Rischio
Stabilire la pericolosità di un'eruzione vulcanica implica prevedere dove e quando avverrà e
di che tipo sarà.
Per rispondere alle prime due domande (dove e quando) è necessario installare delle reti di
monitoraggio che rilevano una serie di parametri fisico- chimici indicativi dello stato del
sistema vulcanico e ogni loro eventuale variazione rispetto al livello di base individuato.
La previsione a breve- medio termine si basa infatti sul riconoscimento e sulla misura dei
fenomeni che accompagnano la risalita del magma verso la superficie, che vengono detti
fenomeni precursori.
I principali precursori d’evento consistono
-nell'innesco di fratture (terremoti) causato dall'induzione di tensioni meccaniche nelle rocce,
-- nel rigonfiamento o cambiamento di forma dell'edificio vulcanico provocato dall'intrusione
del magma,
- nelle variazioni del campo gravimetrico e magnetico nell'intorno dell'edificio vulcanico,
- nell'incremento e cambiamento di composizione delle emanazioni gassose dai crateri e dal
suolo,
- nelle variazioni delle caratteristiche fisico chimiche delle acque di falda.
Sorveglianza
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L'Osservatorio Vesuviano ha tra i suoi compiti istituzionali la sorveglianza
del Vesuvio, dei Campi Flegrei e di Ischia. Questi vulcani, in particolare il
Vesuvio e i Campi Flegrei, sono, come è noto, tra quelli a più alto rischio nel
mondo a causa del loro stile eruttivo, prevalentemente esplosivo, e della
presenza nelle loro prossimità di vaste zone urbanizzate. Per sorvegliare
queste aree l'Osservatorio Vesuviano si serve di reti strumentali che ne
consentono il monitoraggio sismologico, geodetico e geochimico.
L'obiettivo principale della sorveglianza è individuare e misurare variazioni
dello stato di un'area vulcanica e comunicare il significato delle variazioni
rilevate alle autorità civili nel minor tempo possibile. Il rilevamento delle
variazioni e la loro misura sono effettuati attraverso tecniche di
monitoraggio che si servono di reti di strumenti opportunamente progettati.
Nelle aree vulcaniche il monitoraggio è finalizzato a rilevare e misurare i
fenomeni che possono essere indotti da movimento di magma in profondità
quali sciami sismici, eventi a lungo periodo, tremore vulcanico,
deformazioni del suolo, emissioni di gas dal suolo o da fumarole.
Attraverso lo studio di questi fenomeni, detti precursori, e l'analisi della
loro evoluzione temporale è spesso possibile capire in anticipo se si sta
approssimando una eruzione.
Per comprendere in maniera adeguata il significato dei fenomeni rilevati dai
sistemi di monitoraggio è necessario che questi siano opportunamente
analizzati ed interpretati alla luce delle conoscenze acquisite
dalla comunità scientifica sul particolare vulcano.
LA SORVEGLIANZA GEODETICA
DELLE AREE VULCANICHE
• I fenomeni eruttivi sono generalmente preceduti,
accompagnati e seguiti da modificazioni della parte
superiore della crosta terrestre. Tra queste,
particolarmente importanti si sono rilevate le
deformazioni statiche del suolo, la cui intensità e
distribuzione sono funzioni delle caratteristiche
dinamiche dell’apparato vulcanico. L’accurata
conoscenza del campo di deformazione è molto utile sia
per l’analisi dei parametri legati ai movimenti del
vulcano, come effetto della dinamica del sistema
d’alimentazione, sia per discriminare tra i vari modelli
possibili della fenomenologia osservata.
LA SORVEGLIANZA GEOCHIMICA DELLE AREE
VULCANICHE
• La logica guida della sorveglianza geochimica parte dal presupposto
che un’eruzione vulcanica è preceduta ed accompagnata da risalite
di masse magmatiche e dal trasferimento di fluidi ed energia verso
la superficie. La migrazione di tali masse verso la superficie,
provoca la progressiva essoluzione di costituenti volatili (H2O, CO2,
SO2, H2S, HCl, He, ecc.) che danno luogo alla formazione di una
fase gassosa separata dalla fase silicatica fusa. Questa fase
gassosa, per la sua elevata mobilità, può raggiungere la superficie
prima del magma e nei periodi inter-eruttivi può dare luogo a diverse
forme di attività superficiale: attività fumarolica, attività idrotermale,
degassamento diffuso più o meno intenso.
• In condizioni pre-eruttive, l’aumento nel rilascio di fluidi da corpi
magmatici in risalita verso la superficie causa evidenti variazioni
nelle proprietà chimico-fisiche dei gas fumarolici e delle acque di
falda presenti entro gli apparati eruttivi, aumento del degassamento
diffuso e delle emissioni gassose dai crateri sommitali, ecc.
LA SORVEGLIANZA SISMOLOGICA DELLE AREE VULCANICHE
• Il monitoraggio sismologico è uno strumento fondamentale per il
controllo dei rischi naturali legati a processi sismici e vulcanici.
L'obiettivo principale è individuare e misurare variazioni dello stato
di un'area sismogenetica o vulcanica e comunicare alle autorità civili
il significato delle variazioni rilevate nel minor tempo possibile. Il
rilevamento delle variazioni e la loro misura sono effettuati
utilizzando reti di strumenti, opportunamente progettati, installate sul
territorio.
• Nelle aree vulcaniche, in particolare, il monitoraggio sismologico è
finalizzato a rilevare fenomeni che possono essere indotti da
movimento di magma in profondità quali sciami sismici, eventi a
bassa frequenza, microtremore vulcanico ed eventi very long period.
Attraverso la misura, l'analisi e la corretta interpretazione di questi
eventi è possibile capire in anticipo se un vulcano sta evolvendo
verso una ripresa dell'attività eruttiva.
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precursori e rischio vulcanico