Il contesto Mantovano
Il Rinascimento a Mantova decolla dalla metà del
XV sec. con la dinastia dei Gonzaga
 A differenza di altre declinazioni del
Rinascimento italiano, quello Mantovano riguardò
la sola casata regnante
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L'epoca di Ludovico Gonzaga segnò un primo
culmine nella vita artistica cittadina, a cui seguì il
Federico.
Sua moglie Isabella d'Este fu una delle
protagoniste del rinascimento dominando la scena
artistica, raccogliendo antichità di grande pregio e
richiedendo la collaborazione di grandi artisti attivi
tra i quali Tiziano, Perugino, Leonardo da Vinci e
Correggio.
 Il figlio Federico II, che chiamò a Mantova Giulio
Romano, allievo di spicco di Raffaello, il quale
creò per lui Palazzo Te, straordinario esempio del
classicismo cinquecentesco.
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GIULIO ROMANO
Giulio di Piero Pippi de’Iannuzzi, detto Romano, nasce a Roma la
data di nascita non è certa, l’atto di morte del 1546 lo dice
deceduto all’età di 47 anni facendo risalire la nascita intorno al
1499, mentre Vasari la fa cadere nel 1492.
Giulio si afferma presto tra i principali collaboratori di Raffaello nelle
opere di pittura
Nel 1520 ereditò la bottega di Raffaello e le commissioni già avviateSi
occupò di coordinare gli affreschi di Villa Madama e di completare
la sala di Costantino nelle stanze Vaticane in cui gli viene
riconosciuta l'esecuzione di alcune scene come la Visione della
croce e la battaglia di ponte Milvio (1520-1524)
A Mantova presso i Gonzaga giunge nel 1524
Nel 1546 la morte gli impedì di ritornare a Roma per divenire primo
architetto della fabbrica di San Pietro.
Palazzo Te
Giulio Romano
1524-1534
Palazzo Te
Vicende costruttive
1524 Giulio Romano, allievo di Raffaello, diviene successore
di Mantegna come artista di corte
Il palazzo destinato alle feste, ai ricevimenti si ergeva su
un'isola in diretta contiguità col centro cittadino, denominata
sin dal medioevo Tejeto, o Te
Il palazzo è un edificio a pianta quadrata con al centro un
grande cortile quadrato anch'esso, un tempo decorato con un
labirinto
Il palazzo si presenta come un largo e basso blocco, a un
piano solo; tutta la superficie esterna è trattata a bugnato
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A BUGNATO
Il bugnato è una lavorazione della parete, molto
spesso solo decorativa.
Trae origine dall’uso di usare pietre intere, di
grosse dimensioni, per i punti “fragili” di una
struttura in muratura portante.
In origine erano appunto pietre, più o meno
squadrate, lasciate a vista, mentre le superfici (
spesso realizzate in mattoni di argilla ) dei muri
venivano magari intonacate.
PALAZZO TE
(BUGNATO)
Palazzo dei Diamanti
Ferrara
Palazzo Te
Sala dei Giganti 1532-1535
Palazzo Te
Sala dei Giganti 1532-1535
Realizzata fra il 1532 e il 1535 è la sala maggiore dell'edificio
La sala è affrescata completamente ed ininterrottamente in
tutte le superfici disponibili: un unico affresco che pone lo
spettatore al centro dell'evento narrato nel dipinto
La sala si presenta a base quadrata sovrastata da un soffitto
a cupola dove è rappresentato Zeus che, con un fascio di
fulmini, sconfigge i Giganti, ritratti a partire dal pavimento
mentre stanno cercando di ascendere all'Olimpo
L'episodio riprende il mito della Gigantomachia, la lotta dei
Giganti contro Giove
Palazzo Te
Sala dei Giganti 1532-1535
Palazzo Te
Sala di Amore e Psiche 1527-1528
Palazzo Te
Sala di Amore e Psiche 1527-1528
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Si tratta dell’ambiente più sontuoso del palazzo
Il tema centrale dell’intera decorazione è Amore: divinità
“mostruosa”, il più potente tra tutti gli dei, temuto dallo stesso
Giove, al quale nessuno può sottrarsi
Sulle pareti sono dipinte altre favole mitologiche, che narrano di
amori contrastati, clandestini, tragici, non corrisposti
La sontuosità della decorazione non si manifesta solamente
nella varietà dei temi trattati, ma anche nelle tecniche adottate.
Le pareti, dipinte ad affresco, presentano rifiniture a tempera e
incorniciature a stucco
Nella sala è possibile leggere la maturità artistica di Giulio
Romano, il suo controllo assiduo sulla realizzazione dell’opera,
gli interventi diretti e l’indipendenza stilistica rispetto alla scuola
romana di Raffaello.
AMORE E PSICHE
Psiche era una principessa estremamente bella e per questo Venere
era invidiosa, così invia suo figlio Amore (Eros) affinchè Psiche si
innamori dell'essere più brutto della terra e sia così costretta alla
vergogna. Ma quando Amore la vede se ne innamora e la porta al
suo castello, incontrandola ogni notte al buio per fuggire dagli occhi
di Venere consumano il loro amore. Finche un giorno Psiche
incitata dalle sorelle decide di voler vedere il volto del suo amato
ma una goccia di cera bollente cade dalla lampada e brucia
Amore. Così Venere scopre tutto e scaglia la propria punizione su
Psiche. Ma Giove viene vinto dalla compassione e decide di aiutare
Psiche e Amore tanto che Psiche diventa una Dea e diventa moglie
di Eros..
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