Il sistema feudale Il sistema imperiale La Chiesa IL MEDIOEVO Gravitazione di popoli nell’area mediterranea Il sistema comunale I regni romano - barbarici Il periodo che va dal 476 all'800 vede la definitiva scomparsa degli organismi di potere dell'impero romano, soppiantato dai regni romano-barbarici, con una sostanziale decadenza delle città, dei commerci, delle istituzioni legislative latine, della lingua e della cultura romana. Popolazioni di origine germanica affluiscono nei confini dell'impero e si instaurano in Europa e nell'Africa settentrionale. I Bizantini, con Giustiniano cercano di espandere il dominio dell'Impero d'Oriente sulle coste del Mediterraneo, dopo aver sconfitto in Italia gli Ostrogoti ( 553 ). In Italia si stanziano a partire dal 568 i Longobardi, che occupano i soli territori interni lasciando ai bizantini la zona insulare, il sud l'Esarcato e la Pentapoli. La loro dominazione sarà dura per le popolazioni italiane e durerà circa duecento anni, fino al 800 d. C circa. La cartina visualizza gli spostamenti di popolazioni nell'area europea a partire dal V secolo d.C. La cartina indica le aree di insediamento temporanee delle singole popolazioni, con la frantumazione etnica e culturale del territorio dell'antico impero romano. La restaurazione imperiale dei Franchi Alla fine del V secolo il popolo dei Franchi impone il suo dominio nell'Europa centroccidentale sotto la dinastia del Merovingi e la guida del grande sovrano Clodoveo che unificò la Gallia settentrionale, facendo convertire il suo popolo alla religione cristiana cattolica. La conversione attirò sui Franchi il favore della Chiesa romana e delle locali popolazioni latino-cattoliche. Battendo i Visigoti Clodoveo si impossessò anche della Gallia meridionale e pochi anni dopo i suoi successori ottennero la Provenza e il regno dei Burgundi. Il territorio italiano era invece occupato, per ora dai Longobardi. Il processo di unificazione dell'antica Gallia romana non fu lineare e continuo: tra il VI ed il VII secolo il regno dei Franchi si suddivise in regioni quali l'Austrasia, La Neustria e l'Aquitania che pur dipendendo dai re merovingi, erano di fatto governate dai cosiddetti maestri di palazzo o maggiordomi. L'unità politica fu poi raggiunta sotto la dinastia dei Pipinidi dopo il 751. Emergono sovrani quali Carlo Martello il vincitore degli Arabi a Poitiers e Pipino il Breve che interviene in Italia tra il 755 e il 756, costringendo il re longobardo Astolfo a rinunciare ai suoi propositi di conquista dei territori pontifici nell'Italia centrale. • Quando il nuovo re longobardo Desiderio tenterà di privare la Chiesa dell'aiuto dei Franchi, attaccando nuovamente i territori dello Stato della Chiesa, il nuovo re dei Franchi Carlo gli muoverà guerra nel 774, dopo aver ripudiato come moglie la figlia di lui Ermengarda. Le conquiste dei territori italiani unite a quelle della Marca di Spagna, della Sassonia e della Baviera, portarono Carlo Magno a fondare il Sacro romano impero. Carlo Magno in una miniatura di un codice del XIII secolo. Il re dei Franchi si congratula con uno dei suoi paladini per una vittoria ottenuta Il Sacro Romano Impero era una formazione statale nata con l'incoronazione di Carlo Magno nel Natale dell' 800 avvenuta per mano di Papa Leone III il quale, aveva visto nel re dei franchi il difensore ideale per la Chiesa e la religione cattolica. Dal nome dell'impero stesso traspare l'ideale politico e religioso del Medioevo volto a realizzare uno Stato universale che da un lato fosse continuatore dell'universalità dell'Impero Romano, dall'altro costituisse la propria unità sui valori cristiani. Il centro di questo impero, la cui capitale era Aquisgrana, era costituito dalla corte in cui risiedevano il sovrano e i suoi dignitari sia laici che ecclesiastici. Tutti questi grandi dignitari si riunivano periodicamente in grandi assemblee dette placiti in cui venivano emanati i capitolari, disposizioni che contenevano norme riguardanti questioni politiche, religiose e amministrative. Carlo Magno promulga un capitolare Nonostante tutti gli sforzi di questa assemblea che cercava di produrre un'omogenea legislazione, l'Impero restava una realtà sovranazionale, formata cioè da più popoli che continuavano a rispettare le loro leggi. Dopo la sua incoronazione, Carlo Magno, si trovò di fronte il problema di come poter far sentire la sua autorità anche nelle zone più lontane del suo vastissimo impero. Infatti, data l'estensione del territorio e le scarse e lente comunicazioni del tempo, era naturale che l'autorità dell'imperatore non avrebbe potuto farsi sentire ovunque. Così Carlo Magno divise l'Impero in vari territori, chiamati contee. Solitamente ogni contea comprendeva una città e la campagna circostante; a capo di ciascuna contea vi era un uomo di fiducia ( scelto tra i migliori generali ) che prendeva il titolo di conte, i cui poteri erano svariati: amministrazione della giustizia, riscossione di tasse e comando delle truppe. Nelle zone di confine, invece, in cui il territorio era più vasto, vennero istituite le marche con a capo un marchese che aveva in particolar modo funzioni militari. In queste zone infatti erano presenti presidi militari più numerosi in grado di fronteggiare un attacco nemico. Il Sacro Romano Impero ( 800 ) sul piano territoriale si estende su gran parte dell'Europa centro-occidentale e si può considerare il più riuscito tentativo di resuscitare l'idea imperiale, almeno relativamente all'area continentale ( il Mediterraneo è invece un mare arabo ). Dopo aver sconfitto Sassoni, Avari ed Arabi di Spagna, Carlo Magno controlla un territorio molto esteso che comprende anche l'alleanza dei duchi longobardi di Spoleto e Benevento e delle popolazioni Slave dell'est europeo. Il vasto territorio è abitato pressoché interamente da popolazioni cristiane. Carlo Magno diviene il difensore militare della Chiesa di Roma e della cristianità occidentale. Dopo la morte di Carlo Magno ( 814 ) l'unità del sacro romano impero si sfalda e con il trattato di Verdun ( 843 ) si opera la definitiva frattura tra il mondo germanico e l'area francese. La signoria territoriale ( dominatus loci ) ed il diritto di banno. L'incastellamento. Il dominatus loci o signoria territoriale • Numerose sono le cause che frenano un'estensione sistematica del potere territoriale del dominus. Ad esercitare la giurisdizione effettiva sul territorio è un dominus, che assicura protezione agli abitanti delle zone limitrofe in cambio dei servigi ( corvées ) a cui la manodopera servile è sottoposta. Il castello di Bardi ( Parma ) il cui nucleo più antico risale all'epoca delle invasioni ungare ( IX secolo ) è un buon esempio di insediamento legato ad un dominatus loci ( signoria locale ), in cui il dominus ( signore ) ha giurisdizione di fatto se non di diritto su tutti i territori circostanti. L'incastellamento utilizzò ampiamente l'andamento del terreno, sfruttando alture, promontori costieri, snodi di transiti e di traffici, luoghi di imbocco delle valli. Il castello di Bonaguil ( Francia ). Su un possente basamento si innalzano verticali le possenti torri del castello: sulla torre più alta l'asta per il vessillo nobiliare. Ai piedi del colle corre la strada. Il prevalere dei feudatari locali sui poteri centrali tra il IX e l'XI secolo trova espressione nelle migliaia di castelli che sorgono in quasi tutte le regioni dell'Occidente europeo. Il castello è una solida macchina di difesa e di combattimento, dotata di mura gigantesche di ponte levatoio, di torrette circondate da un anello protettivo di acque. Questi centri fortificati permettono al feudatario di contrapporsi al sovrano e agli altri feudatari e di infierire con vessazioni, imporre obbedienza, estorcere rendite ai danni degli abitanti del territorio, liberi o servi, laici o ecclesiastici. Spesso i castelli sorgono in posizione strategica lungo le vie terrestri o fluviali, in modo da controllare il territorio e le vie di traffico. I castellani assumono anche poteri militari, organizzativi ed economici. Sotto la mole dominante del castello corre la strada, asse del tipico villaggio- strada; una sequenza di fattorie scaglionate ai due lati della via. Dietro la fattoria campi recintati e campi aperti; alle spalle del castello grandi campi aperti a perdita d'occhio e il bosco, probabilmente la riserva signorile ( pars dominica ) lavorata per mezzo di prestazioni obbligatorie ( corvées ) dai massari e dai servi. Il villaggio di Wismes ( Francia ) miniatura. Schema funzionale di una signoria territoriale. Il castrum in funzione difensiva domina l'organizzazione del territorio circostante, mentre la caratteristica dell'insediamento sparso dei villaggi si accompagna ancora ad una pianificazione imperfetta dei terreni posti a coltura. Esempio di insediamento medioevale: il village circulaire di Ergnies nella regione della Somme in Francia. La divisione dell'impero dopo la morte di Carlo Magno ( 814 d.C. ) Dopo la morte di Carlo Magno il vasto ed eterogeneo territorio imperiale sarà diviso in tre parti, assegnate rispettivamente a Carlo il Calvo, Lotario, Ludovico il germanico ( trattato di Verdun 843 d.C ). Le linee di divisione dei territori corrisponderanno pressapoco agli spazi territoriali delle nascenti nazionalità: la francese, l'italiana < a cui si univa ancora l'area centrale germanica > e la tedesca fino all'Elba. La diversificazione delle nazioni era ancora virtuale e si manifestava solo negli incunaboli delle rispettive lingue ( non ancora consolidate in una tradizione letteraria e pertanto da considerare ancora come semplici dialetti ). Con il giuramento di Strasburgo ( 842 d.C. ) Carlo il Calvo e Ludovico il germanico, ancora in lotta con Lotario si promettono reciproca solidarietà usando non più il latino ma le rispettive lingue nazionali, cioè l'antico francese e l'antico tedesco. Più che la divisione territoriale del Sacro Romano Impero giova notare l'emergere attorno al IX secolo delle principali lingue europee non ancora chiaramente codificate in una tradizione scritta, ma comunque già identificabili negli idiomi locali. Nello schema la linea nera intera indica la suddivisione dei gruppi linguistici attuali, mentre quella tratteggiata individua i principali sottogruppi. Si possono nel cartogramma distinguere le lingue neolatine o romanze ( italiano, provenzale ( d'oc ), francese (d'oil , catalano ( spagnolo ) , ladino, rumeno, portoghese ) dalle lingue Sul piano politico è Lotario con il suo controllo sull'area germanica ed italiana a conservare formalmente il titolo di Imperatore, mentre i suoi fratelli avevano il titolo di re delle singole province. In realtà si procedeva ad una vera e propria divisione dell'impero, che, come tale, perdeva da allora ogni effettivo peso politico. Gli stati na dalla sua dissoluzione non sono del resto solidi e compatti: il potere dei re sulle singole regioni è fragile ed è insidiato dalle signorie locali ad economia curtense, che costituiscono altrettanti centri di potere economico e militare a difesa delle ultime incursioni di Normanni, Slavi ed Ungari. Nell'877 con il CAPITOLARE DI KIERSY i feudi maggiori diventeranno ereditari e tenderanno a formare tante piccole entità autonome nel corpo dell'impero, disgregandolo dall'interno.