Università degli Studi di Pavia Corso di Laurea Interfacoltà in Comunicazione Interculturale e Multimediale Il Cinema allo specchio: il concetto di Autoriflessività Relatore: Professor Vincenzo Buccheri Correlatore: Professor Paolo Jachia Tesi di laurea di: Silvia Colella Anno 2004-05 Obiettivi • Obiettivo Primo / Parte Prima: • Definire il concetto di Autoriflessività, dalle origini a oggi, anche dal punto di vista semiotico Rassegna di film di genere ed epoca differenti • Obiettivo Secondo / Parte seconda: • Analisi dell’ Autoriflessività Confronto tra cinema classico, moderno e postmoderno Le origini: sguardo al teatro Bertolt Brecht teatro epico vs Spettatore esterno al dramma educare uno spettatore attivo e pensante Personaggio: epifenomeno di un processo Sociale Strategia narrativa: montaggio teatro classico Spettatore coinvolto nel dramma identificazione con i personaggi Personaggio: espressione di volontà/desiderio individuale Strategia narrativa: struttura omogenea Argomentazione Rappresentazione Autoriflessività Arte illusionistica Definizione di Autoriflessività Principio secondo cui l’ arte rivela la propria costruzione: gli eventi finzionali non sono rielaborati ma accaduti Teatro brechtiano: • fonti di illuminazione • impalcatura scenografica • principi narrativi ed estetici Dal Teatro al Cinema • L’ autoriflessività è il processo in cui si rappresenta il cinema nell’ atto stesso del suo farsi sotto gli occhi dello spettatore e del suo darsi Capacità del film di porre l’ attenzione su sè stesso come qualcosa che costruisce Film Medium che costruisce Metafora dello Specchio: Specchio davanti un altro specchio, l’immagine riflessa è duplicata su di sé, formante una galleria infinita di riflessi dello specchio Dal Teatro al Cinema • Capacità di un mezzo di comunicazione di citare il proprio background Film che si ripiegano su sè stessi (etimologia: latino reflexio/reflectere, “ripiegarsi su”) Film che parlano di loro stessi (enunciati) Film che svelano il processo produzione-enunciazione Film che metacomunicano il loro codice • Espressione della mise en abyme, forma più denotativa dell’ autoriflessività “Costruzione in abisso” un film dentro un film: processo in cui i testi mettono in primo piano il loro farsi, la propria autorialità, produzione, processi testuali e ricezione Autoriflessività e Semiotica • Approccio semiotico un’ opera autoriflessiva è un testo che mostra i codici della propria costruzione spettatori consapevoli dei codici Film: • enunciazione • atto linguistico • evento in sé stesso Film Testo Filmico “…produzione in fieri che assorbe scrittore e lettore” (R. Barthes) Forme di Autoriflessività • Diretta Il cinema rappresenta sé stesso nei vari momenti della propria esistenza (dall’ ideazione e dalle riprese sul set alla proiezione in sala ) • Film sull’ occhio meccanico cinematografico • Film dentro il film • Indiretta Il cinema rappresenta le altre arti (pittura, teatro, letteratura) Si autoriflette l’artista nel suo essere artista, i meccanismi con cui un’ opera d’ arte si crea e il rapporto che si instaura tra l’ artista e la sua opera • Film sul teatro • Film sulla rappresentazione pittorica Autoriflessività Diretta Film sull’ occhio meccanico cinematografico La palla numero 13 (Shrlock Junior, B. Keaton, 1925) Operatore di cabina, aspira a diventare detective, si addormenta durante la proiezione e sogna di entrare nel film analogia sogno/film magia del montaggio Fondamento illusorio della macchina-cinema m. d. p. Occhio meccanico che conosce e fa conoscere la realtà, trasforma le cose in una fantasia “macchina per stampare il sogno” Autoriflessività Diretta Film dentro il film Effetto Notte (La nuit amèricaine,F. Truffaut, 1973) A Nizza, negli stabilimenti di La Vittorine, il regista Ferrand gira “Vi presento Pamela” amore per il cinema = amore per la vita problemi della lavorazione rapporti personali tra i vari componenti della troupe storia del film nel film emerge la figura del regista cinematografico, il suo lavoro e le sue funzioni “Che cos’ è un regista?Un regista è un tale al quale vengono poste in continuazione domande, domande su tutto” (F. Truffaut) Autoriflessività Indiretta Film sul teatro Shakespeare in love (J. Madden 1593) Ambientato a Londra nel 1593, Will Shakespeare è in crisi creativa. Incontra Lady Viola, nella quale trova la sua musa ispiratrice e finisce il suo dramma d’amore, Romeo and Juliet. Shakespeare è raccontato come sceneggiatore del ‘900, commediografo, attore, impresario e regista. Gioco metalinguistico Nella cornice di una storia d’ amore che si intreccia con l’ opera d’arte, si intesse una trama di citazioni Autoriflessività Indiretta Film sulla rappresentazione pittorica Il mistero Picasso (Le mistère Picasso, Clouzot, 1955) Il regista registra direttamente la genesi di un quadro che nasce sotto gli occhi dello spettatore Picasso non viene spiegato ma mostrato “vedere un artista al lavoro dà la chiave della sua arte” (Clouzot) Viene rivelato come il pittore è arrivato a fare del suo quadro quello che è Cotemplazione dell’ opera in creazione (“work in progress”) Autoriflessività a confronto • Cinema Classico Cantando sotto la pioggia (Singing’ in the rain, S. Donen e G. Kelly, 1952) Ambientato ad Hollywood negli anni ’10, in un’ industria cinematografica alla vigilia del sonoro. Storia del passaggio dal cinema muto al sonoro raccontata attraverso le disavventure di due star. Invenzione del doppiaggio • Riflessione del film come fabbrica di sogni • Identificazione sonora con il musical Sequenza del maestro di dizione Autoriflessività a confronto • Cinema Moderno La bella scontrosa (La belle noiseuse,J. Rivette, 1981) Quando gli arriva in casa la bella Marianne, Frenhofer, pittore in crisi d'ispirazione, la prende a modella per un quadro che sia sintesi e traguardo finale di una vita intera. Artista Opera Opera Ciò che rappresenta Soggetto Uomo Oggetto Donna Il rapporto ambiguo tra l’ artista e la modella è la trasparente metafora della relazione di un regista con i suoi attori Ricerca della verità artistica Autoriflessività a confronto • Cinema Postmoderno Barton Fik (Barton Fink-E’ successo a Hollywood, Coen, 1991) 1941: un giovane commediografo ebreo di New York chiamato a Hollywood per scrivere la sceneggiatura di un film ma è in preda a un blocco creativo. • Ricostruzione della Hollywood del 1941 (difficile è la vita per un autore a Hollywood) • Problemi legati ai meccanismi della ispirazione in un autore Terrore della pagina bianca Sterili di fantasia Dimensione dell’ assurdo Conclusioni • Autoriflessività Classica • Stile trasparente-neutro (oggetto guardato) • Coinvolgimento emotivo dello spettatore AUTORIFLESSIVITA’ FITTIZIA: si accontenta di uno spettatore passivo che si lascia attraversare dall’ opera • Autoriflessività Moderna • Stile opaco-metalinguistico (l’ io che guarda) • Uso di procedimenti stranianti • Esibizioni dell’ artificio Distacco dello spettatore, che interpreta ed elabora quel che vede Volontà di far capire che ciò che si sta guardando è una costruzione, finzione Partecipazione attiva dello spettatore Conclusioni • Autoriflessività Postmoderna • Contaminazione di stili diversi (atto stesso del guardare) • L ‘illusione è consapevole, denunciata, messa in scena • Lo spettatore viene sedotto AUTORIFLESSIVITA’ AUTENTICA: elegge uno spettatore attivo e pensante «Dunque un mezzo ha la facoltà di guardarsi allo specchio solo quando si è già affermato e sa di poter contare sulla complicità del proprio pubblico, o per meglio dire, quando è consapevole di avere di fronte un fruitore che gode non solo ingenuamente del dispositivo semantico del testo, ma è in grado di valutare criticamente le intenzioni dell’opera». (A. Grasso)