ROMA CONQUISTA IL
MEDITERRANEO
Capitolo 13
CARTAGINE
CARTAGINE: il territorio
Cartagine si trovava presso l’attuale Tunisi: fondata
nell’814 a.C., era stata uno dei numerosi
insediamenti commerciali che i Fenici avevano
costituito in Occidente. Essa riuscì a legare a sé tutti
le città fenicie nel Mediterraneo occidentale e
nell’entroterra africano. Sottomise quindi anche la
Corsica, la Sardegna, Malta, le Baleari, la
Sardegna e parte della Sicilia.
CARTAGINE: l’economia
Era una potenza commerciale, dotata di
un’altrettanto potente flotta, che le
garantiva il controllo sui mari.
Aveva inoltre sviluppato una fiorente
agricoltura intorno all’area della capitale.
CARTAGINE:
uno Stato a costituzione mista
Suffeti: 2
Massimo
potere civile
e militare
Assemblee
aristocratiche:
controllo dei
magistrati
Assemblea
democratica
Senato
Consiglio
dei Cento
CARTAGINE:
Elementi di debolezza
1)
2)
3)
I domini cartaginesi erano città-stato
quasi indipendenti da Cartagine
Le città cartaginesi avevano scarso
controllo sull’entroterra.
L’armata di Cartagine era perlopiù
costituita da mercenari.
ROMA VS CARTAGINE:
All’origine del conflitto
Perché lo scontro tra Romani e
Cartaginesi?
1) Roma, conquistando tutta la penisola,
era entrata in contatto con la parte di
Mediterraneo comandata da Cartagine.
2) I prodotti e i commerci cartaginesi
facevano concorrenza a Roma e ai suoi
alleati.
ROMA VS CARTAGINE:
il casus belli
Messina era una città siciliana nelle mani di
mercenari campani, i Mamertini.
Gerone, tiranno di Siracusa, decise di eliminarli.
Messina chiese aiuto prima a Cartagine, che la
aiutò a resistere, ma poi, insoddisfatta dei
Cartaginesi, si rivolse a Roma.
Iniziò così la prima guerra punica (264-241).
LESSICO: PUNICUS
Il termine punico (per esempio: guerre
puniche), deriva dall’aggettivo latino
Punicus, termine con cui i Romani
designavano i Cartaginesi.
I GUERRA PUNICA (264-241 a.C.)
Il punto debole dei Romani era
combattere Cartagine sul mare: i Romani
non erano abituati a questo tipo di
combattimento.
Crearono allora i corvi, ponti mobili
dotati di rostri, con cui agganciare le navi
nemiche e trasformare la guerra sul mare
in una guerra in terraferma.
I GUERRA PUNICA:
svolgimento
Fu così che il console Caio Duilio sconfisse i
Cartaginesi, via mare, a Milazzo.
Tuttavia la flotta romana in uno scontro
successivo fece naufragio, andò distrutta e il
console Marco Attilio Regolo fu fatto
prigioniero.
I Romani però sconfissero Cartagine in Sicilia
(isole Egadi) nel 241 a.C. e la costrinsero
alla pace
I GUERRA PUNICA:
conclusione e pace
Si ebbe un trattato di pace:
1) Cartagine versò un’indennità di guerra.
2) La Sicilia passò sotto il controllo di
Roma.
Roma ottenne il controllo del mare.
CARTAGINE IN SPAGNA
Roma era intanto riuscita a strappare la
Sardegna e la Corsica ai Cartaginesi,
imponendosi nel mar Tirreno.
Cartagine volle allora tentare di
espandersi in Spagna. A Cartagine
c’erano due schieramenti politici:
Schieramenti
Aristocrazia
terriera
Ceti
mercantili
(Barca)
Vuole espandersi
nell’entroterra
Vogliono
controllare i
mari
CARTAGINE IN SPAGNA
Ebbero la meglio i ceti mercantili, guidati
da Amilcare Barca e, alla sua morte, dal
genero Asdrubale.
Asdrubale conquistò la Spagna a Sud
dell’Ebro, che le venne riconosciuta dai
Romani, ai quali invece sarebbe spettato
il Nord.
II GUERRA PUNICA (218 -201 a.C:)
il casus belli: Sagunto
In Spagna, la città di Sagunto era alleata di
Roma, ma si trovava in territorio cartaginese:
una posizione molto critica.
Fu così che Annibale, figlio di Amilcare, nel
219 assediò la città. Roma diede
l’ultimatum, non accetato da Cartagine: di lì
a un anno iniziò la seconda guerra punica.
II GUERRA PUNICA:
il piano di Annibale
Questo era il piano di Annibale:
1) Portare la guerra via terra, raggiungendo l’Italia
dalle Alpi.
2) Allearsi con i tradizionali nemici di Roma (Etruschi,
Sanniti, Galli, Magna Grecia)
3) ridurre il territorio e il potere di Roma alla sola
penisola italica, per eliminare la concorrenza sui
mari.
II GUERRA PUNICA: Annibale in Italia
Nel 218 a.C. Annibale valicò le Alpi con un enorme
esercito. I Romani risposero con una duplice
strategia:
1)
Il console Publio Scipione cercò di bloccare
Annibale nella pianura padana.
2)
Un altro esercito raggiungeva la Spagna per
bloccare i rifornimenti di Annibale.
II GUERRA PUNICA:
Annibale in Italia
Scipione venne però sconfitto a Nord, sul Ticino e sul
Trebbia; Annibale intanto aveva stretto alleanza
con i Galli padani: avanzò nel centro Italia,
sconfiggendo di nuovo i Romani sul lago Trasimeno.
Sbaragliò i Romani anche nel Sud, a Canne
(Puglia), sconfiggendo entrambi i consoli, Gaio
Flaminio e Lucio Emilio Paolo.
I Sanniti, Capua e altre città si allearono con
Cartagine.
II GUERRA PUNICA:
Annibale in Italia
Qual era la forza di Annibale?
Troppo forte e astuto per essere
sconfitto in campo aperto.
Quale la sua debolezza?
Troppo lontano dalle sue basi, non aveva
una forza sufficiente per sconfiggere
definitivamente Roma.
INTERMEZZO:
I GUERRA MACEDONICA
Annibale si era intanto alleato con Filippo
V di Macedonia per indebolire i Romani
impegnandoli su più fronti: ebbe così inizio
la prima guerra macedonica. La guerra
si concluderà con la pace di Fenice e
Annibale rimarrà sempre più isolato.
II GUERRA PUNICA: Scipione
Nel 211 Siracusa e Capua caddero nelle mani dei
Romani.
In Spagna però la situazione si trascinava
stancamente: si decise di inviarvi Publio Cornelio
Scipione, un giovane e brillante generale.
Scipione conquistò la Spagna e sconfisse sul
Metauro (Italia, 207 a.C.) il fratello di Annibale,
Asdrubale: cercava infatti di raggiungerlo per
unire le forze.
II GUERRA PUNICA: la resa dei conti
Scipione convinse il senato a finanziare una
spedizione in Africa. Raggiunse Annibale e lo
sconfisse in modo definitivo in un’epica
battaglia campale a Zama (202 a.C): era la
prima volta che Annibale veniva battuto sul
campo.
II GUERRA PUNICA:
la pace (201 a.C)
I Cartaginesi firmarono la pace, che prevedeva di:
1) Rinunciare ai territori fuori dell’Africa.
2) Consegnare tutte le navi da guerra a Roma.
3) Non poter fare guerra a nessuno senza
chiedere il permesso a Roma.
4) Pagare una pesante indennità di guerra.
SECONDA PARTE:
IL MONDO GRECO
Capitolo 13: Roma conquista il Mediterraneo
La conquista del mondo greco:
organizzazione del territorio
Il mondo greco era frammentato in:
a) Federazioni regionali: beotica, achea ed etolica.
b) Città-Stato: Atene, Sparta, Rodi, ecc.
c)
Monarchie ellenistiche: Macedonia (Filippo V), Siria
(Antioco III), Egitto (Tolomei).
d) Regno di Pergamo (Turchia).
Tutti questi territori erano instabili e cercavano
spesso alleanze esterne per restare indipendenti.
La conquista del mondo greco:
II guerra macedonica (200 – 197 a.C)
La Macedonia di Filippo V attaccò, sconfiggendole,
Rodi e Pergamo, arrivando a minacciare le città
greche e Atene, che chiese aiuto a Roma.
Fu inviato in Grecia il generale Tito Quinzio
Flaminino, che portò le leghe greche e Sparta
dalla sua parte.
Filippo V venne sconfitto a Cinoscefale (197 a.C.) e
dovette riconoscere l’indipendenza di tutte le città
greche.
La conquista del mondo greco:
intelligenza di Flaminino
Flaminino era anche un intelligente diplomatico:
1)
Si presentò come liberatore delle città greche.
2)
Ritirò le truppe dalla Grecia
3)
Si propose come un semplice arbitro delle questioni
greche.
Vantaggi di questa strategia:
A) non era necessario mantenere un esercito lontano
da Roma
B) Roma si garantiva un controllo indiretto ma
comunque efficace.
La conquista del mondo greco:
guerra siriaca (191 – 189 a.C.)
L’altra potenza del mondo greco era la Siria
di Antioco III, che mosse guerra a Roma.
Fu inviato Scipione, che sconfisse il re siriaco a
Magnesia nel 189 a.C., costringendolo, con la
pace di Apamea, a restituire alcuni territori
greci ai Romani.
La conquista del mondo greco:
III guerra macedonica (171 -168 a.C:)
La Macedonia però non era stata domata. Il
figlio di Filippo V, Perseo, incominciò una
politica espansionistica in Grecia. Roma non
poteva sopportarlo, e gli dichiarò guerra.
Il console Lucio Emilio Paolo lo sconfisse a
Pidna (168 a.C.) e la Macedonia fu
smembrata in 4 staterelli.
La conquista del mondo greco:
la fine dell’indipendenza greca (146 a.C.)
Già dopo la guerra in Siria, i Romani vollero
sottomettere in tutto e per tutto il mondo greco.
L’atto esemplare che sancì questa loro decisione fu
la distruzione di Corinto (146 a.C.), città sede di
un’importante lega, che si era ribellata a Roma e
alle sue nuove imposizioni.
La popolazione fu venduta come schiava, si fece un
bottino di guerra immenso, comprendente anche
molte opere d’arte.
Guerre “greche”: riassunto
A)
B)
C)
D)
E)
I guerra macedonica: è quella contro Filippo V,
alleato di Annibale e re di Macedonia.
II guerra macedonica: sempre contro Filippo V,
sconfitto da Flaminino a Cinoscefale
III guerra macedonica: è quella contro Perseo,
figlio di Filippo.
Guerra “siriaca”: sconfitta di Antioco III di Siria, a
Magnesia.
Distruzione di Corinto: la Grecia perde la sua
indipendenza.
ROMA CONQUISTA IL
MEDITERRANEO
ROMA ALLA CONQUISTA DELL’OCCIDENTE
TERZA GUERRA PUNICA (149-146 a.C.)
Una delle condizioni della pace con
Cartagine era l’accettazione del regno di
Massinissa in Numidia (Africa del Nord),
alleato di Roma.
Massinissa attaccava di continuo i Cartaginesi,
strappando loro territori, ma essi non
potevano reagire senza chiedere il permesso
di Roma, e anzi appoggiavano sempre più
Massinissa.
TERZA GUERRA PUNICA (149-146 a.C.)
Cartagine decise di reagire senza il permesso
di Roma, e si difese da Massinissa durante uno
dei suoi attacchi.
Fu così che, nel 147 a.C., Roma ebbe il
pretesto per distruggere Cartagine: inviò a
Cartagine il nipote di Scipione, Publio
Cornelio Scipione Emiliano, che rase al suolo
la città, dopo averla stretta d’assedio.
ROMA E LA SPAGNA (IBERIA)
I Romani puntavano alla Spagna (Iberia) dalla
II guerra punica: ad attrarli erano le sue
miniere d’argento.
Nel II secolo, per trattare con le riottose
popolazioni locali, il tribuno Tiberio Gracco
inaugurò una nuova politica, quella di cercare
accordi con gli Iberici: in cambio di forti tributi,
i popoli di Spagna avrebbero mantenuto
l’indipendenza.
ROMA E LA SPAGNA (IBERIA)
Tuttavia, la città di Segeda, abitata dai
Celtiberi, si ribellò, e i Romani presero il fatto
come un pretesto: nel 133 a.C. fu inviato in
Spagna Scipione Emiliano, che rase al suolo
la capitale dei Celtiberi, Numanzia, e ne fece
schiavi gli abitanti.
Negli anni seguenti, l’Iberia divenne un
territorio romano.
ROMA CONQUISTA IL
MEDITERRANEO
LE CONSEGUENZE INTERNE DELL’ESPANSIONISMO
CONSEGUENZE DELLE CONQUISTE ROMANE
Quali furono le conseguenze delle conquiste romane?
1)
Roma divenne padrona di tutto il Mediterraneo, da
Ovest (Spagna), a Est (“Turchia”).
2)
I ceti nobili ebbero gloria e prestigio, nonché vantaggi
materiali (bottino).
3)
Roma aveva ora un territorio vastissimo.
4)
C’era disponibilità di schiavi (manodopera a basso
costo).
5)
I contadini-soldati ricevettero terre e parte del
bottino.
CONSEGUENZE DELLE CONQUISTE ROMANE
Quali furono le conseguenze per i contadini- militari?
1)
I territori assegnati ai contadini-soldati erano
lontani da Roma, quindi costoro non potevano
più recarsi nella capitale per votare nei comizi
centuriati.
2)
Per combattere, i contadini si allontanavano dai
campi, diventando col tempo militari di
professione: non stavano più sul territorio, che
doveva essere governato in altro modo.
CONSEGUENZE DELLE CONQUISTE ROMANE
Quali furono le conseguenze per i contadini- militari?
1)
I territori assegnati ai contadini-soldati erano
lontani da Roma, quindi costoro non potevano
più recarsi nella capitale per votare nei comizi
centuriati.
2)
Per combattere, i contadini si allontanavano dai
campi, diventando col tempo militari di
professione: non stavano più sul territorio, che
doveva fare a meno di loro.
Organizzazione dei territori conquistati:
le province
Le conquiste viste fino ad ora posero un problema
a Roma:
come controllare i nuovi territori?
Non si volle farli diventare degli alleati, ma si
decise di farne delle province, cioè territori i cui
abitanti erano visti come sudditi.
Le province erano amministrate da un
governatore, dotato di imperium, che riscuoteva i
tributi e manteneva l’ordine.
Organizzazione dei territori conquistati:
le province
Ecco le province romane in ordine cronologico:
1)
Sicilia e Sardegna (227 a.C.): istituite dopo la I
guerra punica. La Sicilia divenne il granaio di Roma.
2)
Spagna (197 a.C.): abitata da popoli riottosi,
forniva tributi in argento.
3)
Macedonia e Acaia (146 a. C.): mondo greco.
4)
Africa (146 a.C.): era l’antica Cartagine,
trasformata in provincia per punizione, e obbligata
a fornire cereali a Roma.
CONSEGUENZE DELLE CONQUISTE ROMANE
Quali furono le conseguenze per la politica romana?
1)
I governatori delle province, lontani da Roma e
dotati di imperium, ebbero grande indipendenza.
2)
Le vittorie strepitose di Roma avevano fatto
emergere grandi personalità, dotate di enorme
potere, che il senato faticava a controllare. Tra
questi, ricordiamo almeno gli Scipioni. Per questi
motivi fu promulgata la legge Villia, che impediva
di poter essere rieletti consoli prima che fossero
trascorsi 10 anni dal primo incarico.
ROMA E IL MONDO GRECO
Dopo la conquista della Grecia, Roma strinse ancor
più i suoi contatti con il mondo ellenistico. Nella
capitale c’erano a tal proposito due atteggiamenti
diversi:
1)
Gli Scipioni erano attratti dal mondo greco, dalla
sua cultura e dai suoi sfarzi.
2)
I conservatori, guidati da Catone, credevano che
la cultura greca avrebbe corrotto la tradizione
romana (mos maiorum) e fatto emergere
persone desiderose di instaurare la monarchia.
ROMA E IL MONDO GRECO
Fu così che nel 184 a.C. Catone attaccò
Scipione l’Africano (il vincitore di Annibale a
Zama), accusandolo di tradimento per aver
usato il suo potere senza il permesso del
senato. Scipione si rifiutò di essere giudicato e
si ritirò in esilio volontario nella sua villa in
Campania.
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