IL BILANCIO DI ESERCIZIO SECONDO I PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI E INTERNAZIONALI. BILANCIO DI ESERCIZIO E BILANCI STRAORDINARI. BILANCI:modelli che esprimono rappresentazioni sintetiche e parziali della realtà aziendale.LANCI: BILANCIO DI ESERCIZIO = Rappresenta il reddito attribuibile a ciascun periodo amministrativo e il capitale di funzionamento corrispondente. BILANCI STRAORDINARI = Evidenziano il monte di ricchezza di pertinenza dell’ impresa con riferimento ad un certo istante e date certe ipotesi. RELATIVITA’ E VERITA’ DEI MODELLI DI BILANCIO. I modelli sono costruiti sulla base di regole (PRINCIPI CONTABILI) che rappresentano delle convenzioni giudicate idonee allo scopo in un dato contesto storico,sociale ed economico. Dalla loro applicazione deriva quindi la rappresentazione di una realtà convenzionale,ossia di un ammontare di reddito e capitale che si può ritenere corretto in relazione al rispetto delle norme convenzionalmente adottate per la costruzione del modello. IL PROCESSO DI ARMONIZZAZIONE CONTABILE. Con la progressiva globalizzazione dei mercati, è evidente che l’ informazione economicofinanziaria deve poter essere fruita in ambiti che trascendono quelli dei singoli Stati; occorre cioè che gli operatori economici siano in grado di INTERPRETARE e COMPARARE i bilanci delle diverse imprese. Tali considerazioni stanno portando ad una progressiva armonizzazione degli standard contabili. LO IASB E I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI. I principi contabili internazionali rappresentano una sorta di linguaggio comune volto a consentire alle imprese di tutto il mondo di confrontarsi fra loro in modo agevole e chiaro a prescindere dai rispettivi Paesi di provenienza. L’organismo responsabile della loro emanazione,lo IASB non vanta alcun diritto di coercizione nei confronti degli organismi che vi aderiscono. LO IASB E I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI. Le società soggette al diritto di uno Stato membro della UE che hanno titoli quotati in un mercato regolamentato della UE,sono obbligate a redigere il bilancio consolidato secondo i principi contabili emanati dallo IASB. È concessa poi agli Stati membri la facoltà di prescrivere o consentire l’ utilizzo di tali principi anche per la redazione dei bilanci d’ esercizio e/o consolidati da parte delle società non quotate. IL MODELLO DI BILANCIO DELINEATO DAI PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI A COSTI STORICI BILANCIO STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICO OBIETTIVO REDDITO REALIZZATO TUTELA CREDITORI PRUDENZA VERIFICA= BILITA’ LA CLAUSOLA GENERALE. CLAUSOLA GENERALE (ART. 2423) CHIAREZZA VERITA’ CORRETTEZZA I PRINCIPI CIVILISTICI . PRUDENZA COMPETENZA PRINCIPI REDAZIONE PREVALENZA SOSTANZA CONTINUITA’ PRINCIPIO DI REALIZZAZIONE VALUTAZIONE SEPARATA ELEMENTI ETEROGENEI CONSIDERAZIONE RISCHI E PERDITE CONOSCIUTE DOPO LA CHIUSURA DELL’ ESERCIZIO COSTANZA NEI CRITERI DI VALUTAZIONE IL MODELLO DI BILANCIO “NAZIONALE” Analizzando le seguenti regole di costruzione vengono in rilievo caratteristiche fondamentali: Notevolissima rilevanza del principio della prudenza; Enfasi sul “principio di realizzazione”; Inderogabilità del costo quale criterio base delle valutazioni di bilancio; Assenza di un prospetto deputato a dare evidenza della dinamica finanziaria; Elevatissimo grado di prudenza. IL MODELLO DI BILANCIO “NAZIONALE” Da una conseguente elevata ritenzione di ricchezza all’ interno dell’ impresa; Da un elevato grado di verificabilità delle valutazioni effettuate dagli amministratori,poiché caratterizzate da un livello di discrezionalità basso; Da una focalizzazione dell’ informazione sul reddito di esercizio. IL MODELLO DI BILANCIO DELINEATO DAI PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI BILANCIO STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICO RENDICONTO FINANZIARIO OBIETTIVO PREVISIONE DEI FLUSSI DI CASSA PRUDENZA INFORMAZIONE PER GLI INVESTITORI VERIFICABILITA’ I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI. IMP.IN FUNZIONAMENTO COMPETENZA PRINCI PI DI REDA ZIONE ASSUNTI COMPRENSIBILITA’ CARATTE= RISTICHE PREVALENZA SOSTANZA RAPPRESENTA ZIONE FEDELE SIGNIFICATIVITA’ COMPARABILITA’ ATTENDIBILITA’ NEUTRALI PRUDENZA TA COMPLETEZZA IL MODELLO DI BILANCO DELINEATO DAI PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI. I principi emanati dallo IASB delineano, al contrario, un modello di bilancio tendenzialmente a “VALORI CORRENTI”. Tendenzialmente perché lo IASB indica, nella maggior parte dei casi,il criterio del costo come criterio di valutazione preferito,ammettendo il “FAIR VALUE” solo come criterio alternativo consentito. IL MODELLO DI BILANCIO DELINEATO DAI PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI. Il maggior valore corrente rispetto a quello di costo assunto dall’ elemento patrimoniale deve essere imputato, in alcuni casi, ad una riserva di patrimonio netto, non distribuibile sino a che il relativo plusvalore non sia stato realizzato (immobilizzazioni) ed , in altri casi, concorre direttamente alla formazione del risultato di esercizio,con conseguente possibilità di distribuzione ( è il caso degli strumenti finanziari e degli immobili detenuti a scopo di investimento) . IL MODELLO DI BILANCIO DELINEATO DAI PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI. IL modello a VALORI CORRENTI è quindi caratterizzato: da un inferiore livello di prudenza, poiché le valutazioni al valore corrente eliminano “riserve di valore” presenti nel modello a costi storici; dalla possibilità di distribuire utili non ancora realizzati,ma rilevati in bilancio sulla base del valore corrente di attività di pronto realizzo; IL MODELLO DI BILANCIO DELINEATO DAI PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI. da una maggiore variabilità dei risultati di bilancio e dell’ ammontare di patrimonio netto; da una maggiore soggettività,e conseguentemente da una minore verificabilità delle valutazioni operate dagli amministratori ; Esso permette di trarre utili informazioni circa il valore corrente dell’ impresa,e quindi,delle sue azioni.E’ quindi volto a rendere più agevole l’ investimento in capitale azionario ed è funzionale ad un economia prevalentemente finanziaria. LA STRUTTURA : IL MODELLO NAZIONALE. A norma dell’ art. 2423 C.C. il bilancio di esercizio si compone di tre documenti: Stato Patrimoniale; Conto Economico; Nota Integrativa. La relazione degli amministratori,richiesta dall’ art.2428 C.C. non fa invece parte del bilancio, ma ne rappresenta un semplice allegato,al pari della eventuale relazione del collegio sindacale e del soggetto incaricato del controllo contabile. LA STRUTTURA: IL MODELLO IASB. Il modello di bilancio IASB è invece composto da: Stato Patrimoniale; Conto Economico; Prospetto delle variazioni di patrimonio netto; Rendiconto finanziario; Note esplicative. Lo IAS incoraggia inoltre le imprese a presentare una relazione degli amministratori sull ‘ andamento economico e finanziario dell’ impresa. LO STATO PATRIMONIALE . PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI : “ E’ il prospetto contabile deputato a esporre il patrimonio aziendale alla data di riferimento,cioè, la situazione patrimoniale dell’ azienda e la sua situazione finanziaria” Lo schema previsto dall’ art.2424 C.C. è idoneo a fornire un’ informativa completa per ciò che concerne il profilo patrimoniale,ovvero delle attività(esposte secondo il criterio di destinazione) e delle passività (raggruppate in base alla natura delle fonti di finanziamento. LO STATO PATRIMONIALE. I principi contabili internazionali : A differenza della disciplina civilistica e dei principi contabili nazionali,che si limitano a descrivere lo schema dello S.P. senza definire le caratteristiche degli elementi che lo compongono,il Framework dello IASB propone una definizione dei concetti di attivo, passivo e patrimonio netto. Le attività vengono considerate come risorse controllate dall’ impresa,risultato delle operazioni svolte in passato,dalle quali sono attesi benefici futuri. LO STATO PATRIMONIALE. PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI: Dal lato opposto le passività vengono definite come obbligazioni attuali dell’ impresa nascenti da operazioni svolte in passato il cui regolamento porterà alla fuoriuscita di risorse che,se mantenute in azienda,darebbero futuri benefici economici. Il patrimoni netto viene definito,residualmente,come la differenza tra elementi attivi e elementi passivi. IL CONTO ECONOMICO . PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI: “ E’ il prospetto contabile deputato a fornire un’ espressiva rappresentazione e dimostrazione delle operazioni di gestione, mediante una sintesi dei componenti positivi e negativi di reddito che hanno contribuito a determinare il risultato economico conseguito, raggruppati in modo da fornire significativi risultati intermedi” . IL CONTO ECONOMICO . I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI : A differenza della normativa civilistica e dei principi contabili nazionali,che si limitano a disciplinare lo schema e i contenuti del C.E. ,il Framework dello IASB propone una precisa definizione dei concetti di “costo” e “ricavo”. I costi rappresentano decrementi di benefici economici ascrivibili all’ esercizio, che si concretizzano nel deflusso/ nella svalutazione di attività o nell’ incremento di passività. IL CONTO ECONOMICO . La definizione di costo include anche le perdite non ancora realizzate. Per contro, i ricavi rappresentano incrementi di benefici economici ascrivibili all’ esercizio,che trovano manifestazione nella forma di afflusso/rivalutazione di attività o di decremento di passività. Dalle definizioni esposte emerge chiaramente come il modello di bilancio IASB sia il risultato di un sistema contabile di tipo patrimonialistico,che vuole lo S.P. quale fulcro del bilancio . IL PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO . Lo IAS prevede che faccia parte integrante del bilancio di esercizio anche un documento che evidenzi le variazioni intervenute nelle poste di patrimonio netto nel periodo amministrativo a cui si riferisce il bilancio. Il nostro legislatore impone l’ evidenziazione di informazioni equivalenti nell’ ambito della Nota Integrativa. IL PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO. Il diverso rilievo attribuito al documento in esame deriva dalla diversa valenza informativa dello stesso nell’ ambito del modello IASB; i principi contabili internazionali prevedono infatti, che alcuni componenti reddituali,spesso di notevole rilevanza quantitativa,quali quelli derivanti dalla modifica di principi contabili non transitino a C.E. come nel modello Nazionale,ma siano imputati a riduzione del patrimonio netto iniziale. IL PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO. Lo IAS richiede che tale prospetto sia costituito di due parti, la prima che evidenzi : L’ utile o la perdita dell’ esercizio; Le voci relative ad oneri o proventi di cui altri principi contabili richiedono l’ imputazione a patrimonio netto; L’ effetto complessivo dei cambiamenti di principi contabili e la correzione di errori determinati secondo quanto richiesto dallo IAS. IL PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO. E la seconda che illustri : Le operazioni sul capitale con i soci ed eventuali distribuzioni di capitale agli azionisti; Il saldo degli utili o delle perdite accumulati all’ inizio dell’ esercizio ed i movimenti intervenuti nell’ esercizio; Una riconciliazione tra il valore di ciascuna classe di azioni, della riserva sovrapprezzo azioni e di ciascuna riserva all’ inizio e al termine dell’ esercizio,evidenziando ogni movimento. LA NOTA INTEGRATIVA . I PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI : Ai sensi del principio contabile n.12 CNDC-CNR, la N.I. è il documento deputato a illustrare e supportare i dati esposti nello S.P. E nel C.E., per la loro natura sintetici e quantitativi, attraverso informazioni esplicative, supplementari e complementari. I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI : La N.I. prevista dall’ ordinamento nazionale viene sostituita dalle “NOTE di BILANCIO” ; le loro funzioni coincidono con quelle assegnate al documento descrittivo nel modello nazionale. LA RELAZIONE SULLA GESTIONE . LA DISCIPLINA CIVILISTICA : La R.S.G. deve informare “sulla situazione della società e sull’ andamento della gestione,nel suo complesso e nei vari settori in cui essa ha operato,anche attraverso imprese controllate,con particolare riguardo ai costi, ai ricavi, agli investimenti” . LA RELAZIONE SULLA GESTIONE. I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI : Pur non imponendone la redazione, anche i principi contabili internazionali “incoraggiano” le imprese a presentare, oltre al bilancio, un documento denominato “RELAZIONE degli AMMINISTRATORI”,allo scopo di illustrare quei profili della realtà aziendale che non possono trovare adeguata rappresentazione nei prospetti contabili e nelle note integrative. IL RENDICONTO FINANZIARIO I PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI : Pur non essendo esplicitamente menzionato dalla nostra disciplina civilistica,il R.F. rappresenta, nei rapporti di comunicazione aziendale col mondo eterno,un documento informativo di fondamentale importanza. I principi nazionali ritengono che la sua mancata presentazione debba essere tollerata solo con riferimento alle imprese di minori dimensioni,poco evolute sotto il profilo amministrativo. IL RENDICONTO FINANZIARIO. I PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI: La sua funzione si estrinseca nella rappresentazione delle variazioni intervenute nella situazione patrimoniale e finanziaria dell’ impresa durante l’ esercizio nella esplicitazione delle correlazioni esistenti fra investimenti e fonti di finanziamento,nella evidenziazione delle risorse finanziarie che si sono rese disponibili. IL RENDICONTO FINANZIARIO I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI : Gli riconoscono il ruolo di elemento costitutivo del bilancio e ne prescrivono la redazione obbligatoria. Per ciò che concerne la struttura la disciplina IASB individua tre sezioni: - la sezione operativa che corrisponde all’ area della gestione reddituale,la sezione degli investimenti, e la sezione delle fonti, che somma in sé i flussi derivanti dalle movimentazioni sia delle passività in senso stretto,sia delle voci di patrimonio. LE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI : Le immobilizzazioni materiali trovano collocazione nello schema dello S.P. dettato dall’ art.2424 C.C. Secondo la seguente articolazione: B) Immobilizzazioni: II – Immobilizzazioni materiali: 1) Terreni e fabbricati 2) Impianti e macchinario; 3) Attrezzature industriali e commerciali 4) Altri beni 5) Immobilizzazioni in corso e acconti. LE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI I PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI : Il Documento n.16 CNDC - CNR illustra le caratteristiche proprie delle immobilizzazioni materiali evidenziandone: La natura contabile , ossia il fatto che si tratta di costi anticipati o sospesi comuni a più periodi amministrativi; La natura fisica, consistente nella caratteristica della materialità; La natura economica, consistente nella strumentalità . LE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI: Le I.M. sono disciplinate allo IAS 16 : la definizione dei beni della specie fornita da tale principio non si differenzia, da quella dei principi contabili nazionali Ai sensi dello IAS 16 “Immobili, impianti e macchinari sono attività materiali che: Sono possedute dall’ impresa per essere utilizzate nella produzione o nella fornitura di beni e servizi;e ci si attende siano utilizzate per più di un esercizio.” LE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI MOMENTO DI ISCRIZIONE IN BILANCIO : Documento n.16 CNDC – CNR: o Il momento di iscrivibilità di una immobilizzazione all’ attivo di S.P. coincide con quello di passaggio del titolo di proprietà. PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI : o Richiedono che sia probabile che i futuri benefici economici riferibili al bene siano goduti dall’ impresa; o E che il costo del bene sia determinabile in maniera attendibile. LE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI. VALORE DI ISCRIZIONE INIZIALE : IL C.C. E I PRINCIPI NAZIONALI “Le I.M. devono essere iscritte al costo di acquisto,se acquisite esternamente, o di produzione, se realizzate internamente.Nel costo di acquisto si computano i costi accessori. I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI Anche ai sensi dello IAS 16, devono essere inizialmente valutate al costo. Sono però incluse nel costo iniziale di iscrizione di un bene anche le spese stimate per lo smantellamento, per la rimozione dell’ attività e la bonifica del luogo,nella misura in cui queste sono state rilevate come accantonamenti ai sensi dello IAS . IL LEASING LEASING Leasing operativo : - normale operazione di locazione; - 2 soggetti; - Mancanza trasferimento rischi e benefici connessi al bene. Metodo patrimoniale Leasing finanziario: - op. assimilate alla compravendita finanziaria; - 3 soggetti ; - trasferimento rischi e benefici connessi al bene. prevalenza sostanza sulla forma Metodo finanziario IAS 17 IL LEASING C.C. e Principi contabili nazionali : D.LGS 6/2003 Nello stato patrimoniale del locatore le immobilizzazioni concesse in leasing vanno nella voce: B) Immobilizzazioni , con separata indicazione di quelle concesse in locazione finanziaria. Nello stato patrimoniale del locatario: Nota Integrativa : deve contenere tutte le informazioni necessarie per poter riesporrre l’ operazione con il metodo finanziario . IL LEASING Principi contabili Internazionali : IAS 17, Leasing operativo metodo patrimoniale Leasing finanziario metodo finanziario IL LEASING Caratteristiche del Leasing Finanziario : a) Trasferimento della proprietà al termine del contratto; b) All’ inizio del leasing, il valore attuale dei pagamenti minimi del leasing equivale al fair value del bene locato; c) Il locatario ha l’ opzione di acquisto ad un prezzo inferiore al fair value alla alla data in cui si può esercitare l’ opzione, per cui è probabile che il bene verrà acquistato. d) Le perdite derivanti dalla risoluzione del contratto gravano sul locatario. IL LEASING Modalità di contabilizzazione : Leasing finanziario S.P. Tra le Immobilizzazioni valore del bene al costo sostenuto dalla società di leasing; Non ci sono conti d’ ordine; Debito v./ società di leasing. C.E. Ammortamento del costo; Oneri finanziari. LE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI La capitalizzazione degli oneri finanziari : I principi contabili nazionali I principi contabili nazionali ammettono in via generalizzata,la capitalizzazione degli interessi passivi sostenuti per finanziare l’ acquisizione delle immobilizzazioni . I principi contabili internazionali Lo IAS 16 ammette la capitalizzazione solo quale trattamento contabile alternativo, e solo per quei beni che richiedono un rilevante periodo di tempo prima di essere pronti per l’ uso. LE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI La capitalizzazione degli oneri finanziari : I principi contabili internazionali I normali investimenti di rinnovo, non giustificano la capitalizzazione,come i beni che al momento dell’ acquisto sono pronti per l’ uso. Il tema della capitalizzazione si presenta delicato perché consente di evitare l’ iscrizione a C.E. di oneri di competenza dell’ esercizio attraverso il loro inserimento fra le attività di S.P., prestandosi a politiche di bilancio volte a migliorare la performance aziendale artificiosamente. LE VARIAZIONI DI VALORE Le spese incrementative : I principi contabili nazionali Tali spese,denominate spese di manutenzione e riparazione ordinaria possono essere portate a incremento del valore del cespite solo se si traducono in un aumento significativo e misurabile di capacità o di produttività o di vita utile. I principi contabili internazionali Prevedono che una spese successiva all’ acquisto di una I.M. possa essere capitalizzata solo qualora si rifletta in un potenziamento dei benefici futuri ritraibili dal bene rispetto a quelli programmati. LE VARIAZIONI DI VALORE Le rivalutazioni : Il C.C. e i principi contabili nazionali La normativa civilistica è fortemente ancorata al criterio del costo storico che rappresenta il limite massimo di iscrizione delle immobilizzazioni. Queste possono essere oggetto di rivalutazione solo nei casi in cui specifiche disposizioni legislative lo prevedano. I principi contabili internazionali Lo IAS n.16 pur indicando quale trattamento contabile di riferimento quello del costo,accetta , quale criterio alternativo la possibilità di procedere alla rivalutazione del costo storico sino al loro fair value,al netto degli ammortamenti. LE VARIAZIONI DI VALORE L’ applicazione di tale opzione determina il passaggio ad un sistema fondato sui valori correnti che deve essere costantemente aggiornato con rivalutazioni periodiche dei cespiti. La frequenza dell’ aggiornamento del valore dipende dalle oscillazioni dei relativi valori correnti. I parametri di stima del fair value sono: a) Per terreni e fabbricati è il prezzo di mercato; b) La stesso vale per impianti e macchinari dove esista un valore di mercato; in caso contrario il valore corrente è dato dal costo di sostituzione ammortizzato. LE VARIAZIONI DI VALORE In ordine alle modalità di rivalutazione ,questa deve riguardare l’ intera classe di beni cui il cespite appartiene; In merito alla destinazione del maggior valore attribuito ai cespiti,questo deve essere imputato a P.N. come “riserva di rivalutazione”. Solo nel caso in cui la rivalutazione rappresenti un un ripristino di valore successivo ad una precedente svalutazione è prevista la sua contabilizzazione come ricavo. VARIAZIONI DI VALORE a. b. La riserva di rivalutazione diviene distribuibile solo quando il relativo saldo viene realizzato. La modalità di realizzo del saldo di rivalutazione può essere: Diretta,in occasione della realizzazione o della dismissione del bene. Indiretta,attraverso il processo di ammortamento.IL valore corrisponde alla differenza fra la quota di ammortamento sul valore rivalutato e quella conteggiata sul costo originario. LE VARIAZIONI SUCCESSIVE DI VALORE Le svalutazioni : Il C.C. e i principi contabili nazionali Il criterio del costo deve essere abbandonato tutte le volte in cui questo sia superiore al valore dell’ immobilizzazione alla data di chiusura dell’ esercizio,procedendo alla conseguente svalutazione. Per procedere alla svalutazione occorre che la perdita di valore sia durevole,ossia non transitoria. LE VARIAZIONI SUCCESSIVE DI VALORE I principi contabili internazionali a) b) La svalutazione delle I.M. può essere effettuata solo qualora: siano state individuate le attività che abbiano subito una perdita durevole di valore; sia stato stimato il valore recuperabile. Il valore recuperabile è il minore tra prezzo netto di vendita e valore d’ uso di ogni singola attività. Il valore d’ uso coincide col valore attuale dei flussi finanziari netti che l’ attività si prevede sarà in grado di generare in futuro. GLI INVESTIMENTI IMMOBILIARI L’ impresa può acquistare terreni e fabbricati a scopo di investimento,onde percepire canoni di locazione e godere della loro valorizzazione. Principi contabili nazionali Non trattano di tali investimenti in maniera differenziata rispetto agli altri investimenti in immobilizzazioni. Principi contabili internazionali I principi internazionali trattano espressamente degli investimenti immobiliari in un documento loro dedicato. GLI INVESTIMENTI IMMOBILIARI I PRINCIPI CONTABILI INERNAZIONALI Un investimento immobiliare è costituito da immobili posseduti al fine di di percepirne canoni di locazione e/o per l’ apprezzamento del capitale investito. La caratteristica economica fondamentale è quella di originare flussi finanziari indipendenti dalle altre attività possedute dall’ impresa. La valutazione iniziale fa riferimento al criterio del costo; per le successive è ammessa la valutazione al fair value, Le variazioni di valore devono essere imputate a C.E.. LE DISMISSIONI I principi contabili nazionali Nel caso di dismissioni di beni strumentali la differenza fra il valore netto contabile e il valore di realizzo concorre a formare il risultato di esercizio come plus o minusvalenza. I principi contabili internazionali Lo IAS n.16 prevede che la minusvalenza deve essere rilevata anche qualora il bene pur non essendo alienato,sia permanentemente ritirato dall’ uso e dalla sua dismissione non siano attesi benefici economici futuri. L’ AMMORTAMENTO L’ ammortamento costituisce un procedimento tecnicocontabile di ripartizione di un costo avente utilità pluriennale fra gli esercizi che beneficeranno del suo concorso alla formazione dei ricavi. I BENI AMMORTIZZABILI Sono quei beni suscettibili di deterioramento attraverso l’ uso. Ne consegue che sono esclusi da tale procedura i beni non deperibili.Tale impostazione vale sia per i principi nazionali che internazionali. L’ ammortamento IL VALORE DA AMMORTIZZARE Il valore da ammortizzare è costituito sia per i principi nazionali che internazionali dal costo,al netto del valore di presunto realizzo al termine della vita utile. IL PERIODO DI AMMORTAMENTO Coincide con il lasso temporale in cui il cespite potrà essere utilizzato dall’ impresa.Sia i principi nazionali, che gli IAS prevedono si debba tenere conto del deterioramento fisico,dell’ obsolescenza tecnica,delle condizioni di operatività. LE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI Definizione e classificazione : Il C.C. e i principi contabili nazionali B) IMMOBILIZZAZIONI I – Immobilizzazioni immateriali: 1) Costi di impianto e ampliamento; 2) Costi di ricerca ,sviluppo e pubblicità; 3) Diritti di brevetto industriale e di opere dell’ ingegno; 4) Concessioni, licenze, marchi e diritti simili: 5) Altre. LE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI Le I.I. sono oggetto del documento n.24 CNDCCNR, il quale non fornisce ulteriori indicazioni rispetto a quelle previste per le I.M.; rimarca solo la distinzione tra beni immateriali veri e propri e oneri pluriennali. I principi contabili internazionali Gli IAS definiscono le attività immateriali come “attività non monetaria, identificabile ,priva di consistenza fisica e posseduta per essere utilizzata nella produzione o fornitura di beni o servizi . LE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI L’iscrizione e la valutazione iniziale : IL C.C. e i principi contabili nazionali Sono applicabili i seguenti punti dell’ art.2426 C.C.: a) Criterio del costo; b) Ammortamento sistematico per il periodo di vita utile; c) Obbligo di svalutazione per perdite durevoli e obbligo di ripristino del valore originario. LE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI Tali criteri generali sono integrati da criteri speciali per i costi pluriennali e per l’ avviamento,che prevedono L’ iscrivibilità di tali costi sia subordinata al consenso del collegio sindacale; L’ ammortamento sia completato in un periodo massimo di 5 anni. I principi richiedono per la capitalizzazione dei relativi costi che: Abbiano un’ utilità futura; Siano distintamente identificabili Siano attendibilmente qualificabili. LE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI I principi contabili internazionali: Per lo IAS 38,la rilevazione di un elemento come attività immateriale richiede che l’ impresa dimostri che lo stesso soddisfi: a) La definizione di attività immateriale; b) Sia probabile che i futuri benefici economici siano goduti dall’ impresa; c) Il costo del bene sia determinato in maniera attendibile. LE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI Valore di iscrizione iniziale: Il C.C. e i principi contabili nazionali Devono essere iscritte al costo di acquisto,se acquisite esternamente, o di produzione, se realizzate internamente.Nel costo di acquisto si computano anche i costi accessori. I principi contabili internazionali Lo IAS 38 distingue il caso in cui un’ attività immateriale è acquisita separatamente da quello in cui è parte di un ‘azienda o ramo aziendale acquistata unitariamente. LE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI Nel primo caso valgono le stesse prescrizioni già viste per l’ acquisto di A.M.; Nel caso in cui l’ attività faccia parte di un complesso aziendale viene in rilievo lo IAS 22 “aggregazioni di imprese”, il quale consente l’ attribuzione di una parte del prezzo complessivo all’ attività immateriale solo se: a) La stessa è identificabile; b) Se il costo dell’ attività può essere stimato attendibilmente. Al verificarsi di tali condizioni l’A.I. deve essere iscritta al suo fair value tra le attività. LE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI . Il costo di produzione : Il C.C. e i principi contabili nazionali Come per le I.M. il costo di produzione comprende tutti i costi direttamente imputabili al prodotto. I principi contabili internazionali Occorre distinguere il processo di realizzazione in due distinte fasi: a) Fase di ricerca; b) Fase di sviluppo. LE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI a) b) La fase di ricerca attiene all’ attività volta ad accrescere e migliorare conoscenze tecniche e scientifiche.Tutti i costi sostenuti in tale fase devono essere imputati a C.E. La fase di sviluppo consiste nell’ implementazione del nuovo prodotto: il raggiungimento di tale fase per sé non consente la capitalizzazione dei costi;occorre verificare : 1) la fattibilità tecnica ed economica; 2) la disponibilità di risorse: 3) la capacità dell’ impresa di valutare il costo attribuibile all’ attività. LE VARIAZIONI DI VALORE Le spese incrementative: I principi nazionali Occorre rifarsi per analogia a quanto previsto dal documento n.16 per le I.M. I principi internazionali Lo IAS 38 prevede che una spesa sostenuta per una A.I. può essere capitalizzata alle condizioni che a) Sia probabile che la stessa consenta all’ attività di generare futuri benefici economici superiori a quelli attesi; b) Sia quantificabile attendibilmente e attribuibile all’ I.I. LE VARIAZIONI DI VALORE Le rivalutazioni: I principi nazionali e internazionali Vale la stessa disciplina prevista per le I.M. Le svalutazioni: I principi nazionali e internazionali Vale la stessa disciplina prevista per le I.M. I COSTI DI IMPIANTO E DI AMPLIAMENTO I principi nazionali : La loro iscrizione tra le attività è facoltativa e necessita del parere favorevole del collegio sindacale. I principi internazionali : Per lo IAS 38 tale categoria di oneri non è suscettibile di capitalizzazione. LE SPESE DI PUBBLICITA’ I principi nazionali: Perché possano essere oggetto di capitalizzazione devono avere il requisito dell’ eccezionalità e della non ricorrenza. I principi internazionali: Per lo IAS 38 tale categoria di oneri non è suscettibile di capitalizzazione. L’ AVVIAMENTO I principi nazionali: Può essere iscritto,con il consenso del collegio sindacale, solo se acquisito a titolo oneroso e nei limiti del costo sostenuto. I principi internazionali: Per le modalità di contabilizzazione, valutazione ed ammortamento dell’ avviamento,lo IAS 38 rinvia allo IAS 22,avente ad oggetto il trattamento contabile dell’ aggregazione tra imprese. LE RIMANENZE DI MAGAZZINO Definizione e classificazione : Il C.C. e i principi contabili nazionali Nello schema dello S.P. le rimanenze fanno parte dell’attivo circolante. c) Attivo circolante I – Rimanenze: 1) Materie prime, sussidiarie e di consumo; 2) Prodotti in corso di lavorazione e semilavorati; 3) Prodotti finiti e merci; 4) Acconti. LE RIMANENZE DI MAGAZZINO Nello schema di C.E. ,le stesse concorrono alla formazione del reddito d’ esercizio attraverso la variazione intervenuta nel loro valore: A)Valore della produzione 2)variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti; 3)variazioni dei lavori in corso su ordinazione; B)Costi della produzione 11)variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci. LE RIMANENZE DI MAGAZZINO I principi contabili internazionali Le rimanenze sono trattate dallo IAS che ne fornisce una definizione ampia e generale, comprendendo in questo ambito tutti i beni: a) Posseduti per la rivendita,nel normale svolgimento dell’ attività; b) Impiegati nei processi produttivi per la vendita; c) Impiegati nel processo di produzione o nella prestazione di servizi. Tale ampia classificazione assorbe tutte le categorie in precedenza esaminate. LE RIMANENZE DI MAGAZZINO I principi contabili internazionali Rientrano tra le rimanenze anche i terreni e gli immobili in genere quando sono posseduti per la rivendita,ossia rappresentano oggetto dell’ attività commerciale;tale previsione è in linea con la normativa nazionale. Sono poi inclusi tra le rimanenze, i costi sostenuti per l’erogazione delle prestazioni a fronte dei quali non siano ancora stati conseguiti i corrispondenti ricavi; nello S.P. civilistico,tali componenti trovano collocazione tra i risconti, come costi anticipati. LE RIMANENZE DI MAGAZZINO Le valutazioni : Il C.C. e i principi contabili nazionali Il C.C. enuncia il fondamentale principio di valutazione al “minore fra costo e valore di realizzazione” : le rimanenze devono essere valutate al costo di acquisto o produzione interna,senza possibilità di operare maggiori valutazioni, ma con l’ obbligo di procedere alla loro svalutazione nel caso in cui il valore di realizzazione desumibile dall’ andamento del mercato sia inferiore. LE RIMANENZE DI MAGAZZINO Il costo di acquisto: I principi contabili nazionali Il costo di acquisto è costituito dal prezzo di acquisto maggiorato degli oneri accessori di diretta imputazione. I principi contabili internazionali Le previsioni dello IAS 2in tema di costo di acquisto sono perfettamente in linea con quelle del principio contabile nazionale sopra esposto,salvo la possibilità concessa dal primo di includervi anche le differenze di cambio nei rari casi previsti dallo IAS 21, effetti delle variazioni dei cambi delle valute estere. LE RIMANENZE DI MAGAZZINO Il valore di realizzo: I principi contabili nazionali Il valore di realizzo deve essere desunto “dall’ andamento del mercato”. Ai sensi del documento n.13 CNDC-CNR, il valore di mercato da considerare è diverso a seconda che i beni non abbiano ancora iniziato il processo di trasformazione fisico-tecnico,che tale processo sia in corso, o infine che sia già concluso: a) Per le materie prime e sussidiarie, il valore da considerare è il costo di sostituzione, LE RIMANENZE DI MAGAZZINO Per le merci e i prodotti finiti, il valore di riferimento è rappresentato dal presumibile prezzo di vendita; b) Per i semilavorati di produzione interna e per i prodotti in corso di lavorazione,occorre rifarsi al prezzo di vendita,decurtato delle ulteriori spese necessarie al completamento del processo produttivo. I principi internazionali Lo IAS fornisce sostanzialmente le stesse indicazioni,prescrivendo che la valutazione debba essere fatta bene per bene. a) LE RIMANENZE DI MAGAZZINO I metodi di attribuzione dei costi alle giacenze: I principi contabili nazionali L’ applicazione del criterio del costo è agevole quando i beni sono chiaramente individuabili.Qualora le rimanenze siano costituite da beni “fungibili” per i quali risulti impossibile seguire contabilmente la formazione del costo,occorre individuare metodi convenzionali di imputazione dei costi: Media ponderata; Fifo (first in first out) Lifo (last in first out). LE RIMANENZE DI MAGAZZINO Il documento n.13 CNDC-CNR, ammette un ulteriore metodo, il “lifo a scatti”, che rappresenta lo standard di riferimento per le valutazioni delle rimanenze ai fini fiscali. I principi contabili internazionali Lo IAS 2, al contrario indica quali trattamenti contabili di riferimento,il fifo e la media ponderata,ammettendo il lifo solo quale criterio alternativo. I LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE Definizione e classificazione Il C.C. e i principi contabili nazionali C)Attivo circolante I – Rimanenze: 3)lavori in corso su ordinazione; A)Valore della produzione 3) Variazione dei lavori in corso su ordinazione. I LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE I lavori in corso su ordinazione sono definiti dal documento n.23 come contratti, di durata normalmente ultrannuale, per la realizzazione di un’ opera . I principi contabili internazionali Le rimanenze in esame sono trattate dallo IAS 11, la cui definizione non si discosta da quella sopra riportata.Lo IAS non riporta però in essa la caratteristica della durata pluriennale, poichè il titolo del principio(commesse a lungo termine) ne esclude l’ applicazione a quelle a breve. I LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE Di norma il principio in esame deve essere applicato ad ogni singola commessa; in alcuni casi tuttavia deve essere distintamente applicato ai singoli elementi di cui si compone una commessa,qualora questa si riferisca a diversi beni e a) Siano state presentate offerte distinte per ciascun bene; b) Ciascun bene sia oggetto di negoziazione distinta; c) Sia possibile identificare i costi ed i ricavi di ciascun bene. I LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE Le valutazioni : La particolarità delle commesse a lungo termine consiste nel fatto che i ricavi a lungo termine diverranno definitivi solo al completamento della commessa medesima, rischiando di determinare una forte variabilità dei risultati degli esercizi. I principi contabili internazionali Per tale motivi lo IAS 11,prevede che qualora il risultato di una commessa può essere stimato con attendibilità, sia i costi che i ricavi devono essere attribuiti agli esercizi di riferimento in proporzione allo stato di avanzamento dell’ attività. I LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE Nel caso in cui il risultato non può essere stimato con attendibilità,il lavoro svolto viene valutato in misura pari ai costi sostenuti per la sua realizzazione,mediante un semplice storno di costi. I principi contabili nazionali Riconoscono la procedura di completamento come l’ unica in grado di rappresentare correttamente la natura e la sostanza economica delle commesse; Ammettono in via generalizzata anche l’ utilizzo del metodo della commessa completata, pur imponendo di fornire in N.I. le informazioni necessarie a ricostruire il risultato d’ esercizio. I LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE I ricavi di commessa : La quantificazione dei ricavi riveste un ruolo fondamentale nell’ applicazione della percentuale di completamento; In base a tale metodo infatti le rimanenze dei lavori in corso su ordinazione non sono valutate al costo sostenuto come la generalità delle rimanenze, ma in base ai corrispettivi pattuiti pr la parte eseguita. I ricavi di commessa sono trattati dai principi contabili nazionali e internazionali in maniera sostanzialmente simile. I LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE I ricavi di commessa comprendono , oltre al valore inizialmente stabilito per contratto : a) Le revisioni dei prezzi; b) Le varianti di lavoro; c) Le riserve ( o richieste di corrispettivi aggiuntivi) d) Eventuali incentivi. I LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE I costi di commessa : Sono costi di commessa sia i costi diretti,sia i costi indiretti; Fra i costi di commessa,lo IAS 11 include qualunque altro costo che possa essere addebitato al committente sulla base delle clausole contrattuali; Tale previsione non è esplicitamente riportata dal documento n.23 CNDC-CNR,ma si deve intendere compresa nella definizione di costo diretto. I LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE Il criterio della percentuale di completamento: Le condizioni alle quali i principi contabili nazionali e internazionali subordinano l’ applicazione della percentuale di completamento si presentano sostanzialmente coincidenti: a) I ricavi della commessa possono essere determinati con attendibilità; b) È probabile che i benefici economici derivanti dalla commessa affluiranno all’ impresa; c) I costi di commessa e lo stato di avanzamento possono essere misurati con attendibilità e chiaramente identificati. I LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE Il metodo della commessa completata : L’ applicazione di questo metodo porta alla valutazione dei lavori in corso mediante l’ applicazione delle regole generali dettate per la valutazione delle rimanenze, ossia del principio del minore fra costo e presunto valore di realizzo. I LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE La rilevazione di perdite attese : I principi contabili nazionali Prescrivono che qualora si preveda che i costi di commessa eccedano i connessi ricavi,la relativa perdita debba essere riflessa a C.E. I principi contabili internazionali Lo IAS 11 esplicita ulteriormente l’ applicazione del principio del minore fra il costo ed il presumibile valore di realizzo,prescrivendo che qualora il recupero dei costi di commessa non sia probabile, gli stessi devono essere imputati a C.E. I LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE Le modalità di contabilizzazione : I principi contabili nazionali I costi sono rilevati per competenza nell’ esercizio in cui vengono sostenuti e nella misura in cui siano stati utilizzati per giungere allo stadio di lavorazione alla data di riferimento; I costi sostenuti per materiale non utilizzato devono essere rilevati tra le rimanenze di materie nello S.P.; Le somme ricevute dai committenti possono avere la natura di anticipi(corrisposti all’ inizio) da inserire nella voce acconti dello S.P. o di acconti corrisposti in corso d’ opera che possono essere contabilizzati come anticipi (S.P.)o ricavi (C.E.). I LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE Il documento 11 CNDC-CNR ritiene preferibile la contabilizzazione degli acconti tra i ricavi, in quanto l’ altro metodo comporta un progressivo aumento del passivo per gli acconti e dell’ attivo per le rimanenze, mentre in C.E. la voce ricavi subirà un repentino incremento nell’ esercizio in cui la commessa avrà termine. I principi contabili internazionali Lo IAS 11 impone l’ imputazione a ricavo di tutto il corrispettivo maturato sulla parte di lavoro svolto. I lavori in corso non vengono mai rilevati fra le rimanenze, ma solo fra i ricavi. I LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE La disciplina fiscale Il valore delle rimanenze finali di opere, forniture e servizi di durata ultrannuale, determinato ai fini fiscali sulla base dei corrispettivi pattuiti, risulta dall’ interazione dei seguenti elementi: Corrispettivi liquidati in via provvisoria coperti da stati avanzamento lavori; Prestazioni eseguite alla data dell’ ultimo stato avanzamento lavori; Maggiorazioni di prezzo richieste; Decurtazione per rischio contrattuale . I TITOLI E LE PARTECIPAZIONI Definizione e classificazione Il C.C. e i principi contabili nazionali B) Immobilizzazioni III – Immobilizzazioni finanziari: 1) Partecipazioni in ; a) Imprese controllate; b) Imprese collegate; c) Imprese controllanti d) Altre imprese I TITOLI E LE PARTECIPAZIONI 2) crediti; 3)altri titoli; 4)azioni proprie . C)Attivo circolante III – Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni: 5)partecipazioni in imprese controllate; 6)partecipazioni in imprese collegate; 7)partecipazioni in imprese controllanti; 8)altre partecipazioni 9)azioni proprie; 10) Altri titoli. I TITOLI E LE PARTECIPAZIONI Il documento n.20 CNDC-CNR titoli e partecipazioni dà le seguenti definizioni: Per partecipazioni si intendono investimenti nel capitale di altre imprese; Per “altri titoli” si intendono titoli del debito pubblico e obbligazioni emessi da enti pubblici; Per “azioni proprie” si intendono investimenti che una S.P.A. effettua nei titoli azionari da essa stessa emessi. I TITOLI E LE PARTECIPAZIONI I principi contabili internazionali Non trattano unitariamente di titoli e partecipazioni,ma lo fanno nell’ ambito di 4 distinti principi: Lo IAS 27 relativo alle partecipazioni in imprese controllate; Lo IAS 28 relativo alle partecipazioni in imprese collegate; Lo IAS 31 relativo alle partecipazioni in imprese a controllo congiunto; Lo IAS 39, relativo agli altri titoli in generale. I TITOLI E LE PARTECIPAZIONI I criteri di valutazione Il C.C. e i principi contabili nazionali i titoli e le partecipazioni iscritti tra le I.F. sono valutati col criterio del costo ed obbligo di svalutazione nel caso di perdita durevole di valore,nonché di ripristino quando vengano meno le cause della svalutazione. Per le sole partecipazioni in imprese controllate e collegate iscritte tra le I.F. è inoltre applicabile facoltativamente,il criterio di valutazione del “patrimonio netto” o equity method. I TITOLI E LE PARTECIPAZIONI Per i titoli e le partecipazioni facenti parte dell’ attivo circolante vale il criterio del costo,ma con obbligo di svalutazione nel caso di minor valore di realizzazione desumibile dall’ andamento del mercato,e di ripristino del valore originario. I principi contabili internazionali Prevedono che i criteri di valutazione applicabili alle partecipazioni dipendono dalla tipologia: Sia per le partecipazioni in imprese controllate che in quelle collegate ,consentono alternativamente l’ adozione dei seguenti metodi: I TITOLI E LE PARTECIPAZIONI Costo ; Patrimonio netto; Fair value, secondo le previsioni dello IAS 39. Per le partecipazioni in altre imprese e pr i titoli in genere lo IAS 39 distingue, a seconda della loro destinazione nell’ economia dell’ impresa fra quelli : Detenuti fino a scadenza; Detenuti per negoziazione; Detenuti per la vendita. Per la prima categoria il criterio di valutazione applicabile è quello del costo non ammortizzato; I TITOLI E LE PARTECIPAZIONI Per quelli detenuti per la negoziazione l’ unico criterio ammesso è quello del fair value, con imputazione delle differenze da valutazione a C.E. Anche per i titoli detenuti per la vendita l’ unico criterio ammesso è quello del fair value,con la differenza di poter imputare la differenza sia a C.E. che a P.N. I TITOLI E LE PARTECIPAZIONI Le svalutazioni Le partecipazioni immobilizzate Perché il costo delle partecipazioni iscritte tra le I.F.debba e possa essere svalutato occorre che la perdita di valore accertata abbia il carattere della durevolezza,ossia non sia transitoria. I titoli immobilizzati un importante e generalizzato ribasso dei prezzi di mercato non rappresenta di per sé motivo di svalutazione,occorre che lo stesso abbia un carattere di persistenza temporale e l’ assenza di elementi che lascino fondatamente ritenere probabile un inversione di tendenza. I TITOLI E LE PARTECIPAZIONI I titoli e le partecipazioni facenti parte dell’ attivo circolante. Poiché i titoli in esame sono destinati ad essere venduti entro un breve lasso temporale,è il valore di presumibile realizzo desumibile dall’ andamento del mercato che deve rappresentare il parametro cui raffrontare il costo ai fini di una sua eventuale svalutazione. Al riguardo possono considerarsi due possibilità: Utilizzare le quotazioni alla data di chiusura del bilancio; Utilizzare una media delle quotazioni di un periodo I TITOLI E LE PARTECIPAZIONI I ripristini di valore L’ impresa deve cioè verificare, ad ogni data di riferimento del bilancio,se le ragioni della precedente svalutazione persistono o sono venute meno. In tale caso il valore svalutato deve essere ripristinato e il ripristino di valore deve essere iscritto a C.E., alla voce: a) Rivalutazione di partecipazioni; b) Immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni; c) Di titoli iscritti nell’ attivo circolante che non costituiscono immobilizzazioni LA VALUTAZIONE DELLE PARTECIPAZIONI SECONDO L’ EQUITY METHOD Definizione Il C.C. e i principi contabili nazionali La valutazione delle partecipazioni secondo l’ equity method rappresenta l’ unica deroga,assieme a quella relativa ai lavori in corso su ordinazione, al criterio-bas del costo. Secondo il metodo del P.N.,il costo originario della partecipazione viene modificato per recepire le modifiche proprie di tale metodologia e per tenere conto delle quote di utili e delle perdite della partecipata. LA VALUTAZIONE DELLE PARTECIPAZIONI SECONDO L’ EQUITY METHOD I principi contabili internazionali Lo IAS 28 prevede che con il metodo del P.N., la partecipazione è inizialmente rilevata al costo e il valore contabile è aumentato o diminuito per rilevare la quota spettante alla partecipante degli utili o delle perdite della collegata realizzati dopo la data di acquisizione. Tale metodo di valutazione si traduce di fatto in un “consolidamento sintetico”, in quanto l’ utilizzo del metodo produce gli stessi effetti in termini di consistenza patrimoniale e di riflessi sul risultato d’ esercizio della redazione di un bilancio consolidato. LA VALUTAZIONE DELLE PARTECIPAZIONI SECONDO L’ EQUITY METHOD Ambito di applicazione: Tale metodo trova applicazione limitatamente alle partecipazione che presentino i seguenti requisiti: Siano di controllo o di collegamento; Siano iscritte tra le immobilizzazioni. L’ adozione di tale metodo comporta l’iscrizione in bilancio della partecipazione al valore della corrispondente frazione di P.N. della partecipata;ad ogni esercizio occorre adeguare il valore di carico della partecipazione alle modifiche intervenute nella consistenza del P.N. della partecipata. LA VALUTAZIONE DELLE PARTECIPAZIONI SECONDO L’ EQUITY METOD Modalità di prima iscrizione della partecipazione : Costo di acquisto > corrispondente quota PN può essere iscritto nell’ attivo,purchè ne siano indicate le ragioni in N.I. La differenza può essere dovuta a: a) Evidenziazione di un “ cattivo affare; b) al > valore attribuito al complesso in sede di negoziazione rispetto al valore dei singoli beni. Costo di acquisto < corrispondente quota di PN La differenza può essere dovuta a : a) Al < valore attribuito alle attività e/o al > valore attribuito alle passività della partecipata (minusvalenze latenti); LA VALUTAZIONE DELLE PARTECIPAZIONI SECONDO L’ EQUITY METHOD b) Al minor valore attribuito al complesso rispetto alla somma algebrica dei valori dei beni che lo compongono, in virtù dell’ insufficiente redditività prospettica del complesso (avviamento negativo); c)al maggior valore effettivo dei beni della partecipata rispetto al prezzo pagato(“buon affare”) . I principi contabili internazionali : LA VALUTAZIONE DELLE PARTECIPAZIONI SECONDO L’ EQUITY METHOD I principi internazionale trattano del metodo del P.N. in maniera piuttosto sintetica,tanto che i principi nazionali possono rappresentare un utile guida anche per l’ applicazione degli IAS. Il trattamento contabile delle variazioni di valore successive Occorre determinare le cause che hanno determinato la variazione,associando a ciascuna la più opportuna rappresentazione contabile. LA VALUTAZIONE DELLE PARTECIPAZIONI SECONDO L’ EQUITY METHOD Le variazioni possono essere distinte in due gruppi : a) Variazioni aventi rilevanza reddituale (utili o perdite d’ esercizio); b) Variazioni di carattere patrimoniale quali: dividendi distribuiti; Aumenti di capitale a pagamento; Rivalutazione di beni; Riduzione del capitale; Iscrizione a P.N. di contributi in conto capitale; LA VALUTAZIONE DELLE PARTECIPAZIONI SECONDO L’ EQUITY METHOD La disciplina fiscale : L’ ART. 101 del D.P.R. 917/86 prevede che “per le I.F. costituite da partecipazioni in imprese controllate o collegate,iscritte in bilancio a norma dell’ art. 2426 C.C. non è deducibile la parte di costo di acquisto eccedente il valore corrispondente alla frazione del P.N. risultante dall’ ultimo bilancio dell’ impresa partecipata” . I CREDITI Il C.C. e i principi contabili nazionali : Sono esposti nello S.P. secondo la seguente articolazione: ATTIVITA’ A) Crediti vero cosi per versamenti ancora dovuti; B) Immobilizzazioni; III- immobilizzazioni finanziarie 2) Crediti a) Verso imprese controllate; b) Verso imprese collegate; c) Verso controllanti; d) Verso altri. I CREDITI C) Attivo circolante II –Crediti 1)Verso clienti; 2)Verso imprese collegate; 3)Verso controllanti; 4) 4- bis)crediti tributari; 4-ter) imposte anticipate; 5) Verso altri. I principi contabili internazionali : Lo IAS 1 non prevede schemi obbligatori di bilancio, Fornisce una elencazione minimale di voci così diverse Per natura e destinazione da richiedere separata esposizione in S.P. I CREDITI Valutazione : Il C.C. e i principi contabili nazionali I crediti devono essere iscritti in bilancio al presumibile valore di realizzo. I principi contabili internazionali Non esiste nel modello IASB un appositi principio che tratti dei crediti; devono essere considerati “attività finanziarie” e in quanto tali valutati al fair value. Costituiscono eccezione i crediti di fornitura e finanziamento per i quali il criterio di valutazione consiste nel “costo ammortizzato”,ossia il valore iniziale al netto dei rimborsi di capitale e di svalutazioni,accresciuto o diminuito dell’ ammortamento complessivo delle differenze fra valore iniziale quello a scadenza. I CREDITI Perdite per inesigibilità: Il C.C. e i principi contabili nazionali Contabilmente la soluzione è procedere alla svalutazione mediante accantonamento in un apposito fondo. I principi contabili internazionali Le indicazioni fornite dallo IAS 39 non si discostano da quelle fornite dai principi contabili nazionali. I principi contabili internazionali Le indicazioni fornite dallo IAS 39 non si discostano da quelle fornite dai principi contabili nazionali. I CREDITI La disciplina fiscale : Le svalutazioni dei crediti L’ art.106, D.P.R. 917/86 prevede che le svalutazioni dei crediti risultanti in bilancio derivanti da cessioni di beni e da prestazioni di servizi sono deducibili in ciascun esercizio nel limite dello 0,5% del valore nominale dei crediti. Le perdite su crediti Le perdite su crediti in linea generale sono fiscalmente deducibili se risultano da elementi certi e precisi. LE DISPONIBILITA’ LIQUIDE Il C.C. e i principi contabili nazionali Nello schema dello S.P. sono esposte come segue: C) Attivo circolante: IV – Disponibilità liquide: a) Depositi bancari e postali; b) Assegni; c) Denaro e valori in cassa. Le disponibilità liquide non sono oggetto di valutazione ma di enumerazione e sono esposte in bilancio a valore nominale; I depositi bancari e postali e gli assegni devono essere iscritti al valore di presumibile realizzo LE DISPONIBILITA’ LIQUIDE I principi contabili internazionali : Nello schema di S.P. previsto dallo IAS devono essere esposte in un’unica voce “disponibilità liquide e mezzi equivalenti” . Rientrano tra le attività finanziarie, conseguendone che sono soggette al criterio di valutazione del fair value . I RATEI E I RISCONTI Il C.C. e i principi contabili nazionali Devono essere iscritti nello S.P. nelle classi “D” dell’ attivo “ratei e risconti attivi” e “E” del passivo “ratei e risconti passivi”. Per quanto attiene la valutazione,il loro ammontare deve essere determinato mediante ripartizione del provento o dell’ onere, al fine di attribuire la quota parte di competenza dell’ esercizio in chiusura. I principi contabili internazionali non trattano espressamente dei ratei e dei risconti,considerandoli all’ interno delle più ampie classi di debiti e crediti. I RATEI E I RISCONTI I ratei rientrano nella definizione di attività finanziarie,in tutto assimilati ai debiti e crediti,ai quali si estendono i criteri di valutazione indicati. I risconti consistendo in costi anticipati per i quali il beneficio economico futuro è rappresentato dal ricevimento di servizi o in ricavi anticipati, devono essere valutati in relazione al valore del futuro beneficio economico da acquistare o erogare. I DEBITI Il C.C. e i principi contabili nazionali : Sono esposti nella classe D) del passivo di S.P. secondo la seguente articolazione: 1) Obbligazioni; 2) Obbligazioni convertibili; 3) Debiti verso banche; 4) Debiti verso altri finanziatori; 5) Acconti; 6) Debiti verso fornitori; 7) Debiti rappresentati da titoli di credito; 8) Debiti verso imprese controllate; 9) Debiti verso imprese collegate; 10) Debiti verso imprese controllanti I DEBITI 12) Debiti tributari; 13) Debiti verso istituti di previdenza e di sicurezza; 14) Altri debiti. I l raggruppamento è destinato ad accogliere tutte le obbligazioni certe sia nell’ esistenza, sia nell’ ammontare che nella scadenza. I principi contabili internazionali Lo IAS 1 non prevede alcuna articolazione obbligatoria delle passività in voci distinte, è il redattore che nella loro esposizione deve tenere conto “dei valori,della natura e delle scadenze delle passività” I DEBITI Valutazione : I principi contabili nazionali I debiti espressi dall’ origine in valuta devono essere espressi al loro valore nominale. I principi contabili internazionali Lo IAS 39 prevede che le passività finanziarie debbano essere rilevate inizialmente al fair value del corrispettivo ricevuto in cambio Anche per la valutazione successiva, ad ogni data di riferimento del bilancio, il criterio del costo ammortizzato coincide con quello dettato per i crediti. INDENNITA’ DI FINE RAPPORTO E REMUNERAZIONE DEL PERSONALE Definizione e classificazione : Il C.C. e i principi contabili nazionali Il costo del lavoro trova collocazione nel C.E. secondo lo schema che segue: B) Costi della produzione 9) Per il personale a) Salari e stipendi b) Oneri sociali c) trattamento di fine rapporto d) Trattamento di quiescenza e simili e) Altri costi. INDENNITA’ DI FINE RAPPORTO E REMUNERAZIONE DEL PERSONALE I principi contabili internazionali Lo IAS 19 distingue i costi per il personale in 5 tipologie principali: 1) Compensi a breve termine; 2) Compensi successivi al rapporto di lavoro; 3) Compensi a lungo termine; 4) Indennità di fine rapporto; 5) Compensi legati al patrimonio netto. INDENNITA’ DI FINE RAPPORTO E REMUNERAZIONE DEL PERSONALE La disciplina fiscale : Per ciò che concerne la disciplina fiscale,sul fronte di di salari, stipendi e oneri sociali a carico delle imprese, la normativa nazionale IRES e IRPEF non diverge sostanzialmente da quella civilistica; detti costi infatti sono deducibili secondo competenza economica. Anche la disciplina IRPEF/IRES del T.F.R. è normalmente conforma a quella civilistica. FONDI RISCHI E ONERI, PASSIVITA’ E ATTIVITA’ POTENZIALI. IL C.C. e i principi contabili nazionali : Nello schema di S.P. Rappresentano la prima classe delle passività e sono così suddivisi: B) Fondi per rischi e oneri: 1) Per trattamento di quiescenza ed obblighi similari; 2) Per imposte, anche differite; 3) Altri. Sono trattati dal documento n.19 CNDC-CNR il quale evidenzia che gli stessi accolgono gli accantonamenti destinati a coprire perdite o debiti FONDI RISCHI E ONERI, PASSIVITA’ E ATTIVITA’ POTENZIALI Aventi le seguenti caratteristiche: Natura determinata; Esistenza certa o probabile; Ammontare o data di sopravvenienza indeterminati. Ne consegue che i fondi rischi e oneri possono essere classificati in due grandi categorie: I fondi per oneri,ossia gli accantonamenti volti a fronteggiare passività di competenza dell’ esercizio in chiusura, certe nell’ esistenza. I fondi rischi,,ossia accantonamenti a fronte di passività la cui esistenza è solo probabile FONDI RISCHI E ONERI,PASSIVITA’ E ATTIVITA’ POTENZIALI La distinzione tra i due tipi di fondi determina una diversa contropartita a C.E. dei relativi accantonamenti:gli accantonamenti per rischi vanno iscritti alla voce B 12) Accantonamenti per rischi,mentre gli accantonamenti ai fondi per oneri vanno iscritti alla voce B13) Altri accantonamenti. I fondi per oneri: La loro quantificazione deve avvenire sulla base di una stima realistica delle somme o del valore dei beni che dovranno essere forniti per soddisfare l’ obbligazione. FONDI RISCHI ED ONERI ,PASSIVITA’ E ATTIVITA’ POTENZIALI I fondi rischi : Esse vanno rilevate in bilancio come accantonamenti ad appositi fondi solo quando: Si possa ritenere probabile il verificarsi di eventi che comporteranno il sorgere di passività o la perdita di attivita’; Sia possibile stimare l’ onere con sufficiente ragionevolezza. Se l’ ammontare dell’ onere non è suscettibile di alcuna stima attendibile,non va effettuato alcun stanziamento in bilancio. FON DI RISCHI ED ONERI, PASSIVITA’ E ATTIVITA’ POTENZIALI. I principi contabili internazionali : Lo IAS 37 “Accantonamenti,passivita’ e attività potenziali”,rispetto alle previsioni dei principi contabili nazionali,non distingue in relazione alla certezza o probabilità del verificarsi della passività, tra fondi rischi e fondi per oneri, ma tra “accantonamenti” e “passività potenziali”. Il principio ammette (e impone) l’ imputazione a bilancio di fondi solo in relazione agli “accantonamenti”,mentre la esclude per le “passività potenziali”. FONDI RISCHI ED ONERI,PASSIVITA’ E ATTIVITA’ POTENZIALI Disciplina fiscale : Il legislatore riconosce la deducibilità solo degli accantonamenti ai fondo rischi ed oneri futuri specificatamente indicati nell’ art. 107 TUIR. Gli accantonamenti ammessi fiscalmente in deduzione sono i seguenti: Fondo per manutenzioni cicliche; Fondo ripristino e sostituzione beni gratuitamente devolvibili; Fondo per concorsi e operazioni a premio; Fondo per rischi collaudo. IL PATRIMONIO NETTO Nello schema dello S.P. le voci di PN assumono la seguente articolazione: A) Patrimonio netto : I – Capitale II- Riserva sovrapprezzo azioni III – Riserve da rivalutazione IV – Riserva legale V – riserva per azioni proprie in portafoglio; VI – Riserve statutarie; VII – Altre riserve; VIII – Utili (perdite) portati a nuovo; IX – Utile (perdita) dell’ esercizio . IL PATRIMONIO NETTO Il PN è trattato dal documento n.28 CNDC-CNR,il quale effettua un esame circa la funzione e le modalità di formazione delle singole voci. I principi contabili internazionali : Non esiste alcun principio emanato dallo IASB che si occupi specificamente del PN;il tema è trattato incidentalmente nei documenti interpretativi SIC 16 e 17 e in alcuni IAS. Innanzitutto per il SIC 16, le azioni proprie non possono mai essere contabilizzate fra le attività, ma devono essere portate direttamente a riduzione del valore del PN. IL PATRIMONO NETTO Anche il trattamento contabile dei costi connessi all’ emissione di nuove azioni differisce dalla disciplina nazionale,poiché gli stessi non possono essere capitalizzati,ma devono essere portati direttamente a riduzione delle somme acquisite dalla società con l’ operazione. Un altro aspetto di differenziazione attiene al trattamento delle riserve da rivalutazione : oltre alla fondamentale circostanza che per i modello nazionale le rivalutazioni non sono possibili,salvo specifiche leggi, per gli IAS le eventuali perdite di valore dei cespiti rivalutati devono essere contabilizzate a riduzione della corrispondente riserva, mentre per la disciplina interna devono essere imputate a C.E. LE VOCI DI CONTO ECONOMICO IL C.C. e i principi contabili nazionali : Il contenuto delle singole voci di C.E. è trattato dal documento n. I.1 CNDC-CNR . I principi contabili internazionali : Coerentemente con l’ assenza di uno schema tipo obbligatorio di C.E. non esiste invece un analogo principio contabili internazionale. LE VOCI DI CONTO ECONOMICO La distinzione fra i componenti ordinari ed i componenti straordinari del reddito di esercizio : Il C.C. e i principi contabili nazionali : Il documento n.12 CNDC-CNR, precisa che per qualificare straordinario un componente reddituale,è necessaria l’ estraneità della fonte del provento o dell’ onere rispetto alla gestione ordinaria. Il documento individua le seguenti cause di estraneità alla gestione ordinaria: a) Estraneità all’ attività ordinaria dell’ impresa; b) Estraneità all’ esercizio di riferimento; c) Aspetti tecnico-contabili ( oneri e proventi derivanti da modifiche di stime e da mutamenti di p.contabili). LE VOCI DI CONTO ECONOMICO I principi contabili internazionali : Lo IAS 8 prevede che ai fini della distinzione fra componenti ordinari e straordinari rilevi solo l’ estraneità alla gestione ordinaria dell’ impresa e non anche l’ estraneità del componente all’ esercizio di riferimento o la sua derivazione da aspetti tecnicocontabili. Tali due ultime circostanze danno luogo all’ adozione di modalità di contabilizzazione,non ammissibili nel nostro ordinamento, che hanno l’ effetto di non far concorrere il componente reddituale alla formazione del risultato dell’ esercizio corrente. IMPOSTE SUL REDDITO E FISCALITA’ DIFFERITA Differenze fra risultato civilistico e reddito imponibile Al pari di ogni altro componente negativo di reddito,anche le imposte devono essere iscritte in bilancio in ossequio al principio di competenza. In virtù delle innumerevoli discrepanze tra le norme che che disciplinano la determinazione del risultato di bilancio e del reddito imponibile, non è infrequente che le imposte di competenza e le imposte dovute non coincidano. Le differenze fra il risultato civilistico ante –imposte ed il reddito imponibile possono avere carattere permanente o temporaneo. IMPOSTE SUL REDDITO E FISCALITA’ DIFFERITA Differenze permanenti : Le differenze permanenti si determinano quando il maggiore o minore valore fiscale assegnato ad una posta in bilancio un determinato esercizio, non viene riassorbito negli esercizi successivi; Differenze temporanee : Le differenze temporanee sono determinate da variazioni del reddito imponibile,rispetto al risultato civilistico ante – imposte,che prodotte in un determinato esercizio, vengono assorbite ,in quelli successivi, da una o più variazioni di segno opposto. IMPOSTE SUL REDDITO E FISCALITA’ DIFFERITA I criteri di valutazione : I debiti e i crediti tributari devono essere iscritti in bilancio al valore nominale ( documento n.25 CNDCCNR): ovvero, secondo una disposizione sostanzialmente analoga, in base all’ importo che si prevede di versare o di recuperare alla/dalla Amministrazione finanziaria (IAS 12). Ai sensi dello IAS 12,detta stima deve essere effettuata sulla base dell’ aliquota di imposta promulgata o sostanzialmente in vigore alla data di bilancio. Tale criterio deve considerarsi accolto anche dalla IMPOSTE SUL REDDITO E FISCALITA’ DIFFERITA Le attività e passività fiscali differite, devono essere iscritte sulla base dell’ aliquota di imposta attesa per l’ esercizio in cui si prevede avvenga il riversamento di ciascuna differenza temporanea. Rappresentazione in bilancio : I principi contabili nazionali e internazionali prevedono che i debiti per le imposte correnti dell’ esercizio,ed,eventualmente degli esercizi precedenti,devono trovare collocazione in bilancio come passività al netto,di norma, degli eventuali crediti verso l’ erario e degli acconti versati. IMPOSTE SUL REDDITO E FISCALITA’ DIFFERITA L’eventuale debito verso l’ erario viene iscritto tra gli elementi del passivo alla voce D 11; L’ eventuale credito verso l’ erario deve essere iscritto fra gli elementi dell’ attivo circolante alla voce C II.4- BIS. In contropartita al debito tributario per imposte correnti iscritto in S.P., occorre rilevare una voce di costo a C.E., che trova collocazione nel prospetto di cui all’ art. 2425 C.C,, imposte sul reddito d’ esercizio,correnti, differite,anticipate. IMPOSTE SUL REDDITO E FISCALITA’ DIFFERITA Gli effetti della riforma del diritto societario e della riforma fiscale : Il previgente art.75 TUIR prevedeva che il redattore del bilancio che intendeva sfruttare le opportunità del contenimento dell’ onere fiscale, doveva imputare a C.E. civilistico anche componenti negativi di reddito che, potevano non presentare alcuna giustificazione economica o civilistica. Ne derivava un forte inquinamento del risultato d’ esercizio civilistico IMPOSTE SUL REDDITO E FISCALITA’ DIFFERITA La situazione attuale è mutata a seguito delle recenti riforme : ultimato il processo di eliminazione dal bilancio delle interferenze fiscali,l’ obbiettivo di redigere rendiconti economici e patrimoniali solo in ottemperanza alle disposizioni civilistiche e ai corretti principi contabili,è stato normativamente raggiunto. Venuta meno la possibilità di inserire all’ interno del bilancio civilistico determinate poste di natura esclusivamente tributaria, le stesse dovranno trovare legittimazione in sede di Dichiarazione dei Redditi,nel prospetto di raccordo tra il risultato economico di competenza e il reddito imponibile.