Le disuguaglianze
del mondo
RIUNIONE DELLA CARITAS DI COMO A
CURA DI MARTINA
CENTEMERI,STEFANIA CARCANO E LUCA
STARACE
• La disuguaglianza economica (nota anche come divario tra ricchi e
poveri, disuguaglianza dei redditi, disparità di ricchezza, o differenze in
ricchezza e reddito) comprende le disparità nella distribuzione
del patrimonio economico (ricchezza) e del reddito tra gli individui di una
popolazione. Il termine tipicamente si riferisce alla disuguaglianza tra
individui e gruppi all'interno di una società, ma può anche denotare
disuguaglianza tra paesi. La questione della disuguaglianza economica è
collegata alle idee di equità, uguaglianza di risultato, e uguaglianza di
opportunità.
• Esistono pareri discordanti sia rispetto alla moralità e/o alla utilità della
disuguaglianza, sia rispetto a quanta disuguaglianza sia necessaria in una
società, e come possa essere modificata. La disuguaglianza è stata elogiata
come necessaria e utile, e attaccata come un problema sociale. La
disuguaglianza economica varia tra le società e periodi storici, tra strutture
o sistemi economici (ad esempio, il capitalismo o socialismo ), le guerre in
corso o passate, e differenze nelle capacità degli individui di
creare ricchezza sono tutti fattori coinvolti nel generare disuguaglianza
economica. Esistono diversi indici numerici per misurare la disuguaglianza
economica. Il coefficiente di Gini è un indice molto usato, ma ci sono anche
molti altri metodi .
Le cause
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Ci sono molte spiegazioni per la disuguaglianza all'interno delle società. "Il singolo fattore più importante è stato la crescita
della disuguaglianza di compensi e salari. Queste cause sono spesso in relazione tra loro. Tra i fattori riconosciuti che
influiscono sulla disuguaglianza economica troviamo:
maggiore disuguaglianza in compensi e salari
– lavoratori con alti livelli di specializzazione guadagnano di più di quelli con specializzazione bassa o nulla
concentrazione della ricchezza
mercato del lavoro[
– globalizzazione
–
cambiamenti tecnologici
– riforme di politica
• tasse
istruzione
informatizzazione/crescita tecnologica
razzismo
discriminazione sessuale
cultura
modello di sviluppo
preferenze personali rispetto al lavoro, al tempo libero ed al rischio
capacità innate
Nepotismo (E' il modo di favorire un parente nell'acquisizione di un diritto,
un posto di lavoro, ecc., sfruttando le proprie possibilità, se io come capo del personale di un'azienda faccio assumere un
fratello o uno zio)
La schiavitù degli schiavi africani
• La schiavitù negli Stati Uniti d'America fu una istituzione legale
esistita nel Nordamerica per più di un secolo, prima della nascita
degli USA nel 1776 e continuata per lo più negli Stati del Sud fino al
passaggio del XIII emendamento della Costituzione degli Stati
Uniti nel 1865 a seguito della guerra civile. Tale forma di schiavismo
consisteva nell'assoggettamento di manodopera acquistata
in Africa da mercanti di schiavi per essere utilizzati come servitori e
raccoglitori nelle piantagioni delle colonie. Molti schiavi erano
africani neri che appartenevano ai bianchi, ma una piccola
percentuale di nativi americani e di neri liberi possedevano schiavi
ed alcuni di questi lavoratori forzati erano bianchi. Lo schiavismo
prese molto piede nelle zone in cui vi erano terreni molto fertili
adatti per vaste piantagioni di prodotti molto richiesti,
come tabacco, cotone, zucchero e caffè. Gli schiavi si occupavano
manualmente di arare e raccogliere in questi vasti campi.
• http://www.youtube.com/watch?v=2hriFiXS33A
La tratta degli schiavi africani
• L'espressione tratta atlantica si riferisce al commercio di schiavi di
origine africana attraverso l'Oceano Atlantico fra il XVI e il XIX secolo. La
pratica di deportare schiavi africani verso le Americhe fu un elemento
fondamentale della nascita e dello sviluppo delle colonie europee prima
del Sud e Centroamerica e poi anche del Nordamerica.
• Nel XVI secolo, le grandi potenze europee iniziarono a creare insediamenti
in America. Gran parte dei vantaggi economici che le colonie americane
potevano garantire erano legate alla creazione di piantagioni (per esempio
di canna da zucchero); soprattutto con la penetrazione portoghese
in Brasile, a questo si aggiunse la prospettiva di ricavare dalle colonie
risorse minerarie. In entrambi i casi si richiedeva l'uso di grandi quantità di
manodopera per il lavoro pesante. Inizialmente, gli europei tentarono di
far lavorare come schiavi gli indigeni americani; questa soluzione tuttavia
risultò insufficiente, soprattutto a causa dell'alta mortalità delle
popolazioni native dovuta a malattie importate dai conquistatori europei
(come il vaiolo) e alla loro conformazione fisica non adatta a quel genere
di lavoro.
• Gli schiavi africani erano decisamente più adatti, dal punto di vista
fisico, a sopportare il lavoro forzato, perciò i portoghesi e gli
spagnoli se li procurarono per mandarli nelle colonie americane,
dando inizio al più grande commercio di schiavi della storia, quello
attraverso l'Oceano Atlantico. La tratta degli schiavi attraverso
l'Atlantico assunse rapidamente proporzioni senza precedenti,
dando origine nelle Americhe a vere e proprie economie basate
sullo schiavismo, dai Caraibi fino agli Stati Uniti meridionali.
Complessivamente, qualcosa come 12 milioni di schiavi
attraversarono l'oceano; si tratta di una delle più grandi migrazioni
della storia (e certamente la più grande migrazione forzata), che
portò anche a notevoli squilibri tra la popolazione bianca e quella
nera.
Potenze
europee
come
Portogallo,
Regno
Unito, Spagna, Francia, Paesi Bassi, Danimarca, Svezia e
il Brandeburgo, come anche mercanti provenienti dal Brasile e
dal nordamerica presero parte a questo commercio. Il numero
complessivo di africani morti attribuibili direttamente alla traversata
atlantica è stimato in due milioni; un bilancio più ampio degli
africani morti a causa della schiavitù tra il 1500 e il 1900 fa ritenere
che la cifra salga a quattro milioni.
• In Europa, lo schiavismo ebbe sempre ferventi oppositori, tuttavia,
questa pratica rimase legale fino al XVIII secolo (e in molti paesi
anche più a lungo). La prima potenza coloniale a proclamare
l'abolizione dello schiavismo e a impegnarsi attivamente per
contrastare la tratta degli schiavi fu l'Inghilterra, anche se in
precedenza la Francia rivoluzionaria aveva concesso (e poi con
Napoleone revocato) l'emancipazione degli schiavi e l'abolizione
della schiavitù, del code noire e di altre pratiche di discriminazione
a danno di neri liberi e mulatti. Certamente l'Inghilterra traeva
dall'abolizione della schiavitù anche un vantaggio politico, in
particolare ai danni della Francia napoleonica che, appunto, aveva
ristabilito la schiavitù nelle sue colonie. La lotta allo schiavismo,
secondo alcuni, fu usata anche come pretesto dagli europei per la
loro espansione coloniale in Africa. Alla fine del XIX secolo, tutta
l'Africa era stata spartita in colonie e praticamente tutti i regimi
coloniali avevano imposto l'abolizione della schiavitù.
Il debito dei paesi sottosviluppati
• Il problema del debito estero dei paesi del Sud del mondo è favorito
da un meccanismo che si autoalimenta e che necessita di una
profonda revisione di tutto il sistema sul quale sono basati gli
scambi e il commercio internazionale. Ha come conseguenza più
rilevante il fatto che i paesi indebitati entrano in una spirale, che
vede accumulare anno dopo anno il loro debito, ricapitalizzato degli
interessi. Per questo molte delle risorse che dovrebbero essere
utilizzate per il benessere della popolazione e per creare sviluppo
devono essere invece destinate al ripagamento del debito estero,
condannando le popolazioni a una vita poco dignitosa. Questo
grave problema è all'origine della situazione di povertà nella quale
versano numerosi paesi e del loro mancato sviluppo ed è stato
portato a conoscenza dell'opinione pubblica mondiale durante la
campagna Jubilee 2000 che ha fatto pressione sui governi e sulle
istituzioni finanziarie per la cancellazione del debito estero dei paesi
poveri del Sud mondo.
Da dove viene il debito dei paesi
poveri?
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L’indebitamento dei paesi arretrati è un carattere strutturale delle relazioni capitalistiche
mondiali. In ultima analisi, esso deriva dal semplice fatto storico che i paesi arretrati si
affacciano sull’arena della competizione mondiale quando il mondo è già diviso tra potenze
imperialiste che li sovrastano tecnologicamente e militarmente. Le multinazionali
controllano i settori vitali dell’economia mondiale. Esercitano questo controllo non solo e
non tanto grazie al puro potere politico e militare, che pure è presente, ma grazie alle leggi
di funzionamento del libero scambio. Poiché ogni merce viene venduta sulla base dei suoi
costi di produzione e poiché le multinazionali hanno le risorse per migliorare continuamente
la tecnologia riducendo i costi, i produttori dei paesi arretrati si trovano costantemente
tagliati fuori dal mercato. L’eredità di secoli di colonizzazione ha poi lasciato questi paesi del
tutto legati a una sola merce (spesso un metallo o una coltura); così quando il prezzo di
questa merce cala, questi paesi subiscono veri tracolli nel giro di pochi giorni. D’altra parte,
quando i prezzi salgono, come è il caso del petrolio ultimamente, ad arricchirsi sono
pochissime persone, sia nei paesi produttori che in quelli consumatori.
A ciò si aggiunge il peso crescente della finanza mondiale, che non solo ha conquistato i
mercati finanziari locali (si consideri che nel ’94 l’8% del settore bancario dell’Europa
orientale era in mani estere, oggi è già il 60%, in America Latina il 50% e così via), ma ha
strettamente legato le sorti di ogni paese agli investimenti dei giganti del credito, spinti
all’estero dalla riduzione dei profitti in patria. Così, le finanze dei paesi arretrati sono sempre
più in mano alle grandi banche internazionali.
Lo sfruttamento minorile
• Lo
sfruttamento
minorile
è:
• lavoro a tempo pieno in età troppo giovane
• lavoro troppo pericoloso per la salute e che comporta stress fisico e
psicologico
• lavoro con salario inadeguato
• lavoro che impedisce l'accesso alle istituzioni scolastiche
• lavoro che priva ogni bambino dall'autostima e dalla dignità.
• Questo problema è una piaga che interessa quasi tutti i paesi del mondo
dall'antichità fino a oggi perché strappa il bambino dal suo mondo
trapiantandolo in quello degli adulti: infatti ogni bambino ha esigenze
diverse da quelle di un adulto. I fanciulli hanno bisogno di protezione e di
cure, fiducia da parte della madre e del padre, i quali gli danno certezze.
Inoltre un altro elemento indispensabile e fondamentale per il processo di
crescita del bambino, è il gioco.
• http://www.youtube.com/watch?v=3mHaiEZvmPo
La sua origine
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La storia dello sfruttamento del lavoro minorile: l'espressione lavoro minorile è oggi
utilizzata per definire l'impiego di minori in generale, specialmente per lavori che
potrebbero interferire con la loro educazione o danneggiare la loro salute. L'utilizzo
di manodopera minorile non fu considerato un problema sociale fino alla
Rivoluzione industriale, che introdusse diversi tempi e ritmi di lavoro, mutandone
completamente l'organizzazione. Poiché la Gran Bretagna fu la prima a
sperimentare la Rivoluzione industriale, essa fu anche la prima a manifestare
particolari problemi di lavoro minorile nella produzione industriale. Alla fine
dell'ottavo secolo, i possessori di cotonifici raccoglievano gli orfani e i figli di
famiglie povere in tutto il paese, utilizzandoli in cambio del semplice
mantenimento; in alcuni casi, fanciulli di cinque e sei anni erano costretti a lavorare
dalle tredici alle sedici ore al giorno. Le cattive condizioni imposte ai fanciulli poveri
ben presto si generalizzarono. I risultati erano l'analfabetismo, l'ulteriore
impoverimento di famiglie già povere e una moltitudine di fanciulli ammalati e
storpi. Dopo il 1878 entrò in vigore, in Gran Bretagna, la prima legislazione
significativa che vietava ai bambini minori di dieci anni il lavoro e ai datori la
riduzione di utilizzo di fanciulli tra i dieci e i quattordici anni.
•
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Lo sviluppo del sistema industriale generò anche in altre Nazioni uno sfruttamento
del lavoro minorile simile a quello che si verificava in Gran Bretagna. Nei primi anni
del nono secolo i bambini tra i sette e i dodici anni costituivano un terzo della
manodopera delle fabbriche statunitensi. La moderna legislazione sul lavoro
minorile nel mondo industrializzato è normalmente legata alla legislazione
scolastica sulla frequenza a scuola. Sebbene sia vietato alla maggior parte delle
fabbriche e delle attività utilizzare personale minorile per impieghi a tempo pieno,
i fanciulli vengono largamente impiegati nel “primo” e nel “secondo” mondo in
lavori d'altro genere o part-time. I problemi internazionali: il lavoro minorile
continua a costituire anche oggi un grave problema in molte parti del mondo,
soprattutto nei paesi sottosviluppati dell'America latina, dell'Africa e dell'Asia,
dove le condizioni di vita dei fanciulli lavoratori sono misere e le possibilità
di istruzione minime. Le famiglie dedite all’agricoltura spesso non hanno
abbastanza soldi per allevare tutta la prole (molti nuclei familiari sono composti da
10 o più bambini) così alcuni bambini finiscono a lavorare nei campi o vengono
venduti ai trafficanti.
Solitamente le famiglie ricevono, in cambio dei propri figli, un equivalente che va
dai 40-50 ad un massimo di 100 dollari a bambino.
La crisi economica ha ridimensionato l'impegno dei governi a eliminare il
fenomeno entro il 2016, come previsto dall'ultimo piano d'azione dell'ILO.
Pertanto l'Organizzazione in questa giornata rinnova l'esortazione a intervenire
presto e in modo radicale, perché impegnare bambini e ragazzi nel lavoro anziché
mandarli a scuola non è solo moralmente inaccettabile, ma è anche
economicamente svantaggioso. Le occupazioni pericolose portano ad ammalarsi
presto e più facilmente, causando un costo sociale considerevole. Inoltre,
sostituendo la scuola con il lavoro, si abbassano i livelli di istruzione e questo, nel
lungo periodo, non può che incidere negativamente sulla produttività di tutto il
paese.
BIBLIOGRAFIA
• http://it.wikipedia.org/wiki/Disuguaglianza_economica
• http://it.wikipedia.org/wiki/Schiavit%C3%B9_negli_Stati_Uniti_d%2
7America
• http://it.wikipedia.org/wiki/Tratta_atlantica_degli_schiavi_africani
• http://www.unimondo.org/Guide/Economia/Debito-estero
• http://www.homolaicus.com/economia/aiutiterzomondo.htm
• http://doc.studenti.it/tesina/geografia/sfruttamento-minorilemondo.html
• http://doc.studenti.it/appunti/ricerche/storia-sfruttamento-lavorominorile.html
• http://contextus.org/paesi-di-origine/schede-paesi-diorigine/ghana/sfruttamento-minorile.html
• http://www.repubblica.it/solidarieta/cooperazione/2011/06/10/ne
ws/rapporto_lavoro_minorile-17504851/
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