LE PENSIONI Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 1 LA SPESA PENSIONISTICA • Riguarda programmi di assicurazione obbligatoria • Finanziati con contributi sociali Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 2 CHE FUNZIONE HA LA PENSIONE? • Fornisce una copertura al rischio sociale di carenza di risorse economiche nella parte finale della vita Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 3 TIPI DI PENSIONI • Vecchiaia • Anzianità • Invalidità • Superstiti • Pensione sociale Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 4 RAGIONI DELL’INTERVENTO PUBBLICO • Fallimento del mercato nell’assicurare il rischio della perdita del potere di acquisto del risparmio • Esternalità negativa • Bene di merito Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 5 La pensione come bene di merito Miopia dei giovani nei confronti dei bisogni futuri Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 6 Sistemi pensionistici • Capitalizzazione • Ripartizione Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 7 Capitalizzazione • I contributi di oggi pagano la mia pensione di domani (regime privato o pubblico) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 8 Ripartizione • I contributi di oggi pagano le pensioni degli anziani di oggi (regime prevalentemente pubblico) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 9 Sistema a ripartizione e “patto intergenerazionale” Lo stato si pone come garante di un patto: se oggi contribuisco al pagamento delle pensioni di oggi, domani la prossima generazione si impegnerà a pagare la mia pensione. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 10 Modello a generazioni sovrapposte • La società è composta da due generazioni di soggetti: giovani e vecchi. • Ogni generazione vive due periodi: nel primo periodo lavora e guadagna, nel secondo è in pensione. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 11 Modello a generazioni sovrapposte • Gt generazione t-esima che inizia la vita nell’anno t • Nt numero dei membri della generazione che inizia nel periodo t. • n tasso di crescita del numero dei membri di generazioni successive • wt salario della Gt nell’anno t. • s aliquota dei contributi sociali • r tasso di interesse • P è la pensione pro-capite Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 12 t-1 t Gt-1 (N t-1) Gt-1 (N t-1) Giovani Vecchi t+1 t+2 Gt (Nt) Gt (N t) Giovani Vecchi Gt+1 (N t+1) Gt+1 (N t+1) Giovani Vecchi Gt+2 (N t+2) Nt+1 = (1+n) Nt Giovani Esempio: se n=5% e Nt=1000 Nt+1= (1+0,05)*1000=1050 Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 13 Calcolo della pensione procapite (Psc) in t+1 Con la capitalizzazione swt Nt (1+r) = Contributi sociali capitalizzati = Psc = swt Nt(1+r) = swt (1+r) Nt Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 Psc Nt Monte pensioni 14 Calcolo della pensione procapite (Psr) in t+1 Con la ripartizione swt+1 Nt+1 = Contributi sociali di Gt+1 = swt+1 Nt+1 Psr = = Pensioni di Gt swt+1 Nt(1+n) Nt Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 Psr Nt Nt 15 = swt+1(1+n) Confronto capitalizzazione ripartizione, con riferimento ai seguenti aspetti: 1. Pensione pro capite a parità di contribuzione 2. Tasso di rendimento interno 3. Effetto di shock esogeni 4. Costi della transizione Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 16 1. Pensione procapite Nel periodo t+1: Psc = swt (1+r) Psr = swt+1(1+n) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 17 Ipotesi (semplificatrice) sulla dinamica dei salari Se assumiamo che il salario cresca ogni anno in misura pari al tasso di crescita della produttività media del lavoro (u): wt+1= wt(1+u) equivale a supporre costante il rapporto tra il monte salari (pari al reddito dei giovani) e prodotto nazionale. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 18 Qualche definizione (1) Produttività media del lavoro: U 1 N Q U= = U N Q Dove: Q= produzione Monte salari sul prodotto: q (quota dei salari sul Pil) q= wN Q = w Assumo costante q U Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 19 q resta costante solo se il tasso di crescita di w wt+1=(1+w)wt è pari al tasso di crescita di U (u) Ut+1=(1+u)Ut q= wN Q = w wt+1= wt(1+u) U Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 20 Qualche definizione (2) Ut+1=(1+u)Ut tasso di crescita (u) della produttività U Nt+1 = (1+n)Nt tasso di crescita (n) della popolazione N Qt+1=(1+g)Qt tasso di crescita (g) del prodotto Q poiché Q=UN posso scrivere: (1+g) = Qt+1 Qt Ut+1Nt+1 = = (1+u)(1+n) UtNt g = u + n + un u + n Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 21 Pensione procapite Psc = swt (1+r) Psr = swt+1(1+n) Dall’ipotesi che wt+1= wt(1+u) ottengo: Psr = swt+1(1+n) = swt (1+u)(1+n) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 22 Pensione procapite Psc = swt (1+r) Psr = swt (1+u)(1+n) Ricordando che (1+u)(1+n) = (1+g): Psr = swt (1+u)(1+n) = swt (1+g) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 23 Pensione procapite Psc = swt (1+r) Psr = swt (1+g) A parità di s, Psc > Psr Se r>g Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 24 Capitalizzazione e ripartizione Qualunque sia il sistema pensionistico, il sostentamento dei pensionati grava sul prodotto nazionale corrente Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 25 Attenzione: Indipendentemente dal sistema (SC o SR), la spesa pensionistica (PN), in un dato contesto, rappresenta un trasferimento di risorse a favore degli anziani che non lavorano, che deve comunque essere prelevato dal valore aggiunto prodotto in quel contesto (Q). Se il numero dei pensionati aumenta (a parità di pensione unitaria) aumenta anche PN/Q, indipendentemente dal sistema di finanziamento. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 26 La scelta del sistema (SC o SR) ha invece rilievo nella definizione dei diritti dei pensionati su parte del valore aggiunto prodotto • SC: si basa sulla proprietà dei titoli di credito accumulati, che dà diritto ad una restituzione (con interessi) da parte di chi ha preso a prestito il risparmio; • SR: si basa su una legge dello stato, che dà diritto ad un trasferimento pubblico che trova copertura in un prelievo coattivo. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 27 2. Tasso di rendimento interno Il TIR, il tasso di rendimento interno, eguaglia, in valori finanziariamente equivalenti, i contributi versati alle prestazioni ricevute: sWt=P/(1+TIR), da cui TIR=(P/sWt)-1 Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 28 Tasso di rendimento interno Il TIR di un sistema di Capitalizzazione è r Il TIR di un sistema di Ripartizione è g Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 29 3. Effetti di shock esogeni La ripartizione entra in crisi se diminuisce • • la produttività l’occupazione • la natalità • la mortalità Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 30 Effetti di shock esogeni Gli effetti delle modificazioni demografiche sono sintetizzati da: Indice di dipendenza: il rapporto tra pensionati e occupati Nt / Nt+1 Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 31 Italia: composizione della popolazione per età 80 70 60 50 0-14 40 30 15-64 >=65 20 10 0 1951 1971 1991 2001 Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 2010 32 2030 2050 Effetti di shock esogeni La Capitalizzazione è esposta ai rischi di •fluttuazioni dei tassi di interesse reali, •inflazione •crisi finanziarie Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 33 Effetti di shock esogeni La Capitalizzazione è preferibile se il tasso di interesse reale aumenta e supera il tasso di crescita del Pil Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 34 Capitalizzazione e ripartizione Non esiste un unico tasso di interesse. Ciò che conta è il tasso di rendimento realizzato dal fondo pensionistico Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 35 Rendimento e varianza di portafogli finanziari e del Pil - 1967-90 r Australia 2,7 Belgio 0,1 Francia 5,2 Germania 6,1 UK 3,8 Italia 1,9 Olanda 4,5 US 2,1 Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 var. 16,1 16,7 15,9 15,2 14,8 18,7 17,0 12,9 36 D%Pil 3,6 3,1 3,3 2,8 2,4 3,6 3,4 2,6 var. 1,9 2,2 1,7 2,3 2,3 2,5 2,8 2,2 Effetti di shock esogeni I sistemi sono esposti a rischi diversi: Ripartizione shock demografici n shock di produttività u Capitalizzazione shock finanziari (r nominale, inflazione) r Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 37 4. Passaggio da ripartizione a capitalizzazione Doppia contribuzione: per un periodo si devono pagare contributi per le pensioni di oggi e fare accantonamenti per le pensioni di domani Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 38 Alcune conclusioni su capitalizzazione e ripartizione • Le pensioni sono sempre pagate con il reddito corrente • A parità di s, PSR >PSC se g>r • R è affetto da shock demografici e di produttività; C è affetto da shock finanziari Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 39 Alcune conclusioni su capitalizzazione e ripartizione • Una combinazione di C e R consente di ridurre il rischio • Il passaggio da R a C pone il problema della doppia contribuzione Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 40 Altre caratteristiche dei sistemi pensionistici • A beneficio definito (BD) e a contribuzione definita (CD) • A ripartizione di tipo contributivo e di tipo retributivo Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 41 Beneficio definito (bd) e contribuzione definita (cd) • BD: definisce la prestazione; la contribuzione è variabile • CD: definisce la contribuzione, è variabile la prestazione Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 42 Sistema a ripartizione retributivo e contributivo La misura della pensione dipende prevalentemente: Retributivo: dall’entità del salario Contributivo: dall’ammontare dei contributi versati Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 43 Sistema a ripartizione retributivo La pensione è calcolata come prodotto tra : • tasso di rendimento (es. 2%) • numero degli anni di contribuzione • retribuzione pensionabile (es. ultima retribuzione o media di anni) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 44 Sistema a ripartizione contributivo La pensione è calcolata in modo che esista una stretta corrispondenza tra valore attuale dei contributi e valore attuale atteso delle prestazioni pensionistiche Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 45 Sistemi a ripartizione patti intergenerazionali Nei sistemi a ripartizione è implicito un patto intergenerazionale riguardante il modo in cui il rischio (demografico e produttività) è ripartito tra giovani e vecchi. La ripartizione del rischio dipende dal modo in cui è determinato l'importo della pensione e della contribuzione Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 46 Sistemi a ripartizione patti intergenerazionali • Tasso di sostituzione fisso (TSF) • Posizioni relative fisse (PRF) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 47 Patti intergenerazionali tasso di sostituzione fisso (tsf) La pensione è una quota costante del salario percepito nel periodo di lavoro (sistema retributivo) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 48 Patti intergenerazionali posizioni relative fisse (prf) E’ costante il rapporto tra pensione procapite dei vecchi e salario netto dei giovani Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 49 Condizione di equilibrio finanziario Nel periodo t+1 PtNt = swt+1 Nt+1 = swt (1+u) Nt(1+n) Aliquota di equilibrio s= Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 Pt wt (1+u)(1+n) 50 1. PENSIONE PROCAPITE Pt = sw t+1 N t+1 Nt = swt (1+u)(1+n) 2. SALARIO NETTO wNettot+1 = (1-s) wt+1 = (1-s) wt (1+u) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 51 Tasso di sostituzione fisso : Pt = k wt Aliquota di equilibrio Pt s= wt (1+u)(1+n) = k (1+u)(1+n) Pensione procapite Pt = k wt Salario netto wNettot+1 = (1-s) wt (1+u) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 52 Pt Posizioni relative fisse : k = (1-s) wt+1 Aliquota di equilibrio k (1-s) Pt s= = wt(1+u)(1+n) (1+n) k = 1+n+k Pensione procapite Pt = k (1-s) wt+1 = k (1-s) wt (1+u) Salario netto wN t+1 = (1-s) wt (1+u) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 53 Pt Posizioni relative fisse : k = (1-s) wt+1 Aliquota di equilibrio k s= 1+n+k Pensione procapite Pt = k (1-s) wt (1+u) Salario netto wN t+1 = (1-s) wt (1+u) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 54 Abbiamo esaminato due modelli di patti intergenerazionali; ma ne sono possibili altri. Inoltre nella realtà elementi spuri. ES: indicizzazione ai salari; presenza di elementi assistenziali; presenza di aspetti attuariali; differenze tra categorie di lavoratori; ecc. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 55 LE PENSIONI IN ITALIA Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 56 Verso la riforma Dini... • Il sistema pensionistico prima della riforma Amato • La riforma di Amato Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 57 La riforma Amato Quattro tipi di intervento: 1. Aumentare l’età pensionabile 2. Ridefinire la retribuzione pensionabile 3. Limitare le indicizzazioni 4. Disincentivare le pensioni di anzianità Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 58 La riforma Amato Pensione di vecchiaia per chi ha: • lavorato almeno 20 anni • 65 anni se maschio e 60 se femmina Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 59 La riforma Amato Pensione di vecchiaia è pari a: • tasso di rendimento (2 punti per anno di contribuzione) x la retribuzione pensionabile • la retribuzione pensionabile è una media particolare di tutti gli anni di contribuzione • la pensione è indicizzata solo ai prezzi e non ai salari Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 60 La riforma Amato Pensione di anzianità per chi ha lavorato almeno 35 anni • Disciplina transitoria favorevole ai pensionati attuali • Effetti limitati nel breve periodo, più significativi nel lungo Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 61 La riforma Dini del 1995 • Introduzione di un sistema a ripartizione di tipo contributivo • Separazione tra previdenza e assistenza nelle gestioni Inps • Semplificazione delle gestioni pensionistiche Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 62 La capitalizzazione t1 t2 t3 t4 sw sw P P MC = MP MC = sw (1+r)2 + sw (1+r) MP = P + P/(1+r) = sw[(1+r)2 +(1+r)] = P[1+ 1/(1+r)] sw[(1+r)2 +(1+r)] P= C= 1+1/(1+r) Coefficiente di trasformazione Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 63 1 1+1/(1+r) P = MC*C Riforma Dini - calcolo della pensione • aliquota di computo del 33% • età pensionabile: tra i 57 e i 65 anni La pensione è il prodotto tra: • montante contributivo • coefficiente di trasformazione Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 64 Riforma Dini - calcolo della pensione Il montante contributivo è pari • al montante dei contributi versati al momento di inizio del periodo di quiescenza • capitalizzati con un tasso pari alla variazione media quinquennale del Pil Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 65 Riforma Dini - calcolo della pensione Il coefficiente di trasformazione è calcolato in modo coerente con l’equivalenza tra monte contributivo e valore attuale delle prestazioni pensionistiche attese, sulla base di un tasso di rendimento dell’1,5% Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 66 Riforma Dini - calcolo della pensione I coefficienti di trasformazione tengono conto: • del tasso di rendimento reale della rateizzazione pari all’1,5% • delle aspettative di vita Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 67 Riforma Dini - calcolo della pensione La pensione della riforma Dini è una pensione reale costante che garantisce una corrispondenza tra contributi versati e prestazioni ricevute Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 68 La riforma Dini t1 t2 sw sw t3 t4 P P MC = MP MC = sw (1+g)2 + sw (1+g) MP = P + P/(1+i) sw[(1+g)2 P= = P[1+ 1/(1+i)] +(1+g)] C= 1+1/(1+i) Coefficiente di trasformazione Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 69 1 1+1/(1+i) P = MC*C Riforma Dini - calcolo della pensione Per g = i = r la pensione Dini è identica a quella ottenibile in un sistema a capitalizzazione Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 70 Riforma Dini: sintesi del metodo di calcolo Contributi sociali pari al 33% del reddito Rivalutati ogni anno sulla base della variazione media del Pil del quinquennio precedente Montante contributivo x Coefficiente di trasformazione Pensione annua Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 71 Riforma Dini: le variabili da cui dipende P ++++ P = MC(s,g,w,l) +C(i, p) = 1 = [sw (1+g)2 + sw (1+g)] 1+ 1/(1+i) P = F( s, g, w, l, i, p) La pensione aumenta - se aumentano: s, g, w, l, i - se diminuisce: p Dove: l = durata carriera lavorativa p = durata pensione Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 72 Riforma Dini: un esempio Assunzioni: Stato stazionario (g=0); w=1; s=33% Prima ipotesi: Assumo i=0 con l=40, p=20 Monte contributivo: sl Pensione annua: sl/p 0,66 = tasso di sostituzione. Seconda ipotesi: con i=1,5% 0,76 = tasso di sostituzione. Terza ipotesi: con i=1,5% e l=35, p=25 0,56 = tasso di sostituzione. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 73 Riforma Dini e patti intergenerazionali La riforma Dini crea “pensioni di annata”, perché le pensioni sono indicizzate solo ai prezzi e non ai salari Non rispetta il principio delle Posizioni Relative Fisse Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 74 Riforma Dini e patti intergenerazionali Nella riforma Dini Il rapporto tra spesa pensionistica aggregata e monte salari è costante e pari all’aliquota di equilibrio coerente con il patto di tipo P/W costante Il rischio demografico ricade sui pensionati Il rischio produttività è condiviso da pensionati e lavoratori Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 75 Dimostrazione della tesi La pensione Dini è coerente con il patto intergenerazionale Monte pensioni/Monte salari costante (MW/MP = k) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 76 Ipotesi • Alcune ipotesi semplificatrici: - modellino a 4 generazioni di cui 2 sovrapposte: - si assume w=u=0 e pertanto g = n Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 77 1 N1 W 2 3 4 5 6 7 N1 W N1 P N1 P N2W N2 W N2P N2 P N3 W N3 W N3 P N3 P N4W N4 W N4 P N4 P Al tempo 4, quando il sistema è a regime, il rapporto tra monte pensioni e monte salari è il seguente: MP = (N1+N2) P = MW (N3+N4) w P = (1+n)2 w Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 78 N1(1+1+n) P N3 (1+1+n) w Pensione con Dini • s w[ (1+g)2 + (1+g) ]= P+ P 1+r s w (1+g) (1+g+1) P = = 1 + 1 2+r 1+ r 1+r Se poniamo r=g=n si ha P = s w (1+g) 2 Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 s w (1+g) (2+g) 79 Ipotesi • Porre r = g significa considerare un sistema Dini puro in cui il tasso atteso di crescita del PIL, fissato prudenzialmente 1,5%, per tener conto di elementi assistenziali del sistema e di aliquote di contributive di computo superiori a quelle effettive, possiamo porre, nel modello astratto r = g Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 80 • S e ora riprendiamo l’espressione del rapporto tra monte pensioni e monte salari ottenuta prima e sostituiamo a P il valore che assume la pensione nella riforma DINI abbiamo, ponendo n = g, otteniamo: Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 81 P w (1+n)2 = s w (1+n) 2 w (1+n)2 = s Per cui, con g = r il rapporto tra monte pensioni monte salari risulta uguale all’aliquota di contributiva. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 82 Riforma Dini e aliquote contributive Dipendenti Autonomi Altri lav. Autonomi Aliquota contributiva computo 32,7 33 16-17 20 13 13 Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 83 Aspetti macroeconomici: alcune assunzioni importanti Se: • r=g • costanza dei tassi di crescita delle principali variabili esogene: w, n (steady state) • quote distributive costanti (wN/Q) Allora: • L’aliquota di equilibrio è = s • Il rapporto PN/Q è costante La riforma Dini è finanziariamente sostenibile Es: con wN/Q=50% e s=33%, allora PN/Q=16,5% Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 84 Aspetti macroeconomici: quali sono le conseguenze delle assunzioni fatte? 1. Alzare l’età pensionabile non riduce PN/Q: a maggiori contributi versati corrispondono pensioni unitarie più elevate Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 85 Aspetti macroeconomici: quali sono le conseguenze delle assunzioni fatte? 2. La riforma Dini è finanziariamente sostenibile: PN/Q è costante 2.1 Potrebbe però essere ad un livello non desiderabile 2.2. In ogni caso ci sono i rischi derivanti da shock esogeni (demografici e di produttività) che possono modificare il rapporto PN/Q Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 86 Riforma Dini e sostenibilità finanziaria Il rapporto spesa pensionistica/Pil, sulla base di ragionevoli ipotesi, nel lungo periodo tende a valori prossimi al 13-14% del Pil Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 87 Ma … disciplina transitoria della riforma Dini • Applicazione del contributivo solo per assunti dal 1995: a regime per i “giovani” • Vecchia normativa Amato per chi ha anzianità di lavoro superiore a 18 anni (nel 1995) • Pro rata per coloro che hanno un’anzianità di lavoro inferiore a 18 anni (nel 1995) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 88 16 Spesa pensionistica in rapporto al Pil 15,5 15 14,5 14 13,5 13 2000 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 89 Riforma Dini e sostenibilità finanziaria La riduzione delle aliquote contributive e l’allungamento degli anni lavorati hanno effetti positivi sulla riduzione della spesa pensionistica rispetto al Pil Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 90 Aumento dell'età pensionabile (dal 2008) progressivo (dal 2008 al 2013) innalzamento dell'età minima per le pensioni di anzianità dai 57 ai 61 anni (62 per gli autonomi) eliminazione dell'intervallo 57-65 anni previsto dal sistema contributivo Dini e sua sostituzione con età "legale" di 65 anni (e 60 per le donne) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 91 Le riforme degli anni 2004-10: Mirano a realizzare risparmi di spesa e maggiore sostenibilità finanziaria di lungo periodo, operando sia sulle pensioni di anzianità, sia sull’assetto del sistema a regime. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 92 La riforma Maroni (l. 243/2004) e successive Pensioni di anzianità - Criteri di accesso più severi in base ad un duplice requisito: - età anagrafica - c.d. “quota” (somma di età anagrafica e dell’anzianità contributiva) Per un lavoratore dipendente, fino alla fine del 2012, l’accesso è consentito se sono raggiunti i 60 anni di età e una quota superiore a 96; (97 dopo il 2013 con un’età minima di 61 anni). - Condizioni leggermente più restrittive per un lavoratore autonomo. - In ogni caso, requisito minimo contributivo di 35 anni. Accesso comunque possibile con 40 anni di anzianità contributiva, indipendentemente dall’età anagrafica. - Alla maturazione dei requisiti sono poi previsti differimenti dell’inizio effettivo, pari a 12 mesi per i lavoratori dipendenti e 18 mesi per gli autonomi. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 93 La riforma Maroni (l. 243/2004) e successive Assetto a regime Eliminazione dell’elemento di flessibilità in uscita (l’intervallo di età 57-65) previsto dalla riforma Dini. Nel settore privato l’età legale di pensionamento è fissa: 65 anni per gli uomini e 60 anni per le donne. - Nel pubblico impiego, a partire dal 2012, l’età di pensionamento delle donne è equiparata a quella degli uomini (65 anni). Una riforma poco razionale dato che nella riforma Dini la scelta di anticipare l’età pensionabile è neutrale sotto il profilo della sostenibilità finanziaria. Adeguamento automatico dei coefficienti di trasformazione, a partire dal 2013, per tener conto delle variazioni che intercorrono nella dinamica delle variabili demografiche (mortalità, fertilità, migrazione netta) e macroeconomiche (crescita del PIL e della massa retributiva). Adeguamento dei coefficienti di trasformazione da decennale a triennale, non più soggetto a negoziazione tra le parti sociali. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 94 TFR riforma entrata in vigore nel 2007. Essa chiede ai lavoratori di scegliere se mantenere il Tfr maturato successivamente alla riforma come tale o se destinarlo a una forma pensionistica complementare; in questo secondo caso la scelta è irreversibile. Nel caso in cui il lavoratore non compia nessuna scelta esplicita vale la regola del “silenzio assenso”: il Tfr viene trasferito al fondo pensionistico chiuso, ove esistente, o alla forma pensionistica complementare alla quale abbia aderito il maggior numero di lavoratori dell’azienda o, in via residuale, a un’apposita forma pensionistica complementare da istituirsi presso l’Inps. Nel caso in cui il lavoratore opti per il mantenimento del Tfr, le quote accantonate vengono lasciate presso l’azienda di appartenenza solo per le aziende con meno di 50 dipendenti. Per le aziende con almeno 50 dipendenti, tali quote sono trasferite ad un apposito "fondo per l’erogazione del Tfr ai dipendenti del settore privato" gestito dall’Inps per conto dello Stato. Il conferimento del Tfr ai fondi pensione è favorito da una disciplina dei riscatti e delle anticipazioni nel caso di adesione ai fondi pensione, che riconosce al lavoratore che aderisce alla previdenza complementare vantaggi analoghi a quelli riconosciuti dal Tfr. Viene anche allentato l’obbligo di conversione in rendita del capitale accumulato, al momento del pensionamento. La riforma interviene poi sul regime fiscale dei fondi pensione, ampliando significativamente le agevolazioni concesse. Alla deducibilità dei contributi e ad una tassazione ridotta nella fase di accumulazione si accompagna ora una tassazione proporzionale, tanto più contenuta quanto più ampio è il periodo di contribuzione, delle prestazioni, con aliquote che variano dal 15 al 9%, che rende il regime di tassazione della previdenza integrativa molto più agevolato fiscalmente rispetto a quello riservato alla previdenza pubblica. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 95 Le pensioni dei lavoratori dipendenti nel settore privato in Italia Pensione di anzianità Pensione di vecchiaia Criterio di accesso Calcolo della pensione 65 anni per gli uomini 60 anni per le donne, gradualmente elevato a 65 ( nel 2026) Raggiungimento di quota 96, con almeno 60 anni di età (dal 2013 quota 97 con almeno 61 anni di età) e almeno 35 anni di contribuzione. Comunque garantita con 40 anni di contribuzione differimento di un anno Lavoratori con anni di contribuzione >18 anni nel 1995 Metodo retributivo: tasso di rendimento (2 % x anni di contribuzione; tetto massimo dell’80%) x retribuzione pensionabile Pensione indicizzata ai prezzi Lavoratori con anni di contribuzione <18 anni nel 1995 Metodo pro rata retributivo/contributivo Lavoratori entrati nel mercato del lavoro dopo il 1995 Metodo contributivo: massa contributiva x coefficiente di trasformazione Pensione indicizzata ai prezzi Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 96 Fine Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 97 Il ruolo della previdenza integrativa: il modello dei tre pilastri • Pubblico a ripartizione (BD) • Fondi pensione collettivi (aziendali o di categoria) a capitalizzazione (CD o BD) • Piani pensionistici individuali (CD) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 98 Fondi pensioni collettivi: elementi costitutivi • Diritto di accesso • Modalità di maturazione dei diritti (CD o BD) • Possibilità di trasferimento dei diritti maturati (CD meglio di BD) • Creazione di un fondo o assicurazione di gruppo • Modalità di gestione del fondo (impresa, esterno) • Regolamentazione del rapporto tra società e fondo Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 99 Fondi pensioni collettivi: ragioni di una normativa agevolata • Condizioni non discriminatorie nell’accesso • Regole di maturazione dei benefici e trasferibilità • Quota dei benefici corrisposta come capitale o rendita • Sicurezza dell’investimento finanziario (vincoli al gestore) • Trasparenza della gestione Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 100 Previdenza integrativa: aspetti problematici • I tre pilastri: Complementari o sostituti? (Opting out) • Rischio politico vs rischio finanziario • Rischio di enfatizzare troppo i vantaggi della previdenza integrativa… Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 101 Previdenza integrativa: rischi • Storicamente, la relazione tra g e r è variabile • I rendimenti azionari sono più elevati perché più volatili • Diviene più serio il problema delle pensioni di annata Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 102 Previdenza integrativa: rischi • La tutela dall’inflazione è minore o nulla • I costi amministrativi sono elevati (possono raggiungere il 40%) • Anche i sistemi a capitalizzazione devono fare i conti con i rischi demografici Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 103 La previdenza integrativa in italia Storicamente - a livello aziendale: Tfr - a livello individuale: assicurazioni sulla vita Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 104 L’istituzione dei fondi pensione Decreto legislativo n. 124/93 e revisione del 1995 (riforma Dini) • • Fondi pensione chiusi Fondi pensione aperti Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 105 Finanziamento dei fondi pensione • • Quote del Tfr Contributi del lavoratore • Contributi del datore PROBLEMA: come convincere lavoratori e imprese che il TFR va superato e quali incentivi adottare per indurre la contribuzione volontaria? Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 106 TFR: suo ruolo • • • Sostitutivo di altre forme di ammortizzatori sociali Possibilità di accedere a finanziamenti da parte del lavoratore in mercati finanziari imperfetti (acquisto casa) Fonte di finanziamento soprattutto per la piccola impresa Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 107 Mobilizzazione del TFR • • Agevolazioni fiscali Cartolarizzazione del Tfr Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 108 Le agevolazioni fiscali • • Ampliamento della deducibilità dei contributi Omogeneizzazione del trattamento fiscale di tutte le forme di previdenza privata (collettiva e individuale) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 109 Problemi e prospettive del sistema pensionistico 1. 2. Gestione della transizione (contenimento della spesa per pensioni sul Pil nei prossimi tre decenni) Assetto a regime del sistema (equità inter-eintragenerazionale; sviluppo della previdenza complementare) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 110 Il disegno di legge delega di riforma del sistema pensionistico (2003-04) 1. 2. Transizione: modifica delle regole di accesso alle pensioni anzianità (sia con incentivi sia con inasprimento delle modalità di computo) Assetto: innalzamento obbligatorio dell’età pensionabile; meccanismo di silenzio/assenso per la mobilizzazione del TFR Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 111 La legge di riforma del sistema previdenziale n. 243/ 2004 Cosa è rimasto del ddl delega di riforma delle pensioni? 1. 2. 3. "Superbonus": incentivo al posticipo per i dipendenti privati (fino al 2007) più severi requisiti di età (dal 2008) linee guida per la previdenza complementare (devoluzione del tfr) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 112 "Superbonus" (fino al 2007) • possibilità per i dipendenti privati che hanno maturato il diritto alla pensione di anzianità, di continuare a lavorare, congelando l'importo della pensione e trasformando i contributi (32,7% dello stipendio lordo) in remunerazione aggiuntiva esente da Irpef. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 113 Aumento dell'età pensionabile (dal 2008) progressivo (dal 2008 al 2013) innalzamento dell'età minima per le pensioni di anzianità dai 57 ai 61 anni (62 per gli autonomi) eliminazione dell'intervallo 57-65 anni previsto dal sistema contributivo Dini e sua sostituzione con età "legale" di 65 anni (e 60 per le donne) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 114 Previdenza complementare introduce il principio del silenzio/assenso nel conferimento del tfr parificazione tra fondi aperti e chiusi per quanto concerne la portabilità enfasi sulla de-tassazione del risparmio pensionistico Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 115 Pensioni d’annata Figure 5 Ratio between average old-age pension benefits and average earnings. 2010-2050 70.0% 65.0% 60.0% 55.0% 50.0% 45.0% 40.0% 35.0% 30.0% 2010 2015 2020 2025 2030 2035 2040 2045 2050 year Source: CAPP_DYN Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 116 Figure 6 Gross replacement ratio for new pensioners. 2010-2050 Notes: Vertical lines identify the 95% Confidence interval around the mean of individuals' replacement ratios. Background area graph shows the percentage of new retirees by pension regimes (secondary axis), giving a broadly idea on how the three groups of pensioners (earnings related, mixed system and contribution related) are expected to evolve during the simulated years. It is worthwhile to notice that only at the beginning and at the end of the observed period a clear superiority of one of the three groups of pensioners emerges. In the middle of the period of analysis all three groups of pensioners will be present at the same time implying an increases in the heterogeneity observed in the level of pension benefits received. Source: CAPP_DYN Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2006 117