DEL POPOLO c vo /la .hr dit w.e ww e Dal vertice italo-tedesco di Trieste «Bruxelles tagli la burocrazia» C on una crisi economica così grave e così profonda, la Commissione europea deve essere “meno burocratica e più efficiente” nell’erogazione dei fondi strutturali. Le preoccupazioni del cancelliere tedesco Angela Merkel e del presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi per una crisi globale senza precedenti non permettono sconti a nessuno, neanche ai vertici di Bruxelles. “I soldi a disposizione ci sono, ma non sempre è possibile spenderli per intralci burocratici”, ha detto il cancelliere al vertice italo-tedesco di Trieste. “Sono in totale sintonia”, ha aggiunto Berlusconi, auspicando una “maggiore snellezza” da parte delle autorità europee che dovrebbero “mettere da parte” gli ostacoli burocratici in un momento così duro e difficile. D’altra parte, sui fondi strutturali contano molti Paesi europei alle prese con esigenze in contraddizione tra loro: da un lato rilanciare la crescita e salvaguardare le banche anche con aiuti pubblici, dall’altra tenere d’occhio i bilanci nazionali. La crisi dei mutui, trasformatasi ormai in una crisi mondiale che morde le economie reali è stato il piatto principale del menù del vertice di Trieste dove si è parlato anche di G8, Russia e America, grandi tematiche internazionali, Alitalia e Lufthansa. Tutto in un’atmosfera rilassata con Berlusconi e Merkel che hanno sottolineato la “sintonia” tra Italia e Germania e il premier italiano che è arrivato a scherzare con il cancelliere nascondendosi al suo arrivo dietro un pennone monumentale in Piazza Unita d’Italia per uscire fuori all’improvviso fa- cendo “cucù” alla Merkel. Gli argomenti trattati però sono molto seri e Italia e Germania intendono coordinarsi e lavorare insieme per combattere la pesante crisi economica. I cittadini devono rimanere “sereni e fiduciosi” e le “banche devono continuare a fare le banche”, ha detto Berlusconi, chiedendo anche aiuto ai media perché se “tutti continuano a dire che le cose vanno male… ”. Certo le ricette non sono sempre uguali. La Merkel ad esempio è particolarmente attiva sulla situazione delle industrie automobilistiche con una preoccupazione particolare per la Opel, direttamente controllata da una General Motors ormai sull’orlo del precipizio. Per questo Berlino ha studiato alcune misure come l’esenzione del pagamento per due anni della tassa di circolazione. Berlusconi pensa invece che in Italia non debbano essere fatti interventi pubblici in questo settore, almeno in questo momento. Strettamente legata alla crisi economica è anche la questione del clima. Berlusconi ricorda che Italia e Germania sono due Paesi manufatturieri di prima grandezza, e per questo non vogliono che le novità contenute nel pacchetto UE sul clima possano pesare sulle imprese dei due Paesi. Roma e Berlino hanno deciso di avviare un tavolo tecnico per studiare la situazione e avvicinare le due posizioni con la Merkel che ha insistito sull’importanza di portare avanti progetti “che abbiano un futuro” e cioè con una componente di innovazione anche sfruttando, ha ripetuto, i fondi strutturali europei che devono essere erogati “senza burocrazia”. An no IV economia & finanza 8 200 e r mb • n. 1 53 • Giovedì, 20 nove IL PUNTO di Christiana Babić Gestire bene il presente Gli economisti sono praticamente unanimi: “Il 2009 sarà un anno difficilissimo”, affermano e invitano a predisporre e, soprattutto, ad attuare piani “anticrisi” capaci di contrastare in modo efficace quello che da più parti viene indicato come uno “tsunami finanziario”. L’invito è dunque quello di correre ai ripari cercando di arginare che la crisi insorta a seguito del crollo dei subprime americani, e diffusasi poi a livello globale, produca un effetto a catena buttando in ginocchio le economie reali Paese per Paese. Misure “riparatorie”, quindi, per frenare l’onda della recessione che minaccia la tenuta dei sistemi economico-finanziari. Sono a rischio, infatti, numerosissime imprese che a seguito del mutato clima potrebbero trovarsi costrette a dichiarare fallimento, ma anche i “bilanci familiari” che con sempre maggiore difficoltà riescono a mantenere il pareggio tra le entrate e le uscite. Misure rese possibili in considerazione del fatto che le Banche centrali hanno messo, e continuano a mettere, in atto una politica monetaria “restrittiva, ma responsabile” e che la struttura aziendale conserva ancora la capacità di reagire alla “burrasca”. Va detto, però, che questa sinergia da sola non basta. Per superare il momento di difficoltà generale serve che tutte le componenti della società: maggioranza, opposizione e parti sociali, collaborino concentrandosi sull’interesse comune e pongano in essere una piattaforma di misure adatta a contrastare e superare una crisi che è anche di fiducia. Un traguardo difficile da tagliare, ma che non si presenta impossibile da raggiungere perché già adesso qualche segnale positivo si intravede: ad esempio il rallentamento del prezzo delle materie prime o il rafforzamento del dollaro USA. A questi, comunque, devono sommarsi anche sforzi maggiori in tema di innalzamento del livello di competitività, di allineamento della pressione fiscale, di innalzamento degli investimenti destinati alla ricerca, alla tecnologia e alle infrastrutture pubbliche. E, infine, anche uno sforzo teso a cambiare mentalità e ad accogliere un’impostazione proattiva cercando di gestire bene il presente riducendo le spese, evitando comportamenti rischiosi accendendo prestiti troppo onerosi senza una vera ragione. 2 economia&finanza IL DETTAGLIO In crescita il mercato on-line In Italia, rispetto al 2007, gli acquisti su Internet sono cresciuti del 21p.c. e il fatturato di quest’anno dovrebbe essere di 7 miliardi di euro (oltre l’1 p.c. del totale delle vendite al dettaglio), se si contano anche gli acquisti fatti dagli italiani da siti esteri. Ma il commercio elettronico italiano ha ancora un grosso potenziale inespresso: sono, infatti, 18 milioni gli italiani che usano il web per ricercare informazioni su prodotti e servizi e, per ora, soltanto un terzo di questi completano la propria transazione online. Il comparto con il tasso di crescita più elevato è l’abbigliamento che registra un +43 p.c., seguito dal turismo (+28 p.c.) e dall’editoria, musica ed audiovisivi (+20 p.c.), mentre tutti gli altri comparti faranno registrare tassi di crescita inferiori alla media del mercato. Il settore dell’abbigliamento presenta alcune interessanti novità, con modelli di business innovativi e l’ingresso di alcune grandi “griffe” del Made in Italy che hanno aperto negozi on-line. Sono alcuni dati della ricerca dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano, presentata in occasione del convegno L’eCommerce B2c in Italia: una crescita che sfida la crisi che si è svolto a Milano. L’analisi è basata su oltre 200 casi di studio e fornisce una fotografia completa del mercato italiano dell’eCommerce B2c nel 2008; in più, nello studio di quest’anno ci sono due ulteriori approfondimenti: una lettura dell’eCommerce in una prospettiva multicanale e una valutazione critica della user experience dei siti di eCommerce italiani. Sebbene il mercato italiano del commercio elettronico sia in continua crescita, resta lìampio divario con i Paesi industrializzati: in termini di valore assoluto dell’eCommerce l’Italia è un decimo della Gran Bretagna e un terzo della Francia. Alcune delle cause sono: i limiti strutturali dell’Italia (penetrazione di Internet e della banda larga, costi della logistica distributiva), le attitudini degli italiani, che conservano una forte diffidenza verso l’utilizzo della carta di credito online e una scarsa propensione all’acquisto a distanza; l’oggettiva difficoltà nel vendere online alcune tipologie di prodotti. Ma il motivo principale, che non può essere nascosto, è la presenza di significativi “buchi” nell’offerta, specialmente in talune categorie merceologiche: abbigliamento, prodotti per la casa, auto e accessori, vino e gastronomia. Inoltre, si fatica a sfruttare sapientemente la multicanalità, in particolare tra canale online e canali fisici “tradizionali”. “Sembra che in Italia sia in atto un circolo vizioso difficile da scardinare – ha detto Alessandro Perego, responsabile scientifico dell’Osservatorio eCommerce B2c di Netcomm –. Vi sono pochi web shopper in quanto l’offerta online è deficitaria e nel contempo gli operatori del commercio più affermati sono restii ad andare on-line perché ritengono la domanda ancora immatura e numericamente non significativa”. Giovedì, 20 novembre 2008 ATTUALITÀ La crisi e i suoi effetti sul mercato immobiliare Mattone, le vendite vanno a picco D opo più di dieci anni di espansione, nel 2008 la crisi economica si è abbattuta anche sul mercato immobiliare che ha subito una brusca frenata e anche per l’anno prossimo le previsioni appaiono tutt’altro che rosee. Colpa dell’incertezza che fa ponderare qualsiasi investimento, a maggior ragione se è importante come un appartamento o una casa. Uno scenario che non stupisce considerata la congiuntura globale, ma che non lascia indifferenti anche in considerazione del fatto che il comparto dà lavoro a un numero considerevole di cittadini croati – soltanto nell’edilizia hanno trovato un’occupazione, negli ultimi anni, ben 40.000 persone –, e che il perdurare della crisi potrebbe, pertanto, produrre tutta una serie di contraccolpi a livello di tasso di occupazione. Per analizzare il momento di crisi del settore e per ragionare sulle misure da adottare per arginare la congiuntura negativa è stata organizzata, a Zagabria, nell’ambito della Fiera dell’immobile, una tavola rotonda dedicata all’andamento sul mercato immobiliare che come si diceva è caratterizzato dal calo della do- Iniziativa promossa da Informest Conoscere i fondi strutturali Al fine di diffondere le possibilità di utilizzo dei fondi strutturali (contributi a fondo perduto) da parte delle imprese italiane nei nuovi Paesi membri UE (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania e Bulgaria) Informest organizza domani, venerdì 21 novembre un incontro tecnico di approfondimento sui bandi attivi ed in via di pubblicazione nei Paesi menzionati, ad utilizzo diretto delle imprese. L’incontro verterà principalmente sui contributi a fondo perduto per gli investimenti di tipo produttivo (acquisto nuovi macchinari e attrezzature, ampliamento e/o costruzione nuova struttura), sui programmi finanziati per la formazione professionale e per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Obiettivo degli incontri sarà quello di analizzare i bandi disponibili per le imprese nei vari Paesi (spese ammissibili nella domanda, massimali del contributo, tempi di erogazione). Verranno, inoltre, analizzate anche singolarmente eventuali iniziative progettuali proposte dai partecipanti.. L’incontro avrà luogo nella sede Informest di Padova, piazza Zanellato, 5, dalle ore 09.45 alle 12.45. manda ovvero da prezzi, conseguentemente, più convenienti per chi compra, ma anche da un balletto delle offerte che si traduce sempre più spesso in un “braccio di ferro” tra investitori e acquirenti. Una situazione – è stato sottolineato –, prodotta dall’antitesi tra le aspettative delle parti coinvolte che sperano entrambe di veder migliorata, in tempi brevi, la loro posizione sul mercato. Da un lato, così, i potenziali acquirenti fanno affidamento sulla “fretta” degli investitori, sul loro desiderio di vendere le migliaia di appartamenti nuovi, ovvero sulla loro necessità di far fronte agli obblighi nei confronti delle banche, mentre dall’altra parte gli investitori lamentano il calo degli acquisti nonostante la sostanziale tenuta della domanda e sperano in un’inversione di tendenza. Al momento, però, nonostante uno dei consigli degli esperti sia quello di investire nel mattone soltanto in pochi si decidono per il “grande passo” ovvero per l’acquisto di un immobile portando così la statistica a segnare, nel mese di ottobre, una tendenza al ribasso fortissima. Nulla di strano, considerato che in un periodo contraddistinto dal risparmio a tutto tondo appare azzardato decidere un investimento il cui peso finanziario ammonta a decine se non a centinaia di migliaia di euro. (chb) I dati economici per il Friuli Venezia Giulia Bankitalia: «Gli indici sono in calo» Aumento della disoccupazione e del ricorso alla cassa integrazione, rallentamento degli investimenti e della produzione: sono, in sintesi, i principali dati economici del primo semestre del 2008 in Friuli Venezia Giulia raccolti e diffusi dalla sede regionale di Bankitalia. “Nei primi sei mesi del 2008 l’attività industriale in Friuli Venezia Giulia ha fortemente rallentato – è detto nella sintesi dell’inchiesta –, a causa della negativa evoluzione della domanda rivolta alle imprese regionali. La decelerazione delle vendite in termini reali sui mercati esteri, iniziata nel secondo trimestre del 2007, è proseguita, a fronte di una diminuzione di quelle interne”. “Le aspettative degli operatori economici non prefigurano per i prossimi mesi sostanziali variazioni nel quadro congiunturale. I programmi per il 2008 sugli investimenti fissi lordi formulati a inizio anno sono stati parzialmente rivisti al ribasso – secondo Bankitalia –. Alla crescita del tasso di disoccupazione, passato dal 3,2 al 4,4 per cento, si è accompagnato un accresciuto ricorso alla Cassa integrazione guadagni, sia nella componente ordinaria, sia soprattutto in quella straordinaria, che ha raggiunto livelli storicamente elevati”. Secondo l’indagine della Banca d’Italia, poi, “nei dodici mesi terminanti a giugno del 2008 i prestiti bancari, al netto delle erogazioni alle società finanziarie e assicurative, hanno rallentato rispetto all’anno precedente: la minore crescita dei finanziamenti alle famiglie consumatrici ha riguardato sia i mutui, sia il credito al consumo, mentre i prestiti alle imprese hanno risentito dell’andamento della congiuntura regionale”. “La qualità del credito, misurata dalle nuove sofferenze rettificate in rapporto agli impieghi vivi di inizio periodo, si è mantenuta elevata, ma le posizioni con rate scadute o relative alla clientela in una situazione di temporanea difficoltà – è detto ancora nel rapporto di Bankitalia –, hanno registrato un sostenuto incremento. La raccolta presso le famiglie consumatrici, infine, ha ulteriormente accelerato, con una crescita particolarmente accentuata per la componente obbligazionaria”. economia&finanza 3 Giovedì, 20 novembre 2008 TURISMO I dati dell’Ente per il turismo litoraneo-montano Abbazia mantiene il primato I l turismo litoraneo-montano è in leggera flessione. Nonostante i buoni risultati ottenuti nell’ottobre scorso, nei primi dieci mesi dell’anno, il numero delle presenze è sceso del 2 p.c. rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Stando ai dai forniti dall’Ente per il turismo della Regione Litoraneo-montana, nell’ottobre scorso gli arrivi turistici sono incrementati del 9 p.c. rispetto allo stesso periodo del 2007. Contemporaneamente i pernottamenti registrati lo scorso mese sono aumentati del 2 p.c. rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il numero degli ospiti croati è aumentato del 22 p.c. e quello dei turisti stranieri del 5 p.c. Gli ospiti croati hanno incrementato del 13 p.c. la loro permanenza nelle strutture ricettive regionali, mentre i pernottamenti totalizzati dagli stranieri sono diminuiti dell’1 p.c. Analizzando i dati raccolti dagli Uffici turistici delle località litoraneo-montane, scaturisce che lo scorso mese la Regione è stata visitata complessivamente da 83.171 turisti (281.804 pernottamenti). Gli arrivi degli ospiti croati sono ammontati a 22.258 (55.513 pernottamenti). I turisti stranieri sono stati 60.913 (226.291 pernottamenti). Il maggior numero di presenze è stato registrato sulla Riviera di Abbazia, dove sono stati totalizzati 99.209 pernottamenti. La “Perla del Quarnero” ha realizzato da sola il 33,2 p.c. del traffico turistico della Regione. Alle spalle di Abbazia si è piazzata l’isola di Veglia (25,71 p.c.). Seguono Lussino (11,32 p.c.) e la Riviera di Crikvenica (10,58). Per quanto concerne gli ospiti stranieri, risulta che i più numerosi sono stati i tedeschi (46,02 p.c. dei pernottamenti totalizzati nell’ottobre scorso), gli austriaci (18,24 p.c.), gli sloveni (6,4 p.c.) e gli italiani (4,54 p.c.). Prevista anche la valorizzazione linguistica Iniziative transfrontaliere, 40 milioni per i progetti Italia-Slovenia L’ufficio governativo per le politiche locali e regionali ha invitato i partner provenienti da Slovenia e Italia a richiedere complessivamente 40 milioni di euro disponibili nella prima call per progetti strategici transfrontalieri. L’Unione europea ha destinato 137 milioni di euro in fondi per la cooperazione fra Slovenia e Italia nel 2007-2013. Quasi il 30 per cento della somma sarà distribuita nella prima call per la presentazione delle domande, aperta fino al 1.mo dicembre. Le domande possono essere fatte per i progetti valutati più di un milione di euro che possono durare almeno due o tre anni, secondo quanto indicato dal capo della sezione regionale dell’ufficio governativo, Tatjana Rener. I progetti devono essere importanti per l’area transfrontaliera con l’Italia e apportare un contributo significativo alla strategia comunitaria. Rener prevede di ricevere domande per 3040 progetti. Ha evidenziato i settori dei trasporti, lingue, porti, prodotti agricoli, turismo e sforzi per migliorare la competitività delle imprese vista l’intenzione di cooperare nell’ambito di alcuni temi di interesse per partner di entrambe le parti. Una differenza rispetto alle precedenti call è il fatto che è richiesto un solo contratto con l’organo di gestione ed uno unico per far avviare il progetto. Laura Comelli, della Regione Friuli Venezia Giulia, ha spiegato che la call per aderire ai progetti ha aperto nuovi contenuti nella cooperazione transfrontaliera, mentre Luca Rossetti della Regione Veneto ha evidenziato la semplificazione delle procedure, che porterà ad un aumento alla cooperazione, associata all’espansione delle aree eleggibili per i fondi in Slovenia e Italia. Come parte dello schema Interreg per la cooperazione transfrontaliera nel 2004-2006, 31 progetti sono stati implementati in Slovenia, impegnando 4,4 milioni di euro di fondi, che, secondo Rener, sono il 96 per cento del denaro disponibile. Nei primi dieci mesi dell’anno la Regione Litoraneo-montana è stata visitata da 2.032.610 turisti, che hanno accumulato 11.321.685 pernottamenti. I turisti croati sono stati 316.790 (1.427.352 pernottamenti) e gli ospiti stranieri 1.715.820 (9.894.333 pernottamenti). Nei primi dieci mesi dell’anno, il numero degli ospiti croati è cresciuto del 3 p.c. rispetto allo stesso periodo del 2007, allo stesso tempo il totale dei turisti stranieri è diminuito del 3 p.c. Nei primi dieci mesi del 2008, il numero complessivo di pernottamenti è cresciuto del 1 p.c. rispetto al medesimo periodo del 2007. La permanenza degli ospiti croati e di quelli stranieri è aumentata rispettivamente del 5 e dell’1 p.c. La classifica delle località regionali più visitate nei primi dieci mesi dell’anno vede al primo posto l’isola di Veglia con 3.145.172 pernottamenti (30,5 p.c. del totale), seguita da Lussino (16,64 p.c.), Arbe (14,91 p.c.) ed Abbazia (12,98 p.c.). La maggior parte dei turisti stranieri che hanno soggiornato in una delle località di villeggiatura del Quarnero provenivano dalla Germania (26,39 p.c.), dalla Slovenia (16,68 p.c.), dall’Italia (13,26 p.c.) e dall’Austria (11,01 p.c.). (kb) L’Erste Bank amplia l’offerta Ricariche telefoniche via mBanking ZAGABRIA – L’Erste & Steiermrkische Bank incrementa la gamma di prodotti offerta ai propri clienti. Da qualche giorno, i fruitori del servizio mBanking (gestione dei conti bancari con l’ausilio del telefono cellulare) potranno acquistare le tessere di ricarica per i telefonini cellulari. Saranno accessibili le tessere di tutti gli operatori di telefonia mobili attivi in Croazia: T-Mobile (ricariche da 25, 50, 100 e 200 kune), Vip (35, 50, 100 e 200 kune), Tele 2 (25, 50, 100 e 200 kune) e Tomato (20, 50 e 100 kune). L’acquisto della ricarica potrà essere addebitata direttamente sul proprio conto corrente, giro conto, conto in valuta estera e depositi bancari (a patto però che l’intestatario abbia provveduto a sostituire il libretto di risparmio con una Visa electron card). Agli acquirenti sarà possibile verificare in qualsiasi momento la data, l’ora, nonché il numero di serie, il valore, il codice di ricarica e la valenza del buono acquistato. In quasi cinque mesi, ossia da quando l’Erste & Steiermärkische Bank ha introdotto la possibilità di acquistare le ricariche per i telefonini per il tramite dei suoi servizi Netbanking (51.500 clienti) ed Erste Fon (13.800 clienti), ne sono state vendute 16.700. L’importo delle ricariche acquistate dai clienti della Il servizio di mBanking (11.400 zia da circa 2 anni, la maggior Erste & Steiermärkische Bank clienti) dell’Erste & Steiermärki- parte degli abbonamenti è stata ammonta a circa 11mila kune. sche Bank è disponibile in Croa- sottoscritta da persone fisiche. BREVI «3. Maj», varata la Ainazi FIUME – Nonostante la crisi le attività al cantiere “3. Maj” di Fiume continuano regolarmente. Martedì scorso a Cantrida è stata portata a termine la quarta consegna di quest’anno. L’unità in questione è la petroliera battezzata “Ainazi” (commessa numero 704). La stazza della nave commissionata dalla compagnia armatoriale Latvian Shipping Company di Riga ammonta a 51.800 tonnellate. Lunga 195 e larga 32 metri, la petroliera è adibita al trasporto del greggio, dei derivati del petrolio e di sostanze chimiche. L’unità è stata varata nel settembre scorso, alla presenza del presidente lettone, Valdis Zatler. La “Ainazi” è l’ultima delle dieci petroliere realizzate dal “3.Maj” per gli armatori lettoni. Costruita sotto la vigilanza degli ispettori dell’istituto di certificazione Det Norske Veritas (DNV), la nave solcherà i mari battendo bandiera delle Isole Marshall. (kb) Turismo: aumentano gli stanziamenti ZAGABRIA – Il Ministro croato del turismo Damir Bajs ha dichiarato che nonostante il clima di austerity determinato dalla crisi finanziaria la promozione turistica potrà contare in futuro su maggiori risorse finanziarie. Bajs ha sottolineato, inoltre, che il principale obiettivo del Ministero sarà la preparazione del Paese per la stagione turistica il prossimo anno nelle circostanze della crisi finanziaria internazionale e del rallentamento economico complessivo. Nel 2009 il comparto turistico dovrebbe crescere del 2 per cento e questo è il motivo per cui il Paese dovrà lottare per ogni singolo turista, ha dichiarato Bajs. Da gennaio a settembre, il numero totale dei turisti stranieri è aumentato dell’1 per cento su base annua raggiungendo quota 8,88 milioni (+3 p.c. a/a da gennaio ad agosto), mentre il numero di pernottamenti è cresciuto del 2 p.c. a/a a 49 milioni (+3 p.c. a/a negli otto mesi del 2008). Calano i prezzi di produzione ZAGABRIA – Secondo i dati resi noti dall’Ufficio nazionale per la statistica (DZS), lo scorso ottobre i prezzi alla produzione dei beni industriali sono scesi dell’1,1 per cento rispetto al mese precedente. Il segmento della trasformazione, che copre l’87 p.c. della produzione industriale complessiva, ha registrato un calo dell’1,6 p.c. Un aumento dei prezzi, invece – si legge nella nota dell’Ufficio ICE –, è segnato dai beni capitali (+0,8 p.c.), dai beni di largo consumo non durevoli (+0,2 p.c.) e dal minerario ed estrattivo (+0,8 p.c,). A livello annuo il maggior aumento è stato registrato nella produzione di energia (+14,3 p.c.), seguita dai beni intermedi (+8,3 p.c.) e dai beni di largo consumo durevoli (+8,3 p.c.). Nei primi dieci mesi dell’anno i prezzi alla produzione dei prodotti industriali sono saliti dell’8,8 p.c. rispetto allo stesso periodo del 2007. 4 economia&finanza Giovedì, 20 novembre 2008 EVENTI «Triestespresso Expo», la vetrina del chicco nero Qualità ed eccellenza del caffè P er il presidente del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, “Trieste è in grado oggi di tracciare un percorso virtuoso al servizio del Friuli Venezia Giulia e del sistema-Paese”. Lo ha affermato intervenendo al convegno inaugurale della quarta edizione di Triestespresso Expo. Ricordando il ruolo del capoluogo giuliano “integrato nell’Europa, anche grazie al progetto dell’Euroregione transfrontaliera”, Tondo ha aggiunto che “in un dei consumi e il futuro della produzione caffeicola: un equilibrio instabile” che ha che ha visto la partecipazione di importanti produttori di caffè e illustri relatori provenienti dal Vietnam, Brasile, Indonesia, Guatemala, Italia e India che hanno cercato di individuare delle soluzioni al fatto che i maggiori produttori di caffè hanno rallentato la produzione, mentre i consumi continuano a crescere dell’1-1,2 per cento all’anno soprattutto nei mercati stato preso letteralmente d’assalto, tanto da costringere Fiera Trieste a degli importanti interventi strutturali per consentire migliori comodità e servizi più puntuali agli espositori provenienti da Austria, Belgio, Burundi, Croazia, Francia, Germania, Guatemala, India, Indonesia, Israele, San Marino, Spagna, Svizzera, Uganda, Cina, Regno Unito, Russia, Grecia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Ruanda, Tanzania, Tailandia e Stati uniti. Complessivamente, il numero di espositori provenienti da 25 Paesi ha superato quota 200 facendo registrare un aumento del 15 p.c. rispetto alla scorsa edizione della biennale. BORSA Ossigeno per immersione Signori, c’è borsa e Borsa momento difficile come quello che stiamo adesso attraversando, gli investimenti devono essere a maggior ragione concentrati verso quei settori e quelle iniziative caratterizzate dalla qualità e dall’eccellenza. E per Trieste, il caffè – ha concluso –, risponde sicuramente a questi criteri”. In apertura del ventaglio di eventi che si sono susseguiti nel capoluogo giuliano in occasione della manifestazione fieristica dedicata al caffè, dunque, un momento di riflessione intitolato “La crescita emergenti come Russia, Indonesia, India e Cina, che sono grandi consumatori. Per quanto concerne l’esposizione in sé va rilevato che la quarta edizione dell’esposizione Triestespresso Expo –organizzata da Fiera Trieste Spa in collaborazione con l’Associazione Caffè Trieste, e con il Contributo della Camera di Commercio e della Fondazione CrTrieste –, ha confermato all’evento il ruolo di “vetrina dell’espresso italiano nel mondo”. Infatti, l’appuntamento è Numeri in crescita Non è un caso che nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia si sia sviluppato il settore del caffè. Nel solo territorio provinciale il comparto fattura quasi 500 milioni di euro. A Trieste sono insediate 54 unità locali che danno lavoro ad oltre 800 persone. Il Porto di Trieste è il primo scalo del Mediterraneo con un traffico di caffè che comprende ben il 15 p.c. dell’intera filiera nazionale. Proprio nel capoluogo giuliano, città cerniera con l’Est Europa, si è realizzato il Distretto del Caffè che, grazie alla sua vetrina più illustre rappresentata dal “TriestEspresso Expo”, vuole far conoscere i propri obiettivi che si concretizzano con la collaborazione tra caffè e ricerca, nel portare avanti progetti innovativi con l’Università di Trieste e le diverse realtà scientifiche giuliane e nel contribuire a sviluppare gli aspetti legati alla logistica ed ai traffici portuali. Nel 2007 le importazioni italiane di caffè sono ammontate a 7.402.301 sacchi, con un incremento del 6,78 p.c. rispetto all’anno precedente. Le esportazioni di caffè tostato sono state di 1.935.035 sacchi con un incremento del 11,23 p.c. sull’anno precedente. Se si considera che nell’anno 2000 le esportazioni di tostato erano di 987.000 sacchi circa, si è registrato una crescita doppia in soli sette anni. Sempre lo scorso anno per quanto riguarda gli sdoganamenti del chicco nero il Porto di Trieste è risultato il primo tra gli scali italiani con il 27,16 p.c. seguito da Savona con il 25,67 p.c. e quindi da Genova con il 14,84 p.c. Le giacenze nel Porto di Trieste a fine febbraio 2008 ammontavano a 1.139.537 sacchi (da 60Kg) di cui 233.875 sacchi di Arabica naturali e 72.121 di Altri Dolci e 833.541 sacchi di Robusta. (dati Comitato Italiano Caffè). A Trieste, dove l’attività legata al caffè risale al 1700, è occupato il 17 p.c. della forza lavoro dell’intero comparto nazionale. Temo che per le buone notizie ci sarà da aspettare un bel po’. Quelle che invece non mancano sono le notizie non propriamente piacevoli, anzi, a dirla tutta si fanno sempre più preoccupanti. Anche se di buon inizio, dopo aver dotato banche e assicuratrici di stampelle si era creduto - ah, ingenuità! – di esser cascati, se non in piedi, almeno in modo tale da non rompersi qualche osso. Anche le cattive notizie sono come le ciliegie: una tira l’altra: al cedimento di un mercato è stato cedimento su tutta la linea del fronte. Che ci possiamo fare se ormai questa palla sospesa nell’universo è diventata un condominio nel quale tutti dipendono da tutti? Ormai, nessuno è libero di farsi i cavoli suoi neanche con aziende totalmente “indipendenti”, figuriamoci poi avendo il territorio costellato di aziende figlie con madri altrove. Dicono a piazza San Marco (Zagabria, non Venezia) che comunque, da questo punto di vista siamo in una botte di ferro, perchè madri – figlie – sorelle – zie che siano, devono sottostare alle leggi croate, ma sinceramente non credo che se la Madre va a farsi benedire la Figlia sarà immune da ruzzoloni. Comunque, prima di verificare, è meglio credere, altrimenti, a furia di decodificare segnali e sintomi, niente niente si finisce con un’emicrania biblica. Siamo senza soldi. Meglio risparmiare Or bene. L’acqua sul fuoco non è bastata (anche perché sarebbe stato pretendere di spegnere con un bicchiere d’acqua un rogo immane) e a questo punto anche i campioni di ottimismo hanno ammesso che le cose si sono messe male come mai finora. E su queste valutazioni sicuramente incide il fatto che ormai tutte le economie sono legate in una lunga catena e non importa se le due cime non si vedono, gli strattoni, anello dopo anello, arrivano da un capo all’altro della catena-mondo. Prima della globalizzazione qualcuno si sarebbe potuto anche salvare, adesso i destini sono un unico destino. Le grandi economie – venti Paesi o giù di lì – stanno preparando strategie (scusate se non mi fido ma non fateci caso: è una sensazione a fior di pelle), la strategia nostra è “risparmio”. Verrebbe voglia di farsi una sana risata. Fior di lauree e master in economia per dire che non si deve spendere. Signori cari, non è che non si deve spendere, non c’è che cosa spendere. Per una bella fetta di popolazione, con lunga esperienza nella disciplina del risparmio forzato. Col fischio che chi si può permettere una spesa non se la concederà. Sanader ha impallinato il Natale. Niente regali!, ha decretato con lo sguardo più serio che è riuscito a sfoderare davanti alle telecamere (ma gli riesce quasi sempre). Beh, caro Primo Ministro, non sono quelli che fanno del bilancio un colabrodo. Adesso, con uno sguardo altrettanto serio, sempre davanti alle telecamere, dice di non aver mai detto niente di simile. Comunque, io ho deciso: per Natale mi regalo maglione, gonna svasata, giacca. Piangerà la borsa, ma sicuramente la B rosa non batterà ciglio. Sempre il premier, aiutato generosamente dal sempre sorridente Šuker (il ministro alle finanze, non il calciatore tramontato), promette una finanziaria di ottima stoffa improntata al risparmio (“Noi – Governo, n.d.a. – per primi” ha detto) ma in questo davvero non c’è scientificità. Purtroppo, con il tutto che abbiamo (s)venduto, non può fare altro perché di industria nostra e solo nostra non ce n’è. Oddio, volendo ci sarebbe la cantieristica, però se ne sta andando. Più che mettere le ali, però, sembra che s’involerà per effetto di un calcio al fondoschiena. Non impareremo mai. Crediti esauriti. Prendete un risparmio Torniamo un attimo alle banche. Visto che virata?! Fino a poco tempo fa, tutte-ma-propriotutte-senza-eccezione, offrivano i crediti migliori, ai migliori e più convenienti tassi... adesso che di impantanarsi in un credito non se la sente proprio nessuno salvo qualche avventuriero adrenalinadipendente, tutte-ma-proprio-tutte-senza-eccezione, offrono le migliori condizioni di risparmio con tassi da acquolina al portafogli. Verrebbe da rispondre CUCÙ! ma sarebbe maleducazione. Meglio lasciar perdere. E adesso la Borsa (in generale per i motivi di cui si diceva qualche riga più su). Cade. Ancora. Come se si fosse tuffata nella fossa delle Marianne. Il crollo è doloroso: per dire, da giugno/luglio, qualcuna ha perso un sanguinante 20 p.c. Anche il Crobex, poveretto, dopo aver camminato con l’ossigeno per le scalate (poco o niente realistiche) ha bisogno delle bombole per l’immersione. Anche la risalita, quando ci sarà, avrà bisogno delle regole dei sub: lenta e con soste. INA e HT annaspano ai minimi storici: di grande hanno solo la perdita. E perde anche il petrolio, dai massimi di luglio ha perso un corposo 60 p.c. Altrove è interventismo anche nell’economia reale. Barack Obama (mi piace, lo ammetto) dice che sarà necessario sostenere la produzione di automobili, in zona Euro si pensa a dare una mano ad altri comparti, diversificando sulle economie nazionali. È il capitalismo che si ritrova in mutande. Chissà Marx ed Engels! Mi sembra di sentirli. “Ve l’avevamo pur detto!” Cierre Anno IV / n. 153 del 20 novembre 2008 “LA VOCE DEL POPOLO” - Caporedattore responsabile: Errol Superina IN PIÙ Supplementi a cura di Errol Superina Progetto editoriale di Silvio Forza / Art director: Daria Vlahov Horvat edizione: ECONOMIA & FINANZA [email protected] Redattore esecutivo: Christiana Babić / Impaginazione: Annamaria Picco Collaboratori: Krsto Babić e Carla Rotta / Foto: Goran Žiković e d’archivio La pubblicazione del presente supplemento viene supportata dall’Unione Italiana grazie alle risorse stanziate dal Governo italiano con la Legge 193/04, in esecuzione al Contratto N° 83 del 14 gennaio 2008, Convezione MAE-UI N° 2724 del 24 novembre 2004