La corteccia cerebrale è uno strato laminare continuo che rappresenta la parte più esterna del telencefalo negli esseri vertebrati. È formata dai neuroni, dalla glia e da fibre nervose senza mielina. La corteccia cerebrale umana è spessa 2-4 mm e gioca un ruolo centrale in meccanismi mentali complicati come la memoria, la concentrazione, il pensiero, il linguaggio e la coscienza. Nei cervelli non vivi conservati assume un colore grigio, che dà il nome di sostanza grigia. Nei mammiferi maggiori, come gli esseri umani, la superficie della corteccia cerebrale presenta una grande quantità di scanalature, chiamate 'solchi'. La parte filogeneticamente più antica della corteccia cerebrale, l'ippocampo, si differenzia in cinque strati, mentre la più recente neocorteccia in sei principalmente. Lo spessore della corteccia non rimane inalterato, durante la vita della persona, in quanto, in relazione all'età e allo sviluppo, si hanno modificazioni, responsabili, tra l'altro, di periodi di particolare emotività e di conseguenti variazioni nel tono dell'umore. Corteccia cerebrale: funzioni Molte funzioni motorie e sensoriali sono state localizzate in aree specifiche della corteccia di entrambi gli emisferi del cervello, ciascuno dei quali controlla la parte opposta del corpo. Meno definite sono le aree associative, individuate principalmente nella corteccia frontale, legate al pensiero e alle emozioni e responsabili del coordinamento degli stimoli sensoriali. Le due aree del linguaggio, quella di Wernicke (comprensione del linguaggio) e quella di Broca (produzione del linguaggio), sono state invece localizzate entrambe nella corteccia dell’emisfero sinistro Nei due emisferi esistono molte aree che svolgono funzioni differenti; ricevono le informazioni dagli organi di senso e da zone del cervello differenti e le passano ad aree diverse. Il modo in cui vengono elaborate le informazioni varia a seconda dell'area cerebrale. Nella corteccia sono presenti infatti aree differenti di elaborazione delle informazioni dette area primaria, area secondaria e area associativa. Le differenze funzionali tra i due emisferi non si limitano al controllo della motricità e della sensibilità del corpo umano ma riguardano anche una diversa specializzazione rispetto alle funzioni cognitive; più in generale, si può dire che l’emisfero sinistro è più specializzato nelle funzioni linguistiche (e quindi nella comunicazione) mentre il destro nelle funzioni che implicano una elaborazione di tipo "visuo-spaziale". • Emisfero sinistro: modalità logico formali per semplificare la complessità dell'informazione • Emisfero Destro: Pensiero Laterale per modificare gli schemi logico-interpretativi, La creatività è quindi il modo di saper utilizzare la plasticità del cervello per rispondere alla complessità degli eventi, mettendo in funzione le molteplici ed articolate funzioni intellettive di cui ciascuno di noi é geneticamente dotato. La funzionalità logico-razionale dell' Emisfero Sinistro si sviluppa attivando la capacità associativa della Area di Wernike che tende a facilitare un integrazione con la MLT. E' l'area del cervello cruciale per la comprensione del linguaggio. I soggetti che hanno danni neurofisiologici in quell'area non comprendono il significato delle parole e non riescono ad esprimersi. Fu così chiamata perché fu scoperta da Carl Wernike nel 1874. Le aree corticali • Le aree primarie eseguono l'analisi iniziale delle informazioni in arrivo dai diversi recettori sensoriali del corpo. Le informazioni provenienti da ciascun organo di senso vengono elaborate in una diversa area primaria, spesso dotata di un'organizzazione topografica (ciò significa che le sensazioni provenienti dalle diverse zone del corpo sono rappresentate da diversi gruppi di cellule della zona primaria, dove si viene così a creare una mappa generale del corpo). Schematicamente si può, cioè, affermare che le informazioni sono organizzate in modo ordinato. • Nell'area secondaria le informazioni vengono sottoposte a un'analisi più complessa; nell'area associativa le informazioni provenienti da diverse zone cerebrali vengono associate, in modo da ottenere un'interpretazione degli stimoli percepiti e da produrre una risposta adeguata. Aree corticali e sottocorticali attivate durante la rappresentazione mentale di un’emozione • Origini del mancinismo Nella prima infanzia, nel cervello umano avviene una specializzazione funzionale dei due emisferi cerebrali. Nei mancini è l'emisfero destro a predominare. Questo processo viene chiamato lateralizzazione ed avviene dopo i 36 mesi, inizia con lo sviluppo del linguaggio e si conclude verso i 3 –4 anni. Le cause della diversa lateralizzazione non sono ancora state chiarite, è comunque accettato che l'ereditarietà è un fattore determinante nel mancinismo, sebbene non dominante. Ciò vuol dire che non necessariamente da due genitori mancini nascerà un figlio mancino, ma la caratteristica potrà essere ricorrente nelle generazioni successive • Mancinismo contrastato • Il mancinismo contrastato attuato da insegnanti o familiari sprovveduti, presente ancora oggi anche se in diminuzione, può provocare una serie di interferenze tra i due emisferi cerebrali che possono far manifestare incertezza, discordanza funzionale e comportamentale. Questi sintomi possono fissarsi con la mancata affermazione di uno dei due emisferi. • Se il mancinismo viene contrastato nelle prime fasi dello sviluppo possono venir arrecati danni, anche gravi, alla strutturazione dell'attività motoria e interferenze sulla organizzazione psicologica complessiva. Infatti, un prerequisito generale della attività motoria, è la corretta lateralizzazione, ossia l'uso prevalente di uno dei due lati del corpo (occhio, braccio e mano, gamba e piede) per attivare il movimento, in corrispondenza alla dominanza emisferica cerebrale. George H. W. Bush Ambidestri • Gli ambidestri utilizzano indistintamente la mano destra e sinistra, senza difficoltà. In Italia rappresentano circa il 4% della popolazione: si tratta di persone in cui permane la bilateralizzazione, vale a dire la non laterizzazione degli emisferi cerebrali presente nel bambino prima dei 36 mesi.