dimostrativo e relativo da una
parte e, dall'altra, dei nomi con tema in -o e in -a lungo
- il pronome dimostrativo ου)τοj, aυ)τοj, (ε))κεινοj
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1.3./5 Caratteristiche esclusive del gruppo greco
Semplificazione dei casi da 8 a 5 (l’eliminazione dei casi a
valore concreto).
Conservazione delle alternanze vocaliche e della
caratterizzazione accentuativa dei casi nel sistema nominale.
La semplificazione della declinazione dei dimostrativi.
L’opposizione tra animato e inanimato, il neutro plurale (con
l’accordo del verbo al singolare, come solo nelle Gāthā
dell’Avesta), la progressiva scomparsa del duale (salvo che
nell’attico).
La varietà formale e l’unificazione della koinh/ (ma non ai
livelli di monotonia del turco o del finnico).
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1.3./6 Caratteristiche esclusive del gruppo greco
B. 2. Morfologia verbale la distinzione tra attivo/medio/passivo
nell'aoristo e futuro
Verbi
radicali
e
verbi
denominativi
(-aω,
-eω,
-oω,
-aζω, -iζω, -πτω, -σσω < ie. *t-yo), la coniugazione regolare (il paradigma), la
progressiva crisi del perfetto, nomi radicali (zugon) e nomi derivati (zeugma).
L’estensione (massima) del participio e dell’infinito (privo però di flessione
prima dell’articolo), la limitazione dell’aggettivo verbale e delle forme
perifrastiche (che invece abbondano in latino).
L’opposizione
aspettuale
presente/aoristo/perfetto,
modale
indicativo/congiuntivo/ottativo (mantenuta solo dal vedico e dall’avestico),
di diatesi attivo/medio/passivo.
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1.3./ 7 Caratteristiche esclusive del gruppo greco
Greco come lingua unitaria o gruppo di dialetti greci?
Le differenze dialettali sono tarde, tranne -μεν/-μες,
τότε/τότα/τόκα, εij//αij, aν/κε (residui di una differenziazione
originaria dopo un periodo di livellamento). Le divergenze tra
A. Meillet e A. Scherer.
La mancanza di una documentazione storica delle fasi di
passaggio e delle ‘innovazioni’.
Il greco lingua di conquista: relazioni e trasformazioni interne.
Il processo ‘a fisarmonica’: la costruzione di nuove lingue
comuni ‘interne’ al greco.
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1.3./ 8 Caratteristiche esclusive del gruppo greco
C. Sintassi
La libertà dell’ordine delle parole, che tendenzialmente è SOV, ma in poesia
funzionale all’espressività e non alla grammatica.
Posizione delle parole enclitiche (Posizione di Wackernagel) al II posto della
frase) e gli stacchi espressivi.
L’articolo e la sua funzione ‘associativa’, grammaticalizzato dal dimostrativo
anaforico.
Una lingua ‘intellettuale’: l’eliminazione degli elementi affettivi e concreti
(nel verbo, i desiderativi, gli iterativi, i causativi, gli intensivi; nel nome, gli
strumentali, i locativi, gli ablativi)
L’esempio della comparazione (intensivi e distintivi diventano parimenti
comparativi).
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2. Collocazione storica del greco. Inizio della
tradizione scritta
• Età del Bronzo antico: 2800-1900 a.C.
• Età del Bronzo medio: 1900-1600 a.C.
• Età del Bronzo recente: 1600-1100 a.C.
• Il periodo miceneo: tra 1450 e 1200 a.C.
periodo oscuro, tra 1200 e 900 a.C.
Il periodo anticoIl : dai primi documenti al 394 d.C. (la divisione
dell’impero romano)
- fase dialettale: fino alla morte di Alessandro Magno (323 a.C.)
- fase ellenistica e romana: lo sviluppo della κοινZ
Il periodo bizantino: dal 394 al 29 maggio 1453 (la conquista di
Costantinopoli)
Il periodo moderno: dal 1453 a oggi
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Collocazione storica/2
- Le prime ondate di popolazioni parlanti una lingua greca
sono da collocarsi nel 2. millennio
- 14.-13. sec. ha inizio la tradizione scritta del greco della
lineare B sulle tavolette
- 700 a.C. circa si colloca l'inizio dei poemi omerici e si data il
Vaso di Dipilo di Atene cosí insieme quello della tradizione
letteraria
- nel periodo alessandrino si codifica la cosiddetta κοινή
All'inizio della sua tradizione storica letteraria il greco non si
presenta come lingua compatta bensì in forma di diversi
dialetti (storici) a cui si aggiungono una serie di lingue
letterarie artificiali, d'arte.
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2.1. Storia della scrittura
Vedi i files relativi a:
2.2. Storia del sillabario miceneo
2.3. Sviluppo dell´alfabeto
2.3.1. Formazione dell´alfabeto
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2.1.1. Dagli ideogrammi alle sillabe
1. Fase pittografica: il disegno della “stella” indica il
cielo stellato in sumero.
2. Fase ideografica: il disegno della “stella” indica
anche la “divinità” che ha sede nel “cielo stellato”
3. Fase logografica: il disegno della “stella” si legge
AN in sumero e significa: “cielo stellato, stella,
dio”
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2.1.2. Dalle sillabe all’alfabeto
• STRUTTURA SILLABICA: tipica del cuneiforme, del miceneo, del
cipriota rappresenta lo sviluppo secondo il principio acrofonico
dalla fase logografica. Esempi:
•ka, ke, ki, ko, ku > kx = kx, a, e, i, o, u
•STRUTTURA ALFABETICA: si sviluppa dal fatto che le lingue semitiche
non notavano le vocali nelle prime sistemazioni alfabetiche dei testi di Ras
Shamra (fenicio)
• k + (a, e, i, o, u solo pronunciate)
2.2. Sillabario miceneo: Vedi file PDF
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2.3. La formazione dell’alfabeto
Le ‘matres lectionis’: ’aleph ()), yod (y), waw (w)
Le vocali e l’aspirata: )>Α, y>Ι, w>Υ (e ), h>Ε, (>Ο, x>Η
Le sonanti: l>Λ, m>Μ, n>Ν, r>Ρ
Le occlusive: b>Β, g>Γ, d>Δ, p>Π, k>Κ, t>Τ, q> +>Θ
Le sibilanti: c, s # > Σ (Ξ),
z>Ζ
Il primo risultato: Α Β Γ Δ Ε F Η Ζ Θ Ι Κ Λ Μ Ν Ο Π Q Ρ Σ Τ Υ
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2.3.1. Completamento dell’alfabeto
a) ΠH > Φ
ΚΗ/ Η > X
b) L’alfabeto orientale
L’alfabeto occidentale
ΠΣ > Ψ
ΚΣ/ Σ > Ξ
(Φ = ph, Χ = kh, Ψ = ps, Ξ = ks)
(Φ = ph, Χ = ks, Ψ = kh, Ξ = -)
c) La psilosi e l’economia: Η = e lunga aperta (≠ Ē), Ω = o lungo
aperto (≠ Ō)
d) Il decreto ateniese Archino/Euclide (402/403 a.C.):
ΑΒΓΔΕΖΗΘΙΚΛΜΝΞΟΠΡΣΤΥΦΧΨΩ
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2.3.2. Alfabeti greci: diffusione
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2.3.3. Links sugli alfabeti greci
http://poinikastas.csad.ox.ac.uk/
TITUS Didactica Greek Alphabets Map frame.mht
TITUS Didactica Greek Dialects Map frame.mht
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2.3.4. I quattro tipi principali di alfabeto
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3. Divisione dei dialetti greci
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3./2 Carta delle suddivisioni dialettali/2
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3.1. Breve storia delle suddivisioni dialettali
La distinzione dialettale si stabilizza a partire dall'11. secolo,
dopo le invasioni doriche e la scomparsa del miceneo. I dialetti
storici si possono suddividere nel seguente modo:
1. gruppo dorico-nord-occidentale (dorico in senso stretto) :

Laconico con Taranto
Cretese
messenico
melico, thera, cirenaico, rodio
argico
corinzio
città doriche della Sicilia

megarico






1.1. dorico della lingua d'arte è quello della lirica corale
(Pindaro), delle parti corali della tragedia
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3.1./2 Breve storia delle suddivisioni dialettali/2
1.2. greco nord-occidentale:





locrese
Focese
etolico
Epirotico
eniaco
1.3. I dialetti di Acaia ed Elide hanno grosse
somoglianze con i dialetti nord-occidentali.
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3.1./3 Breve storia delle suddivisioni dialettali/3
2. gruppo eolico:
lesbico
tessalico
beotico
2.1. lesbico + lingua epica caratterizzano la
lingua d'arte di Saffo e Alceo.
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3.1./4 Breve storia delle suddivisioni dialettali/4
3. gruppo arcadico-cipriota:


arcadico
Cipriota
4. gruppo ionico-attico:




ionico dell'Asia Minore
ionico insulare
dialetti dell'Eubea
attico
4.1. La lingua epica è ionica con influssi eolici. Ionico è anche
la lingua letteraria degli epigrammi, delle elegie e dei giambi,
le parti dialogiche della tragedia. La lingua della prosa
letteraria è lo ionico fino al 5./4. secolo, poi lo diventa l'attico.
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3.1./5 Breve storia delle suddivisioni dialettali/5
5. il miceneo (tavolette da Cnosso, Pilo,
Micene, Tebe 14./13. sec.) rimane per la sua
arcaica attestazione difficilmente collacabile
in un rapporto genealogico di filiazione con i
dialetti tardi, la cui attestazione ha uno scarto
di circa 500 anni.
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3.1. /6 Riflessioni sui dialetti greci: uno sguardo d’
insieme
• Il miceneo e le sue filiazioni: l’arcadico, il cipriota e
il panfilio (il problema dell’unitarietà del gruppo).
• Oriente e Occidente: il gruppo ionico-attico
(coesione) e il gruppo occidentale (frammentazione).
• L’eolico e la sua natura mista: tre o quattro gruppi.
Le tesi di O. Hoffmann, W. Porzig, E. Risch.
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4. Definizione della denominazione “greco”
La continuità linguistica tra conservazione e
innovazione (una lingua è continuo movimento) .
Concordanze sistematiche tra le forme di diverse fasi
storiche di una lingua e corrispondenze regolari tra le
particolarità delle diverse parlate derivate da una
preesistente unità linguistica.
I cambiamenti, le regole determinate, la ‘simmetria del
cambiamento’.
Le parlate indoeuropee: consonanze fonetiche,
morfologiche (la flessione) e lessicali, differenze nella
flessione verbale e pronominale e nel lessico; i dialetti
‘interni’ all’indoeuropeo
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4.1. Gli A)χαι=oi nel il Mediterraneo
Le ‘innovazioni elleniche’ (fonetiche e grammaticali) e il tasso
di ‘indoeuropeo’ nel lessico greco.
Vestigia linguistiche ‘mediterranee’: l’‘etrusco’ di Lemno,
eteocretesi ed eteocipri, i minoici.
Lingue e grafie sconosciute: un problema di metodo
(l’impossibilità di comprendere una lingua, la cui tradizione si sia
interrotta, senza traduzioni in altra lingua conosciuta o senza forti
somiglianze con altra lingua conosciuta; la decifrabilità di una
lingua conosciuta ‘nascosta’ sotto una grafia ignota).
Nomi propri (antroponimi, toponimi, teonimi: la cautela
necessaria di fronte a questo materiale, variabile e ‘insensato’) e
dati archeologici.
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4.2. Migrazioni e invasioni nel II millennio
Gli Ittiti e i Luvi dal 2000 al 1200: strutture
indoeuropee, lessico ‘nuovo’ (rapporti con gli Ahhijawâ).
Gli Arya (le iscrizioni Hurriche del XIV sec. con
divinità indoiraniche e i testi di ippologia: Indra, Nāsatya,
Mitra, Varuna) e il regno di Māda (Mh`doi) tra XIV e XIII
sec. a.C.
Illiri, Macedoni, Traci, Frigi dalla parte settentrionale
della penisola balcanica (XIII sec. ca.).
Le altre popolazioni anatoliche: Lici (estese iscrizioni
funebri), Lidi, Cari. Le popolazioni caucasiche.
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4.3. Ittiti e Luvii
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5. Il greco miceneo
Storia documentaria delle scoperte
Immagini di testi su tavolette e reperti archeologici
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Michael Ventris (12.7.1922-6.9.1956)
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Sir Arthur Evans (8.7.1851-11.7.1941)
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Heinrich Schliemann (6.1.1822-26.12.1890)
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Le tavolette cretesi
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Tavolette a foglia di palma
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Tavolette a piena pagina
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Scritture nel mondo miceneo: I ‘geroglifici’
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lingua greca - aa. 2009-2010
Il disco di Festo
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La lineare A
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La lineare B
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Il segnario
miceneo
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La natura della grafia sillabica micenea
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Gli ideogrammi e il contesto
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I numerali
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I determinativi di A. Evans
• i segni ‘categoriali’ (come le nostre maiuscole):
CITTA’, NOMI, PIANTE;
• il determinativo della ‘sovranità’:
• il determinativo della ‘sacralità’:
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Segni ideografici
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Ipotesi sul rapporto tra lineare B e A
1) L’ortografia ‘reale-palaziale’ (A. Evans).
2) La stessa lingua in grafia ‘non gotica’ (G. Pugliese Carratelli).
3) L’adattamento di una grafia a un’altra lingua.
• Le linee-guida e il sistema numerale.
• Il ritrovamento di lineare B in altri siti.
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Scritture sillabiche a Cipro
e in Anatolia
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Il sillabario
cipriota
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Sillabario cipriota e
Lineare B
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Nuove scoperte
• Carl Blegen e la scoperta di Pilo (1939: 600
tavolette).
• Alan J.B. Wace e la scoperta delle tavolette di
Micene (1952: 50 tavolette).
• Le più recenti scoperte a Tebe, Orcomeno, Tirinto: la
rivoluzione della cronologia (dal 1750 al 1200 a.C.
ca.).
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I siti del Lineare B
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Testo del “tripode” Dalla lettera di Carl Blegen (maggio 1953):
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La tavoletta dei
pugnali
•Un segno, settanta sillabe? (es. ka)
• La riduzione delle possibilità.
• Il contesto e gli ideogrammi.
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Lingua micena: il greco del II millennio
1) Le sillabe: vocali (a, e, i, o, u, a2), dittonghi (a3/ai?), sillabe
aperte (ra-, re-, ri-), sillabe a doppia consonante (dwo-, pte-);
2) Mancanza di quantità: ko-wa, po-me, i-jo-te, pa-te, ti-ri-po;
3) Dittonghi: po-me/koi-no, qo-u-ko-ro, a3-ku-pi-ti-jo, de-we-ro-;
4) Unica serie per le liquide (do-e-ro, ri-no) e per le occlusive
(tranne d: da-mo, te-o-jo);
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Lingua micena: il greco del II millennio/2
5) Omissioni di: consonanti finali (pa-te, po-me), nasali e
liquide davanti a occlusiva e in fine di parola (a-to-roqo, a-re-ka-sa-da-ra), sibilanti davanti a consonante e
in fine di parola (pe-mo, koi-no; tranne m: de-so-mo);
6) ripetizione delle vocali nei nessi consonantici: wa-naka-(ke)-te, ku-su, re-po-to, ku-pe-se-ro, po-to-ri-jo
[ptolio], po-ti-ni-ja, qi-si-pe-e
wa-na-ka, po-mi-ni-jo,
po-pi.
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Lingua micenea : caratteristiche/ 3
1) mantenimento di ā: da-mo, a-ta-na;
2) forme non contratte: e-ke-e, do-e-ra;
3) sviluppo di una semivocale di passaggio: i-jo ( i-je-re-ja; ui > i: i-jo;
4) esiti delle sonanti: a-mo, pe-mo, pa-ro, a-pu, qe-to-ro-po-pi, to-pe-za, ma-ra-ku
[];
5) j > h o z ( ze-u-ke-u-si), sorda + j > s (pa-sa-ro, pa-sa), sonora + j > z (pe-za), sj
> j (gen. -oio da -osjo), ki/ke/gi/ge + vocale > z (o gutturale palatale) + vocale
(su-za, ai-za), conservazione di w (wo-no);
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Lingua micenea: caratteristiche
6) sonore aspirate > sorde (e-ke), d per l (da-pu3-ri-to-jo),
conservazione delle labiovelari (qe-to-ro-we, i-qi-ja), tranne che
prima e dopo u (qo-u-ko-ro), mancato passaggio di m a n (e-me);
7) caduta della sibilante iniziale (e-me, e-qo-te, a2-te-ro), ti/thi > si (kori-si-jo), semplificazione dei nessi con sibilante (me-no, mhno-, lat.
mēnsis);
8) varianti (a/o [ma/mo], a2/e [fialh/ fielh], a/u [da-ma-te/du-ma-te,
damartej], e/i [dentale + -emi- > -imi-: a-ti-mi-te], e-pi/o-pi, o/u, u/i) e
lingua scritta;
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Morfologia: temi in -a
sing.
N. -a (do-e-ra, e-qe-ta).
G. -a (di-wi-ja), -ao (qu-qo-ta-o).
D. -a (po-ti-ni-ja, ra-wa-ge-ta).
A. -a (ki-ti-ta).
dual.
N.A. -o (ko-to-no), -ae (e-qe-ta-e).
G.D. -oi (wa-na/no-soi).
pl.
N. -a (e-qe-ta)
G. -ao (e-re-ta-o).
D. -ai (ku-na-ke-ta-i).
A. -a.
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Morfologia: temi in -o
sing.
N. -o (do-e-ro)
G. -ojo (di-wo-ni-so-jo).
D. -o (da-mo).
A. -o (ri-no).
dual.
N.A. -o (pa-sa-ro).
G.D. -o.
pl.
N. -o (du-to-mo), -a.
G. -o (a-ne-mo).
D. -oi.
A. -o (si-a2-ro, sialonj), -a (do-ra).
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Morfologia: temi in consonante
sing.
N. - (pa-te, ti-ri-po)
G. -o (po-me-no, poimevnoj)
D. -e (po-de, a-ti-mi-te), -i.
A. -a.
dual.
N.A. -e (ti-ri-po-de).
G.D. -oi.
pl.
N. -e (to-ra-ke), -a (ke-ra-a).
G. -o?
D. -si (pa-si).
A. -e (a-ko-so-ne), -a (tu-we-a, quvea).
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Morfologia: temi in dittongo
sing.
N. -eu (ka-ke-u),
G. -ewo (i-je-re-wo),
D. -ewe (ka-ke-wi).
A. -ewa?
dual.
N.A. -ewe (ke-ra-me-we).
G.D. ?.
pl.
N. -ewe (ka-ke-we).
G. ?.
D. -eusi (ka-ke-u-si).
A. -ewe?.
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Morfologia: comparativi, pronomi, numerali
• Comparativi: me-u-jo, me-wi-jo, me-zo.
• Pronomi: mi, pei (sfei, to-jo, to-to, jo/o, jo-qi
(o(/ti).
• Numerali: e-me, dwo, du-wo-u-pi, ti-ri-, qe-toro-, we-, e-ne-wo-, de-ko-to.
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Morfologia: verbi
pres. att. e-ke, a-ke, pe-re, di-do-si, pa-si, e-ko-si, e-e-si.
pres. med. di-do-to, i-je-to
fut. do-se, do-so-si, a-ke-re-se
aor. a-pe-do-ke; a-pu-do-ke, e-ra-se, wi-de, de-ka-sa-to, a-ke-re-se
perf. e-pi-de-da-to
imper. pres. e-e-to
part. pres. att. e-o, e-ko-te, e-qo-te, o-pe-ro-sa
pres. med.-pass. o-ro-me-no, re-qo-me-no, ki-ti-me-na
fut. med. ze-so-me-no
aor. a-ke-ra-te
perf. a-ra-ru-ja, de-do-me-na, ke-ke-me-na
inf. pres. att. e-ke-e, a-na-ke-e
agg. verb. a-pi-ko-to, a-na-mo-to
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Morfologia: preposizioni, negazioni, congiunzioni
• Preposizioni: a-pi, a-pu, e-ne-ka, e-pi, ku-su, meta (dat.), o-pi, pa-ro, pe-da (acc.), po-si, en-, an-, peri, po-ro, pos, u-pa.
• Negazioni: o-u, o-u-qe.
• Congiunzioni: -qe (-te), a-u-qe, -de, o-/ jo- .
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Una tavoletta di Pilo (PY Eb 297 = 140 DMG = 95 Palmer)
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Una tavoletta di Pilo (PY Eb 297 = 140 DMG = 95 Palmer)
i-je-re-ja e-ke-qe eu-ke-to-qe e-to-ni-jo e-ke-e
te-o ko-to-no-o-ko-de
ko-to-na-o
ke-ke-mena-o o-na-ta e-ke-e
«la sacerdotessa possiede e dichiara che il dio (la
dea) possiede l’etonion, mentre i proprietari di terre
(affermano) che possiede gli usufrutti delle terre
pubbliche»
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5. Aufstieg und Niedergang dei Micenei
• Insediamento: parallelo a quello di Ittiti e Luvi, all’inizio del II
millennio a.C. in Anatolia?
• Le tavolette: a un passo dalla catastrofe (to-to we-to; il 1400 a Cnosso e il
1200-1150 altrove; l’esercito, i rematori, e il fronte di Pleurone; l’arrivo dei
Dori?).
• Termini della sovranità: wa-na-ka, ra-wa-ge-ta, te-re-ta-i, qa-si-re-e.
• Religione: Zeus, Era, Posidone, Atena, Artemide, Dioniso, Enialio, po-tini-ja da-pu-ri-to-jo.
• I metalli, l’oro, i manufatti elaborati, le armi.
• L’allevamento, l’agricoltura, la lavorazione della lana, l’olio.
• I rapporti ‘internazionali’ (es. l’Egitto, la Fenicia, Anatolia come dai testi
ittiti datati 1200 a.C.)
• Scomparsa del regno miceneo parallela a quello ittito (ca. 1100 a.C.).
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6. Il greco delle iscrizioni: Le fonti per lo studio dei dialetti
• Le
iscrizioni (pronuncia e forme grammaticali di una parlata
locale): ma le iscrizioni arcaiche sono rare, mentre sono frequenti
quelle a partire dal IV sec. (quando domina già la koinhv) e quelle in
ionico-attico (che è il dialetto per cui ce ne sarebbe meno bisogno,
perché ampiamente rappresentato a livello letterario).
• Le lingue letterarie (che non corrispondono alle parlate locali se
non in Attica, a Lesbo e in parte a Siracusa, ma danno informazioni
sui modi di impiego dei vari mezzi di espressione.
• I Greci non possiedono una letteraria unitaria – nemmeno la lingua
di Omero – distinta dalle lingue parlate, ma le lingue letterarie non
rispecchiano le differenze linguistiche diatopiche.
•Le testimonianze lessicografiche e grammaticali (a partire dalla fine
del IV sec. a.C.).
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6. / 1 Il paradosso dei dialetti greci
• Ogni regione, ogni città, ogni genere letterario, ogni autore ha
una varietà sua propria: il greco, con l’ittita e l’indoiranico, è la
lingua ie. attestata più anticamente, ed è quella con la maggior
varietà di parlate fin dall’inizio della sua tradizione.
• Gli apparentamenti e le cartine ‘a macchia di leopardo’.
• La storia delle stirpi e la geografia del mondo greco: il carattere
misto e diacronico delle migrazioni (ultima quella dorica, prima –
forse – quella ionico-‘achea’), le catene montuose, le isole e i bracci
di mare. La complessa ripartizione dei dialetti rispecchia la
complessa storia delle migrazioni indoeuropee nel Mediterraneo
orientale (in gran parte sconosciuta) e la complessa storia della
colonizzazione greca (in parte conosciuta).
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6. / 2 Il greco e i ‘greci’
• L’alfabeto
(tranne a Cipro), la letteratura, la coscienza di
parlare la stessa lingua, gli dèi e gli agoni panellenici.
• Differenze dialettali antiche nette (-men/-mej, -men,-menai/, -nai/, -en,
αij///εij, aν/κα, κεν), l’unificazione grafica e letteraria, la
coscienza di parlare una stessa lingua.
• Le sopravvivenze del fondo indoeuropeo, le innovazioni
della fase comune, le innovazioni indipendenti, le innovazioni
dovute a coesistenza posteriore, i prestiti (l’esempio di eijrhnh
ionico), commistioni e sovrapposizioni dialettali (l’esempio
dell’eolico nella ionica Chio, dell’arcadico-cipriota nella dorica
Creta, di -ti > -si).
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6./3 Cartina della Grecia dialettale
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6./ 4 Distribuzione dei dialetti greci
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6./ 5 L’ Acheo tra realtà e mito: un gruppo discusso
•Sin dai testi ittiti si nominano gli Ahhiyawa, forse un’ isoglossa
di Achei, rappresentati da un gruppo non compatto, non esteso
sino all’età storica, incapace di penetrazione culturale e
linguistica.
•La lingua degli Achei (II metà del II millennio a.C.). Le colonie
peloponnesiache pre-doriche (Λακεδαiμων, Κερuνεια a Cipro e in
Acaia) e i relitti del grande impero acheo (sin dal XIV sec. a.C.:
Acaia, Creta, Rodi, Ftiotide, Ponto Eussino).
• Le enclaves linguistiche: Arcadia, Cipro, Panfilia.
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6. /6 Gli Arcadi
• La grande popolazione pre-dorica e il popolo di pastori.
• La mancanza di una letteratura e le iscrizioni dal V al III sec.
a.C. (mesoun, didumoiun).
• I caratteri dell’arcadico: conservazione di ü e aspirazione,
conservazione del gruppo –ns- acc. Pl., dat. sing. in -oi,
estensione di -au ai femminili (oijkiau), des. medie in -toi.
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6. /7 Una parentela a distanza: Cipro e Arcadia
•Unità arcadico-cipriota
- Ti è assibilato > -si
• A Cipro si è
adottata una scrittura di tipo sillabico che rende
difficilmente l’imperfetto adattamento al greco (es. po-to-li-se
/ptolis/) a causa di un sistema di scrittura usato per un’altra
lingua.
• La mancanza di una letteratura, le iscrizioni a partire dal V/IV
sec. a.C. (tranne un’iscrizione del 1050-950 ca. a.C. scoperta a
Palepafo nel 1979), le glosse.
• I caratteri del ciprio: in + acc = ion eij + acc.; infinito in –nai; si
mantiene l´orginario –onsi/ onsa.
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6./ 8 Tra Greci e barbari: il panfilio
• Aspendo
(Aspendoj e le colonie di Argo achea -l’Argo
omerica).
• Le poche iscrizioni e glosse e il greco ‘lontanissimo’ ma
imparentato con l’arca-dico e con il cipriota (malgrado
Hoffmann-Debrunner-Scherer, che da ultimo lo considerano un dialetto a parte).
• La mancanza dell’articolo.
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6. / 9 Lo ionico-attico
• Contatti culturali e sintesi avanzate.
• La geografia dello ionico: l’Eubea, le Cicladi (meno Tera, Melo,
Coo, Cnido e Rodi), l’Asia Minore; la Calcidica, Italia (Cuma) e
Sicilia, Massalia e Agde (non esiste una sola città ionica sul
continente greco).
• La sovrapposizione all’eolico (es. di Herodot. I 150 e della
conquista di Smirne eolica da parte dei Colofonii), la ritirata di
fronte al dorico (es. di Thuc. VI 4,6 e di Zancle sotto Anassila); la
varietas dello ionico (rotacismo a Eretria di Eubea, la psilosi
microasiatica); la lingua ‘comune’ nata dalla precoce civiltà
mercantile ionica (l’eliminazione dei tratti locali).
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6./ 9 Caratteristiche ionico-attiche /2
•I
tratti comuni allo ionico e all’attico: la chiusura di a (lunga) in h,
mantenimento di a puro in attico dopo e,i,u,r; l’abbreviamento in iato (ew), le
contrazioni e la precoce caduta di ü, il passaggio dei nomina agentis in -thr a -thj,
eteroj per ateroj (da *sm-teros), le desinenze in -a~ e in -e~ aggiunte agli acc. e ai nom.
dei pronomi personali, oi e ai per toi e tai, la 3 pers. pl. del passato in -san e il -n
efelcistico, gli avverbi di luogo in -ου (oπου), le preposizioni non apocopate, an
per ke.
• I tratti distintivi: la pronunzia |ü| di υ ad Atene, ion. -rs- / att. -rr-, prhssw /
prhttw (Eretria) / prattw, psilosi / aspirazione, / gen. -ew / gen. -ou (politew/politou),
πoλιoς / πoλεως; ξεiνος / ξeνος; κοuρη / κoρη, att. meizwn e kreisswn.
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6. / 10 Il dialetto attico / 1
Il dialetto attico, a differenza del dialetto eolico e ionico d'Asia, non presenta la
psilosi delle vocali o consonanti aspirate iniziali
L'esito fonetico nell'evoluzione dei gruppi consonantici occlusiva+jod non passa
al gruppo spirante -σσ-, bensì rimane come doppia occlusiva -ττesempi: *πραγ-yo- si evolve in πράττω, pratto -"faccio"- contro a dorico, eolico e
koinè → πράσσω, prasso
Questa caratteristica è estesa anche a gruppi -σσ- originari, vale a dire che
θάλασσα, thalassa -"mare"- in attico è θάλαττα, thalatta ed è presente sia in
Beozia che in Eubea.
Il gruppo -ρσ- di altri dialetti si assimila in -ρρ- (scritto anche –ρ(spirito aspro) ρ
(spirito dolce) - a descriverne l'esito fonetico)
• esempi: in attico l'esclamazione-imperativo "coraggio!" è θάρρει (tharrei)
mentre in altri dialetti è θάρσει (tharsei).
Il digamma appoggiato a liquida e nasale ( -λF-vF -ρF ) sparendo non provoca
allungamento di compenso nella vocale precedente.:
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6. / 10 Il dialetto attico / 2
da un originario καλFός, kalwòs -"bello"- documentato in Beozia,
l'attico produce κaλός con la breve ampiamente testimoniata dalla
poesia drammatica, contro al normale esito κaλός documentato in
Omero e in altri dialetti.
2.
da un originario ξενFος, ξenFos, "straniero, ospite" (conservato nel
dorico) mentre in ionico ed eolico risuta ξεiνος, ξeinos, in attico prevale
ξένος
3.
da un originario FορFος, worwos, "confine" documentato nel miceneo,
che mentre in dorico diviene wρος e in ionico ed eolico οuρος, ma in
attico resta oρος.
alfa lunga originaria preceduta da ε, ι oppure ρ, (fenomeno definito
tradizionalmente alfa puro) non passa ad η come di norma nei dialetti
ionici
Le eccezioni a tale fenomeno (κόρη, kòre "ragazza" e κόρρη, kòrre,
"tempia", δέρη, dére, "collo") sono spiegabili con la concomitanza della
lenizione di digamma.
1.
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6. / 10 Il dialetto attico / 3
Contrazione. In Attico, diversamente che in ionico la contrazione tra
vocali è un fenomeno antico ed esteso, che non solo influenza la
coniugazione, dittongando vocali che in Erodoto e altri autori ionici
rimangono distinte, ma anche la declinazione nominale e pronominale (in
particolare è documentato principalmente in attico il passaggio da heautouheautwn a hautou-hautwn e persino gli stessi confini di parola, come è il caso
delle numerose crasi documentate nella letteratura drammatica e nella
logografica.
Morfologia
Rispetto alle altre parlate ioniche l'attico è un dialetto caratterizzato da
diversi fattori di conservazione: in particolare la persistenza di uso del
duale anche in periodi in cui tutti gli altri dialetti lo avevano abbandonato
da secoli.
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6./ 11 Distribuzione delle stirpi: gli Eoli
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6. / 11 L’eolico: i tre gruppi / 2
• La costa settentrionale dell’Asia Minore da Smirne alle colonie ioniche
dell’Ellesponto (la lotta tra Eoli e Ioni d’Asia, a partire dal IX sec. a.C.:
l’esempio di Chio, Eritre, Clazomene, Focea) e l’isola di Lesbo (il VI sec. di Saffo
e Alceo, e le iscrizioni del IV sec.): la prevalenza (culturale) del lesbico e la
lingua del IV-III sec. (l’es. della baritonesi).
• La Tessaglia: l’isolazionismo, gli allevatori e i peri oikoi, la mancanza di unità
politica, di una letteratura e di una lingua comune; la Tessaliotide (Farsalo e
Ciero: i rapporti con il dorico) e la Pelasgiotide (Larissa).
• La confederazione beotica e l’unitarietà; la scarsa penetrazione politicoculturale (gli esempi contrastanti di Pindaro e Corinna); la lingua unitaria
(dall’età classica al II sec. a.C.) e le riforme del III sec. (oe per oi, ou per |u|, u per
oi > |ü|, h per ai > |e|, ei per h).
• La variegata geografia dell’eolico (eolismi ‘fuori sede’) e l’accezione (non
letteraria, non antica) di dialetto eolico.
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6. / 11 Caratteristiche eoliche / 3
• L’evoluzione labiale delle labiovelari in inizio di parola.
• Le desinenze del presente per il participio perfetto attivo.
• L’evoluzione scura della sonante r (or, ro contro ar, ra).
• Gli aggettivi patronimici (cf. il nuovo Posidippo, di Pella).
•Una caratteristica interessante, sul piano delle consonanti, è il
trattamento delle velari micenee kw e gw, che vengono mutate
in π e β anche davanti ad ε: così abbiamo in eolico πέμπε e
βελφίς, invece di πέντε e δελφίς. Questo fenomeno influenza
anche l' arcado-cipriota.
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6. / 11
Caratteristiche eoliche/4
Flessione nominale
Nella prima declinazione, il genitivo plurale è -αν, privo d'accento per la legge
della baritonesi.
Il dialetto eolico di Tessaglia e Beozia mantiene ancora, nella seconda declinazione,
il genitivo -οιο, poi semplificato in -οι.
Nella terza declinazione, il dialetto eolico ha un dativo plurale in εσσι,
generalizzato dai temi in sibilante. Le tangenze fra il dialetto eolico e il cosiddetto
dialetto ionico della lingua dell'epica di Omero, fanno sì che tale forma faccia
capolino anche nello ionico letterario.
Flessione verbale
L'imperativo, in eolico, sia in Anatolia, sia in Tessaglia, mostra la desinenza, -ντον
nella terza plurale: ad es.: δίδoντον (att. διδόντων).
Nel verbo eolico si riscontra la tendenza ad estendere ai participi perfetti la
declinazione dei participi presenti: così ad esempio, il participio perfetto di
γίγνομαι, verbo che in eolico suona γίνυμαι (modellato analogicamente sui verbi
atematici di seconda classe), si declina: γεγόνων γεγόνοντος.
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6. / 11 I rapporti tra i tre gruppi eolici / 5
• 1) Le concordanze lesbico-tessalico contro il beotico: e[mmi vs eijmi.
•2) Le concordanze beotico-tessalico contro il lesbico: ginumai vs gignomai, ginomai
•3) Le concordanze lesbico-beotico: strotoj, peda (corrisponde a meta).
•4) La posizione del beotico e gli influssi nordoccidentali (da non sopravvalutare,
malgrado Pisani, che considera il beotico un dialetto a parte, in coda ai dialetti dorici.
•5) La posizione del lesbico e gli influssi ionici microasiatici: ti > si, proti > proj; en + acc.
(non dat.); eol. e tess. on per ana; psilosi e baritonesi, scomparsa del F, mantenimento del
suono sd, soluzione di ns panellenico nei gruppi -ais-, -eis, -ois-, coniugazione atematica dei
verbi contratti, desinenze della 3 pers. pl. dell’imperativo in -nton.
•6) La posizione intermedia del tessalico: pansa, gen. -oio.
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6. / 12 I Dori: l’ultima invasione indoeuropea
• L’enorme
estensione del gruppo occidentale: i pochi che
governano sui molti (Thuc. IV 126) e la guerra come stile di vita
(Plat. Leg. 625d).
• Dori del nord (aperti e pacifici) e Dori del sud (chiusi e
bellicosi).
• I Dori distinti in 3 phylai: Illi, Dimani e i Pamfili ad Argo,
Sicione, Corcira, Epidauro, Megara, Creta, Tera, Coo, Cirene,
Agrigento: la quarta tribù locale) e la successiva costituzione
spartiate di Licurgo.
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6. / 12
L’ultima invasione indoeuropea: i Dori /2
Dori furono una popolazione della Grecia antica, di origine indoeuropea. Il termine Dori viene tradotto
combattenti con la lancia
I Dori da alcuni non sono considerati stirpe ellenica, ma essi fecero del loro dio eponimo Doro un figlio (il
quarto) di Elleno, il capostipite degli Elleni.
Le genti doriche, rappresentanti dell'ultima ondata delle tribù che da nord e da est invasero la penisola e le
isole greche, abitavano originariamente la regione danubiana per poi passare nella valle del Vardar.
Penetrarono in Grecia parte attraverso l'Epiro e l'Illiria e parte attraverso la Macedonia Occidentale e la
Tessaglia. Raggiunsero il Peloponneso distruggendo Micene e Tirinto. Alcune loro città (Corinto e Megara in
particolare) presero parte al grande movimento colonizzatore che a partire dall'VIII secolo a.C. si sviluppò in
tutto il Mediterraneo. Colonie doriche furono fondate in Asia Minore, a Cipro, in Africa settentrionale ed in
Italia (Magna Grecia e Sicilia). Fra queste ultime vanno segnalate Ancona, Siracusa e Taranto, le più popolose
e ricche città greche d'Italia prima della conquista romana.
Nella tradizione antica questa migrazione è rappresentata dalla leggenda del ritorno degli Eraclidi. Secondo
la testimonianza di Erodoto e Tucidide i discendenti di Eracle verso il 1200 a.C. si sarebbero spinti nel
Peloponneso, in Laconia e nella Messenia.
Alcuni studiosi hanno individuato nel racconto mitologico una prova della cosiddetta "invasione dorica",
ultima responsabile della decadenza della civiltà micenea.
Per tre secoli, a partire dal 1100 a.C. circa, la Grecia attraversò un periodo di assestamento, chiamato dagli
storici Medioevo ellenico, caratterizzato da una commistione dei tratti peculiari della precedente cultura
micenea e delle innovazioni doriche, quali l'introduzione dell'uso del ferro, dell'incinerazione dei morti e
della costruzione dei primi templi.
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6. / 12 L’estensione del territorio dorico
• Corinto, Argolide, Laconia e Messenia
• Le Cicladi meridionali e le Sporadi (Melo, Tera, Càrpato, Coo, Rodi, Telo),
Cnido e Alicarnasso, Citera e Creta
• Le colonie megaresi del Ponto Eussino (Calcedonia e Bisanzio), Corcira,
Cirene (630)
• Magna Grecia (Sibari, Crotone, Metaponto, Poseidonia achee, Taranto
laconica > Eraclea sul Siri [432])
• Sicilia (Siracusa calcidese [734] e Archia corinzio, Megara Iblea > Selinunte
[650], Gela rodio-cretese [690] > Agrigento [580]).
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6. / 12 Documentazione del dorico / 2
• La letteratura dorica: la lirica corale e l’alta formalizzazione letteraria, i
frammenti di Epicarmo e Sofrone, le mimesi aristofanee, la prosa dei Dissoi
Logoi, il corpus teocriteo, gli scritti ‘regolarizzati’ di Archimede).
• Le iscrizioni laconiche, argive, cirenee (oi/ /toi, ekassa/ekoisa), cretesi
• La grande legge di Gortina e la koinh siracusana.
• I patois dei signorotti feudali (l’es. di mikkiciddomenoi = mikizomenoi) versus la
koinh ionica.
• Il greco del NO e la sua parentela solo formale con il dorico: Focide
(Delfi), Locride, Etolia, Acarnania, Epiro; la posizione singolare dell’eleese.
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•
6. / 12 Caratteristiche doriche / 3
•Non altera in η l'α lungo impuro, praticamente mai. Ciò rende
particolarmente trasparente il confronto fra il dorico stesso e altre lingue
indoeuropee, mentre determinati tratti originari nello ionico e nell'attico
sono opacizzati. μάτηρ ("madre") e φάμα ("fama"), ionico-attico μήτηρ e
φήμη.
•Il dorico ha una α breve dove lo ionico-attico ha una ε o contrae in ι, come
nell'aggettivo hiαρός, "sacro", che in attico è hiερός, e in Omero hiρός.
•Il dorico conserva tracce più ampie della sonante lunga (o della coppia
sonante+ laringale) tardo-indoeuropea: ad esempio πρaτος, "primo", da
*prhtòs, al posto di πρwτος.
•Il dorico contrae sempre in η le vocali di timbro E ed O. Inoltre, contrae in
α i timbri A e O. Genitivo plurale di prima declinazione dorica suona an con
accento circonflesso, mentre in attico è wν, Entrambe dal miceneo αων,
ancora attestato nel dialetto omerico.
•Allungamento di compenso e la contrazione in vocale lunga aperta,
anziché in dittongo (il dittongo, o meglio, la vocale lunga chiusa, è un
fenomeno tipico dello ionico-attico). Così le forme ionico-attiche εiμί,
Paola Cotticelli
- Storia dellaMwσα.
hiππου, Mοuσα diventanoProf.ssa
in dorico
hμί, hiππω,
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6. / 13 Caratteristiche doriche / 4
•Il futuro costituisce l'innovazione più tipica per cui il dorico si differenzia
dagli altri dialetti greci. Il futuro dorico, presente occasionalmente in alcuni
verbi di altri dialetti, ha il caratteristico suffisso -σέω, -σίω. Tale forma di
futuro è particolarmente notevole per due ragioni:
•si differenzia dagli altri futuri dei dialetti greci e dal futuro latino
arcaico in -so, che derivano dal congiuntivo dell'aoristo indoeuropeo;
•appare estremamente vicino al futuro indoario in -syāmi e al futuro
lituano (tipo duosiu). Quest'ultimo dato ha fatto pensare a un futuro
indoeuropeo in *-syō. In realtà, si tratta di una tarda innovazione che,
partita da alcune aree dialettali del proto-indoiranico, ha influenzato
alcune aree del proto-greco e del proto-balto-slavo, quando erano
relativamente vicini nelle aree attigue all' Urheimat degli indoeuropei.
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6. / 12 Caratteristiche doriche / 5
Il dorico, come lo ionico-attico, perde il σ prevocalico e lo jod (semivocale palatale
indoeuropea *y). A differenza dello ionico, è un dialetto non psilotico, cioè
sostituisce la consonante scomparsa con un'aspirazione /h/, uno spirito aspro, che ha
in comune con l'attico.
Il dorico mantiene il digamma, scritto F, la semivocale labiovelare *w indoeuropea,
ancora nel V secolo a.C., mentre lo ionico-attico la perde già alla fine del IX secolo
a.C., in fase predocumentaria. Es. Fάναξ ("re" -il miceneo wa-na-ka), Fέργον ("lavoro",
cfr. l'inglese work e il tedesco werk).
In dorico, come abbiamo detto, la *t indoeuropea resta invariata davanti a vocale
chiusa ι e υ: così abbiamo τύ, "tu", dove l'attico ha σύ; δίδωτι "egli dà" (cfr. il sanscrito
didāti), dove l'attico ha δίδωσι. Inoltre, πότις, sposo, (indoeuropeo *potis, signore,
marito), e Ποτειδάς, Poseidone (in Omero Ποσειδάων), letteralmente "Sposo della
(madre) Terra, Δα-μάτηρ" (secondo il mito arcadico, e già miceneo, che influenza
sotterraneamente i culti e le denominazioni di divinità nel Peloponneso).
l'antico gruppo *tw si semplifica in τ, come in τέτορες "quattro".
in dorico, il θ evolve in σ: ad es. σιwν, per θεwν, "degli dèi", in Alcmane.
il dorico tende a sostituire la Ζ con il gruppo ΣΔ: ad esempio μελίσδεται per
μελίζεται "risuona", attestato in Teocrito.
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6. / 13 Rapporti tra i dialetti
Gruppo eolico: lesbico più vicino allo ion. att., e beotico e tessalico più vicini al
gruppo occidentale.
Gruppo acheo: arcadico più vicino allo ion. att., e cipriota e panfilio più vicini al
gruppo occidentale.
I rapporti tra panfilio, lesbico e dorico.
• Ionico/eolico, attico/beotico, arcadico/laconico e argivo.
• Delfi, i giochi olimpici, l’alfabeto.
• La terra che divide, il mare che unisce: il dominio sul Mediterraneo orientale e
kubernaw.
• Dalla guerra alla ‘pace’: l’evoluzione di polij da ‘cittadella’, ‘piazzaforte’ (ai.
pur, lit. pilis “castello”) a ‘città’, ‘stato’.
• Apertura (gli Ioni: il ‘meticciato’) e chiusura (i Dori: il carattere di Sparta,
l’involuzione di Creta, l’eccezione di Corinto e Siracusa).
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La lirica greca e l`Oriente - Filologia, Letteratura e Linguistica