Governance delle Aree Protette
“Nuovi modi di lavorare insieme”
Paolo Giuntarelli
Governance — cos’è?
Potere… Relazioni… Responsabilità
• Chi detiene le informazioni?
• Chi decide? Come?
• Chi ha influenza?
• Chi esercita il potere?
• In che modo I decisori pubblici
vengono resi responsabili?
• In che modo i cittadini o gli
stakeholders possono
intervenire nei processi
decisionali?
• La Governanza si interessa di come si svolgono
le modalità con cui interagiscono i governi e le
altre organizzazioni sociali, come questi si
relazionano con i cittadini, e come vengono
assunte le decisioni in un mondo che aumenta
continuamente la sua complessità.
• Essa è l’interazione tra strutture, processi e
tradizioni che determinano come viene
esercitato il potere, come vengono prese le
decisioni che toccano argomenti che
preoccupano l’opinione pubblica e come i
cittadini o gli altri stakeholder hanno la
possibilità di “dire la loro”.
La Figura illustra quattro settori della
società: impresa, istituzioni della
società civile, governo e mezzi di
informazione. Le loro dimensioni
forniscono una chiara indicazione del
loro potere e forze di influenza nelle
società occidentali. La loro
sovrapposizione è determinata dalle
permeabilità dei loro confini, ovvero da
costruzioni sociali che possono non
trovare una esatta collocazioni in uno
dei 4 settori
Questa figura illustra una situazione
politica diversa dalla nostra, in cui il
settore militare può detenere la gran
parte del potere sociale mentre il
ruolo del governo può rivestire un
ruolo poco significativo
Dall’oscurità alla
fama…..
• Segretariato
generale delle
Nazioni Unite
• World Resources
2002-2004
• Il piano di
implementazione
WSSD
• Communities
around the world ...building upon
Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo
Rio Agenda 21
Convenzione sulla biodiversità
Programma MAB dell’Unesco
Convenzione di Arhus, Risoluzione ILO 159
Governanza
delle aree
protette
• AP ad un livello di
sistema o considerate
singolarmente
• Riguarda la politica e
le azioni pratiche,
comportamenti e
significati,
investimenti ed
impatti.
• Interessa il
raggiungimento degli
obiettivi di
conservazione
(efficacia di gestione)
• Determina la
condivisione dei costi
e dei benefici (equità)
• Influenza la capacità di
creare e sostenere le
comunità,fornire
supporto politico e
finanziario
(sostenibilità)
• Potere di pianificazione dell’intero sistema
territoriale attraverso il piano di gestione;
• Potere regolativo, a fini di conservazione, in
relazione all’uso del suolo e delle risorse;
• Potere di spesa, per quanto riguarda la gestione
delle risorse, lo sviluppo e il mantenimento delle
infrastrutture, sicurezza, programmi di
educazione ambientale e la ricerca scientifica;
• Potere di generare entrate finanziarie, sotto
forma di biglietti, licenze e sistema autorizzativi,
tasse di proprietà;
• Il potere di sottoscrivere accordi per condividere
o delegare autorità o per cooperare con altri
soggetti per la gestione del territorio.
“buona governanza”
delle AP
“tipi” di governanza per
le AP
– Alla luce dei mutamenti storici e
globali
– Peculiarità regionali
– Meccanismi internazionali
– Contesti legali e consuetudinari
– issues of scale
– Specifici interventi sulle AP
marine
– Interventi per il rafforzamento
del senso comunitario
• Complesso di principi
costruito dalle Nazioni
Unite
• Principi interpretati
all’interno delle AP e dei
loro particolari contesti di
riferimento
• Fondati sui “diritti”: legali e
consuetudinari
•
•
•
•
•
•
•
•
Buona governanza
la “buona governanza” (Good
governance) è un elemento
positivo di gestione politica e
sociale
Partecipazione
Costruzione del Consenso
Responsabilità
Trasparenza
Sensibilità
Equità
Visione strategica
Abbracciare la complessità
• Valutazione della governanza partecipata
• Chi detiene l’autorità,
ed è ritenuto
responsabile?
“Tipi” di
Governanza
– A. Governi
– B. diversi attori e
partners (AP Cogestite)
– C. Proprietari privati
(Aree protette private)
– D. comunità locali ed
indigene (Aree
conservate dalle
comunità)
a quale livello, dove, collocare la
possibilità di prendere decisioni e
assumersi responsabilità ?
A) aree protette gestite da
autorità governative
• L’autorità e la responsabilità per la gestione dell’area
protetta ricadono in capo ad un ministero o ad
un’agenzia incaricati di perseguire il risultato della
conservazione, secondo le categorie IUCN. Il livello
governativo può essere, locale/municipale, regionale o
nazionale oppure può aver delegato un terzo soggetto
alla gestione, generalmente una NGO (organizzazione
non governativa, università, fondazione), anche se
mantiene la proprietà e la supervisione della gestione. In
questo tipo di governanza il soggetto gestore può non
avere uno specifico obbligo di informare o consultare
altri stakeholders prima di assumere decisioni.
B) aree protette gestite in forma
collaborativa (co-management)
• L’autorità e la responsabilità per la gestione dell’area
protetta sono condivise da molti attori che includono una
o più autorità governative, comunità locali, proprietari ed
altri stakeholder.
• I diversi attori riconoscono reciprocamente il loro diritto
ad essere coinvolti nella gestione dell’area protetta e
concordano nel sottoporla ad uno specifico obiettivo di
conservazione (classificazione IUCN). Nella gestione
collaborativa, l’autorità di assumere decisioni e di
ricoprire responsabilità ricade ancora in capo ad un solo
soggetto (di solito un agenzia governativa nazionale o
regionale), ma questo è obbligato dalla legislazione a
collaborare con altri stakeholder.
C) aree protette private
• L’autorità e la responsabilità per la gestione
dell’area protetta ricade su uno o più proprietari
privati. In alcuni casi il proprietario è
un’organizzazione no-profit ma in altri è una
società a scopo di lucro. Il proprietario decide di
dedicare l’area per uno specifico obiettivo di
conservazione (classificazione IUCN) ed è
pienamente responsabile della gestione. La
possibilità di effettuare una valutazione della
gestione da parte della comunità è di solito
scarsa o limitata.
D) aree protette conservate dalle
comunità locali
• L’autorità e la responsabilità per la gestione del territorio
e delle risorse interessate ricade sulle popolazioni
indigene o sulle comunità locali che possono vantare
diritti d’uso consuetudinari o legali sui territori attraverso
varie forme di governanza “etnica” od organizzazioni e
regole concordate localmente. La terra e le risorse sono
gestite collettivamente, una pratica e consuetudine che
può anche non essere stata sancita ufficialmente. La
gestione dell’area sottoposta dalla comunità ad un
obiettivo di conservazione (classificazione IUCN), è
affidata ad accordi locali di governanza che si radicano
in pratiche tradizionali, etniche o usuali. È a motivo di
questa caratteristica che il termine usato è “area
conservata” piuttosto che “area protetta”: il termine
“protetto” spesso viene considerato come una
imposizione da parte delle autorità.
Il Collaborative Management
• Il termine
Collaborative
Management o
gestione
collaborativa, è
usato per
descrivere una
situazione in cui
tutti o parte dei
principali
stakeholder in un
area protetta sono
coinvolti in modo
significativo nelle
attività di gestione.
• In un processo di CM, l’ente o l’agenzia
che esercita la giurisdizione sull’area
protetta sviluppa un’alleanza od una
collaborazione con altri stakeholder
rilevanti per e sul territorio (in via prioritara
i residenti e i fruitori delle risorse) che
garantisce e precisa le rispettive funzioni,
diritti e responsabilità riguardo la gestione
dell’area protetta.
L’alleanza deve identificare:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Un territorio protetto e i suoi confini;
Le funzioni e gli usi sostenibili a cui provvede il territorio;
Gli stakeholder riconosciuti dell’area;
Le funzioni e le responsabilità affidate a ciascun
stakeholder;
Gli specifici diritti e benefici riconosciuti ad ogni
stakeholder;
Un insieme condiviso di priorità di gestione e un piano di
gestione;
Procedure per affrontare i conflitti e negoziare decisioni
collettive;
Procedure per rinforzare le decisioni assunte; e
Regole specifiche per monitorare, valutare e revisionare
l’alleanza ed il relativo piano di gestione.
• È pertanto un processo che ha lo scopo di gestire i
conflitti per creare accordo e partecipazione ai processi
di gestione aree protette ma anche per le questioni
sociali che riguardano i territori e richiede la
partecipazione di diversi stakeholders
• Il Collaborative Management è una situazione nella
quale due o più attori sociali collaborano, definiscono e
cercano delle garanzie tra di loro per la condivisione o
divisione di funzioni di gestione, di diritti o di prerogative
su una determinata area;
• E’ un approccio culturalistico e costruzionista che punta
alla divisione delle funzioni manageriali delle risorse
naturali e che ricerca la democrazia partecipativa.
• Il Collaborative Management è l’espressione di una
società matura che non cerca un’unica soluzione, ma un
insieme di soluzioni che siano compatibili con ogni
aspetto da considerare: il punto da cui partire è che ci
sono sempre varie opzioni, varie strade, non un’unica da
seguire.
I requisiti principali per attivare i
processi di co-management
sono:
• 1) Pieno accesso alle informazioni;
• 2) Libertà di organizzarsi;
• 3) Rispetto degli accordi.
Quattro sono gli elementi del Collaborative
Management
• contesto
• processo
• piani e gli accordi
• organizzazione
Che trovano realizzazione attraverso tre fasi:
• a) organizzazione → preparazione per la
parternship
• contrattazione per i piani e accordi
• implementazione e valutazione di questi accordi
1) Teatro di strada o di Villaggio
(street or village theatre)
• Il teatro di villaggio o di strada è un metodo di
comunicazione sociale per la promozione
dell’informazione pubblica e la discussione degli
specifici problemi. Fondamentalmente, esso
stimola l’attenzione e l’interesse della
popolazione attraverso il racconto e la storia
orale con il contributo di narratori locali, gruppi
di teatro, clowns, danzatori e burattinai.
Abitualmente lo spettacolo è costituito dalle
immagini (lavoro figurato), musica e risate, in tal
modo facendo aumentare la consapevolezza dei
temi trattati alla popolazione.
2) I programmi radiofonici della
collettività
• I programmi radiofonici della collettività costituiscono un
eccellente strumento di comunicazione sociale, perché
la popolazione in questo modo viene stimolata al
dibattito e alla discussione. Possono essere prodotti
anche a livello locale o regionale. Il contenuto dei
programmi può variare dai documentari a forum di
discussione, dai giochi al talk-show nei quali la
popolazione locale partecipa direttamente alla
discussione attraverso la radio e manifesta il proprio
punto di vista attraverso il telefono. I programmi più
efficaci sono prodotti da squadre di produzione radio
mobili che riescono ad interagire con molte persone,
registrando materiali in linguaggi locali e da diversi
luoghi.
3) Mappa territoriale cognitive
(Land use mapping)
• Un gruppo di persone viene impegnata nel
disegno di una mappa della comunità o di un
territorio o di un problema locale. La mappa
mostra la distribuzione geografica degli
argomenti ambientali, demografici, sociali ed
economici così come vengono percepiti e
rappresentati dai partecipanti. Vengono
evidenziati gli usi del suolo, confini, risorse
principali e problemi. I partecipanti sono invitati a
disegnare la mappa, su una lavagna o sul
terreno, tracciando le caratteristiche da
evidenziare con simboli che sono capiti ed
accettati da tutti i membri del gruppo, anche
dagli analfabeti.
4) Mappatura storica (historical
mapping)
• La mappatura storica utilizza la tecnica della mappa
territoriale per ritrarre la situazione sociale, ambientale e
demografica di un territorio o di una comunità durante
diversi momenti della sua storia. Vengono disegnate tre
mappe che rappresentano la situazione locale come era
nel passato, com’è attualmente e che cosa è previsto
per il futuro. Le informazioni demografiche possono
essere graficizzate con simboli che rappresentino una
diversa numerosità della popolazione. Si possono usare
simboli diversi per graficizzare le risorse naturali, diversi
tipi di coltivazioni, infrastrutture, servizi sociali, etc. La
mappatura storica può essere estremamente utile per
introdurre la dimensione temporale nella valutazione
partecipativa e nella pianificazione. Può fornire la prova
visiva dei cambiamenti che sono avvenuti e delle
tendenze previste per il futuro.
5) Percorsi trasversali sul territorio o
transetti e diagrammi (Transect walks
and diagrams)
• Un gruppo di avvio del processo di CM (Start-up team)
può cercare di aiutare degli stakeholder ad identificare e
a riflettere riguardo alcuni argomenti chiave del loro
ambiente e dei loro stili di vita attraverso
l’organizzazione di escursioni “osservative” collettive, ad
esempio ponendo particolare attenzione alle persone,
attività, risorse, tematiche ambientali. Le escursioni
“osservative” possono essere praticate senza seguire un
percorso “rettilineo”, seguendo invece particolari del
paesaggio che emergono nel tour od zone di interesse
degli osservatori Le camminate possono anche essere
strutturate come transetti, cioè, un taglio della linea retta
attraverso il terreno in una determinata direzione.
Queste escursioni avvengono osservando con molta
cura tutti i fenomeni che sembrano pertinenti al tema
sotto esame ed intervistando tutte le persone che si
incontrano lungo il cammino.
6) Analisi dei flussi (trend
analysis)
• L’analisi dei flussi e delle tendenze in atto è usata come
un intervista individuale o di gruppo e consiste in una
discussione approfondita riguardo questioni specifiche o
aspetti particolari di interesse locale (per esempio: la
copertura forestale dei rilievi montuosi, situazione
occupazionale nella regione, produttività ittica, etc).
• Lo scopo principale dell’analisi delle tendenze è valutare
i mutamenti avvenuti nel tempo e far accrescere la
consapevolezza nella popolazione riguardo fenomeni
che accrescono la loro rilevanza nel tempo, ( la
degradazione del suolo, dinamiche demografiche).
7) La tempesta di idee
(Brainstorming)
• Il confronto o “tempesta” delle idee è una
tecnica base per la raccolta d’idee, un metodo
impiegato negli esercizi di gruppo. E’ basato su
un offerta di idee a ruota libera, che comincia
con una domanda indeterminata e in qualche
modo provocatoria suggerita dal moderatore.
• Le affermazioni e le domande iniziali devono
essere generali e non allusive, esempio non
bisogna sottolineare o enfatizzare troppo un
punto di vista che potrebbe influenzare i
partecipanti.
8) La tempesta di idee strutturata
(structured brainstorming)
• Il confronto d’idee strutturato ( detto anche tecnica di
gruppo nominale o N.T.G) è un esercizio per facilitare a
pensare “come gruppo”. L’esercizio necessita di un
moderatore capace di favorire l’incontro di idee ponendo
al gruppo questioni chiare (es. quali sono gli ostacoli
fondamentali che troviamo sul nostro percorso verso il
futuro? Che cosa desideriamo o vogliamo?)
• Nel confronto di idee normale le persone rispondono alla
domanda ed interagiscono. Nel confronto di idee
strutturato ad ognuno viene dato il tempo di pensare e di
annotare le sue risposte principali su un cartoncino. I
cartoncini vengono presentati, discussi e raggruppati per
rappresentare le considerazioni collettive dei
partecipanti.
9) Visione guidata (Guided
visioning)
• La visione guidata è un viaggio immaginario nel
futuro. E’ fatto con un gruppo di persone
desiderose di sviluppare insieme l’immagine di
un futuro auspicabile per una determinata
comunità, territorio o di risorse naturali.
L’esercizio incoraggia i partecipanti a pensare
liberamente e in modo audace, libero da tutto
ciò che si presenta oggi o da tutti gli ostacoli e i
problemi che si presentano loro di fronte ai
cambiamenti.
10) Albero dei problemi causa-effetto
(problem-causes-effects tree)
• Costruire un grafico di causa e di effetti è una
tecnica visiva semplice e piuttosto comprensibile
per analizzare un problema e per orientare un
gruppo verso azioni basate su questa analisi. La
tecnica inizia con un accordo sul problema da
analizzare. Un moderatore per questo esercizio
deve ricordare che le definizioni e i collegamenti
delle cause-effetto dei problemi possono essere
interpretati in modi diversi.
11) L’analisi degli aspetti positivi,
negativi, opportunita’ e i limiti. (SWOT)
• L’analisi SWOT è un forte strumento per la
valutazione da parte del gruppo delle questioni
concernenti i problemi, in particolar modo, su
interventi e servizi.
• E’ basata su una sessione di confronto delle
idee condotta in modo che il gruppo possa
scoprire o avere la percezione dei fattori positivi
(punti di forza), i fattori negativi (debolezze), le
possibilità di miglioramento (opportunità), gli
ostacoli (limiti /minacce) in relazione ad ogni
problematica evidenziata.
Scarica

Slide 1 - Università degli Studi di Roma Tor Vergata