Dispense teoriche relative alle lezioni (dalla 6° alla 10°) e alle letture d’esame Alcuni spunti sono tratti dal testo di Castelli e Bonaccorso (Allenatori e Insegnanti) e da quello di Le Boulch Che cosa fa l’insegnante Che cosa fa l’allievo 1. L’insegnante propone alcune condizioni di base per iniziare il gioco e osserva Inizia a giocare a)Si mette subito a lavoro; b)Prova vari modi di calciare la palla; c)Osserva gli altri; d)Non abbandona il lavoro di fronte alle difficoltà; e)Cerca l’aiuto dei compagni; f)Cerca l’aiuto dell’allenatore 2. Dà lo stop e riunisce il gruppo in cerchio Discute in cerchio a)Sa fare osservazioni pertinenti; b)Riconosce i gesti più efficaci; c)Partecipa alla discussione; d) Aspetta il suo turno per parlare; e) Sa ascoltare i compagni; f) Individua regole e strategie necessarie per giocare 3. Invita a riprendere l’attività con le varianti proposte Gioca a)Sa mettere in pratica le varianti; b) Porta a termine il lavoro stabilito 4. Invita a fare osservazioni e a verificare come procede il gioco Discute in cerchio a) Sa confrontare; b) sa valutare; c) sa relazionare 5. Propone esercitazioni per stabilizzare i gesti Inizia ad esercitarsi Verifica Verifica dell’insegnante • Osserva i comportamenti e le prestazioni motorie • Compila le griglie per la registrazione dei comportamenti • Valuta la consapevolezza percepita dell’allievo circa l’acquisizione del metodo della ricerca Verifica dell’allievo • Esegue dei test motori • Compie un’autovalutazione stimolato dalla conversazione con i compagni e con l’insegnante • Compila un questionario di autovalutazione • Compila alcune schede dove scrive regole e strategie Il metodo della ricerca applicata ad un gioco: proposte didattiche “colpire il bersaglio” “colpire il bersaglio” I giocatori di due squadre contrapposte sono situati sulla linea di fondo delle rispettive metà campo. La squadra in possesso di palla deve cercare di calciarla, per colpire la scatola dislocata sulla linea di metà campo, allo scopo di spingerla nel terreno di gioco avversario 1. Individuazione e selezione del problema tecnico: colpire e spingere la scatola, nel campo avversario, tramite un calcio dato al pallone (comprensione delle indicazioni; riconoscimento nella situazione del problema; no risposte preconfezionate; motivazione alla ricerca della soluzione) 2. Analisi del problema e raccolta dati (rispetto alla dimensione della scatola (bassa/alta); la posizione nello spazio (fissa/mobile; vicina/lontana); l’obiettivo da raggiungere) 3. Formulazione dell’ipotesi: i giocatori si chiedono quali azioni mettere in atto per risolvere il problema (prendere/aggiustare la mira: come si fa?; calciare di precisione: con quale superficie del piede?, calciare con potenza: come si fa? Calciare rasoterra) 4. Sperimentazione: i ragazzi sperimentano le ipotesi formulate e provano un numero significativo di volte 5. Verifica: questa fase prevede che i ragazzi siano consapevoli dei gesti effettuati; confrontino i risultati con le azioni messe in atto; valutino l’efficacia delle soluzioni trovate • Sulla base delle domande suscitate dall’esercizio proposto (come si fa a prendere la mira? Come si fa a calciare di precisione? Perché talvolta, dopo aver calciato, la palla prende direzioni non desiderate? Come si fa ad imprimere potenza al tiro? Come si fa a calciare rasoterra?) si strutturano esercitazioni mirate specifiche attraverso le quali si acquisiscono le competenze corrispondenti • • • • • • • Familiarizzare con il gesto del calciare Calciare di precisione Calciare rasoterra con precisione Calciare rasoterra lungo una direzione obbligata Calciare rasoterra di precisione in regime di rapidità Calciare interiorizzando il ritmo della rincorsa Calciare orientando il piede d’appoggio verso il bersaglio • Calciare rasoterra con precisione e potenza Intelligenze multiple (Gardner, 1983,1993) Tipo di intelligenza Compiti che riflettono questo tipo di intelligenza Linguistica Logicomatematica Spaziale Musicale Corporeocinestesica Interpersonale Intrapersonale Leggere libri, scrivere tesina, poesia, comprendere parole parlate Soluzione di problemi matematici, nel fare conti, nelle dimostrazioni matematiche, nella logica Spostarsi da un posto all’altro, nel leggere cartine, nel disporre le valige affinchè occupino < spazio Cantare una canzone, nelINDIPENDENTI? comporre una suonata, A questi tipibrani di intelligenza, nell’apprezzare musicali Gardner ha aggiunto successivamente , relativa riconoscimento Ballare, nel giocare a basket, nelalcorrere i 100 metri eo la classificazione di oggetti naturali; ipotizzando nel inoltre lancio del giavellotto (…nel vedere azioni!) la possibilità dell'esistenza di una , che Relazionarsi ad altre quandosulle si cerca di riguarderebbe la persone, capacitàcome di riflettere questioni fondamentaliemozioni, concernenti l'esistenza e capirne il comportamento, motivazioni più in generale nell'attitudine al ragionamento Capire se stessi: chi siamo, cosa ci fa essere così, astratto per categorie concettuali universali. come cambiamo e cosa ci limita “L’educazione del corpo nella scuola del domani” (“Per una scienza del movimento” J. Le Boulch, 2000) Gli studi sulla psicomotricità hanno conferito all’attività motoria, al gioco, alla comunicazione non verbale, al dialogo tonico-emozionale corporeo, all’espressione del Sè fisico un ruolo fondamentale nel processo educativo del bambino in età evolutiva L’approccio psicomotorio nasce in opposizione al concetto tradizionale di educazione fisica come allenamento del corpo finalizzato al miglioramento dei fattori esecutivi del movimento, del controllo e rendimento motorio Viene privilegiata la dimensione psicologica del movimento (affettiva, cognitiva,relazionale) (“Educazione Fisica Funzionale” Jean Le Boulch 1951) L’approccio psicomotorio ha tentato di superare la contrapposizione dualistica mente-corpo, tipica della nostra cultura occidentale, in base alla quale l’attività intellettuale e spirituale è superiore e contrapposta all’attività fisica Evidenze scientifiche: neuroni specchio; affordances; gesti; immagini motorie; I due livelli di apprendimento • Apprendimento percettivo-motorio: si acquisisce nel confronto dell’allievo con una situazione problematica che implica una libera assunzione di informazione. Solo lo scopo da raggiungere viene precisato, le modalità messe in atto per raggiungere un obiettivo restano infracoscienti È attraverso la sua personale esplorazione e la sua azione che il soggetto comprende la nuova situazione con la quale viene messo a confronto e impara a trattare le informazioni corrispondenti * (insight) • Apprendimento cognitivo (a partire dagli 8-9 anni): esso implica due difficoltà: la coscienza dell’obiettivo da raggiungere e la rappresentazione mentale del modello di comportamento da mettere in atto Metodologia di apprendimento percettivo-motorio • Fase percettiva dell’apprendimento: nel corso della fase esplorativa, l’attenzione dell’alunno era centrata sull’obiettivo da raggiungere e il trattamento dell’informazione sensoriale-percettiva era inconscio. È utile (specialmente in caso di insuccesso) spostare l’attenzione dell’alunno dallo scopo da raggiungere verso i dati percettivi significativi, spaziali o temporali adatti al conseguimento della soluzione. Es IMMAGINI MENTALI! • Conseguenze sul piano cognitivo: lo sforzo percettivo sollecitato nell’allievo nel corso dell’adattamento avrà come risultato quello di valutare nel migliore dei modi lo scarto tra intenzione e risultato dell’azione. Questa presa di coscienza sarà all’origine di nuove ipotesi sul piano procedurale(ipotesi spaziali; temporali; di natura energetica) Metodologia di apprendimento motorio-cognitivo • Attraverso le immagini mentali è necessario integrare la successione temporale ritmica dei differenti appoggi. Deve essere rinforzata la componente ritmica e si arriva a sincronizzare l’informazione visiva che si sviluppa nel tempo con dei dati sonori interiorizzati • Successivamente i dati sonori devono essere sincronizzati con le sensazioni cinestesiche provocate dal corpo in movimento che richiama nuovamente la funzione di interiorizzazione L’educazione psicomotoria nella scuola materna • Il bambino di 3 anni, se non è stato superprotetto (cfr concetto di esplorazione e sicurezza in Bowlby) né abbandonato a se stesso, deve aver acquisito una motricità armoniosa e ritmica • I movimenti rappresentati dalla prensione e dalla locomozione, prime acquisizioni di natura operativa, saranno gli strumenti dell’attività esplorativa, vero adattamento allo spazio • La sua sicurezza personale esige che il bambino da 12 a 15 mesi impari a rispettare certi divieti • L’agilità corporea infonde nel bambino quella fiducia indispensabile nei mezzi pratici da impiegare per raggiungere i suoi scopi Dall’adattamento impulsivo all’adattamento controllato • Il bambino deve poter accettare dei limiti alle sue attività arrivando ad un buon equilibrio di attivazione-inibizione • In funzione di questa dualità impulsività-controllo è possibile distinguere bambini “dominati-timorosi” che esprimono comportamenti di paura, distacco, fuga e si mostrano insicuri e inibiti; bambini attivi-controllati che accettano di interrompere la loro attività quando è necessario; bambini attivi impulsivi che sembrano sopraffatti dalla loro motricità. Questi ultimi, che a volte sembrano aggressivi, controllano male la forza dei loro movimenti e hanno difficoltà di concentrazione • Il gioco e le attività di espressione sono l’occasione per sollecitare il potenziale energetico del bambino. Ma l’energia può manifestarsi sia in modo diffuso, caotico oppure essere orientata verso uno o altri aspetti della realtà. In questo caso essa è il fondamento dell’attenzione. • L’attenzione o il controllo dal quale dipenderà in parte il successo scolastico non è una funzione cognitiva, sebbene essa ne sia il supporto. Senza il controllo, l’intelligenza resta una funzione potenziale • L’azione educativa sull’attenzione passa per un lavoro corporeo • La funzione di controllo e l’attenzione si esprimono nel corpo in un tono muscolare equilibrato e a livello cerebrale (attenzione) nella possibilità di orientare l’energia mentale su uno o più aspetti della realtà Approccio pratico per educare all’attenzione: il controllo tonico • L’atteggiamento dell’adulto deve essere di autenticità, egli deve creare un clima affettivo favorevole agli scambi e assicurare un contatto personalizzato con ogni bambino che deve sentirsi amato e sostenuto; deve inoltre porre dei divieti precisi e stabili • La situazione di gioco e di libera espressione è un buon punto di partenza per far passare il bambino da un’esperienza aperta all’accettazione dei limiti • L’equilibrio esige l’accettazione di certe situazioni che il b. non ha scelto e che gli vengono proposte dall’adulto. Il passaggio deve essere progressivo • Accettare di prolungare un’attività scelta fino alla conclusione del suo progetto iniziale (tendenza a passare da un oggetto all’altro; da un compagno all’altro; dispersione; ecc) • Accettare di interrompere un’attività (anche se il limite è posto in condizioni impreviste, per es. nel caso di un incidente) • Accettare di interrompere un discorso per ascoltare gli altri (instabilità sul piano motorio e del linguaggio) • Sapersi impedire di muoversi e stabilizzare il proprio atteggiamento corporeo (attirare l’attenzione del bambino su qualche particolare) • Accettare la situazione di distensione totale: nel corso di un gioco (specie in presenza di sforzo intellettuale) deve recuperare l’attenzione e talvolta ciò è incompatibile con l’elevazione del livello energetico provocato dal gioco. La distensione può essere costituita dallo stendersi a terra in silenzio astenendosi da qualsiasi movimento (fin 10-15 sec): non è opportuno mettere pressione a chi non riesce • IPOTIZZATE Situazioni psicomotorie che agiscono sul controllo tonico Situazioni psicomotorie che agiscono sul controllo tonico • Durante uno spostamento: correre senza far rumore; fermarsi ad un segnale acustico; rallentare una corsa impulsiva; tenere la velocità costante • Quando si usano degli strumenti: abituare i b. a rimanere immobili e a posare cerchi, sfere e sedie a terra senza fare rumore; lanciare palle più o meno lontano, facendole rimbalzare più o meno in alto; stringere una palla o un pallone più o meno forte • Nel corso di un lavoro riguardante lo spazio i b. circolano nello spazio, evitandosi ed evitando i cerchi: alcuni cerchi sono disposti a terra,. Al segnale acustico, restano immobili all’interno del cerchio • Nel corso di un lavoro di ritmo: nella ricerca della regolarità di un ritmo, alzare e abbassare il livello acustico sotto direzione di un direttore d’orchestra Preparazione funzionale agli apprendimenti fondamentali nella scuola materna: 1)Coordinazione oculo-manuale • È importante sin dall’età prescolare scoprire le carenze a questo livello: esse possono corrispondere sia a un problema di abilità manuale, sia, soprattutto, a un deficit della motricità degli occhi (in quest’ultimo caso c’è spesso il rischio che il deficit si manifesti al momento del fallimento nell’apprendimento della lettura) • IPOTIZZATE Situazioni psicomotorie che agiscono sulla coordinazione oculo-manuale La coordinazione occhio-mano • L’occhio localizza l’oggetto, la mano lo afferra. È nella ricezione di una palla che si vuole afferrare che scatta questo riflesso. La localizzazione dell’oggetto che descrive la sua traiettoria dipende dal buon funzionamento dell’automatismo di ricerca visiva di un oggetto mobile (Le Boulch, 1995) Situazioni problema • Al bambino vengono poste alcune situazioniproblema che lo possono aiutare in questo campo: 1.Giochi di destrezza con una piccola palla (lasciare che il b. si abitui alla palla, suggerendogli di ricercare diversi tipi di manipolazione- gioco con una sola mano; lancio della palla da una mano all’altra tentando progressivamente di compiere un’azione continua e regolare; cambiamento di direzione di tale circuito a un segnale; modi di far rimbalzare la palla) 1. …Giochi di destrezza con una piccola palla 2. Giochi di destrezza con altri strumenti: la diversità degli strumenti sollecita in più modi i riflessi regolatori (bastoncini; chiavi; birilli di plastica leggeri; cubi di plastica; anelli da spiaggia; sacchi di grano o di sabbia; ecc) 3. Giochi di destrezza con palle pesanti di diverse misure (rinviare il pallone verso i b.; lanciare il pallone a terra e riprenderlo dopo due rimbalzi; palleggi facendo rimbalzare il pallone attraverso l’azione delle dita; fare rimbalzare il pallone al muro e riprenderlo) 4. Esercizi di presa a due: a causa della cooperazione e della necessità di dosare le forze sono molto più difficili. Comportano il controllo tonico (lanciatore) e il riflesso di prensione (ricevitore). Varianti: lanciare i palloni facendoli rotolare a terra; farli rimbalzare; ecc) Perfezionamento della prensione • È soprattutto nelle azioni della vita quotidiana che si possono osservare le difficoltà riscontrate dai bambini: sbottonare i vestiti; infilarli; aprire e chiudere i rubinetti; insaponarsi le mani, strofinarle e risciacquarle; infilarsi le scarpe; movimenti legati all’alimentazione; ecc. • La scuola materna offre l’occasione di notare tutte queste difficoltà, di renderne partecipi i genitori e di prevedere una serie di giochi per esercitare la prensione: prendere e posare oggetti sempre più piccoli (palle, grosse biglie, piccole biglie, grandi perle, ecc); tentare di afferrarle non solo tra pollice e indice ma anche tra pollice e medio, ecc.; sciogliere con una mano la carta arrotolata che avvolge una caramella; annodare una cordicella attorno a una matita; ecc; lavoro manuale come il modellismo Preparazione funzionale agli apprendimenti fondamentali nella scuola materna: 2) L’equilibrio e l’adattamento posturale globale • L’insieme dei giochi dinamici e le situazioni problema che sollecitano degli automatismi implicano in modo costante il gioco dei riflessi di equilibrio • Nella maggior parte dei casi è sufficiente a questa organizzazione riflessa l’esercizio della motricità globale in situazioni di libero adattamento: si creano nuovi automatismi posturali che servono da punto di partenza a nuove coordinazioni • All’infuori di cause organiche, sono la paura e la sensazione di insicurezza che perturbano la normale attività della funzione di equilibrio • Alcuni bambini che hanno un equilibrio normale a terra trovano delle difficoltà insormontabili quando si spostano su un ostacolo elevato Paura e rigidità • Qualsiasi paura porta a reazioni di irrigidimento che compromettono il gioco di riflessi • Sarà allora necessario trasmettere al bambino fiducia e contribuire a ristabilire il suo equilibrio emozionale nel senso di una maggiore fiducia in sé • Questo sarà possibile seguendo alcuni suggerimenti: consentire una familiarizzazione preliminare (salire sui banchi; sulla trave; su sedie e tavoli per abituarsi all’elevazione; circolare sui banchi o sulla trave, tenendo degli oggetti o piccole palle, con lo scopo di spostare l’attenzione del bambino; abituarsi a saltare dalla trave posizionata all’inizio molto bassa); proporre situazioni problema (posizionarsi all’estremità della trave, continuare a camminare per saltare all’estremità; posizionarsi sulla trave, mettere un sacco di sabbia sulla testa, poi camminare fino all’estremità della trave; spostarsi fino al centro, afferrare un pallone lanciato dall’insegnante e continuare a camminare fino all’estremità; rimanere in equilibrio su palla medica; ecc) Preparazione funzionale agli apprendimenti fondamentali nella scuola materna: 3) la strutturazione percettiva • L’origine delle informazioni sensoriali è triplice: 1. le informazioni enterocettive, di origine viscerale 2.Le informazioni che provengono dall’apparato locomotore corrispondenti alla sensibilità propriocettiva a cui si unisce la sensibilità della pelle 3.Le informazioni esterocettive di origine tattile, uditiva, visiva, olfattiva, gustativa • L’interazione cosciente, sollecitata in occasione dell’azione, delle informazioni di origine esterocettiva e di quelle propriocettive, porta alla strutturazione dello schema corporeo cosciente, sviluppato attraverso la sua rappresentazione mentale, l’immagine del corpo operativo Percezione e conoscenza del proprio corpo da 3 a 5 anni • Da globale ad analitico: attraverso l’esperienza del corpo vissuto, il b. ha esercitato la sua azione sul mondo e scoperto il suo potere d’azione • I giochi simbolici gli offrono l’occasione di identificarsi con diversi animali (imitazione di rana; coniglio; gatto; orso; elefante; serpente; canguro; ecc): queste esperienze saranno favorevoli ad una presa di coscienza globale del proprio corpo • Il gioco della statua svilupperà questo sforzo di interiorizzazione allo scopo di adottare il più fedelmente possibile l’atteggiamento proposto da un altro b. • Presa di coscienza delle diverse parti del corpo: nel corso di diversi giochi e attività, l’attenzione del b. viene spostata sulle diverse parti del corpo (anche disegno del pupazzo) Osservazioni • Gli insegnanti NON devono insegnare ai bambini a disegnare il proprio corpo, ma devono lasciar prevalere totalmente la loro spontaneità (solo in questo modo il disegno del pupazzo assume un significato rispetto all’evoluzione dell’immagine del corpo) Il rapporto corpo-spazio dai 3 ai 5 anni • Lo spazio topologico: l’adattamento nello spazio e il rapporto con l’oggetto preludono all’ingresso nell’universo percettivo e in quello della rappresentazione mentale • Nel momento della manipolazione, il senso tattile, cinestesico e visivo interferiscono costantemente nell’identificazione e in seguito nell’utilizzo dell’oggetto • Lo spazio vissuto da un b. di 3 anni che entra nella scuola materna è uno spazio topologico, cioè il b. organizza la sua esperienza situando gli oggetti uno in rapporto all’altro. La sua esperienza gli farà comprendere ciò che è dentro e fuori; sotto e sopra; intorno; in alto e in basso, vicino e lontano Conseguenze “grafiche” • Tra i 4 e i 5 anni, si osservano le prime preoccupazioni di orientamento, cioè di posizionamento degli oggetti e soprattutto delle figure all’interno del disegno in rapporto agli elementi esterni • Più problemi per rappresentare figure a orientamento variabile come i personaggi • In questo periodo si sviluppa gradualmente la capacità di rappresentare personaggi in piedi (testa in su) e distesi (orizzontalmente); gli animali sono rappresentati di profilo: questo segna l’inizio del primo rapporto cosciente del corpo nello spazio, inizio dell’orientamento e identificazione delle nozioni di avanti e dietro definite attraverso il senso di spostamento • Tali acquisizioni devono essere applicate e verbalizzate nel corso dei giochi Passaggio dallo spazio topologico allo spazio euclideo • L’organizzazione di uno spazio parziale che è uno spazio d’azione non implica che il b. possa stabilire dei rapporti tra questi diversi spazi o tra gli oggetti lontani (in termini di distanza, lunghezza, angolo). Per raggiungere questo, dovrà fare affidamento su strutture mentali rappresentate da forme geometriche (dai 3-4 anni riconoscimento forme empiriche ma non fig geometriche, cerchio e quadrato confusi; a 4 anni angoli identificati ma non distinzione tra quadrato e rettangolo; dopo i 4,5 anni riconoscimento rettangolo e poi triangolo) • La manipolazione di blocchi logici o di un materiale adatto aiuta a riconoscere le forme e il loro simbolo grafico assicura che il passaggio dalla percezione alla rappresentazione mentale è compiuto Preparazione funzionale agli apprendimenti fondamentali nella scuola materna: 4) psicomotricità e linguaggio • Nello sviluppo l’espressione è anteriore all’attività motoria efficace e alla comunicazione linguistica. La motricità del neonato è fatta di variazioni toniche legate agli affetti. Il passaggio dall’espressione alla comunicazione che implica il desiderio di emettere e di ricevere è la condizione indispensabile all’appropriazione del linguaggio • Nella scuola materna esistono due attività che mettono in gioco il linguaggio: situazioni nelle quali il b. è in grado di associare il vissuto alla formulazione verbale ; quando il b. esplora lo spazio dove si confronta con un problema motorio, come aprire una porta, spontaneamente egli parla a se stesso. Questa verbalizzazione facilita la realizzazione del compito L’evoluzione del linguaggio segue l’evoluzione psicomotoria • Le prime parole utilizzate sono legate all’esperienza affettiva (nomi di familiari, animali, oggetti desiderati, compagni) • Si sviluppa un’associazione tra parola e azione (durante un adattamento, la verbalizzazione riguarda lo scopo da raggiungere o l’azione intrapresa: correre, spingere, tirare, saltare, arrampicarsi. Es immagine mentale di “to watch”; immagine di “trascinare”) • La verbalizzazione è legata all’esperienza percettiva (parola associata all’oggetto o all’azione sull’oggetto; esperienza tattile porta a scoprire freddo e caldo, liscio e rugoso, aguzzo e rotondo, pesante e leggero). Il b accede alla generalizzazione del simbolo • La conoscenza del tempo corrisponde inizialmente a una esperienza vissuta, ritmata da attività successive della vita quotidiana. Vengono gradualmente introdotte le parole prima, dopo, ieri, domani. Sin dalla scuola materna il b. è in grado di affrontare un percorso rispettando l’ordine degli ostacoli. È un L’educazione psicomotoria dai 5 agli 8 anni • In questo periodo devono essere consolidati gli apprendimenti fondamentali (lettura e scrittura) le cui basi dovrebbero essere costruite nel corso della scuola materna • È necessaria una continuità ed è importante che lettura e scrittura non siano avviate attraverso la forma metodica di apprendimento • Si tratta di apprendimenti decisivi che segneranno fortemente lo sviluppo cognitivo e le esperienze scolastiche successive • Tale percorso di apprendimento coinvolge emotivamente anche i genitori che spesso vivono con ansia (anche sociale) il successo o il fallimento dei figli in quest’area Prerequisiti • I prerequisiti che devono essere raggiunti per favorire un’esperienza di apprendimento positiva di lettura e scrittura sono di natura linguistica (lessico, strutture sintattiche, relazione tra linguaggio orale e scritto) e psicomotoria • Compito della scuola è quello di proporre l’approccio psicomotorio per l’acquisizione della scrittura e adeguare il programma di educazione fisica alla ricerca dello sviluppo della funzione di adattamento permettendo all’allievo di: appropriarsi delle abilità caratteristiche della motricità del b. (correre, saltare, nuotare); adattare i propri sforzi alla natura delle azioni motorie effettuate; dominare timori ed esprimere sentimenti Competenze psicomotorie richieste per gli apprendimenti fondamentali • È necessario che il b., nel periodo del suo adattamento posturale, abbia sentito il proprio corpo come complessivamente disponibile all’azione • Entro i 6 anni, attraverso uno sforzo percettivo integrato (percezione visiva, tattile, propriocezione), il b. deve: aver preso coscienza delle diverse parti del corpo; porle in rapporto l’una con l’altra (la testa è al di sopra del tronco, ecc); individuare la posizione del corpo in rapporto agli assi di riferimento (alto-basso; avanti-dietro; destra-sinistra) • La distinzione destra-sinistra è resa possibile solo attraverso l’asimmetria sul piano dell’organizzazione della psicomotricità. Gli spazi motori, corrispondenti al lato dx e al lato sn del corpo, non sono omogenei Verbalizzazione della dominanza laterale • Specie per i b. che mostrano più difficoltà, è opportuno aiutarli nella funzione di interiorizzazione in situazioni significative: 1. Constatare che si lancia più lontano un oggetto pesante da una mano che dall’altra 2. Constatare che si ha più agilità in una mano 3. Mettere i b. uno di fronte all’altro con le mani dietro il dorso. Chiedere loro di afferrare il più velocemente possibile un oggetto; far notare il movimento più rapido 4. Nel corso degli esercizi sulla presa di coscienza del corpo, far notare al b. che sente meglio da un lato e che localizza meglio il movimento da una parte Possibili esercizi • Lanciare la palla verso l’alto, far rimbalzare la palla a terra: avanti e indietro; a destra e a sinistra • Lanciare la palla verso l’alto (con la dx) e farla rimbalzare a terra (con la sn); con una o l’altra mano; avanti e indietro; a dx e sn • Passare la palla da una mano all’altra • Dalla mano dx alla sn o inversamente: davanti, dietro, in alto (intorno al collo) in basso (intorno alle cosce) • Negli esercizi del tipo lanciare-riprendere: fermare, colpire, afferrare la palla con la dx o la sn; con il piede dx o sn Situazione problema dei lanci a distanza • Per osservare un bambino la cui dominanza non sia stabilizzata e abbia difficoltà nella lateralizzazione: realizzare 3 lanci successivi di una piccola palla da 200 a 300 g che può essere facilmente afferrata con una mano. Si osservi il lato usato dal b. Proporgli successivamente di lanciare la palla con l’altra mano. Se si nota una differenza significativa tra i due lati, attirare l’attenzione del b. sulla sensazione provata e questa presa di coscienza è associata alla nozione di dx e sn. Altrimenti, utilizzare lanci di precisione. Una volta che il b. prende coscienza di una differenza bisogna assicurare la stabilizzazione attraverso la ripetizione La strutturazione spazio-temporale dello spazio grafico • Tra i 5 e i 6 anni il b. deve essere in grado di riprodurre, dopo averli memorizzati, segni grafici oltre a quelli geometrici ormai acquisiti (riconoscimento di rombo e trapezio): segni diversamente orientati, forme derivate dalla curva o dalla riga Grafia e orientamento • Grazie all’acquisizione dello spazio egocentrico (Piaget), il b. è in grado di situare la sn del foglio, la dx del foglio e rappresentare un asse sn-dx corrispondente al codice grafico in uso nelle nostre culture • Il b. deve avere una perfetta sincronizzazione tra la decifrazione visiva del testo da sn a dx e la riproduzione grafica sempre nella stessa direzione • Il b. già dispone di un automatismo di ricerca visiva ma che si manifesta in modo riflesso per seguire qcs che si muove • Per riconoscere le forme geometriche questo automatismo di ricerca visiva deve essere guidato intenzionalmente per visualizzare il contorno della figura. • Nella ricerca visiva intenzionale coinvolta nella lettura lo sguardo deve portarsi inizialmente a sn del foglio • Nel destrimano, l’automatismo di ricerca si sviluppa naturalmente da sn a dx. Quando dovrà decifrare i successivi fonemi, il movimento visivo continuo va trasformandosi in automatismo irregolare, i cui punti di fissazione sono ritmati dalle sequenze imposte dalle divisioni del testo. L’acquisizione di questo automatismo ritmico irregolare pone un problema supplementare per i mancini: il mancino inizia a sn, ma con l’automatismo (componente rapida) è costretto a riportare intenzionalmente lo sguardo da dx a sn Inizio (destra) Mancino Andata (irregolare) Inizio (sinistra) Ritorno (componente + veloce) Destrimano Esercizi mirati • Esercizi di prescrittura corsiva (tracciati a molle) da sn a dx • Disegnare davanti ai bambini un cerchio, poi un quadrato e un triangolo e chiedere di disegnare la stessa cosa: che cosa ho disegnato per primo? Che cosa ho disegnato dopo il cerchio? Tracciare una freccia che indica il percorso seguito Colorare il disegno che si trova prima del quadrato Ritmo! • Associare ritmi naturali di locomozione (corsa, saltelli, galoppi) purchè coerenti con ritmo della musica al fine di realizzare la miglior sincronizzazione (occorre che questa sia scoperta dal bambino e non sia appresa metodicamente) • Nel corso di danze e giochi cantati interrompere il movimento per battere le mani, movimenti del tronco o delle braccia, accovacciamenti, salti ritmati sul canto (occasione per portare l’attenzione sulle diverse parti del corpo: vocabolario legato all’azione durante il lavoro dello schema corporeo cosciente) • L’esperienza ritmica dei movimenti del corpo vissuto, realizzata attraverso questi esercizi, avrà delle ripercussioni nella scrittura corsiva caratterizzata da un’alternanza di tempi accentuati e non, manifestazione di tensioni e rilassamenti legati all’organizzazione tonica • La percezione delle strutture ritmiche rappresenta un prerequisito fondamentale per la comprensione del linguaggio orale e, più tardi, per l’analisi dei fonemi successivi corrispondenti alla lettura. • Ciò rende possibile l’integrazione di un’informazione sonora che viene percepita in successione: è necessario affinchè l’analisi dei fonemi di un testo scritto non danneggi la sua coerenza e il suo significato • Occorre che il b. alla fine della materna abbia acquisito la competenza di riprodurre delle forme da 4 a 6 elementi Percezione delle strutture ritmiche a partire dalle filastrocche della conta • Per quanto riguarda il lavoro sul ritmo, esse hanno il vantaggio di sostituire il supporto sonoro strumento con il supporto sonoro vocale, vale a dire partendo dal linguaggio • I b. devono ascoltare, ripetere e memorizzare le filastrocche • Successivamente devono imparare a riprodurne i ritmi (riprodurre 3,4, 5 battute utilizzando un tamburello) • Sono importanti anche esercizi di trasposizione nei quali il ritmo viene riprodotto graficamente o viceversa (passaggio da un sistema di codifica all’altro) ; graficamente possono essere riportati anche elementi temporali come la pausa tra una battuta e l’altra: questo favorisce una trasposizione spazio-temporale .. … .. … ……. Trascrizione uditivo-motoria • Utilizzare il passo, la corsa, l’alternanza passo-corsa in modo regolare e non spezzato per far esprimere a livello motorio ciò che gli alunni ascoltano (es. rincorsa+salto in lungo) La scrittura • Richiede la capacità di analizzare e sintetizzare il linguaggio sonoro, la memorizzazione dei segni grafici corrispondenti alle singole lettere e la strutturazione nello spazio delle successioni di elementi percepite nel tempo, con rispetto delle relazioni di posizione tra di esse • Nel b. normale, fin verso gli 8-9 anni, l’imparare a scrivere consiste fondamentalmente nel riuscire a padroneggiare il gesto grafico, gesto assai complesso e fine. È solamente dopo che la scrittura diventa un’attività grafomotoria automatizzata e può essere espressiva, cioè veramente linguaggio scritto Attitudini motorie sottese ad un buon apprendimento della scrittura • Condizioni generali: capacità di inibizione e di controllo neuromuscolare, indipendenza segmentaria, coordinamento oculo-manuale, organizzazione spazio-temporale • Coordinazione funzionale della mano: indipendenza manobraccio, indipendenza delle dita, coordinazione nella prensione e nella pressione • Abitudini neuromotorie corrette e ben stabilite: visione e trascrizione della sinistra verso la destra, modo corretto di tenere lo strumento, capacità di decontrazione e senso del ritmo, abitudine ad agire dietro ordini brevi, precisi e imperativi (via! Alt! Ricomincia!) • Già la Montessori sottolineava la necessità di un’educazione motoria finalizzata all’apprendimento della scrittura Esercizi in preparazione della scrittura per bambini in età scolare ( Vayer, 1974) • Esercizi di organizzazione nello spazio grafico: 1) indipendenza del braccio e della mano in funzione del grafismo (movimenti di circonduzione del braccio davanti al corpo, di fronte allo specchio, mentre la mano tiene una palla, a cadenze variate). L’uso del sostegno sonoro e , quindi, di una base ritmica, è atto a favorire il rilassamento della mano e del polso; 2) grafismi continui (inizialmente alla lavagna, poi sul quaderno, produzione di: anelli in rotazione normale, anelli ridotti a un tratto, anelli a tratti, differenziazione delle lettere, anelli in rotazione, ecc) • Esercizi per l’educazione parallela della mano: esercizi di indipendenza delle dita di pressione, di prensione e pressione, esercizi di tenuta dello strumento Esercizi motori e sensoriali • Ginnastica ed educazione dei gesti: 1. Ginnastica generale: tutti gli esercizi di equilibrio e coordinazione motoria 2.Ginnastica manuale: tutti gli esercizi che interessano le dita e il polso; altri il polso o la mano tutta intera e il braccio. Alcuni richiedono vivacità, agilità, velocità, souplesse; altri forza, sicurezza, precisione, resistenza Educazione dei gesti orientati e ritmati • Lavori manuali: Le principali acquisizioni ricercate saranno: le scioltezza, la destrezza della mano e delle dita, la coordinazione, la precisione dei gesti fini, il riconoscimento delle forme. Si tratta di lavori di modellaggio, di tagliatura, di collage, di infilamento di perline, ecc • Esercizi sensoriali e percettivi sotto forma di giochi: educazione dell’orientamento spaziale; educazione delle direzioni e dei tracciati diretti. Andare in direzioni diverse, apprendere nozioni di salire e scendere su piano orizzontale • Educazione al senso delle dimensioni (allineamenti di oggetti secondo la grandezza) • Educazione dell’attenzione Esercizi di scrittura e lettura in palestra • Far comporre a un gruppo di bambini delle lettere o parole con il proprio corpo o con gli attrezzi; l’altro gruppo deve leggere ciò che i compagni hanno scritto • Riprodurre col proprio corpo o in gruppo la lettera o i numeri proposti con un cartellone dall’insegnante Apprendimento della scrittura come educazione psicomotoria • Adeguamento posturale con presa di coscienza • Il controllo tonico necessario al mantenimento di un tono sufficiente dell’asse corporeo da cui dipende il livello di controllo necessario all’esercizio delle funzioni cognitive • Il rilassamento differenziale che rende possibile la dissociazione del movimento delle braccia da quello delle scapole, necessario nell’esercizio della motricità della mano e delle dita • Lo sviluppo dell’abilità manuale (motricità fine) • L’acquisizione definitiva di un orientamento sinistra-destra del grafismo (che implica coordinazione oculo-manuale) • Il passaggio da orientamento egocentrico a decentrato http://www.youtube.com/watch?v=C7TaibAXR0E http://www.youtube.com/watch?v=IleW3wtAzUQ Psicomotricità e matematica: premessa “Sono veramente troppi i b. a cui non piace la matematica e la situazione peggiora via via che crescono e molti trovano enormi difficoltà ad apprendere quanto, in effetti, è assai semplice. (…) la maggior parte dei bambini non riesce mai a comprendere il vero significato dei concetti matematici (…). La matematica viene di solito considerata difficile e piena di trabocchetti … ben poco è stato fatto per mutare questa situazione, ritenendola immodificabile” (Dienes, 1974) L’attività motoria rende la matematica: • • • • • • Concreta Sensata Comprensibile Accessibile a tutti Memorizzabile (memoria motoria) Interessante (motivazione) La matematica • Prima di essere un’attività intellettuale, la matematica implica pure l’acquisizione di nozioni e di tecniche • Come la matematica è “azione intellettuale”, l’apprendimento delle nozioni è prima di tutto azione • È notevole constatare come i termini usati nell’apprendimento tradizionale di calcolo sono termini di movimento: “prendo, metto, aggiungo, ritiro…” legati ad un’azione personale • Poiché ogni operazione implica il movimento, è mediante il movimento (cioè mediante un’attività reale che si esercita nel mondo degli oggetti) che il b. può acquisire le nozioni fondamentali che permettono di arrivare al concetto del numero e alla manipolazione dei numeri Psicomatematica Dienes, 1974 • La psicomatematica, coerentemente con i presupposti dell’approccio psicomotorio, si leva contro ogni addestramento per fare acquisire ai b. i meccanismi di base: il b. non apprende qualcosa che è preparato per lui; è agendo, è manipolando il materiale didattico che egli forma in se stesso, nelle sue rappresentazioni mentali i concetti matematici Principi della psicomatematica 1. L’astrazione di una struttura si fa spogliando diverse strutture più concrete di ciò che esse hanno di particolare e mantenendo la struttura che esse hanno in comune (vedi processi mnestici infanzia) 2. La comprensione di una situazione è acquisita quando questa situazione è ricollegata alla strutturazione dell’esperienza anteriore personale del b. e in riferimento a questa 3. La comunicazione simbolica e verbale non è un problema urgente nell’apprendimento Trasversalità della matematica • Lo scopo dello studio della matematica è la costruzione di una personalità coerente e ben equilibrata. Un tal individuo possiederà un punto di vista più aperto in quasi tutti i problemi, sarà sicuro del proprio valore personale, non dovrà esibirsi in artificiali dimostrazioni di forza e nelle situazioni difficili si dimostrerà costruttivo piuttosto che critico • Vi è un parallelismo evidente tra l’educazione psicomotoria e questa concezione della matematica: entrambe sono basate su situazioni vissute Psicomotricità e matematica • Vayer (1974) sostiene che l’educazione psicomotoria può intervenire a facilitare l’organizzazione delle relazioni logiche, quale presuppone l’apprendimento matematico, in due modi: 1. Attraverso l’organizzazione percettiva nel piano 2.Con l’organizzazione di relazioni topologiche Organizzazione percettiva nel piano • Il bambino è invitato a ricostruire, materialmente o graficamente, una struttura presentata dal maestro • In un passo successivo, la struttura presentata va ricomposta su un cartone quadrato, così da abituare il b. all’esperienza di diagonali, mediane, ecc Organizzazione di relazioni topologiche • Gli esercizi avranno la funzione di stabilizzare l’organizzazione dello spazio e facilitarne la simbolizzazione grafica. Per esempio è possibile una realizzazione grafica di simbolizzazione dei percorsi del b. Simbolizzazione dei percorsi di oggetti: il pallone che batte il muro; il pallone che rimbalza La matematica in palestra • Correre sparsi nella palestra, l’insegnante dice un numero e i ragazzi si devono dividere in gruppi di un numero di componenti uguale a quello citato • A gruppi cercare di descrivere forme geometriche col proprio corpo e identificarle in oggetti della palestra • Imparare a valutare le misure (che distanza c’è tra te e il pallone, conta i tuoi compagni e dividili in due o più gruppi uguali) • Giochi di squadra (per esempio ruba bandiera) in cui si chiamano i b. con piccole operazioni • Rapportare il proprio passo ad una certa distanza (10 metri fare 20 passi), poi variare la distanza o il numero di passi mantenendo fissa una delle due variabili • Un b- si stende a terra e segna col gesso le estremità del proprio corpo. Ripete questa operazione per tutta la lunghezza della parete. Poi conta gli spazi e conoscendo la propria altezza può stabilire la lunghezza Attività motoria per apprendere… • • • • • • Matematica Scienze sociali Fisica Storia Lavoro in gruppo … 1° esempio Nome/Titolo: Number Line Locomotion Contenuto di insegnamento: Matematica Proposito dell’esercitazione: aiutare i bambini ad esercitare le loro abilità locomotorie e a mettere alla prova la loro capacità di identificazione dei numeri, pari o dispari, di fare addizioni e sottrazioni. Prerequisiti: i bambini devono avere già iniziato a sviluppare abilità locomotorie e i concetti di identificazione dei numeri, di distinzione tra pari e dispari e di addizione e sottrazione. Età dei bambini: 6 anni Materiali necessari: una linea numerica per ogni alunno abbastanza larga affinchè ci si possa muovere sopra o vicino. Le linee devono essere lunghe 3-4 metri con i numeri scritti in ordine da 0 a 10. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Descrizione Vengono proposti ai bambini diversi problemi matematici che essi devono risolvere spostandosi lungo la linea numerica. Per esempio, per l’identificazione di numeri, l’insegnante chiederà agli alunni di saltare, saltellare, fare skip, calciata, fino al numero 6. Ogni volta l’insegnante identificherà un problema e poi un’abilità locomotoria con cui esprimere la risposta. Esempi di problemi possono essere: •Mentre salti, fai (2) meno (1) (il bambino farà un salto da 0 a 2, poi farà un salto indietro da 2 a 1 e darà la risposta al problema guardando a che numero si trova alla fine (1) •Galoppa fino ad un numero pari, poi fino ad un numero dispari •Saltella fino al 5, poi sottrai 3. La risposta è pari o dispari? Variazioni: per bambini più grandi è possibile utilizzare moltiplicazioni e divisioni (per esempio fai un salto triplo che dia 9 come risultato; fai 3 salti da 2. quanto viene? Ecc.) ***“tabelline senza ostacoli”*** 8 2 4 B 6 D B A A C 1 8 C 30 D E 2 squadre: si chiede prima quale è l’area più grande e poi la si fa sperimentare in modi diversi sotto forma di gara. Per esempio salta e conta (A8;B16;C24;D32/ A6;B12…E30); oppure correre alla stessa andatura e cronometrare quale squadra impiega di più B E A C D F A B C Quanti oggetti raccoglie la squadra B (o quanti piegamenti fa B; quanti salti; ecc) ? quanti la squadra C? quanti la squadra A? allora la squadra A raccoglie tanti oggetti quanti la squadra B+ la squadra C. Questa è una regola. L’area costruita sull’ipotenusa è uguale alla somma delle aree costruite sui cateti. Quanto è lunga l’ipotenusa? I + contro i • Una squadra spinge in una direzione (+) e una nella direzione contraria (-) 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 Ho fatto 5! 14 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 -7 -6 -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 5 6 7 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 Calcoli in colonna 1 2 3 4 5 6 7 2 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 5 6 3 1 25+6 9 0 2° esempio Nome/Titolo: Dribbling Math Contenuto dell’insegnamento: Matematica Proposito: esercitare gli alunni sulle addizioni, sottrazioni e moltiplicazioni mentre stanno lavorando sull’abilità del palleggio. Prerequisiti: gli studenti devono avere precedenti esperienze di palleggio con il pallone da basket e rispetto alle addizioni, sottrazioni e moltiplicazioni. Età dei bambini: 9-11 anni Materiali necessari: 1 pallone per ogni studente, un mazzo di carte (solo da 1 a 10), e musica Descrizione Tutti gli studenti meno che 2-3 (a seconda del numero totale) hanno un pallone. Quando c’è la musica gli studenti palleggiano nelle modalità che stabilisce l’insegnante (basso, alto, con mano sn, mano dx, ecc.). Appena la musica parte gli alunni senza pallone vanno dall’insegnante e prendono 2 carte. Essi devono addizionare, sottrarre o moltiplicare i numeri delle carte e dare la risposta giusta all’insegnante. Una volta che hanno dato la risposta corretta, gli alunni senza pallone vanno nell’area di gioco e provano a prendere la palla da qualcuno. Se ad un alunno viene preso il proprio pallone, deve andare dall’insegnante e prendere 2 carte e addizionare, sottrarre o moltiplicare i numeri delle carte dando all’istruttore la risposta corretta. Gli studenti senza pallone cambieranno frequentemente, in modo tale che ognuno svolga entrambi i ruoli e abbia l’opportunità di fare i calcoli. Finchè la musica è accesa il gioco continua. Appena la musica viene fermata, tutti si bloccano nella posizione dove si trovano. A questo punto se l’insegnante ha notato che qualche studente non ha avuto l’opportunità di fare i calcoli, lo seleziona per stare senza pallone e prendere la carte per fare i calcoli. Variazioni: E’ possibile cambiare il numero di problemi matematici che gli alunni devono risolvere prima di andare a caccia del pallone. Per esempio se sono molto veloci nel rispondere si possono proporre 2-3 calcoli da risolvere. Se si stanno facendo le tabelline, per esempio quella dell’8, si può dare a chi è senza pallone una sola carta il cui numero deve essere moltiplicato per 8 prima di andare a caccia del pallone. È opportuno variare la modalità di palleggio richiesta. Idee per la valutazione: scrivere i calcoli alla lavagna (o tabellone…) prima di andare a prendere il pallone e la classe deve valutare il lavoro dei compagni quando la musica è spenta. È possibile che venga valutata dall’insegnante o dai compagni anche la qualità del palleggio Nome/Titolo: Math-sketball Contenuto dell’insegnamento: Matematica Proposito: gli alunni devono palleggiare per dimostrare le loro abilità di stabilire controllo e ritmo. Devono anche dimostrare il loro livello di comprensione rispetto alle moltiplicazioni di numeri ad una cifra. Prerequisiti: gli studenti sono impegnati in un’unità che richiede le abilità collegate alla padronanza del palleggio, come il controllo e la manipolazione della palla. Inoltre è necessaria la conoscenza di concetti di matematica e di tecniche di problem solving di gruppo. Età dei bambini: 9-11 anni Materiale necessario: carte per le moltiplicazioni, carta e matita per ogni gruppo, palloni da basket, palline da tennis, magliette, astuccio, zaino, porta-palloni, pallina da golf, una scarpa da tennis (wild card) e un conetto. Descrizione Gli alunni vengono divisi in piccoli gruppi (3-4) e posizionati in diverse zone nella palestra. Ad ogni gruppo verranno dati 2 palloni da basket, matita e carta per risolvere i problemi. Nell’area di gioco verranno sparsi un certo numero di differenti oggetti. Ogni oggetto avrà un diverso punteggio di valore: pallina da tennis=1 maglietta=3 astuccio=5 zaino=10 porta-palloni=20 scarpa da tennis= (wild card) ogni numero necessario conetto= 25 L’insegnante darà ad ogni gruppo una carta con una moltiplicazione da risolvere. Quando un gruppo risolve correttamente un problema, un componente della squadra deve palleggiare nell’area di gioco e iniziare a raccogliere il corretto numero di oggetti che dia un valore equivalente a quello della moltiplicazione. (se il problema è 4x3, la risposta corretta è 12. Un assortimento corretto di oggetti potrebbe essere 2 astucci e due palline da tennis o la wild card). Ogni studente può raccogliere solo un oggetto alla volta. Il primo alunno dovrà palleggiare nell’area di gioco e raccogliere il primo oggetto. Quando si raccoglie un oggetto si smette di palleggiare. Quando l’oggetto è in mano, gli alunni devono palleggiare andando indietro, posare l’oggetto nella postazione della propria squadra e passare la palla a un altro membro del gruppo che inizierà a palleggiare dirigendosi verso il secondo oggetto e prenderlo. Mentre uno studente sta raccogliendo un oggetto, i compagni si passano tra loro l’altra palla facendola rimbalzare. Una volta che il gruppo ha finito viene valutato se il valore totale è quello giusto e in tal caso si dà alla squadra una nuova carta. L’insegnante deve di volta in volta specificare che tipo di palleggio deve essere fatto: palleggio all’indietro, con la mano non dominante, rasoterra, ecc. La psicomotricità per gli apprendimenti matematici successive • Nel ciclo degli approfondimenti il b. raggiunge nuove competenze: 1.Orientamento relativo e decentramento (dagli 8 anni): il b. pone tre compagni l’uno di fronte all’altro, facendo riferimento al loro orientamento. Si tratta della proiezione del proprio orientamento sugli altri (il decentramento di Piaget). Questo permette al b. di accedere alla geometria proiettiva e offre nuove possibilità di socializzazione (prospettiva dell’altro) 2.Rappresentazione mentale del movimento (può prevedere la posizione di un oggetto in movimento nello spazio in un dato momento e di porsi sulla sua traiettoria) Psicomotricità funzionale e matematica • Nozione di verticalità: può verificarsi in occasione di lanci: con una palla leggera, tipo pallavolo: far rimbalzare la palla con una o due mani; sopra o sotto la linea delle spalle, evitando di farla cadere; far osservare al b. che se egli programma di indirizzare il pallone secondo una verticale, il controllo è molto più agevole; attirare l’attenzione sull’importanza di trovarsi in posizione flessa nel punto di caduta della palla. Pallacanestro: attirare l’attenzione del b. sulla migliore facilità di controllo della palla, se essa viene lanciata verso l’alto (prima sul posto poi in movimento) • Nozione di velocità: situazione problema (atletica): correre regolarmente su 30 metri. Su una pista di atletica, tracciare 2 linee distanziate di 30 m. l’allenatore si posiziona in un punto dove possa cronometrare. Lo scopo è che l’allievo possa affrontare molte volte il percorso alla stessa velocità (può prendere la rincorsa e adattare l’andatura regolare nei 30 mt) • Gli allievi tendono a correre il + veloce possibile. Il dosaggio della velocità è un buon esercizio di controllo tonico • Curare movimenti lenti, medi e veloci in gruppi di due allievi • Nozione di accelerazione: partenza (in piedi) con corsa veloce. L’obiettivo è l’accelerazione progressiva per raggiungere la velocità massima a 12-15 metri dalla partenza; superamento di un ostacolo basso: a 12 metri dalla partenza dopo un’accelerazione progressiva; richiamo della palla negli sport di gruppo (giocatori si passano la palla lungo l’intero campo da gioco, adottando un’andatura regolare; corrono parallelamente, uno di fronte all’altro; il giocatore che non ha la palla la richiama effettuando un’accelerazione nella sua corsa • Valutazione della velocità di un compagno di gioco (passaggio del testimone) • Valutazione delle traiettorie: nei giochi di racchetta, al momento della ricezione, è l’aspetto percettivo associato all’equilibrio che viene privilegiato; nel rinvio la rappresentazione mentale della traiettoria programmata deve permettere di prendere in fallo l’avversario Creare un clima positivo e promuovere benessere attraverso l’attività sportiva Come lavorare sul senso di autoefficacia, la motivazione e l’ottimismo degli studenti Approccio socio-cognitivo Teoria dell’autoefficacia P Teoria dell’ottimismo (stili esplicativi) C A Teoria dell’autodetermina zione … Quanta o quale motivazione? Orientamenti motivazionali • Nicholls: due orientamenti motivazionali specifici e indipendenti: orientamento al compito (task) e orientamento al Sé (ego). Possibili livelli alti in entrambi, in uno solo o in nessuno dei due (poiché indipendenti). Orientamento al compito: • confronto con se stesso, percezione che la propria competenza sportiva dipende dai progressi realizzati in quell’attività • “come posso imparare nel modo migliore questa abilità e padroneggiare questo compito?” Orientamento al sé: • dimostrare il proprio livello di abilità in relazione agli altri tramite il confronto sociale; • il livello di maestria raggiunto non è sufficiente per sentirsi soddisfatto del proprio livello di abilità. • Il sentimento di riuscita si manifesta solo se per lui è favorevole il confronto con gli altri e la competizione sportiva rappresenta l’occasione per poter effettuare questo confronto. Qualità della motivazione • Tutti noi sappiamo che le persone sono diverse rispetto a quanto sono motivate: c’è chi si impegna di più, chi di meno, ma esistono anche altre importanti differenze. Immaginiamo cinque atleti diversi: • Luigi non partecipa quasi mai agli allenamenti. • Simone si allena 5 volte a settimana, otterrà il posto in squadra e quindi avrà la moto che gli avevano promesso. • Alessia si allena 5 volte a settimana, vincerà gare importanti e così riuscirà a dimostrare al padre che ce la poteva fare, che lei valeva qualcosa. • Andrea si allena 5 volte a settimana, migliorerà le proprie prestazioni fino ad entrare in un gruppo militare sportivo: finalmente potrà fare il lavoro che più gli interessava. • Luca si allena 5 volte a settimana, quello che vorrebbe di più è poter continuare ad allenarsi Amotivazione Amotivazione (Luigi) Non ho voglia di farlo Minimo Estrinseca Esterna (Simone) Lo faccio per ricevere un premio o evitare una punizione Introiettata (Alessia) Lo faccio per compiacere la maestra/ i miei genitori livello di autodeterminazione Intrinseca Identificata (Andrea) Faccio ginnastica perché può essermi utile per il calcio Conoscenza Affermazione Ricerca di stimoli (Luca) Massimo Amotivazione Luigi non partecipa quasi mai agli allenamenti. • Il livello più basso del continuum di autodeterminazione è l’amotivazione, lo stato in cui manca la volontà di agire un certo comportamento: non si agisce affatto o si agisce senza l’intenzione di ottenere un risultato. • I motivi per cui si fa una certa cosa come l’andare ad allenarsi, non vengono percepiti o non ne viene sentita alcuna loro importanza. • La conseguenza estremamente probabile di questa situazione è che si cessi l’attività verso cui non si è motivati (Vallerand, 2002) • Secondo Ryan e Deci (2000) questo stato motivazionale ha 3 possibili cause: 1) non attribuire importanza all’attività 2) non sentirsi in grado di portarla a termine (ad es. Bandura 1986) 3) non aspettarsi che essa conduca ad un risultato desiderabile (Seligman, 1975). La regolazione esterna Simone si allena 5 volte a settimana, otterrà il posto in squadra e quindi avrà la moto che gli avevano promesso. • Secondo la Self-Determination Theory i comportamenti regolati esternamente: • sono controllati in modo contingente da altri • hanno un basso mantenimento una volta che le contingenze non esistono più (Deci & Ryan, 1985) • Gli atleti con un’alta motivazione esterna, ad esempio, possono allenarsi perché possono ricevere dei premi o degli incentivi nel caso in cui ottengano successi o buone prestazioni • La regolazione esterna è la classica situazione in cui il comportamento delle persone è controllato da fattori esterni: s’intraprende un’attività per ottenere dei risultati giudicati positivamente (ad es. premi tangibili) o per evitare conseguenze percepite come negative. La regolazione introiettata Alessia si allena 5 volte a settimana, vincerà gare importanti e così riuscirà a dimostrare al padre che ce la poteva fare, che lei valeva qualcosa. • La regolazione introiettata è il primo livello nel processo di internalizzazione: se nella regolazione esterna il controllo del comportamento è basato su fattori contingenti prodotti dagli altri, nella regolazione introiettata le conseguenze contingenti vengono fornite dall’individuo a se stesso. • I temi fondamentali in questo tipo di motivazione riguardano il mantenimento o il miglioramento della propria autostima, l’evitare il sentirsi in colpa e l’ansia (Deci & Ryan, 2000). • Con questo tipo di motivazione si cominciano a rendere interne le ragioni per il proprio comportamento (Vallerand, 2002), ma la percezione del loro controllo è ancora esterna: c’è un senso di coercizione e le motivazioni introiettate non vengono ancora esperite come una parte del sé (Deci et Al. 1991). • Si tratta quindi una regolazione interna, ma poco autodeterminata, che ha maggiore probabilità di quella esterna di essere mantenuta nel tempo, ma che è ancora piuttosto instabile (Koestner & Al. 1996*). La regolazione identificata Andrea si allena 5 volte a settimana, migliorerà le proprie prestazioni fino ad entrare in un gruppo militare sportivo: finalmente potrà fare il lavoro che più gli interessava. • Sebbene questa sia ancora un tipo di motivazione strumentale, estrinseca all’attività stessa, è presente qui una maggiore autodeterminazione e si prevede un maggior coinvolgimento della persona e mantenimento nel tempo del comportamento (Deci & Ryan, 2000). • La regolazione identificata prevede una consapevole attribuzione di valore all’obiettivo comportamentale, tale che l’attività è sentita propria e percepita come importante per se stessi (Ryan & Deci 2000). • La persona intraprende l’azione con un senso di scelta e il comportamento è regolato attraverso un’identificazione con l’attività stessa (Vallerand, 2002). La regolazione intrinseca Luca si allena 5 volte a settimana, Quello che vorrebbe di più è poter continuare ad allenarsi • La motivazione intrinseca implica l’intraprendere un’attività per il piacere e la soddisfazione inerenti l’attività stessa, che viene fatta per il gusto di farla (ad es. Deci 1975; Ryan & Deci 2000). • Quando sono intrinsecamente motivate le persone fanno le cose che gli interessano e le fanno liberamente, di spontanea volontà, senza alcuna ricompensa o costrizione (Deci & Ryan, 1985). • La motivazione intrinseca viene definita come una “tendenza innata a cercare novità e sfide, a esercitare e ampliare le proprie capacità di esplorare e di apprendere” (Ryan & Deci 2000). L’esperienza ottimale: il flow • Percezione soggettiva di elevate opportunità di azione ambientale (challenge) cui si contrappongono adeguate capacità personali (skill); • Focalizzazione dell’attenzione sull’attività in corso; • Coinvolgimento (unione tra azione e coscienza) • Controllo della situazione; • Chiari riscontri (feedback) sull’andamento dell’ attività; • Chiari obiettivi da raggiungere; • Assenza di noia; • Assenza di ansia; • Facilità di concentrazione; • Stato affettivo positivo; • Motivazione intrinseca; • Alterata percezione dello scorrere del tempo; • Assenza di auto-osservazione (e perdita di autoconsapevolezza) Riflessione • Quali sono le principali criticità che si incontrano rispetto alla motivazione degli studenti? Che cosa può fare un insegnante per motivare i propri allievi? • Ipotizza un percorso didattico motivante: che caratteristiche dovrebbe possedere? Quali principi seguireste? Descrivete anche il contesto e le vostre azioni. Ingredienti (nutrimento) della motivazione intrinseca: i bisogni universali • Competenza • Autonomia • Relazioni Competenza • L’attività formativa restituisce a ciascuno un senso di autoefficacia positivo? Garantisce percezione di controllo? Offre a tutti la possibilità di mettersi alla prova in una sfida? Viene riconosciuto ed esplicitato il miglioramento di tutti? (FB) Viene data la possibilità di apprendere dall’esempio di altri compagni/ adulto? È visibile e verificabile il contributo di ciascuno? Vengono sollecitate diverse intelligenze? Relazione • È prevista l’interazione promozionale faccia a faccia? C’è interdipendenza? La struttura è cooperativa? Viene posta attenzione alla relazione insegnante/ alunno? Al setting d’aula? Sono determinanti le abilità sociali? vengono valutate (per es. attraverso T-chart)? Autonomia • Viene dato spazio all’autovalutazione? Si concorda tra più opzioni? C’è spazio per la ri-definizione delle regole? Vengono condivisi obiettivi individualizzati? È previsto un ascolto per gli interventi? C’è flessibilità nel programma? Si aggancia agli interessi spontanei? Motivazione Il prodotto dell’interazione tra • Personalità (perchè le persone partecipano all’attività sportiva? Per divertirsi, sentirsi bene/ stare in forma, imparare nuove abilità, vincere, stare con gli amici, entusiasmarsi per la competizione, arrivare ad alti livelli) • La situazione (stile dell’allenatore: approccio positivo e entusiasmo; rapporti tra vittorie e sconfitte; aspettative e atteggiamenti delle persone significative, ostacoli) • il compito (difficoltà; esperienza) **questionario insegnanti & studenti** http://www.psych.rochester.edu/SDT Performance vs Mastery • Performance: gli atleti percepiscono di essere disapprovati quando fanno un errore; l’allenatore riconosce e rinforza solo i migliori; rivalità interna al gruppo • Mastery: mettercela tutta e migliorare sono aspetti che vengono rinforzati dall’allenatore; ogni membro del gruppo ha un ruolo importante Immaginiamo 2 allenatori diversi • Il coach A dà direttive rigide, non ascolta il parere degli atleti, minaccia di prendere provvedimenti se non vengono eseguiti gli allenamenti come dice lui • Il coach B ascolta molto gli atleti, chiede il loro punto di vista, gli fornisce spesso la possibilità di scegliere fra attività e compiti diversi • Che cosa c’è di diverso fra i coach A e B? • Sono diversi rispetto a come motivano gli atleti Gli stili con cui si motivano gli atleti • Le modalità utilizzate dagli allenatori per motivare gli atleti variano • Ad esempio è possibile giudicare il modo di pensare o il comportamento degli atleti, dare loro direttive rigide e poche possibilità di esprimere scelte, comportamenti e opinioni che differiscono da quelli proposti dall’allenatore. • Questo stile è definito controllante, perché la meta dell‘allenatore è, appunto, controllare i comportamenti degli atleti sperando che quelli desiderabili accadano più frequentemente di quelli indesiderabili Gli stili con cui si motivano gli atleti • Secondo un’altra modalità, invece, è possibile sostenere la scelta autonoma degli atleti favorendo l’internalizzazione della motivazione verso l’attività sportiva fornendo possibilità di scelta, ascoltando, e chiedendo il loro punto di vista. • Questo stile è definito di supporto alla motivazione autodeterminata perché lo scopo dell’allenatore è quello di sostenere l’interesse e la motivazione autonoma degli atleti. TARGET Principle (Ames, 1990) Task (compito) Authority (autorità) Recognition (riconoscimento) Grouping (organizzazione in gruppi) Evaluation (valutazione) Timing (tempo) *FEEDBACK* Comportamento del docente effetto Affermazioni di dovere (es. “si deve fare così” - Elogi allo studente (es. “sei bravo/a”) = Tempo passato a parlare = Elogi per le buone performance in un compito + Domande su quello che gli studenti vogliono + Domande controllanti = Risposte a domande provenienti dagli studenti + Affermazioni di self-disclosure = Fornire tracce per una soluzione = Incoraggiamenti = Discorsi di tipo empatico, dalla prospettiva dello studente + Dare soluzioni - Istruzioni/ comandi - Tempo passato ad ascoltare + Tempo dato allo studente per lavoro autonomo + Lavorare sulla motivazione Il senso di auto-efficacia P C A AUTO-EFFICACIA = AUTOSTIMA Auto-efficacia • Le convinzioni di una persona di essere in grado di superare gli ostacoli che di volta in volta si frapporranno alla messa in atto di quel comportamento. Convinzioni che le persone hanno circa la loro efficacia personale di organizzare e dirigere le loro abilità e risorse per mettere in atto un’azione che li condurrà alla conseguenza desiderata (Bandura, 1977). AUTO-EFFICACIA = ABILITA’ L’autoefficacia è una misura delle proprie capacità? Autoefficacia (2) • L’autoefficacia è una misura delle proprie capacità? • L’autoefficacia non riguarda il numero di abilità possedute, ma ciò che si crede di poter fare con i mezzi a propria disposizione: le abilità possono facilmente essere vanificate dai dubbi su di sé; persone piene di talento fanno un uso inadeguato delle loro capacità quando le circostanze indeboliscono la loro fiducia in se stesse Chi non crede nell’impossibile non lo realizzerà mai Auto-efficacia (3) • Generali o specifiche? • L’autoefficacia non è una percezione generalizzata, ma varia da situazione a situazione: la stessa persona può avere convinzioni di efficacia molto forti rispetto ad alcuni domini e molto deboli rispetto ad altri. Auto-efficacia 4) • L’autoefficacia non è un predittore inerte delle prestazioni future; essa si ripercuote sui processi di pensiero, sul livello e la persistenza della motivazione e sugli stati affettivi, che contribuiscono in modo rilevante alle prestazioni realizzate: le persone non provano neppure se ritengono di non essere capaci, ma quando sono convinte di esserlo il loro impegno e i loro successi superano spesso ogni previsione Caratteristiche distintive del costrutto • L’autoefficacia si riferisce ai giudizi in merito alle capacità di eseguire determinate attività, più che a qualità personali quali le caratteristiche fisiche o i tratti psicologici; • Le convinzioni di autoefficacia sono multidimensionali (si riferiscono a ambiti di funzionamento diversi) • Le misure dell’autoefficacia sono contestodipendenti (contesto competitivo vs cooperativo) • Le misure di a.e. dipendono da un criterio di prestazione basato sul successo nel risolvere un problema piuttosto che da criteri normativi Misure dell’Autoefficacia • Livello: variazioni in relazione ai diversi livelli dei compiti; livelli crescenti di difficoltà; • Generalità: transfer delle convinzioni di efficacia attraverso le attività; • Forza: grado di certezza circa la capacità di una persona di eseguire determinati compiti L’azione dell’auto-efficacia • Sulla motivazione: le persone dotate di un elevato senso di auto-efficacia in relazione ad una determinata attività si impegneranno maggiormente e persisteranno più a lungo (ritmo e frequenza dell’azione e impiego di energia; scelta dell’attività)…esp su problemi irrisolvibili per valutare persistenza; impotenza appresa; strategie di self-handicapping • Livello di rendimento: mediato da motivazione, strategie di autoregolazione e interpretazione degli stati di attivazione • Attribuzioni causali:relazione biunivoca tra percezione di competenza a attribuzioni Nella matematica 80 70 Soluzioni accurate (%) 60 Auto-efficacia 50 alta bassa 40 30 20 10 0 basso medio Livello di capacità alto Autoefficacia per l’apprendimento autoregolato Autoefficacia per il successo scolastico .51 .36 Voti precedenti degli studenti .26 Obiettivi dei genitori rispetto ai voti .36 Obiettivi degli studenti rispetto ai voti .21 Voti degli studenti .43 • Maggiore probabilità di mettere in atto quei comportamenti per cui si ha un elevato senso di autoefficacia • Se l’auto-efficacia aumenta la probabilità di mettere in atto un comportamento, è anche vero il contrario?? • Secondo Bandura, le esperienze di gestione efficace (esecuzione diretta del comportamento) costituiscono la fonte più influente da cui trarre informazioni riguardo l’efficacia personale • esperienza passata • Successi: • Forte fiducia nella propria efficacia personale Se però le persone sperimentano solo facili successi in seguito tenderanno ad aspettarsi risultati rapidi e si scoraggeranno facilmente di fronte agli insuccessi • L’acquisizione di un solido senso di efficacia richiede il superamento di ostacoli grazie ad un impegno perseverante (Bandura, 1977; 1997) Ripetuti insuccessi al contrario hanno l’effetto di indebolire l’efficacia personale (Bandura, 1977) Fonti di auto-efficacia • Esperienze comportamentali dirette di gestione efficace: hanno la funzione di indicatori di capacità; • Esperienze vicarie: alterano il giudizio sulle proprie capacità attraverso la trasmissione di competenze e il confronto con le prestazioni ottenute dagli altri (cruciali per i processi di modellamento) • Persuasione verbale e altri tipi di influenza sociale: infondono la convinzione di possedere certe capacità; • Stati fisiologici e affettivi: da essi le persone deducono in parte la propria condizione di capacità, di forza e di vulnerabilità. Gli stili esplicativi • Pensa ad un tuo successo e descrivilo considerando anche quelle che possono essere state le cause che lo hanno determinato • Fai lo stesso procedimento rispetto a quello che puoi considerare un tuo fallimento Le cause del successo e dell’insuccesso Successo 1. 2. 3. 4. 5. 6. Insuccesso 1. 2. 3. 4. 5. 6. Relazione tra situazione/pensiero ed emozione Che differenze ci sono tra le cause a cui avete fatto riferimento? 1. Analisi libera dei racconti 2. Individuazione delle dimensioni La partita è andata male… Il modo in cui interpretiamo ciò che ci accade condiziona fortemente le nostre reazioni emotive ma anche le modalità con cui affrontiamo le sfide future Due stili a confronto • La partita è andata male: • La partita è andata male: “Sono un disastro, come al solito non ne ho parata una …” “Oggi non sono riuscito a dare il massimo, devo allenarmi maggiormente nelle uscite” “Gli arbitri sono ingiusti” “Se i compagni di reparto si impegnassero di più, la palla non arriverebbe così spesso in porta …” “Abbiamo mollato troppo presto! Se avessimo mantenuto la concentrazione, le cose sarebbero andate diversamente …” Criterio di analisi • 1. 2. 3. 4. Le cause dei successi e degli insuccessi possono essere studiate considerando 4 dimensioni: Internalità/esternalità (esempi) Stabilità/instabilità (es) Globalità/contingenza (es) Percezione di controllo (es) Content Analysis of Verbatim Explanations (CAVE, Peterson & Seligman, 1984) Punteggio da 1 a 7 per ogni dimensione separatamente: • 7= max internatlità; stabilità e globalità • 1 max esternalità, instabilità e contingenza • 2-6 combinazione tra le due polarità di ogni dimensione Internalità/esternalità • Punteggio 1: azioni di un’altra persona; difficoltà o facilità del compito; tempo o ambiente (disastro naturale; circostanze o condizioni atmosferiche): Sono andato bene al test perché era facile Sono andato male al compito perché l’insegnante è stata ingiusta • Punteggio 7: personalità o tratti fisici; comportamento; decisione; abilità o inabilità; motivazione; conoscenza; disabilità; malattia; infortunio; età; classe politica o sociale. Sono andato bene al test perché ho studiato molto Sono andato male al compito perché ho studiato svogliatamente • 2-6: interazione tra cause interne ed esterne Sto avendo problemi con un amico perché lui non sopporta il mio perfezionismo (2-3) Ci stiamo per separare perché siamo incompatibili (4) Stabilità/instabilità Bisogna sempre ricordare che ciò che va analizzato è la stabilità della causa e non dell’evento (basandosi sul tempo del verbo; la probabilità della ricorrenza della causa; l’intermittenza vs continuità della causa; la natura caratteriale o comportamentale della causa) Non ho superato il colloquio perché sono una donna (7) Non ho superato il colloquio perché ero vestito in modo inadeguato (1) globalità-/specificità Bisogna valutare il grado di pervasività della causa rispetto ai vari domini della vita, specialmente quelli dell’achievement (realizzazione personale) e dell’affiliazione Sono andato male alle gare perché sono una persona molto insicura (7) Sono andato male alle gare perché sono partito malissimo (1) Esempi di analisi • “Quello è stato il mio giorno fortunato, di solito non vado così bene” (causa temporanea, esterna e non controllabile) • “Mi sono allenato duramente” (causa temporanea, interna e controllabile) • “Ho talento” (stabile, interna, non controllabile) • “L’arbitro è stato ingiusto” (temporanea, esterna, non controllabile) • “Sono troppo sensibile” (pervasività) • “Come sempre sono arrivato alla gara preparato” (stabilità) • “Non mi è mai capitata una palla buona” • “Penso che la prossima volta andrà meglio”; “Sento che la prossima volta andrà meglio”; “Se non ci saranno condizioni atmosferiche avverse, andrò sicuramente meglio”; “Spero di andare meglio”; ecc. Calcolo del punteggio CAVE • • • • Selezionare nel testo tutte le affermazioni in cui vengono compiute attribuzioni causali Per ogni affermazione (o per ogni singola causa che viene menzionata nel caso in cui con una singola affermazione si faccia riferimento a più cause) calcolare il punteggio di stabilità (da 1 a 7), internalità (da 1 a 7) e globalità (da 1 a 7). Nella nostra analisi (anche se non previsto dal modello di Seligman) calcoliamo anche il punteggio di controllabilità (sempre da 1 a 7). Ogni affermazione riceverà quindi un punteggio da 4 (1 in tutte e 4 le dimensioni) a 28 (4 volte 7). Infine vengono sommati i punteggi di tutte le affermazioni causali contenute nel testo e viene calcolata la media. Questo procedimento viene eseguito separatamente per la prestazione di successo e la prestazione di insuccesso. Infatti un punteggio alto nella prestazione di insuccesso è assolutamente negativo nell’ottica della teoria dell’ottimismo, e positivo se ottenuto rispetto alla prestazione positiva. (NOTA: il punteggio della controllabilità nella prestazione negativa va invertito, poiché un controllo elevato è sempre positivo) Analisi delle cause • Torna alle pagg 1 e 3 del diario di bordo e indica se le cause sono interne/esterne, stabili/temporanee, globali/specifiche, controllabili o non controllabili Quale la combinazione migliore? successo: Cause interne, stabili, pervasive e controllabili insuccesso Cause esterne, instabili ,contingenti e controllabili ottimismo Imparare l’ottimismo • Visti i vantaggi che comporta una visione ottimistica (tra cui la relazione scientificamente dimostrata tra Ottimismo e prestazione sportiva) è opportuno rendere funzionale il proprio modo di interpretare gli eventi • La ristrutturazione cognitiva: Mettere alla prova le proprie convinzioni ponendosi domande e individuare delle possibili spiegazioni alternative che facciano riferimento a cause esterne, instabili, contingenti e soprattutto controllabili. La psicologia positiva La psicologia positiva raccoglie numerosi contributi teorici che si pongono l’obiettivo di identificare quali siano i fattori in grado di determinare il benessere delle persone in vari contesti tra cui quello lavorativo e quello sportivo. Tra questi fattori svolgono un ruolo determinante: 1. La motivazione e la resilienza 2. Il senso di autoefficacia 3. L’ottimismo Riferimenti bibliografici • Gagnè, M., Deci, E.L. (2005). Self –determination theory and work motivation. Journal of Organizational Behaviour. 26, 331-362 • Baard, P. P., Deci, E. L., & Ryan, R. M. (2004). Intrinsic need satisfaction: A motivational basis of performance and well-being in two work settings. Journal of Applied Social Psychology, 34, 2045-2068. (scaricabile dal sito: http://www.psych.rochester.edu/SDT/publications_searc h.php?action=domain_search&dID=16 ) • Seligman, M.(1996;2009). Imparare l’ottimismo. Giunti Editore La persuasione verbale: la ristrutturazione cognitiva Il modello A-B-C-D-E A Evento attivante B Sistema di convinzioni (irrazionali e razionali) C Conseguenze emotive e comportamentali D Messa in discussione di Bi E Effetti della messa in discussione - Effetto sulle emozioni - Effetto sul comportamento - Effetto sulle convinzioni Convinzioni disfunzionali • Doverizzazioni (“devo assolutamente”) • Insopportabilità, intolleranza (“non sopporto..”) • Giudizi totali su di sé o sugli altri (“non valgo niente” • Catastrofizzazione (“sarebbe terribile”) • Indispensabilità, bisogni assoluti (“non si può vivere senza”) • • • • L’APPROCCIO DEL FAR BENE: cambiare il modo di pensare circa il fallimento incoraggiare la tolleranza alla frustrazione premiare la perseveranza piuttosto che il successo. Coloro a favore di questo approccio cercano di cambiare il pessimista in ottimista e cercano di cambiare l’impotenza appresa con la competenza Il senso di stabilità e pervasività del fallimento minano il successo e la perseveranza, causano l’impotenza appresa e la depressione e portano ad una diminuzione dell’autostima. Analisi comportamentali specifiche piuttosto che generale Cambia le seguenti affermazioni di biasimo generale in affermazioni di biasimo sul comportamento Allievo: • Non sono riuscito nella partita perchè sono incapace • Sono stato rimproverato a ginnastica perchè ce l’hanno tutti con me • Mi sono infortunato perchè mi metto sempre nei guai Allenatore: • Perchè sei così rammollito quando non ti guardo? • Guarda il tuo tempo! Sei un disastro! • Sei proprio un perdente Ristrutturazione cognitiva • I pensieri disfunzionali vengono modificati prendendo in esame possibili differenti interpretazioni del loro significato, delle circostanze e del contesto in cui si sono manifestati • L’obiettivo è di creare “cornici” alternative di riferimento e modi diversi di percepire ed interpretare la situazione Pensieri disfunzionali • Tendenza al perfezionismo • Pensieri catastrofici legati al timore del giudizio degli altri • Considerazione di fatti e persone in termini assolutistici • Pensiero “tutto o niente” che porta a categorizzare gli eventi come successo o insuccesso, senza apprezzare il senso dell’esperienza La responsabilità • Gli alunni tendono frequentemente ad attribuire successo e insuccesso a fattori esterni che sfuggono al controllo soggettivo (fortuna, insegnante, compagni, avversari, ecc.), piuttosto che analizzare i meriti e le responsabilità personali • Importanza dell’attribuzione interna Il ruolo attivo dell’alunno • L’alunno va sollecitato a considerare fatti e ragioni per mettere in discussione e rifiutare convinzioni irrazionali e nocive • Deve analizzare e contestare in maniera logica e ragionevole i costrutti negativi, per poi identificare le affermazioni positive