Literaturwissenschaftliche Vorlesung Italienisch 5. Le funzioni della letteratura La funzione sociale Orazio: il dolce e l’utile Fedro (Le fiabe di Esopio, Prologo): quod ad risum movet, et quod prudenti vitam consilio monet. la satira la parodia la letteratura encomiastica la panegirica il ludus cæsareus la laudatio la letteratura di propaganda la letteratura a tesi la letteratura triviale / popolare le trame stereotipate le costellazioni di personaggi ripetitive La creazione di una coscienza la letteratura come strumento ideologico un’identità nazionale la critica letteraria come strumento politico La sociologia della letteratura la letteratura come merce il mercato del libro, i prezzi, le reti di distribuzione, le condizioni della pubblicazione, la censura, il privilegio, il diritto d’autore… la letteratura come documento le strutture sociali, i pensieri… l’opera = un indicatore per evoluzioni nella società La censura 1487 papa Innocenzo VII: bulla Inter multiplices 1549 Giovanni Della Casa a Venezia: catalogo di 149 titoli 1562 al Concilio di Trento condamnatur expurgatio le editiones castigatae 1571 la Congregazione dell’Indice Esempi per edizioni castigate Giovanni Boccaccio: Il Decameron Vincenzo Borghini, 1573 Leonardo Salviati, 1582 Torquato Tasso: La Gerusalemme liberata, 1581 La Gerusalemme conquistata, 1593 Carlo Goldoni: Il servitore di due padroni, 1746 Louis Desours de Mandajors: Arlequin valet de deux maîtres, Parigi 1718 – Luigi Riccoboni la Commedia all’improvviso (= Commedia dell’arte) Federigo ucciso in duello da Florindo Clarice si fidanza con Silvio Goldoni: Il servitore di due padroni Silvio. Eccovi la mia destra, e con questa vi dono tutto il mio cuore. (a Clarice, porgendole la mano) Pantalone. Via, no ve vergognè; deghe la man anca vu. Cussì sarè promessi, e presto presto sarè maridai. (a Clarice) Clarice. Sì, caro Silvio, eccovi la mia destra. Prometto di essere vostra sposa. Silvio. Ed io prometto esser vostro. (si danno la mano) Dottore. Bravissimi, anche questa è fatta. Ora non si torna più indietro. Goldoni: Il servitore di due padroni Beatrice (travestita da Federigo) alla ricerca di Florindo Truffaldino, servitore di Beatrice, si fa assumere anche da Florindo un’alleanza fra Beatrice e Clarice le smanie di Silvio la confusione creata da Truffaldino il parallelismo comico fra il livello dei signori e quello dei servitori Goldoni: Il servitore di due padroni Cameriere. Ecco il bollito. Vado a prender un altro piatto. (parte) Truffaldino. Che el sia castrà, o che el sia vedèlo? El me par castrà. Sentimolo un pochetin. (ne assaggia un poco) No l’è né castrà, né vedèlo: l’è pegora bella e bona. (s’incammina verso la camera di Beatrice) Florindo. Dove si va? (d’incontra) Truffaldino. (O poveretto mi!) (da sé) Florindo. Dove vai con quel piatto? Truffaldino. Metteva in tavola, signor. Goldoni: Il servitore di due padroni l’amore costringe Truffaldino a scoprire la trama Silvio ≡ Clarice, Florindo ≡ Beatrice, Truffaldino ≡ Smeraldina a Venezia il registro linguistico: Pantalone e servitori in dialetto artificiale i forestieri e i giovani amanti in lingua Goldoni: Il servitore di due padroni Florindo. Tu hai servito due padroni nel medesimo tempo? Truffaldino. Sior sì, mi ho fatto sta bravura. Son intrà in sto impegno senza pensarghe; m’ho volesto provar. Ho durà poco, è vero, ma almanco ho la gloria che nessun m’aveva ancora scoverto, se da per mi no me discovriva per l’amor de quella ragazza. Ho fatto una gran fadiga, ho fatto anca dei mancamenti, ma spero che, per rason della stravaganza, tutti sti siori me perdonerà. La commedia in piazza Il teatro come critica sociale Ruffiana Dottore Ebrei e zingari Capitano Spaventa da Vall’Inferno