Progettazione urbana e popolazioni metropolitane Gabriele Pasqui (Politecnico di Milano) Milano, 8 febbraio 2010 Definizioni Una popolazione urbana è un aggregato di individui definito da uno o più tratti comuni. Contrariamente alle assunzoni teoriche di cui abbiamo bisogno per analizzare classi, movimenti, gruppi o organizzazioni, è possibile parlare di popolazioni senza introdurre assunzioni forti relativamente al loro comportamento collettivo razionale ( Guido Martinotti) Le popolazioni (urbane) possono essere guardate come insiemi di soggetti che in modo temporaneo e intermittente condividono pratiche di vita quotidiana, costituendosi in quanto soggetti a tali pratiche e generando geografie spazio-temporali peculiari a partire dalle prese e dalle resistenze dei campi (supporti) entro i quali le loro pratiche transitano Le quattro popolazioni urbane “Per analizzare con maggior precisione i tratti strutturali che caratterizzano la nuova forma urbana sotto il profilo sociologico, adotteremo ora un punto di vista che si discosta alquanto dal classico approccio dell’ecologia sociale. […] Suggerisco di concettualizzare lo sviluppo metropolitano e la morfologia sociale che ne sta via via emergendo, come il progressivo differenziarsi di quattro popolazioni principali che oggi gravitano intorno alle metropoli” (Guido Martinotti) Le quattro popolazioni e le tre forme di metropoli Abitanti e pendolari (Nuvolati distingue tra residenti e residenti pendolari) City users (metropoli di prima generazione) Metropolitan businessmen (metropoli di seconda generazione) (Flaneur) Un approccio fenomenologico: 7 esempi Pendolari Pazienti e familiari dei pazienti ospitati in strutture sanitarie Membri di street gangs “etniche” Studenti stranieri Ciclisti che usano la bici per ragioni di lavoro o nel tempo libero Heavy metal fan Appartenenti a comunità on-line Cos’hanno in comune? Le popolazioni urbane sono irriducibili a categorie predefinite in ragione del fenomeno della pluriappartenenza. E’ importante provare a pensare alle popolazioni non come categorie, ma come fasci di pratiche, in questo senso potenzialmente aperte ad un “transito” parziale e temporaneo da parte di individui diversi in tempi e luoghi differenti Ciascuno di noi appartiene a più popolazioni Le popolazioni si caratterizzano per la condivisione di pratiche localizzate. In alcuni casi l’appartenenza è volontaria, in altri necessitata (i vincoli economici e sociali contano!) Qualche volta le popolazioni si configurano come “comunità di pratiche” Popolazioni e movimento Nella fitta trama delle loro pratiche, nell’intreccio indistricabile che le caratterizza, le popolazioni si incontrano, si scontrano, si mescolano, descrivendo geografie peculiari, lasciano segni e tracce nello spazio urbano, depositando “resti” che rappresentano parte integrante della nostra “vita materiale” e della “carne” delle nostre città Le popolazioni sono infatti implicate in pratiche di movimento, che ne connotano spesso la natura Il movimento è dunque uno dei tratti fenomenologicamente più riconoscibili delle popolazioni urbane I movimenti generano pattern urbani e sono connessi agli spazi ed ai ritmi della città (Amin, Thrift) Popolazioni, spazi e luoghi Individui e popolazioni abitano la città, ingombrandola con i propri corpi, che a loro volta commerciano con il corpo urbano, caratterizzato da plasticità e resistenze Le popolazioni urbane ricreano e ridefiniscono spazi e luoghi attraverso le proprie pratiche quotidiane Il nesso tra popolazioni, spazi e luoghi ha implicazioni decisive anche per la costituzione dell’identità dei singoli Il processo di “ costtuzione di senso” dei luoghi è anche un processo di focalizzazione Spazi e luoghi definiscono “campi” di possibilità e vincoli per l’azione delle popolazioni urbane Popolazioni, tempi e ritmi Le popolazioni urbane, nella prospettiva da cui le osserviamo qui, si caratterizzano per una temporalità che innanzitutto è connotabile nella chiave del ritmo Ritmiche sono le traiettorie del movimento di un gran numero di popolazioni: non solo i pendolari, ma anche coloro che vivono parti della città soltanto per certe fasi della giornata o per certi periodi della settimana, del mese o dell’anno Ritmico è il movimento (sistole/diastole) che caratterizza il respiro della città, ed in questo respiro si danno le condizioni di possibilità del ritmo delle diverse popolazioni che la abitano e che la attraversano Ritmica è la stessa organizzazione delle attività e delle funzioni che a loro volta influenzano la stessa struttura degli spazi urbani Sei tratti: ritmo Sei tratti: vincolo e opportunità Sei tratti: uso dello spazio Sei tratti: tracce e depositi Sei tratti: condivisione Sei tratti: parzialità e contingenza Popolazioni e politiche pubbliche Pregnanza del punto di vista delle popolazioni nella costruzione dell’agenda urbana, ossia dei temi che nell’arena pubblica sono considerati centrali da parte dei policy maker, dei media e dei cittadini Due esempi: mobilità e sicurezza La presenza ingombrante delle popolazioni urbane nell’agenda pubblica ha una radice profonda: la rottura radicale dei principi ordinari della sovranità territoriale, ossia del legame tendenzialmente biunivoco tra esercizio del potere e governo entro uno spazio geografico delimitato istituzionalmente La crisi delle forme tradizionali della rappresentanza territoriale Popolazioni e produzione di beni pubblici Le popolazioni urbane, proprio in ragione della loro varietà, della loro irriducibilità alla logica identitaria e della rappresentanza, della loro radicale dipendenza dalle pratiche a cui sono soggette, possono generare beni (e mali) comuni, senza per questa operare come attori intenzionali di politiche pubbliche Se interroghiamo le politiche dal punto di vista del loro rapporto possibile con le pratiche ordinarie, con la trama quotidiana dell’esperienza, assumendo le popolazioni urbane non come utenti di politiche ma come potenziali generatori di beni comuni, comprendiamo come sia importante radicare il cosa e il come dell’azione di politiche dentro il tessuto fine della vita quotidiana, valorizzando appunto i meccanismi non regolati e non intenzionali di rigenerazione di beni comuni Conseguenze per le politiche urbane Il tema del decisioni making è dunque meno centrale (democrazia deliberativa alla prova) Il porblema principale, più che la rappresentanza, è la “rappresentazione” della pluralizzazione delle identità nella scena pubblica La politica delle popolazioni, nel gioco del doppio genitivo, è insieme un campo di pratiche sociali che per via indiretta e non intenzionale producono e riproducono beni comuni e un grumo di dispositivi di permeabilità e di non ostruzione, capaci di farsi attraversare dalla trama delle pratiche e di renderne possibile il pieno dispiegamento Bibliografia G. Pasqui, Città, popolazioni, politiche, Jaca Book, Milano 2008 A. Balducci, V. Fedel, G. Pasqui, In movimento. Confini, popolazioni e politiche nel territorio milanese, Franco Angeli, Milano 2008.