Pier Vicenzo MENGALDO,
Contro le storie della letteratura
italiana
Analisi di un testo argomentativo
Introduzione 1
«ci si aspetterebbe da me che parlassi di
Antologie […] dedicherò invece qualche appunto
[…] ad altro e più influente genere
metaletterario, la ‘Storia della letteratura
italiana’»
Introduzione 2
«Ancora un’avvertenza»: l’autore parlerà
soprattutto della didattica della letteratura
italiana nella scuola superiore.
Tesi 1
Le storie della letteratura italiana (anche di buon
livello) sono caratterizzate da difetti strutturali.
Tesi 2
«Non toccherò invece, tanto la cosa è ovvia, la
circostanza per cui le Storie della letteratura
italiana non rispondono soltanto a un’idea
didattica di storicismo degradato, durissimo a
morire, ma entrano anche in una vera e propria
‘industria’, spesso assai remunerativa.»
Argomento 1 (= prova)
«Primo»: le storie della letteratura abituano ad
un’idea estensiva e non intensiva del sapere.
Argomento 2 (= prova)
«Secondo»: le storie della letteratura abituano
all’idea che il sapere consista in una serialità di
notizie (nozionismo).
Argomento 3 (= prova)
«Terzo»: l’impostazione nozionistica delle storie
della letteratura propone un modello di
insegnamento autoritario e antidemocratico.
Argomento 4: 2 prove,
controargomentazione, confutazione
«Quarto»: l’impostazione storicistica porta a sopravvalutare
alcune epoche della storia della letteratura italiana rispetto
alle altre arti o alle letterature straniere.
Prova 1: nel Quattrocento Pier della Francesca o Bellini sono
più importanti e rappresentativi di Pulci o Lorenzo il
Magnifico.
Prova 2: gli studenti sanno chi è Berchet senza aver mai letto
nulla di Goethe o Tolstoj.
Controargomentazione: «Non mi si obietti poi che ci sono
studenti che leggono i grandi classici stranieri a casa»
Confutazione: «È un argomento da non usare, poiché a chi ha
a cuore la scuola democratica e uguale per tutti […] non
importano le eccezioni ma le regole»
Argomento 5 – 2 prove
«Quinto»: le storie della letteratura inducono a
concepire un’idea lineare del tempo e della
storia.
Prova 1: il tempo della storia è invece circolare
Prova 2: Petrarca e Leopardi non condividono la
stessa idea di tempo
Argomento 6: controargomentazione,
confutazione, prova
«Sesto, e decisivo»: l’insegnamento nozionistico distoglie
dalla lettura diretta dei testi capitali, che dovrebbe essere
il primo scopo dello studio di una letteratura.
Controargomentazione: «mi si dirà che almeno un testo si
legge con la trivella, la Commedia dantesca»
Confutazione: «ricorderò a tutti l’ovvietà che si tratta di
un caso patente in cui, da sempre, la mole delle chiose
rischia di ammazzare il contatto vivo col testo»
Prova: «trovo folle ciò che molti professori fanno e poi
pretendono, di discutere le dieci interpretazioni esistenti
di una parola»
Introduzione 3
«Settimo»
Terminata la pars destruens, l’autore passa a
definire la sua proposta costruttiva.
Tesi 3
«La Storia (esaustiva) della letteratura italiana va
a mio parere abolita e sostituita […] dalla
ulteriore lettura approfondita, lungo i tre anni
delle superiori, di una serie di grandi classici»
Argomento 1 (= esempio)
«Faccio un caso di un autore che mi è caro,
Nievo. Se si decide di leggere a scuola le
Confessioni, non solo lo studente verrà a
contatto con un respiro narrativo e una lingua
fuori dal comune in Italia, ma si potrà usare quel
romanzo come riflettore per spiegare tipi così
importanti nella narrativa dell’Ottocento quali il
romanzo storico e il romanzo di formazione»
Tesi 3 (2 precisazioni)
«a) invece che entro un classico si potrà ben
leggere entro una corrente»
«b) non ci dovrà essere legge che vieti di
affrontare anche classici stranieri»
Controargomentazione 1,
3 confutazioni
«Qui mi aspetto obiezioni anche più vibrate che per il resto.
Come faranno professori di italiano e latino, italiano e storia a
leggere in classe un romanzo di Stendhal o di Tolstoj?»
Confutazione 1: «in primo luogo io sono un ardente sostenitore
dell’insegnamento monocattedra alle superiori, che
permetterebbe maggiori approfondimenti…»
Confutazione 2: «In secondo luogo la facoltà di Lettere è una
facoltà che punta, a mio avviso giustamente, più a una larga
cultura che alla specializzazione precoce»
Confutazione 3: per gli insegnanti sarebbe più utile approfondire
le letterature straniere che seguire i corsi d’aggiornamento sulle
nuove metodologie didattiche
Controargomentazione 2,
4 confutazioni
Controargomentazione: i docenti universitari lamentano che gli
studenti non conoscono la letteratura italiana.
Confutazione 1: «è così importante sapere che è esistito un
letterato di nome Zanella (abate)?»
Confutazione 2: «quell’ignoranza non discende […] dall’indigesto
cumulo di nozioni che si propinano a quegli studenti?»
Confutazione 3: «per quanto tempo ancora continueremo a
vedere programmi di letteratura italiana che a un raffinato
corso monografico giustappongono un manuale che offende
la maturità degli studenti migliori?»
Confutazione 4: «E non credono quei miei colleghi […] che sia
meglio aver letto largamente il Decameron o l’Orlando Furioso
piuttosto che conoscere i nomi del Fantoni o dell’abate
Zanella?»
Riferimenti bibliografici
Paola Italia, Scrivere all’università. Manuale
pratico con esercizi e antologia di testi,
Firenze, Le Monnier 2006, pp. 168-71
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lezione 8 novembre 2013 (vnd.ms-powerpoint, it, 144 KB, 11/9/13)