Fondatore Eugenio Scalfari
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Anno 31 - Numero 288
Direttore Ezio Mauro
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giovedì 14 dicembre 2006
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NZ
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❋
SS-1F
Il premier: rifarei la Finanziaria identica, ma in modo diverso. Berlusconi: cadranno su pensioni e Pacs, io leader anche tra 3 anni
LE IDEE
“Sullamanovramigiocotutto”
Sul banco
degli imputati
finisce sempre
l’indulto
Prodi, fischi e applausi a Roma. Fassino: serve un cambio di passo
IL MALESSERE
DELLA POLITICA
GIORGIO BOCCA
TUPORE e smarrimento
sulle facce dei rappresentanti fischiati dai rappresentati, dei sindacalisti
contestati dagli operai, degli
onorevoli sbeffeggiati dagli
elettori, dei poveri che svoltano a destra, dei consensi che
svaniscono e non si sa come
sostituirli, del generale malessere, della politica per cui se
l’Unione ha i suoi guai non è
che la Casa delle Libertà stia
molto meglio. Interrogata sulla fragilità e imprevedibilità
del consenso la senatrice Finocchiaro, che guida l’Unione
al Senato, ha risposto: è una
paura a cui la politica non sa
dare una risposta convincente. Pensiamo che sia una risposta giusta.
SEGUE A PAGINA 24
S
IL CASO
ROMA — «Sulla manovra mi
gioco tutto». Romano Prodi
scommette sulla finanziaria:
«La rifarei identica, sia pure in
modo assolutamente diverso e
con tavoli più articolati». Il premier ha parlato a Roma all’assemblea degli artigiani della
Cna. Al termine dell’incontro,
il Professore ha ricevuto frasi di
incitamento e sostegno, ma
anche fischi soprattutto da un
gruppo di tassisti capitanati
dal loro leader nazionale Carlo
Bologna. Fassino: serve un
cambio di passo. Berlusconi: il
governo cadrà su pensioni e
Pacs, io leader anche tra 3 anni.
BEI, BUZZANCA, LUZI,
MAROZZI e TITO
DA PAGINA 2 A PAGINA 4
Il leader apre il Consiglio nazionale
“I Ds non si sciolgono
tutti insieme nel Pd”
ADRIANO SOFRI
L’indagine Demos sui cittadini e lo Stato. Per il 40% il centrosinistra ha fatto peggio della Cdl
Sondaggio: italiani delusi dal governo
ILVO DIAMANTI
A NOVITÀ principale è che
non ci sono novità. È l’incipitdella IX indagine su “Gli
italiani e lo Stato”, condotta da
Demos per “la Repubblica” (proposta, domani, su “il Venerdì”).
Insomma: il clima di depressione che aveva intristito l’opinione
pubblica durante gli ultimi anni
del governo Berlusconi persiste.
Pesante. Solo che, nel frattempo,
si è votato, è cambiata la maggioranza politica. Ci sono un nuovo
governo e un nuovo premier. Ma
l’aria che si respira è la stessa. Anzi, si è deteriorata molto rapidamente, visto che quattro italiani
su dieci ritengono che il governo
Prodi, fin qui, abbia fatto peggio
del precedente. Il doppio di
quanti pensano l’opposto; che,
cioè, abbia operato meglio di
Berlusconi. Da ciò la delusione.
Una nebbia densa che avvolge
tutta la società. Non solo gli elettori di destra, non solo i soliti cetimedinsoddisfatti, oppure il mitico nordest-che-si-rivolta. Ma
un po’ tutti i gruppi sociali, tutte
le componenti politiche, tutte le
Italie. Un anno dopo: Berlusconi
se n’è andato (dal governo; per il
resto è vivo e lotta ancora insieme a noi). Ma poco è mutato, agli
occhi dei cittadini.
SEGUE A PAGINA 11
con un articolo
di BORDIGNON e CECCARINI
L
ALLE PAGINE 6 e 7
“Nozze impossibili con queste norme”. Padoa-Schioppa: bando Alitalia tra 15 giorni, vendita in 6 mesi
Se il giudice
si ferma
ai tre spioni I vertici gettano la spugna. Di Pietro: stop ai monopolisti
Autostrade-Abertis,addiofusione
GIUSEPPE D’AVANZO
N GIUDICE di Milano racconta, in 217 pagine, per
responsabilità di chi sono
stati raccolti decine di migliaia di
dossier illegali da un’agenzia
d’investigazione privata, ingaggiata dalla Security di Pirelli-Telecom, con generosità finanziaria
pagata da Pirelli-Telecom, con
larghezza informativa sostenuta
dall’intelligence politico-militare (il Sismi). Già ieri si avvertiva,
con le prime indiscrezioni, una
cosmesi minimalista che esorcizzava il “caso” riducendolo, dal più
imponente e diffuso dossieraggio
illegale dai tempi del Sifar di De
Lorenzo, ad affaruccio disonesto
messo su da «un trio di vecchi
amici» (così il giudice a pag. 174).
Non ci sarebbe da precisare alcun mistero, alcun evento da
chiarire, alcuna ulteriore responsabilità, più di lato o più in alto. La
scena è piatta, senza profondità.
Quel che si vede in superficie, per
il giudice, è quel che è. È quella,
l’univoca realtà dei fatti. Tre amici al bar — Emanuele Cipriani,
l’investigatore; Giuliano Tavaroli, il gran capo della Security Pirelli-Telecom; Marco Mancini, il direttore del controspionaggio del
Sismi — hanno combinato lo
spudorato affare. Il «trio di vecchi
amici» è molto ambizioso, unisce
le forze e ognuno ne trae beneficio o ingrassando il conto in banca o moltiplicando il proprio potere. Tutto qui, per il giudice. Non
c’è altro da chiedersi o sapere.
Con la necessaria buona volontà e il rispetto dovuto al prestigio della magistratura milanese,
non è agevole buttar giù l’intruglio. Senza abbandonarsi a cattivi
pensieri, ma soltanto leggendo le
217 pagine dell’ordinanza del
giudice si scorgono vuoti logici,
ambiguità, incoerenze anche alla
luce di un onestissimo senso comune.
SEGUE A PAGINA 24
BONINI, LISO e ZAGARIA
ALLE PAGINE 16 e 17
U
Torino, sordomuta 17enne
si era lamentata del bullismo a scuola
IL PECCATO
ORIGINALE
Sparita ragazza
marocchina
dopo gli insulti
razzisti
dei compagni
NICCOLÒ ZANCAN
A PAGINA 32
MASSIMO RIVA
A GRANDE fusione autostradale italo-spagnola va in
frigorifero in attesa di tempi
migliori. Questo il senso delle decisioni aziendali che ieri, annunciando lo stop all'operazione, si
sono premurate di ribadire la volontà di non rinunciare a un matrimonio ritenuto sempre valido e
conveniente da entrambi i fidanzati: la famiglia Benetton e il gruppo iberico Abertis.
SEGUE A PAGINA 25
CILLIS, IEZZI e LONARDI
ALLE PAGINE 12, 13 e 44
L
Aziza Haddi mostra la foto della figlia Amina
I È SAPUTO che il marocchino era tunisino. Che il convivente della giovane donna
italiana di Erba era suo marito.
Che il furgone usato da Azouz
Marzouk per la fuga e ritrovato
poco distante non era stato usato
da Marzouk, non è stato ritrovato,
e non era un furgone. Che l’assassino della moglie, del figlioletto,
della suocera, e della coppia di vicini non era l’uomo che ha perso
moglie figlioletto suocera e vicini
amici. (È morto anche il cagnolino
dei vicini, soffocato dal fumo).
Che l’uomo con precedenti penali per rapina e spaccio non aveva
precedenti per rapina, bensì solo
per piccolo spaccio. Eccetera.
Contrordine dunque: sei o sette
contrordini. Diramati, in copia
conforme, agli inquirenti, ai cronisti, ai direttori di telegiornali e
giornali, alla cittadinanza di Erba
e del resto d’Italia. Perfino le dichiarazioni dei conoscenti, promosse al rango di titoli, per una
volta non avevano ricalcato l’avvilente copione delle stragi domestiche: «Era una brava persona,
uno come noi: normale, regolare», anzi, l’aggettivo più sintomatico del nostro tempo, prima del
raptus: «Tranquillo, tranquillissimo». No, questa volta l’occhio dei
conoscenti si era affinato: «Sapevamo che era violento. Ci aveva
minacciati tutti». Contrordine anche per loro. Non aveva minacciato nessuno, benché, come ha avuto la forza di dire ancora in sua difesa quell’ammirevole signor
Carlo Castagna prima di scoppiare in pianto, «sapessimo che non
era uno stinco di santo».
Nella sequela di contrordini, un
punto rimane fermo, dopo ulteriore verifica: l’indulto, anzi, L’INDULTO, così, maiuscolo, come
nei titoli a piena pagina. Marzouk
è effettivamente uscito grazie all’indulto. Su questo punto cruciale nessuno può sollevare dubbi, a
meno che non sia in totale malafede. È uscito grazie all’indulto:
dunque, se avesse voluto lui massacrare i suoi e i vicini, grazie all’indulto avrebbe potuto farlo.
SEGUE A PAGINA 25
S
La testimonianza del sopravvissuto
“Almeno 2 i killer
della strage di Erba”
ALLE PAGINE 18 e 19
LA POLEMICA
Il ministro dell’Interno a Napoli: “Le loro canzoni celebrano i camorristi come eroi”
Amato contro i neomelodici
Polemica in una scuola materna
Bolzano
Niente canto
di Natale
offende l’Islam
PIERLUIGI DEPENTORI
A PAGINA 32
NAPOLI — Ci sono anche i
neomelodici tra le espressioni
della pervasività della cultura
camorrista. Lo ha detto il ministro dell’Interno Giuliano
Amato, che oggi torna a Napoli per una verifica del piano sicurezza. I popolari cantanti
napoletani rappresentano
«una cultura che cerca comunque di fare del camorrista
un eroe». Se il piano contro la
criminalità avrà successo, «i
neomelodici dovranno cantare altre canzoni». Ma i cantanti si ribellano: «Noi facciamo
arte, non difendiamo la cultura camorrista».
LUCARELLI e SANNINO
A PAGINA 33
Il medico che s’è opposto al ricorso
“Non staccherò
la spina
ma aiuterò
Welby a morire”
CATERINA PASOLINI
A PAGINA 15
Repubblica Nazionale
24 LA REPUBBLICA
Se il giudice si ferma
ai tre spioni
GIUSEPPE D’AVANZO
(segue dalla prima pagina)
Q
UASI si tocca con mano
il micidiale effetto selettivo che, in decine di
occasioni e per decine di volte,
impone al giudice di non porsi l’elementare domanda:
perché; per conto di chi; a vantaggio di chi. Interrogativi che
sono il duro pane quotidiano
di ogni investigatore, pubblico ministero, giudice. L’epilogo fisiologico, contro ogni razionalità, è che la Pirelli-Telecom non è altro che “parte lesa”, la sprovveduta e inconsapevole “vittima” del «trio di
amici», raggirata, derubata,
screditata, calunniata. Il che
può essere vero soltanto se si
dà per scontato che il grande
gruppo economico, in questi
anni, sia stato guidato da asini.
Nasce, in Telecom, «una dotazione di mezzi strumentali
permanente,
quali le strutture tecniche
illegali di Telecom» (così
il giudice) e
chi governa
Telecom non
ne sa nulla.
Anzi, retribuisce un’organizzazione
che può procurare «documenti falsi
corrispondenti a persone effettivamente esistenti» e non si chiede mai che cosa sta pagando e
perché. Quando poi dai fatti
affiora la mano di TelecomPirelli e il giudice che sembra
volerla scacciare come un incubo. La struttura di dossieraggio “spia” politici come
Brancher e Cesa e il giudice osserva che si tratta di «incarichi
estranei a quelle che dovrebbero essere le esigenze aziendali» (pag. 137). Perché? Il povero Cipriani ammette che
«non riusciva più a smaltire i
carichi di lavoro» e si convince
così a chiedere a Mancini i
dossier del Sismi. Il giudice
non sembra preoccupato di
sapere chi offriva quei gravosi
«carichi di lavoro». Tutti i dossier segretissimi consegnati
da Mancini a Cipriani-Tavaroli riguardano società e uomini d’affari e affari (i report si
concludono con cose del tipo:
«persona disponibile a operazioni privilegiate»; «il gruppo
gode di rapporti privilegiati
con il governo Usa»; «sarebbe
opportuno non avere contatti
tecnici») e mai che il giudice si
chieda se questo carico di lavoro possa essere congruo
con le strategie commerciali e
finanziarie del gruppo che li
ricompensava per centinaia
di migliaia di sterline. Quando
se lo chiede le risposte sono da
candido e i suoni sconnessi:
«Quale poteva essere l’interesse del gruppo Pirelli-Telecom a conoscere l’organizzazione del controspionaggio
francese? Perché Cipriani viene ricompensato con fondi
delle aziende
Telecom e Pirelli per riferire sull’organizzazione
dell’intelligence economica francese
svolta all’estero?» (pag.
177). Quando
poi non ne
può fare a meno, il giudice
semplicemente non
apre quella porta. «Non è verosimile che Tavaroli non abbia mai mostrato ai vertici del
gruppo i risultati della sua attività. D’altronde, allo stato
delle indagini, non è possibile
identificare alcun oggetto
eventualmente compartecipe
o consapevole, e dunque d’uopo non procedere ulteriormente su questa strada» (così a
pag. 190). L’unica strada che
pare voler imboccare il giudice è quella del «trio di amici»,
ma forse per imbottigliarsi per
quelle vie bisogna credere a
Babbo Natale e, nel nostro
Paese, l’impresa è faticosa.
In decine di occasioni,
nell’ordinanza,
il magistrato milanese
non si pone
le domande
elementari: Perché?
Per conto di chi?
A vantaggio di chi?
Il malessere
della politica
GIORGIO BOCCA
(segue dalla prima pagina)
NA paura da anno mille
che tutti alimentano
come mossi da un cupio dissolvi, paura della nostra
barbarie che dura come del
nostro progresso senza ordine, paura di catastrofi possibili e inevitabili, credibili in ogni
senso, le acque che sommergono le terre come la siccità
totale, la scienza che soccorre
come quella che uccide, l’incertezza sulle previsioni come
sui rimedi in cui i politici si trovano in prima fila sotto un fuoco amico che al minimo stormire di vento si trasforma in
nemico, vedi l’incauta apparizione al Motor Show di Bologna di Romano Prodi che è uomo esperto e paziente, ma
non può pensare di giocare
impunemente entrambi i ruoli, quello del governante attento solo al bene pubblico e
quello del populista in cerca di
applausi.
Perché il ceto politico di sinistra come di destra attraversa un periodo di crescente impopolarità? Perché i fischi a
Prodi fanno la pari con l’agitarsi a vuoto di Berlusconi, che
quando bacia e abbraccia l’arrugginito Bossi sfiora l’osceno? Una delle ragioni principali a nostro avviso è l’uso padronale, monopolistico che i
politici italiani di destra come
di sinistra fanno del mezzo televisivo. Si sono abituati da
decenni a considerare le televisioni come cosa loro in cui
anche l’ultimo dei peones ha
diritto di apparire come mezzo busto, di dire la sua anche se
il tempo e lo spazio che gli vengono concessi dall’orchestra
sono risibili, un privilegio im-
U
GIOVEDÌ 14 DICEMBRE 2006
COMMENTI
meritato e controproducente.
Si convincano i politici che
l’informazione, soprattutto
quella televisiva, deve essere
affidata agli informatori responsabili, selezionati, che
hanno qualcosa di serio da dire. E non a tutti quelli che vogliono comparire. Si convincano che le recite, i cafarnao
della democrazia televisiva, i
dibattiti in cui l’occupazione
principale dei partecipanti è
di strappare la parola agli altri
o di intimidirli con presunzione e maleducazione, non funzionano più. Alla lunga il telespettatore si chiede se alcuni
politici di facile eloquio siano
stati eletti per fare i galletti nelle stie televisive o per governarci. Il consenso democratico degli elettori agli eletti è diminuito anche per la protervia
e direi la cattiva educazione
con cui essi respingono o mal
sopportano le proteste o le critiche che gli vengono mosse.
La nostra purtroppo è nata come democrazia di notabili di
superciò. A destra come a sinistra. Agghiacciante in tal senso l’episodio del comunista
Palmiro Togliatti che nell’aula
di Montecitorio smise di parlare con Pajetta perché un
compagno senza nome si era
avvicinato troppo e non se ne
andava. La reazione di un nostro notabile agli interventi di
un cittadino qualsiasi è ancora quella di Berlusconi che si
rivolge a un carabiniere e gli
chiede di “prendere le generalità” di chi lo disturba. La gente ha paura ed ha ragione di
averla. E altre ne aggiunge
ogni giorno. Non c’è da avere
legittima paura? E il dovere
della politica non è quello di
affrontarla, di controllarla?
L
E
T
T
E
R
E
I partiti di fronte allo specchio rotto
Curando mio figlio
psicotico da cannabis
Stefano Rognoni
[email protected]
SONO madre di un giovane che ha
avuto numerosi episodi psicotici
diagnosticati clinicamente come
“Psicosi da cannabinoidi”; ne è
uscito attraverso una terapia psichiatrica privata, l’aiuto del Centro
di Igiene Mentale, e l’uso, che forse
non potrà mai cessare, di potenti e
costosissimi psicofarmaci dispensati dal Servizio Sanitario Nazionale (lo Stato si fa carico anche di Centri di disintossicazione dall’uso di
cannabinoidi).
Penso che la contraddizione tra
divieto di spaccio e libertà d’uso
consenta il fascino della trasgressione ed il proliferare della malavita, mentre la distribuzione della
cannabis indica (nella dose stabilita dal Ministero), in farmacia o in
altre strutture simili, garantisca un
controllo qualitativo escludendo
la presenza di varie sostanze psicotrope che la criminalità (che gestisce il mercato) aggiunge per creare
ulteriori dipendenze.
Il costo della marijuana a qualità
garantita da parte del governo
olandese è di circa 8 euro al grammo, contro gli 800 euro al grammo
dell’antipsicotico più diffuso erogato dal nostro Ssn. Non sarebbe
meglio che gli introiti di una distribuzione legale andassero a finanziare i centri di disintossicazione?
La nostra generazione ha forse
sottovalutato gli effetti deleteri delle droghe leggere pensando che chi
le demonizzava lo faceva solo per
prese di posizione ideologiche, finché molti, come me, si sono trovati
genitori che devono saper aiutare,
e non è facile, i figli.
La ferrovia cede il passo
al trasporto su gomma
Roberto De Luca
Vallo di Diano (Sa)
SCRIVO questa lettera perché la
cattiva politica ha decretato la
morte del progetto di riattivazione
del tratto ferroviario Sicignano-Lagonegro, che serve un territorio
compreso tra due Regioni: la Campania e la Basilicata.
Una vergogna: 1) si privano i cittadini di un servizio di trasporto
eco-compatibile, costringendoci a
prendere dei bus sostitutivi, con
grande gioia delle lobby dei trasporti su gomma; 2) si decreta l'abbandono definitivo di un'utile infrastruttura.
Queste manifestazioni della cattiva politica non possono passare
inosservate. Adesso si dice: non ci
sono i soldi necessari per la riattivazione del tratto ferroviario e costruiremo una tangenziale. L’ennesima tangenziale in un territorio
attraversato già dalla famigerata
Salerno-Reggio Calabria.
Perché alla fine, nonostante gli
allarmi, vince ancora il trasporto su
gomma?
Torno a casa pensando
a San Paolo del Brasile
Nino D’Arcangelo
Roma
ARO Augias, mi stupisco coC
me ogni volta il centro sinistra non riesca a comunicare con
H
O letto nei giorni scorsi alcuni capitoli di una ‘Storia d’Italia’ scritta da Pierre Milza (Cori cittadini, trasmettendo quei vabaccio ed.). Milza è un insigne
lori che gli sono propri. Appare
storico francese. Suo padre però
sempre confuso, precipitoso,
era italiano, uno dei fantaccini
sempre sulla difensiva. Mentre il
mandati sul Piave nel 1917 a ‘fercavalier Berlusconi riesce a coinmare i tedeschi’. Nel suo volume
volgere migliaia di persone per
(di oltre mille pagine) Milza racdire semplicemente che non biconta la vicenda di un grande
sogna pagare le tasse, ricondupaese che più volte nel corso della
risponde
cendo la “massa” al sogno di
sua millenaria vicenda sembraun’Italia senza tasse, facendo diCORRADO AUGIAS va finito a terra, salvo risollevarmenticare chi è stato e cosa ha
si subito dopo per dare ancora
[email protected]
fatto, chi sono i suoi ‘amici’, da
prove di una vitalità straordinaPreviti a Putin.
ria, irriducibile.
Perché il centro sinistra non riesce a far forza
Sulla situazione attuale sono, personalmenricordando quali siano i valori morali che si sote, meno ottimista, però non mi nascondo che
no persi? Perché non dice che si è perso il senso
anche nella generosa visione di Milza c’è una
della politica, della res publica, della comunità,
parte della nostra storica verità. Segnalare oggi
mentre è prevalso un feroce egoismo, dove nesi limiti così evidenti, così penosi, della politica è
suno è capace di sacrificarsi, anche di poco, in
facile, sono sotto gli occhi di tutti.
vista o in nome di un futuro migliore per tutti e
Però non basta. Da più di dieci anni stiamo atper un progetto di più ampio respiro?
traversando una crisi molto grave, senza uguaOggi sono tutti stufi e sono pronti ad attaccali nell’ultimo dopoguerra. Meno violenta di
re sia a destra che a sinistra chi va a rompere il
quella del 1918-1922 ma che potrebbe essere non
proprio orticello, ma nessuno si fa più un esameno pericolosa, se non ci fosse l’Europa e non ci
me di coscienza! E allora, cavolo, smuovetele
fosse il mezzo secolo di compiuta democrazia
queste coscienze! Richiamate valori migliori
che abbiamo alle spalle. I partiti sono ridotti a
del consumismo e dell’egoismo, dell’apparenlarve, non controllano più nulla salvo qualche
za e della comunicazione tout-court, spiegate i
posto di sottogoverno, i sindacati sono per lo più
vostri progetti con chiarezza, qualcosa di diarroccati nella difesa del vecchio, le associazioverso che faccia sperare noi cittadini in un
ni imprenditoriali e professionali si fanno gli afmondo migliore, rimettendo la comunità al
fari loro.
centro di tutto.
Lo specchio si è rotto, come ha scritto con feliSono una romantica sognatrice? Forse sì, ma
ce metafora Scalfari su questo giornale. In ogni
è l’unica cosa che mi resta per sopravvivere, da
frammento ognuno vede solo il proprio volto,
laureata lavoratrice al nero e “gratuita” con tutcon esclusione di tutti gli altri. Ombretta Viola
ti i problemi non solo economici che mi tiro dieha ragione a dire ciò che dice. Ci sono però fasi
tro.
storiche in cui far balenare un sogno diventa difficile perché dominano i meccanismi del consumo e degli egoismi e perfino evadere le tasse può
Ombretta Viola
sembrare a molti un ideale.
tanzviola@hotmail. com
quinamento - anche luminoso ,
ho letto con estremo interesse
l’articolo di Repubblica di ieri su
San Paolo del Brasile, che ha deciso di vietare le insegne pubblicitarie in quella megalopoli -, eppure stasera, torno a casa ed una
luce blu invade le finestre dell'appartamento dove vivo. Non
importa che io abiti a Roma, zona Casal Bruciato, con il massimo rispetto per il rione che mi
ospita, non penso sia divenuto
polo di attrazione turistica né
tantomeno centro di interesse
della vita notturna. Il palazzo da
cui proviene questa abbagliante
luce ai limiti dello psichedelico,
che, tra l'altro, irradia da un lato
interno - vista parcheggio - è
quello della Direzione Generale
di Autostrade S.p.A, la quale anche ora, che, mentre scrivo, l'orologio segna le ore 3.00, risulta
facilmente individuabile grazie
ad un fascio luminoso che si
proietta nel cielo quasi ad imitare la via lattea o, al limite, la segnalazione di una mega-discoteca.
Scusatemi ma mi sto chiedendo una sola cosa: a cosa serve?
MICHELE SERRA
I APPRENDE che l’avvocato Taormina, ex difensore di Anna Maria Franzoni, si è ugualmente presentato al tribunale di Torino recando un voluminoso scartafaccio. Lo
scartafaccio riguarda il processo Franzoni, del quale l’avvocato
Taormina non si occupa più. Si immagina la sorpresa di uscieri e impiegati, che è anche la nostra. Non si era forse dimesso, abbandonando il processo, il Piemonte e la Valle d’Aosta, le mucche di Cogne, le ispezioni aeree in seggiovia, le perizie legali sulla fonduta, le tracce di slittino nel soggiorno? E invece rieccolo,
che consegna nientepopodimenoché una richiesta di ricusazione per legittimo sospetto, roba grossa, quanto basta per almeno
tre nuove puntate di “Porta a porta” con Crepet e la Palombelli.
La risposta va cercata nella strabiliante strategia processuale di questo genio del diritto penale. Potrebbe, per esempio, avere depositato di persona quell’istanza apposta per potere poi denunciare un tribunale che ha accettato, sbagliando, un documento consegnato da un millantatore, cioè lui stesso. Potrebbe
autodenunciarsi per essersi intromesso in un processo che non
lo riguarda più, per avere poi la soddisfazione di autodifendersi interpretando, nello stesso processo, le parti di imputato, querelante e difensore. Potrebbe, infine, avere fatto uno scherzo.
S
NON si fa altro che parlare e discutere di ambientalismo, in-
La nomina di Carbone
e Magistratura indipendente
Antonio Patrono, Giulio
Romano, Cosimo Ferri
Consiglieri del Csm
DOMENICA 10 dicembre nell’articolo “Prove di quietismo togato”, Giuseppe D’Avanzo scrivendo che il lunedì successivo il Csm
avrebbe dovuto discutere la nomina di Vincenzo Carbone a primo presidente della Corte di Cassazione, informava che essa non
trovava d’accordo tutti i componenti del Consiglio.
Nell’esprimere le ragioni pro e
contro tale nomina si indicavano
anche le correnti della magistratura favorevoli e contrarie, e tra le
favorevoli (“convinte”) della nomina del dott. Carbone (e per tale
ragione fortemente criticate) indicava anche Magistratura Indipendente. La notizia era priva di
fondamento. Alla data dell’articolo, infatti, la proposta di nomina
del dott. Carbone era stata votata
soltanto dalla quinta commissione referente del Csm, e in quella
sede il rappresentante di Magistratura Indipendente Antonio
Patrono, aveva votato contro la
nomina. L’11 dicembre il plenum
ha poi votato sulla proposta, e in
tale occasione anche gli altri due
consiglieri di Magistratura Indipendente, dottori Giulio Romano
e Cosimo Ferri, hanno votato contro la nomina. Tutti i rappresentanti di Magistratura Indipendente, pertanto, in tutte le votazioni,
prima e dopo la data dell’articolo,
hanno sempre votato in senso
contrario. Non si comprende,
pertanto, da dove abbia ricavato
la notizia che essi fossero “convinti” sostenitori della sua nomina.
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del 16-12-2005
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