PROGETTO INTERREGIONALE
LABORATORIO 1
DIALOGO TRA I SISTEMI DI ORIENTAMENTO
(L’INTEGRAZIONE TRA I SISTEMI)
E CONDIVISIONE DI BUONE PRATICHE
Pier Giovanni Bresciani
Coordinatore scientifico
Professore a contratto
Università di Genova
e Università di Bologna
DESTINATARI
Il
seminario
è
rivolto
a
coloro
(nazionale, regionale, provinciale, comunale)
che
ai
vari
livelli
sono a diverso titolo coinvolti (con livelli diversi di responsabilità)
nelle funzioni di governo, programmazione,
supporto/sviluppo, assistenza tecnica
indirizzo,
regolazione,
in relazione all’orientamento
(dirigenti e funzionari della scuola e della istruzione e formazione professionale,
dell’università, dei servizi per il lavoro)
e intendono approfondire il tema del dialogo e della integrazione tra i sistemi
in una prospettiva operativa
Pier Giovanni Bresciani
Torino, 26 Settembre
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TEMI AFFRONTATI NEL LABORATORIO
Il dialogo tra i sistemi
con particolare riferimento alla ‘integrazione’
intesa come modalità di assetto e di funzionamento
desiderabile e necessaria
per affrontare con efficacia le ‘nuove sfide’
che la evoluzione dello scenario pone
ai soggetti che hanno responsabilità nell’ambito degli Enti pubblici
di ‘governo’ delle politiche e degli interventi di orientamento
ai vari livelli
L’integrazione non come ‘fine in sé’
ma come ‘strumento’ per il perseguimento degli obiettivi
(di efficacia, efficienza, qualità, etc.)
propri delle politiche di orientamento
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Il tema dell’integrazione verrà affrontato sotto due profili
 il profilo della sua ‘definizione’
- favorendo una riflessione ed una condivisione
sul concetto di integrazione
- così da rendere più efficace il lavoro di confronto sulle
esperienze
e di individuazione della tipologia di interventi
che i soggetti istituzionali possono attivare per realizzarla
(prospettiva operativa)
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 (soprattutto)il profilo della sua ‘implementazione’:
- favorendo una riflessione ed una condivisione
a partire dalla analisi e dal confronto di esperienze significative
e ‘buone pratiche’
ma anche (se possibile) dalla analisi di esperienze critiche
e di ‘insuccessi’
relativamente ai diversi tipi di ‘dispositivi’
in grado di supportare e ‘strumentare’ l’integrazione
pervenendo ad una ‘definizione’ del concetto di integrazione
allo scopo di condividere con i destinatari del laboratorio
l’oggetto e la finalità del lavoro
che si intende svolgere in tale ambito
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L’integrazione può essere:
 ‘orizzontale’
(es. tra sistemi diversi, come accade tra formazione e servizi per
l’impiego,
o tra scuola e formazione professionale)
 oppure ‘verticale’
(es. tra i diversi livelli di uno stesso sistema
e nelle transizioni tra le sue componenti
come accade nell’istruzione tra scuola media e scuola superiore
o tra scuola superiore e università)
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Può riferirsi ad ‘oggetti’ diversi:

le politiche ed i relativi sistemi di riferimento
(es. istruzione, lavoro, formazione, orientamento, etc.)

oppure i soggetti e le strutture di erogazione dei servizi che operano in
un determinato territorio
(es. strutture ‘dedicate’ di orientamento e Centri per l’impiego;
Enti di formazione e scuole medie superiori; etc.)

oppure ancora i servizi stessi e le azioni e relative
(es. informazione, consulenza orientativa e tirocini; oppure tirocini
e bilancio di competenze e formazione, etc.)
sia che essi siano erogati da strutture diverse
sia che siano erogati dalla medesima struttura
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A seconda del tipo di integrazione cui ci si riferisce
differenti saranno le dimensioni di intervento
gli strumenti ‘pertinenti’ ed efficaci
le ‘leve’ utilizzabili per favorirla
i fattori di successo
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Il tema dell’integrazione
può essere affrontato anche con riferimento alle diverse ‘dimensioni’
che vi si possono riconoscere in una prospettiva di intervento
 la dimensione ‘istituzionale’
(politiche, programmi, strutture e processi di governo e regolazione, etc.)
 la dimensione ‘organizzativa’
(assetti organizzativi, organismi di gestione, ruoli,
progetti, meccanismi operativi, risorse, sistemi informativi, etc.)
 la dimensione ‘culturale’
(rappresentazioni, valori, competenze, etc.)
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Una strategia efficace volta a ‘favorire l’integrazione’
dovrà considerare il rapporto ‘necessario’ tra queste dimensioni
per trarne indicazioni in termini di intervento.
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RISULTATI ATTESI
Risultati di ordine ‘conoscitivo’
 conoscere, analizzare, valutare e confrontare
esperienze e progetti sull’integrazione nell’orientamento
 approfondire e specificare il tema dell’integrazione
e dei concetti ad esso collegati nel dibattito corrente
(es. il concetto di ‘rete’),
pervenendo ad una condivisione di significato
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Risultati di ordine ‘operativo’
 grazie all’analisi dei
(saggi, documenti, etc.)
contributi
di
tipo
tecnico-specialistico
avere a disposizione un set di ‘indicazioni operative’ per sviluppare
l’integrazione
(dimensioni di intervento; fattori di successo; elementi di criticità;
‘leve’ e strumenti utilizzabili; processi e modalità; etc.)
 grazie al confronto di esperienze
promuovere
iniziative
di
sviluppo
(visite, scambio di materiali e modelli; progetti comuni; benchmarking;
etc.)
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 meta-risultati
grazie alla pratica del laboratorio,
lo sviluppo del senso di appartenenza alla ‘comunità’
dei soggetti istituzionali di governo e regolazione e di indirizzo
del sistema di orientamento
e il miglioramento della conoscenza reciproca
e delle relazioni tra i partecipanti
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MODALITA’ DI LAVORO
Duplice livello di intervento, ‘in parallelo’
 livello delle ‘pratiche’
consente il confronto tra i partecipanti al laboratorio
a partire dalla analisi delle esperienze di ‘integrazione’
concretamente praticate nei diversi contesti
e segnalate dai partecipanti stessi
(oggetti, ambiti, soggetti e ruoli, relazioni,
processi, modalità, risultati, etc.)
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
livello della ‘teoria-metodologia’
consiste nella analisi di alcuni richiami essenziali
di tipo teorico-metodologico
sia per avere a disposizione una ‘categorie di analisi’
e ‘chiavi di lettura’ delle esperienze e delle ‘buone pratiche’
sia per potere disporre di indicazioni per implementare
dispositivi
e pratiche di integrazione sempre più efficaci
(mediante la definizione delle dimensioni di intervento;
dei fattori ‘tipici’ di successo e di criticità; etc.)
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LE FASI DI LAVORO

Prima fase (in parallelo):
a) analisi di alcuni contributi
della letteratura tecnico-specialistica sull’integrazione
e definizione di una ‘mappa concettuale’ al riguardo
b) ricognizione di esperienze e ‘buone pratiche’ di integrazione
sulla base di una ‘griglia di analisi’ proposta in avvio
e secondo i criteri di valutazione
adottati dai diversi partecipanti
che le segnalano e/o delle quali sono diretti testimoni
c) ricognizione ed analisi di ‘buone pratiche’
anche tramite altre fonti
(es. ricerche; specifici programmi UE, etc.)
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
Seconda fase (in parallelo):
a) analisi delle buone pratiche
e ‘restituzione’ di una lettura comparativa
e di una chiave interpretativa
in ordine alla tipologia delle dimensioni-problema
alla tipologia delle soluzioni’ proposte
ed ai fattori di successo ed agli elementi di criticità
b) confronto delle esperienze e delle
con
le
indicazioni
provenienti
tecnico-specialistica
pratiche analizzate
dalla
letteratura
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
Terza fase:

confronto tra i partecipanti

elaborazione di un documento contenente indicazioni operative
(‘principi di riferimento e linee guida per lo sviluppo di azioni integrate)

elaborazione di proposte di sviluppo
(scambio di materiali e modelli
benchmarking
visite
progetti congiunti)
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Prima ricognizione delle buone pratiche:
la griglia di analisi
 ‘Inquadramento generale’ dell’esperienza
(che tipo di integrazione si è realizzata, su quali elementi, in
quale contesto e chi ha coinvolto)
 ambito di realizzazione (livello, sistema)
 motivazioni e finalità della esperienza di integrazione
realizzata
 promotore/i della esperienza integrata
 altri soggetti coinvolti
 ruolo specifico eventualmente svolto
da parte di chi segnala l’esperienza
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 forme/modalità/dispositivi nei quali si è concretizzata
l’integrazione
 azioni mirate a supporto della integrazione
(es. formazione; messa a disposizione di risorse; etc.)
 elementi distintivi e di successo dell’esperienza
 ‘lessons learned’
(indicazioni operative desumibili dall’esperienza)
 questioni ancora aperte,
o che proprio l’esperienza abbia contribuito a sollevare
 eventuali proposte di confronto/scambio con altri soggetti
in funzione del miglioramento
 allegati: materiali di documentazione sull’esperienza
(relazioni, rapporti, comunicazioni)
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