A cura dei
prof. Andrea FANELLI
prof. Leone DILORENZO
***:
Definizioni
Esercizi risolti
Esercizi da risolvere
uscita
***:
Notevole importanza assume la conoscenza delle
caratteristiche ( meccaniche, elettriche, termiche, durata
nel tempo, ecc.) dei vari materiali in qualsiasi campo della
tecnica e quindi anche delle Tecnologie Chimiche.
Individuato il materiale o i materiali, si dovrà scegliere la
soluzione ottimale tra caratteristiche e costo del materiale.
La ricerca scientifico-tecnologica continuamente introduce
nel mercato nuovi materiali che presentano prestazioni
migliori rispetto a quelli già presenti ad esempio:
- materiali più leggeri
- materiali che offrono maggiore sicurezze ed economicità
- materiali riciclabili o riutilizzabili o biodegradabili
- materiali che resistono più a lungo nel tempo
uscita
***:
Oggi sono quindi disponibili moltissimi materiali per
i più svariati usi, alcuni visto il loro costo utilizzati
solo in campi specialistici (es. materiali usati nei
viaggi aerospaziali) o altri come acciai, materie
plastiche, carta e derivati, vetri, ecc. di uso molto
comune.
Un perito chimico capotecnico, anche se non è
pensabile che conosca le proprietà delle migliaia di
tipi di materiali, deve però conoscere le principali
proprietà dei materiali comunemente utilizzati
nell’industria chimica.
?
uscita
***:
Ricordiamo alcune delle caratteristiche principali dei
materiali:
la resistenza meccanica: essa indica la capacità di un
materiale a resistere alle sollecitazioni, trazione o
compressione, di un materiale. Queste possono essere
elastiche, se terminata la sollecitazione la deformazione
regredisce, anelastica o plastica, se la deformazione è
permanente
la durezza: essa indica la resistenza opposta dal materiale
alla deformazione permanente della sua superficie
provocata da un altro corpo
la resilienza o tenacità: essa rappresenta la capacità di un
corpo a resistere agli urti
uscita
***:
Diversi sono i materiali utilizzati nell’industria chimica,
e possono essere classificati in:
• materiali metallici:
ferrosi (acciai, ghise)
non ferrosi (rame, nichel, alluminio, …)
• materie plastiche
• materiali ceramici
• altri materiali
uscita
***:
Un fenomeno a tutti noto che cambia la natura chimicofisica dei materiali, specialmente quelli metallici, è la
corrosione (negli USA nel 1950 il costo dovuto alla
corrosione era di 1.500.000.000 $).
Essa avviene con vari meccanismi ad opera di agenti
chimici e/o fisici, provocando un peggioramento delle
caratteristiche dei materiali e quindi rendendoli non più
idonei all’uso per il quale erano stati costruiti. In genere la
corrosione riporta il metallo dal n.o. 0 (stato elementare),
ottenuti con processi metallurgici, a stati ossidati più stabili
(così come lo si trova in natura).
Diverse sono le tecniche per prevenire e/o limitare
opportunamente, anche se non può essere eliminato, il
fenomeno della corrosione.
uscita
***:
Esercizi svolti
1. Calcolare di quanti mm si allunga, se sottoposto ad una
trazione di 2000 kgf , un provino di acciaio di diametro 12 mm
e lunghezza 10 cm, sapendo che k è pari a 2.05 ·1011 Pa.
Ricordando che  = k · posso ricavare  se calcolo prima 
2000kg f
F
F
9.8 N 1000 2 mm2
8 N
8
 




1
.
733

10

1
.
733

10
Pa
2
2
2
2
2
S   d / 4  12 mm / 4 1kg f
1m
m
2.05 1011 Pa
4

8

10
  k     
 1.733 108 Pa
k
Quindi dalla definizione  = l /l0 posso ricavare l

10mm
l
 l    l0  8 10  4 10cm 
 0.08mm
1cm
l0
uscita
***:
Esercizi svolti
2. Calcolare il diametro in mm e la lunghezza finale i m di un filo di rame
lungo 5.750 m, sapendo che presenta una deformazione elastica fino un carico
 di 1.0 ·108 Pa e che k è pari a 1.10 ·1011 Pa, nell’ipotesi che deve sopportare
una trazione max di 1500 kgf.
Dalla relazione  = F / S posso ricavare la sezione e quindi il diametro
1500kg f
F
F
9.8 N
4
2

S 


1
.
47

10
m
S
 1.0 108 N / m 2 1kg f
d2
d 
S  
4
4 S

4 1.47 10 4 m 2


Dalla relazione  = k · ricavo 
 1.0 108 Pa
4

9
.
09

10
  k     
11
 1.37 102 m 
1000mm
 13.7mm
1m
k 1.10 10 Pa
Dalla definizione  = l /l0 posso ricavare l’allungamento e la lunghezza finale

l
l0
 l    l0  9.09 10 4  5.750m  0.0052m
l  l0  l  5.750m  0.0052m  5.755m
uscita
***:
Esercizi svolti
3. Calcolare la perdita di peso mensile di un anodo sacrificale
in Mg (24 uma) sapendo che viene attraversato da una
corrente di 5 A (1eq di e- o F è pari a 96500 C).
La reazione di ossidazione del Mg è
Mg  Mg++ + 2e-
Gli equivalenti di elettroni che sono stati scambiati dal Mg mensilmente sono
C
i  t 5 s 1mese 30 giorni 24h 3600s
eq 




 134.3eq
C
F
1mese 1giorno 1h
96500
eq
Che sono pari agli equivalenti di Mg ossidati, per cui la perdita di peso è
ME 
eq 
uscita
MM 24uma

 12uma
Z
2
m
g
1kg
 m  eq  ME  134.3eq 12  1612 g 
 1.612kg
ME
eq
1000 g
***:
Esercizi svolti
4. Indica quali sono le leghe formate da Fe e C
a) Ottone
b) PTFE
d) Anticorodal
e) Ghisa

c) Acciaio

f) Bronzo
5. Indica quale di questi meccanismi corrosivi avvengono a causa della
diversa concentrazione di ossigeno presente nel fluido
a) elettrochimica
b) per correnti vaganti
c) ambientale
d) tensiocorrosione
e) per aerazione differenziale

f) biochimica
6. Indica quale di queste tecniche per prevenire e/o limitare la corrosione
vede la formazione di uno strato di ossido compatto che protegge la
struttura sottostante
a) corretto accoppiamento fra metalli
b) bonifica degli ambienti corrosivi
c) formazione di strati superficiali protettivi

d) uso di rivestimenti protettivi
uscita
***:
Esercizi da svolgere
1. Un cavo di un certo metallo del diametro di 1.00 mm può
sopportare una trazione massima di 18 kgf , un cavo di un altro
metallo di diametro 0.69 mm sopporta una trazione massima
di 14 kgf . Calcola il carico massimo e indica quale metallo
sopporta il carico maggiore.
[22.9 - 37.5 kgf / mm2]
2. Calcolare il carico specifico di un filo, lungo 3.05 m e di
diametro 1.3 mm, sottoposto a una trazione di 135 N.
Indica di quanti mm si allungherà nel caso fosse in rame
(k=1.1 ·1011 Pa) o in acciaio (k=2.1 ·1011 Pa)
[10.4 kgf / mm2, 2.8 - 1.5 mm]
uscita
***:
Esercizi da svolgere
3. Calcolare la perdita di peso annuale di un anodo
sacrificale in Zn (37 uma) sapendo che viene attraversato da
una corrente di 1.0 A (1eq di e- o F è pari a 96500 C).
[6.045kg]
4. Indica come si può formare la ruggine in un pezzo di
acciaio nei seguenti casi:
a) esposto all’aria
b) interrato
c) in parte esposto all’aria e in parte no
d) a contatto con parti di rame
e) sottoposto a un carico continuo
f) immerso in mare
uscita
***:
Esercizi da svolgere
5. Indica alcuni oggetti costruiti con: PVC, PE, PET, PTFE,
ABS, PC
6. Indica come prevenire la corrosione di un’apparecchiatura
in acciaio
7. Sapresti spiegare perché le finestre di lega in alluminio non
si corrodono
8. Indica se è preferibile accoppiare l’acciaio con il rame o
con l’alluminio e perché
9. Indica perché l'inquinamento (SOx e NOx) favorisce la
corrosione di manufatti in acciaio
uscita
A cura dei
prof. Andrea FANELLI e-
prof. Leone DILORENZO e-
indice
esci
Esempi di caratteristiche che i materiali devono
possedere in funzione del loro uso:
 I pistoni di un compressore devono lavorare a
temperature elevate e a determinati sforzi
 La tubazione che dovrà trasportare un gas corrosivo
e ad alte pressioni dovrà resistere a queste condizioni
 Un reattore chimico dovrà resistere all’attacco di
acidi e/o di basi ad alte temperature
 I materiali che rivestono apparecchiature che
lavorano ad alte temperature devono essere isolanti
termici e anche leggeri per non appesantirle
….
Per misurare la resistenza meccanica si può ad esempio
sottoporlo ad allungamento costruendo così la curva
sforzo vs allungamento specifico.
Lo sforzo o carico unitario  rappresenta la forza
applicata per unità di superficie
F

S
unità di misura:
kg f
mm2
o
N
m2
L’allungamento specifico
unitario  rappresenta il
rapporto fra l’allungamento
e la lunghezza iniziale
L

L0
adimensionale
la durezza indica la resistenza opposta dal materiale
alla deformazione permanente della sua superficie
provocata da un altro corpo di forma differente es.
metodo Brinell (UNI 560) con penetratore sferico e
indica il rapporto tra la forza applicata e la superficie
dell’impronta ( kgf / mm2 )
metodo Viskers (UNI 1955) con penetratore
piramidale a base quadrata di diamante e indica il
rapporto tra la forza applicata e la superficie
dell’impronta ( N / mm2 )
metodo Rockwell (UNI 562) con penetratore conico o
sferico e indica la differenza di profondità della
impronta ( mm )
la resilienza o tenacità rappresenta la capacità di un corpo
a resistere agli urti, generalmente materiali molto duri (es.
vetri, ghisa, …) presentano bassa resilienza, cioè sono
molto fragili.
La misura si effettua sottoponendo un provino, un prisma a
base quadrata con un intaglio al centro, a un urto causato
da una mazza a caduta pendolare, l’energia necessaria alla
rottura è data dalla differenza fra quella potenziale della
mazza alla quota iniziale e quella misurata alla quota di
rimbalzo.
La misura della resilienza è data dal rapporto fra l’energia
necessaria alla rottura e la superficie del provino
( kgf ·m / cm2 )
Sulla curva sforzo-allungamento sono riconoscibili alcuni tratti
caratteristici:
OA deformazioni elastiche proporzionali che seguono la legge di
Hooke (  = k · ) fino al carico p
AA’ deformazioni elastiche non proporzionali fino al carico e
A’B deformazioni permanenti (snervamento) fino al carico s
BC allungamento del provino fino al carico massimo max
CD ulteriore allungamento del provino fino al carico di rottura r
O nessun carico
A limite di proporzionalità
A’ limite di elasticità
B snervamento
C carico massimo
D rottura
I materiali metallici, insieme a quelle plastiche,
sono tra i materiali più usati sia nell’industria che in
altri usi. Una teoria vede la struttura dei metalli
formata da un reticolo ai cui vertici vi sono i cationi
del metallo immersi in un “mare” di elettroni, liberi di
muoversi, che stabilizzano la struttura. Ciò spiega
molte delle caratteristiche dei metalli (conduzione
elettrica, conduzione termica, malleabilità, duttilità).
Inoltre i metalli si presentano solidi a temperatura
ambiente (tranne il mercurio), lucenti, e formano
leghe (miscele fra metalli o fra metalli e alcuni non
metalli) che hanno generalmente caratteristiche
diverse dai metalli di cui sono composti.
Gli acciai sono leghe Fe C con una quantità massima di C
dell’1.78%, ma in genere non supera lo 0.9%.
Una delle caratteristiche che li rende versatili è quella di
cambiare le proprietà meccaniche tramite opportuni
trattamenti termici (tempra, rinvenimento, bonifica,
ricottura) o trattamenti superficiali come la nitrurazione.
Oltre ai due elementi citati possono essere aggiunti altri
leganti come Cr, Ni, Mo, Mn, V, W, Si, che impartiscono
caratteristiche speciali (es. acciai inox).
La scelta nelle applicazioni industriali cade spesso, ove
possibile, sugli acciai comuni in quanto più economici di
quelli legati (es. gli impianti spesso dopo alcuni decenni
sono tecnologicamente obsoleti per cui devono essere
sostituiti da uno più moderno ed efficiente).
Le ghise sono leghe Fe C con una quantità C che può
andare dall’1.78% al 4.5%, in genere intorno al 3%.
Possono essere prodotte per un uso diretto o, dopo
riduzione del tenore di C mediante aggiunta di Fe o
combustione con aria o ossigeno, per produrre acciaio.
Una delle caratteristiche è la maggiore resistenza alla
compressione rispetto agli acciai. Inoltre presentano
elevata durezza e facilità di foggiatura in stampi, per
cui sono molto usate per costruire monoblocchi per
motori di auto, corpi per compressori, pompe, valvole,
ecc..
Il rame ha come principale caratteristica l’elevata conducibilità
sia termica che elettrica, e perciò è utilizzato nelle
apparecchiature di scambio termico e nei fili conduttori di
elettricità al posto del più performante argento che però ha un
costo notevolmente maggiore. Inoltre resiste bene alla
corrosione.
Le principali leghe del rame sono:
l’ottone costituito da Cu e Zn, dove lo zinco può raggiungere il
40%, ha rispetto al Cu migliori proprietà meccaniche (valvole,
fasci tubieri di scambiatori di calore, …);
il bronzo costituito da Cu e Sn, ha proprietà meccaniche simile
all’ottone ma resistenza alla corrosione inferiore (valvole,
agitatori, ingranaggi, …);
il cupronichel costituito da Cu e Ni, contenete Ni tra il 10% e il
30%, presenta una notevole resistenza alla corrosione (tubi per
scambiatori di calore in particolare in caso di uso di
acque marine, …).
Il nichel e le sue leghe hanno
come principali
caratteristiche, la duttilità, la saldabilità, la lavorabilità
alle macchine e la buona resistenza agli ambienti
aggressivi da soluzioni alcaline.
Il principale svantaggio è il suo costo elevato, per cui è
utilizzato in lega con altri metalli.
L’alluminio ha come principali caratteristiche,
oltre alla buona conducibilità termica ed
elettrica, la “leggerezza” (basso peso specifico
rispetto agli altri metalli), la buona resistenza alla
corrosione (si passiva formando superficialmente
uno strato compatto di ossido) ma non agli acidi
e alle basi.
Vista la sua leggerezza e la capacità di riflettere
le radiazioni elettromagnetiche è utilizzato per
contenere gli strati coibentanti delle
apparecchiature che operano a temperature alte.
Le materie plastiche sono macromolecole ad alta massa
molecolare ottenute attraverso particolari reazioni chimiche
dette di polimerizzazione a partire da piccole molecole, dette
monomeri. Queste hanno proprietà e campi di applicazione
diverse oltre che a seconda della loro natura chimica, anche in
funzione degli additivi aggiunti o delle tecnologie di produzione.
Sul mercato sono
disponibili più di
5.000 diversi tipi di
plastica per gli usi più
diversi (es. PVC, PE,
PP, PS, ABS, PET,
PC, PTFE, …)
Possono essere divise in termoindurenti, che si presentano molto
rigidi e non rammolliscono al calore, e termoplastiche, che se
riscaldati rammolliscono tornando rigidi per raffreddamento
(quindi riciclabili). Alcune possono essere prodotte in forma
espansa, con bollicine di gas all’interno, che attribuisce
caratteristiche di leggerezza, isolamento termico e acustico (es.
polistirolo espanso).
Altri materiali molto impiegati nell’industria chimica sono i
cosiddetti materiali ceramici come ad esempio: laterizi,
terrecotte, mattoni refrattari all’ossido di magnesio, maioliche,
grès, porcellane, …
I materiali refrattari, costituiti da silice o silico-alluminati,
sono utilizzati come rivestimenti interni per ambienti ad alta
temperatura e fra le principali caratteristiche abbiamo la
resistenza alla termofrattura, all’attacco chimico, al
trasferimento del calore, alla compressione e il basso peso
specifico.
Le porcellane, grazie alla loro resistenza a tutti gli ambienti
corrosivi, alla elevata durezza e alla superficie liscia, sono
utilizzati per produrre parti di pompe o intere apparecchiature
(es. colonne di distillazione), rivestire ambienti di lavoro,
soprattutto nell’industria agro-alimentare.
Fra gli altri materiali molto impiegati
nell’industria chimica occorre ricordare i vetri.
Questi presentano elevata durezza, ottima
resistenza nei confronti di soluzioni saline,
soluzioni non fortemente alcaline, soluzioni
acide (eccetto l'acido fluoridrico e fosforico),
trasparenza alle radiazioni del visibile, …
La polimerizzazione è una reazione che vede “l’unione” di una
grande quantità (anche migliaia) di piccole molecole
(monomeri) che possono essere tutte uguali, come un treno
formato da tanti vagoni tutti uguali, o da diverse molecole, come
un treno formato da più vagoni che si alternano in modo più o
meno ordinato. Le ramificazioni possono estendersi solo
linearmente, in modo planare e anche tridimensionalmente.
Gli usi delle materie plastiche sono diversi, alcuni esempi:
il PVC (polivinilcloruro) usato per realizzare tubazioni, ventole,
giranti di pompe, valvole, contenitori, …
il PE (polietilene) e il PET (polietilentereftalato) usati per
realizzare tubi e serbatoi per acqua e alimenti, raccordi, valvole,
rivestimenti protettivi, cappe di aspirazione per fumi corrosivi,
ventilatori, nastri trasportatori, …
il PTFE (politetrafluoroetilene) o teflon è utilizzato per realizzare
e rivestire apparecchiature a contatto con agenti corrosivi sia
acidi che basici (vista la sua inerzia chimica), anelli premistoppa,
membrane per valvole e pompe, giunti a dilatazione (visto il suo
basso coefficiente d’attrito), parti che resistono alle alte
temperature (visto che è autoestinguente), ...
il PP (polipropilene) di cui quello con caratteristiche migliori è
stato realizzato dalla ricerca italiana (il premio Nobel Giulio
Natta) può essere reso antiurto, incombustibile e flessibile,
è usato per contenitori resistenti agli acidi, …
I principali meccanismi con cui avviene la
corrosione sono:
la corrosione elettrochimica
la corrosione per correnti vaganti
la corrosione per aerazione differenziale
la tensiocorrosione
la corrosione biochimica
la corrosione ambientale
La corrosione elettrochimica è quella più diffusa
ed è dovuta al fatto che il materiale, spesso a
contatto con soluzioni acquose e quindi con la
possibilità di avere due coppie redox diverse.
Si creano così le condizioni per il passaggio, in
corto circuito, di una corrente elettrica da una zona
detta anodo (-) dove si ha l’ossidazione del metallo
(corrosione), e una detta catodo (+) dove si ha la
riduzione, in genere dell’ossigeno disciolto.
La corrosione per correnti vaganti si ha nei casi di
materiali metallici in parte o totalmente interrati, ed è
dovuta alle correnti vaganti presenti nel terreno a causa
della messa a terra elettrica.
Essendo la struttura metallica interrata un buon
conduttore, la corrente entrerà formando una zona
catodica (-) dove si ha la riduzione in genere dell’ossigeno
disciolto nell’umidità del terreno, ed uscirà formando una
zona anodica (+), dove si ha l’ossidazione del metallo
(corrosione).
La corrosione per aerazione differenziale si verifica quando il
materiale è ricoperto da liquido (soluzioni, acqua, vapore
condensato, ...) nel quale la concentrazione di ossigeno disciolto è
diversa nei diversi punti.
Si creano così zone a potenziali diverso in corto circuito, con una
zona catodica a potenziale maggiore (+) dove la concentrazione
dell’ossigeno è maggiore che vede la sua riduzione, e una zona
anodica a potenziale minore (-) dove la concentrazione
dell’ossigeno è minore che vede l’ossidazione (la corrosione) del
metallo. Si ha così che la zona meno ricca di ossigeno è quella
soggetta a corrosione, ecco perché le viti si arrugginiscono nella
parte meno esposta all’aria.
La tensiocorrosione si verifica per azione congiunta tra sforzo e
corrosione, si creano delle “cricche” in direzione ortogonale allo
sforzo che provocano rotture improvvise e quindi estremamente
pericolose. La tensiocorrosione avviene in tre fasi successive:
l’innesco (che crea le cricche dovute a rotture locali), la
propagazione (dovuta all’azione corrosiva e agli sforzi applicati),
rottura meccanica di schianto (a causa della diminuzione del
carico che il materiale può sopportare).
Un esempio è la fragilità caustica (che si verifica ad alte
temperature in ambienti alcalini)
2 Fe + 2 OH- + 2 H2O  2 FeO2- + 3 H2
FeO2- + 2 H2O  Fe(OH)3 + OHC + 2 H2  CH4
Il ferro in ambiente alcalino è trasformato in ione ferrito e quindi
in idrossido ferrico, l’idrogeno prodotto trasforma il carbonio
dell’acciaio in metano, si ha cosi un peggioramento delle
caratteristiche meccaniche del materiale e bolle di gas.
La corrosione biochimica è quella dovuta all’azione
diretta o indiretta dei microrganismi.
La corrosione biochimica può essere dovuta a diversi
fattori:
• formazione di depositi aderenti al metallo (alghe, muffe,
batteri) al di sotto dei quali mancando ossigeno si
instaurano meccanismi di corrosione per areazione
differenziale;
• liberazione di diverse sostanze chimiche aggressive che
corrodono il metallo (acidi organici come acido citrico,
acido lattico, …);
• attivazione anodica dovuta alla presenza di microrganismi
in grado di attivare l’ossidazione del ferro a ioni Fe2+
e successivamente a Fe3+.
La corrosione ambientale è quella dovuta alle condizioni in
cui il materiale si trova ad esempio:
• l’atmosfera a causa della presenza dell’acqua e
dell’ossigeno, a cui spesso si sommano le sostanze acide
inquinanti nei centri urbani e industriali (SO2, SO3, NOx, …)
Formazione
della
ruggine
SO2 + H2O  H2SO3
SO3 + H2O  H2SO4
2 NO2 + H2O  HNO2 + HNO3
………
• l’acqua marina a causa dell’elevato tenore di sali
disciolti e dei microrganismi in essa presenti
Le principali tecniche con cui si previene e/o
limitare la corrosione sono:
il corretto accoppiamento fra metalli
la bonifica degli ambienti corrosivi
l’uso di rivestimenti protettivi
la formazione di strati superficiali protettivi
la protezione elettrochimica
Il corretto accoppiamento fra metalli si deve
considerare quando si pongono a contatto
materiali diversi, che hanno quindi potenziali
diversi di riduzione e possono così formare
coppie galvaniche che danno luogo alla
ossidazione (corrosione) del metallo con
potenziale inferiore.
Ciò avviene anche nelle operazioni di saldatura.
Con la bonifica degli ambienti corrosivi si
intende la riduzione degli agenti aggressivi
presenti nei fluidi (liquidi o gas) con cui il
materiale viene in contatto.
Ad esempio l’aggiunta all’acqua di additivi che
proteggono dalla corrosione, l’eliminazione di
gas e/o di ioni in essa presenti, l’eliminazione di
acidi o gas acidi presenti negli aeriformi, ...
L’uso di rivestimenti protettivi preserva il
manufatto dalla corrosione in quanto impedisce
al metallo di entrare in contatto con gli agenti
aggressivi.
I rivestimenti possono essere di diversa natura,
ad esempio un altro metallo che non si corrode
(zincatura),un materiale plastico (rivestimento
in PVC), vernici antiruggine (al minio), che
possono essere applicati con varie tecniche
come la placcatura, la galvanostegia, la
verniciatura.
La formazione di strati superficiali protettivi può essere fatta
mediante:
• fosfatazione, che consiste nella formazione, sulla superficie
del metallo (es. zinco, alluminio, acciaio), di uno strato di
fosfati, mediante acido fosforico (es. i convertitori di ruggine);
• passivazione anodica, che consiste nel creare uno strato di
ossido del metallo compatto, ad esempio all’anodo di una celle
elettrolitica, che impedisce agli agenti aggressivi di raggiungere
gli strati inferiori e corrodere la struttura (molto usata per
l’alluminio, si parla perciò di alluminio anodizzato).
La protezione elettrochimica o protezione catodica può essere
attuata in due diversi modi:
• con l’anodo sacrificale, cioè collegando elettricamente alla
struttura con un blocco di un metallo “meno nobile” (es.
magnesio, zinco, alluminio) che si ossiderà rispetto al metallo che
costituisce la struttura;
• con la corrente impressa, cioè collegando la struttura ad un
generatore di corrente continua in modo che funzioni da catodo
e quindi non possa ossidarsi.
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Caratteristiche dei materiali