“ arancio pettinato cobalto flora martellato marmo Art. FOR-10434 30H x 18Ø cm Finitura Arancione Striature Verticali Orange Vertical Streaked Finish Art. FOR-10442 30H x 18Ø cm Finitura Blu Cobalto Puntinato Rame Cobalt Blue Copper Dotted Finish Art. FOR-10444 30H x 18Ø cm Verde con Pois a Rilievo Green Embossed Polka-Dots Art. FOR-10439 30H x 18Ø cm Finitura Martellato Nero Black Hammered Finish Art. FOR-10441 30H x 18Ø cm Finitura Marmorizzato Opaco Matt Marble Finish Edizione Limitata di 10 pezzi Limited Edition of 10 pieces Edizione Limitata di 50 pezzi Limited Edition of 50 pieces Edizione Limitata di 6 pezzi Limited Edition of 6 pieces Edizione Limitata di 29 pezzi Limited Edition of 29 pieces Edizione Limitata di 10 pezzi Limited Edition of 10 pieces E’ una collaborazione che dura ormai da cinque anni. Nata quasi casualmente, ma, come spesso accade in questi casi, con una certa dose di magia. Ci siamo conosciuti pochi mesi dopo aver scoperto in cantina la forma in gesso di un vaso creato da mio padre che poi è servita da “tema” per tutta la nostra collezione. Essendo il “Tema e Variazioni” un decoro peculiare dell’arte Fornasettiana, ho pensato di sviluppare questo gioco creativo sia nella forma che nell’applicazione grafica. Come capita sovente, oggigiorno non si ha abbastanza tempo da dedicare ai progetti e perciò non mi ero soffermato ad osservare ed esplorare il vasto archivio della manifattura Bitossi. Cosa che in seguito sono riuscito a fare e questa collezione è proprio il frutto dell’esperienza avuta visitando e capendo maggiormente il bagaglio di tecniche conservato nel piccolo museo, negli archivi, nei magazzini e nei laboratori di Montelupo Fiorentino. Dal contatto con la perizia degli artigiani, dalla disponibilità di Cinzia Bitossi e Giampaolo “ Monti e la sintonia con loro, ne è scaturita un’esperienza stimolante che mi ha permesso di dare un piccolo contributo, “variazione”, anche sul “tema” della loro storia. Ci sono vasi in cui sono intervenuto sulle cromie, sulle patine e le materie, altri in cui mi sono divertito a variare intervenendo sulla forma e trovando anche delle diverse utilizzazioni pratiche come per il tavolo, le lampade o la teiera. La scelta della tiratura (edizione limitata oppure pezzo unico o prototipo) è stata dettata non tanto da esigenze commerciali quanto dalla reale difficoltà pratica a realizzare il pezzo. Questa esperienza è destinata a svilupparsi e pertanto il catalogo dà un panorama parziale di ciò che è stato fatto fino ad oggi e che sarà disponibile fino ad esaurimento delle serie. Le miniatura resteranno in produzione illimitata e verranno integrate con i nuovi best seller. Barnaba Fornasetti ” The ongoing collaboration between Fornasetti and Bitossi began five years ago almost by chance and as it often happens, with a great deal of magic. We met few months after discovering in our cellar the chalk mould of a vase created by my father. This will become the theme of our entire collection. ‘Tema e Variazioni’ has always been the distinctive decor of the Fornasettiana Art, therefore I thought to develop and apply this creative game on the shape of the vase as well as on the graphical decor. During that period, as it often occurs nowadays, I rarely had enough time to dedicate to our projects, this is why i didn’t dedicate much time to observe and explore Bitossi’s vast manufacture archive. Eventually i did find the time to do so and this collection is the result of my experience gained through understanding and observing the technical background stored in the small museum, in the archives, in the warehouses and workshops of Montelupo Fiorentino. A stimulating experience came from observing closely the skills of the craftsmen, the kindness of Cinzia Bitossi and Giampaolo Monti and our mutual understanding, which allowed me to make a small contribution, a ‘variation’, even on a ‘theme’ of their own history. On some vases I’ve worked with colours, finishes and textures; on others I’ve enjoyed playing with the shape, finding various practical uses as for the table, the lamps or the teapot. The choice of edition (a limited edition, a one-off piece or a prototype) was dictated not so much from commercial needs but from real practical issues to create the piece itself. This whole experience is destined to develop in the future, therefore the catalogue gives a partial overview of what has been done so far which will be available until the pieces sell out. The ‘Miniature’ series is an unlimited edition and it will be integrated into production with the new bestsellers. Barnaba Fornasetti ” organico oro in bocca l’oro fa male lustro petrolio rame Art. FOR-10437 30H x 18Ø cm Finitura Organica Organic Finish Art. FOR-10436 30H x 18Ø cm Finitura Oro Anticato Antique Gold Finish Art. FOR-10435 30H x 18Ø cm Finitura Oro Anticato Antique Gold Finish Art. FOR-10457 30H x 18Ø cm Finitura Lustro Madreperla Glossy Mother of Pearl Finish Art. FOR-10432 30H x 18Ø cm Finitura Lustro Madreperla Glossy Mother of Pearl Finish Art. FOR-10438 30H x 18Ø cm Finitura Rame Lucido Glossy Copper Finish Edizione Limitata di 50 pezzi Limited Edition of 50 pieces Edizione Limitata di 10 pezzi Limited Edition of 10 pieces Edizione Limitata di 10 pezzi Limited Edition of 10 pieces Edizione Limitata di 29 pezzi Limited Edition of 29 pieces Edizione Limitata di 29 pezzi Limited Edition of 29 pieces Edizione Limitata di 10 pezzi Limited Edition of 10 pieces Tema e Variazioni Il volto fantasioso delle cose di Mariuccia Casadio Un viso di donna con la bellezza classica di una statua greca, enigmatico come quello della Gioconda e con le patine del tempo che tanto piacciono a Fornasetti è l’immagine trademark di “Tema e variazioni”. Nuovamente una varietà di declinazioni, fantasie, illusioni e maliziose ironiche allusioni viene elaborata a partire da un disegno in bianco e nero, un’illustrazione da rivista ottocentesca, che calza a pennello nella circonferenza stereotipa del piatto, infondendo a esso surreale umana fisionomia, inaspettata identità di genere. L’icona dovrebbe essere un semplice pretesto, rendere solo più attraente, inaspettata e accattivante l’identità dell’oggetto. Scatena invece curiosità e morbosità di ogni tipo, ricerche, ipotesi, illazioni, tentativi diversi di trovarle o attribuirle un nome, una storia. Lo stesso Fornasetti, messo più volte alle strette, a un certo punto pronuncia scherzosamente il nome di Lina Cavalieri. E per molti proprio di lei, celebre soprano attrice cinematografica e dannunziana Musa, deve trattarsi. Il misterioso sconfina insomma nel familiare, e l’anonimato interagisce con il mito, trasformando quel volto, da lui utilizzato per la prima volta nel 1952 e ripetutamente ripreso nel corso degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, in un mediatico personaggio, un’icona pop ante litteram, oggi celebre come la Marilyn di Warhol o il monogramma di Vuitton. Una incisione in legno d’un viso femminile, ha invogliato Fornasetti a farne variazioni. Le variazioni, dato il loro nome, non hanno limite di numero, finché una tentazione agisce. Ed ecco Fornasetti scomporre, ricomporre, variare, ingrandire, rimpicciolire, deformare, quel viso e non fermarsi più, cedendo sempre alla tentazione: tentato da prima sei volte, lo fa poi settanta, oggi il suo gioco è d’oltre duecento pezzi e ancora non si è fermato.” Scrive Gio Ponti nel testo di presentazione all’evento “Una espressione di Fornasetti: duecentocinquanta variazioni su un viso di donna” organizzato dalla Ideal Standard alla fine degli anni Sessanta. Truccata, bendata, mascherata, velata; manipolata, modificata, tagliata, scontornata; travestita, traforata, tatuata, bendata; cancellata, crepata, decostruita, sdoppiata, replicata; deformata, rimpicciolita, dilatata, dissezionata. Usata per dare sguardo umano e tratti femminili a pere o mele, soli o teiere, lampadine o mongolfiere, la più emblematica delle creature fornasettiane può inscriversi in un quadrante d’orologio, nella facciata di un palazzo, nella pagina di un libro. Divenire perla oppure caramella, bottone oppure piatto nel piatto, e tanto altro ancora. Generando alcune centinaia di variazioni, giochi di linguaggio e trovate metalinguistiche, straordinarie paradossali trascinanti invenzioni e divagazioni. “Ne feci piatti, oggetti e anche un libretto”, ricorda Fornasetti, “ove Moravia racconta una storia di extra-terrestri che scendono sulla terra e ne descrive la divisione in due partiti, quello delle donne e quello degli uomini.” Henry Miller, non di meno, riprodusse un pezzo della serie “Tema e variazioni” sulla copertina della sua biografia “My Life and Times”, un libro atipico, corredato di memorie fotografiche e disegni, che venne pubblicato per la prima volta nel 1971. La scelta dello scrittore americano cadde inevitabilmente sul monte di Venere di una scultura classica, al quale Fornasetti ha apposto il volto della sua Gioconda. E testimonia una volta di più l’alta diffusione e popolarità conquistata dai suoi oggetti negli USA. L’episodio fece notizia, anche perché Miller, come si usa fare in America, contattò personalmente il maestro italiano per chiedergli l’autorizzazione. E dopo averla ottenuta gli inviò uno speciale messaggio: “Dear Signor Fornasetti, I hope it was ok to sign my name on the face of the enclosed photo. Am enclosing some publicity material about a new book – maybe you will want to hang it in your W.C. Good wishes! Henry Miller” Come spiegherà Fornasetti, lo scrittore aveva fatto riferimento alla loro comune mania di appendere in bagno oggetti, fotografie o disegni cui erano molto affezionati. E se Miller rivela a Fornasetti di avere appeso in bagno il suo piatto della serie “Temi e variazioni”, Fornasetti, dal canto suo, di quella serie ne tiene ben 300 nel bagno del suo showroom di Milano. Appesi in bell’ordine, ne ricoprono le pareti dal pavimento al soffitto. “I primi della serie”, ricorda in quella circostanza, “erano soltanto sei…poi quasi per divertimento ho continuato a giocare sullo stesso viso trasformandolo secondo l’umore: nel 1966 i piatti erano diventati 288, l’anno scorso finalmente ho finito la serie. Trecento è il numero che mi sono imposto perché mi piacciono i numeri tondi.” Le versioni arrivano ad essere in realtà circa trecetocinquanta: le realizza a tiratura limitata nel suo atelier, facendo decorare e finire a mano da esperti artigiani piatti bianchi acquistati a partite da aziende perlopiù tedesche. Fornasetti non dà molto peso alle piccole, a volte minime, imperfezioni della seconda scelta, perché a suo parere è l’immagine del prodotto, l’idea a determinarne la qualità. Né considera prioritario firmare, numerare, datare i suoi pezzi. Inesausto perfezionista, attento e intransigente giudice dei suoi oggetti, è convinto che a rendere importante un’opera non è quando, ma come viene pensata e realizzata. Pertanto, quello che compare a volte sul retro dei piatti non è l’anno di produzione, ma l’anno di creazione del disegno. Un alter ego al femminile, la Gioconda di “Tema e variazioni” rispecchia la personalità sui-generis dell’artista-grafico-decoratore-stampatore-imprenditore milanese Fornasetti. Diventa testimonial del suo modo originale di pensare e di vedere, di una sua capacità di confrontarsi con idee e stili diversi, precorrendo spesse volte il tempo. E non di meno, portavoce del suo zelo esecutivo, di un rapporto frontale mai interrotto con il pubblico, una scelta di occuparsi in prima persona non solo dell’ideazione, ma anche della produzione, il marketing, la comunicazione del suo lavoro. Con un’attenzione inesausta all’utilità e alla diffusione dei suoi oggetti, che vorrebbe accessibili a un grande pubblico, Fornasetti concepisce i decori di questa serie come dei giochi di linguaggio, graffianti boutades, che cortocircuitano arte antica e contemporanea, memoria classica e attualità, natura e cultura. E come pagine di un’antologia ne documentano il gusto, le passioni e le curiosità, che spaziano dall’estetica all’epistemologia, dalla poesia alla matematica, dal Dadaismo alle filosofie Zen, da Arcimboldo al Buddismo, e dalla botanica all’universo degli animali. “Si dice che i miei oggetti siano realizzati con dei metodi segreti,…rido sotto i baffi…il mio solo segreto è il rigore con cui conduco il mio lavoro, la serenità della scelta; e spero che col tempo il mio senso critico non si attenui”, spiega lui a questo proposito. E come sempre puntualizza, “Cerco di circondarmi di buoni collaboratori i quali non eseguono che una parte dell’oggetto, in modo che mi sia facile criticare costantemente e fino all’ultimo le cose in preparazione. Sono come un direttore d’orchestra che si serve di primi violini e professori ma che li dirige tutti per ottenere la sinfonia.” Come in seguito faranno alcuni artisti concettuali, Fornasetti conosce il valore delle idee, sa coniarle e articolarle all’infinito come note su uno spartito musicale. E anni prima di Sol LeWitt o Alighiero Boetti definisce il suo lavoro d’artista una direzione d’orchestra, rifiutando tuttavia di rendere parte dell’opera, come i concettuali invece faranno, le conseguenze casuali, imponderabili dell’altrui interpretazione. In questo senso Fornasetti resta un umanista d’impronta rinascimentale, un creativo moderno che Ponti ebbe a definire “anche un po’ antico come da noi lo erano i Maestri d’un tempo nella loro sapienza nel fare le cose, nella loro immaginazione nel pensarle, nella loro capacità di consapevole fantasia per goderne facendole, nella loro conoscenza di tutte le risorse alle quali attingere, nel loro amore alle cose ben fatte, ed anche nella loro pazienza e lentezza.” Un creativo che non concepisce un’idea disgiunta dalla sua realizzazione, che ha voluto e saputo mantenere un rapporto in prima persona con i due ambiti. “”La variazione””, scrive di nuovo Gio Ponti nell’introduzione alla già citata mostra “Una espressione di Fornasetti duecentocinquanta variazioni su un viso di donna”, “è non soltanto un alto motivo od esercizio musicale; è una tradizione intellettuale ed un virtuosismo dell’immaginazione. In quanto architetture del passato gli elementi (i capitelli per esempio) anziché ripetersi, si differenziano nel gioco delle variazioni che ha la regola d’esser costretto non solo nel tema ma nelle misure: nel caso dei capitelli quello dell’eguale forma e volume. Questo distingue il passato dalla nostra epoca di civiltà industriale che ricerca la perfezione di un modello da ripetere (il che è anche un ritorno al classico). Ma la nostra civiltà industriale va pure ricercando le “sue variazioni”…esse fioriscono o rifioriscono attraverso l’opera manuale, che non è più artigiana ma è piuttosto un fenomeno intellettuale perché a essa si applica una classe di artisti: onde non è più la solida “arte applicata” ma sono degli artisti puri che applicano alle loro espressioni manuali (l’arte se umana è manuale, cioé non occasionale) delle varie materie. La mano, questo mezzo eccezionale, fa parte del pensiero perché non solo lo interpreta ma lo guida nello stesso tempo per certe sue misteriose capacità d’inventiva: l’arte è o manuale o mediata, come nell’architettura e nel design, i quali si esprimono per idee che guidano, attraverso la mediazione del disegno e del modello, l’esecuzione. Architettura e disegno si identificano nel disegno o nel modello, ma non nell’opera come nelle arti pure. In queso caso di Fornasetti l’arte è esercizio mentale e mediato. Ma fa lo stesso perché in fondo l’intelletto opera manualmente, cioé pensando alle mani operanti. “Le mani! Non avete pensato cosa sarebbe dell’uomo senza di esse? Non musica, non pittura, non scrittura, non scultura, non architettura, non estroversione, cioé non espressione!” 1 alzata di frutta 11 buongiorno/buonanotte Art. FOR-10445 50H cm Vaso Bianco con Frutta White Vase with Fruits 15H cm Giallo / Yellow Edizione Limitata di 6 pezzi Limited Edition of 6 pieces Esaurito / Sold-out Edizione Limitata Speciale Special Limited Edition 2 il fumo fa male 12 ciccio Art. 10407 30H x 18Ø cm Bianco / White Art. FOR-10429 40H x 30Ø cm Vaso Bianco White Vase Miniature Esaurito / Sold-out Edizione Limitata di 299 pezzi Limited Edition of 299 pieces Edizione Limitata di 99 pezzi Limited Edition of 99 pieces 3 l’infilzato 13 paglietta Art. FOR-10449 30H x 18Ø cm Vaso Bianco con Coltello White Vase with Dagger Art. FOR-10453 Vaso Bianco con Paglietta White Vase with Boater Edizione Limitata di 10 pezzi Limited Edition of 10 pieces Edizione Limitata di 10 pezzi Limited Edition of 10 pieces 4 buongiorno/buonanotte 14 reggilibri 15H cm Verde / Green Art. FOR-10456 20H cm Fermalibro Bianco White Book-Ends Esaurito / Sold-out Edizione Limitata Speciale Special Limited Edition Edizione Illimitata Unlimited Edition 5 buongiorno/buonanotte 15 L’antipatico 15H cm Rosso / Red Art. FOR-10421 50H x 30Ø cm Vaso Bianco White Vase Miniature Miniature Esaurito / Sold-out Edizione Limitata Speciale Special Limited Edition Edizione Limitata di 99 pezzi Limited Edition of 99 pieces 6 buongiorno/buonanotte 16 tavolo architettonico Art. 10410 15H cm Bianco / White Art. FOR-10460 50H x 60Ø cm Tavolo Table Edizione Illimitata Unlimited Edition Edizione Illimitata Unlimited Edition 7 il fumo fa male 17 flora Art. 10411 15H cm Bianco / White Miniature Art. 10413 15H cm Nero / Black Edizione Illimitata Unlimited Edition Edizione Illimitata Unlimited Edition Miniature Miniature 8 L’antipatico 9 mezzovaso Art. 10412 15H cm Bianco / White 40H cm Bianco / White Miniature Edizione Illimitata Unlimited Edition 4 5 2 10 giara Art. FOR-10428 60H x 20Ø cm Vaso Bianco White Vase Art. FOR-10451 30H cm Vaso Bianco con Manici White Vase with Handles Edizione Limitata di 99 pezzi Limited Edition of 99 pieces Edizione Limitata di 49 pezzi Limited Edition of 49 pieces 3 7 14 Pezzo Unico One-off Piece smilzo 6 8 9 10 11 1 13 12 15 17 16 18 peccato originale Art. FOR-10450 30H cm Vaso Bianco con Teiera in Testa e Tazza White Vase with Tea-Pot on the Head and Cup Art. FOR-10452 30H cm Vaso Bianco con Serpente e Mela White Vase with Snake and Apple Edizione Limitata di 10 pezzi Limited Edition of 10 pieces Edizione Limitata di 10 pezzi Limited Edition of 10 pieces 20 bitorzolo traforato traforato Art. FOR-10446 50H cm Vaso Bianco con Sferette White Vase with Spheres Art. FOR-10447 50H cm Vaso Bianco White Vase Art. FOR-10448 30H x18Ø cm Vaso Bianco White Vase Edizione Limitata di 6 pezzi Limited Edition of 6/pieces 19 18 19 tea time 20 19 lampadina lanterna Art. FOR-10471 30H cm Lampada Table lamp Art. FOR-10470 30H cm Lampada Table Lamp Edizione Limitata di 299 pezzi Limited Edition of 299 pieces Edizione Limitata di 99 pezzi Limited Edition of 99 pieces Edizione Limitata di 6 pezzi Edizione Limitata di 49 pezzi Limited Edition of 6 pieces Limited Edition of 49 pieces Tema e Variazioni the fantastic side of things by Mariuccia Casadio The trademark image of “Tema e Variazioni” is a woman’s face with the classical beauty of a Greek statue, as enigmatic as that of Mona Lisa and with the gloss of time that Fornasetti likes so much. Once again, a variety of forms, fantasies, illusions and mischievous ironic illusions are created, starting with a black-and-white drawing, an illustration from a 19th-century magazine that fits perfectly in the typical circumference of a plate, giving it a surreal human appearance and an unexpected gender identity. The icon ought to have been a simple pretext, simply to give the object a more attractive, unexpected and captivating identity; but instead it gives rise to all kinds of curiosity and morbidity, research, hypotheses, inferences, and various attempts to find it, or connect it with, a name or a story. Fornasetti himself, having been asked several times, at a certain point jokingly mentioned the name of Lina Cavalieri. And for many, it has to be precisely about her, the famous soprano, cinema actress and Dannunzian Muse. The mysterious crosses over to the familiar, and anonymity interacts with myth, transforming the face, which he used for the first time in 1952, and repeatedly re-used over the course of the 60s, 70s and 80s, into a media character, an ante litteram pop icon, celebrated today like Warhol’s Marilyn or the Vuitton monogram. A woodcut of a female face enticed Fornasetti to make variations of it. The variations, given their notoriety, have no limit in number, as long as temptation is at work. And so Fornasetti is decomposing, recomposing, altering, enlarging, reducing and deforming the face, and never stops, always giving in to temptation. At first he was tempted six times, then he made it 70, and today his game has reached more than 200 pieces, and he still has not stopped. Thus wrote Gio Ponti, in his presentation text for the event ‘An expression of Fornasetti: 250 variations on a woman’s face’, organised by the Ideal Standard at the end of the 1960s. Made-up, blindfolded, masked, veiled; manipulated, modified, cut, trimmed; disguised, perforated, tattooed, bandaged; erased, cracked, deconstructed, split-up, replicated; deformed, reduced, dilated and dissected. Used to give a human stare and female features to pears or apples, suns or teapots, lampshades or hot air balloons, this most emblematic of Fornasetti’s creations can be found on the face of clocks, on the facades of the buildings or on the pages of books. It has become a pearl or a sweet, a button or a plate on the plate, and much more besides. It has also given rise to a few hundred variations, language games and meta-linguistic discoveries, and extraordinary, paradoxical and engrossing inventions and digressions. “I made plates, objects and even a small book from it,” recalls Fornasetti, “in which Moravia tells a story about extraterrestrials who come down to earth, and he describes their division into two parties, one for women and one for men.” Henry Miller, no less, reproduced a piece from the “Tema e Variazioni” series on the cover of his biography, ‘My Life and Times’, an uncharacteristic book that included photographic memories and drawings, which was published for the first time in 1971. The American writer inevitably chose the mount of Venus of a classical sculpture, on which Fornasetti intentionally placed the face of his Gioconda. And this shows once again the widespread diffusion and popularity his objects have attained in the USA. This episode made the news, also because Miller, as is customary in America, personally contacted the Italian master to ask for his authorisation. After having received it, he sent him a special message: “Dear Signor Fornasetti, I hope it was ok to sign my name on the face of the enclosed photo. I am enclosing some publicity material about a new book – maybe you will want to hang it in your W.C. Good wishes! Henry Miller.” As Fornasetti later explained, the writer was referring to their common penchant for hanging objects, photographs and drawings they were particularly fond of in their bathrooms. And if Miller revealed to Fornasetti that he had hung his plate from the “Tema e Variazioni” series in the bathroom, Fornasetti, himself, had a good 300 in the bathroom of his showroom in Milan. They were hung neatly in order, and covered the walls from floor to ceiling. “The first of the series”, he recalls from that time, “were only six … but then, almost for fun, I continued to play around with the same face, changing it according to my moods. By 1966 the plates had become 288, and last year I finally finished the series. Three hundred is the number I set myself, because I like round numbers.” In actual fact, there are around 350 versions. He makes them in his studio in limited editions, buying batches of white plates, mainly from German firms, which he has hand-decorated and finished by expert craftsmen. Fornasetti is not too concerned about the small, sometimes minimal, imperfections of the seconds, because in his opinion, it is the image of the product, the idea behind it, that determines its quality. Nor does he give too much importance to signing, numbering, or dating his pieces. A relentless perfectionist, and a careful and intransigent judge of his objects, he is convinced that what makes an object important is not when, but how it is designed and made. And so, what sometimes appears on the back of the plates is not their year of production, but the year in which the design was created. Like a female alter ego, the Mona Lisa of “Tema e Variazioni” reflects the unique personality of Fornasetti, the Milanese artist, graphic designer, decorator, printer and entrepreneur. It becomes a testimonial of his original thought and perception, of his capacity to match himself against different ideas and styles, often from a varying range of periods. It is equally the spokesperson for his productive zeal, in his uninterrupted face-to-face relationship with the public, and choice of personal involvement, not just in the conception, but also in the production, marketing, and communication of his work. With an untiring attention towards the usefulness and proliferation of his objects, which he would like to be accessible to a wide public, Fornasetti conceives the decorations of this series as language games, or biting jokes that short-circuit ancient and contemporary art, classical memory and current reality, nature and culture. And like pages of an anthology, they document his taste, passions and curiosities, which range from aesthetics to epistemology, from poetry to mathematics, from Dadaism to Zen philosophy, from Arcimboldo to Buddhism, and from botany to the animal world. “They say that my objects are made with secret methods,… I laugh to myself … my only secret is the rigour with which I work and my serenity of choice, and I hope that my critical sense will not diminish over time,” he explains in regard to this; and, as he always points out, “I try to surround myself with good collaborators, who only make one part of the object, so that it’s easy for me to continually criticise the things that are being prepared, right till the very end. I am like an orchestra conductor who uses first violinists and professors, but directs all of them in order to achieve the symphony.” As some conceptual artists would later do, Fornasetti knew the value of ideas, he knew how to coin them and articulate them infinitely, like notes on a musical score. And years before Sol LeWitt or Alighiero Boetti, he defined his work as that of an artist directing an orchestra, refusing, however, to include the casual and unpredictable consequences of other people’s interpretations in his work, as in the case of conceptualists. In this sense, Fornasetti remains a humanist in the Renaissance mould, a modern creative person that Ponti defined as “also a bit ancient, as were our masters of long ago. He shares the wisdom with which they did things, in the imagination with which they conceived them, their capacity for conscious fantasy with which they enjoyed making them, their knowledge of the resources they could draw from, their love for things well made, and also their patience and slowness.” He was a creative person, who did not conceive an idea separately from its realisation, who wanted and was able to maintain a personal relationship with both spheres. “Variation,” wrote Gio Ponti, in his introduction to the already-cited exhibition, ‘An expression of Fornasetti: 250 variations on a woman’s face’, “is not just a high motive or musical exercise; it is an intellectual tradition and virtuosity of the imagination.” Just as with the architectures of the past, in which the elements (capitals, for example) did not simply repeat themselves, but differed in their play of variations, within the rule of being limited not just by theme, but also by dimensions: in the case of capitals, those of equal shape and volume. This distinguishes the past from our era of industrial civilisation, which looks for perfection in the repetition of a model (which is also a return to the classical). But our industrial civilisation is also seeking its “variations”… they flourish or re-flourish through manual work, which is no longer craftsmanship, but rather an intellectual phenomenon, because a class of artists apply themselves to it. So it is therefore no longer solid, “applied art”, but rather pure artists applying various materials to their manual expressions (if art is human, it is manual, i.e. not occasional) . The hand, this exceptional instrument, forms part of thought, because it does not simply interpret it, but guides it at the same time, by some of its mysterious inventive capacities. Art is either manual or mediated, as in architecture and design, which express themselves in ideas that guide the execution, through the mediation of the drawing or model. Architecture and design are identified in the design or model, but not in the work, as with pure arts. In Fornasetti’s case, art is a mental and mediated exercise. But it is all the same, because, basically, the intellect works manually, i.e. thinking of the working hands. “Hands! Have you ever thought what man would be without them? Without music, painting, writing, sculpture, architecture, extroversion, i.e. without expression.”