STORIA DELLA LINGUA GRECA Laurea Triennale a.a. 2006-2007 C. Neri [email protected] L’ombra di Theuth e la ‘presunzione della sapienza’ Platone, Fedro 274c-275b Gli obiettivi del corso • storia antica della lingua greca (19.2-4.4) • leggere un testo integrale e fare lezione (14.4-22.5) • studiare e fare ricerca insieme (seminario aggiuntivo in orario da destinarsi: lunedì dalle 15 alle 16?) I metodi del corso • scalette e dispense online (www.classics.unibo.it/) ([email protected]) • la verifica finale (23.5) Essenza e funzioni di una lingua • • • • • • • un pericolo uno strumento di comunicazione un istituto sociale un sistema logico-matematico una costruzione in evoluzione un mondo parallelo un’intersezione tra diacronia e sincronia Che cosa scegliere... O. Hoffmann-A. Debrunner-A. Scherer, Storia della lingua greca, trad. it. Napoli, Macchiaroli, 1969, A. Meillet, Lineamenti di storia della lingua greca, trad. it. Torino, Einaudi, 19812, L.R. Palmer, The Greek Language, London, Faber, 1980. Per lo studio dei dialetti greci, Y. Duhoux, Introduzione alla dialettologia greca antica, trad. it. Bari, Levante, 1986; L. Bottin, Testi greci dialettali, Padova, Imprimitur, 2000. Una lingua ‘stagionata’: la lunga storia del greco • l’età storica e le fasi • la scrittura e l’alfabeto • l’età preistorica: la comparatistica L’età storica e le fasi del greco a) Il periodo antico: dai primi documenti al 394 d.C. (la divisione dell’impero romano) - fase dialettale: fino alla morte di Alessandro Magno (323 a.C.) - fase ellenistica e romana: lo sviluppo della κοινv b) Il periodo bizantino: dal 394 al 29 maggio 1453 (la conquista di Costantinopoli) c) Il periodo moderno: dal 1453 a oggi La scrittura M a v V S m s D Ideogrammi e logogrammi 5 Dagli ideogrammi alle sillabe sumero ti = ‘vita’, ‘freccia’ sumero ki = ‘terra’ Dalle sillabe all’alfabeto • ka, ke, ki, ko, ku • kx • kx, a, e, i, o, u • k + a, e, i, o, u La formazione dell’alfabeto Le ‘matres lectionis’: ’aleph ()), yod (y), waw (w) Le vocali e l’aspirata: )>Α, y>Ι, w>Υ (e ), h>Ε, (>Ο, x>Η Le sonanti: l>Λ, m>Μ, n>Ν, r>Ρ Le occlusive: b>Β, g>Γ, d>Δ, p>Π, k>Κ, t>Τ, q>, +>Θ Le sibilanti: c, s # > Σ (Ξ), z>Ζ Il primo risultato: Α Β Γ Δ Ε Η Ζ Θ Ι Κ Λ Μ Ν Ο Π Ρ Σ Τ Υ Il perfezionamento dell’alfabeto a) ΠH > Φ ΚΗ/Η > X b) L’alfabeto orientale L’alfabeto occidentale ΠΣ > Ψ ΚΣ/Σ > Ξ (Φ = ph, Χ = kh, Ψ = ps, Ξ = ks) (Φ = ph, Χ = ks, Ψ = kh, Ξ = -) c) La psilosi e l’economia: Η = e aperto (≠ Ē), Ω = o aperto (≠ Ō) d) Il decreto ateniese Archino/Euclide (402/403 a.C.): ΑΒΓΔΕΖΗΘΙΚΛΜΝΞΟΠΡΣΤΥΦΧΨΩ I molti alfabeti greci http://poinikastas.csad.ox.ac.uk/ Dalla storia alla preistoria: la comparatistica • La continuità linguistica tra conservazione e innovazione (una lingua è continuo movimento) . • Concordanze sistematiche tra le forme di diverse fasi storiche di una lingua e corrispondenze regolari tra le particolarità delle diverse parlate derivate da una preesistente unità linguistica. • I cambiamenti, le regole determinate, la ‘simmetria del cambiamento’. • Le parlate indoeuropee: consonanze fonetiche, morfologiche (la flessione) e lessicali, differenze nella flessione verbale e pronominale e nel lessico; i dialetti ‘interni’ all’indoeuropeo Tassonomia dell’indoeuropeo A. Gruppo orientale sanscrito o antico indiano [ai.] antico persiano (iranico e avestico) [ap.: iran. e av.] tocario (orientale e occidentale) [toc.] ittito e luvio [itt.] armeno [arm.] tracio e frigio [trac., frig.] macedone [mac.] illirico-albanese [alb.] baltico (lituano, lettone, antico prussiano) [balt.: lit. lett., apruss.] slavo (russo, polacco, ceco, serbo-croato, [sl.: rus., pol., cec., serb.-cr., sloveno, bulgaro) slov., bulg.] Tassonomia dell’indoeuropeo A. Gruppo occidentale italico (ligure, veneto, osco-umbro, latino) [it.: lig., ven., osc., lat.] germanico (svedese, norvegese, islandese, danese, gotico-tedesco) [germ.: sved., norv., isl., dan., got. (a)ted.] celtico (gallico, gaelico, gallese, cambrico, bretone, cornovagliese) [celt.: gall., gael., gs., cambr., bret., corn.] Lingue non indoeuropee: iberico, basco, etrusco, finnico, estone, ungherese, turco L’indoeuropeo: una lingua o un insieme di dialetti? • Ogni lingua comune presuppone un’unità politica e culturale, anche se può sopravvivere al dissolversi di un’unità nazionale. • Ogni lingua comune risulta dall’estendersi di una lingua predominante oltre i suoi confini (il diffondersi di una lingua è sempre il diffondersi di un tipo di cultura). • Ogni lingua comune che diventa ‘imperiale’ tende nuovamente a differenziarsi in molte varietà dialettali. L’indoeuropeo: una lingua o un insieme di dialetti? • Le concordanze sistematiche e le differenziazioni antiche. • La non coscienza dell’unità originaria. • La geografia: le progressive invasioni da nord a sud e da est a ovest, e la vaghissima localizzazione tra l’odierna Polonia e il Tibet. • La cronologia: l’indoeuropeo del terzo millennio (i metalli, l’agricoltura) e l’affacciarsi delle singole parlate tra il XVII-XVI sec. a.C. e il XVI-XVII sec. d.C. La posizione del greco • In linguistica, come in filologia, conta la concordanza in innovazione (= errore in filologia) per stabilire le parentele. • Lingue occidentali e orientali, lingue satem e centum. • Poca rilevanza delle concordanze del greco con il latino e con l’osco-umbro (che fanno gruppo, invece, con celtico e germanico), concordanze con il gruppo orientale, in particolare con l’armeno. • La ‘solitudine’ del greco (la mancanza di una lingua comune indoeuropea che gli sia ‘gemella’). Una cartina indoeuropea? Russia meridionale [ugro-finnico] baltico slavo indo-iranico celtico germanico italico steppe tocario ittito armeno albanese macedone tracio frigio greco Mar Nero anatolico corsivo = lingue satem tondo = lingue centum Greco originario o gruppo di dialetti greci? • Le differenze dialettali sono tarde, tranne -μεν/-μες, τότε/τότα/τόκα, εij/αij, a[ν/κε (che potrebbero essere residui di una differenziazione originaria dopo un periodo di livellamento). Le divergenze tra A. Meillet e A. Scherer. • La mancanza di una documentazione storica delle fasi di passaggio e delle ‘innovazioni’. • Il greco lingua di conquista: imperializzazione e trasformazioni interne. • Il processo ‘a fisarmonica’: la costruzione di nuove lingue comuni ‘interne’ al greco. I dialetti o un greco comune? A. FENOMENI DI CONSERVAZIONE • le opposizioni vocaliche a, e, o (con armeno e italoceltico, e contro indoiranico e germanico) • il significato ‘tonico’ e semantico (non intensivo né metrico) dell’accento (come in lituano, in serbo, in giapponese, in alcuni dialetti africani) • il ritmo quantitativo (sillabe brevi e sillabe lunghe) B. INNOVAZIONI INDOEUROPEE • le vocali protetiche davanti alle sonanti, a e ai gruppi consonantici I dialetti o un greco comune? • • • • C. INNOVAZIONI ELLENICHE il sistema consonantico il suono s, semivocali e sonanti (y, u/w, |l|, |r|, |m|, |n|: la generale tendenza all’assordimento e alla semplificazione) il sistema vocalico e i dittonghi (progressivamente scomparsi, prima nel beotico, poi nel greco dell’età volgare e nel greco moderno, ma conservati in gran parte nel lituano) la caduta delle consonanti finali e l’uniformazione delle finali in vocale, dittongo o n, r, ~, le leggi dell’accento (‘eccezioni’: fmi, eijmi, labev, ijdev, Je suis le Ténébreux, - le Veuf, - l'Inconsolé, Gall, amant de la reine, à la Tour Magne à Nîmes : Ma seule Étoile est morte, - et mon luth constellé Galamment, de l'arène, alla - tour magnanime - Dans la nuit du Tombeau. Toi qui m'as consolé, Voici le Pausilippe et la mer d'Italie, La fleur qui plaisait tant à mon coeur désolé... Vois si le Pô s'y lie ? Paix : l'âme erre, dit Thalie. Suis-je Amour ou Phoebus ?... Lusignan ou Biron ? Ma lippe est rouge encor d'un hommage de Reine (Mali, Pérou... j'encorde un homme. Ah ! jeu de rênes...) Et j'ai deux fois vainqueur traversé l'Achéron, Égrenant tour à tour à la lyre d'Orphée : Aigre Nantes... Hourrah, Tours ! Hallali... Re-dors, fée ! Gérard de Jet-rare Le général Joffrin nous dit: A Toul, ai perdu mon dentier. En général j'offre un outil à tous les pères du monde entier. Viens dans mon sein doux pour y goûter la vie d'ange. Viens dans mon saindoux pourri, goûter la vidange. Les jeux de mots laids sont pour les gens bêtes, Les jeux de mollets sont pour les jambettes. À Lesbos, à Tyr, l'évangile est appris. Ah ! Laisse, beau satyre, l'Ève en gilet t'a pris. Il sistema fonetico • La tenuta dei sistemi vocalico (a, e, o, più le semivocali i ed u) e consonantico (l’assenza di suoni come it. ci, e sl. car, zar, lat. cinerem / it. cenere / fr. cendre), l’opposizione solo binaria delle quantità ( e -). • Le cadute intervocaliche di |y|, |w| e |s| e gli incontri vocalici (N.B.: le contrazioni costituiscono una fase successiva al greco comune). • L’indebolimento di -s- e la progressiva spirantizzazione delle occlusive dolci e aspirate (s > h, b > v, etc.). Il sistema morfologico • La conservazione del sistema flessivo: temi e desinenze • Le funzioni: numero, persona, maschile/ femminile/neutro, casi. • La semplificazione progressiva • Il crollo del sistema indoeuropeo delle radici semantiche. Elogio di una rosa Rosa della grammatica latina che forse odori ancor nel mio pensiero tu sei come l’immagine del vero alterata dal vetro che s’incrina. Fosti la prima tu che al mio furtivo tempo insegnasti la tua lingua morta e mi fioristi gracile e contorta per un dativo od un accusativo. Eri un principio tu: ma che ti valse lungo il cammino il tuo mesto richiamo? Or ti rivedo e ti ricordo e t’amo perché hai la grazia delle cose false. Anche un fior falso odora, anche il bel fiore di seta o cera o di carta velina, rosa della grammatica latina: odora d’ombra, di fede, d’amore. Tu sei più vecchia e sei più falsa, e odori d’adolescenza e sembri viva e fresca, tanto che dotta e quasi pedantesca sai perché t’amo e non mi sprezzi o fori. Passaron gli anni: un tempo di mia vita. Avvizzirono i fior del mio giardino. Ma tu, sempre fedele al tuo latino, tu sola, o rosa, non sei più sfiorita. Nel libro la tua pagina è strappata, strappato il libro e chiusa la mia scuola, ma tu rivivi nella mia parola come nel giorno in cui t’ho “declinata”. E vedo e ascolto: il precettore in posa, la vecchia Europa appesa alla parete e la mia stessa voce che ripete sul desiderio di non so che cosa: Rosa, la rosa Rosae, della rosa… Il sistema morfologico A. IL SISTEMA VERBALE • Verbi radicali e verbi denominativi (-av, ev, -v, -av, -iv, -uv, -uv, -iv, -, - < ie. *-yo), la coniugazione regolare (il paradigma), la progressiva crisi del perfetto, nomi radicali (zugvn) e nomi derivati (zeu`gma). • L’estensione (massima) del participio e dell’infinito (privo però di flessione prima dell’articolo), la limitazione dell’aggettivo verbale e delle forme perifrastiche (che invece abbondano in latino). • L’opposizione aspettuale presente/aoristo/perfetto, modale indicativo/congiuntivo/ottativo (mantenuta solo dal vedico e Il sistema morfologico B. IL SISTEMA NOMINALE • La conservazione delle alternanze vocaliche e della caratterizzazione accentuativa dei casi nel sistema nominale. • La semplificazione dei casi da 8 a 5 (l’eliminazione dei casi a valore concreto). • La semplificazione della declinazione dei dimostrativi. • L’opposizione tra animato e inanimato, il neutro plurale (con l’accordo del verbo al singolare, come solo nelle Gatha dell’Avesta), la progressiva scomparsa del duale (salvo che nell’attico). • La varietà formale e l’unificazione della kinv (ma non ai livelli di monotonia del turco o del finnico). Il sistema sintattico • La libertà dell’ordo verborum, che è così funzionale all’espressività e non alla grammatica. • Le piccole parole accessorie (al II posto della frase) e gli stacchi espressivi. • L’articolo e la sua funzione ‘associativa’. • Una lingua ‘intellettuale’: l’eliminazione degli elementi affettivi e concreti (nel verbo, i desiderativi, gli iterativi, i causativi, gli intensivi; nel nome, gli strumentali, i locativi, gli ablativi) • L’esempio della comparazione (intensivi e distintivi diventano parimenti comparativi). Gli iv e il Mediterraneo • Le ‘innovazioni elleniche’ (fonetiche e grammaticali) e il tasso di ‘indoeuropeo’ nel lessico greco. • Vestigia linguistiche ‘mediterranee’: l’‘etrusco’ di Lemno, eteocretesi ed eteocipri, i minoici. • Lingue e grafie sconosciute: un problema di metodo (l’impossibilità di comprendere una lingua, la cui tradizione si sia interrotta, senza traduzioni in altra lingua conosciuta o senza forti somiglianze con altra lingua conosciuta; la decifrabilità di una lingua conosciuta ‘nascosta’ sotto una grafia ignota). • Nomi propri (antroponimi, toponimi, teonimi: la cautela necessaria di fronte a questo materiale, variabile e ‘insensato’) e dati archeologici. Migrazioni e invasioni • Gli Ittiti e i Luvi dal 2000 al 1200: strutture indoeuropee, lessico ‘nuovo’ (rapporti con gli Ahhijawâ). • Gli Arya (l’iscrizione cappadoce del XIV sec. con divinità indoiraniche: Indra, Nasatya, Mitra, Varuna) e il regno di Mada (M`di) tra XIV e XIII sec. a.C. • Illiri, Macedoni, Traci, Frigi dalla parte settentrionale della penisola balcanica (XIII sec. ca.). • Le altre popolazioni anatoliche: Lici (estese iscrizioni funebri), Lidi, Cari. Le popolazioni caucasiche. Ittiti e Luvii Vicinanze ineffettive e contatti tardi • Popolazioni semitiche: gli Assiri-Babilonesi (l’accadico e i caratteri cuneiformi); i Fenici, il passaggio dal sillabario all’alfabeto e i termes de civilisation (kavd~, savkk~, crusv~, citwvn, mna`, muvrra) forse derivati da un sostrato comune. • L’Egitto (XIII sec. Akaiwuši) e le popolazioni nordafricane (libico, dialetti berberi). • La regione adriatica: l’albanese (dal XV sec. d.C.; prestiti latini, greci, slavi, italiani) e l’italico. • La regione iberica (iberico, basco, catalano, sardo) e le lingue celtiche. Le lingue viciniori • Gli Illiri: iscrizioni nordoccidentali e doriche. • I Macedoni: la mancanza di documenti (glosse, nessuna iscrizione); il mutamento delle aspirate in sonore; le forti affinità con il greco: dialetto greco aberrante o lingua ie. ‘gemella’ del greco? • I Traci dai Carpazi all’Asia Minore (1200 a.C. ca.): la lingua oscura (toponimi e antroponimi); il culto delle Muse (dalla Pieria a Tespie e sull’Elicone) e di Dioniso. • I Frigi dalla penisola balcanica all’Asia Minore: i rapporti più stretti con baltoslavo, greco, armeno, indoiranico che non con il tracio; gli influssi ‘tardi’ del greco imperiale sul ‘neofrigio’. Lo strato ‘egeo-anatolico’ • Pelasgi (dalla Tessaglia a Creta: indoeuropei pregreci per V. Georgiev, A.J. van Windekens), Lelegi (dalla Grecia centrale all’Asia Minore), Cari. • Le popolazioni anatoliche (l’anatolico di P. Kretschmer, Einleitung in die Geschichte der griechischen Sprache, Göttingen 1896) e il rapporto con il ceppo ittito-luvio e con le lingue caucasiche. • Toponimi ‘anatolici’; antroponimi e teonimi. • Case e ambienti, utensili e suppellettili, piante, animali, metalli, armi, mare, danza, sovranità. Ittiti-Luvi-Lici *ghesr-, “mano” kesar (ittito antico) kesera (ittito classico) kisari, kisri, yesar(i) (luvio antico) isari (luvio cuneiforme) istri (luvio geroglifico) izri (licio) Indoeuropei e mediterranei • La laicizzazione delle forze divine (gli astratti u{dwr e pu`r, la sostituzione di nomi divini come uox e lux con nomina actionis come fuv-si~) e l’umanizzazione degli dèi (Zeuv~ u{ei > Zeuv~ eschileo). • La soppressione dei tabù (es. il nome dell’orso e del cervo). • La riduzione delle forme affettive ed espressive (la lingua dei bambini). • Fonetica greca e fonetica egea: l’abbandono delle sonore aspirate (così a Cipro, nelle lingue caucasiche e in armeno, nelle lingue semitiche, in etrusco, in I primi documenti alfabetici 1. CEG 432 (740-725 a.C.) h;~ nu`n jrcest`n pavntn ajtalvtata paivzei, t` tvde kl.min (sic) vacat || t`tn ejkluvmen vel tu` tvde kammevnu temptt. edd. : «post t` tvde appellationem vasis neutri generis expectaveris», Hansen 2. CEG 454 (735-720 a.C.) Nevstrv~ : e[ijm]j eu[pt[n] : ptevrin. | : Michael Ventris (12.7.1922-6.9.1956) Sir Arthur Evans (8.7.1851-11.7.1941) Heinrich Schliemann (6.1.1822-26.12.1890) Le tre Età del Bronzo in Grecia • Età del Bronzo antico: 2800-1900 a.C. • Età del Bronzo medio: 1900-1600 a.C. • Età del Bronzo recente: 1600-1100 a.C. Le tavolette cretesi Tavolette a foglia di palma Tavolette a piena pagina I ‘geroglifici’ Il disco di Festo Il lineare A Il lineare B Ipotesi sul rapporto tra lineare B e A 1) L’ortografia ‘reale-palaziale’ (A. Evans). 2) La stessa lingua in grafia ‘non gotica’ (G. Pugliese Carratelli). 3) L’adattamento di una grafia a un’altra lingua. • Le linee-guida e il sistema numerale. • Il ritrovamento di lineare B in altri siti. Cunei a Cipro e in Anatolia Il sillabario cipriota Sillabario cipriota e Lineare B Pubblicazioni nel buio • Scripta Minoa I (A. Evans, 1909) • Le 38 tavolette trascritte e pubblicate da Johannes Sundwall (1935). • La morte di A. Evans (1941). • I documenti in Lineare A (G. Pugliese Carratelli, 1945). • Scripta Minoa II (J. Myres, E.L. Bennett, A. Kober, 1952). Nuove scoperte • Carl Blegen e la scoperta di Pilo (1939: 600 tavolette). • Alan J.B. Wace e la scoperta delle tavolette di Micene (1952: 50 tavolette). • Le più recenti scoperte a Tebe, Orcomeno, Tirinto: la rivoluzione della cronologia (dal 1750 al 1200 a.C. ca.). I siti del Lineare B Lineare B oltre Creta • Bottino dei pirati? • Scribi minoici per signori micenei? • Micene non greca? • Creta greca? La natura della grafia Gli ideogrammi e il contesto I numerali La tabella Speranze e fallimenti • Tirare a indovinare o analizzare metodicamente i testi? • Greco o non greco? • Il basco e l’etrusco. • Le lingue ‘inventate’. Il nome di Posidone • Axel Persson: • Asine, presso Nauplia (nordest del Peloponneso); • la scritta sul bordo di un’anfora; • il confronto con il sillabario cipriota; • po-se-i-ta-wo-no-se. Il basco • Frank G. Gordon, Through Basque to Minoan, Oxford 1931: • associare un segno a un oggetto; • nominare l’oggetto a partire dalla lingua prescelta come ‘parente’; • “the lord walking on wings the breathless path, the star smiter, the foaming gulf of waters, dogfish smiter...”. Il principio acrofonico • Melian Stawell, A Clue to the Cretan Scripts, London 1931: • associare un segno a un oggetto; • nominare l’oggetto in greco assegnando al segno il suono della sillaba iniziale del nome greco; • Ana, Sao; koo, thea, Re, “Sorgi, salvo! Ascolta, dea Rea!”. L’etrusco • Michael Ventris, “American Journal of Archaeology” 1940: • gli Etruschi: dall’Egeo all’Italia; • “The theory the Minoan could be Greek is based of course upon a deliberate disregard for historical plausibility”. Una lingua semitica • K.D. Ktistopoulos, “Accademia di Atene” 17.5.1948: • l’analisi statistica; • “Divinità suprema, della potente stella dei troni, suprema misericordia delle parole di consolazione, supremo datore delle profezie...”. L’ittito • Bedřich Hrozný, Les inscriptions crétoises. Essai de déchiffrement, Prag 1949: • ittito, iscrizioni pre-indoeuropee della valle dell’Indo, cipriota, egiziano, tavolette cuneiformi, fenicio; • “Distretto di Hatahua: il palazzo ha finito tutto. Il distretto di Sahurita è una campo cattivo...”. Greco e pre-greco • Vladimir I. Georgiev, Problemi di lingua minoica, Sofia 1953: • la lingua pre-ellenica del mediterraneo; • le parentele con l’ittita e con il gruppo anatolico; • thetàaranà make, “alla grande aquilanonna”. Indici, frequenze, funzioni dei segni • Ernst Sittig (1950): • le liste di frequenza in lineare B e nelle iscrizioni ciprie; • 3 segni su 14 così identificati sono stati poi provati giusti (11 su 32 quelli identificati, con un sistema analogo, da John Myres nel 1952). I determinativi di A. Evans • i segni ‘categoriali’ (come le nostre maiuscole): CITTA’, NOMI, PIANTE; • il determinativo della ‘sovranità’: • il determinativo della ‘sacralità’: Indizi e ragionamenti • A. Evans, e i puledri seguiti da po-lo. • A. E. Cowley: donne, bambini e bambine. • Emmett L. Bennett: pesi, misure e ‘varianti’. Alice Kober e le ‘triplette’: Un codice segreto • lingua conosciuta sotto segni sconosciuti • lingua sconosciuta sotto segni conosciuti • lingua sconosciuta sotto segni sconosciuti • I metodi della crittografia (la seconda guerra mondiale e il ruolo di John Chadwick). • Gli ideogrammi e i segni sillabici (89?). Il metodo combinatorio • Gli ideogrammi per uomini e donne: nomi propri e mestieri. • Il rapporto univoco tra una sequenza e un ideogramma e più sequenze associate allo stesso ideogramma. • Il questionario del 1950 (Mid-Century Report: The Languages of the Minoan and Mycenaean Civilization): Bennett, Bossert, Grumach, Schachermeyr, Pugliese Carratelli, Peruzzi, Georgiev, Ktistopoulos, Sundwall, Myres (Hrozny, Kober). Verso la decifrazione • La ricostruzione di un contesto (idionimi, corporazioni, toponimi, ragazzi e ragazze). • Le vocali, il segno 78, gli errori ricostruibili. • La declinazione: la costruzione di una griglia. Il segno 78 36-14-12-41 70-27-04-27 51-8004-78 11-02-70-27-04-27-78 6139-58-70-78 61-39-77-72-38-75-78 77-70 06-40-36 03-5936-28-78 {28}\38/-44-41-78 ... A e B e per A e per D e E ... e Y e Z. Costruzione di una griglia La prima griglia Evoluzione Indizi significativi • Nomi non di persona, seguiti da liste di beni e da numerali con cifre molto alte. • Corporazioni e toponimi • 08-73-30-12: a-mi-ni-so • 70-52-12: ko-no-so • 70-42: ko-wa 70-54: ko-wo • 05-31: to-sa (nelle formule totalizzanti) La griglia vocalizzata BBC-Third Programme (6.1952) • John Chadwick: • l’attività filologica; • l’attività spionistica; • le tavolette di Pilo; • la cattedra a Cambridge. La collaborazione Ventris-Chadwick • Gli scambi epistolari e le correzioni incrociate. •Evidence for Greek Dialect in the Mycenaean Archives, “JHS” LXXIII (1953) 84-103. • On the Threshold?, “Times” 26.6.1953 • Documents in Mycenaean Greek, Cambridge 1956 (le tre sezioni) Conferme da Pilo La lettera di Carl Blegen (maggio 1953): Conferme da Iraklion • Chadwick e N. Platon (primavera 1955). • La tavoletta ritrovata con teste equine. • i-qo, o-no, po-ro. Altre conferme ideografiche La tavoletta dei pugnali • Un segno, settanta sillabe? (es. ka) • La riduzione delle possibilità. • Il contesto e gli ideogrammi. Il successo • Il congresso di Copenhagen (agosto 1954) e quello di Gif (aprile 1956) • I favorevoli: L.R. Palmer, E.L. Bennett, G. Björck, A. Furumark, M.S. Ruipérez, E. Sittig, M. Nilsson, J. Friedrich, I. Gelb, P. Chantraine, M. Lejeune • I contrari: N. Platon, A.S. Beattie, E. Grumach, H. Bengtson Un greco ‘di servizio’ 1) Le sillabe: vocali (a, e, i, o, u, a2), dittonghi (a3/ai?), sillabe aperte (ra-, re-, ri-), sillabe a doppia consonante (dwo-, pte-); 2) Mancanza di quantità: ko-wa, po-me, i-jo-te, pa-te, ti-ri-po; 3) Dittonghi: po-me/koi-no, qo-u-ko-ro, a3-ku-pi-ti-jo, de-we-ro-; 4) Unica serie per le liquide (do-e-ro, ri-no) e per le occlusive (tranne d: da-mo, te-o-jo); 5) Omissioni di: consonanti finali (pa-te, po-me), nasali e liquide davanti a occlusiva e in fine di parola (a-to-ro-qo, a-re-ka-sa-dara), sibilanti davanti a consonante e in fine di parola (pe-mo, koi-no; tranne m: de-so-mo); 6) ripetizione delle vocali nei nessi consonantici: wa-na-ka-(ke)te, ku-su, re-po-to, ku-pe-se-ro, po-to-ri-jo [ptvli~], poti-ni-ja, qi-si-pe-e wa-na-ka, po-mi-ni-jo, po-pi. Un greco arcaico 1) mantenimento di a: da-mo, a-ta-na; 2) forme non contratte: e-ke-e, do-e-ra; 3) sviluppo di una semivocale di passaggio: i-jo (uiJv~), i-je-re-ja; ui > i: i-jo; 4) esiti delle sonanti: a-mo, pe-mo, pa-ro, a-pu, qe-to-ro-po-pi, to-pe-za, ma-ra-ku [bracuv~]; 5) j > h o z (o = {, ze-u-ke-u-si), sorda + j > s (pa-sa-ro, pa-sa), sonora + j > z (peza), sj > j (gen. -oio da -osjo), ki/ke/gi/ge + vocale > z (o gutturale palatale) + vocale (su-za, ai-za), conservazione di w (wo-no); 6) sonore aspirate > sorde (e-ke), d per l (da-pu3-ri-to-jo), conservazione delle labiovelari (qe-to-ro-we, i-qi-ja), tranne che prima e dopo u (qo-u-ko-ro), mancato passaggio di m a n (e-me); 7) caduta della sibilante iniziale (e-me, e-qo-te, a2-te-ro), ti/thi > si (ko-ri-si-jo), semplificazione dei nessi con sibilante (me-no, mnv~, lat. mensis); 8) varianti (a/o [ma/mo], a2/e [fiavl/fievl], a/u [da-ma-te/du-ma-te, davmarte~], e/i [dentale + -emi- > -imi-: a-ti-mi-te], e-pi/o-pi, o/u, u/i) e lingua scritta; Morfologia: temi in -a sing. N. -a (do-e-ra, e-qe-ta). G. -a (di-wi-ja), -ao (qu-qo-ta-o). D. -a (po-ti-ni-ja, ra-wa-ge-ta). A. -a (ki-ti-ta). dual. N.A. -o (ko-to-no), -ae (e-qe-ta-e). G.D. -oi (wa-na/no-soi). pl. N. -a (e-qe-ta) G. -ao (e-re-ta-o). D. -ai (ku-na-ke-ta-i). A. -a. Morfologia: temi in -o sing. N. -o (do-e-ro) G. -ojo (di-wo-ni-so-jo). D. -o (da-mo). A. -o (ri-no). dual. N.A. -o (pa-sa-ro). G.D. -o. pl. N. -o (du-to-mo, drutvmi), -a. G. -o (a-ne-mo). D. -oi. A. -o (si-a2-ro, siavlns), -a (do-ra). Morfologia: temi in consonante sing. N. - (pa-te, ti-ri-po) G. -o (po-me-no, pimevn~). D. -e (po-de, a-ti-mi-te), -i. A. -a. dual. N.A. -e (ti-ri-po-de). G.D. -oi. pl. N. -e (to-ra-ke), -a (ke-ra-a). G. -o? D. -si (pa-si). A. -e (a-ko-so-ne), -a (tu-we-a, quvea). Morfologia: temi in dittongo sing. N. -eu (ka-ke-u, calkeuv~) G. -ewo (i-je-re-wo, iJer`~). D. -ewe (ka-ke-wi, calk`i). A. -ewa? dual. N.A. -ewe (ke-ra-me-we). G.D. ?. pl. N. -ewe (ka-ke-we). G. ?. D. -eusi (ka-ke-u-si). A. -ewe?. Morfologia: comparativi, pronomi, numerali • Comparativi: me-u-jo, me-wi-jo, me-zo. • Pronomi: mi, pei (sfei`), to-jo, toto, jo/o, jo-qi ({ti). • Numerali: e-me, dwo, du-wo-u-pi, ti-ri-, qe-to-ro-, we-, e-ne-wo-, de-ko-to. Morfologia: verbi pres. att. e-ke, a-ke, pe-re, di-do-si, pa-si, e-ko-si, e-e-si. pres. med. di-do-to (divdti), i-je-to (i{eti). fut. do-se, do-so-si, a-ke-re-se (ajgrvsei?). aor. a-pe-do-ke (ajpevdwke con aum. o ajpevkdwke), a-pu-doke, e-ra-se, wi-de, de-ka-sa-to, a-ke-re-se (a[grse?). perf. e-pi-de-da-to (ejpidevdasti). imper. pres. e-e-to (ejevntwn? ei|ntai < eJevnti?). part. pres. att. e-o, e-ko-te, e-qo-te, o-pe-ro-sa (jfeivlusa) pres. med.-pass. o-ro-me-no, re-qo-me-no, ki-ti-me-na. fut. med. ze-so-me-no. aor. a-ke-ra-te (ajggeivlante~/ajgeivrante~). perf. a-ra-ru-ja, de-do-me-na, ke-ke-me-na (kekeimevna). inf. pres. att. e-ke-e, a-na-ke-e. agg. verb. a-pi-ko-to (ajmfivbat~), a-na-mo-to Morfologia: preposizioni, negazioni, congiunzioni • Preposizioni: a-pi, a-pu, e-ne-ka, e-pi, ku-su, me-ta (dat.), o-pi, pa-ro, pe-da (acc.), po-si, en-, an-, pe-ri, po-ro, pos, upa. • Negazioni: o-u, o-u-qe. • Congiunzioni: -qe (-te), a-u-qe, -de, o/ jo- (wJ~?). Una tavoletta di Pilo (PY Eb 297 = 140 DMG = 95 Palmer) Una tavoletta di Pilo (PY Eb 297 = 140 DMG = 95 Palmer) i-je-re-ja e-ke-qe eu-ke-to-qe e-to-ni-jo e-ke-e te-o ko-to-no-o-ko-de ko-to-na-o ke-ke-me-nao o-na-ta e-ke-e iJevreia e[ceite eujcevtite etoni-n e[ceen qevn, ktinvci de; ktinavwn kekeimenavwn [nata e[ceen. «la sacerdotessa possiede e dichiara che il dio (la dea) possiede l’etonion, mentre i proprietari di Aufstieg und Niedergang dei Micenei • L’arrivo: con Ittiti e Luvi, all’inizio del II millennio a.C.? • Le tavolette: a un passo dalla catastrofe (to-to we-to; il 1400 a Cnosso e il 1200-1150 altrove; l’esercito, i rematori, e il fronte di Pleurone; l’arrivo dei Dori?). • La sovranità: wa-na-ka, ra-wa-ge-ta, te-re-ta-i, qa-si-re-e. • Religione: Zeus, Era, Posidone, Atena, Artemide, Dioniso, Enialio, po-ti-ni-ja da-pu-ri-to-jo. • I metalli, l’oro, i manufatti elaborati, le armi. • L’allevamento, l’agricoltura, la lavorazione della lana, l’olio. • I rapporti ‘internazionali’ (es. l’Egitto, la Fenicia) • Il Medioevo greco dopo il crollo dei regni micenei. Il paradosso dei dialetti greci • Ogni regione, ogni città, ogni genere letterario, ogni autore ha una varietà sua propria: il greco, con l’ittita e l’indoiranico, è la lingua ie. attestata più anticamente, ed è quella con la maggior varietà di parlate fin dall’inizio della sua tradizione. • Gli apparentamenti e le cartine ‘a macchia di leopardo’. • La storia delle stirpi e la geografia del mondo greco: il carattere misto e diacronico delle migrazioni (ultima quella dorica, prima – forse – quella ionico-‘achea’), le catene montuose, le isole e i bracci di mare. La complessa ripartizione dei dialetti rispecchia la complessa storia delle migrazioni indoeuropee nel Mediterraneo orientale (in gran parte sconosciuta) e la Le fonti per lo studio dei dialetti • Le iscrizioni (pronuncia e forme grammaticali di una parlata locale): ma le iscrizioni arcaiche sono rare, mentre sono frequenti quelle a partire dal IV sec. (quando domina già la kinv) e quelle in ionico-attico (che è il dialetto per cui ce ne sarebbe meno bisogno, perché ampiamente rappresentato a livello letterario). • Le lingue letterarie (che non riflettono parlate locali se non in Attica, a Lesbo e in parte a Siracusa, ma danno informazioni sui modi di impiego dei vari mezzi di espressione; i Greci – malgrado Omero – non hanno fissato come gli Indiani un’unica lingua letteraria nettamente distinta dalle lingue parlate e tuttavia non c’è nessun rispecchiamento immediato) • Le testimonianze lessicografiche e grammaticali (a partire Il greco e i ‘greci’ • L’alfabeto (tranne a Cipro), la letteratura, la coscienza di parlare la stessa lingua, gli dèi e gli agoni panellenici. • Le poche differenze dialettali antiche (-men/me~, -men/ -menai/-nai/-en, αij/εij, a[ν/κα, κεν), l’unificazione grafica e letteraria, la coscienza di parlare una stessa lingua. • Le sopravvivenze del fondo indoeuropeo, le innovazioni della fase comune, le innovazioni indipendenti, le innovazioni dovute a coesistenza posteriore, i prestiti (l’esempio di eijrvn I raggruppamenti dei dialetti greci • Il miceneo e le sue filiazioni: l’arcadico, il cipriota e il panfilio (il problema dell’unita-rietà del gruppo). • Oriente e Occidente: il gruppo ionicoattico (coesione) e il gruppo occidentale (frammentazione). • L’eolico e la sua natura mista: tre o quattro gruppi. Le tesi di O. Hoffmann, W. Porzig, E. Risch. Cartina della Grecia Distribuzione dei dialetti greci Distribuzione dei dialetti greci I quattro gruppi Un gruppo misterioso •Un gruppo non compatto, non esteso sino all’età storica, incapace di penetrazione culturale e linguistica. •L’antica lingua degli Achei (II metà del II millennio a.C.). Le colonie peloponnesiache predoriche (Λακεδαivμων, Κερuvνεια a Cipro e in Acaia) e i relitti del grande impero acheo (sin dal XIV sec. a.C.: Acaia, Creta, Rodi, Ftiotide, Ponto Eussino). • Le enclaves linguistiche: Arcadia, Cipro, Gli Arcadi • La grande popolazione pre-dorica popolo di pastori. e il • La mancanza di una letteratura e le iscrizioni dal V al III sec. a.C. (mesun, didumiun, Psida`n/Phida`n). • I caratteri dell’arcadico: conservazione di e aspirazione, conservazione di ns, dat. sing. in -i, estensione di -au ai L’isola più lontana: Cipro • L’alfabeto sillabico di Cipro e l’imperfetto adattamento al greco (es. ta = da = qa) di un sistema usato per un’altra lingua. • La mancanza di una letteratura, le iscrizioni a partire dal V/IV sec. a.C. (tranne un’iscrizione del 1050-950 ca. a.C. scoperta a Palepafo nel 1979), le glosse. •I caratteri del ciprio: qiv~, evpija, ai[ln (a[llwn), za`~ (g`~), i[n (aujtvn), presenza di semitismi. Tra Greci e barbari: il panfilio • Aspendo ( [spend~) e le colonie di Argo achea (l’Argo omerica). • Le poche iscrizioni e glosse e il greco ‘lontanissimo’ ma imparentato con l’arcadico e con il cipriota (malgrado HoffmannDebrunner-Scherer, che da ultimo lo considerano un dialetto a parte). • La mancanza dell’articolo. Parentele antiche • La chiusura di e e in i e u: ijn, ij~, ujn, ajpecvmin~, i genitivi singolari in au, il passaggio di -~ a -u~ e di -t a -tu, ajπv ed ejξ con il dat., πvς. • Le parentele di conservazione dell’indoeuropeo: pedav, ajpuv, r > r r, m,n > . • Le similarità con l’eolico: l’insostenibilità di una origine comune (malgrado la tesi degli Achei/Argivi di O. Hoffmann, De mixtis Graecae linguae dialectis, 1888, accettata da P. Kretschmer e V. Pisani) e la possibilità di un’antica vicinanza peloponnesiaca. • Le similarità con lo ionico-attico: l’insostenibilità di un’origine comune (malgrado le tesi di W. Porzig, Sprachgeographische Untersuchungen zu den altgriechischen Dialekten, «IF» LXI [1954] 147ss., e di E. Risch, Die Gliederung der griechischen Il dialetto più ricco • Il dialetto più rappresentato (letteratura e iscrizioni) e meno differenziato internamente. • La lingua comune nella letteratura e nelle scritture ufficiali. • Dalla lingua comune alla lingua di cultura. L’attico e lo sviluppo di Atene • L’unificazione dell’Attica, la mancanza di colonie attiche. • L’affermarsi di una lingua ‘comune’ (gli avne~ eJlkecivtwne~ di Hom. Il. XIII 685 e il sunikismv~ di q`nai) e la scarsa sopravvivenza dei patois. Lo ionico, porta della Grecia • Contatti culturali e sintesi avanzate. • La geografia dello ionico: l’Eubea, le Cicladi (meno Tera, Melo, Coo, Cnido e Rodi), l’Asia Minore; la Calcidica, Italia (Cuma) e Sicilia, Massalia e Agde (non esiste una sola città ionica sul continente greco). • La sovrapposizione all’eolico (es. di Herodot. I 150 e della conquista di Smirne eolica da parte dei Colofonii), la ritirata di fronte al dorico (es. di Thuc. VI 4,6 e di Zancle sotto Anassila); la varietas dello ionico (rotacismo a Eretria di Eubea, la psilosi microasiatica); la lingua ‘comune’ nata dalla precoce civiltà mercantile ionica (l’eliminazione dei tratti locali). Caratteristiche ionico-attiche • I tratti comuni allo ionico e all’attico: la chiusura di a in (a in ae nel periodo comune e poi in e in parallelo nelle due parlate), l’abbreviamento in iato (e{w~), le contrazioni e la precoce caduta di , il passaggio dei nomina agentis in -tr a -t~, e{ter~ per a{ter~ (da *sm-teros), le desinenze in -a~ e in -e~ aggiunte agli acc. e ai nom. dei pronomi personali, iJ e aiJ per tiv e taiv, la 3 pers. pl. del passato in -san e il -n efelcistico, gli avverbi di luogo in -ου ({), le preposizioni non apocopate, a[n per ke. • I tratti distintivi: la pronunzia |ü| di υ ad Atene, ion. -rs- / att. -rr-, prvssw / prvttw (Eretria) / pravttw, psilosi / aspirazione, / gen. -ew / gen. -u (plivtew/plivtu), πvλιoς / Distribuzione delle stirpi: gli Eoli L’eolico: i tre gruppi • La costa settentrionale dell’Asia Minore da Smirne alle colonie ioniche dell’Ellesponto (la lotta tra Eoli e Ioni d’Asia, a partire dal IX sec. a.C.: l’esempio di Chio, Eritre, Clazomene, Focea) e l’isola di Lesbo (il VI sec. di Saffo e Alceo, e le iscrizioni del IV sec.): la prevalenza (culturale) del lesbico e la lingua del IV-III sec. (l’es. della baritonesi). • La Tessaglia: l’isolazionismo, gli allevatori e i periviki, la mancanza di unità politica, di una letteratura e di una lingua comune; la Tessaliotide (Farsalo e Ciero: i rapporti con il dorico) e la Pelasgiotide (Larissa). • La confederazione beotica e l’unitarietà; la scarsa penetrazione politicoculturale (gli esempi contrastanti di Pindaro e Corinna); la lingua unitaria (dall’età classica al II sec. a.C.) e le riforme del III sec. (e per i, u per |u|, u per i > |ü|, per ai > |e|, ei per ). • La variegata geografia dell’eolico (eolismi ‘fuori sede’) e l’accezione (non letteraria, non antica) di dialetto eolico. Caratteristiche eoliche • L’evoluzione labiale delle labiovelari in inizio di parola. • Le desinenze del presente per il participio perfetto attivo. • L’evoluzione scura della sonante (r, r contro ar, ra). r • Gli aggettivi patronimici (cf. il nuovo Posidippo, di Pella). I rapporti tra i tre gruppi • 1) Le concordanze lesbico-tessalico contro il beotico: e[mmi vs eijmiv. •2) Le concordanze beotico-tessalico contro il lesbico: givnumai vs givgnmai, givnmai •3) Le concordanze lesbico-beotico: ejkavlessa, pedav. strt~, •4) La posizione del beotico e gli influssi nordoccidentali (da non sopravvalutare, malgrado Pisani, che considera il beotico un dialetto a parte, in coda ai dialetti dorici): Qeiripivwn, Kallivqeiri~, tiv. •5) La posizione del lesbico e gli influssi ionici microasiatici: ti > si, prtiv > prv~, ejn + acc. > ejn~ (att. eij~), rr, ll, mm, nn nei gruppi con j s, psilosi e baritonesi, scomparsa del , mantenimento del suono sd, L’ultima invasione indoeuropea • L’enorme estensione del gruppo occidentale: i pochi che governano sui molti (Thuc. IV 126) e la guerra come stile di vita (Plat. Leg. 625d). • Dori del nord (aperti e pacifici) e Dori del sud (chiusi e bellicosi). • Le tre tribù (i Dori tricavike~ e JUll`e~, Duma`ne~ e Pavmfuli ad Argo, Sicione, Corcira, Epidauro, Megara, Creta, Tera, Coo, Cirene, Agrigento: la quarta tribù locale) e la successiva costituzione spartiate di Licurgo. I sette e[qn L’estensione del territorio dorico • Corinto, Argolide, Laconia e Messenia • Le Cicladi meridionali e le Sporadi (Melo, Tera, Càrpato, Coo, Rodi, Telo), Cnido e Alicarnasso, Citera e Creta • Le colonie megaresi del Ponto Eussino (Calcedonia e Bisanzio), Corcira, Cirene (630) • Magna Grecia (Sibari, Crotone, Metaponto, Poseidonia achee, Taranto laconica > Eraclea sul Siri [432]) • Sicilia (Siracusa calcidese [734] e Archia corinzio, Megara Iblea > Selinunte [650], Gela rodio-cretese [690] > Agrigento [580]). Documentazione del dorico • La letteratura dorica: la lirica corale e l’alta formalizzazione letteraria, i frammenti di Epicarmo e Sofrone, le mimesi aristofanee, la prosa dei Dissoi Logoi, il corpus teocriteo, gli scritti ‘regolarizzati’ di Archimede). • Le iscrizioni laconiche, argive, cirenee (i/ti, ekassa/ekisa), cretesi • La grande legge di Gortina e la kinv siracusana. •I patois dei signorotti feudali (l’es. di mikkiciddvmeni = mikizvmeni) versus la kinv ionica. • Il greco del NO e la sua parentela solo formale con il dorico: Focide (Delfi), Locride, Etolia, Acarnania, Epiro; la posizione Caratteristiche doriche • La conservazione di -a, di , di -ti alla 3 pers. sing. dei verbi, di -me~ alla 1 pers. pl. (solo a Delfi nel gruppo NO), degli infiniti -men e -en, di ka e di aij, di tevtre~ per il numerale 4. • Le innovazioni: la contrazione in di a + |e|, la semplificazione del gruppo tw in tevtre~, basilev~, nin, gli aoristi in -xa dei verbi in -zw e i futuri in -sevmai, -sevw (‘dorici’, ma non solo: om. ejssei`tai, att. feuxu`mai), la sintassi aij ti~ ka. • Tracce di innovazioni: il futuro tevlmai, “sarò” (Creta, Cirene), il perfetto ivsami (< ivsanti) (Cirene, Siracusa), il passaggio di s intervocalico a -h- (laconico e argivo). • Doris severior (Laconia, Taranto, Cirene, Creta) e Doris mitior? I complessi rapporti tra i dialetti • Gruppo -ti: ejstiv, tiv~ || ion. att. arc. cipr. lesb. -si / gr. occ. panf. beot. tess. -ti. || ion. att. arc. lesb. ei[ksi / panf. beot. gr. occ. (f)ivkati. • Dativo pl.: ion. att. -si / eol. panf. gr. nordocc. -essi / gr. (nord)occ. (seriore) -i~ || ion. lesb. panf. -isi / att. arc. cipr. beot. tess. gr. occ. -i~. • Articolo-dimostrativo: ion. att. arc. cipr. lesb. tess. (Pelasgiotide) cret. iJ / tess. (Tessaliotide) beot. gr. occ. tiv. • Infiniti atematici: ion. att. arc. cipr. -nai / lesb. -menai (e[mmenai e aor.) e -n (divdwn, [mnun, mequvsqn, ecc.) / tess. beot. gr. occ. -men. • Ion. att. ktavmai / gr. occ. pavmai || ion. att. buvlmai / gr. occ. dvlmai, deivlmai. • Preposizione ejn: gr. nordocc. beot. tess. arc. cipr. ejn + dat. o acc. / dor. ion. att. lesb. panf. ejn + dat. o ejn~ (eij~, ej~) + acc. • Modali e temporali: ion. att. arc. a[n / lesb. tess. cipr. ke(n) / beot. gr. occ. ka || ion. att. arc. cipr. {te / panf. gr. occ. {ka / lesb. Estremi e medî • Gruppo eolico: lesbico più vicino allo ion. att., e beotico e tessalico più vicini al gruppo occidentale. • Gruppo acheo: arcadico più vicino allo ion. att., e cipriota e panfilio più vicini al gruppo occidentale. • I rapporti tra panfilio, lesbico e dorico. Commistioni e contaminazioni • Ponto Eussino, Sicilia, Italia meridionale. • Ionico/eolico, attico/beotico, arcadico/laconico e argivo. • Delfi, i giochi olimpici, l’alfabeto. • La terra che divide, il mare che unisce: il dominio sul Mediterraneo orientale e kuberna`n. • Dalla guerra alla ‘pace’: l’evoluzione di pvli~ da ‘cittadella’, ‘piazzaforte’ (ai. pur, lit. pilis) a ‘città’, ‘stato’. • Apertura (gli Ioni: il ‘meticciato’) e chiusura (i Dori: il carattere di Sparta, l’involuzione di Creta, l’eccezione di Corinto e Siracusa). • Differenziazione e unificazione linguistica: il processo che porterà alla kinv. “Non vi è nessuna fase storica in cui si possa dire che una parlata greca è del tutto autonoma” (A. Meillet) [email protected]