I limiti del metodo scientifico di Galileo. Preparato da Luigi Lombardo Anno scolastico 2013 - 2014 Galileo Galilei “La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l'universo), ma non si può intendere se prima non s'impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne' quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto.” Galileo Galilei - 2 Galileo Galilei (Pisa, 15 febbraio 1564 – Arcetri, 8 gennaio 1642) è stato un fisico, filosofo, astronomo e matematico italiano, considerato il padre della scienza moderna. Il suo nome è associato ad importanti contributi in dinamica e in astronomia e all'introduzione del metodo scientifico. Galileo Galilei - 3 Sospettato di eresia, Galileo fu processato e condannato dal Sant'Uffizio, nonché costretto, il 22 giugno 1633, all'abiura delle sue concezioni astronomiche e al confino nella propria villa di Arcetri. Questo processo è stato annullato, il 31 ottobre 1992, dal cardinale Poupard e da Papa Giovanni Paolo II, nel suo discorso ai partecipanti alla sessione plenaria della Pontificia Accademia delle scienze. Il metodo scientifico di Galileo Il metodo scientifico di Galileo consiste nell’ipotizzare una legge fisica espressa come equazione matematica che mette in relazione le grandezze fisiche, espresse come misure. Quindi nel cercare la conferma della legge con gli esperimenti. Se gli esperimenti non confermano la legge, se ne ipotizza una nuova, e così via. La critica di Panikkar Una prima critica al metodo scientifico che qui esponiamo è quella di Panikkar. Raimondo Panikkar Nato a Barcellona nel 1918, da padre indiano di religione indù e madre spagnola di religione cattolica, Raimundo Panikkar si è laureato in filosofia, chimica e teologia, compiendo i propri studi in Spagna, Germania e Italia, ed è stato ordinato sacerdote cattolico nel 1946. Raimondo Panikkar - 2 Dopo aver insegnato nelle università di Madrid e Roma, ed esser stato lettore di Filosofia, Cultura e Religione Indiana in America Latina, dal 1967 al 1971 è stato professore di Storia delle Religioni all'Università di Harvard e dal 1971 al 1987 docente di Filosofia della Religione e Storia delle Religioni all'Università di California. Raimondo Panikkar - 3 Ha fondato varie riviste di filosofia e cultura e il Centro Studi Vivarium, presso Tavertet (Barcellona). Ha pubblicato oltre trenta opere e più di trecento articoli, in cinque lingue, sulla filosofia della scienza, la metafisica, l'indologia, la storia delle religioni, la teologia, le relazioni fra le varie culture e il dialogo interreligioso ponendosi per la sua conoscenza dall'interno dei mondi dell'Oriente e dell'Occidente come uno dei principali esperti interculturali contemporanei. È morto il 26 agosto 2010. La critica di Panikkar al pensiero galileiano Le radici teologiche della crisi moderna • Le radici teologiche della crisi spirituale rimandano alle tradizioni abramiche sul principio di proprietà. • La tecnologia è una concezione dualistica della realtà dove ciò che conta è manipolare delle "cose". Le radici teologiche della crisi moderna • Con la nascita della scienza moderna, si è negato a Dio ogni forma di realtà e verità. • Nascono così l'ateismo ed il nichilismo moderni, e con essi la tecnologia che prende il posto lasciato vuoto da un Dio oramai relegato in una assoluta trascendenza e "silenziosità“. La scienza moderna È frantumazione della conoscenza. Non è più comunione con la realtà e conoscenza di se stessi. Non ha più il fine di capire, bensì solo di calcolare e prevedere, e, con Bacone, di dominare la realtà. La scienza moderna - 2 Non ci parla più di verità, ma di maggiore o minore precisione, maggiore o minore probabilità. L'abbaglio è costituito dallo scambiarla come l'unico criterio di giudizio sulla realtà. L’intervista di Panikkar A questo punto conviene sentire direttamente Panikkar in questo video “arte di vivere”, VIII parte, della serie “il filo d’oro” dove P. parla di Galileo, all’indirizzo: http://www.youtube.com/watch?v=x ATtHVDymtA&feature=related Un’altra critica Ho trovato un’interessante analisi del concetto di realtà, che per Galileo è costituita da grandezze misurabili, nella lezione tenuta dal prof. Latmiral il 30 ottobre 1980. Un’altra critica - 2 Quanto segue è ricavato dalla sua lezione di cui potete leggere una trascrizione all’indirizzo: http://digidownload.libero.it/luigilom bardo/documenti/mate/Latmiral.pdf Il prof. Latmiral Il prof. Gaetano Latmiral è scomparso il 7 Marzo 1995, maestro del prof. Franceschetti, mio professore di elettromagnetismo. Biografia Una interessante biografia di Latmiral è quella scritta dal prof. Franceschetti: http://www.elettromagnetismo.it/quaderni /q_001_06.pdf Cos’è la realtà? L’affermazione di un mondo esterno reale non avrebbe senso se esso non fosse comprensibile (Kant). Cos’è la realtà? - 2 La nostra esperienza sensibile è ordinata per mezzo del pensiero in una “realtà fisica” (Einstein: Mein Weltbild). La natura appare razionalizzabile Attraverso questa realtà fisica la natura appare “razionalizzabile” (Leibnitz). Enigma di fondo Non è però mai definitiva È una realtà problematica Un permanente “enigma di fondo” copre la verità ultima del mondo, dell’essere, dell’io (H. Küng). La realtà è problematica. La permanenza di questo enigma può causare un atteggiamento di rinuncia ovvero di sfiducia totale come quello di Monod (“l’uomo è nato per caso in un universo indifferente”) La realtà è problematica. - 2 Ovvero indurre a soluzioni mistiche, come quella della convergenza psichica (dall’α all’ω) di Teilhard de Chardin. Fiducia di fondo Pur tuttavia è possibile un atteggiamento di “fiducia di fondo”. • Fiducia che il tutto e la vita abbiano un senso. • Che vi sia un perché e non soltanto un come, un “vero” e non solo un “esatto”. Fiducia di fondo. - 2 Che del senso dell’universo, che ci trascende, siano un riflesso le utopie (E. Bloch: lo spirito dell’utopia) che trascendono il nostro egoismo. Quindi La descrizione del mondo è uno specchio delle nostre poche certezze e molte ambiguità. Ma anche di quella speranza di unità e continuità (p. e. relatività generale).