Norman Fisher HouseLouis Kahn
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La sua vita
Louis Isadore Kahn nasce nell’isola di Saaremaa in Estonia nel
1901 e nel 1906 emigra con la famiglia dalla Russia per trasferirsi in
Pennsylvania dove vive, in condizioni economiche precarie, nei
sobborghi di Philadelphia. Kahn si iscrive alle scuole medie solo a
undici anni, frequentando contemporaneamente la Philadelphia
Public Industrial Art School. Il talento per il disegno gli fa ottenere
una serie di borse di studio che gli permetteranno, dopo essersi
avvicinato all’architettura grazie e un corso di storia dell’arte alla
Central High School, di iscriversi alla Scuola di architettura
all’Università di Pennsylvania.
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Il suo pensiero
Kahn è costantemente rivolto al passato, nel corso della sua vita e dei suoi viaggi ha collezionato un infinito serbatoio
di immagini e di forme che ha poi utilizzato, trasformandole in esibizione simpolica dell’antico. Come gli antichi Kahn
riteneva che le città e le case dovessero essere considerate costruzioni analoghe , concepite per la vita, animate dallo
spirito della comunità.
Kahn afferma che solo attraverso le rovine di un edificio era possibile capirne l’essenza; solo quando un edificio veniva
privato del suo uso poteva farsi pura materia e rivelare il perché dalla sua forma “Quando è completato e funzionante,
l’edificio par dire: “Ascoltate voglio parlarvi di come sono stato costruito”. Nessuno lo ascolta. Tutti sono occupatissimi
di girare di stanza in stanza. Ma quando l’edificio è ridotto a un rudere, libero dalla servitù, lo spirito emerge e ci
racconta il miracolo della creazione di quell’edificio.”(Kahn)
Nei suoi progetti applica un processo di astrazione del passato, anche recente, questo rende Louis I. Kahn
estremamente contemporaneo. Il linguaggio architettonico che egli ha adottato rende subito evidente come abbia
gettato uno sguardo al passato senza però cadere nello storicismo, oltrepassando la recente tradizione dell’architettura
moderna per comporla attraverso strumenti più colti e sottili. L’architettura antica, in particolare quella romana viene
assunta come strumento per la ricerca di un metodo: dalle rovine dell’antichità apprenderà quella connessione
necessaria tra forma e struttura che cercherà di esprimere nei suoi progetti.
Per Kahn la nuova architettura deve basarsi sui principi delle scienze e sulle leggi della natura, deve essere in grado di
esprimere un principio di ordine, privo di decorazione. I suoi edifici sono originati infatti da una geometria di solidi
elementari fondati su una composizione modulare.
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Il suo pensiero
Nonostante questo sguardo al passato l’architettura di Louis Kahn mostra la ricerca intelligente dei processi costruttivi
innovativi sia per gli aspetti tecnologici e sia pei nuovi materiali a disposizione.
Kahn riteneva che i materiali dovessero partecipare alla costruzione della forma per definire un concetto di ordine. In
architettura la forma doveva rappresentare un’armonia di spazi adatti a una certa attività dell’uomo. La stessa pianta di
un edificio doveva essere per Kahn costituita da una società di pezzi, di parti e non da una forma generale predefinita,
queste parti dovevano diventare inseparabili per arrivare alla definizione di “forma”. L’ordine per il maestro di
Philadelphia è “il come”, come le parti vengono composte per definire lo spazio, inteso come luogo dello stare, come
stanza; non a caso egli definisce il progetto come una società di stanze.
L’accentuazione degli elementi che compongono la costruzione diventa fondamento di taluni principi architettonici che
rimarranno inalterati in tutte le realizzazioni di Kahn: in primo luogo la distribuzione tra gli spazi “serventi” e quelli
“serviti”; in secondo luogo l’importanza della camera come unità spaziale ed evocativa basilare e, per induzione,
l’importanza discreta della luce naturale come unica vera luce che conferisce vita a spazi vuoti altrimenti inerti. Il primo
principio darà vita a schemi costruttivi chiaramente articolati, dalle prime residenze ai successivi edifici di diversa
natura e funzione. Tale principio non è solo presente nei progetti, ma viene non a caso applicato alla stessa struttura
tridimensionale dell’edificio, come nella maggior parte dei progetti di Kahn. Il secondo principio riguarda l’ambizione di
Kahn di forgiare lo spazio attraverso una sottile modulazione della luce.
Nel corso di un’esperienza ricca di conflitti, di esperienze e di principi in continua evoluzione, Kahn porta l’architettura a
una svolta decisiva: riesaminandone criticamente i valori e i metodi, e ampliandone gli orizzonti con echi storici, egli
apre possibilità nuove a un’architettura che passava spesso attraverso atteggiamenti alquanto semplicistici,
indirizzandola verso una prospettiva di lavoro ricca di complessità e di interrogativi.
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Piante
Piano terra
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Piante
Primo piano
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Sezioni
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Sezioni
Sezione B – B’
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Prospetti
Prospetto Frontale
Prospetto Posteriore
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Prospetti
Prospetto Laterale Destro
Prospetto Laterale Sinistro
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Bibliografia
• Louis I. Kahn / Annalisa Trentin. - Milano :
Motta Architettura, 2008.
• Louis I. Kahn : architettura e tecnica /
Marina Fumo, Gigliola Ausiello. - Napoli :
CLEAN, \1996!.
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