STORIA DELLA LINGUA
GRECA
Laurea Triennale
a.a. 2006-2007
C. Neri
[email protected]
L’ombra di Theuth e la
‘presunzione della sapienza’
Platone, Fedro 274c-275b
Gli obiettivi del corso
• storia antica della lingua greca
(19.2-4.4)
• leggere un testo integrale e fare lezione
(14.4-22.5)
• studiare e fare ricerca insieme
(seminario aggiuntivo in orario da destinarsi:
lunedì dalle 15 alle 16?)
I metodi del corso
• scalette e dispense online
(www.classics.unibo.it/)
([email protected])
• la verifica finale
(23.5)
Essenza e funzioni di una lingua
•
•
•
•
•
•
•
un pericolo
uno strumento di comunicazione
un istituto sociale
un sistema logico-matematico
una costruzione in evoluzione
un mondo parallelo
un’intersezione tra diacronia e sincronia
Che cosa scegliere...
O. Hoffmann-A. Debrunner-A. Scherer, Storia
della lingua greca, trad. it. Napoli,
Macchiaroli, 1969,
A. Meillet, Lineamenti di storia della lingua
greca, trad. it. Torino, Einaudi, 19812,
L.R. Palmer, The Greek Language, London,
Faber, 1980.
Per lo studio dei dialetti greci, Y. Duhoux, Introduzione alla
dialettologia greca antica, trad. it. Bari, Levante, 1986;
L. Bottin, Testi greci dialettali, Padova, Imprimitur, 2000.
Una lingua ‘stagionata’: la lunga
storia del greco
• l’età storica e le fasi
• la scrittura e l’alfabeto
• l’età preistorica: la comparatistica
L’età storica e le fasi del greco
a) Il periodo antico: dai primi documenti al 394
d.C. (la divisione dell’impero romano)
- fase dialettale: fino alla morte di Alessandro
Magno (323 a.C.)
- fase ellenistica e romana: lo sviluppo della
κοινv
b) Il periodo bizantino: dal 394 al 29 maggio
1453 (la conquista di Costantinopoli)
c) Il periodo moderno: dal 1453 a oggi
La scrittura
M
a
v
V
S
m
s
D
Ideogrammi e logogrammi
5
Dagli ideogrammi alle sillabe
sumero ti = ‘vita’, ‘freccia’
sumero ki = ‘terra’
Dalle sillabe all’alfabeto
• ka, ke, ki, ko, ku
• kx
• kx, a, e, i, o, u
• k + a, e, i, o, u
La formazione dell’alfabeto
Le ‘matres lectionis’: ’aleph ()), yod (y), waw (w)
Le vocali e l’aspirata: )>Α, y>Ι, w>Υ (e ), h>Ε, (>Ο, x>Η
Le sonanti: l>Λ, m>Μ, n>Ν, r>Ρ
Le occlusive: b>Β,
g>Γ, d>Δ, p>Π, k>Κ, t>Τ, q>, +>Θ
Le sibilanti: c, s # > Σ (Ξ),
z>Ζ
Il primo risultato: Α Β Γ Δ Ε  Η Ζ Θ Ι Κ Λ Μ Ν Ο Π  Ρ Σ Τ Υ
Il perfezionamento dell’alfabeto
a) ΠH > Φ
ΚΗ/Η > X
b) L’alfabeto orientale
L’alfabeto occidentale
ΠΣ > Ψ
ΚΣ/Σ > Ξ
(Φ = ph, Χ = kh, Ψ = ps, Ξ = ks)
(Φ = ph, Χ = ks, Ψ = kh, Ξ = -)
c) La psilosi e l’economia: Η = e aperto (≠ Ē), Ω = o aperto (≠
Ō)
d) Il decreto ateniese Archino/Euclide (402/403 a.C.):
ΑΒΓΔΕΖΗΘΙΚΛΜΝΞΟΠΡΣΤΥΦΧΨΩ
I molti alfabeti greci
http://poinikastas.csad.ox.ac.uk/
Dalla storia alla preistoria:
la comparatistica
• La continuità linguistica tra conservazione e
innovazione (una lingua è continuo movimento) .
• Concordanze sistematiche tra le forme di diverse fasi
storiche di una lingua e corrispondenze regolari tra le
particolarità delle diverse parlate derivate da una
preesistente unità linguistica.
• I cambiamenti, le regole determinate, la ‘simmetria del
cambiamento’.
• Le parlate indoeuropee: consonanze fonetiche,
morfologiche (la flessione) e lessicali, differenze nella
flessione verbale e pronominale e nel lessico; i dialetti
‘interni’ all’indoeuropeo
Tassonomia dell’indoeuropeo
A. Gruppo orientale
sanscrito o antico indiano
[ai.]
antico persiano (iranico e avestico)
[ap.: iran. e av.]
tocario (orientale e occidentale)
[toc.]
ittito e luvio
[itt.]
armeno
[arm.]
tracio e frigio
[trac., frig.]
macedone
[mac.]
illirico-albanese
[alb.]
baltico (lituano, lettone, antico prussiano) [balt.: lit. lett., apruss.]
slavo (russo, polacco, ceco, serbo-croato, [sl.: rus., pol., cec., serb.-cr.,
sloveno, bulgaro)
slov., bulg.]
Tassonomia dell’indoeuropeo
A. Gruppo occidentale
italico (ligure, veneto, osco-umbro, latino)
[it.: lig., ven., osc., lat.]
germanico (svedese, norvegese, islandese, danese, gotico-tedesco)
[germ.: sved., norv., isl., dan., got. (a)ted.]
celtico (gallico, gaelico, gallese, cambrico, bretone, cornovagliese)
[celt.: gall., gael., gs., cambr., bret., corn.]
Lingue non indoeuropee: iberico, basco, etrusco, finnico, estone,
ungherese, turco
L’indoeuropeo:
una lingua o un insieme di dialetti?
• Ogni lingua comune presuppone un’unità
politica e culturale, anche se può sopravvivere
al dissolversi di un’unità nazionale.
• Ogni lingua comune risulta dall’estendersi di
una lingua predominante oltre i suoi confini (il
diffondersi di una lingua è sempre il
diffondersi di un tipo di cultura).
• Ogni lingua comune che diventa ‘imperiale’
tende nuovamente a differenziarsi in molte
varietà dialettali.
L’indoeuropeo:
una lingua o un insieme di dialetti?
• Le concordanze sistematiche e le differenziazioni
antiche.
• La non coscienza dell’unità originaria.
• La geografia: le progressive invasioni da nord a sud
e da est a ovest, e la vaghissima localizzazione tra
l’odierna Polonia e il Tibet.
• La cronologia: l’indoeuropeo del terzo millennio (i
metalli, l’agricoltura) e l’affacciarsi delle singole
parlate tra il XVII-XVI sec. a.C. e il XVI-XVII sec.
d.C.
La posizione del greco
• In linguistica, come in filologia, conta la
concordanza in innovazione (= errore in filologia)
per stabilire le parentele.
• Lingue occidentali e orientali, lingue satem e
centum.
• Poca rilevanza delle concordanze del greco con il
latino e con l’osco-umbro (che fanno gruppo,
invece, con celtico e germanico), concordanze con il
gruppo orientale, in particolare con l’armeno.
• La ‘solitudine’ del greco (la mancanza di una lingua
comune indoeuropea che gli sia ‘gemella’).
Una cartina indoeuropea?
Russia
meridionale
[ugro-finnico]
baltico
slavo
indo-iranico
celtico germanico
italico
steppe
tocario
ittito
armeno
albanese macedone
tracio frigio
greco
Mar Nero
anatolico
corsivo = lingue satem
tondo = lingue centum
Greco originario o gruppo di dialetti
greci?
• Le differenze dialettali sono tarde, tranne -μεν/-μες,
τότε/τότα/τόκα, εij/αij, a[ν/κε (che potrebbero
essere residui di una differenziazione originaria dopo un
periodo di livellamento). Le divergenze tra A. Meillet e
A. Scherer.
• La mancanza di una documentazione storica delle fasi
di passaggio e delle ‘innovazioni’.
• Il greco lingua di conquista: imperializzazione e
trasformazioni interne.
• Il processo ‘a fisarmonica’: la costruzione di nuove
lingue comuni ‘interne’ al greco.
I dialetti o un greco comune?
A. FENOMENI DI CONSERVAZIONE
• le opposizioni vocaliche a, e, o (con armeno e italoceltico, e contro indoiranico e germanico)
• il significato ‘tonico’ e semantico (non intensivo né
metrico) dell’accento (come in lituano, in serbo, in
giapponese, in alcuni dialetti africani)
• il ritmo quantitativo (sillabe brevi e sillabe lunghe)
B. INNOVAZIONI INDOEUROPEE
• le vocali protetiche davanti alle sonanti, a  e ai
gruppi consonantici
I dialetti o un greco comune?
•
•
•
•
C. INNOVAZIONI ELLENICHE
il sistema consonantico
il suono s, semivocali e sonanti (y, u/w,
|l|, |r|, |m|, |n|: la generale tendenza
all’assordimento e alla semplificazione)
il sistema vocalico e i dittonghi (progressivamente
scomparsi, prima nel beotico, poi nel greco dell’età
volgare e nel greco moderno, ma conservati in gran
parte nel lituano)
la caduta delle consonanti finali e l’uniformazione
delle finali in vocale, dittongo o n, r, ~, le
leggi dell’accento (‘eccezioni’: fmi,
eijmi,
labev,
ijdev,
Je suis le Ténébreux, - le Veuf, - l'Inconsolé,
Gall, amant de la reine, à la Tour Magne à Nîmes :
Ma seule Étoile est morte, - et mon luth constellé
Galamment, de l'arène, alla - tour magnanime -
Dans la nuit du Tombeau. Toi qui m'as consolé,
Voici le Pausilippe et la mer d'Italie,
La fleur qui plaisait tant à mon coeur désolé...
Vois si le Pô s'y lie ? Paix : l'âme erre, dit Thalie.
Suis-je Amour ou Phoebus ?... Lusignan ou Biron ?
Ma lippe est rouge encor d'un hommage de Reine
(Mali, Pérou... j'encorde un homme. Ah ! jeu de rênes...)
Et j'ai deux fois vainqueur traversé l'Achéron,
Égrenant tour à tour à la lyre d'Orphée :
Aigre Nantes... Hourrah, Tours ! Hallali... Re-dors, fée !
Gérard de Jet-rare
Le général Joffrin nous dit: A Toul, ai perdu mon
dentier.
En général j'offre un outil à tous les pères du monde
entier.
Viens dans mon sein doux pour y goûter la vie
d'ange.
Viens dans mon saindoux pourri, goûter la vidange.
Les jeux de mots laids sont pour les gens bêtes,
Les jeux de mollets sont pour les jambettes.
À Lesbos, à Tyr, l'évangile est appris.
Ah ! Laisse, beau satyre, l'Ève en gilet t'a pris.
Il sistema fonetico
• La tenuta dei sistemi vocalico (a, e, o, più le
semivocali i ed u) e consonantico (l’assenza di suoni
come it. ci, e sl. car, zar, lat. cinerem / it. cenere / fr.
cendre), l’opposizione solo binaria delle quantità
( e -).
• Le cadute intervocaliche di |y|, |w| e |s| e gli incontri
vocalici (N.B.: le contrazioni costituiscono una fase
successiva al greco comune).
• L’indebolimento di -s- e la progressiva
spirantizzazione delle occlusive dolci e aspirate (s > h,
b > v, etc.).
Il sistema morfologico
• La conservazione del sistema flessivo:
temi e desinenze
• Le funzioni: numero, persona, maschile/
femminile/neutro, casi.
• La semplificazione progressiva
• Il crollo del sistema indoeuropeo delle
radici semantiche.
Elogio di una rosa
Rosa della grammatica latina
che forse odori ancor nel mio pensiero
tu sei come l’immagine del vero
alterata dal vetro che s’incrina.
Fosti la prima tu che al mio furtivo
tempo insegnasti la tua lingua morta
e mi fioristi gracile e contorta
per un dativo od un accusativo.
Eri un principio tu: ma che ti valse
lungo il cammino il tuo mesto richiamo?
Or ti rivedo e ti ricordo e t’amo
perché hai la grazia delle cose false.
Anche un fior falso odora, anche il bel fiore
di seta o cera o di carta velina,
rosa della grammatica latina:
odora d’ombra, di fede, d’amore.
Tu sei più vecchia e sei più falsa, e odori
d’adolescenza e sembri viva e fresca,
tanto che dotta e quasi pedantesca
sai perché t’amo e non mi sprezzi o fori.
Passaron gli anni: un tempo di mia vita.
Avvizzirono i fior del mio giardino.
Ma tu, sempre fedele al tuo latino,
tu sola, o rosa, non sei più sfiorita.
Nel libro la tua pagina è strappata,
strappato il libro e chiusa la mia scuola,
ma tu rivivi nella mia parola
come nel giorno in cui t’ho “declinata”.
E vedo e ascolto: il precettore in posa,
la vecchia Europa appesa alla parete
e la mia stessa voce che ripete
sul desiderio di non so che cosa:
Rosa, la rosa
Rosae, della rosa…
Il sistema morfologico
A. IL SISTEMA VERBALE
• Verbi radicali e verbi denominativi (-av, ev,
-v,
-av, -iv, -uv, -uv,
-iv, -, -

 < ie. *-yo), la
coniugazione regolare (il paradigma), la progressiva crisi del
perfetto, nomi radicali (zugvn) e nomi derivati
(zeu`gma).
• L’estensione (massima) del participio e dell’infinito (privo
però di flessione prima dell’articolo), la limitazione
dell’aggettivo verbale e delle forme perifrastiche (che invece
abbondano in latino).
• L’opposizione aspettuale presente/aoristo/perfetto, modale
indicativo/congiuntivo/ottativo (mantenuta solo dal vedico e
Il sistema morfologico
B. IL SISTEMA NOMINALE
• La conservazione delle alternanze vocaliche e della
caratterizzazione accentuativa dei casi nel sistema
nominale.
• La semplificazione dei casi da 8 a 5 (l’eliminazione dei
casi a valore concreto).
• La semplificazione della declinazione dei dimostrativi.
• L’opposizione tra animato e inanimato, il neutro
plurale (con l’accordo del verbo al singolare, come solo
nelle Gatha dell’Avesta), la progressiva
scomparsa del duale (salvo che nell’attico).
• La varietà formale e l’unificazione della kinv
(ma non ai livelli di monotonia del turco o del finnico).
Il sistema sintattico
• La libertà dell’ordo verborum, che è così funzionale
all’espressività e non alla grammatica.
• Le piccole parole accessorie (al II posto della frase) e
gli stacchi espressivi.
• L’articolo e la sua funzione ‘associativa’.
• Una lingua ‘intellettuale’: l’eliminazione degli
elementi affettivi e concreti (nel verbo, i desiderativi,
gli iterativi, i causativi, gli intensivi; nel nome, gli
strumentali, i locativi, gli ablativi)
• L’esempio della comparazione (intensivi e distintivi
diventano parimenti comparativi).
Gli iv e il Mediterraneo
• Le ‘innovazioni elleniche’ (fonetiche e grammaticali)
e il tasso di ‘indoeuropeo’ nel lessico greco.
• Vestigia linguistiche ‘mediterranee’: l’‘etrusco’ di
Lemno, eteocretesi ed eteocipri, i minoici.
• Lingue e grafie sconosciute: un problema di metodo
(l’impossibilità di comprendere una lingua, la cui
tradizione si sia interrotta, senza traduzioni in altra
lingua conosciuta o senza forti somiglianze con altra
lingua conosciuta; la decifrabilità di una lingua
conosciuta ‘nascosta’ sotto una grafia ignota).
• Nomi propri (antroponimi, toponimi, teonimi: la
cautela necessaria di fronte a questo materiale,
variabile e ‘insensato’) e dati archeologici.
Migrazioni e invasioni
• Gli Ittiti e i Luvi dal 2000 al 1200: strutture
indoeuropee, lessico ‘nuovo’ (rapporti con gli
Ahhijawâ).
• Gli Arya (l’iscrizione cappadoce del XIV sec. con
divinità indoiraniche: Indra, Nasatya, Mitra,
Varuna) e il regno di Mada (M`di) tra
XIV e XIII sec. a.C.
• Illiri, Macedoni, Traci, Frigi dalla parte settentrionale
della penisola balcanica (XIII sec. ca.).
• Le altre popolazioni anatoliche: Lici (estese
iscrizioni funebri), Lidi, Cari. Le popolazioni
caucasiche.
Ittiti e Luvii
Vicinanze ineffettive e contatti tardi
• Popolazioni semitiche: gli Assiri-Babilonesi (l’accadico e i caratteri cuneiformi); i Fenici, il passaggio dal
sillabario all’alfabeto e i termes de civilisation
(kavd~,
savkk~,
crusv~,
citwvn,
mna`,
muvrra) forse derivati da un sostrato comune.
• L’Egitto (XIII sec. Akaiwuši) e le popolazioni
nordafricane (libico, dialetti berberi).
• La regione adriatica: l’albanese (dal XV sec. d.C.;
prestiti latini, greci, slavi, italiani) e l’italico.
• La regione iberica (iberico, basco, catalano, sardo) e
le lingue celtiche.
Le lingue viciniori
• Gli Illiri: iscrizioni nordoccidentali e doriche.
• I Macedoni: la mancanza di documenti (glosse, nessuna iscrizione); il mutamento delle aspirate in sonore;
le forti affinità con il greco: dialetto greco aberrante o
lingua ie. ‘gemella’ del greco?
• I Traci dai Carpazi all’Asia Minore (1200 a.C. ca.):
la lingua oscura (toponimi e antroponimi); il culto
delle Muse (dalla Pieria a Tespie e sull’Elicone) e di
Dioniso.
• I Frigi dalla penisola balcanica all’Asia Minore: i
rapporti più stretti con baltoslavo, greco, armeno,
indoiranico che non con il tracio; gli influssi ‘tardi’ del
greco imperiale sul ‘neofrigio’.
Lo strato ‘egeo-anatolico’
• Pelasgi (dalla Tessaglia a Creta: indoeuropei pregreci per V. Georgiev, A.J. van Windekens), Lelegi
(dalla Grecia centrale all’Asia Minore), Cari.
• Le
popolazioni
anatoliche
(l’anatolico
di
P. Kretschmer, Einleitung in die Geschichte der
griechischen Sprache, Göttingen 1896) e il rapporto
con il ceppo ittito-luvio e con le lingue caucasiche.
• Toponimi ‘anatolici’; antroponimi e teonimi.
• Case e ambienti, utensili e suppellettili, piante,
animali, metalli, armi, mare, danza, sovranità.
Ittiti-Luvi-Lici
*ghesr-, “mano”
kesar (ittito antico)
kesera (ittito classico)
kisari, kisri, yesar(i) (luvio antico)
isari (luvio cuneiforme)
istri (luvio geroglifico)
izri (licio)
Indoeuropei e mediterranei
• La laicizzazione delle forze divine (gli astratti
u{dwr e pu`r, la sostituzione di nomi divini
come uox e lux con nomina actionis come
fuv-si~) e l’umanizzazione degli dèi
(Zeuv~ u{ei > Zeuv~ eschileo).
• La soppressione dei tabù (es. il nome dell’orso e del
cervo).
• La riduzione delle forme affettive ed espressive (la
lingua dei bambini).
• Fonetica greca e fonetica egea: l’abbandono delle
sonore aspirate (così a Cipro, nelle lingue caucasiche e
in armeno, nelle lingue semitiche, in etrusco, in
I primi documenti alfabetici
1. CEG 432 (740-725 a.C.)
h;~ nu`n jrcest`n
pavntn ajtalvtata
paivzei,
t` tvde kl.min (sic) vacat
|| t`tn ejkluvmen vel tu`
tvde kammevnu temptt. edd. : «post
t` tvde appellationem vasis neutri generis
expectaveris», Hansen
2. CEG 454 (735-720 a.C.)
Nevstrv~
:
e[ijm]j
eu[pt[n] : ptevrin. |
:
Michael Ventris (12.7.1922-6.9.1956)
Sir Arthur Evans
(8.7.1851-11.7.1941)
Heinrich Schliemann
(6.1.1822-26.12.1890)
Le tre Età del Bronzo in Grecia
• Età del Bronzo antico: 2800-1900 a.C.
• Età del Bronzo medio: 1900-1600 a.C.
• Età del Bronzo recente: 1600-1100 a.C.
Le tavolette cretesi
Tavolette a foglia di palma
Tavolette a piena pagina
I ‘geroglifici’
Il disco di Festo
Il lineare A
Il lineare B
Ipotesi sul rapporto tra lineare B e A
1) L’ortografia ‘reale-palaziale’ (A. Evans).
2) La stessa lingua in grafia ‘non gotica’
(G. Pugliese Carratelli).
3) L’adattamento di una grafia a un’altra
lingua.
• Le linee-guida e il sistema numerale.
• Il ritrovamento di lineare B in altri siti.
Cunei a Cipro e in Anatolia
Il sillabario cipriota
Sillabario cipriota e Lineare B
Pubblicazioni nel buio
• Scripta Minoa I (A. Evans, 1909)
• Le 38 tavolette trascritte e pubblicate
da Johannes Sundwall (1935).
• La morte di A. Evans (1941).
• I documenti in Lineare A (G. Pugliese
Carratelli, 1945).
• Scripta Minoa II (J. Myres,
E.L. Bennett, A. Kober, 1952).
Nuove scoperte
• Carl Blegen e la scoperta di Pilo (1939:
600 tavolette).
• Alan J.B. Wace e la scoperta delle
tavolette di Micene (1952: 50 tavolette).
• Le più recenti scoperte a Tebe, Orcomeno, Tirinto: la rivoluzione della cronologia (dal 1750 al 1200 a.C. ca.).
I siti del Lineare B
Lineare B oltre Creta
• Bottino dei pirati?
• Scribi minoici per signori micenei?
• Micene non greca?
• Creta greca?
La natura della grafia
Gli ideogrammi e il contesto
I numerali
La tabella
Speranze e fallimenti
• Tirare a indovinare o analizzare metodicamente i testi?
• Greco o non greco?
• Il basco e l’etrusco.
• Le lingue ‘inventate’.
Il nome di Posidone
• Axel Persson:
• Asine, presso Nauplia (nordest del
Peloponneso);
• la scritta sul bordo di un’anfora;
• il confronto con il sillabario cipriota;
• po-se-i-ta-wo-no-se.
Il basco
• Frank G. Gordon, Through Basque to
Minoan, Oxford 1931:
• associare un segno a un oggetto;
• nominare l’oggetto a partire dalla lingua
prescelta come ‘parente’;
• “the lord walking on wings the
breathless path, the star smiter, the
foaming gulf of waters, dogfish smiter...”.
Il principio acrofonico
• Melian Stawell, A Clue to the Cretan
Scripts, London 1931:
• associare un segno a un oggetto;
• nominare l’oggetto in greco assegnando
al segno il suono della sillaba iniziale del
nome greco;
• Ana, Sao; koo, thea, Re, “Sorgi, salvo!
Ascolta, dea Rea!”.
L’etrusco
• Michael Ventris, “American Journal of
Archaeology” 1940:
• gli Etruschi: dall’Egeo all’Italia;
• “The theory the Minoan could be
Greek is based of course upon a
deliberate disregard for historical
plausibility”.
Una lingua semitica
• K.D. Ktistopoulos, “Accademia di
Atene” 17.5.1948:
• l’analisi statistica;
• “Divinità suprema, della potente stella
dei troni, suprema misericordia delle
parole di consolazione, supremo datore
delle profezie...”.
L’ittito
• Bedřich Hrozný, Les inscriptions
crétoises. Essai de déchiffrement, Prag
1949:
• ittito, iscrizioni pre-indoeuropee della
valle dell’Indo, cipriota, egiziano, tavolette cuneiformi, fenicio;
• “Distretto di Hatahua: il palazzo ha
finito tutto. Il distretto di Sahurita è una
campo cattivo...”.
Greco e pre-greco
• Vladimir I. Georgiev, Problemi di
lingua minoica, Sofia 1953:
• la lingua pre-ellenica del mediterraneo;
• le parentele con l’ittita e con il gruppo
anatolico;
• thetàaranà make, “alla grande aquilanonna”.
Indici, frequenze, funzioni dei segni
• Ernst Sittig (1950):
• le liste di frequenza in lineare B e nelle
iscrizioni ciprie;
• 3 segni su 14 così identificati sono stati
poi provati giusti (11 su 32 quelli
identificati, con un sistema analogo, da
John Myres nel 1952).
I determinativi di A. Evans
• i segni ‘categoriali’ (come le nostre
maiuscole): CITTA’, NOMI, PIANTE;
• il determinativo della ‘sovranità’:
• il determinativo della ‘sacralità’:
Indizi e ragionamenti
• A. Evans, e i puledri seguiti da po-lo.
• A. E. Cowley: donne, bambini e bambine.
• Emmett L. Bennett: pesi, misure e
‘varianti’. Alice Kober e le ‘triplette’:
Un codice segreto
• lingua conosciuta sotto segni sconosciuti
• lingua sconosciuta sotto segni conosciuti
• lingua sconosciuta sotto segni sconosciuti
• I metodi della crittografia (la seconda
guerra mondiale e il ruolo di John
Chadwick).
• Gli ideogrammi e i segni sillabici (89?).
Il metodo combinatorio
• Gli ideogrammi per uomini e donne: nomi propri
e mestieri.
• Il rapporto univoco tra una sequenza e un
ideogramma e più sequenze associate allo stesso
ideogramma.
• Il questionario del 1950 (Mid-Century Report:
The Languages of the Minoan and Mycenaean
Civilization): Bennett, Bossert, Grumach, Schachermeyr, Pugliese Carratelli, Peruzzi, Georgiev,
Ktistopoulos, Sundwall, Myres (Hrozny, Kober).
Verso la decifrazione
• La
ricostruzione di un contesto (idionimi, corporazioni, toponimi, ragazzi e ragazze).
• Le vocali, il segno 78, gli errori ricostruibili.
• La declinazione: la costruzione di una
griglia.
Il segno 78
36-14-12-41
70-27-04-27
51-8004-78
11-02-70-27-04-27-78
6139-58-70-78
61-39-77-72-38-75-78
77-70
06-40-36
03-5936-28-78
{28}\38/-44-41-78
... A e B e per A e per D e E ... e Y e Z.
Costruzione di una griglia
La prima griglia
Evoluzione
Indizi significativi
• Nomi non di persona, seguiti da liste di
beni e da numerali con cifre molto alte.
• Corporazioni e toponimi
• 08-73-30-12: a-mi-ni-so
• 70-52-12: ko-no-so
• 70-42: ko-wa
70-54: ko-wo
• 05-31: to-sa (nelle formule totalizzanti)
La griglia vocalizzata
BBC-Third Programme (6.1952)
• John Chadwick:
• l’attività filologica;
• l’attività spionistica;
• le tavolette di Pilo;
• la cattedra a Cambridge.
La collaborazione Ventris-Chadwick
• Gli scambi epistolari e le correzioni
incrociate.
•Evidence for Greek Dialect in the
Mycenaean Archives, “JHS” LXXIII
(1953) 84-103.
• On the Threshold?, “Times” 26.6.1953
• Documents in Mycenaean Greek,
Cambridge 1956 (le tre sezioni)
Conferme da Pilo
La lettera di Carl Blegen (maggio 1953):
Conferme da Iraklion
• Chadwick e N. Platon (primavera 1955).
• La tavoletta ritrovata con teste equine.
• i-qo, o-no, po-ro.
Altre conferme ideografiche
La tavoletta dei pugnali
• Un segno, settanta sillabe? (es. ka)
• La riduzione delle possibilità.
• Il contesto e gli ideogrammi.
Il successo
• Il congresso di Copenhagen (agosto
1954) e quello di Gif (aprile 1956)
• I favorevoli: L.R. Palmer, E.L. Bennett,
G. Björck, A. Furumark, M.S. Ruipérez,
E. Sittig, M. Nilsson, J. Friedrich,
I. Gelb, P. Chantraine, M. Lejeune
• I contrari: N. Platon, A.S. Beattie,
E. Grumach, H. Bengtson
Un greco ‘di servizio’
1) Le sillabe: vocali (a, e, i, o, u, a2), dittonghi (a3/ai?), sillabe
aperte (ra-, re-, ri-), sillabe a doppia consonante (dwo-, pte-);
2) Mancanza di quantità: ko-wa, po-me, i-jo-te, pa-te, ti-ri-po;
3) Dittonghi: po-me/koi-no, qo-u-ko-ro, a3-ku-pi-ti-jo, de-we-ro-;
4) Unica serie per le liquide (do-e-ro, ri-no) e per le occlusive
(tranne d: da-mo, te-o-jo);
5) Omissioni di: consonanti finali (pa-te, po-me), nasali e liquide
davanti a occlusiva e in fine di parola (a-to-ro-qo, a-re-ka-sa-dara), sibilanti davanti a consonante e in fine di parola (pe-mo,
koi-no; tranne m: de-so-mo);
6) ripetizione delle vocali nei nessi consonantici: wa-na-ka-(ke)te, ku-su, re-po-to, ku-pe-se-ro, po-to-ri-jo [ptvli~], poti-ni-ja, qi-si-pe-e  wa-na-ka, po-mi-ni-jo, po-pi.
Un greco arcaico
1) mantenimento di a: da-mo, a-ta-na;
2) forme non contratte: e-ke-e, do-e-ra;
3) sviluppo di una semivocale di passaggio: i-jo (uiJv~), i-je-re-ja; ui > i: i-jo;
4) esiti delle sonanti: a-mo, pe-mo, pa-ro, a-pu, qe-to-ro-po-pi, to-pe-za, ma-ra-ku
[bracuv~];
5) j > h o z (o = {, ze-u-ke-u-si), sorda + j > s (pa-sa-ro, pa-sa), sonora + j > z (peza), sj > j (gen. -oio da -osjo), ki/ke/gi/ge + vocale > z (o gutturale palatale) + vocale
(su-za, ai-za), conservazione di w (wo-no);
6) sonore aspirate > sorde (e-ke), d per l (da-pu3-ri-to-jo), conservazione delle
labiovelari (qe-to-ro-we, i-qi-ja), tranne che prima e dopo u (qo-u-ko-ro), mancato
passaggio di m a n (e-me);
7) caduta della sibilante iniziale (e-me, e-qo-te, a2-te-ro), ti/thi > si (ko-ri-si-jo),
semplificazione dei nessi con sibilante (me-no, mnv~, lat. mensis);
8) varianti (a/o [ma/mo], a2/e [fiavl/fievl], a/u [da-ma-te/du-ma-te,
davmarte~], e/i [dentale + -emi- > -imi-: a-ti-mi-te], e-pi/o-pi, o/u, u/i) e
lingua scritta;
Morfologia: temi in -a
sing. N. -a (do-e-ra, e-qe-ta).
G. -a (di-wi-ja), -ao (qu-qo-ta-o).
D. -a (po-ti-ni-ja, ra-wa-ge-ta).
A. -a (ki-ti-ta).
dual. N.A. -o (ko-to-no), -ae (e-qe-ta-e).
G.D. -oi (wa-na/no-soi).
pl.
N. -a (e-qe-ta)
G. -ao (e-re-ta-o).
D. -ai (ku-na-ke-ta-i).
A. -a.
Morfologia: temi in -o
sing. N. -o (do-e-ro)
G. -ojo (di-wo-ni-so-jo).
D. -o (da-mo).
A. -o (ri-no).
dual. N.A. -o (pa-sa-ro).
G.D. -o.
pl.
N. -o (du-to-mo, drutvmi), -a.
G. -o (a-ne-mo).
D. -oi.
A. -o (si-a2-ro, siavlns), -a (do-ra).
Morfologia: temi in consonante
sing. N. - (pa-te, ti-ri-po)
G. -o (po-me-no, pimevn~).
D. -e (po-de, a-ti-mi-te), -i.
A. -a.
dual. N.A. -e (ti-ri-po-de).
G.D. -oi.
pl.
N. -e (to-ra-ke), -a (ke-ra-a).
G. -o?
D. -si (pa-si).
A. -e (a-ko-so-ne), -a (tu-we-a, quvea).
Morfologia: temi in dittongo
sing. N. -eu (ka-ke-u, calkeuv~)
G. -ewo (i-je-re-wo, iJer`~).
D. -ewe (ka-ke-wi, calk`i).
A. -ewa?
dual. N.A. -ewe (ke-ra-me-we).
G.D. ?.
pl.
N. -ewe (ka-ke-we).
G. ?.
D. -eusi (ka-ke-u-si).
A. -ewe?.
Morfologia: comparativi, pronomi,
numerali
• Comparativi: me-u-jo, me-wi-jo, me-zo.
• Pronomi: mi, pei (sfei`), to-jo, toto, jo/o, jo-qi ({ti).
• Numerali: e-me, dwo, du-wo-u-pi, ti-ri-,
qe-to-ro-, we-, e-ne-wo-, de-ko-to.
Morfologia: verbi
pres. att. e-ke, a-ke, pe-re, di-do-si, pa-si, e-ko-si, e-e-si.
pres. med. di-do-to (divdti), i-je-to (i{eti).
fut. do-se, do-so-si, a-ke-re-se (ajgrvsei?).
aor. a-pe-do-ke (ajpevdwke con aum. o ajpevkdwke), a-pu-doke, e-ra-se, wi-de, de-ka-sa-to, a-ke-re-se (a[grse?).
perf. e-pi-de-da-to (ejpidevdasti).
imper. pres. e-e-to (ejevntwn? ei|ntai < eJevnti?).
part. pres. att. e-o, e-ko-te, e-qo-te, o-pe-ro-sa (jfeivlusa)
pres. med.-pass. o-ro-me-no, re-qo-me-no, ki-ti-me-na.
fut. med. ze-so-me-no.
aor. a-ke-ra-te (ajggeivlante~/ajgeivrante~).
perf. a-ra-ru-ja, de-do-me-na, ke-ke-me-na (kekeimevna).
inf. pres. att. e-ke-e, a-na-ke-e.
agg.
verb.
a-pi-ko-to
(ajmfivbat~),
a-na-mo-to
Morfologia: preposizioni, negazioni,
congiunzioni
• Preposizioni: a-pi, a-pu, e-ne-ka, e-pi,
ku-su, me-ta (dat.), o-pi, pa-ro, pe-da
(acc.), po-si, en-, an-, pe-ri, po-ro, pos, upa.
• Negazioni: o-u, o-u-qe.
• Congiunzioni: -qe (-te), a-u-qe, -de, o/ jo- (wJ~?).
Una tavoletta di Pilo
(PY Eb 297 = 140 DMG = 95 Palmer)
Una tavoletta di Pilo
(PY Eb 297 = 140 DMG = 95 Palmer)
i-je-re-ja e-ke-qe eu-ke-to-qe e-to-ni-jo e-ke-e
te-o ko-to-no-o-ko-de
ko-to-na-o ke-ke-me-nao o-na-ta e-ke-e
iJevreia
e[ceite
eujcevtite etoni-n e[ceen
qevn,
ktinvci
de;
ktinavwn kekeimenavwn
[nata e[ceen.
«la sacerdotessa possiede e dichiara che il dio (la
dea) possiede l’etonion, mentre i proprietari di
Aufstieg und Niedergang dei Micenei
• L’arrivo: con Ittiti e Luvi, all’inizio del II millennio a.C.?
• Le tavolette: a un passo dalla catastrofe (to-to we-to; il 1400 a
Cnosso e il 1200-1150 altrove; l’esercito, i rematori, e il fronte
di Pleurone; l’arrivo dei Dori?).
• La sovranità: wa-na-ka, ra-wa-ge-ta, te-re-ta-i, qa-si-re-e.
• Religione: Zeus, Era, Posidone, Atena, Artemide, Dioniso,
Enialio, po-ti-ni-ja da-pu-ri-to-jo.
• I metalli, l’oro, i manufatti elaborati, le armi.
• L’allevamento, l’agricoltura, la lavorazione della lana, l’olio.
• I rapporti ‘internazionali’ (es. l’Egitto, la Fenicia)
• Il Medioevo greco dopo il crollo dei regni micenei.
Il paradosso dei dialetti greci
• Ogni regione, ogni città, ogni genere letterario, ogni
autore ha una varietà sua propria: il greco, con l’ittita e
l’indoiranico, è la lingua ie. attestata più anticamente, ed
è quella con la maggior varietà di parlate fin dall’inizio
della sua tradizione.
• Gli apparentamenti e le cartine ‘a macchia di leopardo’.
• La storia delle stirpi e la geografia del mondo greco: il
carattere misto e diacronico delle migrazioni (ultima
quella dorica, prima – forse – quella ionico-‘achea’), le
catene montuose, le isole e i bracci di mare. La
complessa ripartizione dei dialetti rispecchia la
complessa storia delle migrazioni indoeuropee nel
Mediterraneo orientale (in gran parte sconosciuta) e la
Le fonti per lo studio dei dialetti
• Le iscrizioni (pronuncia e forme grammaticali di una
parlata locale): ma le iscrizioni arcaiche sono rare, mentre
sono frequenti quelle a partire dal IV sec. (quando domina
già la kinv) e quelle in ionico-attico (che è il
dialetto per cui ce ne sarebbe meno bisogno, perché
ampiamente rappresentato a livello letterario).
• Le lingue letterarie (che non riflettono parlate locali se
non in Attica, a Lesbo e in parte a Siracusa, ma danno
informazioni sui modi di impiego dei vari mezzi di
espressione; i Greci – malgrado Omero – non hanno
fissato come gli Indiani un’unica lingua letteraria
nettamente distinta dalle lingue parlate e tuttavia non c’è
nessun rispecchiamento immediato)
• Le testimonianze lessicografiche e grammaticali (a partire
Il greco e i ‘greci’
• L’alfabeto (tranne a Cipro), la letteratura, la
coscienza di parlare la stessa lingua, gli dèi e gli
agoni panellenici.
• Le poche differenze dialettali antiche (-men/me~,
-men/
-menai/-nai/-en,
αij/εij, a[ν/κα,
κεν), l’unificazione grafica e letteraria, la coscienza di
parlare una stessa lingua.
• Le sopravvivenze del fondo indoeuropeo, le
innovazioni della fase comune, le innovazioni
indipendenti, le innovazioni dovute a coesistenza
posteriore, i prestiti (l’esempio di eijrvn
I raggruppamenti dei dialetti
greci
• Il miceneo e le sue filiazioni:
l’arcadico, il cipriota e il panfilio (il
problema dell’unita-rietà del gruppo).
• Oriente e Occidente: il gruppo ionicoattico (coesione) e il gruppo occidentale
(frammentazione).
• L’eolico e la sua natura mista: tre o
quattro gruppi. Le tesi di O. Hoffmann,
W. Porzig, E. Risch.
Cartina della Grecia
Distribuzione dei dialetti greci
Distribuzione dei dialetti greci
I quattro gruppi
Un gruppo misterioso
•Un gruppo non compatto, non esteso sino all’età
storica, incapace di penetrazione culturale e
linguistica.
•L’antica lingua degli Achei (II metà del II
millennio a.C.). Le colonie peloponnesiache predoriche (Λακεδαivμων, Κερuvνεια a Cipro e
in Acaia) e i relitti del grande impero acheo (sin dal
XIV sec. a.C.: Acaia, Creta, Rodi, Ftiotide, Ponto
Eussino).
• Le enclaves linguistiche: Arcadia, Cipro,
Gli Arcadi
• La grande popolazione pre-dorica
popolo di pastori.
e il
• La mancanza di una letteratura e le
iscrizioni dal V al III sec. a.C.
(mesun,
didumiun,
Psida`n/Phida`n).
• I caratteri dell’arcadico: conservazione di
 e aspirazione, conservazione di ns, dat.
sing. in -i, estensione di -au ai
L’isola più lontana: Cipro
• L’alfabeto sillabico di Cipro e l’imperfetto
adattamento al greco (es. ta = da = qa)
di un sistema usato per un’altra lingua.
• La mancanza di una letteratura, le iscrizioni a
partire dal V/IV sec. a.C. (tranne un’iscrizione del
1050-950 ca. a.C. scoperta a Palepafo nel 1979), le
glosse.
•I
caratteri
del
ciprio:
qiv~,
evpija,
ai[ln (a[llwn),
za`~ (g`~), i[n (aujtvn),
presenza di semitismi.
Tra Greci e barbari: il panfilio
• Aspendo ( [spend~) e le
colonie di Argo achea (l’Argo omerica).
• Le poche iscrizioni e glosse e il greco
‘lontanissimo’ ma imparentato con l’arcadico e con il cipriota (malgrado HoffmannDebrunner-Scherer, che da ultimo lo considerano un dialetto a parte).
• La mancanza dell’articolo.
Parentele antiche
• La chiusura di e e  in i e u: ijn, ij~,
ujn, ajpecvmin~, i genitivi singolari in au, il passaggio di -~ a -u~ e di -t a -tu,
ajπv ed ejξ con il dat., πvς.
• Le parentele di conservazione dell’indoeuropeo: pedav,
ajpuv, r > r r, m,n > .
• Le similarità con l’eolico: l’insostenibilità di una origine comune
(malgrado la tesi degli Achei/Argivi di O. Hoffmann, De mixtis
Graecae linguae dialectis, 1888, accettata da P. Kretschmer e V.
Pisani) e la possibilità di un’antica vicinanza peloponnesiaca.
• Le similarità con lo ionico-attico: l’insostenibilità di un’origine
comune (malgrado le tesi di W. Porzig, Sprachgeographische
Untersuchungen zu den altgriechischen Dialekten, «IF» LXI
[1954] 147ss., e di E. Risch, Die Gliederung der griechischen
Il dialetto più ricco
• Il dialetto più rappresentato (letteratura e
iscrizioni) e meno differenziato internamente.
• La lingua comune nella letteratura e nelle
scritture ufficiali.
• Dalla lingua comune alla lingua di
cultura.
L’attico e lo sviluppo di Atene
• L’unificazione dell’Attica, la mancanza di
colonie attiche.
• L’affermarsi di una lingua ‘comune’ (gli
avne~
eJlkecivtwne~ di Hom. Il.
XIII 685 e il sunikismv~ di
q`nai)
e
la
scarsa
sopravvivenza dei patois.
Lo ionico, porta della Grecia
• Contatti culturali e sintesi avanzate.
• La geografia dello ionico: l’Eubea, le Cicladi (meno
Tera, Melo, Coo, Cnido e Rodi), l’Asia Minore; la
Calcidica, Italia (Cuma) e Sicilia, Massalia e Agde (non
esiste una sola città ionica sul continente greco).
• La sovrapposizione all’eolico (es. di Herodot. I 150 e
della conquista di Smirne eolica da parte dei Colofonii), la
ritirata di fronte al dorico (es. di Thuc. VI 4,6 e di Zancle
sotto Anassila); la varietas dello ionico (rotacismo a
Eretria di Eubea, la psilosi microasiatica); la lingua
‘comune’ nata dalla precoce civiltà mercantile ionica
(l’eliminazione dei tratti locali).
Caratteristiche ionico-attiche
• I tratti comuni allo ionico e all’attico: la chiusura di a in
 (a in ae nel periodo comune e poi in e in
parallelo nelle due parlate), l’abbreviamento in iato (e{w~),
le contrazioni e la precoce caduta di , il passaggio dei
nomina agentis in -tr a -t~, e{ter~ per
a{ter~ (da *sm-teros), le desinenze in -a~ e
in -e~ aggiunte agli acc. e ai nom. dei pronomi personali,
iJ e aiJ per tiv e taiv, la 3 pers. pl. del
passato in -san e il -n efelcistico, gli avverbi di luogo in -ου
({), le preposizioni non apocopate, a[n per ke.
• I tratti distintivi: la pronunzia |ü| di υ ad Atene,
ion. -rs- / att. -rr-, prvssw / prvttw
(Eretria) / pravttw, psilosi / aspirazione, / gen. -ew /
gen. -u (plivtew/plivtu), πvλιoς /
Distribuzione delle stirpi: gli Eoli
L’eolico: i tre gruppi
• La costa settentrionale dell’Asia Minore da Smirne alle colonie ioniche
dell’Ellesponto (la lotta tra Eoli e Ioni d’Asia, a partire dal IX sec. a.C.:
l’esempio di Chio, Eritre, Clazomene, Focea) e l’isola di Lesbo (il VI
sec. di Saffo e Alceo, e le iscrizioni del IV sec.): la prevalenza (culturale)
del lesbico e la lingua del IV-III sec. (l’es. della baritonesi).
• La Tessaglia: l’isolazionismo, gli allevatori e i periviki,
la mancanza di unità politica, di una letteratura e di una lingua comune;
la Tessaliotide (Farsalo e Ciero: i rapporti con il dorico) e la Pelasgiotide
(Larissa).
• La confederazione beotica e l’unitarietà; la scarsa penetrazione politicoculturale (gli esempi contrastanti di Pindaro e Corinna); la lingua unitaria
(dall’età classica al II sec. a.C.) e le riforme del III sec. (e per i,
u per |u|, u per i > |ü|,  per ai > |e|, ei per ).
• La variegata geografia dell’eolico (eolismi ‘fuori sede’) e l’accezione
(non letteraria, non antica) di dialetto eolico.
Caratteristiche eoliche
• L’evoluzione labiale delle labiovelari in
inizio di parola.
• Le desinenze del presente per il participio
perfetto attivo.
• L’evoluzione scura della sonante
(r, r contro ar, ra).
r
• Gli aggettivi patronimici (cf. il nuovo
Posidippo, di Pella).
I rapporti tra i tre gruppi
• 1) Le concordanze lesbico-tessalico contro il beotico: e[mmi vs
eijmiv.
•2) Le concordanze beotico-tessalico contro il lesbico: givnumai
vs givgnmai, givnmai
•3)
Le
concordanze
lesbico-beotico:
ejkavlessa, pedav.
strt~,
•4) La posizione del beotico e gli influssi nordoccidentali (da non
sopravvalutare, malgrado Pisani, che considera il beotico un dialetto a
parte, in coda ai dialetti dorici): Qeiripivwn,
Kallivqeiri~, tiv.
•5) La posizione del lesbico e gli influssi ionici microasiatici: ti >
si, prtiv > prv~, ejn + acc. > ejn~ (att.
eij~), rr, ll, mm, nn nei gruppi con j  s,
psilosi e baritonesi, scomparsa del , mantenimento del suono sd,
L’ultima invasione indoeuropea
• L’enorme estensione del gruppo occidentale: i
pochi che governano sui molti (Thuc. IV 126) e la
guerra come stile di vita (Plat. Leg. 625d).
• Dori del nord (aperti e pacifici) e Dori del sud
(chiusi e bellicosi).
• Le tre tribù (i Dori tricavike~ e
JUll`e~,
Duma`ne~
e
Pavmfuli ad Argo, Sicione, Corcira,
Epidauro, Megara, Creta, Tera, Coo, Cirene,
Agrigento: la quarta tribù locale) e la successiva
costituzione spartiate di Licurgo. I sette e[qn
L’estensione del territorio dorico
• Corinto, Argolide, Laconia e Messenia
• Le Cicladi meridionali e le Sporadi (Melo, Tera,
Càrpato, Coo, Rodi, Telo), Cnido e Alicarnasso, Citera e
Creta
• Le colonie megaresi del Ponto Eussino (Calcedonia e
Bisanzio), Corcira, Cirene (630)
• Magna Grecia (Sibari, Crotone, Metaponto, Poseidonia
achee, Taranto laconica > Eraclea sul Siri [432])
• Sicilia (Siracusa calcidese [734] e Archia corinzio,
Megara Iblea > Selinunte [650], Gela rodio-cretese [690]
> Agrigento [580]).
Documentazione del dorico
• La letteratura dorica: la lirica corale e l’alta formalizzazione
letteraria, i frammenti di Epicarmo e Sofrone, le mimesi
aristofanee, la prosa dei Dissoi Logoi, il corpus teocriteo, gli
scritti ‘regolarizzati’ di Archimede).
• Le iscrizioni laconiche, argive, cirenee (i/ti,
ekassa/ekisa), cretesi
• La grande legge di Gortina e la kinv siracusana.
•I
patois
dei
signorotti
feudali
(l’es.
di
mikkiciddvmeni
=
mikizvmeni) versus la kinv ionica.
• Il greco del NO e la sua parentela solo formale con il dorico:
Focide (Delfi), Locride, Etolia, Acarnania, Epiro; la posizione
Caratteristiche doriche
• La conservazione di -a, di , di -ti alla 3 pers. sing. dei verbi,
di -me~ alla 1 pers. pl. (solo a Delfi nel gruppo NO), degli
infiniti -men e -en, di ka e di aij, di tevtre~
per il numerale 4.
• Le innovazioni: la contrazione in  di a + |e|, la
semplificazione
del
gruppo
tw
in
tevtre~,
basilev~, nin, gli aoristi in -xa dei verbi in -zw e i
futuri in -sevmai, -sevw (‘dorici’, ma non solo: om.
ejssei`tai, att. feuxu`mai), la sintassi aij
ti~ ka.
• Tracce di innovazioni: il futuro tevlmai, “sarò” (Creta,
Cirene), il perfetto ivsami (< ivsanti) (Cirene,
Siracusa), il passaggio di s intervocalico a -h- (laconico e argivo).
• Doris severior (Laconia, Taranto, Cirene, Creta) e Doris mitior?
I complessi rapporti tra i dialetti
• Gruppo -ti: ejstiv, tiv~ || ion. att. arc. cipr. lesb. -si / gr. occ.
panf. beot. tess. -ti. || ion. att. arc. lesb. ei[ksi / panf. beot. gr. occ.
(f)ivkati.
• Dativo pl.: ion. att. -si / eol. panf. gr. nordocc. -essi / gr. (nord)occ.
(seriore) -i~ || ion. lesb. panf. -isi / att. arc. cipr. beot. tess. gr. occ. -i~.
• Articolo-dimostrativo: ion. att. arc. cipr. lesb. tess. (Pelasgiotide) cret. iJ /
tess. (Tessaliotide) beot. gr. occ. tiv.
• Infiniti atematici: ion. att. arc. cipr. -nai
/ lesb. -menai
(e[mmenai
e
aor.)
e
-n
(divdwn,
[mnun,
mequvsqn, ecc.) / tess. beot. gr. occ. -men.
• Ion. att. ktavmai / gr. occ. pavmai || ion. att.
buvlmai / gr. occ. dvlmai, deivlmai.
• Preposizione ejn: gr. nordocc. beot. tess. arc. cipr. ejn + dat. o acc. / dor.
ion. att. lesb. panf. ejn + dat. o ejn~ (eij~, ej~) + acc.
• Modali e temporali: ion. att. arc. a[n / lesb. tess. cipr. ke(n) / beot.
gr. occ. ka || ion. att. arc. cipr. {te / panf. gr. occ. {ka / lesb.
Estremi e medî
• Gruppo eolico: lesbico più vicino allo ion.
att., e beotico e tessalico più vicini al
gruppo occidentale.
• Gruppo acheo: arcadico più vicino allo
ion. att., e cipriota e panfilio più vicini al
gruppo occidentale.
• I rapporti tra panfilio, lesbico e dorico.
Commistioni e contaminazioni
• Ponto Eussino, Sicilia, Italia meridionale.
• Ionico/eolico, attico/beotico, arcadico/laconico e argivo.
• Delfi, i giochi olimpici, l’alfabeto.
• La terra che divide, il mare che unisce: il dominio sul
Mediterraneo orientale e kuberna`n.
• Dalla guerra alla ‘pace’: l’evoluzione di pvli~ da
‘cittadella’, ‘piazzaforte’ (ai. pur, lit. pilis) a ‘città’, ‘stato’.
• Apertura (gli Ioni: il ‘meticciato’) e chiusura (i Dori: il
carattere di Sparta, l’involuzione di Creta, l’eccezione di Corinto
e Siracusa).
• Differenziazione e unificazione linguistica: il processo che
porterà alla kinv.
“Non vi è nessuna fase
storica in cui si possa dire
che una parlata greca è
del tutto autonoma”
(A. Meillet)
[email protected]
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slides della parte istituzionale - Dipartimento di Filologia Classica e