I re Magi di Benozzo Gozzoli a Palazzo Medici Riduzione dal testo di Franco Cardini Ed. Mandragora La cappella è situata in una posizione particolare, segreta e preziosa come la camera di un tesoro, incastonata tra le strutture poderose del palazzo di Michelozzo. Ancora oggi l’accesso alla cappella riserva l’emozione della sorpresa Nel 1422 fu concesso a Cosimo il privilegio pontificio di possedere un altare portatile. Nel 1445 l’architetto Michelozzo iniziò per lui la costruzione del grande palazzo di Via Larga che verrà terminato nel 1457. Erano gli anni di maggior espansione della famiglia. Cosimo aveva concepito l’idea di una cappella nel suo palazzo ma non la vide mai ultimata, i lavori si protrassero per un ventennio e sarebbero stati seguiti in un primo tempo da suo figlio ( Piero) e dai nipoti Lorenzo e Giuliano più tardi Cosimo il Vecchio sulla mula bruna, al suo fianco il figlio Piero il Gottoso Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano, 1423, oggi agli Uffizi Il tema dei Magi non nasceva dal nulla, c’erano stati precedenti paleocristiani e medioevali, le sculture di Giovanni e Nicola Pisano, Giotto. Inoltre era stata scritta la Legenda Aurea di Jacopo da Varazze. In Firenze il culto dei Magi si era radicato dall’ultimo decennio del Trecento. E’ necessario anche ricordare che nonostante l’indubbio interesse di Cosimo per l’arte, il simbolo dei Magi era già stato utilizzato per ottenere la sacralizzazione del potere. C’era stato un episodio importante in precedenza. Nel 1164 dalla chiesa di Milano di Sant’Eustorgio le reliquie dei Magi erano state traslate (spostate) alla cattedrale di Colonia perché Federico I in questa maniera aveva punito la ribellione della città lombarda. Secondo l’imperatore Milano non aveva diritto di custodire i resti di coloro che rappresentavano il piegarsi dei voleri terreni dinanzi a quelli celesti I Magi, oltre ad essere patroni dei re e dei cavalieri, lo erano anche dei sapienti, dei mercanti, dei viaggiatori e dei pellegrini. La stella che li aveva guidati a Betlemme campeggiava come insegna dell’arte degli Albergatori. Il Mago che aveva recato in dono al Bambino la mirra, simbolo d’immortalità, era anche protettore dei medici adatto perciò, insieme ai santi Cosma e Damiano ad essere protettore della famiglia medicea La splendida cavalcatura del Mago adulto (Baldassarre) è forse ispirata ad una testa di cavallo in bronzo della collezione di Lorenzo. A destra i paggi recano l’ampolla con la mirra. Il balsamo on cui fu unto il corpo di Cristo considerato perciò taumaturgico (miracoloso) Ritratti, insegne, allusioni Sullo sfondo abbiamo la campagna fiorentina , il paesaggio è fiabesco e gli animali e vegetazione hanno contenuti allusivi e simbolici. Gli animali esotici (ghepardi, cammelli) richiamano un oriente vicino a causa del Concilio così come il servo nero con una calza bianca e l’altra vermiglia part. Sorelle di Lorenzo Re Melchiorre, imperatore d’Oriente Giovanni VIII Paleologo Si notino anche i curiosi copricapo o i corredi di molti personaggi. Re Gasparre, si presume fosse il ritratto del patriarca di Costantinopoli che morì a Firenze durante il Concilio Poiché non era permesso firmare l’opera anche Benozzo, come molti altri artisti del tempo, realizzerà alcuni autoritratti Si noti la scritta sul cappello di Benozzo La casa Medici viene glorificata con le sue insegne gentilizie - i bisanti - che dalla popolazione venivano definiti familiarmente “palle” sono presenti in varie decorazioni: borchie rotonde, finimenti dei cavalli, arance,ecc… Alcuni esempi di stemmi medicei, in basso in particolare lo stemma papale La leggenda dei bisanti medicei Per sopperire alla mancanza di un passato glorioso i Medici tentarono di legare il proprio nome a personaggi leggendari. Secondo una delle leggende il capostipite aveva avuto la ventura di scontrarsi con il gigante Mugello che abitava la regione che avrebbe preso il suo nome. I bisanti sullo scudo dei medici sarebbero i colpi assestati dalla mazza ferrata del mostro sullo scudo di Averardo Secondo un altro racconto invece “le palle” rappresenterebbero le ventose applicate alle ferite dell’imperatore Carlo Magno da un progenitore dei medici Giuliano de Medici I bisanti sono visibili anche nei finimenti del cavallo del mago giovane (Baldassarre) che si suppone essere il giovane Lorenzo con sembianze ampiamente idealizzate sulla copertura delle redini del cavallo del Mago giovane (Lorenzo), oltre i soliti bisanti, ci sono fiori di cardo simbolo della vittoria del bene sul male Il cardo è anche simbolo della passione di Cristo così come il fringuello (nome latino cardelis) fu ritenuto simbolo di salvezza perché si nutriva di cardi. Tali simboli sono stati usati anche da Botticelli, Carpaccio, Piero della Fracesca, il Pollaiolo Diamante Deo amante • Il diamante richiamava il motto Deo amante che veniva abbinato al motto Semper, insieme avrebbero espresso l’auspicio di un perdurare del favore divino. Si pensa che già al tempo di Cosimo al diamante siano state aggiunte piume di struzzo o di falco. Con Lorenzo tre penne Una rossa una verde una bianca colori simboleggianti le virtù teogali: Fede (bianca), Speranza (verde) , Carità (rossa) cornice di specchio con anello mediceo, su disegno di Antonio del Pollaiolo L’affresco fornisce molte informazioni su abbigliamento e finimenti del tempo. Nonostante i cavalli appaiano docili I Magi indossano il tipico sprone cavalleresco dorato e il “rotellino” o girella a 8 punte. Prevalentemente da caccia gli stincali foderati in cuoio, i paggi indossano le corazzine • Passare al di là dell’affresco non è più facile che passare “dall’altra parte dello specchio” come faceva Alice. • Dietro ad ogni immagine è nascosto un messaggio simbolico • Gran parte del significato dell’opera è ancora nascosto o almeno non c’è uniformità di interpretazioni possibile. • La maggior parte dei messaggi era ideata in modo che sfuggisse allo spettatore comune per essere compreso solo da pochi Non solo fiaba Fagiano inseguito dal nibbio Toro attaaccato dal ghepardo