Maestra: Buongiorno ragazze! Sono contenta di esservi
utile per la realizzazione del vostro lavoro di matematica.
Mi stupisce un po’ che voi abbiate scelto proprio me,
considerando che io non sono una vera e propria esperta
in matematica, ma solo una appassionata della mia
professione.
Ditemi pure, sono pronta a rispondere a tutte le domande
che mi farete…
Gruppo: Ti ringraziamo per aver accettato di aiutarci.
Abbiamo scelto te come maestra modello perché
abbiamo avuto modo di vederti al lavoro, come quella
volta in cui Stefania ti ha vista lavorare con i bambini
della tua classe di prima elementare, mentre spiegavi il
concetto di numero.
In quella occasione hai utilizzato una metodologia
veramente attiva e coinvolgente e tutti i bambini ti
hanno ascolto e hanno partecipato senza annoiarsi.
Anna: Che rapporto avevi da bambina con la
matematica?
Maestra: Alle scuole elementare ho avuto una
maestra che mi ha fatto innamorare della
matematica. Ricordo che ci faceva degli esempi
molto pratici per introdurre ogni nuovo argomento.
Vi racconto di quando, durante i festeggiamenti del
compleanno di un mio compagno, approfittò di quel
momento per spiegarci il concetto delle frazioni.
Lo ricordo come se fosse ieri, tanto è stato
“fulminante”.
Maria: Noto con piacere che hai avuto un inizio positivo.
Il tuo percorso d’apprendimento della matematica è
rimasto tale?
Maestra: Purtroppo no! Ogni insegnante, come voi
avrete modo di vedere, adotta metodi di insegnamento
diversi. Alle scuole medie ho incontrato una
professoressa che spiegava stando sempre seduta alla
cattedra e mantenendo un rapporto molto distaccato
con gli alunni.
Spiegava come se stesse dettando una lista della spesa,
elencando i vari elementi in maniera fredda e priva di
passione.
A me sembrava di studiare qualcosa di lontano da me,
come se fosse una materia del tutto nuova e che non mi
piaceva affatto.
Stefania: è rimasto così difficile il tuo rapporto
con la matematica alle scuole superiori?
Maestra: Direi che successivamente il mio
rapporto con la matematica è andato via via
migliorando. Al liceo ho incontrato un Prof. che
amava questa disciplina, e questo è bastato a
trasmettermi la sua passione verso la matematica.
Anna: Hai dei “modelli” tra i grandi matematici, o
maestri nel campo della didattica della matematica a
cui ti ispiri?
Maestra: Si, ho alcuni modelli, ma non nell’ambito
specifico della matematica.
Penso che sia importante il metodo che si adotta per
insegnare. A tal proposito faccio riferimento a ciò che
rispondeva Don Milani quando gli chiedevano “come fa a
fare scuola” e lui rispondeva di non preoccuparsi di
come si fa a fare scuola, ma di come bisogna essere
per poter fare scuola.
Maria: Alcuni ricercatori ( Dehaene,
Butterworth, Girelli, Wynn) sostengono che
alcune competenze matematiche siano innate ed
il campo delle competenze matematiche innate si
estenda continuamente. Ritieni che le
competenze matematiche siano in parte innate?
Maestra: Non so se le competenze matematiche
siano in parte innate oppure no. Riferendomi
ancora alla risposta che ho dato prima e alla mia
esperienza personale penso che il modo con cui
si insegna sia fondamentale per amare e capire
ciò che si impara.
Stefania: Ritieni che il mondo dei giochi e il mondo
della matematica possano avere dei punti in
comune?
Maestra: Credo proprio di si. Il gioco è la prima
forma di apprendimento che i bambini attuano in
modo spontaneo e divertente.
Il gioco annulla la fatica per apprendere e penso
che sia utile che gli insegnanti adottino più spesso
attività ludiche per qualsiasi tipo di
apprendimento.
A tal proposito ho utilizzato con i bambini della
mia classe il “gioco dell’intervistatore” per
spiegargli il significato, l’uso e la lettura degli
istogrammi.
Anna: Ad esempio, negli Stati Uniti c’è un intero
curriculum di avviamento alla matematica che poggia
sul gioco degli scacchi. Lo ritieni interessante?
Utile? Applicabile anche in Italia?
Maestra: Si, lo ritengo utile ed interessante perché
questo gioco, oltre a sviluppare capacità relazionali
aiuta molto il ragionamento e la logica.
Maria:Hai mai provato i videogiochi?
Maestra: Si, li ho provati, ma solo quelli che
riguardano la matematica.
Maria: Hai dei figli o dei nipoti che usano i
videogiochi?
Maestra: Si, sia mio figlio che mio nipote usano
questi giochi.
Maria: L’uso di questi giochi lo ritieni un fatto
positivo? Ritieni che questa esperienza possa
favorire o meno un sano rapporto con la matematica?
Maestra: Sicuramente si, ma dipende dal tipo di
videogioco. Quelli specifici per lo sviluppo delle
abilità matematiche sono quelli che preferisco di più.
Stefania: Quale ruolo può avere il computer
nell’apprendimento-insegnamento della matematica?
Maestra: Sicuramente un ruolo importante, i bambini
sono molto attratti dalle nuove tecnologie. Io lo
utilizzo molto soprattutto con i bambini che mostrano
difficoltà di apprendimento come i bambini
discalculici. In generale, in classe l’utilizzo del
computer avviene per la costruzione di semplici
tabelle o per far allenare i bambini nei calcoli con
appositi programmi.
Anna: Hai detto che hai lavorato con bambini
discalculici, hai avuto modo di collaborare
proficuamente con gli specialisti?
Maestra: Assolutamente no! Purtroppo siamo in una
realtà in cui c’è poca collaborazione tra scuola e
istituti sanitari.
Maria: L’ambiente scolastico ti aiuta nella tua
missione?
Maestra: Certamente si. Nella mia scuola si applica un
buon lavoro di team, dove ognuno di noi collabora per
trovare nuove strategie educative e metodologiche
per l’insegnamento della matematica, ma anche per le
altre discipline. Credo che un buon lavoro di squadra,
supportato da una attenta dirigenza, sia importante
per raggiungere qualsiasi obiettivo educativo.
Gruppo: Abbiamo concluso la nostra intervista.
Ti ringraziamo per il tempo che ci hai concesso e ti
auguriamo buon lavoro.
Maestra: Grazie a voi per avermi scelto come vostra
maestra modello.
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Intervista alla maestra modello CAROLINA