IL VOLONTARIATO E
LE SUE POTENZIALITA’
Paola Capoleva
Cesv – Centro di servizio per il volontariato del Lazio
"Censimento delle istituzioni non
profit"
A oltre 12 anni dal primo censimento sul non
profit l'Istat ha realizzato all’interno del IX
Censimento generale dell'industria e dei
servizi una nuova raccolta dati (avvenuta tra
il 10 settembre e il 20 dicembre 2012 )
ISTAT ha voluto « fotografare tutte le
sfaccettature di questo settore tanto
importante per la tenuta economica e lo
sviluppo sociale del Paese»
Le dimensioni del volontariato



In Europa le dimensioni del volontariato sono
in crescita seppure in modo non uniforme e
talvolta su specifiche aree quali ambiente e
servizi sociali
Percentuali più alte di volontari in Austria,
Paesi Bassi, Regno Unito e in tutti i paesi del
nord Europa.
Maggiori attività nello sport (31% in
Danimarca), sociosanitario e welfare,
religiose, cultura, tempo libero, formazione,
LA CRESCITA DEL NON PROFIT
IN ITALIA

Al 31 dicembre 2011, le istituzioni non profit
attive in Italia erano 301.191 e sono cresciute
del 28% rispetto al 2001.
L’incremento riguarda quasi tutte le regioni
italiane, con punte sopra la media nazionale
al Centro e nel Nord-ovest (rispettivamente
32,8 e 32,4% in più rispetto al 2001).

Dati censimento Istat 2011

I NUMERI DEL NON PROFIT
Il non profit è fatto da:
 4,7 milioni di volontari,
 681mila di dipendenti,
 271mila di lavoratori esterni
 5mila di lavoratori temporanei.
Dati censimento Istat 2011
LE CARATTERISTICHE DEL
VOLONTARIATO





Nel tessuto produttivo italiano il settore non profit
rappresenta ormai il 6,4% delle unità economiche
attive, con il 3,4 % degli addetti (dipendenti) in esse
impiegati.
Gli uomini (13,3%) sono più numerosi delle donne
(11,9%) ma le donne sono più attive dedicando più
tempo
La fascia di età più rappresentata è 55-64 anni
Le persone che svolgono attività di volontariato
cresce con il crescere del loro titolo di studio
I più attivi risultano gli occupati e gli studenti
IL VOLONTARIATO NELLE
REGIONI
Almeno la metà delle istituzioni
non profit si trova nel Nord
del Paese (157.197 unità)
con una quasi equa
distribuzione della restante
parte tra Centro (64.677
unità pari al 21,5 %) e
Mezzogiorno (79.317 unità
pari al 26,3 %).
(La percentuale di istituzioni non profit
cresce con l’intensificarsi del
colore).
I VOLONTARI NELLE REGIONI

Mediamente in Italia ci sono 801 volontari ogni
10mila abitanti. Hanno medie più alte le Province autonome di
Bolzano (3.008) e Trento (1.967), la Valle d’Aosta (1.475), FriuliVenezia Giulia (1.328), Umbria (1.210), Toscana (1.178), Marche
(1.037) e Liguria (1.000).


In termini assoluti, Lombardia, Veneto, Toscana,
Emilia Romagna e Piemonte raccolgono il numero
più elevato di volontari (superiore alle 400mila unità
di personale volontario).
Il Lazio ha 711 volontari per 10mila abitanti
Dati censimento Istat 2011
L’ASSOCIAZIONE DI
VOLONTARIATO
Un gruppo di persone
Riunite per perseguire uno scopo comune,
una finalità ideale
A carattere non economico-commerciale,
che si risolve in un beneficio ad altri, a terzi,
al territorio
L’associazione di volontariato per essere
iscritta ai registri regionali deve avere:
Statuto, Atto Costitutivo ove sono indicati gli
organismi sociali (Presidente etc)
9
Le organizzazioni presenti nel Terzo
Percentuale delle istituzioni non
settore
profit per forma giuridica
Associazioni di volontariato
Cooperative sociali
ONG- Organizzazioni Non Governative
Associazioni di promozione sociale
Fondazioni di origine bancaria
Onlus - Organizzioni Non Lucrative di
Utilità Sociale
Dati censimento Istat 2011
I NUMERI DEL LAZIO
secondo il Registro Regionale
PROVINCE
Numero
ASSOCIAZIONI
Sezioni registro per Provincia
Ambiente
Cultura
Donatori
sangue
Sanità
Protezione
civile
Servizi Sociali
Frosinone
235
71
14
28
20
88
81
Latina
215
63
30
17
15
68
87
92
15
7
9
13
24
40
1413
261
221
58
157
324
693
138
35
7
9
19
53
55
445
279
121
224
557
956
Rieti
Roma
Viterbo
Totale
2093
Le attività di volontariato hanno il
potenziale per contribuire al benessere
delle persone e allo sviluppo armonioso
della società
le attività di volontariato sono
un'espressione della cittadinanza attiva in
tutti i settori della vita sociale. Possono
favorire la realizzazione degli obiettivi della
strategia Europa 2020.
Il volontariato rafforza i valori comuni europei quali la
solidarietà e la coesione sociale ed è fondamentale per lo
sviluppo dei valori democratici, della dignità umana,
dell'uguaglianza e della sussidiarietà, che sono tra i principi
fondatori dell'UE.
contribuiscono alla implementazione e sviluppo dell'INTELLIGENZA
TERRITORIALE delle comunità di riferimento
Quando il volontariato fa bene ai
volontari






Il 49% dei volontari si sente gratificato e dichiara di
sentirsi meglio con se stesso
Il 41% dichiara di aver allargato le proprie relazioni
sociali
Il 21%sente di aver migliorato le proprie capacità
relazionali
Il 28% dichiara di aver una maggiore coscienza
civile
Il 5% ha acquisito competenze utili per la propria
professione
Dati censimento Istat 2011
IL “SAPERE E IL VALORE DEL VOLONTARIATO”

CAPACITA’ DI ASSUMERSI LA RESPONSABILITA’ NELLA
COMUNITA’:SAPER “INTRAPRENDERE”,

CAPACITA’ DI TRASFORMAZIONE /INNOVAZIONE
SAPER“ECCEDERE” CERCANDO UNA VIA ULTERIORE

CAPACITA’ DI ESTENSIONE DELL’APPROCCIO AL
CAMBIAMENTO -SAPER “VALORIZZARE” , FACENDO
CRESCERE LA COMUNITA’

CAPACITA’ DI COSTRUIRE RELAZIONI TRA I DIVERSI NODI
DELLA RETE- SAPER CREARE “ALLEANZE, CONTAGIO,
DIFFUSIONE”
Paola Capoleva
I sistemi del welfare stanno cambiando
-profonda contrazione delle risorse destinate al welfare
pubblico con rischio concreto di una riduzione del principio
dell’universalità
-smarrimento del portato innovativo della 328/00 da parte
delle istituzioni deputate alla programmazione sociale e socio
sanitaria
-impoverimento delle capacità di sperimentazione e di
progettazione innovativa da portare poi a sistema del terzo
settore
-aumento dei bisogni (es. invecchiamento popolazione) e
delle nuove povertà
Con conseguente…..
-difficoltà a far emergere e “mettere a sistema” le buone
pratiche territoriali pur presenti sui territori
-mancanza di una visione comune della società del volontariato
e del terzo settore e delle istituzioni
-impossibilità per le buone pratiche di incidere sui sistemi di
governo del territorio
Partendo dai bisogni e dalle potenzialità del territorio bisogna costruire una
visione condivisa
nella quale si coniuga il livello micro e quello macro per uno
SVILUPPO LOCALE DI TIPO PARTECIPATO
17
Benessere Equo Sostenibile
ricerca CNEL e ISTAT 2010




Occorre ripensare i modelli di sviluppo, ritrovare
il legame tra economia e giustizia sociale, ridare
un senso alla parola benessere.
Benessere analisi multidimensionale degli
aspetti rilevanti del benessere
Equo attenzione alle determinanti del benessere
tra i soggetti sociali
Sostenibile garanzia dello stesso benessere
anche per le generazioni future
DAL PIL AL BES


Il modo in cui il pensiero liberista ha imposto ai singoli
Paesi di affrontare la crisi economica è contrario ad ogni
senso di solidarietà e di giustizia.
I ricchi sono diventati più ricchi, e i poveri sempre più
poveri.
I 12 SETTORI DI INDAGINE DEL
BES


Il Pil non può essere l’unico indice che misura il
benessere. Cnel e Istat hanno elaborato il Bes,
l’indice che misura il benessere equo e sostenibile di
una collettività.
Il benessere si può dividere in 12 settori
fondamentali: salute, istruzione e formazione, lavoro
e conciliazione tempi di vita, benessere economico,
relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza,
benessere soggettivo, paesaggio e patrimonio
culturale, ambiente, ricerca e innovazione e, infine,
qualità dei servizi.
IL VOLONTARIATO INDICE DI
QUALITA’ NELLE RELAZIONI
SOCIALI

Il volontariato, è inserito a pieno titolo negli
indici di misurazione della qualità delle
relazioni sociali. L’associazionismo, infatti, è
ritenuto un tradizionale punto di forza del
nostro Paese, grazie soprattutto al ruolo
fondamentale DI SOSTEGNO ALLA
COESIONE, DI RAFFORZAMENTO DEI
LEGAMI, DI SVILUPPO DELLA FIDUCIA .
Sviluppare fiducia


Il Bes ci dice anche che nel nostro paese un tasto
particolarmente dolente è quello della fiducia
generalizzata, che manca, decisamente.
Dietro la grande richiesta di trasparenza e di onestà
che viene dai cittadini, c’è anche il bisogno di poter
tornare a fidarsi degli altri, e soprattutto delle
istituzioni e della politica. Da qui nascono diffidenze
e ostilità, che lacerano il tessuto sociale, e anche un
grande stato di incertezza, perché si teme di non
riuscire ad affrontare i moneti di crisi.
Le reti familiari e amicali

Il Bes conferma che l’Italia è un Paese in cui
sono molto forti le solidarietà “corte” e i
legami “stretti”. Gli italiani, infatti, non si
fidano degli altri, ma si dimostrano sicuri di
poter contare sulla rete familiare e degli
amici.
I compiti del volontariato
E’ compito del volontariato oggi:
 costruire sviluppo
 costruire fiducia
 costruire relazioni
Cosa ci indica l’Europa ?
SVILUPPO LOCALE DI TIPO PARTECIPATIVO
POLITICA DI COESIONE 2014-2020
Ottobre 2011:la Commissione europea ha adottato alcune proposte legislative per
la politica di coesione 2014-2020
Lo scopo principale della proposta della Commissione è semplificare ed espandere
l’uso dello sviluppo locale di tipo partecipativo, come strumento di sviluppo.
Questo permette alle comunità locali di sviluppare approcci dal basso integrati,
capacità comunitarie, innovazione (inclusa l’innovazione sociale) e capacità di
cambiamento, promuovendo il senso di appartenenza comunitario.
Tale strumento può mobilitare e coinvolgere le organizzazioni e le comunità locali
affinché contribuiscano al conseguimento degli obiettivi della Strategia Europa 2020
Come possiamo superare le criticità
e valorizzare le esperienze
-promuovendo le forme delle buone pratiche presenti sul
territorio riconoscendo le specificità dei soggetti attivi
-aumentando la cultura della collaborazione attraverso: la
valorizzazione del capitale sociale presente nelle
comunità.,’
-aumentando le competenze degli attori attraverso la
formazione integrata ed il confronto fra i soggetti
-facendo diventare tutti i soggetti elementi della coprogettazione
PROTOCOLLI DI INTESA E
CONVENZIONI
Al fine di interagire in modo
sistematico e permanente tra i soggetti coinvolti è
necessario sviluppare forme di collaborazione:
-incentivando la cooperazione e l’azione collettiva,
attraverso l’identificazione e formalizzazione del
“potenziale valore aggiunto”
-riconoscendo come valore la complementarietà dei
soggetti in gioco
-costruendo “strumenti di partecipazione collettiva”
che colleghino insieme istituzioni e comunità
territoriale-
I CENTRI DI SERVIZIO PER IL
VOLONTARIATO
Nati in attuazione dell’articolo 15 della Legge quadro sul
volontariato- Legge 266/91
Sostengono e qualificano le attività di volontariato
Erogano prestazioni sotto forma di servizi a favore delle
organizzazioni di volontariato iscritte e non iscritte nei
registri regionali.
Obiettivo:
ampliare risorse ed opportunità
partecipazione per le organizzazioni di volontariato
di
28
I CENTRI DI SERVIZIO PER IL VOLONTARIATO
Il Decreto interministeriale del 1997 indica che i CSV hanno lo
scopo
di
“sostenere
e
qualificare
l’attività
del
volontariato”aggiungere valore alle risorse esistenti sul territorio
attraverso un lavoro a rete che permetta alle esperienze e al
patrimonio del volontariato di valorizzarsi e diffondersi fra i gruppi
e le associazioni.
Le associazioni di volontariato possiedono infatti specifiche
competenze, relativamente ai propri ambiti di intervento, che
possono contribuire ad un reciproco arricchimento delle
esperienze.
29
I Centri di servizio per il volontariato
-SERVIZI AMMINISTRATIVI


Iscrizione registro regionale del volontariato
Iscrizione altri albi e registri
Redazione libri sociali e verbali
-SERVIZI DI ASSISTENZA FISCALE-


Iscrizione 5 per mille
Redazione Bilancio
-SERVIZI DI ASSISTENZA LEGALE E GIURIDICA30
I Centri di servizio per il volontariato
-ASSISTENZA ALLA PROGETTAZIONEOrientamento
progettuale
-SUPPORTO ALLE ATTIVITA’ PROMOZIONALI E DI
COMUNICAZIONESupporto
alla ideazione di eventi
Comunicati stampa
-FORMAZIONE DEI VOLONTARI-SERVIZI DI ORIENTAMENTO AL VOLONTARIATO31
lo “sguardo europeo” dei CSV del Lazio
I CSV attingendo a fondi Europei per la formazione, hanno
rafforzato le competenze dei propri operatori come risorse da
utilizzare (tra l’altro)
per facilitare l’accesso anche alle
piccole associazioni locali
per sviluppare relazioni e
partnership con gli attori territoriali.
I CSV attraverso il bando Socialmente, erogano contributi
.
alle organizzazioni di
volontariato del Lazio, per la realizzazione di progetti regionali. Il bando ha come
obiettivo attivare lo sviluppo locale e la infrastrutturazione sociale
I CSV presentano progetti a carattere territoriale, finanziati a valere di Fondi
Europei, in partnerariato con gli enti del terzo settore e con le istituzioni
I CSV e CSVnet
www.csvnet.it


a)
b)
78 sono i CSV (art.15 Legge 266/91) in
Italia che rappresentano circa 50 mila
Associazioni
CSVnet è il Coordinamento Nazionale dei
Centri di Servizio per il Volontariato che
nasce dalla:
Necessità di potenziare il ruolo innovativo e
di coordinamento dei diversi CSV
Rafforzamento della rete interorganizzativa
Gli altri soggetti di rappresentanza del non profit

Il Forum Nazionale del Terzo Settore costituito nel
1997
Rappresenta 80 organizzazioni Nazionali (associazioni,
cooperative, finanza etica, commercio equo e solidale)
Ha la funzione di:
 rappresentanza sociale e politica nei confronti del governo
e delle istituzioni
 Sostegno alle reti associative, ai progetti e alle istanze
 ConVol:La Conferenza Permanente delle Associazioni,
Federazioni e Reti di Volontariato – è un organismo
costituito dal 1991.
 E’ composta da 23 realtà nazionali ed internazionali
partecipa al Tavolo permanente di confronto con il
Governo

I finanziamenti:le Fondazioni di origine
bancaria




Ogni anno le Fondazioni di origine bancaria devolvono
una parte dei loro bilanci a soggetti che perseguono
finalità non lucrative di pubblico interesse: dunque
soggetti non profit o istituzioni pubbliche.
Le risorse utilizzate per le ragioni filantropiche sono
tratte dagli utili generati dagli investimenti dei loro
patrimoni
Sono 88 e sono nate dalla legge Amato del 1990 che
scorporò l’attività creditizia da quella filantropica
Nel 2003 la Corte Costituzionale -con la sentenza n.300
-le ha poste tra i soggetti che perseguono il benessere
comune attraverso il principio di sussidiarietà
Gli organismi di finanziamento e controllo


ACRI :è una Associazione che rappresenta le
Fondazioni e le Casse di Risparmio (ha una
funzione di rappresentanza e tutela degli interessi
delle Casse di Risparmio e delle Fondazioni,
vigilanza sull’applicazione delle norme derivanti
dall’art.15 della legge 266/91)
CoGe: Comitati di Gestione che hanno a finalità di
verificare la rispondenza nell’uso dei finanziamenti
(a fronte dei programmi presentati dai centri di
Servizio per il volontariato)
PER UN WELFARE A
RESPONSABILITA’ DIFFUSA


Le riforme legislative hanno introdotto un sistema di
sussidiarietà orizzontale che implica che le diverse
parti della società, ognuna a suo modo,
intervengano a soddisfare i bisogni della collettività.
Le proposte di riforma della Legge 266/91 debbono
dunque rivolgersi ad accrescere la partecipazione
del volontariato alle scelte di pianificazione e
progettazione territoriale ma soprattutto di
sostenitore del protagonismo dei cittadini.
LA LETTERA AL PAESE
PREMESSA
 «Anche se questa crisi sta colpendo duramente tutti, e
soprattutto i più deboli, noi crediamo che sia un’occasione per
ripensare a fondo la nostra società e il nostro modello di
sviluppo e per delineare un futuro più sostenibile e giusto.
 Occorre però affrontarla con un grande sforzo culturale, per
individuare le strade del cambiamento, con disponibilità e
capacità di innovazione, perché non è una crisi solo
economica e finanziaria, ma anche sociale, politica, culturale
e spirituale. In questo sforzo culturale vogliamo coinvolgere i
cittadini, la politica, le Istituzioni.»
LA LETTERA AL PAESE
Ci impegniamo/1



Noi, che già siamo presenti in tutte le situazioni più difficili e
ovunque ci sia da difendere il bene comune, ci impegniamo
ad esserlo ancora di più, con la gratuità, la solidarietà e la
responsabilità che ci contraddistinguono.
Ci impegniamo a difendere i diritti di ciascuno, soprattutto dei
più deboli, e ad assumere con responsabilità il nostro ruolo di
denuncia dei bisogni, delle ingiustizie, delle inefficienze.
Ci impegniamo ad attivare percorsi di coesione sociale,
rigenerando i tessuti relazionali delle nostre comunità, nel
rispetto delle specifiche identità.
LA LETTERA AL PAESE
Ci impegniamo/2



Ci impegniamo a cercare e proporre nuovi stili di vita e
modelli di sviluppo, che ci permettano di guardare con più
fiducia al futuro.
Ci impegniamo a collaborare con gli altri soggetti del terzo
settore e della società civile, dell’Amministrazione pubblica e
del privato per costruire filiere di solidarietà e di inclusione.
Ci impegniamo a ricercare ad ogni livello – dal locale, al
regionale, al nazionale – forme di rappresentanza per essere
più incisivi, sia a livello sociale che a livello politico.
LA LETTERA AL PAESE
Ci impegniamo/3


Ci impegniamo ad essere i primi testimoni di
trasparenza nel corretto utilizzo delle risorse, sia
umane che economiche.
Ci impegniamo a comunicare sempre meglio i temi
di cui ci occupiamo, chi siamo e che cosa facciamo.
LA LETTERA AL PAESE
Chiediamo/1


Chiediamo di rimettere al centro delle scelte politiche,
economiche, culturali ed amministrative la persona umana,
criterio, cifra e misura di ogni politica.
Chiediamo che il volontariato sia riconosciuto come un
moltiplicatore di risorse relazionali ed economiche, in grado di
contribuire alla governance delle nostre comunità e dei nostri
territori. Non possiamo accettare di essere chiamati solo ad
attuare scelte fatte da altri o a coprire le carenze dei servizi
pubblici, delle Amministrazioni e delle istituzioni. Chiediamo di
incidere sulla determinazione delle politiche locali, nazionali e
globali, sui temi di cui ci occupiamo.
LA LETTERA AL PAESE
Chiediamo/2


Chiediamo alla politica, alle amministrazioni, alle aziende che
facciano della legalità, dell’etica del bene comune, della
solidarietà e della sobrietà la base di qualsiasi
comportamento personale e collettivo.
Chiediamo di conseguenza la trasparenza necessaria per
costruire rapporti corretti. Il volontariato difende la propria
autonomia e rifiuta logiche clientelari o di strumentalizzazione.
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Le dimensioni del volontariato - Dipartimento di Scienze Sociali ed