CLASSE PRIMA E Leggiamo insieme “il mondo alla fine del mondo” Di LUIS SEPULVEDA INDICE Vita e opere di Luis Sepulveda Riassunto de "Il mondo alla fine del mondo"di Davide Danzi Commento al romanzo di Federico Giordani Commento al romanzo di Chiara Zuanon Il Cile: geografia e paesaggi Caccia alle balene L’ecosistema marino Lo sterminio degli indios Noi e l’ambiente INTERNATIONAL WHALING COMMISSION Controinformazione Organizzazioni ecologiste LUIS SEPULVEDA •Nato ad Ovalle, il 4 ottobre 1949, Il giovane Luis crebbe a Valparaíso, in Cile, con il nonno paterno e con uno zio, che gli istillarono l'amore per i romanzi di avventura di Salgari, Conrad, Melville. •A diciassette anni iniziò a lavorare come redattore del quotidiano Clarìn e poi in radio. LUIS SEPULVEDA •Nel 1969 vinse il Premio Casa de las Americas per il suo primo libro di racconti, Crònicas de Pedro Nadie, ed una borsa di studio di 5 anni per l'Università Lomonosov di Mosca. •Dopo pochi mesi venne espulso per "atteggiamenti contrari alla morale proletaria" a causa dei contatti con alcuni dissidenti. •Abbandonò la casa paterna per contrasti con il padre e venne espulso anche dalla Gioventù comunista. •Qualche anno più tardi entrò a far parte del partito socialista e della guardia personale del Presidente cileno Salvador Allende. LUIS SEPULVEDA A seguito del colpo di stato di Pinochet, venne arrestato e torturato. Passò sette mesi in una cella minuscola in cui era impossibile stare anche solo sdraiati o in piedi. Grazie alle forti pressioni di Amnesty International venne scarcerato e ricominciò a fare teatro ispirato alle sue convinzioni politiche. Nuovamente arrestato, ricevette una condanna all'ergastolo, poi commutata in esilio. LUIS SEPULVEDA Nel 1977 lasciò il Cile per andare in aereo in Svezia, ma al primo scalo, a Buenos Aires, scappò per recarsi in Uruguay. Molti dei suoi amici argentini e uruguagi erano in prigione o erano stati uccisi, perciò si diresse in Brasile, e in Paraguay, che poi lasciò per problemi con il regime locale. Si stabilì infine a Quito, in Ecuador e prese parte a una spedizione dell'UNESCO dedicata allo studio dell'impatto della civiltà sugli indios Shuar. Visse per 7 mesi a stretto contatto con gli indios e capì che i principi del marxismo-leninismo non erano applicabili all'America Latina, abitata per la maggior parte da popolazioni rurali dipendenti dall'ambiente naturale. LUIS SEPULVEDA Nel 1979 raggiunse le Brigate Internazionali Simon Bolivar che stavano combattendo in Nicaragua. Dopo la vittoria nella rivoluzione iniziò a lavorare come giornalista. L'anno successivo si trasferì ad Amburgo per la sua ammirazione nei confronti della letteratura tedesca. Lavorò come giornalista facendo molti viaggi tra Sud America e Africa. Nel 1982 venne in contatto con l'organizzazione ecologista Greenpeace e lavorò fino al 1987 come membro di equipaggio su una delle loro navi. Successivamente agì come coordinatore tra i vari settori dell'organizzazione. Dal 1996 vive a Gijon, in Spagna. OPERE DI LUIS SEPULVEDA 1989 - Il vecchio che leggeva romanzi d'amore (Un viejo que leía novelas de amor) 1989 - Il mondo alla fine del mondo (Mundo del fin del mundo) 1994 - Un nome da torero (Nombre de torero) 1994 - La frontiera scomparsa (La frontera exstraviada) 1995 - Patagonia express. Appunti dal sud del mondo (Al andar se hace el camino se hace el camino al andar) 1996 - Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare (Historia de una gaviota y del gato que le enseñó a volar) 1996 - Diario di un killer sentimentale (Diario de un killer sentimental) 1997 - Incontro d'amore in un paese di guerra (Desencuentros) 2002 - Jacaré - Hot Line (Yacaré - Hot Line) 2002 - Le rose di Atacama (Historias marginales) 2002 - Raccontare, resistere. Conversazioni con Bruno Arpaia 2003 - Il generale e il giudice (La locura de Pinochet) 2004 - Una sporca storia (Moleskine, apuntes y reflexiones) 2004 - I peggiori racconti dei fratelli Grim (Los peores cuentos de los hermanos Grim) (con Mario Delgado Aparaín) 2006 - Il potere dei sogni (El poder de los sueños) 2007 - Cronache dal cono sud (Los calzoncillos de Carolina Huechuraba y otras cronicas) 2008 - La lampada di Aladino e altri racconti per vincere l'oblio (La lámpara de Aladino y otros cuentos para vencer al olvido) RIASSUNTO di DAVIDE DANZI “Il mondo alla fine del mondo” è un romanzo in cui Luis Sepùlveda narra attraverso la voce del giovane protagonista gli scontri tra politica e ambiente a cui ha assistito e partecipato . E' diviso in tre parti e un epilogo. Nella prima parte il narratore, mentre viaggia in aereo per scopi ambientali verso il Cile, paese della sua infanzia, racconta di un episodio avvenuto anni prima, quando aveva sedici anni. Abitava a Santiago, la capitale, e voleva esplorare “il mondo alla fine del mondo”, vale a dire l'estremità meridionale del Paese, andando a Punta Arenas. Gli era piaciuto molto “Moby Dick” e il suo sogno era di imbarcarsi su una baleniera . All'epoca la caccia alle balene era ancora legale. Il giovane incontra Il Basco, capitano di una baleniera e riesce ad imbarcarsi. Catturano un capodoglio; al giovane protagonista la caccia non è piaciuta per la crudeltà dell'uccisione dell'animale (arpionato), ma è soddisfatto dell'esperienza e si congeda dal Basco con una punta di apprensione. Con la fine di questo flash-back dell'autore-narratore in aereo si conclude la prima parte del libro. RIASSUNTO di DAVIDE DANZI La seconda parte inizia con la spiegazione del motivo del viaggio in aereo: l'autore lavora come socio in un'agenzia d’informazione alternativa in contatto con molte organizzazioni ecologiste (come Greenpeace). Un giorno arriva un fax dal Cile: è Sarita Dìaz, unica corrispondente dell'agenzia; spiega che il Nishin Maru, baleniera giapponese, ha subìto un incidente le cui cause sono misteriose. Indagando, l'agenzia scopre che la nave era stata demolita a Timor anni prima: non si capisce come mai risulti navigare al largo del Madagascar. In realtà è un inganno: si tratta di un'altra nave con lo stesso nome; il vero Nishin Maru è proprio nei pressi delle coste cilene in riparazione dopo l'incidente. Ricevono una chiamata da Jorge Nilssen, un vecchio capitano nonché ambientalista e vendicatore marino dal passato burrascoso. Egli scopre che il Nishin Maru caccia le balene pilota (o Calderòn), e rivela com'è successo quell'incidente. Chiede all'agenzia di inviare un rappresentante perché veda l'accaduto; ecco spiegato il nuovo viaggio in Cile del nostro Narratore. RIASSUNTO di DAVIDE DANZI Poi il narratore raggiunge il capitano e, mentre questi racconta ciò che è successo fino a un momento prima dell'incidente (talmente incredibile che si può solo vedere, non raccontare), si imbarcano sul Pàjaro loco. Intanto Sarita Dìaz, dopo aver trovato e tentato di fotografare il Nishin Maru, viene scoperta e sopravvive di poco ad un attentato, nel quale le viene sottratto il materiale fotografico. A Puerto Montt trovano effettivamente il Nishin Maru in riparazione. Dopo una lunga navigazione verso sud arrivano dov'è ormeggiato il Finisterre, la nave di Nilssen. Poco prima il narratore conosce Pedro Chico, il marinaio di origine alakaluf. Sepùlveda descrive il Finisterre, sul quale viaggiano fino al luogo dell'incidente. Lì trovano i resti delle balene mitragliate da un elicottero giapponese e degli uomini uccisi dai cetacei, i quali cozzando contro la baleniera hanno provocato volontariamente l'incidente. Le balene rimaste stanno già migrando più a sud. RIASSUNTO di DAVIDE DANZI Nell'epilogo il narratore e la corrispondente ingessata tornano in Europa ad Amburgo. Dovranno incontrare persone care, amici, colleghi. Raccontare una storia lontana. Una storia incredibile. Una storia dal Mondo alla fine del mondo. Commento di Federico Giordani “ll romanzo è davvero avvincente, anche se vengono menzionati nomi di luoghi o isole che costringono i lettori che non conoscano la geografia del luogo a tirare fuori una cartina della Terra del Fuoco, nella quale non sono a volte neppure segnate alcune piccole isole. Questa storia di fantasia cerca inoltre, in modo riuscitissimo, di presentare molti problemi attuali legati all'ecologia. Le balene si stanno infatti estinguendo, proprio a causa della caccia spietata delle baleniere giapponesi che molto spesso non rispettano i divieti imposti dall' IWC , (International Whaling Commision) e causano ogni anno la morte di centinaia di esemplari. Si scopre che il giornalista narratore è un alter ego dello scrittore. Infatti Luis Sepùlveda fu attivista nell' organizzazione “Greenpeace” che da sempre si occupa delle balene e della loro tutela. Nella prima e nell'ultima parte sono ben evidenziate le differenze tra nuovi e vecchi balenieri, si mettono in rilievo da un lato la moderazione dei vecchi balenieri, che non uccidevano mai tanti cetacei da rischiarne l'estinzione, dall’altro la spietatezza e la crudeltà dei nuovi,che non si fermano davanti a niente e nessuno. Commento di Federico Giordani Unico neo narrativo il finale, che giudico poco riuscito per due motivi: primo: c'è un improbabile cambiamento di registro, che passa dal giornalistico al surreale, con le balene che cercano di salvare l' ultimo esponente del popolo Alakaluf, originario della Terra del Fuoco; secondo: per metà del libro viene enfatizzato un disastro sulla “Nishin Maru” che alla fine, anche se sorprendente, non rende l'idea della catastrofe immane su cui si “ricama” una buona parte del libro. In conclusione, a parte la lacuna del finale, il libro mi è piaciuto molto e rende chiaramente l'idea del problema che affligge la Terra del Fuoco nonché tutte le balene nel mondo e dà un ottima idea del più antico e forse più onorevole stile di vita dei marinai. Commento di Chiara Zuanon La lettura di questo libro è piuttosto scorrevole, se si superano gli scogli delle descrizioni di golfi, baie e insenature introvabili in qualunque cartina. Alla fine, anche il lettore più curioso si deve arrendere e, fidandosi del narratore, deve lasciarsi condurre in luoghi sospesi tra il reale e l’immaginario. Questo libro pone davanti al lettore una realtà cruenta sulla carneficina degli animali marini: basti pensare ad alcuni paesi freddi dove oggi considerano uno “sport” uccidere cuccioli di foche colpendoli con delle mazze. Ne “Il mondo alla fine del mondo” queste parti sono descritte e spiegate con attenzione, precisione ma soprattutto con la consapevolezza della gravità del problema che il protagonista si è trovato davanti e che ha dovuto spiegare alle altre organizzazioni ecologiste. Commento di Chiara Zuanon leggendolo si è spinti a tornare indietro con la lettura non perché non sia chiaro ma perché quasi non ci si può credere. In questo testo Sepulveda presenta un mondo reale a cui noi spesso non diamo la giusta importanza: la sua lettura aiuta ad aprire gli occhi, ad interessarsi maggiormente a problemi dei quali noi ragazzi non ci accorgiamo. Ci sono poi alcuni tratti riguardo gli animali che sembrano inverosimili o almeno ingranditi dal punto di vista narrativo: ad esempio l’episodio della balena che ha provato compassione oppure la parte in cui gli animali marini con un richiamo attaccano una baleniera. Commento di Chiara Zuanon Il libro è caratterizzato da una crescente suspense che tiene avvinto il lettore col mistero di questa nave e dei brandelli di animali ritrovati nelle acque dopo il suo passaggio. Io consiglierei la sua lettura a qualsiasi persona che voglia aprire gli occhi su una realtà che noi, gente dei paesi sviluppati, non tocca mai. IL CILE: GEOGRAFIA E PAESAGGI IL MONDO ALLA FINE DEL MONDO SCRIVE SEPULVEDA … … “A Puerto Montt i binari della ferrovia si interrompono bruscamente davanti al mare. Dopo, il paese si frammenta in migliaia di isole, isolotti, canali e bracci di mare fino a giungere in prossimità del polo sud, mentre nella parte continentale le cordigliere, i ventisqueros – i nevai -, le selve impenetrabili, i ghiacci eterni, le lagune, i fiordi e i fiumi capricciosi impediscono di “tracciare strade e di stendere rotaie”. Puerto Montt LA BAIA DI CORCOVADO La Baia di Corcovado si apre circa venticinque miglia a sud di Puerto Chaitén. Durante l'estate, quando non c'è vento, le acque, di una trasparenza insuperabile, lasciano scorgere perfettamente il fondale marino, ma d'inverno, con i flutti agitati del Pacifico aperto, è un tratto dannatamente pericoloso. GOLFO DEL CORCOVADO LA BAIA DI CORCOVADO Punta Arenas: la città più meridionale del mondo “Per raggiungere Punta Arenas dovevamo coprire circa mille miglia: la barca si fermava davanti a varie calette e porti poco profondi nell'Isola Grande di Chiloé e caricava balle di patate, cipolle, trecce d'aglio e pacchi di pesanti poncho di lana vergine, poi riprendeva a navigare nelle acque sempre agitate del Golfo di Corcovado, imboccava l'ingresso settentrionale del Canale di Moraleda e avanzava verso il Gran Fiordo di Aysén, l'unica via che conduce alla placida calma di Puerto Chacabuco”. PUNTA ARENAS La caccia alle balene La caccia alla balena ebbe origini antiche, risalenti almeno al 6000 a.C., ma si sviluppò soprattutto dal XVI Secolo nell'oceano Atlantico e dal XIX Secolo nell'oceano Pacifico. Fra i primi balenieri commerciali furono i Baschi, mentre fra i più numerosi furono gli statunitensi, di cui il più famoso è sicuramente Herman Melville, autore del romanzo Moby Dick. La caccia alle balene La caccia alla balena è sorgente di molte controversie e dispute diplomatiche internazionali. Al momento è limitata alla ricerca e alla sussistenza di limitate popolazioni indigene. La caccia alle balene Molti paesi della Commissione internazionale per la caccia alle balene (IWC) si oppongono alla caccia commerciale per il numero delle balene, basso in confronto al numero esistente prima del XIX secolo; perché l'industria turistica presenta le balene come attrazione; per la simpatia che le balene, come la maggior parte dei cetacei, riscuotono nelle popolazioni; perché vi sono sostituti pratici per ciascuno dei prodotti che in passato si potevano ottenere solo dalle balene. La caccia alle balene L’ecosistema marino Quello marino è il più vasto ecosistema di tutta la terra. Il complesso degli organismi che vive nel mare è distinto in due grandi domini: DOMINIO BENTONICO che comprende tutti gli organismi che si trovano sul fondo, fissi o mobili DOMINIO PELAGICO che comprende tutti gli organismi che vivono sospesi nell’acqua, galleggiando o nuotando. L’ecosistema marino Un rapporto del WWF del 2006 ci informa che abbiamo già perso il 28% delle specie marine Scrive Sepulveda … Al centro del fiordo scorgemmo varie dozzine di delfini cruzados - begli animali dalla pelle scurissima screziata sui fianchi da pennellate d'argento - che si muovevano leggiadri nelle acque tranquille. Si avvicinarono al Pàjaro Loco con la naturalezza di chi saluta un vecchio amico, e ringraziarono del pesce, che il Socio lanciò loro, con buffi salti. Frecce di notte e d'argento che prima di tuffarsi, per poi riemergere accanto alla barca, libravano in aria i loro due metri, dicendoci qualcosa di indecifrabile con le piccole bocche dai denti ambrati. Descrizioni come questa ci fanno sentire parte di un unico grande insieme vivente animali tra gli animali esseri sensibili tra esseri sensibili che vivono insieme sullo stesso pianeta Scrive Sepulveda … “Con un tubo di un paio di metri di diametro stava risucchiando il mare. Aspiravano ogni cosa, provocando una corrente che avvertimmo anche noi sotto la chiglia. Dopo il passaggio dell'aspiratore le onde diventavano una brodaglia scura di acque morte. Tiravano su tutto, senza riguardo per specie proibite o protette. Con il respiro quasi paralizzato dall'orrore vedemmo che varie cucciolate di delfini venivano aspirate e sparivano. E la cosa più orribile di tutte fu accorgersi che, da uno scolo che spuntava a poppa, ributtavano in acqua i resti indesiderati della carneficina. Lavoravano in fretta. Queste navi officina sono una delle più grandi mostruosità inventate dall'uomo. Non inseguono i banchi di pesci. Il loro compito non è pescare. Cercano grasso e olio animale per l'industria dei paesi ricchi, e per raggiungere i loro scopi non esitano ad assassinare gli oceani.” BALENOTTERA AZZURRA Colpisce come una sofferenza quasi fisica la crudeltà e la gratuità della carneficina che depriva il mondo di risorse preziose e insostituibili e impoverisce la biodiversità mostrando assoluto disprezzo per la vita. Lo sterminio degli indigeni Gli indigeni Ona, i Patagoni, gli Yaghan e gli Alakaluf hanno una cultura molto diversa da quella europea, dove le donne non hanno un nome: “Si chiederà perché non faccio il nome di mia madre. È molto semplice: non l'aveva. Mia madre era una Ona, una delle ultime sopravvissute di quella razza di giganti che molto tempo prima dell'arrivo di Magellano avevano attraversato migliaia di volte lo stretto su imbarcazioni costruite con pelli di foca e corteccia d'albero. 'Moglie', la chiamava mio padre, e io non arrivai a darle un altro nome perché morì•pochi mesi dopo la mia nascita, nel 1920.” Lo sterminio degli indigeni e la vita degli uomini segue una particolare armonia con quella degli animali “Dal mio padrone avrà saputo che sono Alakaluf. Sono nato in mare e so che ci sono cose che non si possono spiegare. Accadono e basta. La mia gente, i pochi che restano, dicono che le balene non sanno difendersi e che sono gli unici animali capaci di compassione”. Lo sterminio degli indigeni Ma queste persone furono sterminate dagli europei, un po’ per motivi economici e un po’ per puro disprezzo della vita. Gli indigeni vennero sterminati sistematicamente e subirono vere e proprie torture. Quello perpetrato su questi popoli si può considerare uno dei grandi genocidi della storia moderna. Lo sterminio degli indigeni Erano cacciati per divertimento, come animali, e parti di loro corpi erano esposti come trofei: “Possidenti che oggi sono venerati come paladini del progresso a Santiago e a Buenos Aires, praticarono la caccia all'indio pagando delle once d'argento, all'inizio, per ogni paia di orecchie, poi di testicoli e seni, e alla fine per ogni testa di yaghan, ona, patagone o alakaluf che venivano portati nelle loro tenute.” Lo sterminio degli indigeni I carnefici erano gli allevatori di bestiame inglesi, scozzesi, russi, tedeschi e creoli che si erano insediati in Patagonia e nella Terra del Fuoco. Per molti europei torturare e uccidere queste persone era uno svago, un divertimento: “Ha mai sentito parlare del tiro al piccione gelato? Era lo sport degli allevatori di bestiame e consisteva nel far salire un'intera famiglia di indios su un pezzo di ghiaccio galleggiante, su un iceberg. Poi venivano gli spari, prima alle gambe e poi alle braccia, e si facevano scommesse su quale sarebbe stato l'ultimo ad affogare o a morire per congelamento.” Diritto alla Vita Schierarsi contro tutte le forme di violenza e a favore della vita in tutte le sue diverse manifestazioni è il messaggio di quest’opera di Sepulveda, è la lezione che egli ha imparato dalle sofferenze della sua vita. “la lotta contro i nemici dell'umanità si combatte in tutto il mondo, non richiede né eroi né messia, e inizia dalla difesa del più fondamentale dei diritti. Il Diritto alla Vita”. Noi e l’ambiente SCRIVE SEPULVEDA … “Ignoro come intenda lei il mare, ma io, lo vedo come un corpo infinito e potente, che nonostante la sua capacità distruttiva sopporta generosamente la debole e arrogante avventura umana”. Il mare è un ristagno di pace violenta: all'improvviso avvertiamo accanto a noi la presenza di una minaccia. Il mare ci sopporta, nonostante il male che noi gli infliggiamo … Tutta la natura lo fa, ma se continueremo così prima o poi si vendicherà… I primi segni si sono già visti in questi anni: cambiamenti climatici, l’effetto serra, le piogge acide, per non parlare della desertificazione e della deforestazione … C’è poi una grande paura riguardo lo scioglimento dei ghiacci, che potrebbe comportare un innalzamento degli oceani tale da sommergere zone intensamente popolate… SCRIVE SEPULVEDA… « È una montagna. So che sembrerà strano, ma non ricordo nessuna montagna accanto al porto. » «Non è strano. E una montagna nuova, ma non è nata da qualche eruzione sotterranea. È una montagna di schegge di legno. Una delle molte montagne di schegge di legno che decorano da cinque anni a questa parte la costa meridionale cilena. Finiscono così•le selve, legni nobili e arbusti, tutto trasformato in schegge di legno che vengono imbarcate per il Giappone. Materia prima per l'industria della carta. Alcuni dicono che è il prezzo che dobbiamo pagare per il piacere di leggere, ma non è vero. Saccheggiare il bosco originario è molto più redditizio che investire in progetti forestali.» Per molti è ovvio sacrificare l’ambiente agli interessi: l’uomo cerca il massimo del guadagno, anche se a rimetterci è l’intero pianeta. Ciò che dovrebbe essere evidente invece è che l’uomo danneggia se stesso e, come dice il Dalai Lama: L’uomo danneggia l’ambiente per guadagnare soldi e poi spreca i soldi per rimediare alla salute SI PROFILA UNA FALSA SCELTA TRA ECONOMIA E AMBIENTE Ma serve proprio che sia Al Gore a ricordarci che … SE NON ABBIAMO UN PIANETA … International Whaling Commission IWC L’International Whaling Commission nasce nel 1946 con lo scopo di provvedere alla conservazione degli stock di balene e rendere così possibile lo sviluppo di un’industria baleniera. Compito principale della Commissione è controllare e regolamentare le attività di caccia nei mari di tutto il mondo. Proteggere certe specie, designare aree specifiche come Santuari dei Cetacei, stabilire limiti di numero e dimensioni di esemplari che possono essere catturati, definire stagioni e aree in cui permettere la caccia, proibire l’uccisione dei piccoli e delle femmine che li accompagnano La Commissione richiede ai paesi cacciatori di balene la compilazione di report con i dati relativi alla cattura, e promuove, coordina e finanzia la ricerca su questi mammiferi marini, pubblicando i risultati delle ricerche scientifiche e incoraggiando gli studi nelle discipline correlate. International Whaling Commission PAESI ADERENTI Antigua & Barbuda;Argentina; Australia; Austria; Belgium; Belize;Benin Brazil; Cambodia; Cameroon; Chile; People's Rep of China; Rep of the Congo; Costa Rica; Côte d'Ivoire; Croatia; Cyprus;Czech Republic; Denmark; Dominica; Ecuador ; Eritrea; Estonia; Finland; France; Gabon; TheGambia; Germany; Greece; Grenada; Guatemala; Guinea-Bissau Rep. of Guinea; Hungary; Iceland;India; Ireland; Israel; Italy; Japan; Kenya; Kiribati; Rep. of Korea; Laos; Lithuania; Luxembourg; Mali; Rep. of Marshall Islands; Mauritania; Mexico; Monaco; Mongolia; Morocco ; Nauru; The Netherlands; New Zealand; Nicaragua; Norway; Oman; Palau; Panama; Peru; Portugal; Romania; Russian Federation; San Marino; St. Kitts & Nevis; St. Lucia; St. Vincent & The Grenadines; Senegal; Slovak Republic; Slovenia; Solomon Islands; South Africa; Spain; Suriname; Sweden; Switzerland; Tanzania; Togo; Tuvalu; UK; Uruguay; USA. controinformazione Il protagonista/narratore del romanzo è un giornalista che ha scelto di fare “controinformazione”, cioè di diffondere quelle notizie che non entrano nel circuito dei mezzi di comunicazione di massa, perché “scomode” o ritenute di scarso interesse per un “pubblico di consumatori”. È necessario informarsi ed informare sui problemi ecologici e rendersi conto delle bugie di cui le nazioni ricche ammantano il saccheggio dei paesi poveri e in definitiva del futuro del pianeta. Scrive Sepulveda … “Quando una nazione ricca installa una discarica di rifiuti chimici o nucleari in un paese povero sta saccheggiando il futuro di quell'agglomerato umano, perché se i rifiuti sono, come dicono, «inoffensivi » per quale ragione non hanno installato la discarica sul proprio territorio?” … Ma sapere non basta… C’è molto da fare!! La classe prima E del Liceo Scientifico E. Curiel Alice Alosi Ettore Mariotti Anna Bellomo Filippo Mazzaro Giacomo Bincoletto Mauro Montesani Davide Cabrele Valeria Pilli Tommaso Ceccato Alessandro Pizzinato Gioia Cestaro Elisa Serena Davide Danzi Massimiliano Tonietto Francesco Fama Andrea Toson Federico Giordani Davide Trubian Elena Giurisato Nicolas Zafiropoulos Andrea Gobbo Chiara Zuanon Filippo Xiao Xin Lin Giuseppe Zullo Giacomo Magnifico Progetto coordinato dalla prof. Viviana Benetazzo