Fondatore Eugenio Scalfari ALVOHXEBbahaajA CKDPDQDFDI 61214 9 770390 107009 Anno 31 - Numero 288 Direttore Ezio Mauro € 0,90 in Italia giovedì 14 dicembre 2006 (con DISNEY’S MAGIC ENGLISH “PARTY TIME” DVD € 10,80) SEDE: 00147 ROMA, Via Cristoforo Colombo, 90 tel. 06/49821, fax 06/49822923. Sped. abb. post., art. 1, legge 46/04 del 27 febbraio 2004 - Roma. Concessionaria di pubblicità: A. MANZONI & C. Milano - Via Nervesa, 21 - tel. 02/574941. PREZZI DI VENDITA ALL’ESTERO: Portogallo, Spagna € 1,20 (Azzorre, Madeira, Canarie € 1,40); Grecia € 1,60; Austria, Belgio, Francia (se con D o Il Venerdì € 2,00), Germania, Lussemburgo, Monaco P., Olanda € 1,85; Finlandia, Irlanda € 2,00; Albania Lek 280; Canada $1; Costa Rica Col 1.000; Croazia Kn 13; Danimarca Kr.15; Egitto EP 15,50; Malta Cents 53; Marocco MDH 24; Norvegia Kr. 16; Polonia Pln 8,40; Regno Unito Lst. 1,30; Repubblica Ceca Kc 56; Slovacchia Skk 71; Slovenia Sit. 280 (€ 1,17); Svezia Kr. 15; Svizzera Fr. 2,80; Svizzera Tic. Fr. 2,5 (con il Venerdì Fr. 2,80); Tunisia TD 2; Ungheria Ft. 350; U.S.A $ 1. NZ www.repubblica.it ❋ SS-1F Il premier: rifarei la Finanziaria identica, ma in modo diverso. Berlusconi: cadranno su pensioni e Pacs, io leader anche tra 3 anni LE IDEE “Sullamanovramigiocotutto” Sul banco degli imputati finisce sempre l’indulto Prodi, fischi e applausi a Roma. Fassino: serve un cambio di passo IL MALESSERE DELLA POLITICA GIORGIO BOCCA TUPORE e smarrimento sulle facce dei rappresentanti fischiati dai rappresentati, dei sindacalisti contestati dagli operai, degli onorevoli sbeffeggiati dagli elettori, dei poveri che svoltano a destra, dei consensi che svaniscono e non si sa come sostituirli, del generale malessere, della politica per cui se l’Unione ha i suoi guai non è che la Casa delle Libertà stia molto meglio. Interrogata sulla fragilità e imprevedibilità del consenso la senatrice Finocchiaro, che guida l’Unione al Senato, ha risposto: è una paura a cui la politica non sa dare una risposta convincente. Pensiamo che sia una risposta giusta. SEGUE A PAGINA 24 S IL CASO ROMA — «Sulla manovra mi gioco tutto». Romano Prodi scommette sulla finanziaria: «La rifarei identica, sia pure in modo assolutamente diverso e con tavoli più articolati». Il premier ha parlato a Roma all’assemblea degli artigiani della Cna. Al termine dell’incontro, il Professore ha ricevuto frasi di incitamento e sostegno, ma anche fischi soprattutto da un gruppo di tassisti capitanati dal loro leader nazionale Carlo Bologna. Fassino: serve un cambio di passo. Berlusconi: il governo cadrà su pensioni e Pacs, io leader anche tra 3 anni. BEI, BUZZANCA, LUZI, MAROZZI e TITO DA PAGINA 2 A PAGINA 4 Il leader apre il Consiglio nazionale “I Ds non si sciolgono tutti insieme nel Pd” ADRIANO SOFRI L’indagine Demos sui cittadini e lo Stato. Per il 40% il centrosinistra ha fatto peggio della Cdl Sondaggio: italiani delusi dal governo ILVO DIAMANTI A NOVITÀ principale è che non ci sono novità. È l’incipitdella IX indagine su “Gli italiani e lo Stato”, condotta da Demos per “la Repubblica” (proposta, domani, su “il Venerdì”). Insomma: il clima di depressione che aveva intristito l’opinione pubblica durante gli ultimi anni del governo Berlusconi persiste. Pesante. Solo che, nel frattempo, si è votato, è cambiata la maggioranza politica. Ci sono un nuovo governo e un nuovo premier. Ma l’aria che si respira è la stessa. Anzi, si è deteriorata molto rapidamente, visto che quattro italiani su dieci ritengono che il governo Prodi, fin qui, abbia fatto peggio del precedente. Il doppio di quanti pensano l’opposto; che, cioè, abbia operato meglio di Berlusconi. Da ciò la delusione. Una nebbia densa che avvolge tutta la società. Non solo gli elettori di destra, non solo i soliti cetimedinsoddisfatti, oppure il mitico nordest-che-si-rivolta. Ma un po’ tutti i gruppi sociali, tutte le componenti politiche, tutte le Italie. Un anno dopo: Berlusconi se n’è andato (dal governo; per il resto è vivo e lotta ancora insieme a noi). Ma poco è mutato, agli occhi dei cittadini. SEGUE A PAGINA 11 con un articolo di BORDIGNON e CECCARINI L ALLE PAGINE 6 e 7 “Nozze impossibili con queste norme”. Padoa-Schioppa: bando Alitalia tra 15 giorni, vendita in 6 mesi Se il giudice si ferma ai tre spioni I vertici gettano la spugna. Di Pietro: stop ai monopolisti Autostrade-Abertis,addiofusione GIUSEPPE D’AVANZO N GIUDICE di Milano racconta, in 217 pagine, per responsabilità di chi sono stati raccolti decine di migliaia di dossier illegali da un’agenzia d’investigazione privata, ingaggiata dalla Security di Pirelli-Telecom, con generosità finanziaria pagata da Pirelli-Telecom, con larghezza informativa sostenuta dall’intelligence politico-militare (il Sismi). Già ieri si avvertiva, con le prime indiscrezioni, una cosmesi minimalista che esorcizzava il “caso” riducendolo, dal più imponente e diffuso dossieraggio illegale dai tempi del Sifar di De Lorenzo, ad affaruccio disonesto messo su da «un trio di vecchi amici» (così il giudice a pag. 174). Non ci sarebbe da precisare alcun mistero, alcun evento da chiarire, alcuna ulteriore responsabilità, più di lato o più in alto. La scena è piatta, senza profondità. Quel che si vede in superficie, per il giudice, è quel che è. È quella, l’univoca realtà dei fatti. Tre amici al bar — Emanuele Cipriani, l’investigatore; Giuliano Tavaroli, il gran capo della Security Pirelli-Telecom; Marco Mancini, il direttore del controspionaggio del Sismi — hanno combinato lo spudorato affare. Il «trio di vecchi amici» è molto ambizioso, unisce le forze e ognuno ne trae beneficio o ingrassando il conto in banca o moltiplicando il proprio potere. Tutto qui, per il giudice. Non c’è altro da chiedersi o sapere. Con la necessaria buona volontà e il rispetto dovuto al prestigio della magistratura milanese, non è agevole buttar giù l’intruglio. Senza abbandonarsi a cattivi pensieri, ma soltanto leggendo le 217 pagine dell’ordinanza del giudice si scorgono vuoti logici, ambiguità, incoerenze anche alla luce di un onestissimo senso comune. SEGUE A PAGINA 24 BONINI, LISO e ZAGARIA ALLE PAGINE 16 e 17 U Torino, sordomuta 17enne si era lamentata del bullismo a scuola IL PECCATO ORIGINALE Sparita ragazza marocchina dopo gli insulti razzisti dei compagni NICCOLÒ ZANCAN A PAGINA 32 MASSIMO RIVA A GRANDE fusione autostradale italo-spagnola va in frigorifero in attesa di tempi migliori. Questo il senso delle decisioni aziendali che ieri, annunciando lo stop all'operazione, si sono premurate di ribadire la volontà di non rinunciare a un matrimonio ritenuto sempre valido e conveniente da entrambi i fidanzati: la famiglia Benetton e il gruppo iberico Abertis. SEGUE A PAGINA 25 CILLIS, IEZZI e LONARDI ALLE PAGINE 12, 13 e 44 L Aziza Haddi mostra la foto della figlia Amina I È SAPUTO che il marocchino era tunisino. Che il convivente della giovane donna italiana di Erba era suo marito. Che il furgone usato da Azouz Marzouk per la fuga e ritrovato poco distante non era stato usato da Marzouk, non è stato ritrovato, e non era un furgone. Che l’assassino della moglie, del figlioletto, della suocera, e della coppia di vicini non era l’uomo che ha perso moglie figlioletto suocera e vicini amici. (È morto anche il cagnolino dei vicini, soffocato dal fumo). Che l’uomo con precedenti penali per rapina e spaccio non aveva precedenti per rapina, bensì solo per piccolo spaccio. Eccetera. Contrordine dunque: sei o sette contrordini. Diramati, in copia conforme, agli inquirenti, ai cronisti, ai direttori di telegiornali e giornali, alla cittadinanza di Erba e del resto d’Italia. Perfino le dichiarazioni dei conoscenti, promosse al rango di titoli, per una volta non avevano ricalcato l’avvilente copione delle stragi domestiche: «Era una brava persona, uno come noi: normale, regolare», anzi, l’aggettivo più sintomatico del nostro tempo, prima del raptus: «Tranquillo, tranquillissimo». No, questa volta l’occhio dei conoscenti si era affinato: «Sapevamo che era violento. Ci aveva minacciati tutti». Contrordine anche per loro. Non aveva minacciato nessuno, benché, come ha avuto la forza di dire ancora in sua difesa quell’ammirevole signor Carlo Castagna prima di scoppiare in pianto, «sapessimo che non era uno stinco di santo». Nella sequela di contrordini, un punto rimane fermo, dopo ulteriore verifica: l’indulto, anzi, L’INDULTO, così, maiuscolo, come nei titoli a piena pagina. Marzouk è effettivamente uscito grazie all’indulto. Su questo punto cruciale nessuno può sollevare dubbi, a meno che non sia in totale malafede. È uscito grazie all’indulto: dunque, se avesse voluto lui massacrare i suoi e i vicini, grazie all’indulto avrebbe potuto farlo. SEGUE A PAGINA 25 S La testimonianza del sopravvissuto “Almeno 2 i killer della strage di Erba” ALLE PAGINE 18 e 19 LA POLEMICA Il ministro dell’Interno a Napoli: “Le loro canzoni celebrano i camorristi come eroi” Amato contro i neomelodici Polemica in una scuola materna Bolzano Niente canto di Natale offende l’Islam PIERLUIGI DEPENTORI A PAGINA 32 NAPOLI — Ci sono anche i neomelodici tra le espressioni della pervasività della cultura camorrista. Lo ha detto il ministro dell’Interno Giuliano Amato, che oggi torna a Napoli per una verifica del piano sicurezza. I popolari cantanti napoletani rappresentano «una cultura che cerca comunque di fare del camorrista un eroe». Se il piano contro la criminalità avrà successo, «i neomelodici dovranno cantare altre canzoni». Ma i cantanti si ribellano: «Noi facciamo arte, non difendiamo la cultura camorrista». LUCARELLI e SANNINO A PAGINA 33 Il medico che s’è opposto al ricorso “Non staccherò la spina ma aiuterò Welby a morire” CATERINA PASOLINI A PAGINA 15 Repubblica Nazionale 24 LA REPUBBLICA Se il giudice si ferma ai tre spioni GIUSEPPE D’AVANZO (segue dalla prima pagina) Q UASI si tocca con mano il micidiale effetto selettivo che, in decine di occasioni e per decine di volte, impone al giudice di non porsi l’elementare domanda: perché; per conto di chi; a vantaggio di chi. Interrogativi che sono il duro pane quotidiano di ogni investigatore, pubblico ministero, giudice. L’epilogo fisiologico, contro ogni razionalità, è che la Pirelli-Telecom non è altro che “parte lesa”, la sprovveduta e inconsapevole “vittima” del «trio di amici», raggirata, derubata, screditata, calunniata. Il che può essere vero soltanto se si dà per scontato che il grande gruppo economico, in questi anni, sia stato guidato da asini. Nasce, in Telecom, «una dotazione di mezzi strumentali permanente, quali le strutture tecniche illegali di Telecom» (così il giudice) e chi governa Telecom non ne sa nulla. Anzi, retribuisce un’organizzazione che può procurare «documenti falsi corrispondenti a persone effettivamente esistenti» e non si chiede mai che cosa sta pagando e perché. Quando poi dai fatti affiora la mano di TelecomPirelli e il giudice che sembra volerla scacciare come un incubo. La struttura di dossieraggio “spia” politici come Brancher e Cesa e il giudice osserva che si tratta di «incarichi estranei a quelle che dovrebbero essere le esigenze aziendali» (pag. 137). Perché? Il povero Cipriani ammette che «non riusciva più a smaltire i carichi di lavoro» e si convince così a chiedere a Mancini i dossier del Sismi. Il giudice non sembra preoccupato di sapere chi offriva quei gravosi «carichi di lavoro». Tutti i dossier segretissimi consegnati da Mancini a Cipriani-Tavaroli riguardano società e uomini d’affari e affari (i report si concludono con cose del tipo: «persona disponibile a operazioni privilegiate»; «il gruppo gode di rapporti privilegiati con il governo Usa»; «sarebbe opportuno non avere contatti tecnici») e mai che il giudice si chieda se questo carico di lavoro possa essere congruo con le strategie commerciali e finanziarie del gruppo che li ricompensava per centinaia di migliaia di sterline. Quando se lo chiede le risposte sono da candido e i suoni sconnessi: «Quale poteva essere l’interesse del gruppo Pirelli-Telecom a conoscere l’organizzazione del controspionaggio francese? Perché Cipriani viene ricompensato con fondi delle aziende Telecom e Pirelli per riferire sull’organizzazione dell’intelligence economica francese svolta all’estero?» (pag. 177). Quando poi non ne può fare a meno, il giudice semplicemente non apre quella porta. «Non è verosimile che Tavaroli non abbia mai mostrato ai vertici del gruppo i risultati della sua attività. D’altronde, allo stato delle indagini, non è possibile identificare alcun oggetto eventualmente compartecipe o consapevole, e dunque d’uopo non procedere ulteriormente su questa strada» (così a pag. 190). L’unica strada che pare voler imboccare il giudice è quella del «trio di amici», ma forse per imbottigliarsi per quelle vie bisogna credere a Babbo Natale e, nel nostro Paese, l’impresa è faticosa. In decine di occasioni, nell’ordinanza, il magistrato milanese non si pone le domande elementari: Perché? Per conto di chi? A vantaggio di chi? Il malessere della politica GIORGIO BOCCA (segue dalla prima pagina) NA paura da anno mille che tutti alimentano come mossi da un cupio dissolvi, paura della nostra barbarie che dura come del nostro progresso senza ordine, paura di catastrofi possibili e inevitabili, credibili in ogni senso, le acque che sommergono le terre come la siccità totale, la scienza che soccorre come quella che uccide, l’incertezza sulle previsioni come sui rimedi in cui i politici si trovano in prima fila sotto un fuoco amico che al minimo stormire di vento si trasforma in nemico, vedi l’incauta apparizione al Motor Show di Bologna di Romano Prodi che è uomo esperto e paziente, ma non può pensare di giocare impunemente entrambi i ruoli, quello del governante attento solo al bene pubblico e quello del populista in cerca di applausi. Perché il ceto politico di sinistra come di destra attraversa un periodo di crescente impopolarità? Perché i fischi a Prodi fanno la pari con l’agitarsi a vuoto di Berlusconi, che quando bacia e abbraccia l’arrugginito Bossi sfiora l’osceno? Una delle ragioni principali a nostro avviso è l’uso padronale, monopolistico che i politici italiani di destra come di sinistra fanno del mezzo televisivo. Si sono abituati da decenni a considerare le televisioni come cosa loro in cui anche l’ultimo dei peones ha diritto di apparire come mezzo busto, di dire la sua anche se il tempo e lo spazio che gli vengono concessi dall’orchestra sono risibili, un privilegio im- U GIOVEDÌ 14 DICEMBRE 2006 COMMENTI meritato e controproducente. Si convincano i politici che l’informazione, soprattutto quella televisiva, deve essere affidata agli informatori responsabili, selezionati, che hanno qualcosa di serio da dire. E non a tutti quelli che vogliono comparire. Si convincano che le recite, i cafarnao della democrazia televisiva, i dibattiti in cui l’occupazione principale dei partecipanti è di strappare la parola agli altri o di intimidirli con presunzione e maleducazione, non funzionano più. Alla lunga il telespettatore si chiede se alcuni politici di facile eloquio siano stati eletti per fare i galletti nelle stie televisive o per governarci. Il consenso democratico degli elettori agli eletti è diminuito anche per la protervia e direi la cattiva educazione con cui essi respingono o mal sopportano le proteste o le critiche che gli vengono mosse. La nostra purtroppo è nata come democrazia di notabili di superciò. A destra come a sinistra. Agghiacciante in tal senso l’episodio del comunista Palmiro Togliatti che nell’aula di Montecitorio smise di parlare con Pajetta perché un compagno senza nome si era avvicinato troppo e non se ne andava. La reazione di un nostro notabile agli interventi di un cittadino qualsiasi è ancora quella di Berlusconi che si rivolge a un carabiniere e gli chiede di “prendere le generalità” di chi lo disturba. La gente ha paura ed ha ragione di averla. E altre ne aggiunge ogni giorno. Non c’è da avere legittima paura? E il dovere della politica non è quello di affrontarla, di controllarla? L E T T E R E I partiti di fronte allo specchio rotto Curando mio figlio psicotico da cannabis Stefano Rognoni [email protected] SONO madre di un giovane che ha avuto numerosi episodi psicotici diagnosticati clinicamente come “Psicosi da cannabinoidi”; ne è uscito attraverso una terapia psichiatrica privata, l’aiuto del Centro di Igiene Mentale, e l’uso, che forse non potrà mai cessare, di potenti e costosissimi psicofarmaci dispensati dal Servizio Sanitario Nazionale (lo Stato si fa carico anche di Centri di disintossicazione dall’uso di cannabinoidi). Penso che la contraddizione tra divieto di spaccio e libertà d’uso consenta il fascino della trasgressione ed il proliferare della malavita, mentre la distribuzione della cannabis indica (nella dose stabilita dal Ministero), in farmacia o in altre strutture simili, garantisca un controllo qualitativo escludendo la presenza di varie sostanze psicotrope che la criminalità (che gestisce il mercato) aggiunge per creare ulteriori dipendenze. Il costo della marijuana a qualità garantita da parte del governo olandese è di circa 8 euro al grammo, contro gli 800 euro al grammo dell’antipsicotico più diffuso erogato dal nostro Ssn. Non sarebbe meglio che gli introiti di una distribuzione legale andassero a finanziare i centri di disintossicazione? La nostra generazione ha forse sottovalutato gli effetti deleteri delle droghe leggere pensando che chi le demonizzava lo faceva solo per prese di posizione ideologiche, finché molti, come me, si sono trovati genitori che devono saper aiutare, e non è facile, i figli. La ferrovia cede il passo al trasporto su gomma Roberto De Luca Vallo di Diano (Sa) SCRIVO questa lettera perché la cattiva politica ha decretato la morte del progetto di riattivazione del tratto ferroviario Sicignano-Lagonegro, che serve un territorio compreso tra due Regioni: la Campania e la Basilicata. Una vergogna: 1) si privano i cittadini di un servizio di trasporto eco-compatibile, costringendoci a prendere dei bus sostitutivi, con grande gioia delle lobby dei trasporti su gomma; 2) si decreta l'abbandono definitivo di un'utile infrastruttura. Queste manifestazioni della cattiva politica non possono passare inosservate. Adesso si dice: non ci sono i soldi necessari per la riattivazione del tratto ferroviario e costruiremo una tangenziale. L’ennesima tangenziale in un territorio attraversato già dalla famigerata Salerno-Reggio Calabria. Perché alla fine, nonostante gli allarmi, vince ancora il trasporto su gomma? Torno a casa pensando a San Paolo del Brasile Nino D’Arcangelo Roma ARO Augias, mi stupisco coC me ogni volta il centro sinistra non riesca a comunicare con H O letto nei giorni scorsi alcuni capitoli di una ‘Storia d’Italia’ scritta da Pierre Milza (Cori cittadini, trasmettendo quei vabaccio ed.). Milza è un insigne lori che gli sono propri. Appare storico francese. Suo padre però sempre confuso, precipitoso, era italiano, uno dei fantaccini sempre sulla difensiva. Mentre il mandati sul Piave nel 1917 a ‘fercavalier Berlusconi riesce a coinmare i tedeschi’. Nel suo volume volgere migliaia di persone per (di oltre mille pagine) Milza racdire semplicemente che non biconta la vicenda di un grande sogna pagare le tasse, ricondupaese che più volte nel corso della risponde cendo la “massa” al sogno di sua millenaria vicenda sembraun’Italia senza tasse, facendo diCORRADO AUGIAS va finito a terra, salvo risollevarmenticare chi è stato e cosa ha si subito dopo per dare ancora [email protected] fatto, chi sono i suoi ‘amici’, da prove di una vitalità straordinaPreviti a Putin. ria, irriducibile. Perché il centro sinistra non riesce a far forza Sulla situazione attuale sono, personalmenricordando quali siano i valori morali che si sote, meno ottimista, però non mi nascondo che no persi? Perché non dice che si è perso il senso anche nella generosa visione di Milza c’è una della politica, della res publica, della comunità, parte della nostra storica verità. Segnalare oggi mentre è prevalso un feroce egoismo, dove nesi limiti così evidenti, così penosi, della politica è suno è capace di sacrificarsi, anche di poco, in facile, sono sotto gli occhi di tutti. vista o in nome di un futuro migliore per tutti e Però non basta. Da più di dieci anni stiamo atper un progetto di più ampio respiro? traversando una crisi molto grave, senza uguaOggi sono tutti stufi e sono pronti ad attaccali nell’ultimo dopoguerra. Meno violenta di re sia a destra che a sinistra chi va a rompere il quella del 1918-1922 ma che potrebbe essere non proprio orticello, ma nessuno si fa più un esameno pericolosa, se non ci fosse l’Europa e non ci me di coscienza! E allora, cavolo, smuovetele fosse il mezzo secolo di compiuta democrazia queste coscienze! Richiamate valori migliori che abbiamo alle spalle. I partiti sono ridotti a del consumismo e dell’egoismo, dell’apparenlarve, non controllano più nulla salvo qualche za e della comunicazione tout-court, spiegate i posto di sottogoverno, i sindacati sono per lo più vostri progetti con chiarezza, qualcosa di diarroccati nella difesa del vecchio, le associazioverso che faccia sperare noi cittadini in un ni imprenditoriali e professionali si fanno gli afmondo migliore, rimettendo la comunità al fari loro. centro di tutto. Lo specchio si è rotto, come ha scritto con feliSono una romantica sognatrice? Forse sì, ma ce metafora Scalfari su questo giornale. In ogni è l’unica cosa che mi resta per sopravvivere, da frammento ognuno vede solo il proprio volto, laureata lavoratrice al nero e “gratuita” con tutcon esclusione di tutti gli altri. Ombretta Viola ti i problemi non solo economici che mi tiro dieha ragione a dire ciò che dice. Ci sono però fasi tro. storiche in cui far balenare un sogno diventa difficile perché dominano i meccanismi del consumo e degli egoismi e perfino evadere le tasse può Ombretta Viola sembrare a molti un ideale. tanzviola@hotmail. com quinamento - anche luminoso , ho letto con estremo interesse l’articolo di Repubblica di ieri su San Paolo del Brasile, che ha deciso di vietare le insegne pubblicitarie in quella megalopoli -, eppure stasera, torno a casa ed una luce blu invade le finestre dell'appartamento dove vivo. Non importa che io abiti a Roma, zona Casal Bruciato, con il massimo rispetto per il rione che mi ospita, non penso sia divenuto polo di attrazione turistica né tantomeno centro di interesse della vita notturna. Il palazzo da cui proviene questa abbagliante luce ai limiti dello psichedelico, che, tra l'altro, irradia da un lato interno - vista parcheggio - è quello della Direzione Generale di Autostrade S.p.A, la quale anche ora, che, mentre scrivo, l'orologio segna le ore 3.00, risulta facilmente individuabile grazie ad un fascio luminoso che si proietta nel cielo quasi ad imitare la via lattea o, al limite, la segnalazione di una mega-discoteca. Scusatemi ma mi sto chiedendo una sola cosa: a cosa serve? MICHELE SERRA I APPRENDE che l’avvocato Taormina, ex difensore di Anna Maria Franzoni, si è ugualmente presentato al tribunale di Torino recando un voluminoso scartafaccio. Lo scartafaccio riguarda il processo Franzoni, del quale l’avvocato Taormina non si occupa più. Si immagina la sorpresa di uscieri e impiegati, che è anche la nostra. Non si era forse dimesso, abbandonando il processo, il Piemonte e la Valle d’Aosta, le mucche di Cogne, le ispezioni aeree in seggiovia, le perizie legali sulla fonduta, le tracce di slittino nel soggiorno? E invece rieccolo, che consegna nientepopodimenoché una richiesta di ricusazione per legittimo sospetto, roba grossa, quanto basta per almeno tre nuove puntate di “Porta a porta” con Crepet e la Palombelli. La risposta va cercata nella strabiliante strategia processuale di questo genio del diritto penale. Potrebbe, per esempio, avere depositato di persona quell’istanza apposta per potere poi denunciare un tribunale che ha accettato, sbagliando, un documento consegnato da un millantatore, cioè lui stesso. Potrebbe autodenunciarsi per essersi intromesso in un processo che non lo riguarda più, per avere poi la soddisfazione di autodifendersi interpretando, nello stesso processo, le parti di imputato, querelante e difensore. Potrebbe, infine, avere fatto uno scherzo. S NON si fa altro che parlare e discutere di ambientalismo, in- La nomina di Carbone e Magistratura indipendente Antonio Patrono, Giulio Romano, Cosimo Ferri Consiglieri del Csm DOMENICA 10 dicembre nell’articolo “Prove di quietismo togato”, Giuseppe D’Avanzo scrivendo che il lunedì successivo il Csm avrebbe dovuto discutere la nomina di Vincenzo Carbone a primo presidente della Corte di Cassazione, informava che essa non trovava d’accordo tutti i componenti del Consiglio. Nell’esprimere le ragioni pro e contro tale nomina si indicavano anche le correnti della magistratura favorevoli e contrarie, e tra le favorevoli (“convinte”) della nomina del dott. Carbone (e per tale ragione fortemente criticate) indicava anche Magistratura Indipendente. La notizia era priva di fondamento. Alla data dell’articolo, infatti, la proposta di nomina del dott. Carbone era stata votata soltanto dalla quinta commissione referente del Csm, e in quella sede il rappresentante di Magistratura Indipendente Antonio Patrono, aveva votato contro la nomina. L’11 dicembre il plenum ha poi votato sulla proposta, e in tale occasione anche gli altri due consiglieri di Magistratura Indipendente, dottori Giulio Romano e Cosimo Ferri, hanno votato contro la nomina. Tutti i rappresentanti di Magistratura Indipendente, pertanto, in tutte le votazioni, prima e dopo la data dell’articolo, hanno sempre votato in senso contrario. Non si comprende, pertanto, da dove abbia ricavato la notizia che essi fossero “convinti” sostenitori della sua nomina. Via Cristoforo Colombo, 90 - 00147 Roma - Fax: 06/49822923 - Internet: [email protected] FONDATORE EUGENIO SCALFARI DIREZIONE Ezio Mauro direttore responsabile vicedirettori Mauro Bene, Gregorio Botta, Dario Cresto-Dina (Milano), Massimo Giannini, Angelo Rinaldi (art director) caporedattore centrale Mario Calabresi, caporedattore vicario Angelo Aquaro GRUPPO EDITORIALE L’ESPRESSO Spa Presidente onorario: Carlo Caracciolo Consiglio di amministrazione Presidente: Carlo De Benedetti Consigliere delegato: Marco Benedetto Consiglieri Agar Brugiavini, Carlo Caracciolo, Rodolfo De Benedetti, Francesco Dini, Sergio Erede, Mario Greco, Luca Paravicini Crespi, Alberto Piaser Direttore generale holding: Fabio Tacciaria Direttori centrali di Gruppo: Sergio Cortese (tecnologie e produzione), Roberto Moro (personale), Alessandro Alacevich (investor relation), Stefano Mignanego (rel. esterne), Marco Moroni (sviluppo) Divisione la Repubblica - Via Cristoforo Colombo, 149 - 00147 Roma Direttore generale: Carlo Ottino Certificato ADS n. 5522 del 16-12-2005 REDAZIONI Redazione centrale Roma 00147 - Via Cristoforo Colombo, 90 - tel. 06/49821 ● Redazione Milano 20144 Via G. 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Lucchini ● Paderno Dugnano (MI) S.A.G.E. - Via Nazario Sauro, 15 ● Padova Finegil Editoriale - Viale della Navigazione Interna, 40 ● Roma Rotocolor SpA - Via del Casal Cavallari, 186/192 ● Salerno Arti Grafiche Boccia SpA - Via Tiberio Claudio Felice, 7 ● Sassari “La Nuova Sardegna” SpA - Via Porcellana, 9 ● Gosselies (Belgio) Europrinter S.A. - Avenue Jean Mermoz ● Toronto (Canada) “Newsweb Printing Corporation”, 105 Wingold Av. ● Westwood (New Jersey) 07675 Usa - “Gruppo Editoriale Oggi Inc.”, 55 Bergerline Av. ABBONAMENTI Italia (c.c.p. n. 11200003 - Roma): anno (cons. decen. posta) Euro 250,00 (sette numeri), Euro 220,00 (sei numeri), Euro 190,00 (cinque numeri). Tel. 06/4982.2982. Fax 06/4982.3217. E-mail: [email protected] Arretrati e servizio clienti: www.servizioclienti.repubblica.it - 199.130.130 (02.69789329 per chi chiama da telefoni pubblici o cellulari), il costo massimo della telefonata da rete fissa è di Euro 0,1426 al minuto IVA inclusa. 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