REGIONE EMILIA ROMAGNA
CORSO
MEDICINA GENERALE
2007
BOLOGNA 6 FEBBRAIO 2007
A CURA DI ESTER SPINOZZI
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
Il cambiamento culturale ed
organizzativo
del Servizio Sanitario
della Regione Emilia-Romagna
a cura di Ester Spinozzi
2
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
QUADRO NORMATIVO
 NAZIONALE
Leggi n° 833/78; 502-517/99; 229/99; 329/03 (Università)
Legge Costituzionale 18 ottobre 2001, n° 3 (Riforma Titolo V)
 REGIONALE
Leggi n° 19/94; 11/00
Legge n° 2/03 (Servizi Sociali - modificata v. Accreditamento)
Legge n° 29/04 (art. 10 modificato con deliberazione legislativa n° 12
del 22 febbraio 2006)
a cura di Ester Spinozzi
3
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
IL S.S.R. DELL’EMILIA ROMAGNA
1997 - Programmazione Negoziata
 PAL
 Riordino Rete Ospedaliera
 Sviluppo Servizi Territoriali
2001 PSR - Reti Integrate di Servizi
 PPS
 Modello ospedaliero Hub&Spoke
 Nuclei di Cure Primarie
 Integrazione Ospedale-Territorio
2003/4 - Integrazione sociale e sanitario
L.R. 2/2004 e L.R. 29/2004
2005/6 - Piano Sociale e Sanitario Regionale
a cura di Ester Spinozzi
4
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
QUADRO DI RIFERIMENTO PER L’ANALISI DEL SISTEMA DEI SERVIZI SANITARI
ATTORI SOCIALI
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
ETA’
RISORSE
PRODUTTORIVENDITORI DI ATTREZZATURE, SERVIZI E FARMACI
GRUPPI DI PRESSIONE, SINDACATI, ORDINI PROFESSIONALI
MASS-MEDIA
MODALITA’ ORGANIZZATIVE
SISTEMA DI MDISTRIBUZIONE DEI SERVIZI
FORMAZIONE DEL PERSONALE
MODALITA’ E LIVELLI RETRIBUTIVI
NORME GIURIDICHE
ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
MODALITA’ DECISIONALI
CARATTERISTICHE
SOCIO
DEMOGRAFICHE
RISORSE
(NATURA, ENTITA’, DISTRIBUZIONE)
• MATERIALI, TECNICHE, FINANZIARIE
• CULTURA
• VOLUME DI PRODUZIONE
COMPORTAMENTI INDIVIDUALI
CONSUMATORI
PRODUTTORI
DOMANDA
FATTORI
DELLA
SALUTE
STATO DI SALUTE
( T1 )
SERVIZI
RICHIESTI
OFFERTA
UTILIZZAZIONE
DEI SERVIZI
BISOGNI
STATO DI SALUTE
( T0 )
CARATTERISTICHE
SOCIO
PROFESSIONALI
EFFETTI DEI SERVIZI
a cura di Ester Spinozzi
PRODUZIONE
DI SERVIZI
TRATTO DA
“ANALYSE DES SYSTEMES DE
SANTE’: CADRE CONCEPTUEL”
5
PROF. GILLES DUSSAULT
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
IL S.S.R. DELL’EMILIA ROMAGNA
Anno 2004
Popolazione
4.151.335
22,6% >
anni 65
Aziende
11AUSL
5 AOSP
1 IRCSS
Dipendenti
58.289
a cura di Ester Spinozzi
6
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
FINALITA’
L.R. N° 29/2004
 ISTITUZIONE S.S.R.E.R. (Titolo V)
 RISPOSTA AI NUOVI BISOGNI COMPLESSI
(Integrazione Sociale e Sanitaria)

COMPLETAMENTO RIORGANIZZAZIONE DEI
SERVIZI SANITARI


NUOVO RUOLO E.E.L.L.
SVILUPPO PARTECIPAZIONE ORGANIZZATIVA DEI
PROFESSIONISTI
a cura di Ester Spinozzi
7
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
CONTENUTI
 PRINCIPI GENERALI DI SISTEMA
 FINALITA’ (art. 1)
 ORGANIZZAZIONE (art. 2)
 ORGANIZZAZIONE
DELLE AZIENDE SANITARIE
 FUNZIONAMENTO E ORGANI (artt. 3-4)
 BILANCIO ED ECONOMIA (artt. 6-7)
 RELAZIONI CON EE.LL. (art. 5)
 UNIVERSITA’ (art. 9) e IRCCS (art. 10)
 PERSONALE (art. 8)
a cura di Ester Spinozzi
8
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
CONSEGUENTI ADEMPIMENTI NORMATIVI





PROTOCOLLO D’INTESA REGIONE - UNIVERSITA’ (approvato)
INDIRIZZI REGIONALI PER L’ATTO AZIENDALE (approvato)
PIANO SOCIALE E SANITARIO REGIONALE
LINEE DI INDIRIZZO PER LA TRASFORMAZIONE IPAB IN AZIENDE DI
SERVIZIO ALLE PERSONE
COSTITUZIONE FONDO PER NON AUTOSUFFICIENZA
(Legge Finanziaria 2004 RER)


LINEE GUIDA PER LA SPERIMENTAZIONE FRNA
DIRETTIVE PER DIPARTIMENTI
(Cure primarie, Sanità pubblica, Salute mentale)
IN PRECEDENZA
 DIRETTIVA GRAVI CEREBROLESIONI
INTEGRAZIONE

SOCIALE E SANITARIA
DIRETTIVA LEA IN ODONTOIATRIA
a cura di Ester Spinozzi
9
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
I BISOGNI COMPLESSI





FAMIGLIA
INFANZIA ED ADOLESCENZA
GIOVANI
ANZIANI
IMMIGRATI
a cura di Ester Spinozzi
10
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
PRINCIPI SSR

UNIVERSALITA’ ED EQUITA’ DI ACCESSO
AI SERVIZI

GLOBALITA’
DI
COPERTURA
ASSISTENZIALE

FINANZIAMENTO
PER
FISCALITA’
GENERALE

PORTABILITA’ DEI DIRITTI
a cura di Ester Spinozzi
11
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
ORGANIZZAZIONE SSR
ENTI DEL SISTEMA SANITARIO REGIONALE:

AZIENDE USL

AZIENDE OSPEDALIERE-UNIVERSITARIE

ISTITUTI
DI
RICOVERO
E
CURA
A
CARATTERE
SCIENTIFICO (IRCCS)

PRIVATI ACCREDITATI
a cura di Ester Spinozzi
12
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI

IL NUOVO ASSESSORATO
POLITICHE PER LA SALUTE:
INTEGRAZIONE
DI
FUNZIONI
SOCIALI E SANITARIE

LA NUOVA CABINA DI REGIA
a cura di Ester Spinozzi
13
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
ORGANIZZAZIONE DELLE AZIENDE SANITARIE
Legge Regionale n° 29/2004


ORGANI DELLE AZIENDE SANITARIE
 DIREZIONE GENERALE
 COLLEGIO DI DIREZIONE
 COLLEGIO SINDACALE
ARTICOLAZIONE IN DISTRETTI (sedi di governo
decentrato)
E
ORGANIZZAZIONE
PER
DIPARTIMENTI (forme organizzative)
a cura di Ester Spinozzi
14
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
LA STRUTTURA DELL’AZIENDA
DISTRETTI E DIPARTIMENTI
La L.R. 29/2004 stabilisce che
le Aziende USL sono articolate in Distretti ed
organizzate in Dipartimenti
sottolineando la differenza fra i Distretti come organo
di decentramento del governo aziendale ed i
Dipartimenti come assetto organizzativo
fondamentale per la organizzazione e la gestione della
produzione dei servizi e delle prestazioni assistenziali
a cura di Ester Spinozzi
15
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
L’AZIENDA SANITARIA ED I SUOI ORGANI
LA DIREZIONE GENERALE
( DA DIRETTORE GENERALE
COLLEGIALITA’
DELLE STRATEGIE
A DIREZIONE GENERALE )
INTRAZIENDALE
INTERAZIENDALE
(AREA VASTA)
 DIRETTORE SANITARIO
 DIRETTORE AMMINISTRATIVO
a cura di Ester Spinozzi
16
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
ORGANI AZIENDALI



DIREZIONE GENERALE:
con compiti di responsabilità complessiva della gestione
COLLEGIO DI DIREZIONE:
con compiti di proposte per l’organizzazione e per lo
sviluppo dei servizi e delle attività di ricerca ed
innovazione e la valorizzazione delle risorse umane e
professionali
COLLEGIO SINDACALE:
con compiti di vigilanza sulla regolarità amministrativa e
contabile
a cura di Ester Spinozzi
17
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
RELAZIONI CON GLI EE.LL.



DUE LIVELLI:
AZIENDALE E DISTRETTUALE
PARTECIPAZIONE ALLE NOMINE DEI DIRETTORI
GENERALI E DEI DIRETTORI DI DISTRETTO
ALLARGAMENTO DELLA PARTECIPAZIONE
CONSIGLI COMUNALI E ALLE CIRCOSCRIZIONI
a cura di Ester Spinozzi
AI
18
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
Collegio
Sindacale
Conferenza
Territoriale
Sociale e
Sanitaria
Direttore
Amministrativo
Comitato di
Distretto
Agenzia Territoriale
per l’Integrazione
Sociale e Sanitaria
Servizi Sociali
Collegio
di
Direzione
Direttore
Generale
Direttore
Sanitario
Staff
alla
Direzione
Generale
Distretto
Direzione
Generale
Dipartimenti
Ospedalieri
Dipartimento
Cure Primarie
Dipartimento
Salute Mentale
Dipartimento di
Sanità Pubblica
Unità Operative Unità Operative Unità Operative Unità Operative
Moduli Organizz. Moduli Organizz. Moduli Organizz. Moduli Organizz.
a cura di Ester Spinozzi
19
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
LO SVILUPPO DELLE PRINCIPALI DIMENSIONI
DEL PRINCIPIO DELL’INTEGRAZIONE

ISTITUZIONALE
 PROGRAMMAZIONE

GESTIONE
E
COMPETENZE
PROFESSIONALI

PROCESSI ASSISTENZIALI
a cura di Ester Spinozzi
20
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
DIMENSIONE ISTITUZIONALE
E DELLA PROGRAMMAZIONE
REGIONALE
CONFERENZA
TERRITORIALE
SOCIALE E
SANITARIA
DISTRETTUALE
AZIENDA USL
a cura di Ester Spinozzi
21
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
ORGANI




COMITATO DI DISTRETTO
DIRETTORE DI DISTRETTO
UFFICIO DI PIANO
AGENZIA ALTA INTEGRAZIONE (Ufficio Comune)
STRUMENTI









PIANO SOCIALE E SANITARIO
PROGRAMMI ANNUALI SOCIALI
FINANZIAMENTO PER QUOTA CAPITARIA PESATA DEL SSN
ATTO PLURIENNALE COORDINAMENTO E INDIRIZZO
PAL SANITARIO
PIANO DI ZONA TRIENNALE
PIANI PER LA SALUTE
PROGRAMMA ATTUATIVO ANNUALE
PAT
a cura di Ester Spinozzi
22
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
PARTNER
 IPAB
AZIENDA DI SERVIZI ALLA PERSONA
 III SETTORE
 VOLONTARIATO
CAPACITA’ DI FORNIRE RISPOSTE DIFFERENZIATE
PERSONALIZZAZIONE DELLE RISPOSTE AL BISOGNO
PARTNER PER LA COSTRUZIONE DI PERCORSI
ASSISTENZIALI INTEGRATI (ACCREDITAMENTO)
 FORNITORI
PRIVATO PROFIT
a cura di Ester Spinozzi
23
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
GLI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE
INTEGRATA SOCIO SANITARIA NEI DIVERSI
AMBITI TERRITORIALI
REGIONALE
Piano Sociale e Sanitario
• gli obiettivi
• le regole del sistema
• il sistema di valutazione
• servizi ed interventi per
la non autosufficienza
• condizioni di eleggibilità
per usufruire dei servizi
Programmi annuali
Sociale
• ripartisce le risorse per
servizi sociali e socio
sanitari, comprese fondo
non autosufficienza
• fissa vincoli e procedure
Sanitario
• finanziamento per quota
capitaria pesata del SSN
AUSL-CTSS
Atto pluriennale coordinamento
e indirizzo
• fissa livelli integrazione
• raccorda programmazione
regionale con pianific. locale
• ricompone programmazione
sociale con sanitaria a livello
locale compreso PAL
DISTRETTUALE
Piano di zona triennale
• fissa obiettivi
• le regole
• finanziamento attività
• programmazione fondo
non autosufficienza
Programma attuativo annuale
• definisce le attività da
Piano per la salute
garantire compreso non
• definisce profili di salute della
autosufficienza
comunità
Programma attività territoriali
• attua strategie aziendali
• definisce servizi e
prestazioni
• definisce risultati di salute
a cura di Ester Spinozzi
24
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
DIREZIONE
GENERALE
COMITATO
DISTRETTO
UFFICIO
DI PIANO
DIRETTORE
DISTRETTO
UFFICIO
COMUNE
DIPARTIMENTO
CURE PRIMARIE
DIPARTIMENTO
SALUTE MENTALE
DIPARTIMENTO
SANITA’ PUBBLICA
DIPARTIMENTI
OSPEDALIERI
NUCLEI
CURE PRIMARIE
MMG
a cura di Ester Spinozzi
25
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
LA COMPLESSITA’ DEL SISTEMA CURE
PRIMARIE
MMG
Infermieri
Cure a Domicilio
Ostetriche
Strutture Ospedaliere
Medici specialisti
Ambulatori
Altri professionisti
sanitari
Comuni
Strutture residenziali
/Hospice
a cura di Ester Spinozzi
Professionisti
sociali
26
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
L’AREA DELLE
POLITICHE SANITARIE
IL DISTRETTO
FUNZIONE DI COMMITTENZA,
INTEGRAZIONE SOCIALE E SANITARIA,
RUOLO DEGLI ENTI LOCALI
 AMBITI
DI
MIGLIORAMENTO:
LA
FUNZIONE
DI
COMMITTENZA E DI INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA
 ORGANISMI:
L'UFFICIO
DI
COORDINAMENTO
DELLE
ATTIVITA’ DISTRETTUALI
 SISTEMA DELLE RELAZIONI FRA DISTRETTO, PRESIDIO
OSPEDALIERO,
DIPARTIMENTO
DI
SANITA’ PUBBLICA,
DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE
a cura di Ester Spinozzi
27
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
L’AREA DELLE
POLITICHE SANITARIE
IL DISTRETTO
• IL DIPARTIMENTO DELLE CURE PRIMARIE
(LA RETE DEI SERVIZI; LE RELAZIONI TRA CP, SP, e SM)
• LO SVILUPPO DEI NUCLEI DELLE CURE PRIMARIE
• I PERCORSI ASSISTENZIALI INTEGRATI
(LE AREE DI MIGLIORAMENTO DEL PERCORSO INTEGRATO OSPEDALE TERRITORIO)
• IL RUOLO DEI MEDICI DI MEDICINA GENERALE
• LE STRUTTURE DELL’ACCESSO AI SERVIZI
(LO SPORTELLO UNICO DELLE ATTIVITA’ DISTRETTUALI, L’ACCESSIBILITA’ AI SERVIZI)
• LE AREE DI INTEGRAZIONE AZIENDALE
(LA POLITICA DEL FARMACO, L’ASSISTENZA SPECIALISTICA AMBULATORIALE)
• IL SERT
a cura di Ester Spinozzi
28
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
L’INTEGRAZIONE DEI SERVIZI

IL RUOLO DEL DISTRETTO
COME SEDE DI INTEGRAZIONE
I DIPARTIMENTI OSPEDALIERI
IL DIPARTIMENTO DI SANITA’ PUBBLICA
IL DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE
IL DIPARTIMENTO DI CURE PRIMARIE
a cura di Ester Spinozzi
29
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
DIMENSIONI DELLA GESTIONE E DELLE
COMPETENZE PROFESSIONALI
 IL DISTRETTO COME LUOGO DI GOVERNO DELLA
DOMANDA
 L’INTEGRAZIONE:
 TRA DIPARTIMENTI
 TRA COMPETENZE PROFESSIONALI
a cura di Ester Spinozzi
30
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
DIMENSIONE DEI PROCESSI ASSISTENZIALI
• INTEGRARE
I
PROCESSI
E
I
PERCORSI
ASSISTENZIALI PER GARANTIRE RISPOSTE A
NUOVI E SEMPRE PIU’ COMPLESSI BISOGNI
DELLA POPOLAZIONE
a cura di Ester Spinozzi
31
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
SOCIALE E SANITARIO
D.G.R. 25 NOVEMBRE 2004, N. 2678
APPROVAZIONE DEL PROGRAMMA “ASSISTENZA ODONTOIATRICA
NELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA: PROGRAMMA REGIONALE PER
L'ATTUAZIONE DEI LEA E LA DEFINIZIONE DI LIVELLI AGGIUNTIVI”

CONTESTO NORMATIVO NAZIONALE



D.LGS. 229/99: “NORME PER LA RAZIONALIZZAZIONE DEL SSN, A
NORMA DELL'ART. 1 L. 30/11/1998, N. 419” CHE DEFINISCE I
CRITERI PER LA DETERMINAZIONE DEI LEA E DISCIPLINA IL
FUNZIONAMENTO DEI FONDI INTEGRATIVI DEL SSN
DPCM 29/11/2001: “DEFINIZIONE DEI LIVELLI ESSENZIALI DI
ASSISTENZA”. TALI INDICAZIONI NAZIONALI LIMITANO LA
COMPETENZA DEL SSN AI “PROGRAMMI DI TUTELA DELLA
SALUTE
ODONTOIATRICA”
IN
ETA’
EVOLUTIVA
E
ALL’ASSISTENZA ODONTOIATRICA E PROTESICA VERSO
SOGGETTI IN CONDIZIONE DI PARTICOLARE VULNERABILITA’
CONTESTO EPIDEMIOLOGICO NAZIONALE

L’ITALIA RISULTA TRA I PAESI EUROPEI CON I VOLUMI PIU’ BASSI
DI PRESTAZIONI ODONTOIATRICHE A CARICO DEL SSN
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
SOCIALE E SANITARIO
CONTESTO EPIDEMIOLOGICO NAZIONALE
RICORSO AI SERVIZI SANITARI - PERCENTUALE DI PERSONE CHE HANNO RICORSO
AD UNA VISITA ODONTOIATRICA NELLE ULTIME 4 SETTIMANE PER REGIONE
ISTAT 1999-2000 - TASSI STANDARDIZZATI
5,3%
3,5%
3,9%
Italia
2,5%
2,5% 2,3% 2,3%
Sicilia
Lazio
2,9% 2,9%
Marche
Umbria
Toscana
Emilia-Romagna
Liguria
Friuli Venezia Giulia
Veneto
Trentino Alto-Adige
Lombardia
Valle Aosta
Piemonte
3,1%
3,6%
Sardegna
4,1% 3,9%
Calabria
4,2%
4,1%
Basilicata
5,2%
Puglia
4,8%
Campania
4,8% 4,5%
Molise
5,4%
Abruzzo
5,1%
FONTE: ISTAT - INDAGINE MULTISCOPO
SALUTE 1999/2000
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
SOCIALE E SANITARIO
OBIETTIVI
 ASSICURARE L'ASSISTENZA ODONTOIATRICA IN MODO UNIFORME ED
OMOGENEO SU TUTTO IL TERRITORIO REGIONALE ATTRAVERSO:




L’IDENTIFICAZIONE DELLE CONDIZIONI DI VULNERABILITA’ PER LE
QUALI
VIENE
GARANTITO
L’ACCESSO
ALLE
CURE
ODONTOIATRICHE NELL’AMBITO DEI LIVELLI DI ASSISTENZA
L’INDIVIDUAZIONE
DELLE
PRESTAZIONI
ASSICURATE
DAL
PROGRAMMA, CHE DOVRANNO ESSERE EROGATE IN TUTTE LE
AZIENDE USL DELLA REGIONE NEL RISPETTO DEI TEMPI DI ATTESA
DEFINITI
L'INDIVIDUAZIONE DELLE FORME E DELLE MODALITA’ DI
PARTECIPAZIONE ALLA SPESA DA PARTE DEGLI UTENTI E DEL
PAGAMENTO DEI RELATIVI MANUFATTI
L'ORGANIZZAZIONE DELLA RETE DEI SERVIZI PER LE CURE
ODONTOIATRICHE
 RIORGANIZZARE LA RETE DELL’ASSISTENZA ODONTOIATRICA
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
SOCIALE E SANITARIO
DESTINATARI

ASSISTITI EMILIANO-ROMAGNOLI CHE SI TROVINO NELLE
CONDIZIONI DI VULNERABILITA’ SANITARIA O SOCIALE INDIVIDUATE
CONDIZIONI DI VULNERABILITA’


SANITARIA: INDIVIDUATE LE PATOLOGIE CHE NECESSITANO DI
CURE IN QUANTO PRESENTANO SPECIFICI PROBLEMI DI NATURA
ODONTOIATRICA O SONO SUSCETTIBILI DI COMPLICANZE
DERIVANTI DA PROBLEMI DI NATURA ODONTOIATRICA
SOCIALE: ATTESTATE CON RIFERIMENTO ALL'INDICATORE DELLA
SITUAZIONE ECONOMICA EQUIVALENTE (I.S.E.E.), CHE INDIVIDUA
CON MIGLIORE PRECISIONE IL REDDITO EFFETTIVO DI UNA
FAMIGLIA; ESSO, INFATTI, SI BASA SUL REDDITO DA ATTIVITA’
LAVORATIVE E FINANZIARIE, A CUI VIENE AGGIUNTA LA RICCHEZZA
DELLA FAMIGLIA PESATA; TIENE CONTO INOLTRE DELLA
NUMEROSITA’ DEL NUCLEO FAMILIARE
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
SOCIALE E SANITARIO
AZIONI
 POTENZIAMENTO


DELL’ATTIVITA’
DELLE
ATTUALI
STRUTTURE PUBBLICHE
INTEGRAZIONE DELL’OFFERTA DA PARTE DEL PRIVATO
ACCREDITATO
MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE ALLA SPESA PER LE
PRESTAZIONI PREVISTE DAL PROGRAMMA
TEMPI DI ATTESA
NOMENCLATORE TARIFFARIO


PROGETTI SPECIALI
 ASSISTENZA ODONTOIATRICA E PROTESICA RIVOLTA
ALLA POPOLAZIONE ANZIANA E ALLA POPOLAZIONE IN
CONDIZIONE DI PARTICOLARE POVERTA’
DURATA SPERIMENTAZIONE
 2 ANNI A PARTIRE DA GIUGNO 2005
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
SOCIALE E SANITARIO
LA
PREVENZIONE
IN
CAMPO
ODONTOIATRICO
RICHIEDE SPECIFICI PROGRAMMI DI PREVENZIONE
DELLA CARIE, A FAVORE DELLA POPOLAZIONE IN ETA’
PEDIATRICA (0-14 ANNI). GLI INTERVENTI PREVENTIVI
PIÙ EFFICACI, RIPORTATI DAI DATI DI LETTERATURA,
RIGUARDANO:
 ASSUNZIONE DEL FLUORO
 INFORMAZIONE ED EDUCAZIONE
ALIMENTARE E DI
IGIENE
ORALE
FAVORENTI
COMPORTAMENTI
SALUTARI NEL BAMBINO E NELLA SUA FAMIGLIA.
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
SOCIALE E SANITARIO
TALI
INTERVENTI
SONO
DA INTRAPRENDERSI
IL
PIU’
PRECOCEMENTE POSSIBILE E VANNO CONTINUATI PER TUTTO IL
PERIODO DI CRESCITA DEL BAMBINO, COMPRESA L’ETA’
SCOLARE, MOMENTO IN CUI SI REGISTRA UNA MAGGIORE
SUSCETTIBILITA’ ALLA CARIE DEGLI ELEMENTI DENTALI
PERMANENTI.
I PROGRAMMI DI MONITORAGGIO DELL’INCIDENZA DELLA CARIE E
DELLE MALOCCLUSIONI DEVONO ESSERE ATTIVATI NELLE
SINGOLE REALTA’ PER UNA DIAGNOSI PRECOCE DEL PROBLEMA,
PONENDO PARTICOLARE ATTENZIONE AI SOGGETTI AD ALTO
RISCHIO, PER I QUALI L’ACCESSO ALLE CURE VA GARANTITO
ANCHE TRAMITE OFFERTA ATTIVA DEGLI INTERVENTI.
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
SOCIALE E SANITARIO
D.G.R. 18 OTTOBRE 2004, N. 2068
IL SISTEMA INTEGRATO DI INTERVENTI SANITARI E SOCIOASSISTENZIALI PER PERSONE CON GRAVISSIME DISABILITA’
ACQUISITE IN ETA’ ADULTA. PRIME INDICAZIONI
TARGET DI RIFERIMENTO
SOGGETTI CHE ACQUISISCONO DISABILITA’ GRAVISSIME CONSEGUENTI A
PATOLOGIE/DEFICIT CHE SI MANIFESTANO IN ETA’ ADULTA DERIVANTI DA
VARIE CAUSE (TRAUMI, MALATTIE CRONICO-DEGENERATIVE, …) DALLE
QUALI DERIVA UNA GRAVE DIPENDENZA NEL COMPIERE LE NORMALI
ATTIVITA’ DELLA VITA QUOTIDIANA FINO A RAGGIUNGERE SITUAZIONI DI
TOTALE NON AUTOSUFFICIENZA E/O MINIMA COSCIENZA
SCELTE STRATEGICHE
 ETEROGENEITA’ DEI BISOGNI E PERSONALIZZAZIONE DELLE RISPOSTE
 APPROCCIO GLOBALE ED INTEGRATO AI BISOGNI DELLA PERSONA
 CENTRALITA’ DELLA PERSONA, LIBERTA’ E VITA INDIPENDENTE
 SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE, ALLE RETI INFORMALI ED ALLE
ASSOCIAZIONI
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
SOCIALE E SANITARIO
PERCORSI







LA RETE OSPEDALIERA
IL PROGETTO RIABILITATIVO
LA CONTINUITA’ ASSISTENZIALE
IL PIANO PERSONALIZZATO DI ASSISTENZA
STRUTTURA E FUNZIONI DELL’EQUIPE MULTIPROFESSIONALE
IL RESPONSABILE DEL CASO
LA DIMISSIONE PROTETTA
INTERVENTI





ASSISTENZA DOMICILIARE
ASSEGNO DI CURA E SOSTEGNO
ASSISTENZA PROTESICA
SOSTEGNO AL LAVORO DI CURA DEI FAMILIARI
ADATTAMENTO DELL’AMBIENTE DOMESTICO
SOLUZIONI RESIDENZIALI
IL PIANO PERSONALIZZATO PUO’ PREVEDERE LA PERMANENZA IN
STRUTTURE RESIDENZIALI QUALORA LE MENOMAZIONI PRESENTI
NON SIANO COMPATIBILI CON UNA ASSISTENZA A DOMICILIO, O PER
L’ASSENZA DI UNA SITUAZIONE FAMILIARE, PERSONALE O
AMBIENTALE, TALE DA CONSENTIRE IL RITORNO A CASA
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
ACCORDO NAZIONALE (ACN)
MEDICINA GENERALE
Disciplina il rapporto di lavoro dei Medici di
Medicina Generale con il Servizio Sanitario
Nazionale
per il triennio economico 2001-2002-2003
per il biennio normativo ed economico
2004 - 2005
con validità quadriennale per la parte normativa
e biennale per la parte economica
a cura di Ester Spinozzi
41
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
ACCORDO NAZIONALE (ACN)
MEDICINA GENERALE
La legge costituzionale n. 3 del 2001:
ha modificato il titolo V della Carta Costituzionale,
ha affidato la “tutela della salute” alla legislazione
regionale
Le Regioni, con atto di indirizzo del 5 maggio 2004,
approvato dal Governo, esercitano la propria
responsabilità attraverso i singoli Piani Sanitari Regionali
e gestiscono le relative scelte negoziali all’interno di un
Servizio Sanitario che comunque resta nazionale,
solidale, equo ed universale.
a cura di Ester Spinozzi
42
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
ACCORDO NAZIONALE (ACN)
MEDICINA GENERALE
L’Accordo pone alle proprie basi:
il Piano sanitario 2003 – 2005,
l’accordo Stato – Regioni 29 luglio 2004
Il Piano Sanitario, ha come obiettivo un ripensamento
dell’organizzazione dello Servizio Sanitario in cui il territorio è il
punto di forza dell’organizzazione della risposta sanitaria, in un
quadro di appropriatezza e di sostenibilità economica.
L’Accordo del 29 luglio 2004 in linea con tale indirizzo nella
necessità di una reinterpretazione del rapporto territorio –
ospedale, si pone l’obiettivo di potenziare l’offerta di prestazioni sul
territorio riservando all’assistenza ospedaliera le patologie più
acute. Pertanto si pone l’esigenza, al fine di garantire
un’assistenza territoriale il più vicino possibile a dove nasce la
domanda, di un maggiore coinvolgimento delle varie
professionalità e nuove forme organizzative.
a cura di Ester Spinozzi
43
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
ACCORDO NAZIONALE
MEDICINA GENERALE
Il testo contrattuale si articola in due parti:
la prima riguarda l’inquadramento generale
dell’Accordo;
la seconda reca norme sulla disciplina del
rapporto.
Inoltre fanno, parte dell’Accordo:
le norme transitorie;
le norme finali;
le dichiarazioni a verbale;
gli allegati.
a cura di Ester Spinozzi
44
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
ACN MEDICINA GENERALE
Parte prima
L’articolo 1 richiama il quadro di riferimento definito
dalla Legge Costituzionale n. 3 del 2001, e nel nuovo Piano
sanitario che vede il territorio in un ruolo di forza per tutta
l’organizzazione del sistema.
L’Art. 2 Livelli di contrattazione
tre livelli di contrattazione:
Nazionale, Regionale ed Aziendale.
a cura di Ester Spinozzi
45
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l’art. 3 Negoziazione Nazionale, in cui specificatamente
sono individuati le materie oggetto di tutto l’ Accordo, identificando il
quadro delle garanzie per i cittadini ed il ruolo ed il
coinvolgimento dei medici nell'organizzazione sanitaria e delle
relative responsabilità
l’art. 4 Negoziazione Regionale
che individua gli aspetti specifici della contrattazione regionale ed in
particolare definisce gli obiettivi di salute, i modelli organizzativi e
gli strumenti operativi per attuarli, in coerenza con le strategie e le
finalità del Servizio Sanitario Regionale.
La Negoziazione a livello aziendale individua i progetti e
le attività del personale sanitario necessari all’attuazione degli
obiettivi individuati dalla programmazione regionale.
a cura di Ester Spinozzi
46
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L’Art. 5 Obiettivi di carattere generale
Le Regioni e le Organizzazioni sindacali si impegnano
a costruire e a garantire su tutto il territorio nazionale i LEA
(livelli essenziali di assistenza), nella logica della continuità
dell’assistenza 7 giorni su 7 e 24 ore su 24 e della presa in
carico del paziente/cittadino( obiettivo guida ).
favorire l’assunzione condivisa delle responsabilità da parte
dei medici e dei professionisti sanitari che operano sul
territorio, sia nelle scelte di politica sanitaria, che di governo
clinico all’interno della programmazione socio- sanitaria di
ogni singola regione .
a cura di Ester Spinozzi
47
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Art. 6 Strumenti
Realizzazione in ambito distrettuale e territoriale di
una rete integrata di servizi finalizzata all’erogazione
delle cure primarie per garantire la qualità
dell’assistenza
la costituzione in via sperimentale di strutture
operative complesse, organizzate dagli stessi
professionisti e fondate sul lavoro di gruppo con sede
unica, composte con la presenza di medici della
medicina generale (assistenza primaria e continuità
assistenziale) e pediatri di libera scelta, con la
presenza di professionisti ambulatoriali interni e le
altre professionalità sanitarie in un quadro di unità
programmatica e gestionale del territorio di ogni
azienda così come definita dall’Intesa Stato regioni del
29 luglio 2004.
a cura di Ester Spinozzi
48
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Art. 6 Strumenti
(segue)
Tale organizzazione, come tutto il sistema delle cure
primarie, fonda le proprie basi
sull’informatizzazione del sistema secondo
standard definiti a livello nazionale e regionale,
sulla formazione comune di medici e professionisti
sanitari che operano sul territorio e medici e
professionisti sanitari che operano invece in ospedale al
fine della piena integrazione delle varie componenti
all’interno di tutto il SSN.
a cura di Ester Spinozzi
49
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(Art. 7 Ruolo e partecipazione delle organizzazioni
sindacali)
Aumento di responsabilità nel governo clinico con
particolare riferimento alla garanzia dei livelli di
prestazione e della gestione dei budget concordati a
livello di territorio.
La mancata adesione agli obiettivi ed ai percorsi
concordati diventa motivo per la verifica della
convenzione di ciascun medico( secondo comma dell’articolo 7)
a cura di Ester Spinozzi
50
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L’art. 8 Struttura del compenso
il compenso dei medici di cui all’Accordo è correlato al perseguimento
degli obiettivi di salute programmati, con un adeguato equilibrio fra la
parte del compenso legato ad automatismi e la parte del compenso
invece legata agli obiettivi ed alle prestazioni definite dalla
programmazione regionale ed aziendale .
Si compone di :
quota capitaria ponderata per assistito per i medici di assistenza
primaria ,quote orarie per i medici della continuità assistenziale
della medicina dei servizi e della emergenza sanitaria,
incentivi legati al raggiungimento degli obiettivi di
qualificazione e appropriatezza, sia servizi e prestazioni aggiuntive,
per medico singolo o per gruppi, calcolata in base al tipo ed ai volumi
di prestazione, e saranno finalizzate alle attività ed agli obiettivi definiti
a livello regionale
ulteriore quota legata all’aumento
previsto per il rinnovo
a cura di Ester Spinozzi
51
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Art. 10
Istituisce un Osservatorio Consultivo Nazionale
permanente al fine di monitorare l’attuazione degli
accordi regionali ed aziendali, nonché i dati
economici e gli istituti contrattuali
a cura di Ester Spinozzi
52
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Parte Seconda
La parte seconda dell’Accordo si articola in una premessa
(art. 12) ed in cinque Capi :
il primo riguarda i principi generali;
il secondo affronta la disciplina del rapporto dei medici
dell’Assistenza Primaria;
il terzo reca disposizioni in merito al rapporto con i
medici della Continuità Assistenziale;
il quarto concerne il rapporto dei medici della Medicina
dei Servizi;
il quinto contiene le norme del rapporto dei medici
dell’Emergenza Sanitaria Territoriale.
a cura di Ester Spinozzi
53
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ASSISTENZA PRIMARIA
Art. 12
Nella premessa si riconosce alla Medicina Generale Italiana
un’identità ben specifica che ne qualifica ruolo e
responsabilità anche alla luce dell’adesione al progetto per
lo sviluppo di un nuovo modo di intendere il territorio e tutto
il sistema della sanità pubblica così come definito dal
WONCA Europa ( sezione europea dell’associazione
mondiale dei medici di famiglia ).
a cura di Ester Spinozzi
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ASSISTENZA PRIMARIA
Art. 13.
Definisce la tipologia di rapporto di lavoro che si instaura
tra il singolo medico di medicina generale e le Aziende
assumendo le caratteristiche del lavoro autonomo
convenzionato.
Definisce l’accesso alla convenzione, basato su una
disciplina oltre che normativa in senso stretto (d. lgs. N.
502 del 1992) anche pattizia, definita dalla
contrattazione collettiva.
Delimita l’ambito di riferimento dell’accordo collettivo
nazionale ai quattro settori della medici di medicina
generale:
assistenza primaria,
continuità assistenziale,
medicina dei servizi territoriale,
emergenza sanitaria territoriale
a cura di Ester Spinozzi
55
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ASSISTENZA PRIMARIA
L’art. 14 Contenuti demandati alla negoziazione regionale
In armonia con quanto previsto dall’art. 4 in materia di
negoziazione regionale per conseguire uniformi livelli
essenziali di assistenza su tutto il territorio nazionale e
valorizzare le specificità locali
L’art.15 Graduatorie regionali
Prevede graduatorie regionali per ciascuno dei settori di attività
della medicina generale Requisiti indispensabili per accedere
alle graduatorie sono l’iscrizione all’albo professionale ed il
possesso del titolo di formazione in medicina generale o
equipollente
Art. 16 Titoli per la formazione delle graduatorie
a cura di Ester Spinozzi
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ASSISTENZA PRIMARIA
Art. 17 Incompatibilità
Netta separazione tra attività precipuamente da considerarsi
istituzionale ed altre attività che possono innescare
meccanismi di ingerenza e di conflitti di interessi con lo
svolgimento del rapporto convenzionale.
Pertanto è ribadita la scelta di non consentire al medico di
medicina generale di avere più di due rapporti convenzionali.
Tale scelta assume con il presente accordo carattere di maggiore
cogenza in quanto ad essa dovranno attenersi anche coloro
che nel precedente DPR 270 del 2000 e fino alla durata di quell’
accordo potevano detenere più incarichi per effetto della norma
transitori a n. 4 che non è qui invece riproposta
a cura di Ester Spinozzi
57
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ASSISTENZA PRIMARIA
Art. 18 Sospensione del rapporto e dell’attività
convenzionale
Distinzione tra
sospensione dell’incarico (comma 1) e
sospensione dalle attività di medicina generale (commi 2 e 5),
la quale può essere anche parziale (commi 3 e 4)
Distinzione che si basa essenziale sulle differenti modalità di
sostituzione:
nella prima fattispecie è disposta dall’Azienda (comma 8),
nella seconda è il medico che provvede nominando un proprio
sostituto (comma 9) (è possibile la maturazione dell’anzianità di
servizio senza soluzioni di continuità).
a cura di Ester Spinozzi
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ASSISTENZA PRIMARIA
Art. 19 Cessazione del rapporto convenzionale
Rimane per lo più invariato rispetto al precedente, salvo nell’inserimento di una
ulteriore causa di cessazione del rapporto contenuta nella lettera g) del comma
1 e consistente nell’accertato e contestato mancato rispetto degli obblighi e dei
compiti previsti dall’accordo nazionale, regionale ed aziendale, nonchè
l’innalzamento a 300 (dai precedenti 150) del limite di scelte necessario per
mantenere il rapporto convenzionale che deve essere raggiunto entro tre anni.
Art. 20 Formazione continua
La formazione quale momento di crescita culturale e professionale del
medico tenendo conto degli obiettivi formativi sia di interesse
nazionale individuati dalla Conferenza Stato Regioni sia quelli di
specifico interesse regionale ed aziendale
a cura di Ester Spinozzi
59
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ASSISTENZA PRIMARIA
Art. 20 Formazione continua ( segue)
Le Regioni, possono altresì dotarsi di centri formativi regionali
con l’obiettivo di (comma 4):
a)definire indirizzi e obiettivi generali delle attività di formazione,
con funzione di programmazione e coordinamento generale;
b) formare e/o accreditare i medici di medicina generale che
svolgono attività didattica (animatori di formazione, docenti,
tutor);
c) garantire la formazione specifica in medicina generale;
d) promuovere attività di ricerca e sperimentazione in
Medicina generale;
e) proporre e coordinare le attività di formazione ECM della
Regione e delle Aziende Sanitarie rivolte ai medici di medicina
generale.
La partecipazione alle attività formative costituisce requisito
indispensabile per svolgere attività di medico di medicina generale,
a cura di Ester Spinozzi
60
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ASSISTENZA PRIMARIA
Art. 23 Comitato Aziendale.
Al Comitato Aziendale in ciascuna azienda è demandata la
definizione di compiti, contenuti e modalità di attuazione agli
accordi regionali sulla base di quanto disposto dall’art. 14 del
presente accordo. E’ preposto alla definizione degli accordi
aziendali nonché ad esprimere pareri obbligatori in materia di
deroghe temporanee al massimale, motivi di incompatibilità,
cessazione del rapporto convenzionale, deroghe all’obbligo di
residenza, variazione degli ambiti di scelta, individuazione delle
zone disagiate, nonché ogni altro parere previsto dall’accordo
nazionale, regionale ed aziendale.
a cura di Ester Spinozzi
61
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ASSISTENZA PRIMARIA
Art. 24 Comitato Regionale
E’ preposto alla definizione degli accordi regionali, ad esprimere
pareri sulla corretta applicazione delle norme dell’accordo
nazionale e regionale, a fornire indirizzi sui temi di formazione
di interesse regionale, a collaborare alla costituzione di gruppi
di lavoro per la verifica degli standard erogativi e
l’individuazione degli indicatori di qualità ed è, inoltre, sede di
osservazione degli accordi aziendali.
a cura di Ester Spinozzi
62
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ASSISTENZA PRIMARIA
.
Art. 25 Programmazione e monitoraggio delle attività
La programmazione delle attività rimane di competenza delle
singole regioni in base alla loro specificità e richiesta di salute ,
compreso il monitoraggio delle stesse.
Il comma 1 identifica quali sono le attività della medicina generale
previste dal decreto legislativo 502 del 1992 e quali siano le
altre attività territoriali definite negli accordi regionali a cui la
medicina generale partecipa con l’indicazione di uno specifico
finanziamento.
Il comma 2 identifica le attività collegate alla medicina generale,
aggiuntive rispetto ai compiti specificatamente individuati
dall’Accordo
a cura di Ester Spinozzi
63
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ASSISTENZA PRIMARIA
Art. 26 Equipes territoriali ed utap.
Articolo demandato alla contrattazione regionale per quanto
concerne la definizione dei contenuti e delle modalità di
attuazione. Viene tuttavia riconosciuta la valenza obbligatoria
delle equipe ed in coerenza con l’Intesa Stato regioni del 29 luglio
2004 la possibilità di costituire le unità di assistenza delle cure
primarie, mediante accordo con le Organizzazioni sindacali
maggiormente rappresentative, ed attraverso l’adesione
volontaria dei medici e degli altri operatori sanitari
Art. 27 Appropriatezza delle cure e dell’uso delle risorse
Articolo immutato nei contenuti dei commi 1-2-3 i successivi sono
demandati alla trattativa regionale sulla base dell’art. 14
dell’Accordo
a cura di Ester Spinozzi
64
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ASSISTENZA PRIMARIA
Art. 29 Funzioni della medicina generale
.
Articolo di nuova formulazione nel quale viene chiarito espressamente il
ruolo della medicina generale all’interno del sistema sanitario
orientato alla gestione globale della salute del cittadino attraverso un
meccanismo che faccia coincidere bisogni di salute e risposta
assistenziale.
Tale ruolo è giocato su tre fronti:
clinico, che vede il medico garantire la continuità dell’assistenza per
tutto l’arco dell’intera giornata mediante il coordinamento operativo e la
massima integrazione della propria attività professionale con quella di
altri colleghi;
assistenziale di cui ai seguenti LEA: gestione del paziente ammalato
in condizioni acute, gestione delle patologie croniche, gestione dei
malati nell’ambito dell’Assistenza domiciliare programmata ed
integrata,
governo della domanda di salute attraverso il coinvolgimento del
medico nelle scelte relative all’appropriatezza e alla efficacia della
pratica professionale nonché
corretta
allocazione delle risorse.
65
a curaalla
di Ester
Spinozzi
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ASSISTENZA PRIMARIA
Art. 29 Funzioni della medicina
generale ( segue )
Il medico diventa pertanto centro di responsabilità, in
quanto insieme alle Aziende, sulla base della
programmazione regionale e degli indirizzi nazionali
individua gli obiettivi, i programmi di attività e i
conseguenti livelli di spesa, verificando il
raggiungimento dei risultati.
i compiti dei diversi settori come definiti all’art. 13 al fine di individuare quali
sono le attività che è possibile richiedere al medico in base all’Accordo ed
alla convenzione a cui essi accedono con le Aziende sono esplicitati negli
art. 45 per l’assistenza primaria, art. 67 per continuità assistenziale, art. 78
per la medicina dei servizi,
a cura di Ester Spinozzi
66
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ASSISTENZA PRIMARIA
Art. 30 Responsabilità convenzionale e violazioni.
Collegio arbitrale
Si delineano due tipologie di sanzioni quelle di natura
occasionale (comma 4) che danno luogo al richiamo verbale e
al richiamo con diffida, nel caso in cui si verifichi un reiterarsi
di quelle violazioni che hanno comportato il richiamo verbale.
Tale tipologia di sanzioni sono comminate direttamente
dall’Azienda tramite il responsabile aziendale della struttura di
riferimento del medico, il quale, contestato l’addebito, entro 30
giorni dall’avvenuta conoscenza, può procedere
all’archiviazione del caso o alla irrogazione della sanzione dopo
aver concesso al medico di poter controdedurre entro i 20
giorni successivi alla contestazione. Il provvedimento del
responsabile è notificato entro 30 giorni dall’assunzione
all’interessato.
a cura di Ester Spinozzi
67
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ASSISTENZA PRIMARIA
Art. 30 Responsabilità convenzionale e
violazioni. Collegio arbitrale (segue )
Le violazioni di maggiore gravità (comma 7) graduate in base alla
recidiva o volte all’acquisizione di vantaggi personali
comportano invece l’irrogazione di sanzioni che dalla riduzione
del trattamento economico in misura non inferiore al 10% e non
superiore la 20% per la durata massima di 5 mesi giungono a
determinare la sospensione e persino la revoca della
Convenzione. Per la valutazione di tali violazioni è istituita una
commissione regionale paritetica permanente denominata
Collegio Arbitrale.
a cura di Ester Spinozzi
68
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ASSISTENZA PRIMARIA
L’art. 33 (Rapporto ottimale)
Ampliamento degli ambiti territoriali comprendenti una popolazione
residente pari a 7.000 unità e non inferiore a 5000 unità.
Definizione del rapporto ottimale pari ad 1/1000 con la possibilità da
parte delle Regioni di poter prevedere un ampliamento di tale
rapporto fino ad in massimo del 30%. Variabilità che comunque
deve essere concordata nell’ambito degli accordi regionali.
L’ambito territoriale non può comunque essere inferiore al comune, può
comprendere anche più comuni, ed è definito dalla Regione.
Ogni singola Regione ha facoltà comunque di determinare
ambiti territoriali inferiori per specifiche condizioni geografiche,
ma gli stessi non devono mai comunque essere inferiori a 5000
abitanti
a cura di Ester Spinozzi
69
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ASSISTENZA PRIMARIA
L’art. 33 (Rapporto ottimale) ( segue )
Stabilito l’ambito territoriale:
si stabilisce la popolazione anagraficamente residente in tale
ambito al 31 dicembre,
si sottrae la popolazione che ha effettuato la scelta del medico in
un ambito territoriale diverso,
si aggiunge la popolazione non residente che ha effettuato la
scelta nell’ambito,
si sottrae inoltre la popolazione in età pediatrica (0-14).
Da tale numero è sottratta la somma risultante dall’applicazione
del rapporto ottimale a tutti i medici già operanti.
Se il risultato che si ottiene è superiore a 500 la zona viene
dichiarata carente
a cura di Ester Spinozzi
70
DIREZIONE GENERALE SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
L’art. 34 (Copertura degli ambiti territoriali carenti di
assistenza primaria)
L’Accordo definisce per tutto il territorio nazionale le date del 1°
marzo e del 1° settembre al fine di individuare gli ambiti carenti
e la relativa pubblicazione e
conferimento degli incarichi che possono essere attribuiti per
trasferimento o per graduatoria.
a cura di Ester Spinozzi
71
ACN MEDICINA GENERALE
ASSISTENZA PRIMARIA
L’art. 35 (Instaurazione del rapporto convenzionale)
l’art. 36 (Requisiti ed apertura degli studi)
E’ confermata la definizione dello studio del medico quale presidio del
Servizio sanitario nazionale, che concorre al perseguimento degli
obiettivi di salute del cittadino.
E’ fatto obbligo di una apertura minima certa dello studio proporzionale al numero
degli assistiti nei cinque giorni della settimana, comprensivi di due pomeriggi o due
mattine e del lunedì: 5 ore fino a 500 assistiti, 10 ore da 500 a 1000 assistiti, 15 ore
da 1000 a 1500 assistiti.
L’orario è comunque definito dal medico in relazione alle necessità degli assistiti iscritti ed
all’esigenza di assicurare una prestazione corretta ed efficace. In tal senso di fronte a
particolari esigenze assistenziali l’Azienda può richiedere la revisione dell’orario.
L’Azienda ha il compito di verificare l’adesione da parte del medico a tali disposizioni ed il
medico ha il compito di comunicare il proprio orario all’ azienda e le relative eventuali
variazioni, nonchè esporlo all’ingresso dello studio a beneficio degli assistiti.
a cura di Ester Spinozzi
72
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ASSISTENZA PRIMARIA
L’art. 39 massimale di scelte e sue limitazioni definisce il
numero massimo di scelte acquisibile da ciascuno medico,
ribadendo il numero pari o inferiore a 1500
Non concorrono, le scelte dei cittadini extracomunitari, dei
cittadini italiani non residenti e dei minori compresi in un’età
tra 0 e 6 anni;
Le deroghe non possono comunque superare la quota pari al 5%
del massimale individuale. Pertanto si può dire che il massimale
individuale per ciascuno medico di assistenza primaria compreso
le deroghe è pari a 1575.
Ai fini della autolimitazione del massimale non è possibile da
parte del medico avvalersi della ricusazione del paziente in quanto
tale artificio è vietato dall’art. 41, comma 5, dell’accordo
a cura di Ester Spinozzi
73
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ASSISTENZA PRIMARIA
L’art. 39 massimale di scelte e sue limitazioni
( segue )
Si ritiene convenzionalmente che il massimale pari a
1500 scelte corrisponda a 40 ore settimanali, pertanto
per ogni ora di attività compatibile si determina una
riduzione pari a 37,5 scelte
a cura di Ester Spinozzi
74
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ASSISTENZA PRIMARIA
Art. 40 Scelta del medico
Si ribadisce il concetto del rapporto fiduciario medico/paziente
basato sulla reciproca conoscenza e sulla trasparenza dei
reciproci rapporti.
Aziende informano i cittadini sullo status professionale del medico e sulle caratteristiche
dell’attività e del curriculum professionale al fine orientare la scelta del cittadino verso
una scelta consapevole. Tra l’altro il figlio, il coniuge ed il convivente dell’assistito
possono effettuare la scelta in favore dello stesso medico in deroga al massimale o
quota individuale (comma 7)
la scelta ha validità annuale salvo revoca da parte dell’assistito, mentre è stata
introdotta la regola in base alla quale per i cittadini extracomunitari, la scelta è
comunque a tempo determinato, ma parametrato sulla base della durata del
permesso di soggiorno (comma 5). Per i cittadini non residenti invece la scelta a
tempo determinato ha validità da un minimo di 3 mesi ad un massimo di un
anno,fatte salve
Le scelte di cui ai commi 5, 7 e 12 non sono contate ai fini della determinazione del
massimale individuale. Le scelte in deroga non possono comunque superare il
5% del massimale.
a cura di Ester Spinozzi
75
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ASSISTENZA PRIMARIA
L’art. 41 (Revoca e ricusazione della scelta)
L’assistito può in qualsiasi momento revocare la propria scelta
Il medico non può salvo motivazione fondata su eccezionali ed
accertati motivi di incompatibilità e per la turbativa del rapporto
di fiducia, ricusare un proprio assistito.
La ricusazione poi non è possibile qualora nell’ambito territoriale
non sia operante un altro medico .
L’istituto della ricusazione non può pertanto essere utilizzato al fine
di aggirare la norma relativa alla autolimitazione di massimale
a cura di Ester Spinozzi
76
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ASSISTENZA PRIMARIA
L’art. 42 (Revoche d’ufficio)
Prevede la sospensione temporanea delle scelte di quei cittadini che
si trovano in determinate condizioni soggettive (servizio militare
detenzione) e l’attribuzione automatica al medesimo medico
quando termina la causa che ne ha determinato la sospensione. Al
fine di facilitare tale meccanismo di riattribuzione le Aziende
istituiscono un apposito separato elenco.
In caso di decesso la cancellazione decorre dal giorno del decesso.
L’Azienda comunica la cancellazione tempestivamente e comunque
entro un anno dall’evento.
a cura di Ester Spinozzi
77
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ASSISTENZA PRIMARIA
L’art. 44 (Elenchi nominativi e variazioni mensili)
L’accordo determina in modo preciso le date di trasmissione (entro il
31 luglio ed il 31 gennaio) da parte delle Aziende ai medici
dell’elenco delle scelte in carico al 15 giugno ed al 15 dicembre.
Inoltre sono comunicate mensilmente le variazioni mensili ed il
riepilogo numerico delle scelte e delle revoche avvenute durante il
mese precedente.
a cura di Ester Spinozzi
78
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ASSISTENZA PRIMARIA
L’art. 45 (Compiti del medico di assistenza primaria)
Definisce ed individua quali sono i compiti del medico di assistenza primaria e quali sono
le attività ricomprese nel compenso di cui all’art. 59 dell’Accordo, all’interno delle
funzioni generali identificate dall’art. 29.
Pertanto sono compiti del medico di assistenza primaria:
la gestione delle patologie acute e croniche, secondo la miglior pratica ed in
accordo con il malato;
la gestione dei malati nell’ambito dell’ADI, anche in forma integrata con l’assistenza
specialistica;
l’assistenza nelle residenze protette e nelle collettività.
Tali compiti si espletano in maniera prioritaria attraverso lo svolgimento di
visite domiciliari ed ambulatoriali,
il consulto con lo specialista e l’ospedale,
l’aggiornamento della scheda sanitaria individuale di cui all’art. 50 della legge n.
326 del 2003 e l’utilizzazione della Carta nazionale dei Servizi di cui all’art. 52,
comma 9 della legge n. 289 del 2002,
le certificazioni obbligatorie e quelle per attività non agonistiche nell’ambito
scolastico,
le vaccinazioni antinfluenzali nell’ambito delle campagne di vaccinazione rivolte a
tutti i soggetti a rischio,
a cura di Ester Spinozzi
79
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ASSISTENZA PRIMARIA
L’art. 45 (Compiti del medico di assistenza primaria)
( segue )
lo sviluppo della cultura sanitaria,
l’aggregazione in centri di responsabilità territoriale per specifici
obiettivi del distretto, e tra questi la partecipazione alle equipes
territoriali.
A tal fine il comma 3 dell’articolo individua sostanzialmente due tipologie di
figure organizzative: quelle funzionali e quelle strutturali. Le prime sono
identificate nelle equipe territoriali, a cui è fatto obbligo al medico
partecipare e che si caratterizzano per la maggior prevalenza delle cure
domiciliari. La forma strutturale invece si caratterizza per la presenza di
medici associati che operano in gruppo e necessita di strutture,
attrezzature, risorse umane e strumentali idonee. Ne sono esempio le
UTAP e le altre forme organizzative complesse delle cure primarie,
previste dall’Intesa Stato - Regioni del 29 luglio 2004. la partecipazione a
tali forme organizzative è sperimentale e la adesione dei medici è
facoltativa .
Gli accordi regionali definiscono modelli, caratteristiche di attività e
modalità di remunerazione.
a cura di Ester Spinozzi
80
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ASSISTENZA PRIMARIA
L’art. 47 (Visite ambulatoriali e domiciliari)
E’ confermato a cura del medico il sistema di ricezione delle richieste di
visita domiciliare, che deve essere eseguita nel corso della giornata
se pervenuta entro le ore dieci, oppure entro le ore dodici del giorno
successivo qualora pervenga dopo le dieci, anche di sabato ed
anche se non svolgono attività ambulatoriale.
Quella urgente invece deve essere evasa nel più breve tempo
possibile.
I medici che operano in unità strutturali di cure primarie o in forme
organizzative complesse (equipes, medicina di gruppo) possono
organizzare forme di risposta coerenti con il principio della
continuità dell’assistenza e della presa in carico globale della
persona pur restando individuali sia i compiti che il rapporto
medico/paziente.
a cura di Ester Spinozzi
81
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ASSISTENZA PRIMARIA
Art. 48 (Consulto con lo specialista).
Tale articolo è sostanzialmente identico a quello del precedente
accordo e tramite esso il medico di assistenza primaria può attivare
il consulto dello specialista presso ambulatori pubblici.
Il medico deve fornire allo specialista tutte le indicazioni per la
conoscenza del caso sottopostogli.
Tale modalità di erogazione si evolve qualora si ha la presenza nel
territorio delle equipe e della medicina di gruppo e della eventuale
costituzione delle UTAP.
In tale contesto infatti dove esiste una forte integrazione tra
medici, le varie realtà possono organizzare la risposta al bisogno
di prestazioni specialistiche mediante l’accesso diretto dello
specialista nella sede della forma associativa.
a cura di Ester Spinozzi
82
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ASSISTENZA PRIMARIA
L’art. 49 (Rapporti tra il medico di famiglia e
l’ospedale)
E’ un importante articolo di snodo del rapporto territorio/ospedale
nella visione della presa in carico dell’assistito.
Il medico di assistenza primaria si prende cura del proprio assistito
nell’accesso all’ospedale, partecipando alla fase diagnostica,
curativa e riabilitativa.
A tal fine le aziende hanno l’obbligo di porre in essere tutte le azioni
volte a garantire la continuità della presa in carico del paziente
permettendo: l’accesso ai presidi dall’accettazione alle dimissioni;
le forme di comunicazione ospedale/medico sulla degenza, anche
attraverso la relazione clinica di dimissioni contenenti l’iter
diagnostico ed i suggerimenti terapeutici; il rispetto delle norme in
materia prescrittiva.
a cura di Ester Spinozzi
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ASSISTENZA PRIMARIA
Anche l’art. 51 (Richiesta di indagini specialistiche,
proposte di ricovero o di cure termali)
Non è stato modificato rispetto al precedente accordo se non nella
parte relativa alla c.d. “nuova ricetta” e al percorso di individuazione
e responsabilizzazione del professionista anche specialista
nell’attivazione dei percorsi diagnostici
a cura di Ester Spinozzi
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ASSISTENZA PRIMARIA
Art. 53 (Assistenza domiciliare programmata)
il testo di tale articolo è sostanzialmente invariato rispetto al DPR n.
270 del 2000. Esso insieme agli allegati G ed H definisce
l’assistenza domiciliare quale importante LEA da garantire a
tutti i cittadini. L’assistenza domiciliare è assicurata con interventi
presso il domicilio del paziente attraverso l’assistenza domiciliare
integrata (ADI),con l’assistenza domiciliare programmata per
pazienti non ambulabili (ADP), con l’assistenza domiciliare nei
confronti di pazienti ospiti di residenze protette o di collettività
(ADR). L’organizzazione del servizio e la definizione degli interventi
sono demandati agli Accordi regionali
a cura di Ester Spinozzi
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ASSISTENZA PRIMARIA
Art. 54 Forme associative dell’assistenza primaria.
Tale articolo rimane invariato per quanto concerne le forme
organizzative previste dal DPR n. 270 del 2000 ed è demandato
alla contrattazione regionale, la quale definisce ulteriori contenuti
e modalità di attuazione.
a cura di Ester Spinozzi
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L’art. 55 (Interventi socio – assistenziali)
E’ da segnalare in quanto pone sempre di più il medico di famiglia
quale punto di riferimento dei percorsi di salute e della presa in
carico del paziente, in una logica di diritto alla salute che va
oltre il solo contesto patologico ed investe il vivere della
persona.
Sulla base di tale quadro il medico di famiglia, ove lo ritenesse
necessario e sulla base dell’osservazione clinica e del contesto
familiare, segnala ai servizi sociali l’esigenza di interventi socioassistenziali da assumere secondo un programma di interventi
specifici da concordarsi con lo stesso.
a cura di Ester Spinozzi
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Art. 56 (Collegamento con i servizi della continuità
assistenziale)
Prevede l’opportunità per particolari tipologie di pazienti di lasciare
delle brevi note esplicative per l’adozione di quegli interventi
d’urgenza da parte dei medici della continuità assistenziale.
È possibile inoltre definire, attraverso apposite linee guida, quali
elementi caratterizzano la tipologia di pazienti da inserire in tale
programma. Linee guida, che muovendosi nella logica della
continuità dell’assistenza, valorizzano ancora di più la presa in
carico dell’utente come quando (comma 3) si da la possibilità ai
medici della continuità assistenziale che lavorano in forma
associata di accedere a tutte le informazioni inerenti ai pazienti
dell’unità, al fine di rispondere in maniera appropriata alla domanda
di salute.
a cura di Ester Spinozzi
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ASSISTENZA PRIMARIA
L’art. 58 (Libera professione )
Può essere strutturata ed occasionale:
la prima è quella prestata in modo continuativo con impegno definito
ma comunque al di fuori dell’orario di studio,
la seconda è svolta in maniera saltuaria su richiesta ed in favore del
cittadino, ed è di norma svolta al di fuori dell’orario di studio. quella
strutturata è consentita solo se inferiore o pari ad un impegno
orario di 5 ore settimanali.
Superato tale limite ogni ora di libera professione strutturata, in
eccedenza, determina una riduzione del massimale pari a 37,5
scelte per ora. mentre quella occasionale è per lo più rivolta al
cittadino che la chiede, quella strutturata verso i propri pazienti
può essere svolta solo per prestazioni non comprese nei
compiti di cui all’accordo Infine è fatto divieto al medico che
non intenda svolgere attività aggiuntive all’interno di specifici
progetti assistenziali, erogare tali prestazioni in regime di attività
libero-professionale
a cura di Ester Spinozzi
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ASSISTENZA PRIMARIA
Art. 59 (Trattamento economico).
Il compenso si articola, quindi, in tre voci distinte:
una quota capitaria,
una quota variabile finalizzata al raggiungimento di standard ed
obiettivi previsti dalla programmazione regionale ed aziendale,
una quota per servizi in base al volume di prestazioni e concordata
tramite accordi regionali.
a cura di Ester Spinozzi
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ASSISTENZA PRIMARIA
Art. 61 Rapporti tra il medico convenzionato e la
dirigenza sanitaria dell’azienda.
Le regioni individuano le figure ed i servizi preposti al controllo sulla
corretta applicazione delle convenzioni per gli aspetti sanitari.
I medici di assistenza primaria sono tenuti a collaborare con tali
strutture dirigenziali.
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CONTINUITA’ ASSISTENZIALE
Il Capo
III contiene norme sul rapporto di lavoro dei
medici della continuità assistenziale e si
compone di dodici articoli (Art. 62 – 73)
Art. 62 Criteri generali.
Si è voluto dare ad essa pari dignità e riconoscimento
Le Aziende assicurano le prestazioni assistenziali non
differibili dalle ore 10 del giorno prefestivo alle ore 8
del giorno successivo al festivo e dalle 20 alle 8 di
tutti i giorni feriali.
Essa comprende pertanto quelle ore nelle quali non vi è la
possibilità da parte del cittadino di poter accedere allo
studio del proprio medico di assistenza primaria.
a cura di Ester Spinozzi
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CONTINUITA’ ASSISTENZIALE
Art. 62 Criteri generali ( segue )
Tale servizio è indirizzato a tutta la popolazione, anche a quella in
età pediatrica, e può essere erogato
- da medici di continuità assistenziale,
- da medici di assistenza primaria residente nell’ambito
territoriale,
- da medici di continuità assistenziale organizzati in forme
associative con i medici di assistenza primaria.
Questa ultima forma quando essa si realizza nelle UTAP o nelle altre
forme associate delle cure primarie, attribuisce ai medici di
continuità assistenziale funzioni coerenti con l’assistenza
primaria pur nel rispetto delle diverse funzioni
a cura di Ester Spinozzi
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CONTINUITA’ ASSISTENZIALE
Art. 63 Attribuzione degli incarichi di continuità
assistenziale.
Il meccanismo è del tutto simile a quello dell’assistenza primaria a cui è
legato, in quanto definisce in tutto il territorio nazionale il 1° marzo
ed il 1° settembre le date certe rispetto alle quali le Aziende
devono determinare gli incarichi vacanti di continuità assistenziale.
Art. 64 Rapporto ottimale.
Il rapporto medico/paziente è fissato a livello nazionale 1/5000 abitanti
residenti. Le regioni possono, però, individuare un diverso
rapporto medico/popolazione. La variabilità di tale rapporto deve
essere concordata con le organizzazioni sindacali e comunque non
può superare il 30% sia in aumento che in diminuzione
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CONTINUITA’ ASSISTENZIALE
Art. 65 Massimali.
Si prevede il conferimento dell'incarico a tempo indeterminato di
continuità assistenziale per un orario settimanale di 24 ore.
Viene pertanto eliminata la previsione di incarichi a 12 ore.
mantengono tale incarico ma sono tenuti a concorrere all’aumento
orario qualora nell’ambito della Azienda si determinino incarichi orari
vacanti.
Il rifiuto di completare l’orario fino alla concorrenza di almeno 24 ore
settimanali comporta la decadenza dall’incarico. L'orario
complessivo dell'incarico a tempo indeterminato di continuità
assistenziale sommato a quello risultante da altre attività compatibili
non può superare le 38 ore settimanali.
In caso di organizzazione del servizio in forme associate strutturali
delle cure primarie o in UTAP, il conferimento dell’incarico è di
norma a 38 ore settimanali, di cui 14 in attività diurna feriale e
comporta esclusività del rapporto.
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CONTINUITA’ ASSISTENZIALE
Art. 67 Compiti del medico.
Assicura la continuità assistenziale e deve essere presente nella sede
assegnatagli dall’ azienda o nelle altre modalità specifiche previste altre
forme associate delle cure primarie, e rimanere a disposizione, fino alla
fine del turno, per effettuare gli interventi, domiciliari o territoriali. altre
forme associate delle cure primarie, e rimanere a disposizione, fino alla fine
del turno, per effettuare gli interventi, domiciliari o territoriali.
Il medico può eseguire prestazioni ambulatoriali definite nell’ambito degli
Accordi regionali ) è tenuto a utilizzare, il modello prescrizione-proposta
del SSN secondo le disposizioni vigenti
Sono inoltre obblighi e compiti del medico:la redazione di certificazioni
obbligatorie l'adesione alla sperimentazione dell'equipes territoriali, con
particolare riferimento alla continuità dell’assistenza nelle strutture protette e
nei programmi di assistenza domiciliare l'adesione alla
sperimentazione dell'equipes territoriali dell’assistenza nelle strutture
protette e nei programmi di assistenza domiciliare;
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CONTINUITA’ ASSISTENZIALE
lArt.
67 Compiti del medico. ( segue )
Assicura lo sviluppo e la diffusione della cultura sanitaria e della
conoscenza del Servizio sanitario nazionale, in relazione alle
tematiche evidenziate all'art. 45 comma 4;
la segnalazione personale diretta al medico di assistenza primaria
che ha in carico l'assistito dei casi di particolare complessità rilevati
nel corso degli interventi di competenza, oltre a quanto previsto
dall'art. 69;
la constatazione di decesso.
I turni notturni e diurni festivi sono di 12 ore, quelli prefestivi di 10 ore.
Nell’ambito delle attività in Equipe o in UTAP o in altre forme
organizzate delle cure primarie, con Accordi regionali, possono
essere sperimentate forme di triage per realizzare risposte di
continuità assistenziale maggiormente appropriate.
È prevista la registrazione delle chiamate degli utenti.
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CONTINUITA’ ASSISTENZIALE
Art. 69 Rapporti con il Medico di Assistenza
Primaria e le strutture sanitarie
Come quello relativo all’assistenza primaria (art. 49), acquisisce
un’importanza notevole nell’ottica del nuovo rapporto
territorio/ospedale
La prevista interazione tra il medico di continuità assistenziale con il
medico di assistenza primaria e con le strutture sanitarie, secondo
modalità previste dagli accori regionali, risponde all’obiettivo della
presa in carico del paziente e dell’assistenza 24 ore su 24, 7
giorno su 5.
a cura di Ester Spinozzi
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CONTINUITA’ ASSISTENZIALE
Art. 73 Assicurazione contro i rischi derivanti dagli
incarichi.
E’ confermata la copertura assicurativa contro gli infortuni subiti a
causa o in occasione dell’attività professionale, in itinere nonché per
raggiungere la sede di comitati e commissioni previste dall’Accordo.
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MEDICINA DEI SERVIZI
Il Capo IV contiene norme sulla disciplina
del rapporto di lavoro dei medici della
medicina dei servizi ed è composto di
diciassette articoli (art. 74 – art. 90)
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EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE
Il Capo V riguarda il rapporto dei medici
dell’emergenza sanitaria territoriale e si
compone di dieci articoli (Art. 91 – Art. 100)
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Il cambiamento culturale ed organizzativo del Servizio Sanitario