Il suolo
Cosa c’è sotto i nostri
piedi? Esplorazione e
conoscenza della
componente suolo
rilevamento ambientalepedologico attraverso lo
scavo, la descrizione e la
raccolta di campioni di una
piccola sezione di terreno, con
l’aiuto di schede-guida
semplici analisi di
laboratorio per
determinare alcuni
parametri in modo più
quantitativo
COS’È IL SUOLO?
Il suolo è un corpo tridimensionale naturale che si forma all’interfaccia tra
atmosfera, biosfera, idrosfera e litosfera, caratterizzato da una o entrambe
le seguenti condizioni:
1) è diviso in orizzonti distinguibili
dal materiale originario per
addizioni, perdite o trasformazioni
di energia e materia;
2) ha la capacità di permettere lo
sviluppo di piante con radici in
ambienti naturali.
I suoli sono continuamente attraversati da flussi di energia (raggi
solari) e di materia (acqua, sostanza organica ed inorganica) scambiati
con l’ambiente esterno. Il suolo costituisce perciò un sistema aperto in
equilibrio dinamico con l’ambiente ed in continua evoluzione.
I limiti di un suolo sono:
- superiore: la superficie topografica o l’interfaccia con aria, acqua, piante o materiale vegetale non
decomposto;
- laterale: passaggio a roccia, ghiaccio o acqua;
- inferiore: passaggio alla roccia intatta e in ogni caso arbitrariamente non più di 200 cm dalla
superficie.
DA COSA SONO COMPOSTI I SUOLI ?
La componente LIQUIDA (costituita
sostanzialmente da acqua) e quella
GASSOSA (aria) riempiono gli spazi
vuoti presenti tra le particelle. La loro
presenza è indispensabile per lo sviluppo
del suolo e quindi anche della
vegetazione e degli organismi animali
che vivono al suo interno.
La componente SOLIDA:
a- frazione minerale
inorganica primaria: sono i
costituenti ereditati dalla roccia
madre che si sono conservati
(grazie alla loro bassa
alterabilità) e che costituiscono
la parte più grossolana. A
seconda della roccia d’origine
avremo diversi minerali.
b- frazione minerale
inorganica secondaria: i
componenti derivano dallo
sgretolamento delle rocce e
dalla trasformazione dei
minerali primari e
costituiscono le parti più
fini. Si possono formare
argille, ossidi e idrossidi.
c- frazione organica:
deriva dalla
decomposizione di resti
vegetali e animali.
GLI ORIZZONTI
O: sottile orizzonte formato dall’accumulo di materiale
organico indecomposto o parzialmente decomposto sulla
superficie topografica. Il suo spessore dipende dalla
quantità della vegetazione e dalla presenza o meno di
micro-organismi decompositori (batteri, protozoi,
funghi).
A: accumulo di materiale decomposto (mineralizzato e
humificato): è un orizzonte che acquista e perde
costantemente acqua, sostanza organica (da cui la
colorazione scura) e radiazioni solari. Il suo colore dipende
dalla quantità di sostanza organica e dall’intensità e dal tipo
di processi fisico-chimici che agiscono su di esso.
E: orizzonte di lisciviazione caratterizzato dalla
netta prevalenza dei processi di lisciviazione ed
impoverimento delle sostanze minerali (perdita
di argilla, ferro o alluminio) che gli conferiscono
un caratteristico colore grigio chiaro.
B è l’orizzonte di accumulo delle sostanze minerali
ed organiche che vengono lisciviate dagli orizzonti
superiori e trasportate sottoforma di ioni. Il colore di
questo orizzonte varia da grigio, rosso, giallo a misto,
a seconda del tipo di processo chimico intervenuto.
C è la roccia consolidata da cui si è formato il suolo nella quale
si possono riscontrare però alcuni piccoli segni d’influenza dei
processi pedogenetici.
COME E PERCHE’ SI FORMA IL SUOLO:
QUALI SONO I PROCESSI PEDOGENETICI?
Alterazione fisica
Alterazione chimica
Pedoturbazione: processo meccanico che determina
movimenti di materia, sgretolamento e
omogeneizzazione.
- cicli di gelo e disgelo che causano l’allargamento delle
fratture nelle quali si raccoglie l’acqua,
- processi di bioturbazione
- contrazione ed espansione delle argille.
legata all’acqua e ad alcuni gas atmosferici
che reagiscono con i minerali della roccia
causando delle forti alterazioni.
Ossidazione: il ferro dei minerali (Fe 2+) reagisce con l’ossigeno contenuto nell’acqua o
nell’atmosfera formando ossidi di ferro (Fe 3+); questa reazione indebolisce la struttura
interna della roccia portandola a disintegrarsi.
Idrolisi: gli ioni H+ dell’acqua reagiscono con i componenti della roccia
scambiandosi di posto con altri cationi delle rocce silicatiche e riducendo la
stabilità della struttura della roccia che diviene più vulnerabile agli agenti
atmosferici.
Decarbonatazione: dissoluzione dei carbonati in ambiente calcareo.
Lisciviazione: processo di dissoluzione dei sali (solubili): nitrati, carbonati e
solfati
Alterazione biologica
Umificazione. Funghi e batteri producono enzimi che
Mineralizzazione: quando piante e animali
muoiono, particolari microrganismi (batteri,
funghi, alghe e protozoi) provvedono alla loro
decomposizione e trasformazione da sostanza
organica ad inorganica. I micro-organismi
utilizzano la sostanza organica per la loro
crescita e riproduzione e quando muoiono
rilasciano nel terreno resti organici ricchi di
sostanze nutritive (ioni inorganici) che
fertilizzano il terreno creando un ambiente
favorevole per la crescita delle piante. E' un
processo rapido che porta alla formazione di
sostanze semplici, solubili o gassose
accelerano la decomposizione della sostanza organica,
formando nuove molecole complesse colloidali (in forma
gelatinosa, non cristallina): l’humus. E' un processo lento
che porta alla formazione di numerosi composti organici:
lignina e suoi derivati, proteine, carboidrati, grassi, cere,
acidi organici e alcooli che formano un residuo scuro,
appiccicoso e parzialmente solubile. E’ di colore marrone
scuro e contiene carbone, azoto, fosforo e zolfo in un rapporto di
100: 10: 1:1 .
L’humus attrae ioni e assorbe cationi come Ca, K, Mg
(sostanze nutritive) che rimangono disponibili per le
piante al posto di venire lisciviati, rendendo il suolo più
fertile; aggiunto ad una tessitura sabbiosa agisce da
legante tra le particelle sciolte (struttura granulare) mentre
aggiunto ad una tessitura argillosa facilita il drenaggio
rendendo più facile la coltivazione e aumentando la
quantità d’acqua che può essere trattenuta dal suolo.
Le molecole possono poi legarsi alle argille e agli ossidi
determinando un successivo processo di mineralizzazione
secondaria.
Immobilizzazione: la successiva trasformazione
delle sostanze inorganiche in sostanze organiche da
parte di piante e micro-organismi.
I processi di sviluppo del suolo sono
influenzati da diversi FATTORI
AMBIENTALI
organismi
Forniscono materia organica al
suolo;innescano reazioni chimiche;
azione di rimescolamento; incidono
sulla porosità e sull’aggregazione
condizionando la presenza di acqua
e di soluzioni.
rilievo
Controlla processi di erosione,
trasporto di particelle solide e di sali
in soluzione
clima
La temperatura
influenza sia i processi
fisici di disintegrazione
della roccia che quelli
chimici (l’attività
chimica è favorita dalle
alte temperature) e
biologici
(incrementando
Le precipitazioni
forniscono
l’acqua senza la
quale le attività
chimiche e
biologiche non
sono possibili
l’attività batterica).
tempo
materiale d’origine
Determina la presenza o meno dei
diversi elementi chimici
Il processo di formazione di un suolo è lento e senza
fine. Il tempo necessario alla formazione di uno strato di
suolo di 30 cm su sedimenti sciolti è di circa 50 anni nei
casi più rapidi, altrimenti, nel caso di un substrato
roccioso ci vogliono dai 100 ai 1000 anni per formare 1
cm di suolo.
RILEVAMENTO E CARTOGRAFIA DEI SUOLI
1. STUDIO PRELIMINARE della zona:
- raccolta dei dati ambientali e climatici
- esame della topografia
- analisi delle foto aeree
Attraverso le carte e le foto aeree individuo la
configurazione che assumono le superfici in seguito
all’interazione con gli agenti atmosferici: morfologia,
organizzazione del drenaggio, sistemazioni e struttura dei
campi, tipo di vegetazione e di uso del suolo.
Le diverse configurazioni sono
indicative di fattori pedogenetici,
e quindi suoli, diversi.
ES: area golenale ed alveo fluviale; terrazzo alluvionale;
fondovalle piano; scarpata di erosione,…….
CARTA DELLE UNITÀ DI PAESAGGIO = omogenee per
tipo e intensità del processo morfogenetico e per suoli
simili tra loro.
Contesto ambientale
Inquadramento geografico ambientale
Oltre il 50% del territorio è costituito da zone agricole e più del 17% è
costituito da boschi.
•Nell’alta pianura il paesaggio naturale
è caratterizzato da vegetazione di
brughiera
•Numerose zone umide, nelle quali
particolarmente ricca è l’avifauna
acquatica, costellano l’andamento
intrecciato e meandriforme del fiume
nel tratto di pianura.
•Nella parte centro-meridionale della
valle sono presenti i boschi di ripa.
Contesto ambientale
Inquadramento climatico
Schemi classici di climatologia descrivono l’area di studio come
appartenente alla regione climatica Padana, ma l’influenza locale di
precipitazioni e l’effetto mitigante del lago sui territori vicini creano
microclimi molto diversi.
Precipitazioni
•La distribuzione è equinoziale, con
massimi nei periodi primaverili e
autunnali, e minimi concentrati nei
periodi invernale ed estivo
•Alla Miorina, Lago Maggiore, superano
i 1300 mm.
•Abbiategrasso si assestano intorno ai
1000 mm raggiungendo
•I minimi a Pavia dove la media annua è
di 912 mm.
Il regime pluviometrico è pertanto
classificabile
come
sublitoraneo,
intermedio fra il tipo Padano e quello
appenninico
Contesto ambientale
Inquadramento Geologico e Geomorfologico
Il territorio del Parco del Ticino si presenta
complesso da un punto di vista geologico e
geomorfologico.
-anfiteatro morenico
•Depositi morenici del Pleistocene medio e
superiore, che caratterizzano la fascia a Nord del
Parco
•Depositi di origine fluvio-glaciale di diversi periodi
che formano l’intera pianura.
•Depositi alluvionali, più recenti, ubicati soprattutto
lungo il corso del Ticino che continua ad attuare la
sua azione modellante nella valle fluviale.
Le parti fondamentali del territorio del Parco
del Ticino tre:
-anfiteatro morenico
-pianura
-valle a cassetta.
-Queste sono tra loro diverse per origine,
morfologia e per manifestazioni biologiche ma
unificate dall’acqua che funge sia da
protagonista del processo di modellamento che
da fattore condizionante la vita.
-pianura
-valle a cassetta.
Contesto ambientale
La pianura
La piana alluvionale formatasi durante il lungo periodo glaciale e post-glaciale, in seguito al
trasporto a valle e successivo accumulo di enormi quantità di detriti provenienti dallo
smantellamento dei rilievi. Questi depositi hanno formato la presente pianura Padana che si
caratterizza in almeno tre differenti aree diverse per caratteristiche geomorfologiche e per gli
ambienti ad esse connesse.
E' riconoscibile una successione da nord a sud di queste tre aree identificate in:
alta, media e bassa pianura.
La suddivisione della pianura in queste tre zone non è una semplice distinzione geografica ma è
piuttosto il riconoscimento di tre distinte aree geomorfologiche che presentano forme e
fenomeni che sono espressione dei processi in atto.
Il decrescere del gradiente idraulico accompagnato da una conseguente diminuzione della
granulometria causa tanto il progressivo cambiamento delle forme fluviali quanto il
manifestarsi di aree a differente permeabilità con conseguente innalzamento della falda e
formazione dei fontanili.
I confini tra le aree corrono perciò lungo due linee di risorgive (fontanili) che tagliano in senso
est-ovest il territorio.
L’alta pianura si sviluppa tra il margine meridionale della cerchia morenica e la prima linea di
fontanili (direttrice Magenta-Camerini).
La media pianura è compresa tra questa linea e la seconda, più meridionale, linea di fontanili
posta tra Abbiategrasso e Vigevano.
Infine la bassa pianura si svolge dalla linea più meridionale dei fontanili al fiume Po.
I depositi fluvioglaciali del Ticino
Sotto il manto della sua vegetazione, la valle del Ticino nasconde un'ossatura prodotta da
una genesi durata milioni di anni. E’ lungo i greti del fiume e i punti di erosione delle rive
che possiamo osservare la storia del fiume.
1) Il livello più antico che affiora dal suolo del Parco del Ticino è il cosiddetto
Villafranchiano, dal nome di Villafranca d'Asti dove questa stratificazione del terreno fu
per la prima volta classificata. Si tratta di materiali ciottolosi conglomerati in una matrice
giallastra sabbioso-argillosa in cui affiorano torba e lignite. Questo era il livello
fondamentale dell'antica pianura preglaciale durante il Pliocene superiore, cioè un deposito
deltizio nel mare che copriva quella che è oggi la Pianura Padana, tra un milione ed
1.800.000 anni fa. Sulle rive del Ticino esso affiora dietro al mulino del Casone. Vi sono
pure fossili di vegetazione tipica di un clima freddo, prime avvisaglie delle glaciazioni che
stavano per sconvolgere la terra nel periodo successivo (Pleistocene).
2) Le grandi glaciazioni alpine furono quattro, identificate a partire dalla più antica
con i nomi di Günz, Mindel, Riss, Würm. In queste fasi ai margini dei ghiacciai,
dove si trova ora la valle del Ticino, si accumulavano colline di depositi morenici
con forma arcuata corrispondente a quella del fronte glaciale. Gli archi morenici
deposti dall'immenso ghiacciaio del Ticino risalgono soltanto alle ultime tre
glaciazioni, mentre la prima (Günz) non è riconoscibile. Nelle fasi calde
interglaciali, le acque di scioglimento formavano fiumane che trascinavano a valle
materiali diversi, depositando dapprima i più grossolani, quindi via via i più fini, con
un'azione generale di livellamento. Questi depositi del quaternario antico sono
composti da ghiaie grossolane all’incirca fino a Magenta, da ghiaie miste a sabbia
(con letti di limo e argilla) da Magenta a Vigevano e da materiale più fine verso sud.
3) I depositi sabbiosi e ghiaiosi di color grigio vivo molto omogenei dell'ultima
glaciazione (Würm) formano i terrazzamenti superiori, paralleli all'asse del fiume.
Depositi color giallo ocra, con sabbia e argilla frammiste a massi anche di una certa
dimensione sono i depositi più antichi della fase rissiana, come dimostrano
l'eterogeneità dei materiali e la disposizione caotica, nonché la notevole erosione dei
ciottoli. Vi sono anche compatte striature giallastre. Si tratta di Loess, cioè sabbie
finissime depositate dal vento nella regione attorno al ghiacciaio, durante un'era
secca e fredda. Infine sopra i materiali di origine würmiana si trova mezzo metro
circa di depositi più grossolani, lasciati dall'impetuosa fiumana postglaciale
nell'ultima fase di scioglimento.
Sistema L Livello Fondamentale della Pianura
Sotto sistema: LG
Paesaggio: Ampie conoidi ghiaiose a morfologia subpianeggiante o
leggermente convessa, costituite
da materiali fluvioglaciali grossolani non alterati, comprese tra le
superfici rilevate (rilievi montuosi, apparati morenici e terrazzi antichi)
ed il limite superiore della fascia delle risorgive
Suolo: suoli generalmente sottili e scheletrici su ghiaie, ben drenati
Sotto sistema LQ
Paesaggio: Porzione centrale della pianura con intensi fenomeni di
idromorfia, riconducibili
all’emergenza delle risorgive e/o alla presenza di una falda
sottosuperficiale,
caratterizzata da variabile presenza di scheletro nel suolo e di pietrosità
in superficie (“media pianura idromorfa”).
Suolo: Suoli con fenomeni di idromorfia anche permanenti, di varia
intensità
Sistema V Pianure alluvionali
Sottosistema VA
Paesaggio: Piane alluvionali inondabili con dinamica prevalentemente deposizionale, costituite da
sedimenti recenti od attuali (Olocene recente ed attuale).
Suolo: Suoli non evoluti, sottili a tessitura variabile, saturati e con spiccati fenomenidi idromorfia
Sottosistema VT
Paesaggio: Superfici terrazzate costituite da “alluvioni antiche o medie”, delimitate da scarpate
d’erosione e variamente rilevate sulle piane alluvionali (Olocene antico).
Suolo: Suoli mediamente evoluti, con profondità e tessitura variabili, sottili a tessitura
variabile, generalmente saturati e con moderati fenomeni di idromorfia
RILEVAMENTO SISTEMATICO sulla base delle
unità pedopaesaggistiche:
- trivellate e RACCOLTA DEI CAMPIONI per
ANALISI DI LABORATORIO sui campioni dei
profili rappresentativi
- controllo delle unità di paesaggio: analisi delle
caratteristiche del paesaggio che possono risultare
discriminanti per i suoli: quote, pendenze,
esposizione, uso del suolo, intensità di erosionee,
rocciosità….
CARTA PEDOLOGICA:
- tipo di substrato
- tipo di paesaggio
- tipo di suolo
Definizione delle UNITA’ PEDOLOGICHE
E CLASSIFICAZIONE DEI SUOLI
RILEVAMENTO sul terreno
Lavorare su un’area di circa 5 m x 5, di aspetto omogeneo, di cui
valutare:
soleggiato o ombroso…e
rispetto ai punti cardinali?
Come posso orientarmi?
caratteristiche fisiche: - Esposizione
- Morfologia del terreno
pianeggiante o
inclinato (di
quanto?); solcato da
canali, cunettoso,
irregolare o
omogeneo, privo di
irregolarità; presenza
di forme particolari;
presenza di zone
depresse con ristagno
d'acqua, etc.
caratteristiche biotiche: strati di vegetazione
muschi e licheni altezza……….
copertura % (rispetto al 100%)
erbe
altezza……….
copertura %
arbusti
altezza……….
copertura %
piccoli alberi
altezza……….
copertura %
alberi
altezza……….
copertura %
Fare uno scavo profondo circa 50 cm e
largo circa 40 cm e per prima cosa fare
un disegno della sezione segnando tutti i
minimi particolari che riesco ad
osservare e misurando lo spessore degli
orizzonti
Descrizione della sezione:
- Colore
Orizzonti di
diversi colori
- granulometria
- umidità e drenaggio
- strutture eventuali
(buchi, forme
particolari…)
- presenza di radici
- presenza di ciottoli di
dimensioni visibili
Descrizione accurata dello scavo
Utile per :
Colore
- delimitare gli orizzonti
- riconoscere i diversi suoli
-- interpretare il drenaggio e i processi
chimico-fisici avvenuti nei suoli
nelle zone delle medie
latitudini il colore
prevalente è il marrone
scuro (zone umide) o il
marrone chiaro o grigio
(zone aride e deserti
Il rosso e il giallo derivano dalla presenza di
ossidi di ferro e si formano in suoli ben drenati, in
climi caldo-umidi.
I colori che variano dal bianco al
nero sono legati alla presenza di
humus; maggiore è la quantità
d’humus (montagna e zone fredde,
dove la sostanza organica viene
conservata) più nero sarà il suolo.
I colori grigiastri e bluastri
indicano invece condizioni
paludose a debole drenaggio
(condizioni idromorfe). Il bianco
può indicare presenza di sali nel
suolo.
Tessitura: granulometria (dimensioni) delle
particelle inorganiche
Per ogni orizzonte individuato prendere una manciata tra
le mani, inumidirla, eliminare i pezzetti di scheletro (radici,
sassi grossi…) e lavorarla cercando di sentire la sensazione
prevalente:
ghiaia e sabbia, dimensioni
superiori ai 2 mm;
limo, tra 2 e 0, 063 mm e
argilla, inferiori a 0,002 mm
- sensazione del grattare e smerigliare della sabbia (senti sotto i
polpastrelli uno scheletro ruvido): tessitura ghiaioso-sabbiosa;
- sensazione di saponosità: la terra non è adesiva ma è molto plastica
quando umida; si asciuga facilmente e si stacca bene dalle dita: tessitura
limosa.
- sensazione di adesività: la terra si stacca male dalle dita ed asciuga
lentamente: tessitura argillosa.
Per valutare la percentuale argillosa, fai una prova di plasticità: è
possibile, strofinando una manciata di suolo tra le mani, ottenere dei
salsicciotti compatti che non si rompono ripiegandoli ad anello o la terra ti
si sgretola tra le dita?
influenza la circolazione di
aria ed acqua nel suolo
(umidità, areazione,
fertilità), influenzando
anche i processi chimicofisici del suolo
umidità e drenaggio
osserva e poi tocca e manipola un po' di suolo
tra le mani per capire il suo grado di umidità,
ovvero di acqua contenuta nei pori. Fai una
valutazione: arido, umido, inzuppato d’acqua
Porosità: si riferisce a forma, dimensioni e quantità
di vuoti presenti nel suolo. Questo parametro
influenza il trattenimento dell’acqua nel suolo e
quindi i processi chimico-fisici e le relazioni con
radici e organismi.
Raccolta dei campioni per il
laboratorio
Lo studio del suolo nella scuola media inferiore e superiore
L’APPROCCIO PERCETTIVO-SENSORIALE
L'APPROCCIO SCIENTIFICO
LA CONTESTUALIZZAZIONE
1. L’APPROCCIO
PERCETTIVO-SENSORIALE
L’ESPERIENZA
DIRETTA
tessuto motivazionale
di base
Esempio: "percorso" finalizzato a vivere il legame con la
terra in modo libero e soggettivo, prescindendo dalle
conoscenze tecnico-scientifiche. Percorso che valorizza
l’utilizzo dei 5 sensi, in particolare del tatto (sensazione del
contatto tra il corpo e la terra e manipolazione del terreno),
dell'olfatto e della vista.
percezione tattile
che sensazioni provi con le mani?
sensazioni fisiche in termini di temperatura, consistenza,
grado di umidità, peso
percezione olfattiva
percezione visiva
che odore ha? Ti piace o ti respinge? Ti
evoca delle immagini questo odore? Se
sì quali?
Separa ciò che appartiene al
mondo vivente dal non vivente e
prova a comprenderne le relazioni.
frazione minerale inorganica: granuli, sassolini…..
La componente solida
frazione organica: radici, foglie, rametti….
La componente liquida: umidità
atto di astrazione
provando ad associare un'immagine, o
semplicemente delle forme o dei colori, alle
sensazioni provate
2. L'APPROCCIO
SCIENTIFICO
fornire agli allievi quegli strumenti necessari a compiere un salto, da
quella che é la percezione emotiva-percettiva ad una comprensione più
oggettiva, complessa e completa che gli permetta di "manipolare" con
senso di responsabilità e cognizione di causa la terra del nostro pianeta
A.
L'ANALISI
SISTEMATICA
approccio di tipo scientifico-descrittivo:
- osservo (sul terreno)
- descrivo minuziosamente i fenomeni
- raccolgo i dati ed il materiale necessario per la parte di laboratorio.
Componenti
Dove si trova
orizzonti
aspetto
Possiamo definire il suolo
e poi analizzare i processi
genetici e i fattori che
entrano in gioco.
B. IL LABORATORIO
SPERIMENTALE
- faccio degli “esperimenti” finalizzati a provare le mie
ipotesi
- verifico se le ipotesi sono confermate o se ne devo fare
altre (ammetto gli errori)
- traggo le conclusioni.
Lo scopo é quello di riprodurre in laboratorio i più importanti processi e
fattori fisici e chimici che si verificano nei suoli e di comprenderne le
cause e gli effetti.
Fare prove semplici e che non richiedano attrezzature complesse o
costose.
Alcuni esperimenti
Determinazione dell’umidità
della sostanza organica
permeabilità del suolo
capacità di ritenzione
quantità d’aria
prova del calcare
prova dell’acidità
tessitura
3. LA CONTESTUALIZZAZIONE
Contestualizzare, ovvero inserire ogni cosa
in un contesto più ampio.
Ciò permette all’allievo di:
Sviluppare un
“pensiero complesso”
ovvero capace di
integrare,
interconnettere,
cogliere ciò che è in
relazione
sviluppare anche un
“pensiero ecologico”,
cioè che sappia mettere
eventi, informazioni e
conoscenze in relazione
con l’ambiente culturale,
sociale, economico,
politico e naturale.
Il suolo: un elemento del pianeta alla base della vita
al confine tra biosfera, litosfera, atmosfera e
idrosfera
- una casa per gli esseri viventi:
Animali e
piante traggono i loro nutrimenti minerali dal suolo per
sintetizzare proteine, carboidrati, grassi e vitamine.
- le radici di tutta (quasi) la biosfera:
il suolo
permette alle piante di mettere le radici e nello
stesso tempo influenza fortemente il tipo di
vegetazione e quindi di cibo disponibile per la fauna
selvaggia.
- la fonte del cibo: gli uomini dipendono dalle
sostanze nutritive delle piante e degli animali e
dall’acqua, senza i quali la vita sulla terra non sarebbe
possibile;
- una riserva d’acqua: il suolo contiene e conserva
l’acqua.
L’impatto dell’uomo
- coltivazioni e fertilità: tossificazione”
e utilizzo di aree coltivate per scopi non
agrari
-la desertificazione: se ci vogliono dai
100 ai 2500 anni per formare 2,5 cm di suolo,
essi possono venire distrutti per erosione in
soli 10 anni.
- Il suolo è indispensabile per la
costruzione di case, ponti, strade. I
costruttori edilizi devono conoscere le
proprietà fisiche dei suoli (drenaggio,
struttura, tessitura, compattezza) per
determinare la profondità di scavo, le
macchine da utilizzare, gli interventi di
consolidamento, etc.;
Il problema della cementificazione e delle
alluvioni
La deforestazione, l’eccessivo
sfruttamento di terreni agricoli
e dei pascoli, l’errata gestione
delle risorse idriche sono le
principali cause del processo di
desertificazione dovute
all’intervento dell’uomo.
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