nanntlinneinsintinnewaleisc heacuameo c Mercoledì 5 Maggio 1875 Num_ _35 _ RG IM EVO DlaEZIONE 4 Via CmitollettO N.° 2, Primo Picea°. I manoscritti che s'inviano alla Direzione ami si restituiscono, nè si rende ragione Ài fiumi di stamparli: non ai accaltemo F'isa. 4 'Viaggio iiiiimmaimmisi~ FRANCESCO RIJUHI Riportiamo dalla Nazione le seguenti e corrispondenze da Pisa: Pisa, 28 — La sera del 27 aprile pastassa a miglior vita nella nostra città il lobile Francesco Ruschi fratello al seatore Rivaldo. Unauinie col fratello nei sentimenti liani e liberali, non si contentò di farn professione platonica, ma virilmente si a operò a propagarli e a farli trionfare: chè egli deve essere annoverato fra i validi cooperatori del nostro risorgi.. 1#' nto. Del decoro e della prosperità della sua La fu tenerissimo promotore tanto come ivato 'che come amtuiuistratore della osa pubblica: ma il livore partigiouo gli rocurò amarezze onde rimase funestata a sua vita. Quale fosse fra le pareti domestiche e elle relazioni cogli amici, lo dicono il isperato dolore della famiglia, e liceoamento di questi: come fosse amato e *mato dei suoi concittadini testifica il ompiauto universale che lo accompagnò l sepolcro. Pisa, 29. — Vi mando un supplemento el Risorgimento, nel quale troverete le ate più importanti relativamente all'egreo e compianto Francesco Ruschi. Ma per lui le date son poca cosa: quello e vale, ed è difficile rappresentarvi si è insieme della sua personalità morale. ra nessuno aveva da temere o da spere da lui o dai suoi: eppure non poteimmaginare che manifestazione unaniite di affetto iu ogni ordine di persone tbbia provocato la sua malattia. I parenti Son potevano far pochi passi per le stra- APPENDICE IREVI CENNI SU PALESTRINA —,..—__ t Palestrina città della Conksrea, posta I pendio meridionale di uno degli ulti- i contrafforti dell'Appennino' a 542 metri sul livello del mare, ed alla distanza di 22 miglia geografiche da Roma. La strada che da quest'ultima città vi conduce corrisponde quasi interamente alla antica via Lubicana, che spingeva fin là uno dei suoi diverticoli posto presso Nn Cesareo. — Si yeggono ancora di uesta strada magnifici avanzi, che sfidano fin qui le ingiurie del tempo divoratoro. Certamente le sfiderebbero ancora Dio sa per quanto; se non che le grandi selci Cerulee da cui son lastricati, corna Io erano tutte le antiche strade romane, scomaiono troppo sovente, e ridotte in fraumi, servono di materiale alla costrnoue delle nuove vie. Per la topografica sua giacitura, due ole strade di Palestrina son piane, mene le altre tutte sono erte e selciate a adini, — Il suo fabbricato se non può AMMINISTRATIVO - POLITICO SCIERTMCO - LETTERARIO - SI PUBBLICA OGNI MERCOLEDÌ E SABATO O CIASCUNA SETTIMANA de di Pisa senza esser fermati da persone che spesso non conoscevano e che chiedevano le nuove: si andava dal soprabito alla cacciatora, anzi alle maniche di camicia. E ripeto, da un pezzo in quà nessuno aveva da teiere o da speseares b InIS si direbbe qnasi che l'egoismo non occupa anche tutto intiero il cuore degli uomini. E perchè tutto questo? Perchè in Francesco Ruschi la bontà schietta e co- - to da viciao, so quante difficoltà in quei tempi dif f ili spariesero dalla sua via perchè si tra * ava di lui, e quanto bene riuscisse a Ne con le semplici e modeste sue Yirtilt sit Anche egli è sparito! Come . stante dell'animo, la benevolenza per tutti, anche pur troppo qualche volta non meritata, si rivelava nella fisonotnia bella e serena, nel fare, nelle parole, in tutto. Amò molto ed è stato amato. La bontà fu la sua potenza, perchè per l'attrazione che con quella esercitava, potè molte volte condurre gli uomini a far quello che per altri difficilmente avrebbero fatto. E fa pur troppo anche la sorgente dei suoi più acerbi dolori, perchè non seppe diffidare quanto è necessario. gli a Pisa la memoria (lei povero Ruschi è quella dell'ultimo Gonfaloniere secondo l' antica imagine di questo personaggio: l'ultimo che abbia goduto di popolarità vera, larga, uttanime, dal popolino su su sino alle sale arietocratiche; l'ultimo che sia stato come un padre amato da una famiglia, un capo patriarcale di una tribù, aazichè, come è in oggi il Capo d'ufficio della amministrazione municipale. E di questa universale simpatia si valse largamente in quei periodi, nei quali i municipi nostri ebbero la importanza che sapete. Egli era il Gonfaloniere del partito nostro: lo era par il ricordo delle tradizioni domestiche, giacche il padre suo lo fu e lasciò cara memoria di sè nei tempi della rivoluzione francese; lo era per il conte in cui era tenuta la sua famiglia, per le estese parentele, per la qualità di non pochi parenti, primo fra questi il fratello Rinaldo, per la fede antica alla libertà, non mai smentita in casa Ruschi, per l' aspetto imponente e buono, per il fare signorile ed affabile. Ed io, che l'ho sempre vedudirsi bello, è certamente discreto; ed ha buon numero di chiese, soverchio numero di conventi e monasteri. L' indole dei suoi abitanti è quieta e pacifica, e la classe agiata abbastanza istruita, ciò che gli permette dominare con successo la classe rozza ed ignorante. Quest'ultima poi oltre i difetti che inevitabilmente l'ignoranza trae seco, ha l'altra ancora di essere troppo dedita al vino dal quale, specialmente nei dì festivi, si lascia vincere in deplorevol maniera. Palestrina corrisponde alla antica Praeneste, città dell'antico Lazio, di cui vuoisi fondatore, o meglio restauratore Ceculo, che vi regnava 700 anni innanzi Roma, e fu uno degli alleati di Turno contro Enea. Di costui in fatto così canta Virgilio nel 7.° libro della Eneide: « Nec Praenestinae fandator d,efuit Urbis, « Vulcano genitam, pecorae inter agrestia Regem, « Incentamgue focis, omnis guem credidit aetas « Coeculus. Mine Iegio late comitatur agrestis ». Sella etimologia del nome di questa città son due le opinioni. Alcuni la traggono da Prenesteo suo Re, il quale inon è altri che il Ceculo su ricordato. Altri poi, e sono i più, la derivano dal greco semina jg . ' gioriits il numero di quelli, coi quali passiamo dire veramente di avere vissuto! l'Arena nuova generazione ci sentiamo coni forestieri: troppo diversa è l'atmosfera in cui essa e noi siamo cresciuti. ILMERE211~ Il profesmre Pietro Sbarbaro indirizza al Direttore del nostro giornale la lettera Ohe segue: Ouorevols signor Direttore del Risorgimento di Pisa. Macerata, il 30 di aprile 1875. Laeciaterni partecipare al cordoglio di cotesta città, che amerò sempre come mia seconda madre, lasciate eh' io partecipi al dolore inconsolabile di una famiglia, nella cui storia, nel cui carattere, nelle cui virt:ì si specchia l'indole e il fors:e liberalismo del generoso popolo di Pisa'. Io stimavo Francesco Raschi prima ancora di venire a cotesta Uaiversità, come studente, per ciò che di Lui e della sua famiglia avevo letto nelle Memorie di Giuseppe Montanelli; testimonio tanto più credibile, che scriveva e giudicava gli uomini e le cose, lontano dalla Italia, esule, amareggiato dall'esilio e in campo di opinioni politiche diverso da quello dove i fratelli Ruschi, dopo i rovesci delle fortune nazionali, si trovavano. Mandai a Francesco Raschi la ispoutanea parola dell'affettuoso conforto e le protestazioni della reverenza inalterata nei giorni e nelle ore più tristi della sua vita: quando con grido unanime l'aristocrazla dell'ingegno e della probità. eli levò a prcclarnarlo uomo giusto! Mando oggi alle estreme reliquie di quella bella e nobile vita la parola lacrimosa dell'ultimo addio. vocabolo, Prini, nome di una pianta ( Elce ), che in grande quantità cresceva e cresce ancora in quei dintorni. Ed è ben naturale che i più si adattino a quest'ultima opinione, inquantochè Preneste esisteva con questo nome ben prima di Prenesteo, ed Erilo ne ebbe il dominio. Virgilio istesso narra di fatti che Evandro uccise Erilo c Praeneste sub ipsa nè può essere imputato di coutradizione perciò che altrove chiamasse Ceculo ad Erilo posteriore c fundator Praenestinae urbis a, perocchè in questo caso la parola fundator stia per ristauratore, e non per fondatore. A quella guisa che resta incerta l'origine del di lei nome, nel modo stesso è ignota l'epoca prima della di lei fondazione. Solo è dato con fondamento arguire, che Aborigeni furono i di lei primi abitanti, e poscia Pelasgici. — Pelasgiche in fatti o Ciclopiche furono le sue mura, di cui si ammirano ancora gli antichi avanzi costrutti senza cemento, con massi irregolari di meravigliosa grandezza. Degne di sommo rimarco in Palestrina 50110 le relique di un Tempio oltre ogni III AMMINISTRAZIONE) LiSreria Matti cotto Rango Le aesoeinzioni hanno il principio il 1..0 1 l i e d' ogni mese, con pagamento anticipato di lire 8 per un anno e di lire 5 por sei nesi. Un Fumero separato centesimi arretrati centesimi 20. Avviai ed incerzioni centesimi 15 ogni llnes o spazio di linea• , GIO1=11\TAI,E della CITTÀ e 1-3 13.0VINCLA di P'IS.A. scritti anonimi. — Lo lottare non francate nnn ei ricevono. 11 ANNO Scrive Giuseppe Montanelli, che Francesco Raschi, uno dei capi del moto riformatore e liberale di Pisa, apparteneva a una famiglia di Giacobini, dove l'amore della liheità era tradizione 4oin nbica, una santa eredità. E av vegnachè nelle rivoluzioni pelitiche si rivelino tanto i buoni quanto i pessimi i s tinti dell' umana natura, ed abbiano le rivoluzioni così i loro barattieri o avventurieri, che dir si voglia, come i loro Bsiardi, pare a me tutte le lodi dell'uomo onorando che Pisa • ha perduto, si possano riassumere dicendo che Frauceaco Raschi fu na Gentiluomo della rivoluzione. Con una stretta silenziosa di mano al senatore Rinaldo. Vostro Aftezionatissimo PIETRO SBARBARO. 111111~11•111 Fra coloro che intervennero al tra.sporto del compianta conitu. Raschi, diluenti- • camino il tua,rchese Luigi Malaspina, il tuarchese Alfon o Mslaspilin, il cav. Vieni, consigliere delegato di Pts.t.ttura, il cav. Cop ii ispettore i PabLlicis Sicurezza, il prof. L'Indi, il prof. l'avv. Pelamidessi, il cav. Moschini, l'avv. Emilio Bianchi, il dott. Tizzoni, l' avv. GualtierottiMorelli, il dott. Paoletti, il sig. Giaunini, il dott. Ballori, il don. Nistri, il dottor Parriui, il dott. Adolfo M írtini, l' ingeg. Gallizioli, il dott. Latupredi, il cav. Tanfaui direttore del R. Archivio di Stato, l'avv. Supino, i dottori fratelli Pardocchi, il cav. Chiesi, il sig. Pardo-Roquez, il dott. Chetoni direttore (1.41' ospizio di mendicità, il sig. Tabarracci direttore dell'orfanotrofio maschile e il prof. Pavolini con tutti i professori della Scuola Normale inferiore. 1~~11111• Il signor Giulio Pippeschi ci prega di pubblicare le linee che seguono. Noi lo contentiamo volentieri perché nel rimpiangere la morte del coutru. Raschi ci piace che tutte le classi di citta lini siano rappresentate: dl sottoscritto come cittadino pisano pian, dire grandioso, che fu già dedicato alla Fortuna, il culto della quale coi suoi oracoli, e le celebri di lei sorti, deve essere antico quanto Preneste. Queeto tempio, che in epoche diverse fu aumentato ed abbellito, era per la sua grandezza e magnificenza non punto inferiore al Tempio di Diana in Etfeso ed a quello del Sole in Eliopoli. Apparteneva al Tempio della Fortuna il superbo Musaico rinvenuto nei fondamenti dell'antico Palazzo Vescovile, e che attualmente si ammira del Palazzo Baronale del Principe Barberini. Desso è invero un sorprendente lavoro, fatto da mano più che maestra. Al soggetto rappresentato da questa opera insigne furono date interpretazioni diverse. Di tutte la più accreditata però si è quella, che siavi ritratta l'innondazione periodica del Nilo, e le feste in tale incontro consuete a celebrarsi. — Che trattisi infatti del Nilo non nasce alcun dubbio: lo provano le costruzioni, la vegetazione, e gli animali rappresentati da esso, proprii tutti di quelle regioni. -- Vuolsi da alcuno che questo musaico sia quello che fu donato da Silla al Tempio della Fortuna; ma ciò sembra a molti altri ai' • -..~1~11.09.111~-- ge oggi sopra una tomba, lannutaudo per lita di colui che vi giace, di colui che con rettitudine e solerzia attese sl governo di Pisa; sulla salma del comm. ?raneeseo Ruschi. Operoso ed infaticabile si occupò aempre di migliorare le con iizioni della citt•. n (tia; buono e di animo gentile, aiutò eapre gli infelici. La vita di siffatto uomo sì necesssaria alla nostra città si spense ohimè troppo prist-, anche egli soggiacque alla legge di natura; ma se l'anima sì gentile passò rapi4a il nome di lui resta indelebile scolpao nei cuori di noi cittadini pisani. Anch'io ignoto ai più; anch'io nor (la interesse spinto o da spirito di partito ma dalla riverenza che sento per una così nobile esistenza, mi inchino muto ed osseqnioso implorando pace all' aninaa. di Francesco Ruschi s. Giulio Pippsschi. -e - LETTERE ROMANE 2 maggio. Trovo nel vostro nuinero di mercoledì scorso materia a congratulazioni. Mi congratulo per il vostro magnifico comizio per l'abolizione della pena di morte; lì Pisa si mostrò unanime e voi sapete che l'unanimità non è precisamente la caratteristica dello spirito pubblico pisano. Io _ho assistito a Firenze al meeting del Teatro Pagliano e ve ne scrissi. Ebbene: da quanto rilevo dai vostri resoconti, il comizio di Pisa fu ancora più imponente, solenne ed ordinato. Quando paladini di forza e di grazia, ma tutti potenti come Carrara, Barsanti, Martini, Sanminiatelli, e gli altri, spezzano una lancia, il torneo doveva essere brillantissimo come riuscì. Cioè non era un torneo, vista l'unanimità dei combattenti; era un carosello dove S. E. Vigilami ( sia detto con tutto il rispetto) faceva da mannequin riportando degli horions famosi. Mi congratulo in secondo luogo colla vostra alma Università per l'onorifica visita dell'illustre Arndts. Era ben giusto che l'autore del Trattato delle Pandette rendesse omaggio a sai discutibile. A sostegno della loro opinione, chiamano questi ultimi l'autorità, dello stesso Plinio, che al Lib. 36, Cap. 25 così si esprime. Lithostrata quideni • caeptavere jain sub Sylla parvulis certe • crustis; extat hodieque quod in Fortunae • Delubro Praeueste fecit a. Dunque essi dicono, Silla donò un lithostratum; ma lithostraturn è cosa ben diversa da hopus musivum. Il primo è formato bensì partulis crustis, ma non disposte in modo' da costituire particolari disegni e figure. Aasomigliano essi ai moderni pa.vitnenti chiamati alla veneziana, e costruzioni di siniil geaere sono state trovate di fatto negli avauzi del tempio. L' hopus musivutn invece è formato parimente parvulis erustis, ma disposte in modo da rappresentare figure e disegni, quale appunto è quello di cui qui si ragiona. Ma le opere tu quest'ultimo genere opinan essi incominciassero iu epoca assai posteriore. E soggiuugono ancora come Plinio, di cui si auttuirirano a ragione la diligenza, la precisione, e la proprietà nei vocaboli, non avrebbe adoperato certamente l' uno Pt r l'altro, e che quando volle parlare di nntaaico, hopus inasiterna 110i1 1ithOStratI4113 una città insigne come Pisa pel alto delle Pandette. Mi congratulo infine per lo spbndido risultato della fiera di benefictiiza. Era certo del resto che quanti( le vostre gentili signore ci si mettolo, fanno miracoli. È un eccellente precetto quod superest date pauperilus; ma quando il superfluo prima di airi e vare alle mani dei poveri è pasato per certe manine di fata, acquista il profumo delle cose adorabili. Appunto ieri alla Camera S. E. Vigliani fece l' elogio della suddstta massima evar:gelica. Ma ieri il ministro di giustizza (come si ostinata a qualificarlo, con elissi involontariarrente sanguinosa l'onorevole La Porta) hon lontano mannequin, era un lottptore abile e forte ed elegante. Nella rnislia parlamentare l'onorevole Vigliani porta inalterato il suo sorrise piuLosto sardonico e il suo toupet (materide e morale) non vacilla un momento Perchè ieri cominciò a Montecitorio una discussione gravissima sopra l'argomento interessante delle relazioni fra lo stato e la chiesa cattolica, e precisamente sul modo col quale è applicata dal governo la legge delle guarentigie. Notate frattanto che tutti i partiti in Parlamento cori molto tatto si sono ben guardati del sollevare la questione sull'abrogazione o derogazione di questa legge. La sinistra comprese Forfettamente che su questo terreno avrebbe trovato la sorte che toccò alla mozione dell' onor. Petrucc,elli della Gat-_ tina. Non sono ancora mature le circostanze a simile discu .;sone. Per ora la legge delle guarentigie sussiste, ed è politica affatto savia perseverare nell'applicarla. Ma l'opposizione sostiene che il governo non l'applica secondo il suo vero concetto: sostiene che il governo l'applica in modo che farebbe supporre una tendenza a conciliazioni con quei principi vaticani, che sono inconciliabili colla salvaguardia dei diritti dello Stato e della causa liberale. In quest'ordine di idee esistevano ei lo chiamasse. Costoro adunque, e con essi l'eruditissimo in tali cose signor Pietro Cicerchia Rossi di Palestrina, ritengono che questo munico non sia già atato donato da Sulla. ma che Sfila non doname al Tempio de'ila Fortuna che nn semplice lithostratum.. — Ma di ciò ai più Altro consimile ~aie° è stato scoperto da poco per le intelligenti, ricerehe del signor Cicerchia en ricordato. Ma non restava a lui il frutto della scoperta, imperocchè l' emineutissimo Ainat, che in quell'epoca era vescovo di Paleatrina sostenendo che ei trovasse in un suo poseenso, non curando affatto i diritti dell'inventore, nè le spese che creati sostenne per lo cavo, e per l'acquisto di un terreno fatto espreasamente per queste ricerche, se lo appro pri a va. Il Tempio della Fortuna non era il solo che esistesse in Preneate, nè a questa sola Deità rendevasi culto. Altre ve ne erano e fra queste non ultima Giove imperatore. Tito Livio infatti al Lib. 6 cap. 29 narra che Tito Quinzio Cincinnato espugnata Preueste coi suoi otto opidi negli autii di due interpellanze, degli onorevoli. La Porta e mancia, e un' interrogazione dell' on. Cordova. Ieri fu discussa quella dell' on. La Porta. L'oratore della sinistra, parlando con rimarchevole moderazione, sottopose al ministero sette quesiti .concernenti: l'esercizio del giuspatronato dello stato nelle nomine a benefizi maggiori e minori — le concessioni del regio exequatur — le concessioni del regio placet—sul movimento popolare per la nomina dei parroci — sul promesso progetto di legge pel riordinamento della proprietà ecclesiastica. Mi estenderei di soverchio se volessi precisare ulteriormente i quesiti e riassumere le particolareggiate risposte del guardasigilli. Permettetemi però di esprimere su queste risposte la mia impressione complessiva; ed è che l'on. Vigliaui giustificò ampiamente la polica go7ernativa su tutti i punti, meno sulla concessione del regio exequatur ai vescovi — È vero che questo exequatur non fu concesso se non quando per parte dei vescnvi Si venae a qualcie atto presso a poco equivalente alle formalità *volute dalla legge sulle guarentigie e dal relativo regolamento. Ma questo equivalente fu sempre conforme alle istruzioni vaticane, abilmente dettate nel senso di permettere ai vescovi di assidersi alla mensa vescovile ma di evitare un vero e proprio riconoscimento dell'autorità dello Stato. Conviene inoltre osservare che anche sugli altri punti il governo seguì con aieorosa cura quella i flterpretazione della legge sulle guarentigie che meno lo mettesse in contrasto cogli interessi del clero. Ma in alcuni casi, e specialmente per quello che concerne i placet concessi ai parroci muniti da vescovi .non muniti dell' eirequatur, si deve riconoscere che la linea di con'dotta del governo fu savia e prudente. 'Quindi, ripeto, mi pare sostenibile questa politica, meno in quanto concerne l'exequatur ai vescovi che non lo domandarono direttamente, ma si valsero di sotterfugi. È però vero che a questo sotterfugio in ogni caso si prestarono volonterosamente i municipi (il Risorgimento a suo tempo non mancò di notarlo circa monsignor Capponi, vescovo di Volterra; e a questo proposito vedrenlo come l' on. Matfei saprà conciliare la sua posizione nai banchi della sinistra con quella tenuta nel municipio di Volterra). L'on. Vigilarli approva questo prestarsi dei municipii, assicurando che ai municipii preme giustamente che i vescovi possano adempire il precetto quod superest, ec. — E poi si congratulò di notare nell'attitudine del clero qualche sintomo conciliativo, diede grande importanza alla cessazione di quel violentissimo libello vaticano che era La Frusta Insomma l'On. La Porta non si dichiarò soddisfatto, e si capisce La discussione era proceduta tranquillissima; diventò invece accanita e tempestosa sopra una questione che -diremo d'ordine del giorno. Quì la sinistra voleva fare una breccia al regolamento. Questo dispone che l'interpellante non soddisfatto debba presentare una risoluzione da discatere e votare. Il non presentarla equivale all'abbandono nell'interpellanza. Ora la sinistra non voleva nè abbandonare la interpellanza (e questo è chiaro) nè presentare l'ordine del giorno La Porta; perchè pronunziandosi la Camera su di questo, sarebbe stata pregiudicata e anticipatamente ridotta a nulla l'interpellanza Mancini da cui sembra attendersi molto la sinistra contro il ministero. Domandava quindi per bocca eerevole .iNicotera, che fclecito all'onorevole L a. Porta presentare la sua risoluzione dopo svolte l' interpellanze Mancini. — Posta alle strette dal regolamento fece ritirare l'ordine del giorno già presentato dal La Porta di cui l'interpellanza non ha quindi avuto nessun risultato pratico. Domani verrà svolta e discussa l'interpellanza Mancini; la decisione parlamentare sulla questione è dunque protratta di qualche giorno. — L'onorevole Minghetti si impegnò a di- Roma 376, tornò al Campidoglio, riportando come spoglia opima la statua di esso Giove. Come città primitiva latina, Preneste non poteva essere che nel recinto delle sue mura ciclopliche. I Pelasgici che la abitava,no, non potevano al certo fuori di essa tenere dimora. Popolo eminentemente belligero, ed in guerra continua coi vicini, sarebbesi con soverchia imprudenza esposto agli assalti improvisi dei suoi nemici. Ma collo sviluppo conseguito neil'epoca romana, essendosi il numero dei suoi abitanti accresciuto di guisa da non potere più essere contenuto in quello spazio relativamente ristretto, ( il numero di essi si fa ascendere fin oltre i trentamila) la città fu estesa nella parte più piana, ed abbellita con pubblici edifizi proprii delle epoche che trascorse, imperiali cioè, e repubblicane. La necropoli di questa città in questi ultimi anni scoperta, e che fu proficua tanto in oggetti antichi dell'epoca latina, lambiva la nuova cinta, la quale si estendeva a circa ottocento metri dalla presente, che abbraccia soltanto l'area del Tempio antico. Preneste subì tremende sciagure. Lasciando anche da parte la guerra che sostienne contro Evandro, nella quale come sopra si accennò ebbe morto il suo R3 Erilo, ed ucciai tanti dei suoi guerrieri, che il primo potè vaatarsi di avere arse intere cataste di'' scudi ad essi appartenenti, fu quasi spopolata da Silla, che uccise oltre 5000 dei suoi abitanti. — Vit- . ( tige Re dei Visigoti, circa gli anni 537 dell'èra cristiana gli fece patire irnmenai danni. Fu allora che si incominciarono ad abbandonare le abitazioni poste nel piano, ed a ricoverarsi nel forte recinto del Tempio e della Rocca. — Nell'anno 1183 essendosi il popolo romano ribellato al Pontefice, ne seguirono guerre che portarono anche a Palestrina devastazioni ed incendio. — Nel 1298 fu per ordine di Bonifazio VIII onnivanaente distrutta e seminata di sale. Di questo fatto parla Dante allora che dice < E tu in' insegni far siccome fai Allor che Pilestrino a terra getti. ec.— Rifabbricata, fu ancora una volta distrutta e dispers; i suoi abitanti nel 1436 da. Giovanni Vitelleschi Patriarca d' Alessan- .'.• , ) Si icipi no» 3apesto atfei teprete ai veuod nal,nde vioLa di- 3.n3. e che ceche bba t ere v ale . , aboè ortosi 3 tariini la od.sua nze re- del -ta odi nLr- a o- mostrare che la condotta del governo fu perfettamente conforme alla legVedremo; in ogni caso potete ge ritenere che la maggioranza non mancherà al ministero. Risolto questo punto, si riaccese tempestosissirna la discussione sulla proposta del Nicotera che voleva all'ordine del giorno, immediatamente dopo l'interpellanza Mancini la legge sulle circoscrizioni giuliziarie, questione troppo spinosa, visto il conflitto di interessi locali che solleverà. Minghetti si oppone alla proposta Nicotera, dicendo chiaramente che del progetto non poteva accettare la di scussione, prevedendo che su di esso si sarebbe voluto sollevare la questione di fiducia. Ora, a suo modo di vedere, la questione non è abbastanza importante per meritare di diventare di fiducia. No: il pr)getto è importantissimo; invece è piuttosto pregiudicato da una folla di piccoli interessi che lo rendono troppo al disotto del grande interesse dello Stato: onde vedremmo una babele parlamentare sui banchi della 'Camera. Ma questo l' onorevole Minghetti non poteva dirlo; noi della stampa, che non siamo costretti a riguardi diplomatici lo diciamo francamente e deploriamo la cosa, aggiungendo che i deputati non ci hanno colpa, che gli elettori l'hanno intiera: essi natura!'mene protesterebbero se i deputati nella questione della circoscrizione giudiziaria sacrificassero i piccoli interessi di ciascun collegio all'interesse dello Stato. --- Le cose stautto, nè pii nè /fieno, in questi termini. In conclusione sarebbe inaccettabile veramente da qualunque ministero la ,questione di fiducia sopra un tal progetto di legge; e, non volendo la sinistra impegnarsi a non sollevarla, fece bene la maggioranza rifiutandosi. a metterlo all'ordine del giorno, cioè rinviandolo alle calende greche. Questioni bizantine, direte. Sì; ma tutti i popoli del mondo hanno nelle vene un po' di sangue bizantino. Guardate la grande Germania che si perde nelle ampolline dell'olio santo Marco T. •. ` COSE D'ARTE DI UNA STATUA remaci:acute attribuita a MICHELANGELO Una viva controversia d'arte si è dibattuta nei passati giorni in Toscana, ed ebbe più particolarmente il suo centro a Pisa. Era questione dell' autenticità d' un marmo fin qui tenuto per opera di Donato dei Bardi, comunemente noto sotto il nome di Donatello, nella quale ei vuole vedere invece la maniera del Buonarroti. Quanti v'hanno studiosi delle opero di quell'artista sovrano non possono rimanerne indifferenti. La statua è posseduta dalla nobile famiglia dei Rosselmini Gualandi, nella detta città, ed ha l'aspetto di un San Giovanni adolescente, o almeno tale la si reputa. Primo a ravvisare in essa le impronte di Michelangelo fu il prof. Salvini di Bologna; ma a lui successe una Commissione composta dei più autorevoli professori dell'Accademia fiorentina, la quale suggellò, in forma altrettanto ragionata quanto decisiva, con un proprio voto quel primo giudizio. Nullameno, fuvvi colà chi insorse contro l'approvazione del titolo e del carattere artistico, sicceme indebiti, fondandosi più sulP assenza dei particolari attributi del santo, e sulla coincidenza di casi e di tempi, che sopra precisi e validi argomenti. La disputa pende tuttavia; nè le presenti parole hanno per nulla la pretesa di risolverla. A noi prema soltanto di notare quali sono i criterii che potrebbero far propendere la bilancia verso il lato dell'effettiva sua pertinenza allo scultore del David. Noi non abbiamo sotto lo sguardo che una fotografia; ma essa ci offre quanto basta per stabilire una singolare rassomiglianza tra la nota statua colossale ricordata e quella in questione; la quale spicca soprattutto nel movimento e nel modo di modellare del torso, delle braccia e delle mani; queste ultime, particolarmente, per certo che di ossoso, di teso, di poderoso, ci portano col pensiero ai tipi Michelangioleschi, senza per questo sentirci vinti altrettanto dall' aspetto della testa. Ad ogni modo, lo escludere ogni ingerenza del Donatello in questo lavora sembra così naturale da avere a meravigliarci piuttosto come questo non sia accaduto fin qui. E eta a favore dell' opinione che della statua fa un lavoro giovanile del &tonarroti, e più precisamente un piccolo San Giovanni, I i eircoatanza , proclamata da suoi fautori, dell'avere egli, ancor giovinetto, condotto di marmo un San Giovannino per Lorenzo di Pier Francesco de' Medici, siccome è affermato dai migliori biografi suoi contetnporanei ; il quale San Giovarmivi° ebbe, certo, ad andar smarrito, poichè nessuna memoria ci rimase delle mani cui essa passasse; e per quante indagini prima d'ora sianei fatte per ritrovarla, rimasero vane. Questo ci sembra assai interessante e fondamentale: ben poco all'incontro, c'interessa se esso raffiguri un San Giovanni o altra figura che sia. Non è da oggi che gli artisti, nel loro periodo imparaticcio, impongono ad un lavoro fatto a mero scopo di studio un nome di nalche significanza ad opera fatta, per agevolarne la vendita. Aristeo o San Giovanni poco monta, quando tutti i caratteri vengono concordi per far dare la statua all'epoca giovanile di quel Grande. Questi soli sono i criterii che possono essere accampati dai lontani. Dappresso non sappiamo cosa possa valere di più della dichiarazione collettiva, e della replica di essa, in più esplicita forma, di quel gruppo di insigni professori d'arte fiorentina, quali sono i Pollastrini, l'Ussi il Burci, li Faller, il pa g auucci e il Cambi. Se hannovi taluni in Rifratto argomento di tanta autorità da assumere la responsabilità di un'affermazione recisa, sono costoro, in mezzo, come souo, a un numero non piccolo di impronte d'un artefice d'altronde assai facilmente riconoscibile. Vero è che dopo ciò non può aversi la cosa per assoluta: un battesimo così solenne non sarà mai accettato per sacro, se non venga ribenedetto dal consenso comune dei dotti nella materia. Quanti hanno a cuore gli studi di arte non vorranno d' ora innanzi nei loro pellegrinaggi in Toscana, dimenticare Pisa e la statua dei Rosselmini. Ma se i felici possessori di essa faraunno che, nella ricorrenza del prossimo centenario Michelangiolesco, venga eaposta a Firenze, nessuna più propizia occasione per aggiungere al voto fiorentino quella sola conferma che può rimanere indiscutibile in faccia ai secoli. G. M. r" i s Domenica scorsa, alle 11 e mezzo ant. arrivarono nella nostra città, provenienti da Firenze, il principe e la principessa di Germania che viaggiano in incognito sotto i nomi di conte e contessa di Lingon. Per questa ragione non si trovava a riceverli alla stazione il comm. Cornere Prefetto della nostra provincia. Invece sua vi erano il Sindaco Rizzari con alcuni membri della Giunta, il cav. Romano comandante i RR. carabinieri e il cav. Coppi ispettore di P. S. Il principe disse qualche parola al Sindaco ed agli altri e poi, insieme alla principessa, si fece condurre a visitare la chiesa della Spina. Il monumento, cui può chiamarsi stupendo insieme e carino, destò la loro ammirazione. La principessa ripetè tre volte che era una gran bella cosa. Di lì andarono a vedere il Duomo. il Battistero e il íCamposanto dove si trattennero un bel pezzo. Tornati indietro, si portarono all'Hotel de l'Arno dove avevano il loro appartamento, e Ti rimasero circa un'ora. Alle 2 e mezzo uscirono nuovamente indirizzati alla volta della tenuta di san Rossore. Il cav. Scaccabarozzi fece I ore vedere le RR. scuderie e c'eludi venne fatta una gran caccia allo vacche selvatiche la quale divertì moltissimo la principessa. Fatto ritorno in città il conte di Lingen volle vedere nuovatneute il Camposanto trattenendosi parecchio e prendendo schizzi ed appunti davanti a quei monumenti che più gli avevano fatto impressione la prima volta. La principessa rimase invece fuori di Porta nuova, disegnando la veduta sopra un alba e ritraendo una contadinella che fece fermare ed alla quale fece dare dei denari da una sua dama di compagnia. Al Duomo e al Catnposanto i principi vennero accompagnati dal prof. Michele Ferrucci e dall'Operaio del Duomo. Alle 6 e mezzo andarono al palazzo Rosselmini per visitare il S. Giovannino di Michelangiolo. Alle 7 tornarono all'Hotel de l'Arno e la sera non uscirono più di casa. Lunedì mattina partirono col treno delle 6 40 per la Spezia dove debbono essersi trattenuti qua Iche ora. La sera di lunedì partivauo dalla Spezia per Genova. *• •011 Lao110 Eta ri, r3C a uLC- :t- dria ed Arcivescovo di Firenze, che spinse tant'oltre la sua ferocia, fino a fare nel 1438 distruggere la Rocca e le Inura ci.clopiche fino allora quasi intatte, gli avanzi delle quali formano tutt'ora l'ammirazione dei dotti. Nel 1445 ricominciò a popolarsi di pochi contadini, che si raccolsero nel luogo anche attualmente chiamato lo scacciato, quasi ad indicare dove i profughi o scacciati si ricovrarono. Di qui poi ai estesero nuovamente a poco a poco i fabbricati, e giunsero a quello che ora sono i di cui abitanti ascendono al numero di oltre seimila. re Non pochi uè oscuri pertanto furono gli eventi che intorno a Palestrina si com- EIT pirono, nè l'Eroe di Caprera mancò esso pure di aggiungere una pagina alla storia di lei; Fu nei pressi di ealestrina che nell'anno 1849 riportò una brillante vittoria sull'esercito Napolitano, il quale moveva coi francesi, cogli austriaci e cogli spagnoli, ad abbattere la Repubblica Rovampa, e restaurare la Pontificia Teocrazia. Alquanto rigido è il clima di Palestrina, IO ed Orazio canlava di lei seu mihi Friqidum Praeneste, su Tyhur aupinum, Seu tiquvke plueuere Bajae, Però ad onta della sua rigidezza, questo clima è sanissimo. Stupendo è il panorama, che lo sguardo abbraccia da Palestrina. La sottoposta pianura, i colli che su questa si inalzano coronati da numerosi castelli, i monti di Anagni, la spiaggia del mare Tirreno veduta in due punti, i monti abitati un giorno dagli Equi e dai Vei, Roma, il lontano Soratte, non solo distraggono lo sguardo colla varietà e bellezza dei loro quadri, ma porgono alla mente succoso pascei° di grandi memorie, e di riflessioni profonde. Il territorio di Paleatrina che prima estendevasi fino a comprendere quelli di Zagarolo e Gallicano a ponente, e di Cave e Genazzano a levante, si riduce ora ai brevi confini di un Comune sede di un mandamento. Esso è fertilissimo. Vi è praticata assai estesamente Porticultura, quindi soavi abbondanti le varie specie d'erbaggi, che rie- scono di uno squisito sapore. L'agricoltura ancora non vi è trascurata specialmente se si confronti coll'abbandonato Agro Romano. Ma non giungerà mai a quello stato di progresso che ottenne in altre regioni d'Italia, finchè le abit tzioni dei coloni non saranno tolte dalla città, e portate sui terreni stessi da coltivarsi. Incalcolabili vantaggi si otterrebbero così, itnperocchè non solo si provvederebbe a migliorare d'assai l'agricoltura, non solo si renderebbe possibile una maggiore nettezza tanto bramata in città, e che non otterrai:si giammai finchè ogni sorta d'animali la infetteranno come ora avviene, ma si migliorerebbe non poco anche moralmente la classe stessa dei contadini, la più d'ogni altra corriva al delitto, inquantochè ai difetti che porta seco l'ignoranza in un rozzo campagnolo, aggiunge ora anche tutti quegli altri che sono proprii del più corrotto cittadino. Se delle scienze agrarie io fossi perito, insisterei qui sulla necessità d' introdurre nei sistemi attualmente adoperati non pochi miglioramenti. Vorrei provare come sia grave perdita quella cui giornalmente si va incontro, lasciando come ora si fa, che ogni sorta di concime, quasi fosse cosa inutile, sia dispersa ovunque dalle acque, e calpestata, inutile e nocivo ingombro, nelle strade ed attorno alle case. Ma. poichè non posso adeguatamente di cià parlare mi taccio. Giova però sperare che a molto sarà per provvedere la avvenuta riunione della provincia di Roma alla restaute Italia. Lo svolgersi dei commerci, i frequenti contatti coi popoli di altre provincie, che in ciò maggiormente progredirono, i crescenti bisogni, e la legislazione Italiana, più saggia e più razionale della Pontificia, che sottoponeva le proprietà a certi vincoli noci vi altamente ad ogni agrario progresso, renderanno facili, e direi quasi costringeranno quelle popolazioni ad introdurre tutti quei miglioramenti, che prima d'ora mostravansi ardui alineuo, se non dal tutto impossibili. ENRICO CARBONI. Ecco'alcuni cenni biografici intorno al principe che ha visitato la nostra città: Federico Guglielmo, principe reale ed imperiale, erede presuntivo della Corona di Prussia, naccine il 18 ottobre 1831; e, dopo esse• peto pei differenti gradi dell' armata prussiana, venne, secondo le tradizioni della Alinast a. nominato nel 1860 luogotenente-generale. • In (piena qualità fece la campagna della Daeimarce nel 1864 come appartenente allo state maggiore del maresciallo Wrangel. Noi 18 136 venne nominato generale di fanteria e, come contendente il secondo corpo d'armata, qiiello detto dell'Oder, prese parto alla campagna ehe che finì a Seelevea. Tutti ricordeno co.ne il principe Federico Gnglielmo cere rara intelligenza nperasee il suo congiungimento con il resto dell' armeta prussi ma, sul campo di battaglia. E fu precisamute que,eto movimento operato in mezzo a difficoltì enormi che decise dell' esito definitivo della battaglia e con esso della Game pagna. Scoppiata la gnerrn franco-prussiana, egli fui posto alla testa della terza armata nella (rale turono incorporati i corpi bayaresi. Partendo da Spira e dirigendoti verso Landari, dette combattimento ai frani mi preso Wissernbourg, ed ottenne poco dopo (6 egosto) una brillante vittoria a Weirth in una battaglia contro il maresciallo MacMalion, impadronendosi di 36 cannoni, di 2 bandiere e di 4000 prigionieri. Queste prime vittorie furono principalissimi fattori di quella titanica guerra. Dopo aver fatto investire Strasbourg dai corpi della Baviera e del WtIrtemberg, posti sotto gli ordini de Werder, il Principe Rea'c uscì dall'Alsazia e traversò i Vosgi per collocarsi all'ala sinistra del principe Carlo Federico. ma impar qpio che il maresciallo Mac-Mabon ed il generale de Failly ritiravansi verso il sud, si diresse sopra Nancy, e occupò successivamente Vitry -le -Francais, Chalone • Eperney. In questo frangente il maresciallo Mac-Mahon , la di cui armala era stata ricostitnita, riusciva ad abbandonare la vallata della Marne ed a marciare sopra Metz. A. tale notizia il principe Federico Guglielmo operò una brillantissima conversione a destra e, malgrado i quattro giorni di vantaggio che il corpo d'armata francese possedeva, lo rageitinte eotto le mnra di Sedan facendogli subire coll.' aiuto delle trnppe comandate dal principe reale di Saesonia, una delle più disaetrose sconfitte che la storia abbia mai registrate (primo settembre). È inutile il ricordare che in questa terribile giornata, allo quattro depo il mezzodì, l' imperatore Napoleone III fece inalberare la bandiera bianca e capitolò con 83,000 uomini, dei quali 4000 nffieiali, consegnando al nemico 400 cannoni e 10,000 cavalli. Dopo questa vittoria, che determinò la rivoluzione di Parigi nel 4 settembre e la proclamazione della Repubblica in Francia, il Principe di Prussia andò con il suo corpo d'esercito ad assediare Parigi. - Sono conosciute da tutti le peripezie di questo memorabile assedio, i di cui principali episodii furono í combattimenti di Chitillon, Bagneuz, Bourget e Hautes-Bruyeres. Il 26 gennaio Parigi capitolò, per mancanza di viveri, dopo un breve bombardamento. Il principe Federico Guglielmo venne nel novembre 1870 insignito del grado di foltimaresciallo, grado che fin allora nessun Princip• della casa reale avea mai portato. giorno 25 febbraio 1858 il Principe ereditario di Prussia sposava la principessa Vittoria, figlia primogenita della Regina d'Inghilterra, duchessa di filassonia, nata il 21 novembre 1840, che è secondo comandante del 2.0 reggimento degli usseri. Dal matrimonio nacquero cinque figli, due maschi e tre femmine. Il primogenito è il principe Federico Guglielmo-Vittorio Alberto, nato il 27 febbraio 1859. Nei giorni scorsi fu in Pisa S. E. il principe Doria Pamphili senatore del Regno. ** * L'abbondanza delle materie che si riferivano in massima parte alla disgrazia che ha colpito la noatra città• con la morte del comm. Francesco Ruschi, ci ha Impedito di pubblicare un compiuto ragguaglio delle feste che hanno avuto luogo a Pontasserchio nei giorni di mercoledì e giovedì della scorsa settimana. Ripariamo og,gi all' omissione dicendo che le feste riuscirono in tutto e per tutto allegre, briose, senza l' ombra del disordine; che le regate nel Serchio furono la cosa più simpatica , non tanto per le barche, come per la quantità di gente che stava sulla riva a vedere formando un bel colpo d' occhio; e che di ciò tutto il merito và al al signor Angiolino Raimondi che si divise in quattro perchè Ti accorsi al Pontaaserchio si divertissero passando una lieta giornata. ** Col primo maggio gi è aperte lo stabilimento dei Bagni di San Giuliano. Come negli anni scorsi anche quest'anno l'affluenza dei forestieri sarà grandissima; e non può essere a meno perchè il luogo è amenissimo e nulla vi manca di quello che li inglesi chiamano comfort. Quando la stagione si sarà fatta brillante, pubblicheremo spesso i Corrieri dei Bagni di San Giuliano. Ahimè, le signore si lamenteranno che a raccontare le loro gesta manchi quest'anno il nostro simpatico Marco T. ** 91, L'accademia di scherma • musica che dovea dare ieri sera il maestro Milloschi nel palazzo Toscanelli, per imprevedute circostanze, ha luogo questa sera. Il 26 dello gemme mese di aprile due bimbi di 11 anni e uno di 13 ei divertivene nel mulino detto Crespina facenlone girare a mano il rnotene. Per disgrazia avvenne che mi altro bimbo di 10 anni, certe Leopoldo Bani, si chinnese verso il mnriccielo in cui era imperniato il ruotone, per osservarne il movimento. Avvicinatosi un po' &nono al ruotone questo lo investì nel capo proincend(nli tali lesioni da ridurlo quasi subito cadavere. * Nella sera del 2 corrente, mentre avevano lnogn le Corse di cavalli fuori la Porta Fiorentina. il bembine di anni 9 Eliseo Ghelardoni ebbe une pe leta alla testa da un cavallo. Per fortuna la ferita che ne riportò è leggera. Lo stesso cavallo giunto rimpetto alla stazione merci rad le in terra e nel rialzerei investì la donna Mina Ghelerdoni ■li 28 anni cagionandole una contusi-ne alla spalla sinistra. La Ghelar Ioni vanno condotta all'Ospedale dalla Mieericordia. ** * Al Mugnaio Sebatino Bartoli di Colle-Salvetti venne rubato un p irtnfogli contenente lire 250 e diverse cambiali. Queste ultime più 100 lire potò ricuperarle. Si sospetta che autore del furto sia stato un cintadino. ATTI E DOCUMENTI UFFICIALI — La Garrefla Ufficiale del 19 corrente contiene: 1. Regio decreto 14 aprile, che autorizza il Governo del Re a dare esecuzione alla convenzione addizionale fra l'Italia e il Belgio, relativo allo scambie di cartoline postali, firmata a Roma il 10 luglio 1874. 2. Regio decreto 1.• aprile, che istituisce quattro posti di cominissarii per esercitare la vigilanza ed il sindaco premo il Consorzio e presso le sedi centrali dei sei Istituti d'erniseione, in conformità del regolamento per l'esecuzione della legge per la circolazione cartacea durante il corso forzeso. 3. Nomine nel pereonale della R. marina e in quello del Ministero della guerra,. — La direzione generale dei telegrafi anroinzia che Privi del linguaggio segreto è di nuovo aminess) nella corrispondeaza telegrafica privata con la Francia. ..._ La direziene generale delle poste annunzia che i piroscafi della Società Rubattino e Comp., applicati alle li n sa G eno oa-Ca. gliari, ritarderanno, a cominciare dal viaggio di ritorno delli 22 corrente, di un'ora la partenza da Cagliari, movendo da quel porto alle ore pone. — Quella del 20 aprile contiene disposizioni nel Ministero della guerra. — La direzione dei telegrafi annunzia l'apertura d'un nuovo ufficio telerafico in Trino, provincia di Novara. — Quella del 21 aprile contiene: 1. Nomine nell' Ordine della Corona d'Italia fra le quali notiamo le nomine del senatore Enrico Gnicciardi e del coenm. Nicola Spaccapietra, primo presidente della Corte di Cessazione di Napoli, a Gran Cordoni. 2. Regio decreto 29 marzo, che modifica il ruolo organico del Ministro degli affari esteri. 3. Regio decreto 18 marzo. che approva _ il ruolo organico del personale degli nfficit di verificazione dei pesi e delle misure. 4. Disposizioni nel personale del Ministero di pubblica istruzione e in quello del Ministero della guerra. 5. Relazione sugli esami sostenuti in Ro- • ma nel marzo 1875 dagli ingegneri allievi del Genio civile per la loro promozione ad ingegneri di 3.a classe. 6. Relazione sul risultato degli esami a concorso che ebbene luogo in Roma cieli' aprile 1875 per (licei poeti d'ingegnere allievo nel Genio civile e ciugne nei Commissariati per la sorveglianza dell' esercizio delle ferrovie. — Quella del 22 aprile contiene: 1. Disposizioni nel personale giudiziario, fra le quali notiamo il collocamento a riposo del comm. Nicola. Spaccapietre, primo presidente della Corte di Cassazione di Napoli. 2. Regio decreto 18 marzo che concede la facoltà di riscuotere il contributo dei gufi al Conttorzio costituitosi in Treinelle (provincia di Pavia) per l'irrigazione di terreni in quel Comune mediante derivazione d' acqua dal cauele Cevour. 3. Regio decreto 28 marzo che ietituiec,e una Giunta d'archeologia e di Belle Arti presso il Consigeo superiore di pubblica istruzione. 4. Regio decreto I aprile che autorizza la Societa anonima dei bagni Pancaldi, •edeuta in Livorno u ne approva io statuto. 5. Regio decreto I aprile, che approva. le moditicezioui introdotte ne/lo mi:Meteo dell" liate"di 1eso:611nm di Reggio Emilia. lì. Regio decreto 21 1.114Chu, etle C.0110014.1 ibColur dì eper,sre thicUllef d' acque iudicate in uppointo elenco agli individui e Souteta nel utedintiato nominate. Lai DitehlOao guueraie eche 1 0#103 nuueits l'apertura dei +seguenti nuovi uftisii poetati. AiTiguano in proviucia di Macerata: Liz) male la prvIliucia di Leece .1oute San Mar- tino, in provincia tt.4 Macerata; isite, ia pulirmela di Napoli; Nudo, in proviucia di Aveliine; Paraeuelio in proviucia di kireicia; eulagiano, iu provincia dt Lecca; Bleu MiebeteUÀ liari; 8411 ed.uii ti ricad, la provincia di Treviao, Sutcra, in pie, vinci& di Caltunitetta. — Quella. del 23 aprile contiene: l. Regio decreto 1 ti Attrito, che approva la oireoecrizione degii utizi di yerineaeione dei pesi e delle misure. 2. Regio decreto 1 aprile, che approva la riduzione del capitale della Banca popolare di Genova e ne approva ancora lo statuto nuovo. 3. Risaltato dell' esame di concorso per 150 posti di u litore, aperto con cher& o ministeriale 26 dice inbre 1874. — La Direzione generalo dei telegrafi annunzia l'apertura di un nuovo ufficio in Montecchio Mageiore, provincia di Vicenza. — Quella del 24 aprile contiene: Dispoeizioni nel personale dell'amministrazione finanziaria e nel personale giuliziario. LIBRI E GIORNALI Il giornale torinese la Critica a proposito dell'opuscolo intitolato Onoranze funebri a Francesco Bonaini scrive: c Sono in questo elegante fascicolo descritte le onoranze funebri, che la cittadinanza pisana rese il 21 dicembre 1874 alla salma del prof. Francesco Bonaiui, e raccolti i discorsi in quella circostanza pronunciati. Degno fra essi di nota è quelle che, per incarico del Municipio pisano, lesse il cavalier Felice Tribolati, il quale seppe coll'usata eleganza e con molta eradizione dire le lodi dell' illustre estinto. E ciò fa onore non solo al cav. Tribolati, ma eziandio al Municipio di Pisa che volle farsi degnamente rappresentare. » FORTUNATO POLI, Gerente resp. AVVISO Affittasi una Villa senza mobiliare con annesso giardino, l'appella, cambia:t, condente cc. posta nel popolo di Ghezzeuo, coinunità dei Bagni San Giuliano distante da Pisa circa tre chilometri, e prossima al passeggio delle piagge. Dirigerli per le trattative alla riveli lita, .1i e Lie o tzi:Jacelii lungo l' Arno reitlét in costn citth con lotta dalla signora Giuditta vedova 13rni. .0.• restituita a tutti senza Medicine, senza spese, mediante la deliziosa Farina di idiote Du BAsny di Londra, detta: PERFETTA SALUTE A 3 3)ip DA Dita la quale economizzi mille volte il suo prezzo in altri rimedi; guarisce radicalmente dallo cattive digestioni gastriti, gastralgie, costipazioni croniche, emorroidi, glandole, ventosità, diarrea, gonfiamento, giramenti di testa, palpitazione, tintinuard'orecchi, acidità, pituita, nausee e vomiti, dolori, ardori. granchi e spasimi, ogni disordine di stomaco, del fegato, nervi a bile, insonnie, tosse, asma, hronchitide, tisi (consumazione), malattia cutanee, eruzioni, melanconia, deperimento, reumatismi, gotta, febbre, catarro, convulsioni, no• ralgia, sangue viziato, idropisia, mancanza di rreechezza e d'energia nervo se• •4#! mi.. bile successo. • Cura ri. %9,S2. — %trete Maria Joly di 50 anni di costipazione, indigestioae, nevralgia, insonnia asma e nausee. Cura n.° 46,270. — Signor Robertz, da consunzione polmonare, con tosse, vomiti, costipazione e sordità di 25 anni. Cura n.°4-6,210 - Signor dottore medico Martin, di gastralgia e irritazione di stoinaco che lo faceva v- omitare 45 a 18 volte al giorno, e ciò da enni. ottoCura n.• 46,218. — Il colonnello Watson, da gotta, nevralgia e costipazione inveterata. Cura n.•18,741. — Il dottor medico Shorland, da idropisia e costipazione. Cura n.* 49,522. — Il signor Balduin, da estenuatezza, completa paralisia della vescica e dello membra per eccessi di gioventù. (8) Più nutritiva che l' estratto di carne, economizza anche 50 volte il suo prezzo in altri rimedi. In scatole: 1/, di kil. 2 fr SO c.; 412 kli. te, kil. 4 fr. 50 c,; l lui. 8 fr.; 2 115 kil. -' 17 ti . 50 c.; 6 kil, 36 fr.; 42 kil. 65 fr. Biscotti di B,evalenta: scatole da V, kil. i fr. tjo e.; 1 kit.t', fr. La Revalenta al Ci0000latte: in Polveri eri in Tavolette: per 12 tazze 2tr. 50 c per 21 tazze 4 fr. 50 c.; per 48 tazze 8 fr. 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