LA POLITICA DI COESIONE La politica di coesione, di cui i Fondi Strutturali sono uno strumento di attuazione, è uno dei pilastri su cui si basa il processo di unificazione dell'Unione Europea, insieme al Mercato Unico e all’ Unione Monetaria; L‘obiettivo principale della politica di coesione è quello di colmare le disuguaglianze, sia economiche che sociali, che dividono i vari Paesi Membri (continuando ad aiutare anche le regioni dei 15 Stati già Membri, in cui il processo di recupero è ancora 1 incompleto) IMPATTO DELL'AMPLIAMENTO • La popolazione dell'Unione passa da 380 a 454 milioni (EU 25) ed a 485 milioni (UE 27) • I futuri SM hanno un tasso di crescita più elevato (4% per anno in media contro 2,5% UE 15) • Il PIL per ab. scende : - 12,5 % UE 25, 18 % UE 27 in euro 2 Obiettivi della programmazione 2007-2013 Obiettivo1 Convergenza e competitività Obiettivo 2 Competitività regionale e occupazione Obiettivo 3 Cooperazione territoriale europea 3 Obiettivo 1 Convergenza (sostituisce l’attuale obiettivo 1) Sostegno alla crescita e alla creazione dell’occupazione nelle regioni meno avanzate Quattro i temi principali: ( che potranno beneficiare del cofinanziamento di programmi nazionali e regionali) 1) Modernizzare e diversificare la struttura economica; 2) Realizzare e migliorare le infrastrutture di base, l’accesso al mercato, la protezione dell’ambiente e la prevenzione dei rischi; 3) Migliorare la qualità delle istituzioni, del mercato del lavoro e dei sistemi d’istruzione e formazione e potenziare il capitale umano; 4) Potenziare la capacità amministrativa 4 Obiettivo 1 Convergenza Risorse e beneficiari Risorse disponibili: 264 miliardi di euro pari al 78.5% del totale destinato ai Fondi Strutturali Paesi beneficiari: tutte le zone che hanno un Pil inferiore al 75% della media comunitaria Programmi monofondo sostenuti dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e dal Fondo Sociale Europeo (FSE). All’interno di tale pacchetto è previsto anche l’obiettivo 1bis, ovvero l’Aiuto transitorio fino al 2013: Regioni (dei 15) che subiscono il c.d. effetto statistico, ossia quelle il cui Pil per abitante risulta essere superiore al 75% della media comunitaria nell’Ue a 25, ma sarebbe stato inferiore al 75% della media comunitaria calcolata in un Ue a 15, (phasing out statistico) In Italia tale effetto statistico inciderà sulla Basilicata (phasing out); mentre la Sardegna è in phasing in, per arricchimento naturale 5 Obiettivo 2 Competitività (Sostituisce gli attuali obiettivi 2 e 3) Competitività regionale e occupazione: anticipare e incoraggiare il cambiamento Comprende due campi d’azione: 1. Competitività regionale (FESR): - innovazione e società della conoscenza - accessibilità e servizi d’interesse generale - ambiente e protezione dai rischi 2. Occupazione (strategia europea per l’occupazione), (FSE): - adattabilità dei lavoratori e delle imprese - incremento dei tassi di occupazione - accessibilità al mercato del lavoro per i soggetti “deboli” 6 Obiettivo 2 Competitività Risorse e beneficiari Realizzazione delle priorità fissate nella strategia di Lisbona e di Goteborg: rendere l'UE l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica al mondo in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione a livello sociale. Risorse disponibili: 57.9 miliardi di euro (17.2% del totale dei FS) Paesi beneficiari: tutte le regioni UE fuori ob.1 7 Obiettivo 3 Cooperazione territoriale europea Promuovere uno sviluppo armonioso ed equilibrato del territorio dell'Unione Azioni: - favorire la cooperazione transfrontaliera (riguarderà tutte le regioni lungo i confini esterni e interni sia terrestri che marittimi), transnazionale ed interregionale sulla base del modello INTERREG Obiettivo chiave fornire soluzioni congiunte ai problemi comuni tra autorità vicine, come per esempio lo sviluppo urbano, rurale e costiero, lo sviluppo di relazioni economiche e la creazione di reti di piccole e medie imprese Risorse disponibili: 14 miliardi (4.2 % del totale dei FS). Sostenere azioni di sviluppo dell'esperienza Interreg. dei territori dell'Unione, mediante l'utilizzo 8 Il sistema di attuazione Programmazione: semplificazione • Confermati i principi di successo della politica europea di coesione (programmazione, partenariato, cofinanziamento, addizionalità, valutazione) • Riduzione degli strumenti finanziari: da 6 a 3 (FESR, FSE, Fondo di Coesione) • Programmi monofondo: i futuri interventi del Fesr e del Fse seguiranno il principio “1 fondo 1 programma” (valevole anche per il FEASR) • Soppressione del Complemento di programmazione • Soppressione della zonizzazione 9 La nuova programmazione: 2007-2013 FEAGA (Fondo Europeo Agricolo per la Garanzia) Politica dei prezzi e dei mercati DUE FONDI FEASR (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) Politica Strutturale 10 Programmazione 2000-2006 1/10 REGIONI FUORI OBIETTIVO 1 - 1 Piano di Sviluppo Rurale per ciascuna Regione REGIONI OBIETTIVO 1 - 1 Programma Operativo Regionale per ciascuna Regione - 1 Piano di Sviluppo Rurale per ciascuna Regione (limitato a 4 misure) TERRITORIO NAZIONALE - 1 Programma “LEADER+” per ciascuna Regione - 1 Programma nazionale per la Rete “LEADER+” 11 Fase 2007-2013 3/10 REGIONI OBIETTIVO COMPETITIVITA’ REGIONALE E OCCUPAZIONE REGIONI OBIETTIVO CONVERGENZA REGIONI PHASING IN/OUT 12 Il nuovo regolamento sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del FEASR La riforma della PAC, prevista dal Regolamento n.1782/2003, ha introdotto cambiamenti di rilievo che incideranno in maniera significativa sulle economie rurali della comunità, in termini di modelli di produzione, modelli di gestione e condizioni socioeconomiche Nel nuovo periodo finanziario l’attenzione principale, per la riforma della Politica Agricola, verrà rivolta allo sviluppo rurale Oltre la metà della popolazione dell’Ue a 25 vive in zone rurali le quali rappresentano il 90% del territorio europeo Sviluppo rurale settore politico importante 13 Sfide e problemi Le sfide e i problemi a cui la nuova politica di sviluppo rurale deve rispondere riguardano i seguenti ambiti: • Economico: reddito inferiore alla media, popolazione attiva di età avanzata, forte dipendenza dal settore primario • Sociale: elevata disoccupazione, densità demografica bassa, spopolamento, rischio di esclusione sociale • Ambientale: gestione degli equilibri agricolturaspazio naturale 14 Una politica di sviluppo rurale in linea con gli orientamenti di Lisbona e Goteborg La politica di sviluppo rurale dell’ Ue segue gli orientamenti generali per uno sviluppo sostenibile, in linea con quanto stabilito dalle strategie di Lisbona e Goteborg, essendo principalmente orientata «a soddisfare le domande della società relativamente alla sicurezza e qualità alimentare, alla differenziazione dei prodotti, al benessere degli animali, alla qualità ambientale e alla conservazione della natura e dello spazio rurale» 15 L’importanza della dimensione europea della politica di sviluppo rurale Che deve: • accompagnare e completare la nuova riforma della PAC e assicurare la coerenza con gli strumenti e le politiche del primo pilastro; • contribuire alle altre priorità dell’Unione come la gestione sostenibile delle risorse naturali, l’innovazione e la competitività nelle zone rurali, la coesione economica e sociale; • maggiore equilibrio tra la dimensione settoriale, che dovrà necessariamente mantenere, (ristrutturazione dell’agricoltura) e la dimensione territoriale, che dovrà ulteriormente consolidare (gestione dello spazio rurale e sviluppo socio-economico delle zone rurali) 16 Le novità della riforma • Obiettivi ed Assi (Art. 2.c e Art. 71.6) Semplificazione della programmazione: un solo fondo, un solo tipo di programma, una sola procedura Eliminata la corrispondenza univoca tra assi e obiettivi Ciascun asse potrà contribuire al conseguimento di uno o più obiettivi 17 SEMPLIFICAZIONE Con l’istituzione di un unico strumento di finanziamento e di programmazione si avrà una forte semplificazione della gestione e del controllo della nuova politica agricola. Nel contempo risulteranno aumentate l’omogeneità, la trasparenza e la visibilità, ma soprattutto gli SM e le regioni disporranno di maggiore libertà in sede di attuazione dei programmi «Un fondo, un programma, un controllo unico. E’ questo il principio di una politica di sviluppo rurale nuova, più efficiente, omogenea e visibile» Fischler 18 TITOLO I Obiettivi e regole generali d’intervento Capitolo I: campo di applicazione e definizioni Capitolo II: missioni e obiettivi Capitolo III: principi di intervento (partenariato) 19 La Mission del FEASR (art.3) Il Fondo contribuisce alla promozione dello sviluppo rurale sostenibile, nei territori della Comunità - in maniera complementare rispetto alle politiche di mercato e di sostegno al reddito, applicate nell’ambito della PAC nonchè alla politica di coesione e alla politica comune della pesca OBIETTIVI (art.4) 1. Migliorare la competitività dell’agricoltura e della silvicoltura tramite un sostegno alla ristrutturazione 2. Migliorare l’ambiente e lo spazio rurale tramite un sostegno alla gestione del territorio 3. Migliorare la qualità della vita nelle zone rurali e promuovere la diversificazione delle attività economiche 20 TITOLO II Approccio strategico per lo sviluppo rurale Capitolo I: Linee guida strategiche della comunità (PSC) Capitolo II: Piano Strategico Nazionale Capitolo III: Monitoraggio strategico 21 PIANO STRATEGICO COMUNITARIO (art.9) Il Consiglio europeo stabilisce un Piano Strategico Comunitario in materia di sviluppo rurale per il periodo 2007-2013 Esso stabilisce: • Le priorità strategiche in materia di sviluppo rurale per l’attuazione di ciascuno degli assi del FEASR Il PSC sarà adottato entro settembre 2005 22 PIANO STRATEGICO NAZIONALE (art.11) Lo Stato Membro presenta un PSN nel quale indica le priorità dell’azione del Fondo e dello SM interessato, sulla base del PSC in materia di sviluppo rurale Il PSN rappresenta uno strumento di riferimento per la programmazione del Fondo e la sua attuazione si realizza tramite i programmi di sviluppo rurale. Contenuti del PSN: • valutazione della situazione economica, sociale e ambientale e delle potenzialità di sviluppo • strategia adottata, coerente nelle scelte operate con il PSC •Priorità tematiche in materia di sviluppo rurale per ciascuno degli assi e l’asse Leader, compresi gli obiettivi quantificati e gli indicatori di monitoraggio e di valutazione • l’elenco dei programmi di sviluppo rurale delle diverse regioni che attuano le priorità del PSN, la ripartizione indicativa del Fondo per ogni programma, compresi gli importi derivanti dalla modulazione • i mezzi volti ad assicurare il coordinamento con gli altri strumenti della PAC e con la politica di coesione • la descrizione delle modalità e l’importo destinato all’implementazione della rete rurale nazionale Ogni SM prepara il proprio PSN immediatamente dopo l’adozione del PSC, successivamente lo trasmette alla commissione prima della presentazione dei programmi di sviluppo rurale 23 La programmazione 6/10 Tavolo di concertazione per il PSN • E’ stato istituito nello scorso febbraio a seguito dell’accordo sottoscritto in seno alla Conferenza StatoRegioni • Mandato: redazione del Piano Strategico Nazionale nel settore dello Sviluppo Rurale (PSN) • Partecipano tutte le Amministrazioni centrali e regionali competenti, come pure le parti sociali e le associazioni di categoria 24 7/10 La programmazione Dagli Orientamenti strategici UE al PSN ed ai Documento strategici regionali • Il PSN e i Documenti strategici regionali sono redatti parallelamente, in coerenza con gli orientamenti UE • Coerenza verticale (fra i vari livelli di programmazione) • Coerenza orizzontale esterna (fra FEASR, gli altri fondi e le altre politiche) • Coerenza orizzontale interna (fra I e II pilastro; FEASR e FEAGA; nel II pilastro fra PSR) 25 Monitoraggio strategico (Art. 12) Rapporti di attuazione ogni 2 anni (il primo nel 2010, l’ultimo nel 2014) Stato Membro Ogni SM presenta ogni due anni, a partire dal 2010, alla Commissione un rapporto relativo allo stato di attuazione della propria strategia, degli obiettivi e del contributo al conseguimento del PSC per lo sviluppo rurale Il rapporto biennale dello SM sintetizza i rapporti biennali di attuazione dei PSR e contiene: •L’attuazione e i risultati dei PSR in relazione agli indicatori stabiliti nel PSN •I risultati delle azioni di valutazione in itinere per ogni PSR 26 Monitoraggio strategico (Art. 13) Rapporti di attuazione ogni 2 anni (il primo nel 2010, l’ultimo nel 2014) Commissione Anche la Commissione redige un rapporto biennale, a partire dal 2010, contenente le tendenze, le sfide e gli sviluppi principali collegati all’attuazione dei PSN e dei PSC Il rapporto della Commissione si basa sui rapporti degli SM, viene poi trasmesso al Consiglio, al Parlamento, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni. 27 TITOLO III Programmazione Capitolo I: Programmi di Sviluppo Rurale Capitolo II: Preparazione, approvazione e revisione 28 Programmi di Sviluppo Rurale (art.14) • L’azione del FEASR negli SM viene attuata tramite i PSR. Tali programmi attuano una strategia di sviluppo rurale attraverso una serie di misure conformi agli assi prioritari stabiliti dal FEASR • Lo SM può presentare sia un programma unico per tutto il suo territorio, che un programma per ogni regione 29 Equilibrio tra assi (Art. 16) Asse 1 - Competitività Asse 2 – Ambiente e Territorio Asse 3 – Sviluppo rurale Asse 4 – Metodo Leader 10% 25% 10% 7% 30