Casadio Carolina
Doria Alberto
Trasatti Monica
Vincenti Gaia
Chiara Battistini
Marte e l’astrobiologia
Astrobiologia si occupa della ricerca della vita e
studia le condizioni per lo sviluppo e il
mantenimento di questa.
Confronto fra Terra (adatta alla vita) e Marte per
capire quali sono le diverse condizioni chimiche
e fisiche sviluppatesi su Marte e quali effetti
comportano.
Marte facile da esplorare rispetto ad altri pianeti
o satelliti.
Caratteristiche
Marte
Terra
1.523679 UA
1 AU = 1.5 x 10 11 m
0.093315
0.016710
686.971 giorni
1.8808 anni
365.256 giorni
1.00002 anni
Inclinazione dell’asse
25.19°
23.45°
Giorno solare medio
24 h 39 m 35 s
23 h 56 m
Massa
6.4185x1026 g
5.9736x1027 g
Raggio
3.39x106 m
6.38x106 m
Densità media
3.934 g/cm3
5.5153 g/cm3
Gravità sup. all’equatore
3.69 m/s2
9.81 m/s2
Area superficiale totale
1.448x1014 m2
5.1x1014 m2
0.6-0.9 kPa
101.3 kPa
227 K
-46 °C
287 K
14 °C
5.027 km/s
11.186 km/s
0.15
0.367
CO2 (95.3%), N2 (2.7%),
Ar (1.6%), altri (0.4%)
N2 (78.08%), O2 (20.95%),
Ar (0.93%), CO2 (0.038%)
Semiasse maggiore
Eccentricità
Periodo orbitale
Pressione atmosferica media
Temperatura sup. media
Velocità di fuga
Albedo
Composizione atmosferica
Caratteristiche (2)
•
Diametro: circa la metà di quello terrestre
• Massa: 10 volte più piccola di quella terrestre
• Densità: più denso di quanto sarebbe se fosse composto
solo di materiale roccioso, ma meno denso di quanto
sarebbe se avesse una struttura interna simile a quella
terrestre (nucleo di ferro più piccolo o nucleo meno
denso di FeS?) Mantello ricco di ferro.
• Marte non presenta il fenomeno della tettonica delle
placche.
• Pressione atmosferica superficiale: meno dell’1% di
quella terrestre.
• Acqua: vapore acqueo nell’atmosfera e ghiaccio
depositato sotto la superficie.
Acqua su Marte
Generalmente si pensa che l’esistenza di acqua
sia sinonimo di vita, perciò attualmente l'esplorazione
di Marte non è finalizzata alla ricerca di forme di vita,
ma piuttosto alla scoperta di H2O. È importante
vedere anche in quale stato sia presente l’acqua
dipende dalle condizioni ambientali di
temperatura e pressione.
DIAGRAMMA DI FASE
Diagramma di fase
• Visualizza la relazione fra
gli stati solido, liquido e
gassoso.
• Il punto T rappresenta il
punto triplo.
• TT = 273.16 K
• PT = 6.13 mBar
• Le curve indicano il
cambiamento di fase.
Le condizioni ambientali di Marte si collocano nella parte in
basso a sinistra del grafico (“solido”), quando la temperatura
è più fredda e passano poi nella regione di “vapore”, con
l’aumentare della temperatura. Viene attraversata quindi la
curva di transizione tra “solido” e “vapore”
l’acqua non
può esistere in modo stabile allo stato liquido, ma passa
direttamente da ghiaccio a vapore acqueo.
Elementi pro acqua su Marte
ELEMENTI DEL PASSATO:

strutture simili a letti di fiumi
Reull Vallis - HRSC image 15 January 2004
Credits: ESA/DLR/FU Berlin (G. Neukum)
 strutture simili al delta di un fiume
Regione di Nepenthes Mensae
(High Resolution Stereo Camera del Mars
Express, 22 gennaio 2008)

strutture simili a canyon
Immagine del sud-est
del sistema di canyon
di Valle Marineris
(fotografia del Mars
Global Surveyor,
marzo 1999)
Si pensa che i
canyon siano
costituiti da strati di
rocce sedimentarie,
probabilmente dovuti
al deposito di
sedimenti da parte
dell’acqua che un
tempo vi scorreva.
Elementi pro acqua su Marte
ELEMENTI DEL PRESENTE:

acqua nella calotta polare
 “gullies”: piccole ma significative modifiche
strutturali di alcune pareti interne dei crateri
Immagini del Mars
Global Surveyor
dell’agosto 1999 (a
sinistra) e del settembre
2005 (a destra).
Sull’immagine più
recente si vede che è
apparso un nuovo
deposito di colore chiaro
probabilmente dovuto
allo scorrere dell’acqua.
Gullies = Gole
La maggior parte degli scienziati
sostiene che queste strutture
mostrino l'esistenza di corsi
d'acqua che si attiverebbero per
brevi periodi di tempo. L'origine
non è del tutto chiara.
Probabilmente si tratta di erosioni
dovute alla fuoriuscita di acque dal
sottosuolo o della fusione di ghiacci
prossimi alla superficie.
Le sacche di ghiaccio verrebbero
portate alla luce per vari motivi, ad
esempio dalle frane, oppure in
seguito dell'azione dei venti.
Gullies
Una parte minoritaria del mondo scientifico ritiene che si
tratti più semplicemente di piccole frane di detriti, anche
se ciò sembra essere smentito dalla natura dei pendii in
cui sono stati scavati i gullies.
E’ importante notare che i depositi sono lunghi
alcune centinaia di metri e sono caratterizzati
da un colore chiaro, caratteristica che porta a
escludere la loro natura franosa.
Osservando le tracce dei rover, i crateri più
recenti e i mulinelli di sabbia (dust devil) che
spazzano la superficie di Marte, gli scienziati
hanno notato come la sabbia coinvolta in
recenti spostamenti sia caratterizzata da toni
più scuri.
Gullies
Per quanto riguarda il colore
chiaro dei depositi si
ipotizzano due meccanismi:
1) congelamento superficiale
del flusso liquido
2) crosta salata
Le ultime immagini mostrano
ben 20 nuovi crateri dei
quali non vi era traccia circa
sette anni fa.
Il risultato è certamente importante, ma la statistica diventa ancor
più significativa se teniamo conto che le immagini più recenti
coprono solamente il 30 per cento della superficie di Marte.
Struttura di Marte nel passato
Atmosfera marziana
Malgrado l’abbondanza di anidride carbonica
(95,3%), l’effetto serra che essa produce è in grado di
aumentare la temperatura del pianeta di soli 5°
In passato Marte doveva possedere
un’atmosfera più spessa, con un maggiore
effetto serra sufficiente a stabilizzare l’acqua,
realizzando quindi un ambiente adatto per lo
sviluppo della vita.
A t~3.7 Gyr fa ci fu un cambiamento climatico
(gran parte della CO2 viene rimossa dall’atmosfera)
Cause della diminuzione del CO2dall’atmosfera?
3 ipotesi :
1) numerosi impatti di asteroidi
2) vento solare molto intenso nelle prime fasi di
vita di quest’ultimo
3) Discioglimento del CO2 nell’acqua sulla
superficie marziana e successiva formazione di
minerali carbonati (CaCO3 )
Rimane un unico dubbio:
Non è chiaro come l’atmosfera di CO2 abbia potuto far
aumentare la temperatura su Marte tanto da
permettere acqua liquida sulla superficie, dato che a
t~4 Gyr fa il flusso solare era circa il 30 % in meno di
quello attuale.
Forse numerosi impatti alla fine
dell’accrescimento portarono l’acqua dalla crosta
all’atmosfera e la successiva caduta di
quest’acqua fu responsabile della rete di valli e
della corrosione sulla giovane superficie
marziana.
(Segura et al.,2002)
Altri fattori che causano cambiamenti climatici:
• variazione del flusso di luminosità (calore) solare
• variazione dell’inclinazione dell’asse polare (ad
oggi ~ 25,2º) a causa dell’azione gravitazionale
degli altri pianeti
Una maggiore obliquità causa il riscaldamento dei
poli ed evaporazione dell’acqua superficiale
Inclinazione asse marziano
Si pensa che l’inclinazione
assiale di Marte sia variata in
modo caotico durante almeno
gli ultimi 10 Myr, a causa
dell’influenza delle variazioni
della spinta gravitazionale da
parte di Giove ed anche a
causa del fatto che Marte non
ha un satellite di grosse
dimensioni come la Luna che
lo stabilizza.
L’angolo di inclinazione oscilla in genere fra i 15° e i 35°.
Variazioni nella pressione atmosferica.
Inclinazione asse marziano (2)
Le variazioni di obliquità influiscono sul problema della sopravvivenza
della vita, perché comportano dei cambiamenti climatici:
• obliquità minima
il Sole si alza poco sopra l’orizzonte e si hanno
delle calotte di ghiaccio permanente di CO2;
• obliquità massima
CO2 e H2O evaporano nell’atmosfera, forse
innalzando la pressione al valore necessario per la stabilità dell’acqua
liquida per brevi periodi. Durante questi periodi, eventuali microbi nati
sotto la superficie emergerebbero.
I cambiamenti climatici periodici si riscontrano nei depositi stratificati di
polvere e ghiaccio, di cui sono costituiti i poli marziani.
Conway A., Gilmour I., Jones B.W., Rothery D.A., Sephton M.A., Zarnecki I: An Introduction to Astrobiology,
Cambridge University Press (2004). NASA/JPL/Malin Space Science Systems/USGS Flagstaff
Evoluzione campo magnetico Marte
Marte ha avuto una evoluzione molto più
rapida della Terra.
Quando il nucleo caldo del pianeta si
raffreddò, la dinamo interna (generata,
come nella Terra, dal nucleo di metallo
fuso) cessò di autoalimentarsi e il
campo magnetico globale svanì.
La dinamo sembra si sia spenta pochi
milioni di anni dopo la formazione di
Marte, forse a causa di un impatto con
un asteroide, a cui seguì un'animata
attività vulcanica che colpì una
grande area a Nord della crosta,
cancellando il campo magnetico.
Evoluzione campo magnetico Marte
Quindi Marte è passato da un campo magnetico globale,
come quello terrestre, a uno locale determinato dai
residui fossili del precedente campo magnetico (la cui
documentazione è conservata nella crosta marziana)
Perchè l’acqua non c’è più?
Marte più piccolo della Terra
si è raffreddato più in fretta
è diminuito sempre più il campo magnetico
vento solare ha spazzato via parte dell’atmosfera (forse)
diminuzione pressione+fotodissociazione da fotoni solari
SCOMPARSA ACQUA LIQUIDA DALLA SUPERFICIE
Il meteorite ALH84001
Studi basati su radioattività indicano che il meteorite si è
cristallizzato da magma vulcanico sulla superficie di Marte circa
4.5 miliardi di anni fa.
Intorno ai 15 milioni di anni fa, in seguito ad un
impatto meteorico, il frammento ha lasciato il pianeta,
per arrivare sulla Terra approssimativamente 13.000 anni fa.
Nel dicembre 1984 il meteorite è stato ricuperato nella zona di
Allan Hills, in Antartide, grazie ad una spedizione finanziata
dalla fondazione US National Science.
Il meteorite ALH84001
DEPOSITI DI CARBONATO
Ci sono ampie evidenze che ALH84001 abbia subito alterazioni dovute
all’azione dell’acqua e a shocks prima di essere rimosso da Marte. Evidenze
di depositi acquatici di sale sono presenti sotto forma di carbonati in strutture
simili a “pancakes” appiattiti o nelle fessure appiattite della roccia.
Tutti gli indizi circa la possibilità di vita marziana sono raggruppati proprio
all’interno di questi globuli di carbonato.
Due osservazioni dimostrano che questi depositi di carbonato non possono
essere contaminazioni terrestri, ma hanno quindi origine marziana :
• La loro età di formazione è > 3.9 Gyr;
• I depositi sono stati fisicamente distrutti da un fenomeno che non può essere
avvenuto negli ultimi 13000 anni quando la roccia era sulla Terra.
Il meteorite ALH84001
INDIZI SU POSSIBILE VITA MARZIANA:
 Presenza di idrocarburi policiclici aromatici (PAHs) che sono una classe di
molecole organiche che potrebbero essere il prodotto di decadimento di entità
biologiche;
 Disequilibrio chimico tra minerali posizionati l’uno accanto all’altro che
potrebbe essere prodotto da attività biologica;
 Presenza di strutture nei globuli di carbonato nelle crepe delle rocce che
hanno un aspetto simile ai microbi terrestri;
Presenza di piccoli cristalli di magnetite che presentano caratteristiche
chimiche e cristallografiche simili a quelle della magnetite prodotta da batteri
terrestri.
OGNUNA DELLE CARATTERISTICHE OSSERVATE POTREBBE
ESSERE PRODOTTA SINGOLARMENTE SIA DA PROCESSI
BIOLOGICI CHE GEOCHIMICI, MA LA LORO COMBINAZIONE E’ PIU’
EFFICACEMENTE SPIEGATA DA UN
UNICO PROCESSO BIOLOGICO.
Il meteorite ALH84001
COMPONENTI ORGANICI
COMPONENTI ESOGENE (di origine esterna)
L’80% del contenuto organico del meteorite è di origine terrestre; la sorgente di
contaminazione principale sembra essere infiltrazione batterica. E’ stato infatti
osservato nel meteorite l’ ACTINOMYCETES, un batterio endolitico (che vive
dentro la pietra) comune in Antartico. Anche gli amminoacidi individuati sono
probabilmente dovuti a contaminazione terrestre.
COMPONENTI ENDOGENE (di origine interna)
Sembra essere presente anche una componente carbonacea endogena
contenuta nei globuli di carbonato. Tali molecole sono i pesanti ed insolubili
IDROCARBURI POLICICLICI AROMATICI e IDROCARBURI ALIFATICI.
Il meteorite ALH84001
CRISTALLI DI MAGNETITE
I piccoli cristalli di magnetite sono concentrati sui bordi dei globuli di carbonato,
e sono stati trovati anche al loro interno.
Possibili origini:
Precipitazione idrotermica;
Ossidazione termica dei solfiti;
Formazione in situ da decomposizione termica del carbonato indotta da
shock;
Origine biogenica;
Suggerita dalla somiglianza con una particolare categoria di
batterio magnetotattico terrestre conosciuto come MV1.
Tuttavia recenti lavori sperimentali fanno propendere per un’origine inorganica
di questi cristalli di magnetite attraverso dissociazione termica dei carbonati,
anche se i cristalli prodotti in laboratorio con queste tecniche non mostrano
tutte le caratteristiche presentate da quelli in ALH84001.
Il meteorite ALH84001
STRUTTURE OVOIDALI NEI GLOBULI DI
CARBONATO
I globuli di carbonato in ALH84001 contengono strutture ovoidali molto piccole
(20-100nm) che assomigliano a batteri fossili terrestri molto piccoli chiamati
NANOBATTERI; alcuni scienziati hanno interpretato queste strutture come
microbi fossilizzati.
Recenti discussioni hanno però portato a definire 150-200nm come limite
inferiore per le dimensioni dei moderni microbi basandosi sulla quantità minima
di componenti necessari per il metabolismo e la riproduzione di cellule.
E’ tuttavia possibile che le piccole
strutture marziane rappresentino un
primitivo stadio nell’evoluzione dei
microbi.
Il meteorite ALH84001
CONCLUSIONI
La maggior parte delle osservazioni che in principio erano state presentate per
sostenere la presenza di vita fossile su ALH84001 sono state screditate:
La maggior parte dei componenti organici sono di origine terrestre, e quelli di
origine marziana potrebbero essere stati prodotti da processi non biologici;
Il disequilibrio chimico tra minerali adiacenti può essere stato prodotto da
eventi multipli;
La maggior parte dei presunti fossili sembra essere troppo piccola per
rappresentare organismi viventi;
I grani di magnetite, considerati la più forte evidenza di vita marziana a causa
della forte somiglianza con quelli prodotti da organismi terrestri, potrebbero
anch’essi essere stati prodotti da processi non biologici che coinvolgono
cristallizzazione in sistemi idrotermici.
La speranza è l’ultima a morire..
Studi recenti hanno mostrato che, sebbene vi siano basse
probabilità, queste meteoriti sono in grado di trasferire sulla Terra
forme di vita marziana. Sulla Terra giunge una meteorite marziana
su 10 milioni all'anno e finora, nell'arco di tempo di 2-3 anni, si
sono trovati dieci frammenti pesanti più di 100 grammi.
Sapendo che diverse specie di spore batteriche popolano
spontaneamente le rocce e sono in grado di sopravvivere nello
spazio per lo meno 5 anni
è plausibile che forme di vita marziane si siano
trasferite sul nostro pianeta
..ma la realtà è dura!
La sopravvivenza e la propagazione di forme di vita da
meteorite al suolo terrestre è tuttavia un evento poco probabile.
L'ambiente originale della meteorite è totalmente diverso da
qualsiasi luogo della Terra. Marte possiede un‘atmosfera
estremamente rarefatta, (più della
cima del Monte Everest), quasi priva di O2 e di H2O.
Una forma di vita dovrebbe sopravvivere ad una temperatura
relativamente elevata rispetto
al suo luogo di origine .
Biomarcatori
Sono utili per determinare se, esaminando alcune
entità, si tratti di entità biologiche o meno.
Si tratta di sostanze organiche che si conservano
per tempi molto lunghi e sopravvivono al
decadimento, rimanendo incluse nelle rocce
sedimentarie e dunque possono essere una
testimonianza dell’antica presenza di forme viventi
che non lasciano di solito alcun fossile.
I biomarcatori terrestri ci aspettiamo che siano
differenti da quelli non-terrestri, a causa delle
numerose probabili differenze biochimiche.
Esaminiamo brevemente alcuni biomarcatori utilizzati per la vita
terrestre per poi vedere come essi possono essere riadattati ed
applicati nella ricerca di forme di vite su Marte.
Rapporti Isotopici
Il rapporto 13C/12C è un indicatore molto importante per quanto
riguarda l’esistenza di attività biologica: a causa dei valori
differenti dell’energia nel loro stato fondamentale i due isotopi del
carbonio partecipano alle reazioni con diversa efficienza.
(Frazionamento isotopico)
Un basso rapporto isotopico 13C/12C sulla Terra, ovvero un forte
arricchimento di 12C, confermerebbe la presenza di attività
biologiche.
Su Marte le cose sono più complesse: l’atmosfera marziana si
arricchisce degli isotopi pesanti disperdendo nello spazio quelli
più leggeri, al contrario di quello che dovrebbe accadere per il
frazionamento biologico.
Cellule Fossili
Le cellule possono conservarsi per miliardi di anni in sedimenti
consolidati nelle rocce senza essere scaldati. Campioni ben
conservati mostrano una morfologia praticamente identica a
quella dei moderni organismi unicellulari viventi.
Le cellule fossili, inoltre, conservano le loro caratteristiche ed è
dunque più facile avere una conferma dell’origine biologica dei
campioni prelevati dal suolo Marziano.
Purtroppo, però, ci aspettiamo che su Marte i campioni non
possano essere preservati in maniera efficiente e che i microbi
abbiano strutture differenti rispetto a quelli terrestri.
Molecole Organiche
Le molecole organiche che si potrebbero trovare sulla
superficie marziana potrebbero includere organismi
biologici di basso peso molecolare, come alcuni alcani.
Molecole più pesanti e più complesse potrebbero essere
presenti solo se riuscissero a conservare la loro stabilità
chimica nelle condizioni ambientali marziane.
Alcune di queste molecole organiche stabili in un
ambiente ossidante, come quello di Marte, sono gli
amminoacidi; mentre altre biomolecole, come i
nucleotidi, non conservano la loro stabilità.
La chiralità può essere usata come un test per determinare se la
vita su Marte è estinta o è ancora esistente.
Le molecole puramente enantiomeriche (che hanno chiralità ed
utilizzano entrambe le forme L e D) indicherebbero la presenza di
vita, mentre miscugli parzialmente enantiomerici di molecole
starebbero ad indicare che la vita è esistita sul pianeta, ma è
ormai estinta.
Questo test è stato già usato ed è risultato positivo per le semplici
molecole (come gli amminoacidi) trovate sui meteoriti marziani;
ma per avere la conferma della sua efficacia, si dovrebbe
utilizzarlo su molecole ancora più complesse.
VULCANI su MARTE
L'attività vulcanica è stata molto intensa nel
passato, ma
ora sembra
finita
21 dicembre 2015
La ricerca di vita nell'universo
37
Il 16 gennaio 2009 la Nasa ha
comunicato che da Syrtis Major
e da Arabia Terra sono uscite
imponenti quantità di metano.
2 Possibili fonti: VULCANI oppure...
Esseri viventi
L’immaginario collettivo I
Il 25 luglio 1976 la sonda Viking ha inviato a Terra
una fotografia che ha scatenato l’entusiasmo di
coloro che credevano l’esistenza dei “marziani”.
Le interpretazioni non scientifiche
hanno individuato nella foto un
monumento artificiale, prova che
forme di vita extraterrestri
intelligenti avessero abitato o
visitato Marte in un certo momento
della sua storia.
L’immaginario collettivo I
In realtà la foto raffigura uno dei
molti altopiani disseminati nella
regione marziana. Le sembianze
antropomorfe sono quindi dovute
ad una combinazione di angolo
d'illuminazione, bassa risoluzione
della foto e tendenza del cervello
umano a riconoscere motivi
familiari, specialmente volti
(pareidolia). Infine, un'interruzione
nella trasmissione dati dalla Viking 1
creò una macchia nera esattamente
in corrispondenza dell'ipotetica
narice.
L’immaginario collettivo II
Recentemente una fotografia inviata dai rover Spirit e
Opportunity ha messo nuovamente in subbuglio coloro
che credono all’esistenza di vita intelligente su Marte.
Si tratta di scatti che mostrerebbero
una figura umana, sull’orlo di un
dirupo.
Con tutta probabilità si tratta di una
roccia erosa (analogalmente al Volto
di Marte).
Cosa possiamo dire allora?
Non abbiamo prove certe che la vita sia o meno esistita su Marte.
Ciò di cui la vita ha bisogno per evolvere è certamente l’acqua e
quello che si osserva è un pianeta sul quale, nel passato, doveva
essere presente l’acqua: questo porterebbe a dire che Marte
poteva ospitare un tempo qualche forma di vita.
In realtà non è detto che basti l’acqua per far sì che la vita si
evolva: con le nostre conoscenze scientifiche attuali non
possiamo affermarlo con sicurezza, non sapendo nemmeno come
sia nata la vita sulla Terra.
Per ora possiamo dire che se esistono condizioni di tipo
terrestre su un altro pianeta, allora si può supporre che la vita lì
possa eventualmente svilupparsi.
Cosa possiamo fare allora?
Il solo modo per rispondere alle nostre domande è andare su
Marte e verificare di persona.
Se andando su Marte si troveranno forti evidenze dell’esistenza di
vita, presente o passata, allora potremo dire che la vita quasi
Certamente può svilupparsi in qualsiasi altro pianeta simile alla
Terra.
Se invece si scoprisse che su Marte vi erano tutte le condizioni
necessarie per l’evoluzione della vita (presenza di acqua,
atmosfera) ma che essa non si è mai sviluppata, allora
saremmo indotti ad essere più pessimisti nel predire l’esistenza di
altre forme di vita su altri pianeti.
Programma di esplorazione
2008: tre missioni operative su Marte:
• Mars Global Surveyor (MGS)
•Mars Odyssey
•Mars Express
Esse ci forniscono numerose informazioni riguardanti le
condizioni geologiche della crosta marziana che saranno
utili per la scelta di siti di atterraggio per le missioni future,
con un interesse particolare per quelle zone che mostrano
un’attività idrotermale.
Mars Global Surveyor
Mars Orbiter Camera
Thermal Emission Spectrometer
•Immagini di processi che
implicano la presenza di
acqua liquida
•Presenza di minerali (magari
legati alla presenza di acqua)
•Mapping della geologia di
possibili siti di atterraggio
•Storia della crosta marziana
Mars Orbiter Laser
•Topografia del pianeta
Mars Odyssey
Thermal Emission Imaging System
•Fornisce mappe spettrali ad alta
risoluzione spaziale complementari a
quelle del TES di MGS
Gamma Ray Spectrometer + Neutron Spectrometer
•Mappano l’abbondanza di idrogeno nelle vicinanze
della superficie, principalmente nelle molecole
d’acqua
Nel febbraio 2005 sono arrivati sulla superficie di
Marte i primi rover, destinati a compiere delle
operazioni sulla superficie marziana, soprattutto in
luoghi rilevanti per l’ipotetica presenza di acqua,
come in Sinus Meridiani dove è grande la presenza
di ematite, o nel cratere Gusev che potrebbe aver
ospitato un antico lago.
Planetary Fourier Spectrometer
•Composizione dell’atmosfera
nell’infrarosso e nellìultravioletto
Atmospheric Spectrometer
•Studio delle cause delle alte proprietà
ossidanti dell’atmosfera di Marte
Missioni recenti
Phoenix
Il lander è stato lanciato ad alte latitudini in modo da poter
analizzare da vicino le superfici polari ghiacciate.
Il suo principale obbiettivo sarà di determinare gli effetti chimici
dovuti alla presenza di ghiaccio e anche di cercare eventuali
reazioni chimiche organiche dovute alla presenza di acqua.
Credits
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www.badastronomy.com
www.msss.com
www.mars.jpl.nasa.gov
www.static.howstuffworks.com
www.marsrovers.nasa.gov
www.athena.cornuell.ed
www.news.bbc.co.uk
www.molecularlab.it
www.esa.int
Segura et al. (2002)
Sullivan & Baross: Planets and life, Cambridge University Press
(2007)
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