LiVinG NeTWorkS LaB

Dal 2002 il Living Networks
Lab (Dipartimento di Scuenze
dell’Informazione - Università
di Milano) lavora con culture
di neuroni su MEA (array di
microelettrodi)

Il gruppo è composto da
fisici, elettronici, informatici e
biotecnologi, con il supporto
di un laboratorio biologico
esterno.
LiVinG NeTWorkS LaB

Obiettivo del gruppo è lo sviluppo della ricerca nel
campo della biologia computazionale, della bionica e
dell’Intelligenza Artificiale.

Il gruppo ha effettuato molti esperimenti sullo sviluppo e
l’analisi di strutture organizzate di reti neurali biologiche
adese a supporto elettronico.
Ambiti di ricerca

Ricerca in campo neurofisiologico:
metodo di decodifica di segnali provenienti da reti di
neuroni; non esistono ad oggi interpretazioni
sperimentali della semantica dei segnali gestiti da reti
di cellule nervose

Ricerca in campo robotico:
sistema bionico in grado di apprendere e di guidare
attuatori
Ambiti di ricerca

Ricerca nel campo delle reti neurali artificiali (ANN):
implementazione di una rete software
autoorganizzante in grado di fornire un output esplicito
e di funzionare in tempo reale

Ricerca nel campo del supporto dell’handicap:
metodo per implementare in futuro protesi
direttamente impiantate nel sistema nervoso centrale
per sostituire porzioni di cervello danneggiate e/o
guidare arti naturali o artificiali
Struttura del neurone

La scoperta della struttura
del neurone risale al 1965
(Deiters)

Il neurone è dotato di un
soma, di un assone, dei
dendriti e delle sinapsi

Ramòn y Cajal evidenzia
i dendriti e gli assoni con
il metodo di Golgi
Rete di neuroni
La trasmissione
dei segnali neurali

La trasmissione dei
segnali nei neuroni
avviene per via
elettrochimica

L’arrivo di un segnale
elettrico libera dei
neurotrasmettitori che
attraversano la fessura
sinaptica e vengono
riconvertiti in segnali
elettrici
La trasmissione
dei segnali neurali
Il potenziale d’azione (spike)

Il potenziale d’azione è il
segnale che si propaga
attraverso le cellule neurali
lungo l’assone

Si innesca quando il
potenziale di membrana si
allontana dal suo valore di
riposo superando una
certa soglia
Modello del potenziale d’azione
A.C. Hodgkin e A.F. Huxley
nel 1952 hanno aperto le
porte ad una comprensione
dettagliata di come i segnali
elettrofisiologici siano
trasmessi all'interno del
sistema nervoso
n indica la frazione di canali K+ (potassio) aperti, m la frazione di canali
Na+ (sodio) attivati, h la frazione di canali Na+ (sodio) inattivati
Studio della codifica
dell’informazione neurale

Lo studio della codifica dell’ informazione neurale è
basata sull’ implementazione di analisi statistiche

Attualmente si ritiene che la maggior partedelle
informazioni rilevanti, se non tutte, siano contenute nel
tasso medio di “firing” del neurone

Oltre al firing rate si considera l’Inter Spike Interval (ISI)
che è l’intervallo temporale che intercorre tra due spikes
successivi.
Tecniche di misura del
segnale neurale

Gran parte della moderna neurofisiologia è basata su
studi sperimentali con tecnica patch-clamp

Il metodo del patch-clamp risale al 1983 (Sakmann
and Neher), ed è effettuato tramite una micropipetta di
vetro

Misura il potenziale a cavallo della membrana cellulare

Misura anche il potenziale all’interno della membrana
cellulare se si perfora la membrana
Interfacciamento fra neuroni e
circuiti elettronici

Nei primi anni novanta fu stabilita per la prima
volta un’interfaccia elettrica tra cellule nervose e
microstrutture semiconduttrici, utilizzando i
neuroni delle sanguisughe, uniti a transistor
disposti su una piastra di silicio (Fromherz)

In seguito Fromherz ha approfondito la natura
della giunzione neurone-silicio perfezionando la
tecnica di interfacciamento
Interfacciamento fra neuroni e
circuiti elettronici

Nel 2000 un team di ricercatori della
Northwestern University di Chicago,
dell’Università dell’Illinois e dell’Università di
Genova ha creato una creatura ibrida costituita da
un corpo meccanico controllato dal cervello di
lampreda marina

Nel 2002 Fromherz ha coltivato delle cellule
nervose su elettrodi di silicio: le cellule nervose
hanno formato sinapsi con gli elettrodi di silicio
che rispondevano a stimoli elettrici
Interfacciamento fra neuroni e
circuiti elettronici

Nel 2003 il gruppo della Duke University è riuscito
a collegare 320 microelettrodi alle cellule nel
cervello di una scimmia, permettendo di tradurre
direttamente i segnali elettrici in istruzioni per il
computer, in grado di spostare un braccio robotico

Nel 2005 il gruppo del SISSA di Trieste ha
sperimentato la possibilità di utilizzare i neuroni
su MEA come “neurocomputers” in grado di
filtrare delle immagini digitali
Il nostro progetto

Strutturare reti di neuroni biologici in forma di
ANN.

Ipotizzare una forma di apprendimento di questo
sistema ibrido attraverso l’immissione iterata di
pattern digitali secondo la tecnica ANN

Decodificare i segnali neurali di output attraverso
una ANN (ITSOM) e con questi guidare gli
attuatori di un robot
Il nostro progetto

Coltivazione sul MEA delle cellule staminali che sono
state fatte differenziare in neuroni umani.

Creazione della rete di Kohonen e di Hopfield su MEA

La configurazione delle reti è stata scelta dopo una
simulazione software su reti artificiali di Kohonen e di
Hopfield, in modo da valutare il numero minimo di
neuroni necessari a classificare delle semplici immagini
Il sistema hardware/software

Abbiamo sviluppato un sistema che
interfaccia le cellule attraverso
l’adesione diretta a MEA
(MultiElectrode Arrays)

Un MEA è un disco di Petri di vetro
in cui sono inseriti piccolissimi
elettrodi. Ciascun elettrodo è
connesso per mezzo di una traccia
isolata ad un connettore esterno.
Il sistema hardware/software

Il MEA permette la
registrazione dell’attività delle
cellule simultaneamente da
diversi canali

Può registrare a lungo
l’attività cellulare senza
danneggiare le cellule

E’ adatto ai nostri
esperimenti perché permette
di studiare il comportamento
dinamico di un’intera rete di
neuroni
Il sistema hardware/software

Il sistema è stato cambiato
e migliorato molte volte,
adottando man mano
schede di acquisizioni più
potenti e controller dedicati
Il sistema hardware/software

Al momento usiamo un
sistema avanzato National
Instruments:

Rack esterno PXI 1031
con board DAQ ad alta
velocità PXI 6251 (16 input
analogici, 24 Digital I/O, 2
output analogici) , velocità
di campionamento 1.25
MS/s

Labview 8.0 per la
gestione della scheda e
della regsitrazione dei
segnali
Il sistema hardware/software

Un controller dedicato
progettato dal nostro
gruppo permette di
preamplificare i segnali
neurali e stimolarli con
pattern digitali
I neuroni
•Fino ad oggi abbiamo usato
cellule staminali neurali
•Le cellule vengono piastrate alla
densità a 3500 celle/cm2 in un
mezzo contenente i fattori di
crescita EGF e FGF-2
•Le cellule sono coltivate per 15
giorni per ottenere neuroni maturi
•Abbiamo coltivato le cellule
direttamente su MEA ricoperto da
substrato di matrigel
Il nostro progetto

E’ stato sviluppato un programma di controllo del
sistema in linguaggio Labview, utilizzato per:

il controllo del flusso degli esperimenti

la generazione dei pattern sensoriali simulati

l’acquisizione dei segnali

l’interfacciamento con la rete neurale

la generazione dei segnali di controllo degli
attuatori del robot

E’ stata sviluppata una rete neurale in linguaggio
C sotto forma di DLL ed è stata linkata a Labview
Il nostro progetto



Il differenziamento avviene su MEA.
I nostri MEA Panasonic hanno 64 microelettrodi ITO
(Indium Tin Oxide) – platino.
La dimensione dei microelettrodi è 20 µ, la distanza
interpolare 100 µ.
Il nostro progetto



Si sono creati dei collegamenti per ricreare la rete di
Hopfield e di Kohonen
Kohonen: 8 neuroni di input, 3 neuroni dello strato
competitivo
Hopfield: 8 neuroni di input/output
Kohonen
Hopfield
Il nostro progetto


Il software di stimolazione crea una serie di
bitmap composte da 3 x 3 bit che rappresentano
o un segnale “0” o un segnale “1”
Si utilizzano gli 8 punti esterni
Carattere 0
11111111
Carattere 1
00001111
I pattern digitali

Oltre allo “0” e “1” perfetto si considerano anche zeri e
uni con rumore
0 con rumore
1 con rumore
L’apprendimento

Le stimolazioni vengono dati con impulsi di +/-35 mV a
frequenze diverse

La durata del singolo impulso è stata impostata a 1.25
ms o 25 ms nei diversi esperimenti
Analisi dei risultati
Analisi dei risultati
Analisi dei risultati
Analisi dei risultati

I segnali misurati sono stati successivamente elaborati
utilizzando la RQA (Recurrence Quantification
Analysis).

Questo strumento di analisi non lineare analizza il
grado di autoorganizzazione di un segnale

Si costruisce una serie di M vettori di lunghezza N
ricavati prendendo porzioni di segnale al tempo t+i
(i=i+k),ottenendo una matrice di valori.

Si calcola la distanza euclidea fra i punti costituiti dalle
righe della matrice, e queste vengono codificate
attraverso dei colori (Recurrence Plots)
Analisi dei risultati

Essenzialmente, il Recurrence Plot è una tabella di
codici di colori, in cui i colori caldi (giallo, rosso ed
arancio) possono essere associati con le piccole
distanze fra i vettori, mentre i colori freddi (azzurro,
nero) possono essere usati per mostrare le grandi
distanze.

Per segnali random la distribuzione dei colori è
completamente uniforme. Quanto più deterministico è
il segnale, tanto più strutturato sarà il Recurrence Plot
Recurrent Plots


Segnale di output prima
della somministrazione dei
pattern
Il grafico è costituito da
colori freddi e
disorganizzati che
segnalano la mancanza di
autoorganizzazione della
serie temporale.
Recurrent Plots


Segnale di output durante
la somministrazione dei
pattern
disorganizzato anche se
con un inizio di
autoorganizzazione
Recurrent Plots


Segnale di output subito
dopo la fine della
somministrazione di un
pattern sensoriale
simulato
Si vedono ampie bande
uniformi di colore giallo e
rosso, mentre i colori
freddi sono limitati agli
estremi del diagramma
Recurrent Plots


Segnale di output dopo la
fine della somministrazione
dei pattern sensoriali simulati
Si vedono ampie bande
uniformi di colore giallo e
rosso, mentre i colori freddi
sono limitati agli estremi del
diagramma, a dimostrazione
di un altissimo grado di
autoorganizzazione
Analisi dei risultati

Sia l’analisi dei segnali elettrici che i Recurrent Plots
concorrono alle stesse conclusioni :

La rete di neuroni risponde in modo simile a
stimolazioni simili, risponde in modo diverso a
stimolazioni diverse

I risultati raggiunti consentono di affermare che la
rete di neuroni è in grado di “apprendere” stimoli
sensoriali simulati autoorganizzandosi, e
rispondendo adeguatamente ai pattern anche
successivamente all’apprendimento
Decodifica dei segnali
neurali attraverso una rete
neurale artificiale

Abbiamo quindi pensato possibile un passo
successivo: offrire un’interpretazione agli output
generati dai neuroni

Sviluppo di una rete autoorganizzante ITSOM
(Inductive Tracing Self Organizing Map) per la
decodifica dei segnali neuronali

La rete ITSOM è un’ evoluzione della SOM
(Kohonen)
La rete SOM
Caratteristiche della rete SOM:
•
•
•
•
Rete ad apprendimento non
supervisionato.
Composta da due strati: uno
strato di input e uno strato
competitivo o di Kohonen
Tutti i neuroni di input sono
connessi ad ogni neurone
dello stato di output.
Autoorganizzazione di insiemi
di dati n-dimensionali su una
mappa k-dimensionale ( k <<
n ) (quantizzazione vettoriale)
La rete SOM
Apprendimento e classificazione della rete di Kohonen:



Regola Winner Take All
Calcolo delle distanze tra segnali di input x e pesi
delle connessioni wi.
Il neurone vincente è quello con distanza minima,
premiato con una variazione dei pesi
Problematiche della SOM



Per input strettamente non lineari lo strato di output
non riesce a mappare correttamente l’input
Difficoltà di pervenire a convergenza certa non
essendoci la possibilità di stabilire un errore della rete
per ciascuna epoca
Output non è esplicitato e necessita di un algoritmo
per estrarlo
PUNTI DI FORZA DELLA ITSOM



Funziona in tempo reale
Non necessita di convergenza
Esplicitazione dell’output
La rete ITSOM


Osservando la sequenza temporale dei neuroni
vincenti di una SOM si nota che questa tende a
ripetersi creando una serie temporale, costituente
attrattori caotici, e che questi caratterizzano
univocamente l’elemento di input che gli ha prodotti
La rete ITSOM memorizza la serie temporale dei
neuroni vincenti e successivamente li analizza col
metodo degli z-score
Lo z-score
I punteggi cumulativi relativi a ciascun input vengono
normalizzati secondo la distribuzione della variabile
standardizzata “z”
• x = numero vittorie per il neurone
• μ = media dei punteggi sui vari neuroni
• σ = scarto quadratico medio
Lo z-score
Fissata una soglia τ, 0<τ<1
z = 1 per z > τ
z = 0 per z ≤ τ

In questo modo ogni configurazione dei neuroni
vincenti è rappresentata da un numero composto da
zeri e uni

Diventa poi immediato confrontare tra loro questi
numeri binari detti codice ITSOM.
Lo z-score
CODICI Z-SCORE
FASE DI TRAINING
Generazione
degli z-score
di riferimento
FASE DI TESTING
Classificazione dei segnali
in funzione degli z-score
acquisiti nella fase di training
Lo z-score

Ad esempio nella tabella sotto sono riportati i
codici generati dalla ITSOM che elabora un set di
segnali emessi dalle cellule stimolate con lo
stesso pattern R


La prima volta vince 10 volte il neurone 2, 5 volte
il neurone 5, 6 volte il neurone 6, una volta il
neurone 7 e così via
La seconda volta vince 1 volta il neurone 2, 6
volte il neurone 5, 4 volte il neurone 6 e così via
Fasi dell’esperimento

Strutturazione di una rete di Hopfield

Generazione dei segnali e stimolazione dei neuroni
biologici, registrazione della loro risposta.

Inoltro dei dati alla rete neurale artificiale ITSOM:
 fase di training
 fase di testing

Utilizzo dell’output della ITSOM per pilotare gli
attuatori del Robot.
I neuroni





Nell’ultimo esperimento
abbiamo stimolato la rete per
mezzo di pattern direzionali
I pattern sono bitmap 8x8
La durata del bit è 300 ms
Ciascuna stimolazione è
seguita da una pausa di 1 s
in cui una Artificial Neural
Network elabora i segnali
L’impulso di stimolazione è
un segnale è un segnale
alternato a basso voltaggio
(+/- 30 mV, 733 Hz)
Generazione di stimoli
sensoriali simulati




Pattern: 8 bit per 8 bit.
Ogni bit ha la durata di 300 ms
Ogni stimolazione della durata
complessiva di 2.4s è seguita
da 1s di pausa durante alla fine
della la rete neurale registra gli
output cellulari.
Il
segnale
utilizzato
per
stimolare le cellule è un segnale
alternato a bassa tensione (+/30 mV) a 733 Hz.
Generazione di stimoli
sensoriali simulati
Fase di Training:

Somministrazione ripetuta di stimoli sensoriali simulati
ai neuroni biologici

Acquisizione (10 kHz) del segnale dei neuroni biologici

Generazione degli z-score di riferimento della rete
ITSOM
Generazione di stimoli
sensoriali simulati
Fase di Testing:

Somministrazione di uno stimolo sensoriale simulato
prescelto ai neuroni biologici

Acquisizione (10 kHz) del segnale dai neuroni biologici

Generazione dello z-score e confronto con quelli di
riferimento

Generazione dei comandi per pilotare il Robot
I neuroni
I pattern vengono
somministrati alla rete
biologica come treni di impulsi
elettrici in modo da
rappresentare i punti bianchi
(bit 1) o bianchi (0) della
bitmap
I neuroni
•Gli impulsi sono somministrati
simultaneamente su tutti gli elettrodi in
forma di pattern
•Le cellule sono stimolate da impulsi
elettrici con differenti voltaggi e
frequenze
•Le stimolazioni sono somministrate con
impulsi di 35 mV
•La durata di un impulso è stata posta da
1.25 ms a 25 ms in differenti esperimenti
La creatura bionica

I neuroni sono
connessi ad una
Artificial Neural
Network che
decodifica i loro
segnali dopo le
stimolazioni

Il sistema ibrido
(artificiale/biologico)
guida un minirobot
La creatura bionica

Dopo una sequenza di stimolazioni di training,
vengono somministrati alla rete biologica dei
pattern direzionali random in forma di comandi

La ITSOM decodifica i segnali neurali e il
minirobot esegue i comandi
Parametri di taratura
della ITSOM
Risultati
Direzioni
Input 1-400ms
Totale
Pattern F
Pattern B
Pattern L
Pattern R
Classificati correttamente
4
5
3
3
15
Non classificati correttamente
1
0
3
3
7
Non classificati
0
1
1
1
3
Totale dei pattern forniti
5
6
7
7
25
% Classificati
100%
83,33%
85,71%
85,71%
88%
% Classificati correttamente
80%
83,33%
42,86%
42,86%
60%
Percentuale di classificazione nelle quattro direzioni
100%
80%
60%
Non classificati
Non classificati correttamente
Classificati correttamente
40%
20%
0%
Pattern F
Pattern B
Pattern L
Direzioni
Pattern R
Totale
Risultati
Analizzando i dati ottenuti con il metodo delle matrici di
confusione possiamo calcolare la sensibilità e la
specificità per valutare la bontà del nostro classificatore
Per ogni matrice di confusione si possono definire quattro
importanti parametri:
Falso Positivo (FP): è la probabilità che un pattern sia stato erroneamente
classificato come appartenente ad un altro pattern.
Falso Negativo (FN): è la probabilità che uno specifico pattern sia stato
erroneamente classificato non nel suo specifico pattern.
Vero Positivo (VP): è la probabilità che un pattern sia stato correttamente
classificato come appartenente ad uno specifico pattern.
Vero Negativo (VN): è la probabilità che un pattern sia stato correttamente
classificato come non appartenente ad uno specifico pattern.
Risultati
Definiamo quindi:

Sensibilità = (VP / ( VP + FN))*100

Specificità = (VN / (VN + FP))*100
Matrice di confusione pattern F
F
Non F
F
VP
FN
Non F
FP
VN
Risultati
Matrice di confusione pattern F
Matrice di confusione pattern B
F
Non F
B
Non B
F
4
0
B
5
6
Non F
1
17
Non B
0
11
Matrice di confusione pattern L
Matrice di confusione pattern R
L
Non L
R
Non R
L
3
1
R
3
0
Non L
3
15
Non R
3
16
Sensibilità = (TP / ( TP + FN))*100
Specificità = (TN / (TN + FP))*100
Pattern F
Pattern B
Pattern L
Pattern R
Totale
Sensibilità
100%
45,45%
75%
100%
80,11%
Specificità
94,44%
100%
83,33%
84,21%
90,50%
Il modello di classificatore appare soddisfacente
Risultati

Sviluppo di un sistema hardware/software in grado di
interagire con i neuroni

Sviluppo di un sistema di apprendimento di percezioni
simulate di una rete di neuroni umani, correttamente
allenata.

Sviluppo di una opportuna ANN per la decodifica delle
reazioni dei neuroni

Sperimentazione di un sistema robotico ibrido in grado
di guidare un attuatore
Risultati

Attualmente in neurofisiologia si analizza solo la
frequenza di spike e non si arriva alla decodifica
semantica dei segnali neuronali

Non esistono teorie consolidate sull’apprendimento di
reti neurali biologiche

Abbiamo sviluppato un sistema innovativo di
decodifica dei segnali provenienti da reti di neuroni
biologici e un sistema di apprendimento basati su
riscontri sperimentali

Anche il risultato sperimentale conseguito, ossia il
movimento di un robot guidato dall’output di neuroni
biologici in base all’apprendimento di pattern sensoriali
simulati, non ha precedenti in letteratura.
Valutazione comparativa
con la letteratura

Nella letteratura esaminata in precedenza si è cercato di
affidare ad un cervello già funzionante il compito di
autoorganizzarsi sotto l’azione di stimoli esterni
Nel nostro studio si è giunti a:
 Strutturare una rete di neuroni a priori disorganizzata
seguendo la struttura di una ANN

Farle apprendere stimoli sensoriali simulati

Decodificare i segnali di output della rete
Command
La creatura bionica
Robot
Left
Left
Forward
Backward
Backward
Backward
Left
Left
Left
Left
La creatura bionica

“Cremino” è la prima creatura ibrida dotata di un
piccolo cervello umano

Scopo di questa ricerca è



Raggiungere una migliore comprensione del
meccanismo neurofisiologico della memoria e
dell’apprendimento
Sviluppare un’interfaccia efficiente fra neuroni ed
elettronica
Compiere un progresso nello sviluppo di protesi
neuroelettroniche
Problemi da risolvere

Identificazione sicura dei neuroni che formano la rete

Persistenza in vita delle cellule

Ottimizzazione della decodifica dei segnali
neurofisiologici

Crescita di complessità del sistema in modo da
effettuare esperimenti a ciclo chiuso con sensori
montati sul robot

Miniaturizzazione
Sviluppi in corso

Progetto europeo FLASHPOM: progettazione ed
implementazione di MEA speciali con piste litografate
e strato di polimeri che guidano le cellule a depositarsi
solo sopra gli elettrodi senza spostarsi

Ottimizzazione della ITSOM studio di un nuovo
algoritmo di identificazione degli attrattori caotici

Realizzazione di una ITSOM integrata in HW
Pubblicazioni

R. Pizzi, D. Rossetti, G. Cino,D. Marino, and A. Vescovi, “A CULTURED HUMAN NEURAL
NETWORK DRIVES A ROBOTIC ACTUATOR", Biosystems Journal, Elsevier ed., in corso di
pubbl.

R. Pizzi, “ARTIFICIAL MIND”, in: Reflexing Interfaces: the Complex Coevolution of Information
Technology Ecosystems , IGI group, Hershey, PA, USA

R. Pizzi, G. Cino, F. Gelain, D. Rossetti and A. Vescovi, "LEARNING IN HUMAN NEURAL
NETWORKS ON MICROELECTRODE ARRAYS", Biosystems Journal, Volume 88, Issues 12, March 2007, Pages 1-15, Elsevier ed.

Rita M.R. Pizzi, Danilo Rossetti, Giovanni Cino, Daniela Marino and Angelo L. Vescovi, “A
BIOLOGICAL NEURAL NETWORK DRIVES A ROBOTIC ACTUATOR”, Proc. CISI06,
Ancona 26–29 settembre 2006.

R. Pizzi, A. Fantasia, F. Gelain, D. Rossetti, G. Cino and A. Vescovi, “HOPFIELD AND
KOHONEN MODELS: AN IN VIVO TEST”, Proc. International Meeting on Computational
Intelligence Methods for Bioinformatics and Biostatistics, Perugia 15-17 settembre 2004,
Kluwer ed.

R. Pizzi, D. Rossetti, G. Cino, A . Vescovi, “ANOMALOUS FINDINGS IN CULTURED
NEURONS IN PRESENCE OF LASER PULSES”, in fase di revisione su: Biosystems
Journal, Elsevier

R. Pizzi, D. Rossetti, G. Cino, A.L. Vescovi and W. Baer, “NEURONS REACT TO
ULTRAWEAK ELECTROMAGNETIC FIELDS”, Quantum Mind 2007, Salzburg 23-26 Luglio
2007.
W. Baer, R. Pizzi, THE SEARCH FOR BIOLOGICAL QUANTUM COMPUTER ELEMENTS
accettato a :ICCES'08: International Conference on Computational & Experimental
Engineering and Sciences, Honololu, Hawaii, Marzo 2008

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