REPORT PROVINCIALE
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE
POLITICHE AREA INFANZIA E
ADOLESCENZA
IN PROVINCIA DI RIMINI
Si tratta della somma di tre rapporti di monitoraggio e
valutazione di progetti, di cui:
- due riguardano il Programma finalizzato per la
promozione dei diritti e opportunità per l’infanzia e
l’adolescenza (distretto di Riccione, distretto di Rimini
Nord) periodo di riferimento 01/01-31/12/2005
- uno riguarda il Programma provinciale per la
promozione di politiche di accoglienza e tutela –
periodo di riferimento 01/01-31/12/2006.
I due rapporti di monitoraggio afferenti il
Programma finalizzato promozione dei diritti e
opportunità per infanzia e adolescenza sono
preceduti da una breve sintesi di ambito
provinciale su alcuni aspetti salienti per una
comparazione.
I rapporti di monitoraggio riguardanti il
Programma finalizzato per la
promozione dei diritti e opportunità
per infanzia e adolescenza sono stati
curati dalle
Figure di sistema (ex Del.
C.R.615/2004):
figure professionali attivate dai
Comuni capodistretto per il raccordo e
l’integrazione di progettazioni ed
interventi.
FUNZIONI STRATEGICHE DELLE FIGURE DI
SISTEMA:
Curare la fase propositiva e attuativa dell’area
infanzia e adolescenza entro i Piani di zona
Promuovere l’integrazione dei progetti per
infanzia, adolescenza e genitorialità che si
realizzano sul distretto
Promuovere e accompagnare il raccordo fra i
progettisti delle aree: educative, sociali, sanitarie,
culturali, urbanistiche…
Collaborare con il Coordinamento pedagogico e
con i Tavoli di coordinamento provinciali tutelaaffido-adozione
Avviare e accompagnare il processo di attuazione
dell’Accordo di programma distrettuale
Responsabilità familiari, diritti dell’infanzia e
dell’adolescenza
Le figure di sistema sono:
per il distretto di Rimini Nord:
dott.ssa A.Romersa (Comune di
Rimini)
dott.ssa M.Fabbri (Comune di Bellaria
Igea Marina, Comunità Montana Valle
del Marecchia)
per il distretto di Riccione:
dott.ssa Orietta Fossi
PROGETTI MONITORATI ALL’INTERNO DEL
PROGRAMMA FINALIZZATO DIRITTI E
OPPORTUNITA’ DELL’INFANZIA E ADOLESCENZA
DEL DISTRETTO DI RICCIONE
Si tratta di 17 progetti, prevalentemente a
gestione intercomunale.
Sono per lo più servizi educativi e ricreativi,
attività laboratoriali, consigli comunali dei
ragazzi, rivolti alla fascia di età compresa
tra i 6 e 13 anni.
Presenti anche gruppi e scuole per genitori,
insegnanti, educatori.
PROGETTI MONITORATI ALL’INTERNO DEL
PROGRAMMA FINALIZZATO DIRITTI E
OPPORTUNITA’ DELL’INFANZIA E ADOLESCENZA
DEL DISTRETTO DI RIMINI NORD
Si tratta di 11 progetti, prevalentemente a
gestione comunale diretta.
Sono servizi educativi e di supporto
all’integrazione dei minori appartenenti alle
fasce deboli, servizi ricreativi, di supporto
alla genitorialità, sportelli di ascolto per
adolescenti. Le attività hanno raggiunto
prevalentemente la fascia 14-18 anni e le
famiglie con figli piccoli.
PRINCIPALI ATTIVITA’MONITORATE
ALL’INTERNO DEL PROGRAMMA PROVINCIALE
ACCOGLIENZA E TUTELA
Tutela: corso di formazione sulle problematiche relative
all’abuso e al maltrattamento all’infanzia (gennaiofebbraio)
Tutela: seminario “Educazione e prevenzione al disagio
giovanile: la funzione sociale degli oratori in provincia
di Rimini”(11 maggio)
Tutela: seminario “Cittadinanza per i diritti dei bambini
e degli adolescenti: dalla Legge 285 ai Piani di zona” e
pubblicazione Rapporto provinciale conclusivo del
secondo triennio di monitoraggio e valutazione degli
interventi finanziati con la Legge 285/97 (30 maggio)
Tutela: seminario e pubblicazione “La nuova legge
sull’affidamento condiviso: percorsi per una
genitorialità responsabile” (28 novembre)
Tutela: corso di formazione sulle forme di violenza
all’infanzia (settembre-dicembre)
PRINCIPALI ATTIVITA’MONITORATE
ALL’INTERNO DEL PROGRAMMA PROVINCIALE
ACCOGLIENZA E TUTELA
Affido familiare: campagna di promozione
dell’affidamento familiare “Una famiglia per
crescere” (marzo-dicembre)
Affido familiare: formazione sul tema del sostegno
alle capacità genitoriali delle famiglie di origine del
minore in affidamento*
Affido familiare: formazione sul tema della
recuperabilità delle capacità genitoriali delle
famiglie di origine del minore in affidamento*
* Si tratta di interventi gestiti dalla Ausl.
PRINCIPALI ATTIVITA’MONITORATE
ALL’INTERNO DEL PROGRAMMA PROVINCIALE
ACCOGLIENZA E TUTELA
Adozione: corso di formazione per gli
operatori dell’equipe centralizzata
adozioni*
Adozione: formazione congiunta equipe
centralizzata – Enti autorizzati per
l’adozione internazionale – Provincia di
Rimini (13 novembre)
* Si tratta di interventi gestiti dalla Ausl.
ELEMENTI DI SINTESI DEI REPORT DI MONITORAGGIO E
VALUTAZIONE DELLA PROGRAMMAZIONE SOCIALE DEL
DISTRETTO DI RICCIONE E DEL DISTRETTO DI RIMINI
NORD
Grafico 1 – Quadro riassuntivo dello stato di avanzamento dei progetti (28)
– livello provinciale.
3, 11%
realizzazione al 100%
realizzazione al 75%
25, 89%
Rispetto ai destinatari raggiunti in relazione alla
popolazione di riferimento, si evince che:
- nel distretto di Riccione sono stati coinvolti per lo
più minori di età compresa tra i 6 e 10 anni
(21,72%) e tra gli 11 e i 13 anni (23,99%);
- nel distretto di Rimini Nord i destinatari raggiunti
sono prevalentemente di età compresa tra i 3 e 5
anni (48,8%) e adolescenti (14-18 anni,
costituiscono il 45,9%)
Per entrambi i distretti si registra che le
progettazioni attuate hanno coinvolto una
componente significativa di minori stranieri. Ciò
rispecchia la scelta di considerare il benessere di
tutti i minori presenti sul territorio come una priorità
da perseguire adottando modalità inclusive e
multiculturali.
Grafico 2a – Risorse umane impiegate per la realizzazione dei progetti del
distretto di Riccione.
50, 17%
72, 24%
personale retribuito dipendente dell'Ente locale
personale retribuito a contratto non dipendente
20, 7%
volontari
3, 1%
servizio civile
tirocinanti
69, 23%
84, 28%
altro: insegnanti statli, operatori Ausl, esperti, operatori del
Terzo Settore
Grafico 2b - Risorse umane impiegate per la realizzazione dei progetti del
distretto di Rimini Nord.
37, 8%
81, 17%
211, 42%
personale retribuito
dipendente dell'Ente
locale
personale retribuito a
contratto non dipendente
volontari
servizio civile
142, 29%
tirocinanti
15, 3%
3, 1%
altro insegnanti ed esperti
Rispetto alle risorse finanziarie
impiegate, notiamo che per entrambi i
distretti i fondi finalizzati sostengono
circa il 60% delle attività (€
222.680,00 distretto di Riccione, €
403.430,00 distretto di Rimini Nord),
mentre il 40% viene finanziato
attraverso le risorse degli Enti locali
(che comprendono anche la
compartecipazione dell’utenza e altri
fondi finalizzati).
Per quanto riguarda le attività di valutazione
realizzate, i distretti di Riccione e Rimini rivelano
proprie specificità, poiché nel caso di Riccione tutti
i progetti monitorati hanno messo in pratica
almeno una modalità di valutazione – seppur poco
strutturata -, mentre non tutti i progetti di Rimini
Nord (precisamente il 45,4%) hanno effettuato
attività di monitoraggio e valutazione
Entrambi gli ambiti territoriali mostrano comunque
nella maggior parte dei progetti, una difficoltà
organizzativa ad effettuare valutazioni strutturate
attraverso strumenti di analisi qualitativa degli
interventi (tramite ad esempio, la
somministrazione di questionari, incontri con i
genitori, ecc.).
Gli enti che risultano
maggiormente coinvolti nella
realizzazione dei progetti per
entrambi i distretti sono i Comuni
(100%), le Scuole (100%), l’Ausl
(58,82% distretto di Riccione,
90,9% distretto di Rimini Nord) e il
Privato sociale (58,82% distretto di
Riccione, 81,8% distretto di Rimini
Nord).
Considerazioni conclusive
Dalla lettura dei report di
monitoraggio dei distretti di Riccione e
Rimini Nord emergono punti di forza e
debolezza interni così come
opportunità e rischi esterni rispetto
alla progettazione realizzata
Punti di forza interni:
i progetti favoriscono e/o consentono la costruzione di
una rete di relazioni tra Enti locali, scuola, Ausl, Terzo
Settore per lo sviluppo di opportunità e servizi per
l’infanzia e l’adolescenza secondo una ottica integrata
tenendo al centro i bambini e gli adolescenti
i progetti hanno favorito il verificarsi di cambiamenti
positivi nelle storie individuali dei destinatari diretti:
maggiore socialità, sicurezza nelle proprie
competenze, maturità nelle relazioni interpersonali,
maggiore integrazione nella differenza, superamento di
periodi critici
gli interventi di sostegno alla genitorialità e al lavoro
educativo (es. spazi bambini genitori, laboratori, gruppi
per genitori, corsi di aggiornamento ecc.) hanno
prodotto una maggiore consapevolezza sul ruolo e la
funzione educativa e maggiore disponibilità a dar vita a
forme di mutuo aiuto
Punti di debolezza interni:
il bisogno di consolidare questi
interventi/servizi riduce gli spazi per
l’innovazione e la sperimentazione
difficoltà nel riuscire a raggiungere i
destinatari più in difficoltà (es. famiglie
e minori multiproblematici non
certificati)
Opportunità esterne:
il sistema della rete stimola gli operatori a
“muoversi verso”, obbliga ad analisi condivise,
sprona legami nuovi, porta a razionalizzare i costi
attraverso modalità di gestione associata e ad
ottenere progetti più articolati e validi
qualitativamente
l’integrazione dei progetti che si occupano dei
medesimi destinatari (famiglie e minori) ma
afferiscono a diverse aree di programmazione (es.
infanzia e adolescenza, scuola, dipendenze,
immigrazione, sport, casa ecc.) richiede
l’attivazione di forme di coordinamento
interassessorile
Rischi esterni:
difficoltà insita nel sistema stesso della
rete, che complica le relazioni, aumenta i
punti di vista, i linguaggi e pone la
questioni delle scelte prioritarie: la
promozione dei diritti dell’infanzia può
risultare meno “impellente” rispetto ad altri
ambiti per i quali le decisioni politiche
possono risultare più appaganti (i minori
non votano, di solito non vengono
interpellati e/o coinvolti nella
programmazione degli interventi)
Riflessioni conclusive Figura di
sistema distretto di Riccione
Giudizio complessivo sul monitoraggio molto
buono poiché il programma finalizzato si è rivelato
incisivo nelle azioni, contemplando attività
essenziali per gli obiettivi perseguiti.
La prospettiva che si intravvede è quella di
proseguire le attività progettando in modo più
mirato per la fascia adolescenziale e facendo
tesoro del metodo di lavoro coordinato già
utilizzato sul fronte dell’integrazione dei bambini
immigrati e delle loro famiglie.
Il tempo estivo viene inoltre visto come un periodo
ancora “scoperto” da opportunità educative per
bambini ed adolescenti e da servizi di sostegno
per le famiglie.
Riflessioni conclusive Figure di
sistema distretto di Rimini Nord
Giudizio complessivo sul monitoraggio
sostanzialmente soddisfacente, poiché questo
lavoro ha permesso di conoscere meglio i bisogni
del territorio, evidenziando quali principali
necessità, il consolidamento delle iniziative
proposte, in particolare quelle rivolte al sostegno
genitoriale.
Viene inoltre segnalata l’esigenza di promuovere
sempre più interventi rivolti alla socializzazione e
all’inserimento dei bambini disabili, alunni stranieri
e minori multiproblematici non certificati in
situazioni di disagio.
Monitoraggio sul Programma
provinciale accoglienza e tutela
La gestione del programma provinciale è
stata esercitata in forma mista:
la Provincia di Rimini è capofila di tutte le
azioni realizzate e ha gestito direttamente
7 progetti
L’Ausl ha gestito 3 progetti (3 corsi di
formazione per i propri operatori negli
ambiti dell’affido familiare e dell’adozione)
La gestione del programma da
parte della Provincia: punti di
forza
valorizza il ruolo della Provincia quale Ente deputato a
fornire al territorio interventi di qualificazione e
rafforzamento della rete dei servizi operanti nei campi
della tutela, dell’affidamento di minori e dell’adozione
nazionale e internazionale. Ciò determina una
maggiore considerazione dell’operato provinciale da
parte dei Comuni e dell’Ausl.
attua linee di programmazione e verifica condivise con
tutti i soggetti componenti i Tavoli tutela, affido familiare
e il coordinamento per l’adozione.
contribuisce a rendere più visibile l’impegno della
Provincia agli occhi della cittadinanza, del Terzo
Settore e delle professionalità operanti in ambito
sociale ed educativo nei campi dell’accoglienza e tutela
La gestione del programma da
parte della Provincia: punti di
debolezza
pone problematiche relative alla adeguata
destinazione di risorse umane per una puntuale
gestione
non è sempre stata ben accettata dall’Ente
gestore dei servizi di accoglienza e tutela che
avverte maggiormente la necessità di disporre di
risorse per la propria formazione aziendale e per il
personale
a volte sconta il mancato adempimento di alcuni
impegni richiesti ai soggetti componenti dei Tavoli
per la buona riuscita delle attività
Coordinamento tecnico provinciale
infanzia e adolescenza
N. incontri: 16, di cui n. 8 afferenti il Tavolo
sostegno alla tutela , n. 7 afferenti al tavolo
affidamento familiare 1 per il
coordinamento adozione[1]
[1] Per coordinamento adozione intendiamo il Tavolo promosso dalla Provincia di Rimini –
Assessorato alle Politiche Sociali – con gli operatori dell’equipe adozione Ausl e,
occasionalmente, con gli Enti autorizzati per l’adozione internazionale che hanno
sottoscritto il Protocollo adozione a partire da gennaio 2006.
Funzionamento del Coordinamento
tecnico provinciale infanzia e
adolescenza: punti di forza
esiste un nucleo “forte” di componenti del Tavolo
sostegno alla tutela e del Tavolo affido presenti
costantemente agli incontri
la stesura dei verbali consente di “andare avanti”
nella realizzazione delle attività attuate dalla
Provincia recependo le indicazioni emerse durante
gli incontri del Tavolo sostegno alla tutela e del
Tavolo affido
attraverso questi Tavoli di coordinamento tecnico i
Comuni acquisiscono consapevolezza e si
interessano maggiormente delle modalità e degli
esiti di lavoro dell’Ausl delegata a gestire i servizi
di tutela a accoglienza per l’infanzia e
l’adolescenza
Funzionamento del Coordinamento
tecnico provinciale infanzia e
adolescenza: punti di debolezza
una partecipazione non continuativa ai lavori dei
due Tavoli da parte di alcuni soggetti fa sì che non
tutti i componenti si sentano coinvolti allo stesso
modo nella programmazione, verifica e
partecipazione a determinate attività
non sempre il coordinamento è ambito ottimale
per una programmazione e una valutazione
approfondite
per assicurare il funzionamento del coordinamento
occorre un pregresso lavoro di preparazione,
predisposizione di materiale, testimonianze, cura
delle relazioni, ecc. che, specie in concomitanza
con alcune scadenze, risulta difficile assicurare
compiutamente
Attività di sensibilizzazione della cultura
dell’infanzia (3 attività Piano tutela, 1 attività
Piano affido familiare): punti di forza
Le attività realizzate:
hanno raggiunto e indirizzato la comunità locale
rispetto alle opportunità inerenti l’accoglienza
(adozione/affidamento familiare)
hanno raggiunto un numero cospicuo di operatori
afferenti a diverse categorie professionali ed enti di
appartenenza
si sono rivelate un importante strumento di
coinvolgimento e partecipazione del mondo della
scuola e del Terzo settore
sono state occasioni di approfondimento per
l’acquisizione di metodologie di lavoro attente al
rispetto dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza
la realizzazione della Campagna “Una famiglia per
crescere” ha comportato un significativo aumento dei
nuclei familiari disponibili all’affidamento
Attività di sensibilizzazione della cultura
dell’infanzia (3 attività Piano tutela, 1 attività Piano
affido familiare): punti di debolezza
difficoltà dei territori a recepire e mettere in
pratica gli orientamenti che emergono dalle
occasioni di approfondimento di tipo più
seminariale e/o di convegno
l’approccio a queste tematiche da parte dei
Comuni è ancora marginale essendo da
anni oggetto di delega
la realizzazione delle attività è stata
particolarmente impegnativa
Attività di formazione degli operatori (2 attività
Piano tutela, 2 attività Piano Affidamento
familiare, 2 attività Piano adozione): punti di forza
Le attività di formazione degli operatori:
hanno fornito strumenti per una migliore lettura della
condizione dell’infanzia e dell’adolescenza incontrata
nel quotidiano, rafforzando le competenze e aiutando a
pianificare gli interventi di aiuto.
diffondono una cultura della presa in carico più che
dell’utente, della persona con i propri vissuti e contesti
di vita, prestando particolare attenzione per le situazioni
familiari più complesse (es. minori con familiari in carico
per problemi psichiatrici e/o legati all’assunzione di
alcool, droghe)
sia le attività destinate a specifiche tipologie di operatori
(insegnanti) sia quelle rivolte a più professionalità
(assistenti sociali, psicologi, medici ecc.) hanno fornito
strumenti utili per conoscere e “muoversi” in modo più
efficace nel sistema locale di interventi e servizi per la
persona
Attività di formazione degli operatori (2 attività
Piano tutela, 2 attività Piano Affidamento familiare,
2 attività Piano adozione): punti di debolezza
se l’attività formativa non è stata previamente
approvata e “ordinata” dall’ente di appartenenza
(come avviene per l’Ausl o per gli operatori dei servizi
educativi comunali), risulta difficile il coinvolgimento
dei destinatari
difficoltà da parte di alcuni soggetti a rispettare i tempi
negli impegni di collaborazione per l’organizzazione
delle attività formative
scarsa socializzazione con il Coordinamento
provinciale degli interventi esternalizzati (es. attività
formative realizzate dalla Ausl)
Riflessioni conclusive sul
monitoraggio del Programma
provinciale
-
Si ritiene che nel periodo di riferimento del monitoraggio (01/01 –
31/12/2006) sia stato raggiunto un livello di integrazione inter
istituzionale:
discreto con i servizi sociali territoriali
discreto con i servizi educativi comunali
scarso con le autonomie scolastiche (prevalentemente a causa
della mancanza di una rappresentanza unica per le autonomie
scolastiche).
Il Tavolo sostegno alla tutela ha comunque consolidato il proprio
funzionamento configurandosi sempre più come reale ambito di
coordinamento, scambio e confronto in particolare tra i Comuni, i
servizi socio sanitari Ausl e il Terzo Settore impegnati sul fronte
dell’infanzia e dell’adolescenza.
Si ritiene inoltre necessario un maggiore impegno per socializzare e
condividere la programmazione provinciale fin qui monitorata con
gli Uffici provinciali afferenti alla Scuola e all’Immigrazione.
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