Master T.E.R.S.O. La Tecnologie per il Controllo dell’Impatto Ambientale nella Produzione di Energia Daniele Cocco Dipartimento di Ingegneria Meccanica Università degli Studi di Cagliari [email protected] Cagliari, Gennaio 2009 I Sistemi Energetici … Centrali Termoelettriche a Vapore Turbine a Gas Impianti Combinati Gas/Vapore Motori Alternativi (MCI) Impianti di Gassificazione (IGCC) Impianti Eolici Impianti Idroelettrici Impianti Solari, …. …e il loro impatto ambientaIe Rumore Calore Emissioni gassose Altri impatti •Impatto visivo •Occupazione del suolo •Emissioni elettromagnetiche •altro …... Aria Effluenti liquidi Combustibile Residui solidi La Normativa Ambientale Normativa sulle emissioni in atmosfera; Normativa sulle acque; Normativa sui rifiuti; Normativa sulle emissioni acustiche; Caratteristiche dei combustibili; Quote di emissione di gas serra; Valutazione di Impatto Ambientale Autorizzazione Integrata Ambientale Il D.lgs. 3 Aprile 2006 n. 152 Il D.lgs. 152/2006 “Norme in Materia Ambientale” che ha sintetizzato in un testo unico ambientale la maggior parte delle preesistenti norme in materia ambientale, include: Parte seconda, le procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS), per la valutazione d'impatto ambientale (VIA) e per l'autorizzazione ambientale integrata (IPPC); Parte terza, la difesa del suolo e la lotta alla desertificazione, la tutela delle acque dall'inquinamento e la gestione delle risorse idriche; Parte quarta, la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti contaminati; Parte quinta, la tutela dell'aria e la riduzione delle emissioni in atmosfera; Parte sesta, le norme per il risarcimento dei danni contro l'ambiente. Impatto Ambientale nella Produzione di Energia Inquinanti Atmosferici D.lgs. 152/2006 – Parte V Il Titolo I, ai fini della prevenzione e della limitazione dell'inquinamento atmosferico, si applica agli impianti industriali che producono emissioni in atmosfera e stabilisce i valori di emissione, le prescrizioni, i metodi di campionamento e di analisi ed i criteri per la valutazione della conformità delle misure ai valori limite (sono esclusi dal campo di applicazione gli impianti di incenerimento disciplinati dal D.lgs 133/2005); Il Titolo II disciplina gli impianti termici civili aventi potenza termica nominale inferiore a prefissate soglie, tranne quelli che utilizzano carbone, coke, antracite e prodotti antracitosi con potenza superiore a 3 MW; Il Titolo III disciplina le caratteristiche merceologiche dei combustibili che possono essere utilizzati negli impianti di cui ai titoli I e II. D.lgs. 152/2006 – Parte V inquinamento atmosferico: ogni modificazione dell'aria atmosferica, dovuta all'introduzione nella stessa di una o di più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da ledere o da costituire un pericolo per la salute umana o per la qualità dell'ambiente oppure tali da ledere i beni materiali o compromettere gli usi legittimi dell'ambiente; effluente gassoso: lo scarico gassoso, contenente emissioni solide, liquide o gassose; la relativa portata volumetrica è espressa in Nm3/ora, valutata sul secco e con un prefissato tenore di ossigeno; migliori tecniche disponibili: le più efficienti ed avanzate modalità di realizzazione, esercizio e chiusura dell'impianto, disponibili a condizioni economicamente e tecnicamente valide nell'ambito del pertinente comparto industriale, in grado di garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente nel suo complesso. Inquinanti e Gas Serra Ossidi di Zolfo (SOx). Si formano a partire O dallo zolfo contenuto nel combustibile; S SO2 O Ossidi di Azoto (NOx). Si formano a partire dall’azoto dell’aria e del combustibile; O NO, NO2 N N O O Particolato. Si forma a partire dalle sostanze solide presenti nel combustibile; Ossido di Carbonio e HC. Si formano per combustione incompleta; CO C O Anidride Carbonica (CO2). Si forma durante la combustione di tutti i combustibili O C a base di carbonio. O CO2 Concentrazione Inquinanti a) Bilanci di massa; b) Fattori di Emissione; c) Misure sul campo. Eccesso d’aria Aria stechiometrica Combustibile (C, H, O, N, S, Ceneri, H2O) Unità di misura delle concentrazioni: mg/m3, ppmv, ppmm Diluizione Reazioni di combustione Ceneri pesanti N2+O2 CO2+H2O+ N2+ SOX+ NOX+Polveri Bilancio di massa S+O2=SO2 1 kg di S = 2 kg di SO2 1kg carbone + 12 kg di aria = 13 kg di gas combusti 1kg carbone = 0,02 kg di S = 0,04 kg di SO2 1,182 m3 a 180 °C e 1,1 bar 1 kg di gas combusti = 0,780 m3 a 0 °C e 1,0 atm CSO2 = CSO2 = 0,04 kg di SO2 = 2600 mg/m3 (3900 mg/Nm3) 13·1,182 m3 di gas 0,04 kg di SO2 13 kg di gas = 3080 ppm,m (1393 ppm,v) Fattori di Emissione Bruciatori tangenziali Bruc. frontali Letto Specie Ceneri secche Ceneri fuse Ceneri secche Fluido (FBC) inquinante bitum. sub.bit. bitum. sub.bit. bitum. sub.bit. circ.te boll.te NOx 4,54 3,27 6,35 10,89 5,44 3,36 2,27 6,89 CO 0,23 0,23 0,23 0,23 0,23 0,23 8,16 8,16 (1) (1) SOx 17,24S 15,88S 17,24S 15,88S 17,24S 15,88S Particolato 4,54A 4,54A 3,18A 3,18A 4,54A 4,54A 7,71 7,71 PM-10 1,04A 1,80A 1,80A 1,04A 1,04A 5,62 5,62 1,04A Nota: S ed A sono le percentuali di zolfo e di ceneri nel combustibile (1) Valutabile secondo la: 17,96S(Ca/S) -1,9 , con (Ca/S) rapporto molare della desolforazione interna Tabella 7.3 – Fattori di emissione per generatori di vapore alimentati con carbone, riferiti al consumo di combustibile, espressi in kg/t, (EPA, 1995). mI=F·mC 5,44 kg di NOX CNOX = = 418 ppm,m =535 mg/Nm3 13 t di gas Misura delle Emissioni a) Correzione per temperatura e pressione T · p0 C0 =C (T,p) T0 · p b) Correzione al secco 1 CS =CU U= tenore di acqua (1-U) c) Correzione all’ossigeno di riferimento CO =CM (21-O2,Rif) O2,Rif = O2 di riferimento (21-O2,Mis) O2,Mis = O2 misurato nei fumi D.lgs. 152/06 limiti di emissione Il D.lgs. fissa dapprima i valori limite di emissione validi per le attività industriali in generale; Vengono poi stabiliti i valori limite di emissione validi per alcune specifiche tipologie di impianti, come gli impianti di combustione fino a 50 MWt, le Turbine a Gas, i Motori a Combustione Interna, i Cementifici, Fonderie, Raffinerie, etc. Vengono inoltre stabiliti i valori limite per i Grandi Impianti di Combustione, ovvero quelli oltre 50 MWt, differenziati in relazione al combustibile utilizzato. D.lgs. 152/06 limiti di emissione Limiti di emissione per i Grandi Impianti di Combustione (ovvero oltre 50 MWt) SO X (come SO 2) NO X (come NO 2) Polveri 50<P<100 850 400 50 P>100 200 200 30 50<P<100 200 400 50 100<P<300 200 300 30 P>300 200 200 30 Combustibili solidi Biomasse I limiti sono espressi in mg/Nm3, riferiti a fumi secchi e con un tenore di ossigeno del 6% in volume. Come ridurre le emissioni Impiego di combustibili “puliti”: gas naturale, olio combustibile BTZ, ecc.; Pre-trattamento del combustibile: “lavaggio” del carbone, gassificazione; Controllo della combustione: uso di sorbenti, iniezione di acqua e vapore, combustione a stadi, ricombustione, ecc.; Trattamento dei gas combusti: Filtri per la rimozione di particolato, Desolforatori per gli SOX, sistemi catalitici per NOX e CO. La linea trattamento fumi Fumi carbone aria generatore di vapore DeNOx FGD ESP Camino Gesso Ceneri leggere La linea trattamento fumi Configurazione “High-Dust” NH3 Sorbente Fumi Carbone CALDAIA SCR PA Ceneri pesanti A) Aria CONFIGURAZIONE “HIGH-DUST” ESP FGD Ceneri leggere Acque reflue Utilizzata in impianti nuovi e con ESP a “freddo”; NH 3 Sorbente Il sistema SCR opera conESPgas ricchi di polveri e SOX; Fumi CALDAIA SCR Il rendimento dell’impianto rimane elevato Carbone Ceneri leggere PA FGD Carbone CALDAIA SCR PA ESP FGD Ceneri leggere Acque reflue La linea trattamento fumi Ceneri pesanti A) Aria CONFIGURAZIONE “HIGH-DUST” Configurazione “Low-Dust” NH3 Sorbente Fumi Carbone ESP CALDAIA SCR FGD PA Ceneri leggere Ceneri pesanti B) Aria CONFIGURAZIONE “LOW-DUST” Acque reflue Utilizzata in impianti nuovi e con ESP a “caldo”; NH3 Sorbente Il sistema SCR opera senza polveri; Metano Il rendimento dell’impianto rimane elevato GGH CALDAIA ESP Carbone PA FGD SCR Carbone CALDAIA SCR FGD PA La linea trattamento fumi Ceneri leggere Ceneri pesanti Aria CONFIGURAZIONE “LOW-DUST” Configurazione “Tail-End” B) Acque reflue NH3 Metano Sorbente Carbone CALDAIA PA Ceneri pesanti C) GGH ESP FGD SCR Fumi Aria Ceneri leggere Acque reflue CONFIGURAZIONE “TAIL-END” Adatta al “retrofit” di impianti esistenti; LEGENDA FGD Sistema di desolforazione Precipitatore elettrostatico Il sistema SCR opera senzaESP polveri e SO X; PA Preriscaldatore d’aria GGH Scambiatore gas/gas SCR Rimozione selettiva catalitica Il rendimento dell’impianto diminuisce parecchio Riduzione catalitica NOX Ammoniaca NH3 Gas con NO e NO2 Gas depurati 350 °C 4NH3 +4NO +O2 =4N2 +6H2O Si neutralizzano circa l’80-85% degli NOX Riduzione catalitica NOX Rimozione ceneri leggere trasformatore sistema di isolamento e di tenuta distributore forato supporti elettrodi di emissione piastra di raccolta pesi di trazione per i fili tramogge di raccolta delle polveri Filtro elettrostatico (ESP) Precipitatori Elettrostatici particolato Piastre di raccolta Elettrodi di Precipitatori Elettrostatici particolato L’ESP rimuove oltre il 99% del particolato Precipitatori Elettrostatici ESP medi: 40 m2/(m3/s) ESP grandi: 80 m2/(m3/s) Rendimenti elevati (>99,9%) Basse perdite di carico Costo iniziale elevato Rendimento frazionato (%) ESP piccoli: 20 100 m2/(m3/s) 80 60 ESP piccola taglia ESP media taglia ESP grande taglia 40 20 0 0 2 4 6 8 Diametro ( m) Funzionamento anche a caldo Figura 9.5 – Rendimento frazionato di precipitatori elettrostatici di diversa taglia. 10 Rimozione ceneri leggere meccanismo di scuotimento Manica filtrante Uscita uscita gas depurati gas manica filtrante base di collegamento delle maniche ingresso gas grezzo Ingresso gas tramoggia di raccolta Filtro a manica Filtri a manica Il filtro rimuove oltre il 99% del particolato Filtri a manica Massima Resistenza Resistenza RESISTENZA temperatura agli acidi agli alcali MECCANICA Cotone 80 °C Scadente Buona Buona Polipropilene (Propex) 90 °C Ottima Ottima Molto buona Nylon (Neotex) 120 °C Discreta Buona Ottima Acrilica (Dratex) 125 °C Ottima Discreta Discreta Poliestere (Terytex) 150 °C Buona Discreta Molto buona Poliestere (Ryton) 190 °C Ottima Ottima Molto buona Nomex 200 °C Discreta Buona Molto buona Teflon 260 °C Ottima Ottima Ottima Tefair 260 °C Molto buona Ottima Ottima Fibra di vetro 260 °C Molto buona Discreta Scadente Fibra Tabella 9.3 – Principali caratteristiche delle fibre utilizzate per i filtri in tessuto. Rendimenti elevati (>99,9%), ma con alte perdite di carico e temperature operative non molto elevate Rimozione SOX 100 Rendimenti minimi: 10000 9000 8000 S=4% 95-98% (S Sulcis 6-7%) Rimozione SO2 (%) S=1% 80-90% 7000 60 6000 5000 40 4000 3000 2000 mg/Nm3 800 mg/Nm3 400 mg/Nm3 200 mg/Nm3 20 2000 1000 0 0 0 1 2 3 Tenore di zolfo (%) 4 5 Figura 9.14 – Emissioni di SO2 e efficienza di desolforazione in funzione del tenore di zolfo. Concentrazione SO2 80 Rimozione SOX con sorbenti Sorbenti a base di calcio o sodio Sorbenti a base di calcio Fumi CALDAIA Sorbente a base di calcio o sodio RIMOZIONE PARTICOLATO WET SCRUBBER Combustibile Aria Ceneri pesanti Ceneri leggere Residui Figura 9.15 – Localizzazione dei punti di iniezione del sorbente in impianti FGD. Processi FGD ad umido CaCO3 + H2O +SO2 +0,5O2 =CaSO4 •H2O +CO2 Processi FGD ad umido H2O=100 kg SO2=2 kg CaCO3=70 kg FGD SO2 =40 kg (=95%) generatore di vapore S =20 kg 120 kg di gesso 1 t di carbone (S=2%) Emissioni atmosferiche Efficienza Emissione Limite di tipica al camino emissione Polveri totali >99,5% Ossidi di azoto NOX >80% Ossidi di zolfo SOX >90% 5-10 3 mg/Nm 100-150 3 mg/Nm 100-150 3 mg/Nm 30 3 mg/Nm 200 3 mg/Nm 200 3 mg/Nm L’Emission Trading a. La Direttiva 2003/87/EC ha istituito un sistema per lo scambio delle quote di emissione (Emission Trading) dei gas serra, finalizzato a ridurre le emissioni secondo criteri di efficienza ed economicità; b. I grandi impianti sono obbligati ad ottenere un permesso all’emissione in atmosfera di gas serra e a rendere alla fine dell’anno un numero di quote (1 t ciascuna) pari alle emissioni rilasciate nell’anno; c. In base al Piano Nazionale di Allocazione a ciascun impianto viene assegnata una quota di emissione, che può essere oggetto di vendita o di acquisto; d. La mancata resa di una quota di emissione comporta una sanzione di 40 €/t nel periodo 2005-2007 e di 100 €/t nel periodo successivo; Piano Nazionale di Allocazione 2005 (tCO2) 2006 (tCO2) 2007 (tCO2) Centrale Fiumesanto 3 813 348 3 615 371 3 615 371 Saras S.p.A . 3 544 794 3 544 794 3 544 794 1 238 611 1 232 909 1 232 909 Turbogas A ssemini 7 630 7 630 7 630 Centrale Portoscuso 338 057 169 029 169 029 Centrale Sulcis Le quote di emissione sono poi ripartite fra i singoli impianti in relazione alla loro tipologia (TG, IV, CC, etc.), al combustibile primario utilizzato (gas naturale, carbone, etc.) ed al numero di ore di funzionamento (impianti di base o di punta) Riduzione emissioni di CO2 IV a carbone: 800-900 g/kWh CC a metano: 300-400 g/kWh IV a biomassa: 0 g/kWh? Emissioni specifiche di CO2 (g/kWh) 3500 3000 2500 Carbone 2000 Metano 1500 IV+FGD IGCC 1000 CC 500 0 10 20 30 40 50 60 70 Rendimento (%) Figura 9.55 – Emissioni specifiche di CO2 in funzione del combustibile primario e del rendimento di generazione elettrica. Riduzione emissioni di CO2 La CO2 può essere rimossa dai gas combusti con processi di separazione a base di solventi chimici o fisici. L’impianto è costoso, ingombrante e penalizzante sul rendimento (8-10 punti) ma adatto al retrofit di impianti esistenti. Riduzione emissioni di CO2 La CO2 può essere rimossa dal combustibile, previa conversione chimica (reforming o gassificazione) in miscele di H2 e CO2. L’impianto è meno costoso, ingombrante e penalizzante sul rendimento (5-6 punti) ma non adatto al retrofit di impianti esistenti. Riduzione emissioni di CO2 La CO2 può essere rimossa facendo condensare l’acqua dai gas combusti prodotti dalla combustione operata con ossigeno puro in luogo dell’aria. L’impianto, compresa la sezione di potenza, deve essere completamente riprogettato. Impatto Ambientale nella Produzione di Energia Residui Solidi I Residui Solidi nelle CTE Gesso Calcare (30.000 t/a) CENTRALE TERMOELETTRICA A VAPORE CONVENZIONALE Carbone (750.000 t/a) (P=320 MW, =40%) (45.000 t/a) Residui vari (10.000 t/a) Ceneri (75.000 t/a) Le ceneri (leggere e pesanti) derivano dalle sostanze minerali presenti nel combustibile. I gessi sono il prodotto dei processi di rimozione dei composti dello zolfo (SO2 e SO3) mediante l’iniezione di calcare (carbonato di calcio, CaCO3). I Residui Solidi nelle CTE Le ceneri pesanti e leggere derivanti dagli inerti del combustibile possono essere riutilizzate nell’industria del cemento; I residui solidi prodotti dalla sezione di desolforazione dei gas (gesso) trovano solitamente un utilizzo in edilizia; Le piccole quantità di altri residui (fanghi, catalizzatori esausti, rifiuti vari) devono essere smaltiti in apposite discariche. I Residui Solidi nelle CTE Impatto Ambientale nella Produzione di Energia Acque Reflue D.lgs. 152/2006 – Parte III Sezione 1. Difesa del suolo e lotta alla desertificazione. Tali disposizioni sono volte ad assicurare la tutela ed il risanamento del suolo e del sottosuolo, il risanamento idrogeologico del territorio tramite la prevenzione dei fenomeni di dissesto, la messa in sicurezza delle situazioni a rischio e la lotta alla desertificazione; Sezione 2. Tutela delle acque dall’inquinamento. Tali disposizioni definiscono la disciplina generale per la tutela delle acque superficiali, marine e sotterranee; Sezione 3. Gestione delle risorse idriche. Tale sezione disciplina la gestione delle risorse idriche e il servizio idrico integrato per i profili che concernono la tutela dell'ambiente e della concorrenza e la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni del servizio idrico integrato e delle relative funzioni fondamentali di Comuni, Province e città metropolitane. I consumi di acqua in Italia Consumi di acqua in Italia (42 miliardi di mc/anno) 14% 19% 19% 48% Usi industriali Usi irrigui Usi civili Produzione elettrica Contrariamente alla situazione attuale, fino agli anni ’80 il consumo di acqua e la produzione di effluenti liquidi nel settore energetico non ha rappresentato un problema cui prestare una particolare attenzione. L’acqua nelle centrali elettriche Consumi di acqua industriale (Milioni di m3/anno) 60 50 40 30 20 10 0 1998 1999 Fiume Pozzo 2000 Acquedotto 2001 Mare 2002 Reflui Figura 3.2 – Consumi di acqua industriale nelle centrali termoelettriche ENEL nel periodo 1998-2002 (ENEL, 2002). Le acque reflue nelle CTE Acque reflue dalla sezione di desolforazione dei gas Acque reflue dalla sezione di trattamento delle ceneri Acque reflue dal lavaggio di caldaia, ESP, serbatoi, ecc. Acque reflue dall’unità di addolcimento dell’acqua Acque reflue varie (piovane, di laboratorio, sanitarie, ecc.) UNITÀ DI TRATTAMENTO DELLE ACQUE REFLUE Materiali in sospensione (dimensioni inferiori a circa 0,1 micron), costituite da solidi o da oli; Sostanze in dispersioneAcqua colloidale (conFanghi dimensioni fra Acqua depurata a depurata e residui quelle riutilizzo delle molecole e quelle delle particelle solide); interno al corpo idrico a discarica Sostanze disciolte sotto forma molecolare o ionica. La acque reflue nel Dlgs 152/06 Parametro pH Temperatura Colore Odore Materiali grossolani Solidi sospesi totali BOD5 (come O2) COD (come O2) Alluminio Arsenico Bario Boro Cadmio Cromo totale Cromo IV Ferro Manganese Mercurio Nichel Piombo Rame Unità di Scarico in acque misura superficiali °C mg/l “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ Scarico in rete fognaria 5,5-9,5 5,5-9,5 Vedi testo Vedi testo Non percettibile con diluizione 1:20 Non molesto Non molesto Assenti Assenti 80 200 40 250 160 500 1 2 0,5 0,5 20 2 4 0,02 0,02 2 4 0,2 0,2 2 4 2 4 0,005 0,005 2 4 0,2 0,3 0,1 0,4 La acque reflue nel Dlgs 152/06 Selenio Stagno Zinco Cianuri totali (come CN) Cloro attivo libero Solfuri (come H2S) Solfiti (come SO3) Solfati (come SO4) Cloruri Fluoruri Fosforo totale (come P) Azoto ammoniacale (come NH4) Azoto nitroso (come N) Azoto nitrico (come N) Grassi e olii animali e vegetali Idrocarburi totali Fenoli Aldeidi Solventi organici aromatici Solventi organici azotati Tensioattivi totali Pesticidi fosforati Pesticidi totali, esclusi i fosforati Di cui: Aldrin “ Dieldrin “ Endrin “ Isodrin Solventi clorurati Escherichia coli Saggio di tossicità acuta “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ UFC/100ml Organismi immobili 0,03 10 0,5 0,5 0,2 1 1 1000 1200 6 10 15 0,6 20 20 5 0,5 1 0,2 0,1 2 0,1 0,05 0,01 0,01 0,002 0,002 1 5000 (consigliato) Meno del 50% di organismi immobili 0,03 1 1 0,3 2 2 1000 1200 12 10 30 0,6 30 40 10 1 2 0,4 0,2 4 0,1 0,05 0,01 0,01 0,002 0,002 2 Meno dell’80% di organismi immobili Il trattamento delle acque Gli impianti di trattamento degli effluenti liquidi delle centrali elettriche sono molto simili a quelli impiegati nelle altre industrie; Il trattamento delle acque include processi di filtrazione, sedimentazione, flocculazione, neutralizzazione e chiarificazione; Gran parte delle acque depurate possono essere riutilizzate, con una forte riduzione degli scarichi finali nell’ambiente circostante. Il trattamento delle acque Acque reflue dalla sezione di desolforazione dei gas combusti Acque reflue dal lavaggio di apparecchiature e bow-down caldaia Acque reflue dalla rigenerazione dell’unità di demineralizzazione Acque dalla sezione di trattamento delle ceneri Acque meteoriche Acque con sostanze oleose Aumento pH, flocculazione, sedimentazione, precipitazione chimica dei metalli Aumento pH, flocculazione e sedimentazione Neutralizzazione chimica, aumento pH, flocculazione e sedimentazione Neutralizzazione del pH e sedimentazione Nessun trattamento Separazione per gravità Acque reflue dal parco carbone Acque reflue sanitarie Sedimentazione Ossidazione biologica aerobica Tabella 3.6 – Principali tipologie di trattamento delle acque reflue nelle centrali termoelettriche convenzionali europee (UNIPEDE, 1997). Il trattamento delle acque Reagenti Reagenti Acque reflue Fanghi Fanghi Reagenti Fanghi secchi Acqua depurata Figura 3.8 – Schema semplificato dell’unità di trattamento delle acque reflue prodotte da una centrale termoelettrica a vapore. Impatto Ambientale nella Produzione di Energia Inquinamento Termico L’Inquinamento Termico È la modifica dello stato termico naturale Inquinamento termico diretto: deriva dal rilascio di fluidi caldi nell’ambiente (camino, acqua di raffreddamento, ecc.) e causa incrementi locali di temperatura; Inquinamento termico indiretto: deriva dalle sostanze che interferiscono sugli scambi energetici terrestri (effetto serra), prima fra tutte l’anidride carbonica, e causa incrementi globali di temperatura. L’Inquinamento Termico Per i laghi la temperatura dello scarico non deve superare i 30 °C e l’incremento di temperatura del corpo recipiente non deve in nessun caso superare i 3 °C oltre 50 metri di distanza dal punto di immissione. Per il mare la temperatura dello scarico non deve superare i 35 °C e l’incremento di temperatura del corpo recipiente non deve in nessun caso superare i 3 °C oltre i 1000 metri di distanza dal punto di immissione. Lungo i corsi d’acqua la variazione massima tra le temperature medie di qualsiasi sezione del corso d’acqua a monte e a valle del punto di immissione non deve superare i 3 °C e su almeno metà di qualsiasi sezione a valle, tale variazione non deve superare 1 °C. L’Inquinamento Termico A livello locale, il principale rilascio termico è dato dal raffreddamento del condensatore Vapore ~ turbina a vapore generatore di vapore Acqua Vapore Acqua Pompe energia elettrica Acqua di mare Condensatore Centrale a Biomassa: =25% PE=10 MW PT=30 MW Rapporto potenza termica/potenza netta L’Inquinamento Termico 10 8 6 MCI e MTG TG 4 IV e IGCC IC 2 FC 0 0 20 40 60 Rendimento netto (%) 80 100 L’Inquinamento Termico Potenza netta Rendimento globale Potenza in ingresso Potenza al condensatore Potenza al camino Perdite varie (MW) (%) (MW) “ “ “ TG IV CC IGCC 300 38 789 477 12 300 42 714 319 70 25 300 57 526 145 66 15 300 42 714 198 76 140 Tabella 4.1 – Principali elementi del bilancio energetico di impianti di generazione elettrica di grande taglia. Le problematiche inerenti l’inquinamento termico interessano solo gli impianti di generazione elettrica in tutto o in parte basati su cicli a vapore Le opzioni a disposizione Vapore Va Acqua di raffreddamento Aria Con Condensa a) Condensatore operante in circuito aperto Aria umida b) Condensatore ad aria Condensa Le opzioni a disposizione b) Condensatore raffreddato Condensa a) Condensatore operante in circuito aperto ad aria Aria umida Vapore Aria secca Reintegro Condensa Spurgo c) Condensatore operante in circuito con torre evaporativa Figura 4.1 – Principali schemi del circuito di raffreddamento del condensatore. L’Inquinamento Termico Le opzioni a disposizione Vapore affreddamento Aria Aria Condensa e in circuito aperto Aria umida b) Condensatore raffreddato ad aria Impatto Ambientale nella Produzione di Energia Emissioni Acustiche Emissioni Acustiche I principi fondamentali in materia di inquinamento acustico sono stabiliti dalla legge 26 ottobre 1995 n. 447 (Legge quadro sull’inquinamento acustico); Fra i decreti di attuazione della 447/95 è di fondamentale importanza il DPCM 14 novembre 1997 che stabilisce i valori limite di emissione, di attenzione e di qualità, e il DPCM 16 marzo 1998 che stabilisce le tecniche di rilevamento e di misura dell’inquinamento acustico; Infine, il D.lgs. N. 194 del 19 agosto 2005 ha recepito la direttiva europea 2002/49/CE relativa alla determinazione ed alla gestione del rumore ambientale, volta a definire un approccio comune nella U.E. per evitare o ridurre gli effetti nocivi prodotti dall’esposizione al rumore. Le sorgenti di emissione Sorgente Soglia di udibilità Bisbiglio Conversazione Ventilatore assiale Auto in marcia Ventilatore centrifugo Martello pneumatico Motore al banco Aereo di linea Aereo militare Statoreattore Missile Saturno Potenza Livello di sonora [W] potenza [dB] 10-12 0 10-9 30 10-4-10-5 70-80 10-3 90 10-2 100 10-1 110 1 10 102-103 104 105 106-107 120 130 140-150 160 170 180-190 Tabella 5.1 – Potenza sonora e livello di potenza sonora di alcune tipiche sorgenti di emissione. Livello di Potenza sonora LW: LW=10log(W/W0) Si misura in dB Un raddoppio della potenza sonora comporta un incremento di 3 dB del livello di potenza sonora. Il livello di rumore Situazione di riferimento Camere molto silenziose Interni abitazioni in zone a basso traffico Interno abitazioni in zone a traffico sostenuto Strada a basso traffico, uffici in locali industriali Strada con traffico modesto, magazzini industriali Strada con traffico intenso, lavorazioni meccaniche leggere Auto e motocicli in accelerazione, reparto di tornitura Lavorazioni meccaniche pesanti, fonderia, tessitura Motore al banco Turbogetto in decollo Rumore [dB (A)] 30-40 40-50 Livello di Pressione sonora Lp: 50-60 Lp=20log(p/p0) 60-70 Si misura in dB 70-80 Lp=LW - Ai 80-90 90-100 100-110 110-120 130 Tabella 5.3 – Livelli di rumore caratteristici di alcune situazioni di riferimento. Un raddoppio della pressione sonora comporta un incremento di 6 dB del livello di pressione sonora. La propagazione del rumore LW Divergenza geometrica Assorbimento dell’aria Riflessione del suolo LP Presenza di barriere R LP=LW + D – (20 logR+8) – R – Asuolo – Abarriera Direzionalità sorgente Assorbimento dell’aria Divergenza geometrica Assorbimento barriere Effetto del suolo L. 447/95- La Zonizzazione Classe Denominazione e caratteristiche I Aree particolarmente protette: rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione, come aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo ed allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc. Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale: rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali e artigianali. Aree di tipo misto: rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici. Aree di intensa attività umana: rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole industrie. Aree prevalentemente industriali: rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni. Aree esclusivamente industriali: rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi. II III IV V VI I limiti di Emissione Classe I II III IV V VI Denominazione Zone particolarmente protette Zone prevalentemente residenziali Zone di tipo misto Aree di intensa attività umana Aree prevalentemente industriali Aree esclusivamente industriali Diurno [dB (A)] Notturno [dB (A)] 45 50 55 60 65 65 35 40 45 50 55 65 Il valore limite di emissione rappresenta il valore massimo di rumore che può essere emesso da una sorgente sonora, misurato in prossimità della sorgente stessa in corrispondenza degli spazi utilizzati da persone e comunità; I limiti di Immissione Classe I II III IV V VI Denominazione Zone particolarmente protette Zone prevalentemente residenziali Zone di tipo misto Aree di intensa attività umana Aree prevalentemente industriali Aree esclusivamente industriali Diurno [dB (A)] Notturno [dB (A)] 50 55 60 65 70 70 40 45 50 55 60 70 Il valore limite di immissione rappresenta invece il valore massimo di rumore che può essere immesso da una o più sorgenti sonore nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno, misurato in prossimità dei recettori ; 120 120 100 100 80 80 60 60 40 40 Rumore di fondo Rumore turbina a 100 m Potenza sonora turbina 20 20 0 0 0 5 10 15 Velocità del vento (m/s) 20 25 Livello di potenza sonora (dB) Livello di pressione sonora (dB) I limiti di Immissione FINE