Progetti e attività nel mondo e in Italia Peace Games Panoramica sul mondo Progetti in corso Progetti in preparazione In Italia In Europa www.peacegamesuisp.org Clicca sulle stelle per maggiori informazioni = In corso = In preparazione Chi è Peace Games Peace Games è l'Organizzazione non governativa creata dalla UISP nel 1990 per promuovere e sostenere le iniziative di aiuto umanitario e di cooperazione allo sviluppo, che i Comitati territoriali e le Leghe realizzano nei Paesi del Sud del mondo e dell'Est europeo. La missione di Peace Games è quella di valorizzare le potenzialità dello sport come strumento di crescita e di aggregazione al servizio delle società in via di sviluppo. I progetti realizzati e quelli in fase di preparazione propongono le attività sportive come veicolo di comunicazione e di convivenza nelle realtà lacerate da conflitti o come strumento di integrazione e di supporto ai processi educativi in atto nei Paesi in via di sviluppo. In questo senso si rivolge alle fasce tradizionalmente deboli come bambini, disabili o anziani, ma soprattutto ai giovani in quanto soggetti ricettivi in grado di moltiplicare e trasmettere messaggi positivi. In collaborazione con i partner dei Paesi destinatari, si opera nella formazione degli operatori locali, nell'animazione, nella ristrutturazione e allestimento di spazi sportivi e ludici e di centri di aggregazione sociale. Nei Paesi in situazione di emergenza si interviene anche con la riabilitazione di strutture ed edifici e con la distribuzione di beni di prima necessità. Peace Games organizza in Italia corsi di formazione per operatori "diffusi" con competenze generali sul disagio sociale e particolari sull'uso di metodologie sportive per la promozione della pace. I destinatari sono educatori e operatori sportivi, sociali, culturali. Dove è Peace Games Sede di Bologna Sede di Roma Via Riva Reno, 75/III - 40121 Bologna Tel. 051/228390 - Fax 051/225203 Presidenza email: [email protected] Presidente: Daniele Borghi Educazione allo Sviluppo email: [email protected] Responsabile: Ivan Lisanti Rapporti con il Territorio email: [email protected] Responsabile: Carlo Balestri Largo Nino Franchellucci, 73 -00155 Roma Fax 06/43984320 Ufficio Progetti Tel. 06/43984326-27 email: [email protected] Responsabile: Livia Dusatti Amministrazione Tel. 06/43984348 email: [email protected] Responsabile: Gian Nicola Acinapura Sede di Firenze Sede di Genova Via F.Bocchi, 32 - 50126 Firenze Tel. 055/6583501 - Fax 055/685064 Formazione email: [email protected] Responsabile: Maria Grazia Pugliese Piazza Campetto, 7/13-14 - 16123 Genova Tel. 010/2471463 - Fax. 010/2470482 Immigrazione email: [email protected] Responsabile: Fabrizio De Meo Centri operativi territoriali Campania Corso Umberto I, 381 - 80138 Napoli Tel. 081/6330691 - Tel. + Fax 081/268137 email: [email protected] Riferimento: Carmen Maddaloni Emilia Romagna Via Riva Reno, 75/3° - 40121 Bologna Tel. 051/225881 - Fax 051/225203 email: [email protected] Riferimento: Silvia Della Casa Friuli Venezia Giulia Via Nazionale 92/5 - 33040 Pradamano (Ud) Tel. 0432/640154 Fax 0432/641853 email: [email protected] Riferimento: Giulia Stacul Marche Piazza Salvo D'Acquisto, 29 - 60129 Ancona Tel. + Fax 071/2900059 email: [email protected] Riferimento: Tatiana Olivieri Puglia Via Mauro Amoruso, 2 - 70124 Bari Tel. + Fax 080/5235716 email: [email protected] Riferimento: Vincenzo Liaci Biella Via De Marchi, 3 - 13900 Biella Tel. + Fax 015/33349 email: [email protected] Riferimento: Ermanno Pizzoglio Bologna Via dell'Industria, 20 - 40138 Bologna Tel. 051/6013511 - Fax. 051/6013511 email: [email protected] Riferimento: Fabio Casadio Catanzaro Via Grimaldi, 19 - 88100 Catanzaro Tel. 0961/751944 - Fax. 0961/752938 email: [email protected] Riferimento: Riccardo Elia Ciriè Settimo Chivasso Via Petrarca, 20 - 10036 Settimo Torinese (TO) Tel. + Fax 011/8006822 email: [email protected] Riferimento: Roberto Rinaldi Cremona Via Brescia, 56 - 26100 Cremona Tel. 0372/431771 - Fax 0372/436660 email: [email protected] Riferimento: Goffredo Iacchetti Ferrara Via Verga, 4 - 44100 Ferrara Tel. 0532/907611 - Fax. 0532/907601 email: [email protected] Riferimento: Manuela Claysset Genova Piazza Campetto, 7/13-14 - 16123 Genova Tel. 010/2471463 - Fax. 010/2470482 email: [email protected] Riferimento: Fabrizio De Meo Livorno Via Paretti, 8 - 57122 Livorno Tel. 0586/887433 - Fax.0586/894332 email: [email protected] Riferimento: Michele Barzagli Milano Via Adige, 11 - 20135 Milano Tel. 02/55017755-990 - Fax 02/55181126 email: [email protected] Riferimento: Antonio Iannetta Modena Via IV Novembre, 40/H - 41100 Modena Tel. 059/348811 - Fax 059/348810 email: [email protected] Riferimento: Michele Marzullo Centri operativi territoriali Parma Via Testi, 2 - 43100 Parma Tel. 0521/707411 - Fax 0521/707420 email: [email protected] Riferimento: Enrica Montanini Rimini Via De Warthema, 2 - 47900 Rimini Tel. 0541/772917 - Fax 0541/791144 email: [email protected] Riferimento: Pier Paolo Pari Pisa Via Bonaini, 4 - 56125 Pisa Tel. 050/503066 - Fax 050/20001 email: [email protected] Riferimento: Elisa Bani Torino Via Canova 8 - 10126 Torino Tel. 011/677115 - Fax 011/673694 email: [email protected] Riferimento: Paola Crova Pistoia Via Bastione Mediceo, 80 - 51100 Pistoia Tel. 0573/23082 - Fax 0573/22208 email: [email protected] Riferimento: Fiorella Luchi Reggio Emilia Via Tamburini, 5 - 42100 Reggio Emilia Tel. 0522/267211 - Fax 0522/332782 email: [email protected] Riferimento: Giorgio Gollini Varese Piazza De Salvo (ang. Via Lombardi) - 21100 Varese Tel. + Fax 0332/813001 email: [email protected] Riferimento: Alessandra Pessina Brasile Coletivo Quan An Rua Acu, 572, Sala 01 Tirol CEP. 59020-110, Natal/RN - Brasile Tel. + Fax: 0055 84 36112936 email:[email protected] Riferimento: Antonino Condorelli Le reti Peace Games aderisce a: ICS - Consorzio Italiano di Solidarietà COCIS - Coordinamento delle Organizzazioni non Governative per la Cooperazione Internazionale allo sviluppo. ASSEMBLEA ONG - Associazione delle Ong italiane LIBERA - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie LUDOMIR - Ludoteca dei popoli e delle culture dell'Adriatico e dei Balcani Progetti in corso - Palestina: Il diritto di giocare in pace Bosnia: Giochi in rete Brasile: Juventud – diritti in rete; Casa Lares Messico/Chiapas: Il fiorire delle nostre radici Libano: Programma giovani Beirut Sud Rep. Araba Saharawi Democratica: Gioco Sport - Attività in Italia Progetti in preparazione - Bosnia Mozambico Palestina Repubblica Araba Saharawi Democratica Senegal - Europa In corso In preparazione In Italia • Dal 2000 Peace Games organizza corsi di formazione per fornire competenze generali sul disagio sociale con l’obiettivo di insegnare a utilizzare il gioco e lo sport come strumenti per la diffusione di una cultura di pace e di solidarietà. I destinatari sono educatori, operatori sportivi, sociali, culturali e insegnanti che lavorano con bambini e ragazzi in diversi contesti educativi e che necessitano di strumenti concreti di lavoro per organizzare e gestire laboratori su queste tematiche. Vengono inoltre realizzati dei corsi di formazione su scrittura, valutazione e rendicontazione dei progetti di cooperazione. • Peace Games è attiva sul territorio nazionale con progetti di educazione allo sviluppo per la promozione della cultura di pace all’interno della società civile e delle scuole, con attività che mirino alla conoscenza delle problematiche dei paesi in via di sviluppo, e per la sensibilizzazione sulle problematiche degli cittadini migranti. • Vengono da anni organizzate mostre fotografiche ed incontri con le scuole e con le associazioni per raccontare le attività di Peace Games nel mondo, in particolare in Chiapas. • Peace Games partecipa inoltre al progetto “Archivio della cooperazione”, un database telematico dove vengono raccolti tutti i progetti ai quali partecipano le ong federate al Cocis. In corso In preparazione In Europa La tratta di giovani sportivi, soprattutto calciatori, dai paesi in via di sviluppo verso l’Europa, è l’oggetto di due progetti presentati insieme all’Uisp sulle linee europee “Daphne” e “Diritti fondamentali e cittadinanza”. I giovani atleti vengono attirati in Europa da sedicenti manager con la promessa di diventare dei campioni, una volta in Europa però solo per pochi si aprono le porte dello sport professionistico. La maggior parte di essi infatti, dopo un anno di gavetta in club più o meno prestigiosi, vengono abbandonati a loro stessi, spesso in condizione di illegalità, con debiti da pagare per il viaggio in Europa, rischiando di cadere nelle maglie della criminalità. I progetti prevedono una ricerca approfondita sul fenomeno (ancora sommerso) e una relativa campagna di sensibilizzazione rivolta a mondo sportivo, società civile e mezzi di comunicazione. In corso In preparazione Brasile “Juventud – diritti in rete” – Rio Grande do Norte Il progetto prevede la creazione di una rete strutturata tra associazioni e Ong che si ritrovano nel gruppo di progettazione della regiona Toscana sull’America Latina (“Donne, giovani e minoranze”), le realtà latino americane, partner abituali delle suddette associazioni, e alcuni enti locali, associazioni e cooperative toscane. Il progetto coinvolge Brasile, Guatemala e Perù, e in particolare Peace Games opererà in Brasile grazie al partenariato con il Coletivo Quan-An. La rete ha come fine la definizione di una strategia in grado di fungere da sistema di riferimento per le azioni a favore della tutela dei diritti e delle condizioni di vita dell'infanzia e dell'adolescenza nei tre paesi dell’America Latina. Questo progetto intende applicare una metodologia innovativa, in grado di dare voce a ciascun membro della rete e di individuare insieme, sulla base di un percorso partecipato, non solo quali interessi e bisogni sono sentiti maggiormente dai partner locali, ma anche quali obiettivi e linee di indirizzo caratterizzeranno la futura strategia operativa che detterà obiettivi e risultati che la rete si impegna a raggiungere nei prossimi anni. “Casa Lares”- Stato del Paranà Cascavel è una città situata a sud-ovest dello Stato del Paranà, area particolarmente colpita dalla crisi economica che ha investito il Paese. La popolazione conta circa 250 mila abitanti, tra area urbana e rurale, con una età media giovanissima: il 42% è inferiore ai 20 anni. La popolazione adulta, specie quella proveniente dalle campagne, é priva di specializzazioni professionali, e non riesce a raggiungere un reddito sufficiente al sostentamento della famiglia. Questo genera un fenomeno vastissimo di abbandono scolastico da parte dei bambini e i giovani, che, lasciati a loro stessi, entrano spesso in giri di droga, prostituzione, delinquenza. I programmi governativi e municipali a sostegno dei minori rimangono lettera morta perché non tengono conto della realtà sul territorio, che richiederebbe interventi sociali capillari. Da tempo Peace Games sostiene il Progetto Casas Lares, iniziativa di padre Luis Alberto Solis, sacerdote cileno trapiantato a Cascavel, che ha come obiettivo il riscatto dei minori considerati “irrecuperabili” dalla tossicodipendenza, utilizzando un metodo che prevede la stretta collaborazione con le famiglie, quando ci sono, le organizzazioni di quartiere e le associazioni locali. I punti focali su cui si incentrano le attività di Casa Lares sono la professionalizzazione dei ragazzi e il miglioramento della condizione fisica, che permette di sviluppare la coscienza di sé e un atteggiamento positivo e di collaborazione con l’altro. In corso In preparazione Messico “Il fiorire delle nostre radici” – Chiapas Il Chiapas è una regione del Messico che conta circa cinque milioni di abitanti, di questi quasi due milioni sono indigeni. Il capoluogo della regione è San Cristobal de Las Casas, che è anche l’area prevalente degli interventi di Peace Games. Le principali problematiche sofferte dagli abitanti sono la mancanza di infrastrutture e la carenza di servizi socio educativi, per questo il progetto si propone di aiutare le strutture che curano l’educazione di base dei bambini e di incrementare le capacità professionali dei giovani e delle donne, anche grazie al sostegno del Municipio Autonomo Francisco Gomez del Caracol della Garrucha. In particolar modo i progetti di Peace Games sono rivolti a bambini di strada e a donne appartenenti a diverse comunità indigene. Attività prevalenti: - il sostegno a distanza dei bambini di intere comunità indigene per educazione, vestiario, salute ed emergenze alimentari; - costruzione di aule scolastiche e acquisto di materiale didattico; costruzione di un campo di basket per offrire ai bambini uno spazio in cui lo sport diviene strumento di aggregazione e di crescita; - produzione da parte della popolazione locale delle “Bamboline educative sulla nascita”, vendute in Italia e il cui intero ricavato costituisce il compenso per i lavoratori; -corsi formativi sull’uso delle piante medicinali rivolti alle donne; - sostegno all’artigianato femminile con vendita dei prodotti in loco e in Italia; - consulenza didattica. In corso In preparazione Repubblica Araba Saharawi Democratica “Gioco Sport” – campo profughi di Smara (territorio algerino) Questo progetto diventerà un chiaro esempio di collaborazione sul territorio tra Peace Games, comitati e Leghe Uisp. Nato infatti da un’idea della Lega Atletica Leggera e sviluppato da Peace Games, ha visto il suo start up in una missione esplorativa a cui ha partecipato l’Uisp Pesaro, realizzata grazie ai fondi donati dal Comune di Catanzaro attraverso la collaborazione della Uisp locale. Successivamente molte altre realtà Uisp si sono interessate all’area (come la Lega Giochi Tradizionali e l’Uisp Emilia Romagna) e sono confluite in quella che potrebbe essere definita una rete Uisp per il popolo Saharawi. Da questo convergere di interessi nascerà un progetto annuale, da realizzarsi insieme all’associazione bolognese El-Ouali e alla Sahara Marathon. La necessità di un intervento a carattere sportivo nasce dalle esigenze manifestate dai Saharawi relativamente alle giovani generazioni. I Saharawi, originari del Sahara Occidentale (nazione che si affaccia per metà sull’Oceano) vivono da oltre trent’anni in esilio forzato, prevalentemente a causa della guerra decennale contro il Marocco, in una zona totalmente desertica fatta di sassi e sabbia, l’Hammada, in grandi campi profughi in territorio algerino abitati da 250.000 persone. L’educazione e l’istruzione dei giovani è sempre stata centrale nella comunità Saharawi, ma lo stato di isolamento perenne e la scarsezza di attività produttive, dovuta allo stato del territorio, sta creando nelle generazioni nate e cresciute nei campi, un senso di frustrazione che porta a situazioni di disagio sociale, come l’apatia, l’aggressività e la difficoltà di apprendimento. In questo panorama lo sport può funzionare da fattore di aggregazione, di sublimazione dell’aggressività e di stimolo per la riscoperta di sé stessi e delle proprie ambizioni. L’obiettivo del progetto è formare gli operatori sportivi locali sullo sport usato come strumento di prevenzione del disagio sociale e creare successivamente un centro stabile di aggregazione dove praticare attività sportiva permanente e organizzata, seguiti da operatori formati nelle tecniche dello sport come strumento educativo. In corso In preparazione Senegal E’ in fase di preparazione un progetto consortile con altre Ong italiane e senegalesi attive sul territorio, con cui si è avviato un percorso a partire dall’edizione zero del tour in bicicletta Dakar-Bamako “Il silenzioso tour della solidarietà” che l’Uisp ha organizzato all’inizio del 2009. Il tour, che dalla prossima edizione attraverserà anche il Mali, si è svolto tra Dakar e le città circostanti, ed ha permesso di conoscere le realtà della cooperazione internazionale in quell’area del Senegal. In corso In preparazione Libano “Programma giovani Beirut Sud” – Beirut Il Libano è un paese dove da sempre convivono, con alterni risultati, religioni e culture differenti. Nei territori maggiormente colpiti dalle tante guerre, come la periferia sud di Beirut (Dahiye), le tensioni sociali sono più forti. La Dahiye comprende otto municipalità tra cui alcune, quelle a maggioranza sciita, particolarmente colpite dai bombardamenti israeliani nella guerra dei 34 giorni del Luglio-Agosto 2006, e già peraltro molto provate, poiché l’area, che era stata uno dei principali scenari dei combattimenti della guerra civile del 1975-1991, non ha avuto accesso ai fondi governativi per la ricostruzione. Il progetto, finanziato dalla linea “Art Gold” del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), e svolto insieme alla rete toscana di solidarietà per il Libano, composta da numerose ong ed enti locali, ha individuato come target la popolazione giovanile delle comunità di Furn esh-Shebbak, Chiah e al-Hadath, nelle quali le problematiche sociali di divisione sono ulteriormente esacerbate da una struttura urbana che non favorisce l’incontro tra le diverse comunità e dove le poche strutture esistenti sono a carattere privato, cioè a pagamento, o religioso. Il progetto si prepone di lavorare insieme a organizzazioni, università ed istituzioni locali per rafforzare la politica giovanile delle tre municipalità, per sviluppare una strategia comune e a lungo termine per affrontare le problematiche giovanili e accrescere le capacità dei lavoratori sociali e degli animatori delle tra municipalità. Il campo di attività di Peace Games è quello socio-educativo, in particolare dedicato all’educazione di giovani e bambini attraverso le attività sportive, e l’intervento si realizzerà attraverso una formazione professionale di operatori sportivi ed insegnanti di educazione fisica sulla pratica dello sport come strumento di educazione ed aggregazione, il successivo accompagnamento metodologico agli operatori formati e la realizzazione di attività sportive organizzate in maniera costante e continuativa. In corso In preparazione Palestina “Il diritto di giocare in pace” – Campo profughi di Shu’fat (Gerusalemme Est) Dal 2004 Peace Games opera nel Campo profughi di Shu’fat, situato a pochi minuti da Gerusalemme Est, costruito nel 1967 dall’autorità israeliana per l’insediamento di famiglie palestinesi espulse dalla Città Vecchia. Negli anni la popolazione è cresciuta ed è in continuo aumento, oggi si calcola che gli abitanti siano oltre 24.000 anche se manca un censimento aggiornato. D’altra parte la collocazione del Campo, chiuso tra gli insediamenti israeliani, ne impedisce l’estensione e il sovraffollamento costituisce uno dei principali problemi di vivibilità, origine tanto dei dissesti del territorio (costruzioni abusive sovrapposte, insufficienza delle reti fognarie e dell’erogazione di energia e acqua...), quanto della progressiva alterazione dei già difficili equilibri sociali dell’area. Il Campo è isolato dall’area metropolitana di Gerusalemme dal Muro di separazione ormai quasi ultimato e da un checkpoint militare, che rendono difficoltosa la circolazione di persone e merci, l’accesso ai posti di lavoro e alle strutture scolastiche che per molti si trovano fuori dai confini. L‘occupazione militare e la progressiva chiusura del Campo stanno portando la popolazione a condizioni di vita insostenibili. L’impoverimento materiale, l’isolamento e le continue umiliazioni cui le famiglie sono sottoposte, conducono ad una progressiva disgregazione delle relazioni sociali e dei valori tradizionalmente legati ai ruoli familiari. Di tutto questo soffrono anzitutto i bambini, soggetti inermi che negli adulti non trovano difesa contro l’alterazione delle loro certezze. I ragazzi vivono chiusi nello spazio angusto e povero di risorse del Campo, privi degli stimoli e dei sostegni educativi necessari alla loro crescita personale e di relazione. L’aggressività è lo strumento di comunicazione prevalente nei rapporti sociali e familiari di bambini e giovani. Crescono i fenomeni di degrado come la criminalità di strada dovuta alla povertà, allo stress e all’uso e spaccio di stupefacenti. In corso In preparazione Palestina La sede dei progetti di Peace games è il Centro Educatvo Al Zuhur, tramite il quale si vuole offrire ai bambini, ai ragazzi e alle donne del Campo un luogo di aggregazione avanzato sotto il profilo educativo, e adeguatamente attrezzato. Si è iniziato provvedendo ai bisogni più impellenti per il funzionamento del Centro: la ristrutturazione dell'edificio, la fornitura di attrezzature e materiali, un primo ciclo formativo rivolto allo staff degli educatori locali. Da un piccolo asilo privo di mezzi e di continuità metodologica si è così passati ad un centro polivalente che ha guadagnato nel tempo la fiducia della comunità locale come luogo educativo di eccellenza: un Asilo per 80 bambini, un Servizio sociale di assistenza alle famiglie, un centro di promozione della donna, il Club sportivo-culturale per ragazzi dai 6 ai 14 anni. Lo staff del Centro viene formato in Italia grazie alla partecipazione del Consorzio di comuni della provincia di Bologna “Terre d’Acqua”, e in loco grazie al lavoro degli operatori di Peace Games Uisp. I progetti vengono co-finanziati dal Ministero Affari Esteri, dalla Regione Emilia Romagna, dalla Provincia di Bologna e da fondi solidali. Progetti in preparazione E’ stato presentato alla regione Friuli Venezia Giulia un progetto per il sostegno delle attività sportive del centro educativo Al Zuhur, grazie ad un progetto dal titolo “Il tempo per giocare”. E’ in fase di elaborazione un progetto – da presentare alla Commissione Europea – di produzione di reddito nell’area del campo profughi di Shu’fat e nelle zone limitrofe. Si prevede di istituire dei corsi dedicati alle donne per insegnare la lavorazione di prodotti artigianali. E’ in fase di elaborazione un progetto consortile di animazione di strada nella striscia di Gaza. In corso In preparazione Bosnia “Giochi in Rete” - Mostar, Sarajevo, Banja Luka, Zenica, Srebrenica, Konyic e Zavidovici La società bosniaca è lacerata da un conflitto risolto solo sulla carta, dove ancora permangono i problemi economici e sociali che hanno dato origine alle ostilità. Appare fondamentale che i bambini ed i giovani riacquistino la capacità di vivere ed interagire, al di là delle divisioni etniche, per costruire il futuro di convivenza indispensabile per lo sviluppo credibile di quella società. Sin dal 1994 Uisp per Adotta la Pace e Peace Games danno vita ad interventi a favore dei bambini, dei giovani e degli anziani della Bosnia-Herzegovina, con l’obiettivo di favorire la ricostruzione del tessuto sociale e la riconciliazione tra le diverse etnie utilizzando il gioco come strumento per promuovere la socialità, le relazioni interpersonali tra bambini e tra bambini e adulti. Le azioni principali sono l’abilitazione e l’attrezzatura di spazi ludici e aggregativi, con una particolare attenzione alla qualificazione degli operatori socio-culturali impegnati nelle attività con i minori, che vengono formati periodicamente in loco e in Italia. GiroGiroGioco è il titolo del lungo intervento con il quale è iniziata l’esperienza vincente dei ludobus, pulmini allestiti a ludoteche mobili in grado di raggiungere i bambini e i ragazzi delle aree rurali o periferie urbane dove maggiore è la carenza di risorse, l’emarginazione e il disagio sociale. Giochi in Rete, l’attuale progetto, ne costituisce l’ampliamento geografico e metodologico: grazie alla collaborazione con le ong Nexus ed Educ-aid infatti, le attività si sono estese anche a scuole e ludoteche. Il progetto si realizza grazie al contributo della regione Emilia Romagna e della regione Friuli Venezia Giulia (per le attività a Zavidovici). In corso In preparazione Bosnia Turismo sostenibile (progetto in preparazione) Dall’esperienza di Peace Games in territorio bosniaco e delle leghe Uisp negli sport all’aria aperta (lega Montagna, lega Attività Subacquee, area Acquaviva) si sta delineando una collaborazione per un progetto di turismo sostenibile nell’Area Balcanica. L’idea è quella di realizzare degli "itinerari sostenibili e solidali" in Bosnia Erzegovina, sfruttando le grandi risorse naturali del territorio, tradizionalmente fuori dai tradizionali flussi turistici, per incentivare un turismo responsabile, a basso impatto ambientale, che costituisca allo stesso tempo una possibilità di sviluppo economico per la popolazione locale e di conoscenza diretta del territorio – in tutte le sue caratteristiche – per il turista. In corso In preparazione Albania “Ciao Maria, Sport per tutti i ragazzi di Scutari” - Scutari (progetto in attesa di prosecuzione) Scutari è il capoluogo del Distretto omonimo situato al nord-ovest dell’Albania, a pochi chilometri dall’Adriatico e sulle rive del lago la divide dal Montenegro. Nel periodo della dittatura si è aggravato il processo di isolamento sociale ed economico che interessa tutto il Nord del Paese e oggi Scutari è un’area economicamente depressa, al margine degli interventi dello Stato, penalizzata da un difficile stato di instabilità sociale e problematiche occupazionali. Prosegue il fenomeno di inurbamento delle popolazioni rurali delle zone di montagna, che per lo più si insediano nella cintura esterna della città, in case abusive dove gli abitanti vivono in maniera precaria, privi delle infrastrutture e dei servizi pubblici essenziali e privi di diritti di cittadinanza. Tale fenomeno, unito alla tradizionale stratificazione della società scuterina, acuisce differenze e separazioni tra i diversi settori della popolazione creando veri e propri ghetti di fasce marginali. Peace Games ha realizzato la prima parte di un progetto volto a introdurre nella società scuterina lo strumento dello sport come risorsa per lo sviluppo sociale del territorio e per il superamento delle differenze socioculturali. In città lo sport è sentito grazie ad una orgogliosa tradizione nel volley e nei sogni dei ragazzini di diventare campioni di calcio: manca una cultura dello sport inteso come veicolo di socializzazione e di comunicazione. In collaborazione con la Regione Emilia Romagna e il Comune di Scutari, Peace Games ha messo a punto un intervento a sostegno di soggetti particolarmente fragili, come la comunità locale dei Rom e i bambini e ragazzi dei quartieri marginali. In corso In preparazione Mozambico I mondiali di calcio sono sempre un momento di massima visibilità per il paese organizzatore, ed una grande opportunità per il turismo. L’impatto dell’onda di tifosi a seguito delle squadre è da un lato positivo per lo sviluppo e per la crescita economica di un paese, dall’altro suscita preoccupazioni – specialmente in caso di paesi in via di sviluppo – sia per la stabilità del territorio, sia per le attività illegali che si sviluppano a latere dell’evento. Per quanto riguarda i prossimi mondiali del 2010 in Sudafrica, una delle emergenze che più preoccupano è quella della tratta di donne e ragazze dai paesi limitrofi, in particolare dal Mozambico, per inserirle nel giro della prostituzione, così come è successo nei mondiali del 2006 in Germania, durante i quali si stima che 40.000 ragazze siano state spostate dai paesi dell’Europa centrale e orientale per avviare un gigantesco sistema di sesso a pagamento. Per aiutare il paese a far fronte a questo rischio, Peace Games e Uisp hanno presentato alla Commissione Europea un progetto in Mozambico, che le vedrebbe impegnate in attività formative e campagne di sensibilizzazione rivolte agli operatori del mondo sportivo e dei mezzi di comunicazione.