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Mercoledì 5 Maggio 1875
Num_ _35 _
RG IM EVO
DlaEZIONE
4
Via CmitollettO N.° 2, Primo Picea°.
I manoscritti che s'inviano alla Direzione
ami si restituiscono, nè si rende ragione
Ài fiumi di stamparli: non ai accaltemo
F'isa. 4 'Viaggio
iiiiimmaimmisi~
FRANCESCO RIJUHI
Riportiamo dalla Nazione le seguenti
e corrispondenze da Pisa:
Pisa, 28 — La sera del 27 aprile pastassa a miglior vita nella nostra città il
lobile Francesco Ruschi fratello al seatore Rivaldo.
Unauinie col fratello nei sentimenti
liani e liberali, non si contentò di farn professione platonica, ma virilmente si
a operò a propagarli e a farli trionfare:
chè egli deve essere annoverato fra i
validi cooperatori del nostro risorgi..
1#' nto.
Del decoro e della prosperità della sua
La fu tenerissimo promotore tanto come
ivato 'che come amtuiuistratore della
osa pubblica: ma il livore partigiouo gli
rocurò amarezze onde rimase funestata
a sua vita.
Quale fosse fra le pareti domestiche e
elle relazioni cogli amici, lo dicono il
isperato dolore della famiglia, e liceoamento di questi: come fosse amato e
*mato dei suoi concittadini testifica il
ompiauto universale che lo accompagnò
l sepolcro.
Pisa, 29. — Vi mando un supplemento
el Risorgimento, nel quale troverete le
ate più importanti relativamente all'egreo e compianto Francesco Ruschi.
Ma per lui le date son poca cosa: quello
e vale, ed è difficile rappresentarvi si è
insieme della sua personalità morale.
ra nessuno aveva da temere o da spere da lui o dai suoi: eppure non poteimmaginare che manifestazione unaniite di affetto iu ogni ordine di persone
tbbia provocato la sua malattia. I parenti
Son potevano far pochi passi per le stra-
APPENDICE
IREVI CENNI SU PALESTRINA
—,..—__
t Palestrina città della Conksrea, posta
I pendio meridionale di uno degli ulti-
i contrafforti dell'Appennino' a 542 metri sul livello del mare, ed alla distanza
di 22 miglia geografiche da Roma.
La strada che da quest'ultima città vi
conduce corrisponde quasi interamente
alla antica via Lubicana, che spingeva
fin là uno dei suoi diverticoli posto presso
Nn Cesareo. — Si yeggono ancora di
uesta strada magnifici avanzi, che sfidano fin qui le ingiurie del tempo divoratoro. Certamente le sfiderebbero ancora Dio
sa per quanto; se non che le grandi selci
Cerulee da cui son lastricati, corna Io erano tutte le antiche strade romane, scomaiono troppo sovente, e ridotte in fraumi, servono di materiale alla costrnoue delle nuove vie.
Per la topografica sua giacitura, due
ole strade di Palestrina son piane, mene le altre tutte sono erte e selciate a
adini, — Il suo fabbricato se non può
AMMINISTRATIVO - POLITICO SCIERTMCO - LETTERARIO
-
SI PUBBLICA OGNI MERCOLEDÌ E SABATO O CIASCUNA SETTIMANA
de di Pisa senza esser fermati da persone
che spesso non conoscevano e che chiedevano le nuove: si andava dal soprabito
alla cacciatora, anzi alle maniche di camicia. E ripeto, da un pezzo in quà nessuno aveva da teiere o da speseares b InIS
si direbbe qnasi che l'egoismo non occupa anche tutto intiero il cuore degli uomini. E perchè tutto questo? Perchè in
Francesco Ruschi la bontà schietta e co-
-
to da viciao, so quante difficoltà in quei
tempi dif f ili spariesero dalla sua via perchè si tra * ava di lui, e quanto bene riuscisse a Ne con le semplici e modeste
sue Yirtilt sit Anche egli è sparito! Come
.
stante dell'animo, la benevolenza per tutti,
anche pur troppo qualche volta non meritata, si rivelava nella fisonotnia bella e
serena, nel fare, nelle parole, in tutto.
Amò molto ed è stato amato. La bontà
fu la sua potenza, perchè per l'attrazione
che con quella esercitava, potè molte volte
condurre gli uomini a far quello che per
altri difficilmente avrebbero fatto. E fa
pur troppo anche la sorgente dei suoi più
acerbi dolori, perchè non seppe diffidare
quanto è necessario. gli a Pisa la memoria (lei povero Ruschi è quella dell'ultimo Gonfaloniere secondo l' antica imagine di questo personaggio: l'ultimo che
abbia goduto di popolarità vera, larga,
uttanime, dal popolino su su sino alle sale
arietocratiche; l'ultimo che sia stato come
un padre amato da una famiglia, un capo
patriarcale di una tribù, aazichè, come è
in oggi il Capo d'ufficio della amministrazione municipale. E di questa universale simpatia si valse largamente in quei
periodi, nei quali i municipi nostri ebbero
la importanza che sapete. Egli era il
Gonfaloniere del partito nostro: lo era par
il ricordo delle tradizioni domestiche, giacche il padre suo lo fu e lasciò cara memoria di sè nei tempi della rivoluzione
francese; lo era per il conte in cui era
tenuta la sua famiglia, per le estese parentele, per la qualità di non pochi parenti, primo fra questi il fratello Rinaldo,
per la fede antica alla libertà, non mai
smentita in casa Ruschi, per l' aspetto
imponente e buono, per il fare signorile
ed affabile. Ed io, che l'ho sempre vedudirsi bello, è certamente discreto; ed ha
buon numero di chiese, soverchio numero
di conventi e monasteri.
L' indole dei suoi abitanti è quieta e
pacifica, e la classe agiata abbastanza
istruita, ciò che gli permette dominare
con successo la classe rozza ed ignorante.
Quest'ultima poi oltre i difetti che inevitabilmente l'ignoranza trae seco, ha l'altra ancora di essere troppo dedita al vino
dal quale, specialmente nei dì festivi, si
lascia vincere in deplorevol maniera.
Palestrina corrisponde alla antica Praeneste, città dell'antico Lazio, di cui vuoisi fondatore, o meglio restauratore Ceculo,
che vi regnava 700 anni innanzi Roma,
e fu uno degli alleati di Turno contro
Enea. Di costui in fatto così canta Virgilio nel 7.° libro della Eneide:
« Nec Praenestinae fandator d,efuit Urbis,
« Vulcano genitam, pecorae inter agrestia Regem,
« Incentamgue focis, omnis guem credidit aetas
« Coeculus. Mine Iegio late comitatur agrestis ».
Sella etimologia del nome di questa
città son due le opinioni. Alcuni la traggono da Prenesteo suo Re, il quale inon
è altri che il Ceculo su ricordato. Altri
poi, e sono i più, la derivano dal greco
semina jg . ' gioriits il numero di quelli,
coi quali passiamo dire veramente di avere vissuto! l'Arena nuova generazione ci sentiamo coni forestieri: troppo diversa è
l'atmosfera in cui essa e noi siamo cresciuti.
ILMERE211~
Il profesmre Pietro Sbarbaro indirizza
al Direttore del nostro giornale la lettera
Ohe segue:
Ouorevols signor Direttore del
Risorgimento di Pisa.
Macerata, il 30 di aprile 1875.
Laeciaterni partecipare al cordoglio di
cotesta città, che amerò sempre come mia
seconda madre, lasciate eh' io partecipi al
dolore inconsolabile di una famiglia, nella
cui storia, nel cui carattere, nelle cui
virt:ì si specchia l'indole e il fors:e liberalismo del generoso popolo di Pisa'.
Io stimavo Francesco Raschi prima ancora di venire a cotesta Uaiversità, come studente, per ciò che di Lui e della
sua famiglia avevo letto nelle Memorie
di Giuseppe Montanelli; testimonio tanto
più credibile, che scriveva e giudicava gli
uomini e le cose, lontano dalla Italia,
esule, amareggiato dall'esilio e in campo
di opinioni politiche diverso da quello dove i fratelli Ruschi, dopo i rovesci delle
fortune nazionali, si trovavano.
Mandai a Francesco Raschi la ispoutanea parola dell'affettuoso conforto e le
protestazioni della reverenza inalterata nei
giorni e nelle ore più tristi della sua vita:
quando con grido unanime l'aristocrazla
dell'ingegno e della probità. eli levò a prcclarnarlo uomo giusto!
Mando oggi alle estreme reliquie di
quella bella e nobile vita la parola lacrimosa dell'ultimo addio.
vocabolo, Prini, nome di una pianta
( Elce ), che in grande quantità cresceva
e cresce ancora in quei dintorni. Ed è
ben naturale che i più si adattino a quest'ultima opinione, inquantochè Preneste
esisteva con questo nome ben prima di
Prenesteo, ed Erilo ne ebbe il dominio.
Virgilio istesso narra di fatti che Evandro uccise Erilo c Praeneste sub ipsa
nè può essere imputato di coutradizione
perciò che altrove chiamasse Ceculo ad
Erilo posteriore c fundator Praenestinae
urbis a, perocchè in questo caso la parola
fundator stia per ristauratore, e non per
fondatore.
A quella guisa che resta incerta l'origine del di lei nome, nel modo stesso è
ignota l'epoca prima della di lei fondazione. Solo è dato con fondamento arguire, che Aborigeni furono i di lei primi abitanti, e poscia Pelasgici. — Pelasgiche in fatti o Ciclopiche furono le sue
mura, di cui si ammirano ancora gli antichi avanzi costrutti senza cemento, con
massi irregolari di meravigliosa grandezza.
Degne di sommo rimarco in Palestrina
50110 le
relique di un Tempio oltre ogni
III
AMMINISTRAZIONE)
LiSreria Matti cotto Rango
Le aesoeinzioni hanno il principio
il 1..0 1 l i e d' ogni mese, con pagamento
anticipato di lire 8 per un anno e di lire 5
por sei nesi.
Un Fumero separato centesimi
arretrati centesimi 20.
Avviai ed incerzioni centesimi 15
ogni llnes o spazio di linea•
,
GIO1=11\TAI,E della CITTÀ e 1-3 13.0VINCLA di P'IS.A.
scritti anonimi. — Lo lottare non francate
nnn ei ricevono.
11
ANNO
Scrive Giuseppe Montanelli, che Francesco Raschi, uno dei capi del moto riformatore e liberale di Pisa, apparteneva
a una famiglia di Giacobini, dove l'amore della liheità era tradizione 4oin nbica,
una santa eredità. E av vegnachè nelle
rivoluzioni pelitiche si rivelino tanto i buoni quanto i pessimi i s tinti dell' umana
natura, ed abbiano le rivoluzioni così i
loro barattieri o avventurieri, che dir si
voglia, come i loro Bsiardi, pare a me
tutte le lodi dell'uomo onorando che Pisa •
ha perduto, si possano riassumere dicendo
che Frauceaco Raschi fu na Gentiluomo
della rivoluzione. Con una stretta silenziosa di mano al senatore Rinaldo.
Vostro Aftezionatissimo
PIETRO SBARBARO.
111111~11•111
Fra coloro che intervennero al tra.sporto del compianta conitu. Raschi, diluenti- •
camino il tua,rchese Luigi Malaspina, il
tuarchese Alfon o Mslaspilin, il cav. Vieni,
consigliere delegato di Pts.t.ttura, il cav.
Cop ii ispettore i PabLlicis Sicurezza, il
prof. L'Indi, il prof. l'avv. Pelamidessi, il cav. Moschini, l'avv. Emilio Bianchi, il dott. Tizzoni, l' avv. GualtierottiMorelli, il dott. Paoletti, il sig. Giaunini,
il dott. Ballori, il don. Nistri, il dottor
Parriui, il dott. Adolfo M írtini, l' ingeg.
Gallizioli, il dott. Latupredi, il cav. Tanfaui direttore del R. Archivio di Stato,
l'avv. Supino, i dottori fratelli Pardocchi,
il cav. Chiesi, il sig. Pardo-Roquez, il
dott. Chetoni direttore (1.41' ospizio di
mendicità, il sig. Tabarracci direttore dell'orfanotrofio maschile e il prof. Pavolini
con tutti i professori della Scuola Normale
inferiore.
1~~11111•
Il signor Giulio Pippeschi ci prega di
pubblicare le linee che seguono. Noi lo contentiamo volentieri perché nel rimpiangere
la morte del coutru. Raschi ci piace che tutte
le classi di citta lini siano rappresentate:
dl sottoscritto come cittadino pisano pian,
dire grandioso, che fu già dedicato alla
Fortuna, il culto della quale coi suoi oracoli, e le celebri di lei sorti, deve essere
antico quanto Preneste. Queeto tempio,
che in epoche diverse fu aumentato ed
abbellito, era per la sua grandezza e magnificenza non punto inferiore al Tempio
di Diana in Etfeso ed a quello del Sole in
Eliopoli.
Apparteneva al Tempio della Fortuna il
superbo Musaico rinvenuto nei fondamenti
dell'antico Palazzo Vescovile, e che attualmente si ammira del Palazzo Baronale del
Principe Barberini. Desso è invero un sorprendente lavoro, fatto da mano più che
maestra. Al soggetto rappresentato da questa opera insigne furono date interpretazioni diverse. Di tutte la più accreditata però si
è quella, che siavi ritratta l'innondazione
periodica del Nilo, e le feste in tale incontro consuete a celebrarsi. — Che trattisi infatti del Nilo non nasce alcun dubbio: lo provano le costruzioni, la vegetazione, e gli animali rappresentati da esso,
proprii tutti di quelle regioni. -- Vuolsi
da alcuno che questo musaico sia quello
che fu donato da Silla al Tempio della
Fortuna; ma ciò sembra a molti altri ai'
• -..~1~11.09.111~--
ge oggi sopra una tomba, lannutaudo
per lita di colui che vi giace, di colui che
con rettitudine e solerzia attese sl governo
di Pisa; sulla salma del comm. ?raneeseo
Ruschi.
Operoso ed infaticabile si occupò aempre
di migliorare le con iizioni della citt•. n (tia;
buono e di animo gentile, aiutò eapre gli
infelici.
La vita di siffatto uomo sì necesssaria alla
nostra città si spense ohimè troppo prist-,
anche egli soggiacque alla legge di natura;
ma se l'anima sì gentile passò rapi4a il
nome di lui resta indelebile scolpao nei
cuori di noi cittadini pisani.
Anch'io ignoto ai più; anch'io nor (la interesse spinto o da spirito di partito ma
dalla riverenza che sento per una così nobile
esistenza, mi inchino muto ed osseqnioso
implorando pace all' aninaa. di Francesco
Ruschi s.
Giulio Pippsschi.
-e -
LETTERE ROMANE
2 maggio.
Trovo nel vostro nuinero di mercoledì scorso materia a congratulazioni.
Mi congratulo per il vostro magnifico comizio per l'abolizione della pena di morte; lì Pisa si mostrò unanime e voi sapete che l'unanimità non è precisamente la caratteristica dello spirito pubblico pisano. Io
_ho assistito a Firenze al meeting del
Teatro Pagliano e ve ne scrissi. Ebbene: da quanto rilevo dai vostri resoconti, il comizio di Pisa fu ancora
più imponente, solenne ed ordinato.
Quando paladini di forza e di grazia,
ma tutti potenti come Carrara, Barsanti, Martini, Sanminiatelli, e gli
altri, spezzano una lancia, il torneo doveva essere brillantissimo come
riuscì. Cioè non era un torneo, vista
l'unanimità dei combattenti; era un
carosello dove S. E. Vigilami ( sia
detto con tutto il rispetto) faceva da
mannequin riportando degli horions
famosi.
Mi congratulo in secondo luogo
colla vostra alma Università per l'onorifica visita dell'illustre Arndts. Era
ben giusto che l'autore del Trattato
delle Pandette rendesse omaggio a
sai discutibile. A sostegno della loro opinione, chiamano questi ultimi l'autorità,
dello stesso Plinio, che al Lib. 36, Cap.
25 così si esprime. Lithostrata quideni
• caeptavere jain sub Sylla parvulis certe
• crustis; extat hodieque quod in Fortunae
• Delubro Praeueste fecit a. Dunque essi
dicono, Silla donò un lithostratum; ma lithostraturn è cosa ben diversa da hopus
musivum. Il primo è formato bensì partulis crustis, ma non disposte in modo' da
costituire particolari disegni e figure.
Aasomigliano essi ai moderni pa.vitnenti
chiamati alla veneziana, e costruzioni di
siniil geaere sono state trovate di fatto
negli avauzi del tempio. L' hopus musivutn invece è formato parimente parvulis
erustis, ma disposte in modo da rappresentare figure e disegni, quale appunto è
quello di cui qui si ragiona. Ma le opere
tu quest'ultimo genere opinan essi incominciassero iu epoca assai posteriore. E
soggiuugono ancora come Plinio, di cui
si auttuirirano a ragione la diligenza, la
precisione, e la proprietà nei vocaboli,
non avrebbe adoperato certamente l' uno
Pt r l'altro, e che quando volle parlare di
nntaaico, hopus inasiterna 110i1 1ithOStratI4113
una città insigne come Pisa pel alto
delle Pandette.
Mi congratulo infine per lo spbndido risultato della fiera di benefictiiza. Era certo del resto che quanti( le
vostre gentili signore ci si mettolo,
fanno miracoli. È un eccellente precetto quod superest date pauperilus;
ma quando il superfluo prima di airi e
vare alle mani dei poveri è pasato
per certe manine di fata, acquista il
profumo delle cose adorabili.
Appunto ieri alla Camera S. E.
Vigliani fece l' elogio della suddstta
massima evar:gelica. Ma ieri il ministro di giustizza (come si ostinata a
qualificarlo, con elissi involontariarrente
sanguinosa l'onorevole La Porta) hon
lontano mannequin, era un lottptore
abile e forte ed elegante. Nella rnislia
parlamentare l'onorevole Vigliani porta inalterato il suo sorrise piuLosto
sardonico e il suo toupet (materide e
morale) non vacilla un momento
Perchè ieri cominciò a Montecitorio
una discussione gravissima sopra l'argomento interessante delle relazioni
fra lo stato e la chiesa cattolica, e
precisamente sul modo col quale è applicata dal governo la legge delle guarentigie.
Notate frattanto che tutti i partiti
in Parlamento cori molto tatto si sono
ben guardati del sollevare la questione
sull'abrogazione o derogazione di questa legge. La sinistra comprese Forfettamente che su questo terreno avrebbe trovato la sorte che toccò alla mozione dell' onor. Petrucc,elli della Gat-_
tina. Non sono ancora mature le circostanze a simile discu .;sone. Per ora
la legge delle guarentigie sussiste, ed
è politica affatto savia perseverare nell'applicarla.
Ma l'opposizione sostiene che il governo non l'applica secondo il suo vero
concetto: sostiene che il governo l'applica in modo che farebbe supporre
una tendenza a conciliazioni con quei
principi vaticani, che sono inconciliabili colla salvaguardia dei diritti dello
Stato e della causa liberale.
In quest'ordine di idee esistevano
ei lo chiamasse. Costoro adunque, e con
essi l'eruditissimo in tali cose signor Pietro Cicerchia Rossi di Palestrina, ritengono che questo munico non sia già atato donato da Sulla. ma che Sfila non doname al Tempio de'ila Fortuna che nn
semplice lithostratum.. — Ma di ciò ai più
Altro consimile ~aie° è stato scoperto
da poco per le intelligenti, ricerehe del
signor Cicerchia en ricordato. Ma non restava a lui il frutto della scoperta, imperocchè l' emineutissimo Ainat, che in quell'epoca era vescovo di Paleatrina sostenendo che ei trovasse in un suo poseenso,
non curando affatto i diritti dell'inventore,
nè le spese che creati sostenne per lo
cavo, e per l'acquisto di un terreno fatto
espreasamente per queste ricerche, se lo
appro pri a va.
Il Tempio della Fortuna non era il solo
che esistesse in Preneate, nè a questa sola
Deità rendevasi culto. Altre ve ne erano
e fra queste non ultima Giove imperatore.
Tito Livio infatti al Lib. 6 cap. 29 narra
che Tito Quinzio Cincinnato espugnata
Preueste coi suoi otto opidi negli autii di
due interpellanze, degli onorevoli. La
Porta e mancia, e un' interrogazione
dell' on. Cordova.
Ieri fu discussa quella dell' on. La
Porta.
L'oratore della sinistra, parlando
con rimarchevole moderazione, sottopose al ministero sette quesiti .concernenti: l'esercizio del giuspatronato dello stato nelle nomine a benefizi maggiori e minori — le concessioni del regio exequatur — le concessioni del regio placet—sul movimento popolare per
la nomina dei parroci — sul promesso
progetto di legge pel riordinamento
della proprietà ecclesiastica.
Mi estenderei di soverchio se volessi precisare ulteriormente i quesiti
e riassumere le particolareggiate risposte del guardasigilli.
Permettetemi però di esprimere su
queste risposte la mia impressione complessiva; ed è che l'on. Vigliaui giustificò ampiamente la polica go7ernativa su tutti i punti, meno sulla concessione del regio exequatur ai vescovi —
È vero che questo exequatur non fu
concesso se non quando per parte dei
vescnvi Si venae a qualcie atto presso
a poco equivalente alle formalità *volute dalla legge sulle guarentigie e dal
relativo regolamento. Ma questo equivalente fu sempre conforme alle istruzioni vaticane, abilmente dettate nel
senso di permettere ai vescovi di assidersi alla mensa vescovile ma di
evitare un vero e proprio riconoscimento dell'autorità dello Stato.
Conviene inoltre osservare che anche sugli altri punti il governo seguì
con aieorosa cura quella i flterpretazione
della legge sulle guarentigie che meno
lo mettesse in contrasto cogli interessi
del clero. Ma in alcuni casi, e specialmente per quello che concerne i
placet concessi ai parroci muniti da
vescovi .non muniti dell' eirequatur,
si deve riconoscere che la linea di con'dotta del governo fu savia e prudente.
'Quindi, ripeto, mi pare sostenibile
questa politica, meno in quanto concerne l'exequatur ai vescovi che non
lo domandarono direttamente, ma si
valsero di sotterfugi. È però vero che
a questo sotterfugio in ogni caso si
prestarono volonterosamente i municipi
(il Risorgimento a suo tempo non
mancò di notarlo circa monsignor Capponi, vescovo di Volterra; e a questo
proposito vedrenlo come l' on. Matfei
saprà conciliare la sua posizione nai
banchi della sinistra con quella tenuta nel municipio di Volterra).
L'on. Vigilarli approva questo prestarsi dei municipii, assicurando che ai
municipii preme giustamente che i vescovi possano adempire il precetto quod
superest, ec. — E poi si congratulò
di notare nell'attitudine del clero qualche sintomo conciliativo, diede grande
importanza alla cessazione di quel violentissimo libello vaticano che era La
Frusta
Insomma l'On. La Porta non si dichiarò soddisfatto, e si capisce La discussione era proceduta tranquillissima; diventò invece accanita e
tempestosa sopra una questione che -diremo d'ordine del giorno.
Quì la sinistra voleva fare una breccia al regolamento. Questo dispone che
l'interpellante non soddisfatto debba
presentare una risoluzione da discatere
e votare. Il non presentarla equivale
all'abbandono nell'interpellanza.
Ora la sinistra non voleva nè abbandonare la interpellanza (e questo è
chiaro) nè presentare l'ordine del giorno La Porta; perchè pronunziandosi
la Camera su di questo, sarebbe stata pregiudicata e anticipatamente ridotta a nulla l'interpellanza Mancini
da cui sembra attendersi molto la
sinistra contro il ministero.
Domandava quindi per bocca
eerevole .iNicotera, che fclecito all'onorevole L a. Porta presentare la sua
risoluzione dopo svolte l' interpellanze
Mancini. — Posta alle strette dal regolamento fece ritirare l'ordine del
giorno già presentato dal La Porta
di cui l'interpellanza non ha quindi
avuto nessun risultato pratico.
Domani verrà svolta e discussa l'interpellanza Mancini; la decisione parlamentare sulla questione è dunque
protratta di qualche giorno. — L'onorevole Minghetti si impegnò a di-
Roma 376, tornò al Campidoglio, riportando come spoglia opima la statua di
esso Giove.
Come città primitiva latina, Preneste non
poteva essere che nel recinto delle sue
mura ciclopliche. I Pelasgici che la abitava,no, non potevano al certo fuori di
essa tenere dimora. Popolo eminentemente
belligero, ed in guerra continua coi vicini, sarebbesi con soverchia imprudenza
esposto agli assalti improvisi dei suoi nemici. Ma collo sviluppo conseguito neil'epoca romana, essendosi il numero dei
suoi abitanti accresciuto di guisa da non
potere più essere contenuto in quello
spazio relativamente ristretto, ( il numero di essi si fa ascendere fin oltre i trentamila) la città fu estesa nella parte più
piana, ed abbellita con pubblici edifizi
proprii delle epoche che trascorse, imperiali cioè, e repubblicane.
La necropoli di questa città in questi
ultimi anni scoperta, e che fu proficua
tanto in oggetti antichi dell'epoca latina,
lambiva la nuova cinta, la quale si estendeva a circa ottocento metri dalla presente, che abbraccia soltanto l'area del Tempio antico.
Preneste subì tremende sciagure. Lasciando anche da parte la guerra che sostienne contro Evandro, nella quale come
sopra si accennò ebbe morto il suo R3
Erilo, ed ucciai tanti dei suoi guerrieri,
che il primo potè vaatarsi di avere arse
intere cataste di'' scudi ad essi appartenenti, fu quasi spopolata da Silla, che uccise oltre 5000 dei suoi abitanti. — Vit-
.
(
tige Re dei Visigoti, circa gli anni
537 dell'èra cristiana gli fece patire irnmenai danni. Fu allora che si incominciarono ad abbandonare le abitazioni poste nel piano, ed a ricoverarsi nel forte
recinto del Tempio e della Rocca. — Nell'anno 1183 essendosi il popolo romano
ribellato al Pontefice, ne seguirono guerre
che portarono anche a Palestrina devastazioni ed incendio. — Nel 1298 fu per
ordine di Bonifazio VIII onnivanaente distrutta e seminata di sale. Di questo fatto
parla Dante allora che dice
<
E tu in' insegni far siccome fai
Allor che Pilestrino a terra getti. ec.—
Rifabbricata, fu ancora una volta distrutta e dispers; i suoi abitanti nel 1436 da.
Giovanni Vitelleschi Patriarca d' Alessan-
.'.• ,
) Si
icipi
no»
3apesto
atfei
teprete ai
veuod
nal,nde
vioLa
di-
3.n3.
e
che ceche
bba
t ere
v ale
.
,
aboè
ortosi
3 tariini
la
od.sua
nze
re-
del
-ta
odi
nLr-
a o-
mostrare che la condotta del governo fu perfettamente conforme alla legVedremo; in ogni caso potete
ge
ritenere che la maggioranza non mancherà al ministero.
Risolto questo punto, si riaccese
tempestosissirna la discussione sulla
proposta del Nicotera che voleva all'ordine del giorno, immediatamente
dopo l'interpellanza Mancini la legge
sulle circoscrizioni giuliziarie, questione troppo spinosa, visto il conflitto di
interessi locali che solleverà.
Minghetti si oppone alla proposta
Nicotera, dicendo chiaramente che del
progetto non poteva accettare la di scussione, prevedendo che su di esso
si sarebbe voluto sollevare la questione di fiducia. Ora, a suo modo di vedere, la questione non è abbastanza
importante per meritare di diventare
di fiducia.
No: il pr)getto è importantissimo;
invece è piuttosto pregiudicato da una
folla di piccoli interessi che lo rendono
troppo al disotto del grande interesse
dello Stato: onde vedremmo una babele parlamentare sui banchi della
'Camera.
Ma questo l' onorevole Minghetti
non poteva dirlo; noi della stampa, che
non siamo costretti a riguardi diplomatici lo diciamo francamente e deploriamo la cosa, aggiungendo che i deputati non ci hanno colpa, che gli
elettori l'hanno intiera: essi natura!'mene protesterebbero se i deputati
nella questione della circoscrizione giudiziaria sacrificassero i piccoli interessi di ciascun collegio all'interesse dello
Stato. --- Le cose stautto, nè pii nè
/fieno, in questi termini.
In conclusione sarebbe inaccettabile
veramente da qualunque ministero la
,questione di fiducia sopra un tal progetto di legge; e, non volendo la sinistra impegnarsi a non sollevarla,
fece bene la maggioranza rifiutandosi.
a metterlo all'ordine del giorno, cioè
rinviandolo alle calende greche.
Questioni bizantine, direte. Sì; ma
tutti i popoli del mondo hanno nelle
vene un po' di sangue bizantino. Guardate la grande Germania che si perde
nelle ampolline dell'olio santo
Marco T.
•.
`
COSE D'ARTE
DI UNA STATUA
remaci:acute attribuita a MICHELANGELO
Una viva controversia d'arte si è dibattuta nei passati giorni in Toscana, ed
ebbe più particolarmente il suo centro a
Pisa. Era questione dell' autenticità d' un
marmo fin qui tenuto per opera di Donato dei Bardi, comunemente noto sotto
il nome di Donatello, nella quale ei vuole vedere invece la maniera del Buonarroti. Quanti v'hanno studiosi delle opero
di quell'artista sovrano non possono rimanerne indifferenti. La statua è posseduta dalla nobile famiglia dei Rosselmini
Gualandi, nella detta città, ed ha l'aspetto di un San Giovanni adolescente, o almeno tale la si reputa. Primo a ravvisare
in essa le impronte di Michelangelo fu il
prof. Salvini di Bologna; ma a lui successe una Commissione composta dei più
autorevoli professori dell'Accademia fiorentina, la quale suggellò, in forma altrettanto ragionata quanto decisiva, con un
proprio voto quel primo giudizio.
Nullameno, fuvvi colà chi insorse contro l'approvazione del titolo e del carattere artistico, sicceme indebiti, fondandosi
più sulP assenza dei particolari attributi
del santo, e sulla coincidenza di casi e di
tempi, che sopra precisi e validi argomenti.
La disputa pende tuttavia; nè le presenti
parole hanno per nulla la pretesa di risolverla. A noi prema soltanto di notare
quali sono i criterii che potrebbero far
propendere la bilancia verso il lato dell'effettiva sua pertinenza allo scultore del
David.
Noi non abbiamo sotto lo sguardo che
una fotografia; ma essa ci offre quanto
basta per stabilire una singolare rassomiglianza tra la nota statua colossale ricordata e quella in questione; la quale spicca soprattutto nel movimento e nel modo
di modellare del torso, delle braccia e delle
mani; queste ultime, particolarmente, per
certo che di ossoso, di teso, di poderoso,
ci portano col pensiero ai tipi Michelangioleschi, senza per questo sentirci vinti
altrettanto dall' aspetto della testa. Ad
ogni modo, lo escludere ogni ingerenza
del Donatello in questo lavora sembra
così naturale da avere a meravigliarci
piuttosto come questo non sia accaduto
fin qui.
E eta a favore dell' opinione che della
statua fa un lavoro giovanile del &tonarroti, e più precisamente un piccolo San
Giovanni, I i eircoatanza , proclamata da
suoi fautori, dell'avere egli, ancor giovinetto, condotto di marmo un San Giovannino per Lorenzo di Pier Francesco
de' Medici, siccome è affermato dai migliori biografi suoi contetnporanei ; il
quale San Giovarmivi° ebbe, certo, ad
andar smarrito, poichè nessuna memoria
ci rimase delle mani cui essa passasse; e
per quante indagini prima d'ora sianei
fatte per ritrovarla, rimasero vane. Questo ci sembra assai interessante e fondamentale: ben poco all'incontro, c'interessa se
esso raffiguri un San Giovanni o altra
figura che sia. Non è da oggi che gli
artisti, nel loro periodo imparaticcio, impongono ad un lavoro fatto a mero scopo
di studio un nome di nalche significanza
ad opera fatta, per agevolarne la vendita.
Aristeo o San Giovanni poco monta, quando
tutti i caratteri vengono concordi per far
dare la statua all'epoca giovanile di quel
Grande.
Questi soli sono i criterii che possono
essere accampati dai lontani. Dappresso
non sappiamo cosa possa valere di più
della dichiarazione collettiva, e della replica di essa, in più esplicita forma, di
quel gruppo di insigni professori d'arte
fiorentina, quali sono i Pollastrini, l'Ussi
il Burci, li Faller, il pa g auucci e il Cambi.
Se hannovi taluni in Rifratto argomento
di tanta autorità da assumere la responsabilità di un'affermazione recisa, sono
costoro, in mezzo, come souo, a un numero non piccolo di impronte d'un artefice d'altronde assai facilmente riconoscibile.
Vero è che dopo ciò non può aversi la
cosa per assoluta: un battesimo così solenne non sarà mai accettato per sacro,
se non venga ribenedetto dal consenso
comune dei dotti nella materia. Quanti
hanno a cuore gli studi di arte non vorranno d' ora innanzi nei loro pellegrinaggi in Toscana, dimenticare Pisa e la
statua dei Rosselmini. Ma se i felici possessori di essa faraunno che, nella ricorrenza del prossimo centenario Michelangiolesco, venga eaposta a Firenze, nessuna più propizia occasione per aggiungere
al voto fiorentino quella sola conferma
che può rimanere indiscutibile in faccia
ai secoli.
G. M.
r"
i s
Domenica scorsa, alle 11 e mezzo ant.
arrivarono nella nostra città, provenienti
da Firenze, il principe e la principessa di
Germania che viaggiano in incognito sotto i nomi di conte e contessa di Lingon.
Per questa ragione non si trovava a
riceverli alla stazione il comm. Cornere
Prefetto della nostra provincia.
Invece sua vi erano il Sindaco Rizzari
con alcuni membri della Giunta, il cav.
Romano comandante i RR. carabinieri e
il cav. Coppi ispettore di P. S.
Il principe disse qualche parola al
Sindaco ed agli altri e poi, insieme alla
principessa, si fece condurre a visitare la
chiesa della Spina. Il monumento, cui può
chiamarsi stupendo insieme e carino, destò la loro ammirazione. La principessa
ripetè tre volte che era una gran bella
cosa. Di lì andarono a vedere il Duomo.
il Battistero e il íCamposanto dove si
trattennero un bel pezzo.
Tornati indietro, si portarono all'Hotel
de l'Arno dove avevano il loro appartamento, e Ti rimasero circa un'ora.
Alle 2 e mezzo uscirono nuovamente
indirizzati alla volta della tenuta di san
Rossore. Il cav. Scaccabarozzi fece I ore
vedere le RR. scuderie e c'eludi venne
fatta una gran caccia allo vacche selvatiche la quale divertì moltissimo la principessa.
Fatto ritorno in città il conte di Lingen
volle vedere nuovatneute il Camposanto
trattenendosi parecchio e prendendo schizzi
ed appunti davanti a quei monumenti che
più gli avevano fatto impressione la prima
volta.
La principessa rimase invece fuori di
Porta nuova, disegnando la veduta sopra
un alba e ritraendo una contadinella
che fece fermare ed alla quale fece dare
dei denari da una sua dama di compagnia.
Al Duomo e al Catnposanto i principi
vennero accompagnati dal prof. Michele
Ferrucci e dall'Operaio del Duomo.
Alle 6 e mezzo andarono al palazzo
Rosselmini per visitare il S. Giovannino
di Michelangiolo.
Alle 7 tornarono all'Hotel de l'Arno e
la sera non uscirono più di casa.
Lunedì mattina partirono col treno
delle 6 40 per la Spezia dove debbono
essersi trattenuti qua Iche ora.
La sera di lunedì partivauo dalla Spezia per Genova.
*•
•011
Lao110
Eta
ri,
r3C
a uLC-
:t-
dria ed Arcivescovo di Firenze, che spinse
tant'oltre la sua ferocia, fino a fare nel
1438 distruggere la Rocca e le Inura ci.clopiche fino allora quasi intatte, gli avanzi delle quali formano tutt'ora l'ammirazione dei dotti.
Nel 1445 ricominciò a popolarsi di
pochi contadini, che si raccolsero nel luogo anche attualmente chiamato lo scacciato, quasi ad indicare dove i profughi
o scacciati si ricovrarono. Di qui poi ai
estesero nuovamente a poco a poco i fabbricati, e giunsero a quello che ora sono
i di cui abitanti ascendono al numero di
oltre seimila.
re
Non pochi uè oscuri pertanto furono
gli eventi che intorno a Palestrina si com-
EIT
pirono, nè l'Eroe di Caprera mancò esso
pure di aggiungere una pagina alla storia di lei; Fu nei pressi di ealestrina che
nell'anno 1849 riportò una brillante vittoria sull'esercito Napolitano, il quale moveva coi francesi, cogli austriaci e cogli
spagnoli, ad abbattere la Repubblica Rovampa, e restaurare la Pontificia Teocrazia.
Alquanto rigido è il clima di Palestrina,
IO
ed Orazio canlava di lei
seu mihi
Friqidum
Praeneste, su Tyhur aupinum,
Seu tiquvke plueuere Bajae,
Però ad onta della sua rigidezza, questo
clima è sanissimo.
Stupendo è il panorama, che lo sguardo
abbraccia da Palestrina. La sottoposta pianura, i colli che su questa si inalzano coronati da numerosi castelli, i monti di Anagni, la spiaggia del mare Tirreno veduta
in due punti, i monti abitati un giorno
dagli Equi e dai Vei, Roma, il lontano
Soratte, non solo distraggono lo sguardo
colla varietà e bellezza dei loro quadri,
ma porgono alla mente succoso pascei°
di grandi memorie, e di riflessioni profonde.
Il territorio di Paleatrina che prima estendevasi fino a comprendere quelli di Zagarolo
e Gallicano a ponente, e di Cave e Genazzano a levante, si riduce ora ai brevi confini di un Comune sede di un mandamento.
Esso è fertilissimo. Vi è praticata assai
estesamente Porticultura, quindi soavi abbondanti le varie specie d'erbaggi, che rie-
scono di uno squisito sapore. L'agricoltura
ancora non vi è trascurata specialmente
se si confronti coll'abbandonato Agro Romano. Ma non giungerà mai a quello stato di progresso che ottenne in altre regioni d'Italia, finchè le abit tzioni dei coloni non saranno tolte dalla città, e portate sui terreni stessi da coltivarsi. Incalcolabili vantaggi si otterrebbero così, itnperocchè non solo si provvederebbe a migliorare d'assai l'agricoltura, non solo si
renderebbe possibile una maggiore nettezza tanto bramata in città, e che non otterrai:si giammai finchè ogni sorta d'animali la infetteranno come ora avviene,
ma si migliorerebbe non poco anche moralmente la classe stessa dei contadini,
la più d'ogni altra corriva al delitto, inquantochè ai difetti che porta seco l'ignoranza in un rozzo campagnolo, aggiunge
ora anche tutti quegli altri che sono proprii del più corrotto cittadino.
Se delle scienze agrarie io fossi perito,
insisterei qui sulla necessità d' introdurre
nei sistemi attualmente adoperati non pochi miglioramenti. Vorrei provare come
sia grave perdita quella cui giornalmente
si va incontro, lasciando come ora si fa,
che ogni sorta di concime, quasi fosse
cosa inutile, sia dispersa ovunque dalle
acque, e calpestata, inutile e nocivo ingombro, nelle strade ed attorno alle case. Ma.
poichè non posso adeguatamente di cià
parlare mi taccio. Giova però sperare che
a molto sarà per provvedere la avvenuta
riunione della provincia di Roma alla restaute Italia. Lo svolgersi dei commerci, i
frequenti contatti coi popoli di altre provincie, che in ciò maggiormente progredirono, i crescenti bisogni, e la legislazione Italiana, più saggia e più razionale
della Pontificia, che sottoponeva le proprietà a certi vincoli noci vi altamente ad
ogni agrario progresso, renderanno facili,
e direi quasi costringeranno quelle popolazioni ad introdurre tutti quei miglioramenti, che prima d'ora mostravansi ardui
alineuo, se non dal tutto impossibili.
ENRICO CARBONI.
Ecco'alcuni cenni biografici intorno al
principe che ha visitato la nostra città:
Federico Guglielmo, principe reale ed imperiale, erede presuntivo della Corona di Prussia, naccine il 18 ottobre 1831; e, dopo esse• peto pei differenti gradi dell' armata
prussiana, venne, secondo le tradizioni della
Alinast a. nominato nel 1860 luogotenente-generale.
•
In (piena qualità fece la campagna della
Daeimarce nel 1864 come appartenente allo
state maggiore del maresciallo Wrangel. Noi
18 136 venne nominato generale di fanteria e,
come contendente il secondo corpo d'armata,
qiiello detto dell'Oder, prese parto alla campagna ehe che finì a Seelevea. Tutti ricordeno co.ne il principe Federico Gnglielmo
cere rara intelligenza nperasee il suo congiungimento con il resto dell' armeta prussi ma, sul campo di battaglia. E fu precisamute que,eto movimento operato in mezzo
a difficoltì enormi che decise dell' esito definitivo della battaglia e con esso della Game
pagna.
Scoppiata la gnerrn franco-prussiana, egli
fui posto alla testa della terza armata nella
(rale turono incorporati i corpi bayaresi.
Partendo da Spira e dirigendoti verso
Landari, dette combattimento ai frani mi
preso Wissernbourg, ed ottenne poco dopo
(6 egosto) una brillante vittoria a Weirth
in una battaglia contro il maresciallo MacMalion, impadronendosi di 36 cannoni, di 2
bandiere e di 4000 prigionieri. Queste prime vittorie furono principalissimi fattori di
quella titanica guerra.
Dopo aver fatto investire Strasbourg dai
corpi della Baviera e del WtIrtemberg, posti
sotto gli ordini de Werder, il Principe Rea'c
uscì dall'Alsazia e traversò i Vosgi per collocarsi all'ala sinistra del principe Carlo Federico. ma impar qpio che il maresciallo
Mac-Mabon ed il generale de Failly ritiravansi verso il sud, si diresse sopra Nancy,
e occupò successivamente Vitry -le -Francais, Chalone • Eperney. In questo frangente
il maresciallo Mac-Mahon , la di cui armala era stata ricostitnita, riusciva ad abbandonare la vallata della Marne ed a marciare sopra Metz. A. tale notizia il principe
Federico Guglielmo operò una brillantissima
conversione a destra e, malgrado i quattro
giorni di vantaggio che il corpo d'armata
francese possedeva, lo rageitinte eotto le
mnra di Sedan facendogli subire coll.' aiuto
delle trnppe comandate dal principe reale
di Saesonia, una delle più disaetrose sconfitte che la storia abbia mai registrate (primo
settembre).
È inutile il ricordare che in questa terribile giornata, allo quattro depo il mezzodì,
l' imperatore Napoleone III fece inalberare
la bandiera bianca e capitolò con 83,000
uomini, dei quali 4000 nffieiali, consegnando al nemico 400 cannoni e 10,000 cavalli.
Dopo questa vittoria, che determinò la
rivoluzione di Parigi nel 4 settembre e la
proclamazione della Repubblica in Francia,
il Principe di Prussia andò con il suo corpo
d'esercito ad assediare Parigi.
-
Sono conosciute da tutti le peripezie di
questo memorabile assedio, i di cui principali episodii furono í combattimenti di Chitillon, Bagneuz, Bourget e Hautes-Bruyeres.
Il 26 gennaio Parigi capitolò, per mancanza di viveri, dopo un breve bombardamento.
Il principe Federico Guglielmo venne nel
novembre 1870 insignito del grado di foltimaresciallo, grado che fin allora nessun Princip• della casa reale avea mai portato.
giorno 25 febbraio 1858 il Principe ereditario di Prussia sposava la principessa
Vittoria, figlia primogenita della Regina
d'Inghilterra, duchessa di filassonia, nata il
21 novembre 1840, che è secondo comandante del 2.0 reggimento degli usseri.
Dal matrimonio nacquero cinque figli, due
maschi e tre femmine. Il primogenito è il
principe Federico Guglielmo-Vittorio Alberto,
nato il 27 febbraio 1859.
Nei giorni scorsi fu in Pisa S. E. il
principe Doria Pamphili senatore del Regno.
** *
L'abbondanza delle materie che si riferivano in massima parte alla disgrazia che
ha colpito la noatra città• con la morte
del comm. Francesco Ruschi, ci ha Impedito di pubblicare un compiuto ragguaglio delle feste che hanno avuto luogo
a Pontasserchio nei giorni di mercoledì
e giovedì della scorsa settimana. Ripariamo og,gi all' omissione dicendo che le
feste riuscirono in tutto e per tutto
allegre, briose, senza l' ombra del disordine; che le regate nel Serchio furono la cosa più simpatica , non tanto
per le barche, come per la quantità di
gente che stava sulla riva a vedere formando un bel colpo d' occhio; e che di
ciò tutto il merito và al al signor Angiolino Raimondi che si divise in quattro
perchè Ti accorsi al Pontaaserchio si divertissero passando una lieta giornata.
**
Col primo maggio gi è aperte lo stabilimento dei Bagni di San Giuliano.
Come negli anni scorsi anche quest'anno
l'affluenza dei forestieri sarà grandissima;
e non può essere a meno perchè il luogo
è amenissimo e nulla vi manca di quello
che li inglesi chiamano comfort.
Quando la stagione si sarà fatta brillante, pubblicheremo spesso i Corrieri dei
Bagni di San Giuliano.
Ahimè, le signore si lamenteranno che
a raccontare le loro gesta manchi quest'anno il nostro simpatico Marco T.
** 91,
L'accademia di scherma • musica che
dovea dare ieri sera il maestro Milloschi
nel palazzo Toscanelli, per imprevedute
circostanze, ha luogo questa sera.
Il 26 dello gemme mese di aprile due bimbi di 11 anni e uno di 13 ei divertivene nel
mulino detto Crespina facenlone girare a
mano il rnotene.
Per disgrazia avvenne che mi altro bimbo
di 10 anni, certe Leopoldo Bani, si chinnese
verso il mnriccielo in cui era imperniato il
ruotone, per osservarne il movimento. Avvicinatosi un po' &nono al ruotone questo lo
investì nel capo proincend(nli tali lesioni da
ridurlo quasi subito cadavere.
*
Nella sera del 2 corrente, mentre avevano
lnogn le Corse di cavalli fuori la Porta Fiorentina. il bembine di anni 9 Eliseo Ghelardoni ebbe une pe leta alla testa da un cavallo. Per fortuna la ferita che ne riportò
è leggera.
Lo stesso cavallo giunto rimpetto alla stazione merci rad le in terra e nel rialzerei investì la donna Mina Ghelerdoni ■li 28 anni
cagionandole una contusi-ne alla spalla sinistra. La Ghelar Ioni vanno condotta all'Ospedale dalla Mieericordia.
**
*
Al Mugnaio Sebatino Bartoli di Colle-Salvetti venne rubato un p irtnfogli contenente
lire 250 e diverse cambiali. Queste ultime
più 100 lire potò ricuperarle. Si sospetta
che autore del furto sia stato un cintadino.
ATTI E DOCUMENTI UFFICIALI
— La Garrefla Ufficiale del 19 corrente
contiene:
1. Regio decreto 14 aprile, che autorizza
il Governo del Re a dare esecuzione alla
convenzione addizionale fra l'Italia e il Belgio, relativo allo scambie di cartoline postali, firmata a Roma il 10 luglio 1874.
2. Regio decreto 1.• aprile, che istituisce
quattro posti di cominissarii per esercitare
la vigilanza ed il sindaco premo il Consorzio e presso le sedi centrali dei sei Istituti
d'erniseione, in conformità del regolamento
per l'esecuzione della legge per la circolazione cartacea durante il corso forzeso.
3. Nomine nel pereonale della R. marina
e in quello del Ministero della guerra,.
— La direzione generale dei telegrafi anroinzia che Privi del linguaggio segreto è di
nuovo aminess) nella corrispondeaza telegrafica privata con la Francia.
..._ La direziene generale delle poste annunzia che i piroscafi della Società Rubattino e Comp., applicati alle li n sa G eno oa-Ca.
gliari, ritarderanno, a cominciare dal viaggio di ritorno delli 22 corrente, di un'ora
la partenza da Cagliari, movendo da quel
porto alle ore pone.
— Quella del 20 aprile contiene disposizioni nel Ministero della guerra.
— La direzione dei telegrafi annunzia
l'apertura d'un nuovo ufficio telerafico in
Trino, provincia di Novara.
— Quella del 21 aprile contiene:
1. Nomine nell' Ordine della Corona d'Italia fra le quali notiamo le nomine del senatore Enrico Gnicciardi e del coenm. Nicola
Spaccapietra, primo presidente della Corte
di Cessazione di Napoli, a Gran Cordoni.
2. Regio decreto 29 marzo, che modifica
il ruolo organico del Ministro degli affari
esteri.
3. Regio decreto 18 marzo. che approva
_ il ruolo organico del personale degli nfficit
di verificazione dei pesi e delle misure.
4. Disposizioni nel personale del Ministero
di pubblica istruzione e in quello del Ministero della guerra.
5. Relazione sugli esami sostenuti in Ro- •
ma nel marzo 1875 dagli ingegneri allievi
del Genio civile per la loro promozione ad
ingegneri di 3.a classe.
6. Relazione sul risultato degli esami a
concorso che ebbene luogo in Roma cieli' aprile 1875 per (licei poeti d'ingegnere allievo nel Genio civile e ciugne nei Commissariati per la sorveglianza dell' esercizio delle
ferrovie.
— Quella del 22 aprile contiene:
1. Disposizioni nel personale giudiziario,
fra le quali notiamo il collocamento a riposo del comm. Nicola. Spaccapietre, primo
presidente della Corte di Cassazione di Napoli.
2. Regio decreto 18 marzo che concede la
facoltà di riscuotere il contributo dei gufi
al Conttorzio costituitosi in Treinelle (provincia di Pavia) per l'irrigazione di terreni
in quel Comune mediante derivazione d' acqua dal cauele Cevour.
3. Regio decreto 28 marzo che ietituiec,e
una Giunta d'archeologia e di Belle Arti
presso il Consigeo superiore di pubblica
istruzione.
4. Regio decreto I aprile che autorizza la
Societa anonima dei bagni Pancaldi, •edeuta
in Livorno u ne approva io statuto.
5. Regio decreto I aprile, che approva. le
moditicezioui introdotte ne/lo mi:Meteo dell"
liate"di 1eso:611nm di Reggio Emilia.
lì. Regio decreto 21 1.114Chu, etle C.0110014.1
ibColur dì eper,sre thicUllef
d' acque iudicate in uppointo elenco agli
individui e Souteta nel utedintiato nominate.
Lai DitehlOao guueraie eche 1 0#103
nuueits l'apertura dei +seguenti nuovi uftisii
poetati.
AiTiguano in proviucia di Macerata: Liz)
male la prvIliucia di Leece .1oute San Mar-
tino, in provincia tt.4 Macerata; isite, ia
pulirmela di Napoli; Nudo, in proviucia di
Aveliine; Paraeuelio in proviucia di kireicia;
eulagiano, iu provincia dt Lecca; Bleu MiebeteUÀ liari; 8411 ed.uii ti ricad, la provincia di Treviao, Sutcra, in pie, vinci& di
Caltunitetta.
— Quella. del 23 aprile contiene:
l. Regio decreto 1 ti Attrito, che approva
la oireoecrizione degii utizi di yerineaeione
dei pesi e delle misure.
2. Regio decreto 1 aprile, che approva la
riduzione del capitale della Banca popolare
di Genova e ne approva ancora lo statuto
nuovo.
3. Risaltato dell' esame di concorso per
150 posti di u litore, aperto con cher& o
ministeriale 26 dice inbre 1874.
— La Direzione generalo dei telegrafi
annunzia l'apertura di un nuovo ufficio in
Montecchio Mageiore, provincia di Vicenza.
— Quella del 24 aprile contiene:
Dispoeizioni nel personale dell'amministrazione finanziaria e nel personale giuliziario.
LIBRI E GIORNALI
Il giornale torinese la Critica a proposito dell'opuscolo intitolato Onoranze funebri a Francesco Bonaini scrive:
c Sono in questo elegante fascicolo descritte le onoranze funebri, che la cittadinanza pisana rese il 21 dicembre 1874
alla salma del prof. Francesco Bonaiui, e
raccolti i discorsi in quella circostanza
pronunciati. Degno fra essi di nota è quelle che, per incarico del Municipio pisano,
lesse il cavalier Felice Tribolati, il quale
seppe coll'usata eleganza e con molta eradizione dire le lodi dell' illustre estinto.
E ciò fa onore non solo al cav. Tribolati,
ma eziandio al Municipio di Pisa che volle farsi degnamente rappresentare. »
FORTUNATO POLI, Gerente resp.
AVVISO
Affittasi una Villa senza mobiliare con
annesso giardino, l'appella, cambia:t, condente cc. posta nel popolo di Ghezzeuo, coinunità dei Bagni San Giuliano distante da
Pisa circa tre chilometri, e prossima al
passeggio delle piagge. Dirigerli per le trattative alla riveli lita, .1i e Lie o tzi:Jacelii lungo l' Arno reitlét in costn citth con lotta
dalla signora Giuditta vedova 13rni.
.0.•
restituita a tutti
senza Medicine,
senza spese, mediante la deliziosa Farina di idiote
Du BAsny di Londra, detta:
PERFETTA SALUTE
A 3 3)ip
DA Dita
la quale economizzi mille volte
il suo prezzo in
altri rimedi; guarisce radicalmente dallo cattive
digestioni gastriti, gastralgie, costipazioni croniche, emorroidi, glandole, ventosità, diarrea, gonfiamento, giramenti di testa, palpitazione,
tintinuard'orecchi, acidità, pituita, nausee e vomiti,
dolori, ardori. granchi e spasimi, ogni disordine di
stomaco, del fegato, nervi a bile, insonnie, tosse,
asma, hronchitide, tisi (consumazione), malattia
cutanee, eruzioni, melanconia, deperimento, reumatismi, gotta, febbre, catarro, convulsioni, no• ralgia, sangue viziato, idropisia, mancanza di
rreechezza e d'energia nervo se• •4#! mi..
bile successo. •
Cura ri. %9,S2. — %trete Maria Joly di 50
anni di costipazione, indigestioae, nevralgia, insonnia asma e nausee.
Cura n.° 46,270. — Signor Robertz, da consunzione polmonare, con tosse, vomiti, costipazione e sordità di 25 anni.
Cura n.°4-6,210 - Signor dottore medico Martin, di gastralgia e irritazione di stoinaco che lo
faceva v- omitare 45 a 18 volte al giorno, e ciò da
enni.
ottoCura n.• 46,218. — Il colonnello Watson, da
gotta, nevralgia e costipazione inveterata.
Cura n.•18,741. — Il dottor medico Shorland,
da idropisia e costipazione.
Cura n.* 49,522. — Il signor Balduin, da estenuatezza, completa paralisia della vescica e dello
membra per eccessi di gioventù.
(8)
Più nutritiva che l' estratto di carne, economizza anche 50 volte il suo prezzo in altri
rimedi.
In scatole: 1/, di kil. 2 fr SO c.; 412 kli. te,
kil. 4 fr. 50 c,; l lui. 8 fr.; 2 115 kil.
-'
17 ti . 50 c.; 6 kil, 36 fr.; 42 kil. 65 fr. Biscotti
di B,evalenta: scatole da V, kil. i fr. tjo e.; 1
kit.t', fr.
La Revalenta al Ci0000latte: in Polveri
eri in Tavolette: per 12 tazze 2tr. 50 c per
21 tazze 4 fr. 50 c.; per 48 tazze 8 fr.
Casa Du Barry e C.a, n! t 'da Tommaso
Grossi num. t Milano e in tutte, città presso
i prinoipali farmacisti e droghieri-.
,
Rivenditori
I SA, farmacia Rossini presso l'Università.
d7.arrai, far :tutela inglese.
P1STOJA, Giacinto Civinini.
SIRNA, Gaetano Bandini.
AREZZO. Giacomo Ronz e comp
FIRENZE, Drogheria Casoni, Roberts, Farmacia della Legazione Brittanica; Drogheria Achino, via della Ninna; Mostardi droghieri via Tornabuoni, palazzo Pegna; Cesare Pegna e figli droghieri, via dello Studio 10. G. Gualtierott via
Ghibellina.
LIVORNO, Dunn e Malatesta.
LUCCA, Farmacia Gemignani.
MASSA-CARRARA D. Chiappe farm.
..~•~1.•
— TIP .NISTRI —
•
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IL RISORGIMENTO, 5 maggio 1875. Giornale della città e Provincia di Pisa (PIS0004121 7088)