HRV = HEART RATE VARIABLITY Molte variabili cardiocircolatorie in condizioni stazionarie si mantengono stabili: la variabile controllata (dai sistemi di controllo omeostatico) è classicamente considerata la pressione arteriosa (PA), anche se vi sono proposte alternative. La variabile più direttamente utilizzata per il controllo della PA è la frequenza cardiaca (heart rate HR), o il suo reciproco, il periodo cardiaco o intervallo RR. Il principale meccanismo di controllo è il riflesso barocettivo; nell’uomo quello più importante parte dai seni carotidei. In condizioni stazionarie, sia PA sia HR sono costanti nel breve periodo, ma i valori di singoli battiti cardiaci successivi variano in continuazione. Anche ad un’osservazione diretta è evidente che tali variazioni non sono casuali, ma si ripetono con ritmi ben riconoscibili. Tecniche matematiche consentono di estrarre le componenti ritmiche (oscillazioni), misurandone o stimandone la frequenza e l’ampiezza RR SYS 900 200 800 180 700 160 600 140 500 120 400 300 320 340 360 380 400 420 440 460 480 100 500 I fenomeni oscillatori si possono studiare con diverse metodiche, in particolare con metodi non parametrici, (Fast Fourier Transform FFT) o parametrici (analisi autoregressiva). L’esempio qui sotto è una semplice costruzione al computer. Decomposizione spettrale A B C Variabilità spontanea RR RR Serie temporale RR 1100 1000 ms del periodo cardiaco 1200 900 800 700 600 0 100 200 300 secondi 400 500 Variabilità spontanea RR RR LF 80000 HF ms^2 60000 40000 20000 0 0 Analisi spettrale 0.05 0.1 0.15 0.2 Hz 0.25 0.3 0.35 0.4 L’analisi spettrale della serie temporale RR mostra normalmente 3 picchi (nella fig. precedente ne sono mostrati solo 2): uno a bassissima frequenza (Very Low Frequency – VLF), uno a bassa frequenza (Low Frequency – LF) ed uno ad alta frequenza (High Frequency – HF). Interpretazioni fisiologiche: • VLF: interpretazione controversa: termoregolazione, regolazione ormonale – per studiare bene queste frequenze occorrerebbero registrazioni molto lunghe prive di instabilità • LF: attribuite da alcuni al simpatico; molto probabilmente riflettono indirettamente l’attività vasomotoria del simpatico ma sono mediate direttamente dal vago • HF: attribuite con sicurezza all’attività vagale sul cuore; corrispondono all’aritmia respiratoria e hanno una componente riflessa ed una componente meccanica; forse contribuisce anche un’interferenza dei centri respiratori bulbari con i nuclei di origine del vago (nucleo ambiguo e nucleo motore dorsale del vago) Registrando più variabili contemporaneamente, si possono studiare le relazioni reciproche fra le rispettive oscillazioni mediante l’analisi cross-spettrale, i cui risultati possono offrire spunti interpretativi sulle relazioni causa-effetto. Per esempio, conoscendo lo schema funzionale dei barocettori, si considera PA la variabile d’ingresso del sistema di controllo e RR la variabile d’uscita: la funzione di trasferimento PA-RR è utilizzata come indice del guadagno dei barocettori (si esprime in ms*mmHg-1. Il sistema funziona se fra i picchi di PA e quelli di RR c’è un ritardo compatibile con i ritardi sinaptici dell’intero arco riflesso (60-100 ms). I risultati dell’analisi cross-spettrale sono espressi da 4 parametri: • Frequenza di ogni componente spettrale • Coerenza delle due oscillazioni, in funzione della frequenza • Ritardo di fase (per convenzione è negativo quando PA precede RR) • Funzione di trasferimento L’analisi cross-spettrale x Ritardo di fase Quantificazione X = FTR * Y del ritardo in gradi Coerenza dei segnali y Funzione di trasferimento Un esempio Risultati nel dominio delle frequenze FUNZIONE DI TRASFERIMENTO RRSAP_T COERENZA FASE RRSAP_C RRSAP_P 40 1 30 0.75 100 gradi ms mmHg-1 200 20 0.5 10 0.25 -100 0 -200 0 0 0.05 0.1 0.15 0.2 Hz 0.25 0.3 0.35 0.4 0 0 0.05 0.1 0.15 0.2 Hz 0.25 0.3 0.35 0.4 Il punto di vista dei clinici. Il lavoro qui citato è ormai vecchio (1996), ma è ancora considerato il più importante riferimento per le applicazioni cliniche dell’HRV. Il messaggio principale è che una ridotta variabilità dell’RR è un segno prognostico negativo per gli individui sopravvissuti all’infarto. Il primo indice di variabilità è semplicemente la varianza (o la deviazione standard) dell’RR e può essere valutata anche su registrazioni di 24 ore. Circulation Issue: Volume 93(5), 1 March 1996, pp 1043-1065 Heart Rate Variability: Standards of Measurement, Physiological Interpretation, and Clinical Use Task Force of the European Society of Cardiology and the North American Society of Pacing and Electrophysiology Distribuzione dei valori RR. In tutte le figure NN sta per RR normali © 1996 American Heart Association, Inc. Published by American Heart Association. 3 © 1996 American Heart Association, Inc. Published by American Heart Association. 4 © 1996 American Heart Association, Inc. Published by American Heart Association. 5 © 1996 American Heart Association, Inc. Published by American Heart Association. 6 Distribuzione delle potenze spettrali in funzione della frequenza in registrazioni di 24 ore; scale logaritmiche © 1996 American Heart Association, Inc. Published by American Heart Association. 7 © 1996 American Heart Association, Inc. Published by American Heart Association. 8 © 1996 American Heart Association, Inc. Published by American Heart Association. 9 Figure 6 . Example of four synthesized time series with identical means, standard deviations, and ranges. Series (c) and (d) also have identical autocorrelation functions and therefore identical power spectra. Reprinted with permission. © 1996 American Heart Association, Inc. Published by American Heart Association. 10 Figure 7 . Flow chart summarizing individual steps used when recording and processing the ECG signal in order to obtain data for HRV analysis. © 1996 American Heart Association, Inc. Published by American Heart Association. 11 Figure 8 . Cumulative survival of patients after MI. a, Survival of patients stratified according to 24-hour SDNN values into three groups with cutoff points of 50 and 100 ms. b, Similar survival curves of patients stratified according to 24-hour HRV triangular index values with cutoff points of 15 and 20 units. © 1996 American Heart Association, Inc. Published by American Heart Association. 12 Figure 9 . Comparison of positive predictive characteristics of HRV (solid lines) and of combinations of HRV with left ventricular ejection fraction (dashed lines) and of HRV with left ventricular ejection fraction and ectopic counts on 24-hour ECGs (dotted lines) used for identification of patients at risk of 1-year cardiac mortality (a) and 1-year arrhythmic events (sudden death and/or symptomatic sustained ventricular tachycardia, b) after acute myocardial infarction. © 1996 American Heart Association, Inc. Published by American Heart Association. 13 Table 5 . Normal Values of Standard Measures of HRV\ © 1996 American Heart Association, Inc. Published by American Heart Association. 15 Il sistema portapres Continuo Non invasivo Portatile Il sistema portapres come funziona: Tilting Table Baroreflex Sensitivity: Measurement and Clinical Implications Maria Teresa La Rovere, M.D.,∗ Gian Domenico Pinna, M.S.,† and Grzegorz Raczak, M.D.‡ Ann Noninvasive Electrocardiol 2008;13(2):191–207 Sono descritti diversi metodi per la valutazione non invasiva (o minimamente invasiva) della sensibilità dei barocettori (BRS): • Interventi farmacologici, atti ad aumentare o diminuire rapidamente e per un breve periodo la pressione arteriosa • Manovra di Valsalva • Collare con camera d’aria Valutazione di oscillazioni spontanee: • Sequenze temporali • Analisi cross-spettrale PA/RR Iniezione di un alfa stimolante (fenilefrina): la pendenza della retta di regressione ∆RR/∆SAP è utilizzata come misura della sensibilità barocettiva (BRS) Esempio di BRS molto ridotto Analisi crossspettrale Valore predittivo del BRS in pazienti post infarto FACOLTA’ DI SCIENZE MOTORIE Università degli studi di Verona EFFECTS OF TILTING ON SPECTRAL PROPERTIES OF STROKE VOLUME IN HUMANS C.Tarperi, S.Pogliaghi, P.Terziotti and A.Cevese Facoltà di Scienze Motorie, Università di Verona 0° 70° SAP SAP SAP SAP SVSV SV SV SAP-SV C SAPSV_C SAP-SV C SAPSV_C SAP-SV F SAPSV_P SAP-SV F SAPSV_P 500 400 300 200 100 0 1000 800 600 400 200 0 1 0.75 0.5 0.25 0 180 90 0 -90 -180 0 0.1 0.2 0.3 0.4 0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.4 In posizione supina (0°) HF in SV e SAP; coerenza alta, fase +80° LF solo in SAP; coerenza bassa VLF in SV e SAP; coerenza alta, fase ±180° In tilt (70°) HF in SV e SAP; coerenza molto alta, fase 0° LF in SV e SAP; coerenza alta, fase 0° VLF sparite 0.08 0.223 0.06 0.04 0.222 0.02 0.221 Spettro SV: valori medi 0 0.220 SUP TILT POST SUP ml2 Hz POWER LF POWER LF 35 30 25 20 15 10 5 0 TILT POST POWER HF POWER HF 35 30 25 20 15 10 5 0 SUP TILT POST SUP TILT POST Cross-spettri SV_SAP; tutti i soggetti COERENZA LFLF COERENZA 1.2 1 0.8 0.6 COERENZA HFHF COERENZA PS 7 6 CA 0.4 0.2 TC 0 FASE LF FASE LF FASE HF FASE HF 180 gradi 90 7 TP CS 0 CG -90 -180 SUP TILT POST SUP TILT POST OSSERVAZIONI In tutti i soggetti eccetto uno la coerenza LF in tilt è > 0.5 In quattro soggetti la fase in tilt è 0° (in fase) In due soggetti la fase in tilt è 180° (in opposizione di fase) Conclusione 1 In posizione supina le oscillazioni LF di SAP (attribuite al tono vasomotore simpatico) non si riflettono sul cuore, perciò non compaiono LF in SV coerenti con le oscillazioni pressorie Conclusione 2 In TILT il modello si modifica: L’aumento del tono simpatico si riflette anche sul cuore provocando oscillazioni LF di SV coerenti con le oscillazioni pressorie. Si identificano due modelli: nel primo le oscillazioni sono in fase, nel secondo tendono all’opposizione di fase, con un diverso controllo delle resistenze periferiche totali RR RR TC 1400 Soggetti rappresentativi dei due modelli: CS ms 1200 1000 TC, primo modello CS, secondo modello 800 600 400 100 120 80 110 60 ml mm Hg SAPSAP 130 100 90 SV SV 40 20 80 0 80 1.2 70 1 60 0.8 urp mm Hg DAPDAP 50 0.6 40 0.4 30 0.2 SUP TILT POST SUP TILT POST TPRTPR SUP TILT POST SUP TILT POST Modello BAROCETTORI SV SAP splancnico muscoli cute cervello cuore rene SV in fase con SAP RR Dipende (prevalentemente) dal cuore: Esso creando oscillazioni in SV le trasmette alla pressione SV in opposizione di fase con SAP Dipende (prevalentemente) dalle TPR: Esse rispondono alle oscillazioni del tono vasomotore di origine centrale TPR INTERPRETAZIONE Nel primo modello è prevalente l’aumento del tono simpatico al cuore, perciò SV fa oscillare SAP (in fase) Nel secondo modello è prevalente l’aumento del tono vasocostrittore, perciò SAP fa oscillare SV (in opposizione di fase) Am. J. Physiol 268: H7-H16, 1995 Cane anestetizzato: arto isolato e perfuso a pressione costante Valvola di Starling invertita Tracciati da esperimento campione Serie temporali da esperimento campione Analisi spettrale da esperimento campione Analisi crossspettrale da esperimento campione Trasformazione RR-HR e FLOW-RESISTANCE Le conclusioni di questo lavoro affermano che, nel cane anestetizzato con cloralosio, esistono oscillazioni a bassa frequenza (LF) provocate da un’oscillazione intrinseca dei centri bulbari. Le oscillazioni del flusso iliaco sono dovute a variazioni di resistenza. Le variazioni delle resistenze periferiche totali causano le oscillazioni della pressione arteriosa. Le variazioni della frequenza cardiaca precedono quelle del flusso iliaco e della pressione arteriosa perché la via efferente simpatica e la risposta cronotropa del cuore sono più veloci. Le conclusioni di questo lavoro affermano che, nel cane anestetizzato con cloralosio, le oscillazioni a bassa frequenza (LF) di pressione arteriosa e di flusso (resistenze) iliaco non dipendono dai barocettori. Sono modificate, ma non abolite, dal taglio dei vaghi Analisi cross-spettrale RR-SP Continua: controllo Tratteggiata: alfa blocco + angio II Potenza LF in 8 soggetti: barre piene controllo; barre vuote alfa blocco + angio II Il blocco dei recettori alfa adrenergici nell’uomo, conservando i valori della pressione arteriosa mediante infusione di angiotensina II, elimina le oscillazioni LF sia della pressione sia del periodo RR. Le LF cardiache a 0.1 Hz non sono dovute all’attività del simpatico sul cuore Serie temporali filtrate e amplificate A = controllo B = alfa blocco + angio II C = idem ma con trasformazione RR-HR Dopo la soppressione dell’attività vasomotoria mediante alfa blocco, in molti soggetti compaiono oscillazioni di RR e SP a circa 0.05 Hz perfettamente in fase. Interpretazione: emerge attività oscillatoria simpatica sul cuore a frequenza ≈ alla metà delle LF, che si trasmette direttamente a SP Soggetti di controllo (linea continua) e soggetti con sindrome X cardiaca (SX) (linea trattegiata): nel passaggio da supino a tilt, I parametri spettrali non si modificano in SX, salvo la potenza LF SAP. Si conclude che i SX non hanno iperattività simpatica, ma scarsa attività vagale. I valori normalizzati non consentono questa conclusione La frequenza della componente LF (analisi crossspettrale RR-SP, picco di coerenza) in posizione supina è significativamente più bassa nei soggetti con ridotta tolleranza ortostatica Le curve di specificità e sensibilità si incrociano su valori compresi fra 0.091 e 0.095 Hz. Tutti i soggetti con fLF < .091 hanno ridotta tolleranza ortostatica. Tutti i soggetti con fLF > .095 hanno tolleranza normale Esiste una discreta correlazione fra fLF e tempo allo svenimento (usato come misura di tolleranza ortostatica) NA vago CO NMDV NTS BARO x HR RVLM SV CUORE CVLM - - IML simpatico ABP Modello di oscillazione del centro vasomotore Interferenza del vago attraverso i barocettori x TPR NA vago CO NMDV NTS BARO x HR RVLM SV CUORE CVLM - - IML simpatico ABP x TPR Neurovegetative cardiovascular regulation to altitude Cevese A., Gulli G. Facoltà di Scienze Motorie, Università di Verona Italy The autonomic cardiovascular regulation is frequently studied by analysis of spontaneous variability of the heart rate and/or other cardiovascular variables, such as arterial pressure. Non invasive techniques are mandatory for studies in humans, especially in particular environments, such as at high altitude Heart rate and systolic arterial pressure that can be detected by finger plethysmography (portapres) have been widely used in recent years to the aim of acquiring steady state records of sufficient duration to allow for analysis of variability. RR SYS 900 200 800 180 700 160 600 140 500 120 400 300 320 340 360 380 400 420 440 460 480 100 500 The commonest used methods consist in spectral and cross spectral analyses, which detect well recognized frequency peaks, namely at low frequency (LF ≈ 0.10 Hz) and high frequency (HF = respiratory rate) and generate frequency related phase and coherence functions that allow inference about reciprocal influences between HR and SP PSD FOUR 2500 12000 2000 10000 8000 1500 6000 1000 4000 500 2000 0 0 0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 SAP 250 200 150 100 50 0 0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3 0.35 0.4 Frequency domain results Transfer function RRSAP_T Coherence Phase RRSAP_C RRSAP_P 40 1 30 0.75 100 gradi ms mmHg-1 200 20 0.5 10 0.25 -100 0 -200 0 0 0.05 0.1 0.15 0.2 Hz 0.25 0.3 0.35 0.4 0 0 0.05 0.1 0.15 0.2 Hz 0.25 0.3 0.35 0.4 RRSAP_P 180 1.000 90 0.750 0 0.500 0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3 0.35 0.4 -90 0.250 -180 0.000 RRSAP_T 10 7.5 5 2.5 0 0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3 0.35 0.4 Altogether, the results can be used to make inferences on sympathetic and parasympathetic activities, as well as on the baroreflex control system. Of course, these techniques can be applied to study adaptation to the altitude, although the intrinsic high variability of the results makes comparison with lowland situation extremely hard Special manoeuvres must therefore be devised to deliver stimulations whose baseline effects are well known. I will now give an example taken from a paper recently published by my former PhD student G. Gulli (Gulli G at al: Autonomic regulation during orthostatic stress in highlanders: comparison with see-level residents. Exp Physiol 92: 427-435, 2007) This report is a comparison of orthostatic tolerance and autonomic function in 3 groups of high altitude dwellers: Andeans with and without Chronic Mountain Sickness (CMS) and healthy Ethiopians. Results are compared to those from healthy sea-level residents. The aim was to determine whether different high altitude populations adapted differently to the hypobaric hypoxia. Orthostatic tolerance was assessed using a test involving head-up tilt (HUT) and graded lower-body suction This was performed at the subjects’ resident altitude. Blood pressure (Portapres) and RR interval (ECG) were recorded during the test and spectral and cross-spectral analyses of heart period and systolic blood pressure time series were performed using data obtained both while supine and during HUT. The transfer function gain in the Low Frequency range (LF ≈ 0.1 Hz) at the point of maximal coherence was used as a measure of cardiac baroreflex sensitivity (BRS) Peruvians displayed an unusually good orthostatic tolerance, while Ethiopians showed an orthostatic tolerance comparable to that of healthy sea level residents. There were no significant differences between groups in the supine values of the spectral analysis results. Average times to presyncope in minutes (quantitative index of orthostatic tolerance) in healthy Andeans 46.2 ± 1.2 in CMS patients 47.2 ± 1.2 In Ethiopians 36.6 ± 1.5 In UK healthy controls 37.2 ± 2.3 HUT induced the expected changes in Ethiopians (an increase in the LF components and a decrease in the respiratory components) but not in Andeans. Cross-spectral analysis showed abnormal results from all groups of high altitude dwellers. spectral analysis results during supine (open bars) and head-up-tilt (full bars). Groups are: Peruvian high altitude dwellers with (PCMS) and without (P-HA) chronic mountain sickness, Ethiopian high altitude dwellers (E-HA) and UK residents. HUT induced significant changes in spectral analysis results in UK residents and Ethiopians only. RR= R-R interval, SAP= systolic blood pressure, LF= low frequency oscillations, HF= high frequency (respiratory) oscillations, nu= normalized units of RR variability. Representative example of spectral and cross-spectral analysis of RR period and systolic blood pressure recorded whilst supine in one UK-resident and one Andean with CMS. The central frequency in the LF range, phase shift and Transfer Function Gain (TFG) is taken at the point of maximal coherence (vertical line). Note that the Andean subject shows the LF central frequency around 0.08 Hz, larger phase shift, lower coherence value and lower TFG compared to the UK resident. PHA PCMS EHA UKresidents Supine -72.7 ± 8.9 -84.0 ± 8.4 * -76.9 ± 13.6 -58.9 ± 4.1 Tilt -76.7 ± 7.0 * -85.8 ± 5.3 *# -67.0 ± 6.0 -55.1 ± 2.7 Supine -3.0 ± 0.8 * -3.0 ± 0.5 * -3.1 ± 0.7 * -1.6 ± 0.1 Tilt -2.6 ± 0.4 * -3.3 ± 0.3 *# -2.5 ± 0.3 * -1.7 ± 0.1 PHASE (DEG.) TIME LAG (S) COHERENCE Supine 0.69 ± 0.03 * 0.64 ± 0.06 * 0.62± 0.06 * 0.77 ± 0.03 Tilt 0.65 ± 0.04 * 0.74 ± 0.04 * 0.67 ± 0.1 * 0.85 ± 0.02 Supine 9.8 ± 1.2 8.6 ± 1.2 8.6 ± 0.9 12.3 ± 2.0 Tilt ^ 6.6 ± 0.6 ^ 4.7 ± 0.5 * ^ 5.5 ± 0.9 ^ 6.6 ± 0.7 Supine 0.083 ± 0.011 * 0.086 ± 0.008 * 0.077 ± 0.007 * 0.104 ± 0.002 Tilt 0.089 ± 0.007 0.071 ± 0.002 *#° 0.080 ± 0.004 * 0.093 ± 0.003 BRS (MS/MMHG) FREQUENCY (HZ) CONCLUSIONS Ethiopians, but not Peruvians, behave similarly to sea-level residents in terms of orthostatic tolerance and autonomic response to orthostatic stress as assessed from spectral analysis, and this indicates good adaptation to their environment. However, in all the high altitude groups the results of cross-spectral analysis were atypical, suggesting some grade of impairment in baroreflex function. By using special manoeuvres, not only was adaptation to altitude addressed by spectral and cross spectral analyses of heart rate and systolic blood pressure time series, but different strategies of adaptation were detected in two high dwelling populations This points to the possible importance of generelated mechanisms that can characterise such populations and may be responsible for a variety of adaptive mechanisms that have been found to be different (e.g. higher hematocrit values and predisposition to develop chronic mountain sickness in Andeans, not in Ethiopians). Population differences, together with interindividual variability, in the autonomic nervous function lead to uncertain conclusions about adaptation of the cardiovascular control to high altitude. This demands for further research and gathering of fresh results from different research groups, in order to attain a complete picture