Tano Cavattoni, Fabio Fantini, Simona Monesi, Stefano Piazzini Dall’Universo al Pianeta azzurro Capitolo 5 I fenomeni vulcanici La nube si levava, non sapevamo con certezza da quale monte, poiché guardavamo da lontano; solo più tardi si ebbe la cognizione che il monte era il Vesuvio. La sua forma era simile a un pino più che a qualsiasi altro albero. Plinio il Giovane T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 2 La risalita dei diapiri magmatici I magmi sono interessati da movimenti di risalita perché sono più leggeri delle rocce solide circostanti. Nella loro risalita i magmi formano grandi ammassi a forma di gocce, detti diapiri magmatici. I diapiri risalgono finché rimangono meno densi delle rocce circostanti e non sono in equilibrio con queste. T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 3 La risalita dei diapiri magmatici Se l’equilibrio è rotto, i diapiri riprendono lo spostamento verso la superficie. Le cause della rottura dell’equilibrio possono essere diverse: • apporto di nuovo magma, che provoca un aumento di temperatura; • fusione di rocce circostanti, meno dense del magma originario; • cristallizzazione frazionata dei minerali più densi. T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 4 La risalita dei diapiri magmatici Per via della cristallizzazione frazionata, il magma perde i componenti più pesanti, si alleggerisce e si arricchisce di gas e di vapore acqueo; ogni volta che il magma diminuisce di densità riprende a salire. In prossimità della superficie, i diapiri si fermano; lo spazio da essi occupato è detto camera magmatica. Nella camera magmatica il magma si può fermare per periodi più o meno lunghi e se le condizioni di equilibrio rimangono stabili nel tempo può perfino solidificare e formare rocce intrusive. T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 5 La risalita dei diapiri magmatici Sezione attraverso la parte più esterna della Terra che mette in evidenza, in modo schematico, un esempio di risalita di magma dal mantello, con produzione di fenomeni vulcanici in superficie. 1. Che cos’è un vulcano I vulcani centrali 1. Che cos’è un vulcano I vulcani lineari T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 Il meccanismo di eruzione Se le condizioni di equilibrio presenti nella camera magmatica subiscono alterazioni, il magma può riprendere a salire fino ad arrivare in superficie provocando una eruzione vulcanica e formando un vulcano. La causa di un’eruzione può essere sia la diminuzione della pressione litostatica sia l’aumento della pressione dei gas contenuti nel magma. T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 9 Il meccanismo di eruzione Il magma contiene disciolti vari gas. La riduzione della pressione litostatica diminuisce la solubilità dei gas che tendono a separarsi dal magma, esercitando una spinta sulle rocce sovrastanti. La spinta dei gas, superato un certo limite, frantuma le rocce sovrastanti e crea un camino vulcanico, cioè un varco verso l’esterno. In seguito all’apertura del camino vulcanico la pressione cala e i gas ancora disciolti nel magma si separano dal liquido e si espandono. T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 10 Il meccanismo di eruzione Nel magma si formano bolle di gas sempre più grandi che si spostano verso l’alto, trascinando il magma verso la superficie. Il meccanismo eruttivo ricorda il la fuoriuscita dello spumante da una bottiglia, quando si toglie il tappo. T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 11 Il meccanismo di eruzione Il magma che arriva in superficie può formare un apparato esterno detto edificio vulcanico. L’apertura del camino vulcanico in superficie è chiamata cratere. Il magma che fuoriesce attraverso il cratere e si impoverisce di gas disciolti prende il nome di lava. T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 12 Eruzioni lineari ed eruzioni centrali La forma degli edifici vulcanici dipende dalle caratteristiche del materiale eruttato e dal tipo di frattura che ha condotto la lava in superficie. • Quando la lava fuoriesce da un camino vulcanico isolato si ha una eruzione centrale. • Quando la lava fuoriesce da estese e profonde fratture si ha una eruzione lineare. T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 13 Eruzioni lineari ed eruzioni centrali Le eruzioni lineari danno origine ai plateau, vasti espandimenti di lava di forma pianeggiante. T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 14 4. I tipi di eruzione Eruzioni di tipo hawaiiano T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 Le eruzioni di tipo Hawaiiano •Sono caratterizzate da lave molto fluide. I vulcani hanno la forma a scudo alla cui sommità si trova una depressione chiamata caldera (che significa "pentolone" in spagnolo). T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 4. I tipi di eruzione Eruzioni di tipo islandese T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 Le eruzioni di tipo islandese •La lava, sempre molto fluida, risale da lunghe fessure aperte nella crosta anziché da un edificio centrale. •Queste eruzioni portano alla formazione di plateaux basaltici. T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 Grandi Plateau basaltici legati all’attività di punti caldi. 4. I tipi di eruzione Eruzioni di tipo stromboliano T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 Le eruzioni di tipo stromboliano •L'attività prevalente è quella esplosiva e la lava piuttosto fluida. La lava che ristagna nel cratere solidifica. Si forma così una crosta solida al di sotto della quale si accumulano i gas che si liberano dal magma e generano una pressione così alta da far esplodere la crosta soprastante. Le esplosioni generate sono di modesta entità e, esaurita la spinta dei gas, la lava torna a ristagnare sul fondo del cratere dove formerà nuova crosta. Un nuovo accumulo di gas darà origine ad una nuova esplosione. (Stromboli) 4. I tipi di eruzione Eruzioni di tipo vulcaniano T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 Le eruzioni di tipo vulcaniano •La lava è molto acida e viscosa e, solidificandosi alla sommità del condotto, forma un tappo piuttosto spesso. Le pressioni dei gas sufficienti a vincere l'ostruzione sono altissime e l'esplosione è violenta . T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 4. I tipi di eruzione Eruzioni di tipo pliniano (vesuviano) T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 Le eruzioni di tipo vesuviano •Le attività indicate con questo nome sono caratterizzate da una violenta esplosione iniziale in cui il magma, proveniente da zone profonde, esce dal cratere espandendosi in maniera esplosiva e dissolvendosi in una nube di goccioline finissime. Dal condotto si espande con violenza una lunga colonna di vapori e gas che assume una forma caratteristica che ricorda un pino marittimo e che ricade su un'ampia area sottoforma di lava vetrificata e pomici. Le esplosioni più violente sono chiamate anche eruzioni di tipo pliniano (da Plinio il Giovane che descrisse l'eruzione del Vesuvio del 79 d.C.). T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 4. I tipi di eruzione Eruzioni di tipo freatomagmatico T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 §5.3 I prodotti dell’attività vulcanica La fuoriuscita di lava mafica, poco viscosa, caratterizza l’attività vulcanica effusiva. L’attività vulcanica effusiva si manifesta con continue e tranquille emissioni di lava fluida, chiamate colate laviche. T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 27 §5.3 I prodotti dell’attività vulcanica • Lave povere di gas producono le lave a corda, che hanno superficie liscia. • Lave che contengono ancora abbondanti gas formano le lave scoriacee, che hanno superficie ruvida e frastagliata. • In ambiente sottomarino si originano le lave a cuscino, che hanno forme rotondeggianti. T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 28 §5.3 I prodotti dell’attività vulcanica Lava a corda Lava scoriacea Lava a cuscino T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 29 §5.3 I prodotti dell’attività vulcanica La fuoriuscita di lava felsica, molto viscosa, caratterizza l’attività vulcanica esplosiva. Le lave felsiche, data la loro viscosità, scorrono molto lentamente e solidificano in prossimità dell’edificio vulcanico. T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 30 §5.3 I prodotti dell’attività vulcanica La lava molto viscosa, può ostruire il camino vulcanico impedendo la fuoriuscita dei gas la cui liberazione avviene tutta insieme e con violente esplosioni. Le esplosioni lanciano in aria i piroclasti: • ceneri finissime; • lapilli, di dimensioni intermedie; • bombe e blocchi, di grandi dimensioni. T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 31 §5.3 I prodotti dell’attività vulcanica I piroclasti sono scagliati a distanze considerevoli, poi ricadono e si depositano, trasformandosi in rocce sedimentarie dette rocce piroclastiche. T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 32 §5.3 I prodotti dell’attività vulcanica Se il magma entra in contatto con l’acqua che circola nel sottosuolo si verifica una violenta esplosione detta eruzione freatomagmatica. T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 33 §5.3 I prodotti dell’attività vulcanica Se i prodotti liquidi e solidi eruttati non si separano da quelli gassosi, si forma una nube ardente, che scende velocemente lungo i fianchi del vulcano. T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 34 §5.3 I prodotti dell’attività vulcanica Piroclastiti. A. accumulo di scorie; B. bomba vulcanica; C. pomice. §5.3 I prodotti dell’attività vulcanica Una colata di fango (lahar) Edifici vulcanici I vulcani a scudo hanno fianchi poco ripidi e base molto ampia, poiché i materiali eruttati si distribuiscono su un’area estesa. La lava è mafica e molto fluida. T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 37 §5.5 Edifici vulcanici Se la lava eruttata è molto viscosa, esce già solida dal camino vulcanico formando strutture verticali (guglie), oppure ristagna nel cratere (cupola di ristagno). T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 38 §5.5 Edifici vulcanici Conseguenza di una attività vulcanica unicamente esplosiva è la formazione di bassi edifici dalle pareti molto ripide, costituiti da accumuli di materiale piroclastico (coni di cenere). T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 39 §5.5 Edifici vulcanici Conseguenza di un’esplosione con rapida fuga dei gas è la formazione di una depressione a forma di imbuto riempita di materiale piroclastico e di frammenti del camino vulcanico (diatrema). T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 40 §5.5 Edifici vulcanici Quando l’attività vulcanica è caratterizzata da una iniziale fase esplosiva seguita da colate viscose, si forma un edificio conico costituito di strati di materiale piroclastico alternati a strati di lava (strato-vulcano). T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 41 §5.5 Edifici vulcanici Una grande esplosione può determinare il completo svuotamento e il crollo del tetto della camera magmatica originando un’ampia depressione (caldera) che, al termine dell’attività vulcanica, spesso si riempie di acqua e forma un lago. T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 42 3. La forma dei vulcani La formazione di una caldera T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 §5.6 Attività idrotermale ed energia geotermica In un’area vulcanica, anche a distanza di secoli dall’attività eruttiva vera e propria, l’acqua superficiale, infiltrandosi nel terreno può incontrare magmi o rocce ancora calde, entrare in pressione e attraverso altre vie giungere in superficie. Si formano così i geyser e le sorgenti calde, con eruzioni di vapore e acqua bollente. Emissioni di gas e vapore attraverso piccole bocche sono le fumarole; getti di vapore e gas ad alta temperatura e pressione sono i soffioni. T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 44 §5.6 Attività idrotermale ed energia geotermica T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 45 6. La distribuzione geografica dei vulcani La distribuzione dei vulcani sulla Terra T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 6. La distribuzione geografica dei vulcani Attività eruttiva lungo i margini continentali e gli archi insulari: il vulcano Bromo, sull’isola di Giava T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 6. La distribuzione geografica dei vulcani Attività eruttiva in punti isolati: il vulcano Mauna Loa, nelle Hawaii T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 7. I vulcani in Europa e nei mari adiacenti Hekla, Islanda I vulcani europei Ararat, Turchia T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 7. I vulcani in Europa e nei mari adiacenti Stromboli Isola Ferdinandea I vulcani italiani T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 §5.7 Il concetto di rischio in geologia Il rischio geologico esprime il numero atteso di perdite di vite umane, feriti, danni a proprietà, distruzione di attività economiche e risorse naturali a causa di un evento naturale. Al rischio rischio geologico sono associati i parametri di: - pericolosità, - vulnerabilità, - valore esposto. T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 51 §5.8 Rischio vulcanico e previsione delle eruzioni Il rischio vulcanico è dato da: • probabilità che si verifichi un evento vulcanico; • tipo di attività vulcanica; • vulnerabilità del territorio interessato; • valore economico esposto all’evento vulcanico. Il rischio diminuisce con la capacità di prevedere rapidamente un’eruzione vulcanica. Importanti segnali premonitori sono: • improvvise emissioni di gas e vapore acqueo; • registrazione di piccoli e frequenti terremoti; • variazione dell’inclinazione del suolo. T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 52 Il rischio vulcanico e previsione delle eruzioni Aree che possono essere ricoperte da materiale piroclastico in seguito a un’ eruzione del Vesuvio. L’area 1 potrebbe essere ricoperta da uno spessore di almeno 25 cm di lapilli e pomici; l’area 2 potrebbe essere ricoperta da più di 100 cm; l’area 3 e l’area 4 sono analoghe alla 1 e alla 2, ma con minori probabilità di essere ricoperte a causa della diversa direzione dei venti predominanti. A destra, un dettaglio della carta precedente, con le aree che potrebbero venire ricoperte da spessori di materiale piroclastico ancora più grandi. L’area b potrebbe essere ricoperta da uno spessore di 400 cm, con piroclastiti anche di grandi dimensioni; l’area a è analoga, ma con minore probabilità di caduta; l’area c potrebbe essere interessata da flussi piroclastici e colate di fango; d sono i centri abitati della zona. T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 §5.9 Il rischio vulcanico in Italia L’Italia è una regione vulcanica. Il versante più interessato dall’attività vulcanica è quello tirrenico, con la presenza di numerosi vulcani, subaerei e sottomarini. Molti vulcani italiani hanno formato in passato complessi molto estesi, ora non più attivi. T. Cavattoni, F. Fantini, S. Monesi, S. Piazzini - dall’Universo al Pianeta azzurro - © Italo Bovolenta editore 2010 54