DEL POPOLO
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Dal vertice italo-tedesco di Trieste
«Bruxelles tagli la burocrazia»
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on una crisi economica così grave e
così profonda, la Commissione europea deve essere “meno burocratica
e più efficiente” nell’erogazione dei fondi
strutturali. Le preoccupazioni del cancelliere tedesco Angela Merkel e del presidente
del Consiglio italiano Silvio Berlusconi per
una crisi globale senza precedenti non permettono sconti a nessuno, neanche ai vertici di Bruxelles. “I soldi a disposizione ci
sono, ma non sempre è possibile spenderli per intralci burocratici”, ha detto il cancelliere al vertice italo-tedesco di Trieste.
“Sono in totale sintonia”, ha aggiunto Berlusconi, auspicando una “maggiore snellezza” da parte delle autorità europee che
dovrebbero “mettere da parte” gli ostacoli burocratici in un momento così duro e
difficile. D’altra parte, sui fondi strutturali
contano molti Paesi europei alle prese con
esigenze in contraddizione tra loro: da un
lato rilanciare la crescita e salvaguardare
le banche anche con aiuti pubblici, dall’altra tenere d’occhio i bilanci nazionali. La
crisi dei mutui, trasformatasi ormai in una
crisi mondiale che morde le economie reali è stato il piatto principale del menù del
vertice di Trieste dove si è parlato anche di
G8, Russia e America, grandi tematiche internazionali, Alitalia e Lufthansa. Tutto in
un’atmosfera rilassata con Berlusconi e
Merkel che hanno sottolineato la “sintonia” tra Italia e Germania e il premier italiano che è arrivato a scherzare con il cancelliere nascondendosi al suo arrivo dietro
un pennone monumentale in Piazza Unita
d’Italia per uscire fuori all’improvviso fa-
cendo “cucù” alla Merkel. Gli argomenti
trattati però sono molto seri e Italia e Germania intendono coordinarsi e lavorare insieme per combattere la pesante crisi economica. I cittadini devono rimanere “sereni
e fiduciosi” e le “banche devono continuare
a fare le banche”, ha detto Berlusconi, chiedendo anche aiuto ai media perché se “tutti
continuano a dire che le cose vanno male…
”. Certo le ricette non sono sempre uguali. La Merkel ad esempio è particolarmente
attiva sulla situazione delle industrie automobilistiche con una preoccupazione particolare per la Opel, direttamente controllata
da una General Motors ormai sull’orlo del
precipizio. Per questo Berlino ha studiato
alcune misure come l’esenzione del pagamento per due anni della tassa di circolazione. Berlusconi pensa invece che in Italia
non debbano essere fatti interventi pubblici
in questo settore, almeno in questo momento. Strettamente legata alla crisi economica
è anche la questione del clima. Berlusconi ricorda che Italia e Germania sono due
Paesi manufatturieri di prima grandezza, e
per questo non vogliono che le novità contenute nel pacchetto UE sul clima possano
pesare sulle imprese dei due Paesi. Roma e
Berlino hanno deciso di avviare un tavolo
tecnico per studiare la situazione e avvicinare le due posizioni con la Merkel che ha
insistito sull’importanza di portare avanti progetti “che abbiano un futuro” e cioè
con una componente di innovazione anche
sfruttando, ha ripetuto, i fondi strutturali
europei che devono essere erogati “senza
burocrazia”.
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53 • Giovedì, 20 nove
IL PUNTO
di Christiana Babić
Gestire bene il presente
Gli economisti sono praticamente unanimi: “Il 2009 sarà un anno difficilissimo”, affermano e invitano a predisporre e, soprattutto, ad attuare piani “anticrisi” capaci di contrastare in modo efficace quello che da più parti viene indicato come uno “tsunami finanziario”. L’invito è dunque quello di correre ai
ripari cercando di arginare che la crisi insorta a seguito del crollo dei subprime americani, e diffusasi poi a livello globale, produca un effetto a catena buttando in ginocchio le economie reali Paese per Paese. Misure “riparatorie”,
quindi, per frenare l’onda della recessione che minaccia la tenuta dei sistemi economico-finanziari. Sono a rischio, infatti, numerosissime imprese che a
seguito del mutato clima potrebbero trovarsi costrette a dichiarare fallimento,
ma anche i “bilanci familiari” che con sempre maggiore difficoltà riescono a
mantenere il pareggio tra le entrate e le uscite. Misure rese possibili in considerazione del fatto che le Banche centrali hanno messo, e continuano a mettere,
in atto una politica monetaria “restrittiva, ma responsabile” e che la struttura aziendale conserva ancora la capacità di reagire alla “burrasca”. Va detto,
però, che questa sinergia da sola non basta. Per superare il momento di difficoltà generale serve che tutte le componenti della società: maggioranza, opposizione e parti sociali, collaborino concentrandosi sull’interesse comune e pongano in essere una piattaforma di misure adatta a contrastare e superare una
crisi che è anche di fiducia. Un traguardo difficile da tagliare, ma che non si
presenta impossibile da raggiungere perché già adesso qualche segnale positivo
si intravede: ad esempio il rallentamento del prezzo delle materie prime o il rafforzamento del dollaro USA. A questi, comunque, devono sommarsi anche sforzi maggiori in tema di innalzamento del livello di competitività, di allineamento
della pressione fiscale, di innalzamento degli investimenti destinati alla ricerca,
alla tecnologia e alle infrastrutture pubbliche. E, infine, anche uno sforzo teso
a cambiare mentalità e ad accogliere un’impostazione proattiva cercando di gestire bene il presente riducendo le spese, evitando comportamenti rischiosi accendendo prestiti troppo onerosi senza una vera ragione.
2 economia&finanza
IL DETTAGLIO
In crescita
il mercato on-line
In Italia, rispetto al 2007, gli
acquisti su Internet sono cresciuti del 21p.c. e il fatturato di
quest’anno dovrebbe essere di 7
miliardi di euro (oltre l’1 p.c. del
totale delle vendite al dettaglio),
se si contano anche gli acquisti
fatti dagli italiani da siti esteri. Ma il commercio elettronico
italiano ha ancora un grosso potenziale inespresso: sono, infatti,
18 milioni gli italiani che usano
il web per ricercare informazioni su prodotti e servizi e, per
ora, soltanto un terzo di questi
completano la propria transazione online. Il comparto con
il tasso di crescita più elevato
è l’abbigliamento che registra
un +43 p.c., seguito dal turismo
(+28 p.c.) e dall’editoria, musica
ed audiovisivi (+20 p.c.), mentre
tutti gli altri comparti faranno
registrare tassi di crescita inferiori alla media del mercato. Il
settore dell’abbigliamento presenta alcune interessanti novità,
con modelli di business innovativi e l’ingresso di alcune grandi “griffe” del Made in Italy che
hanno aperto negozi on-line.
Sono alcuni dati della ricerca
dell’Osservatorio eCommerce
B2c Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano, presentata in occasione del
convegno L’eCommerce B2c in
Italia: una crescita che sfida la
crisi che si è svolto a Milano.
L’analisi è basata su oltre
200 casi di studio e fornisce una
fotografia completa del mercato italiano dell’eCommerce B2c nel 2008; in più, nello
studio di quest’anno ci sono
due ulteriori approfondimenti: una lettura dell’eCommerce in una prospettiva multicanale e una valutazione critica
della user experience dei siti di
eCommerce italiani. Sebbene il
mercato italiano del commercio elettronico sia in continua
crescita, resta lìampio divario
con i Paesi industrializzati: in
termini di valore assoluto dell’eCommerce l’Italia è un decimo della Gran Bretagna e un
terzo della Francia. Alcune delle cause sono: i limiti strutturali
dell’Italia (penetrazione di Internet e della banda larga, costi della logistica distributiva),
le attitudini degli italiani, che
conservano una forte diffidenza verso l’utilizzo della carta
di credito online e una scarsa
propensione all’acquisto a distanza; l’oggettiva difficoltà nel
vendere online alcune tipologie
di prodotti. Ma il motivo principale, che non può essere nascosto, è la presenza di significativi “buchi” nell’offerta, specialmente in talune categorie
merceologiche: abbigliamento, prodotti per la casa, auto e
accessori, vino e gastronomia.
Inoltre, si fatica a sfruttare sapientemente la multicanalità,
in particolare tra canale online
e canali fisici “tradizionali”.
“Sembra che in Italia sia
in atto un circolo vizioso difficile da scardinare – ha detto
Alessandro Perego, responsabile scientifico dell’Osservatorio
eCommerce B2c di Netcomm
–. Vi sono pochi web shopper in
quanto l’offerta online è deficitaria e nel contempo gli operatori del commercio più affermati sono restii ad andare on-line
perché ritengono la domanda
ancora immatura e numericamente non significativa”.
Giovedì, 20 novembre 2008
ATTUALITÀ La crisi e i suoi effetti sul mercato immobiliare
Mattone, le vendite
vanno a picco
D
opo più di dieci anni di
espansione, nel 2008 la
crisi economica si è abbattuta anche sul mercato immobiliare che ha subito una brusca frenata e anche per l’anno prossimo le
previsioni appaiono tutt’altro che
rosee. Colpa dell’incertezza che fa
ponderare qualsiasi investimento,
a maggior ragione se è importante
come un appartamento o una casa.
Uno scenario che non stupisce
considerata la congiuntura globale, ma che non lascia indifferenti
anche in considerazione del fatto che il comparto dà lavoro a un
numero considerevole di cittadini
croati – soltanto nell’edilizia hanno trovato un’occupazione, negli
ultimi anni, ben 40.000 persone
–, e che il perdurare della crisi
potrebbe, pertanto, produrre tutta
una serie di contraccolpi a livello
di tasso di occupazione.
Per analizzare il momento di
crisi del settore e per ragionare
sulle misure da adottare per arginare la congiuntura negativa
è stata organizzata, a Zagabria,
nell’ambito della Fiera dell’immobile, una tavola rotonda dedicata all’andamento sul mercato
immobiliare che come si diceva
è caratterizzato dal calo della do-
Iniziativa promossa da Informest
Conoscere i fondi strutturali
Al fine di diffondere le possibilità di utilizzo dei fondi strutturali (contributi a fondo perduto) da parte delle imprese italiane nei nuovi Paesi membri UE (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania e Bulgaria) Informest organizza domani, venerdì 21 novembre un incontro tecnico di approfondimento sui bandi attivi ed in via di pubblicazione nei
Paesi menzionati, ad utilizzo diretto delle imprese. L’incontro
verterà principalmente sui contributi a fondo perduto per gli
investimenti di tipo produttivo (acquisto nuovi macchinari e attrezzature, ampliamento e/o costruzione nuova struttura), sui
programmi finanziati per la formazione professionale e per la
produzione di energia da fonti rinnovabili. Obiettivo degli incontri sarà quello di analizzare i bandi disponibili per le imprese nei vari Paesi (spese ammissibili nella domanda, massimali
del contributo, tempi di erogazione). Verranno, inoltre, analizzate anche singolarmente eventuali iniziative progettuali proposte dai partecipanti.. L’incontro avrà luogo nella sede Informest di Padova, piazza Zanellato, 5, dalle ore 09.45 alle 12.45.
manda ovvero da prezzi, conseguentemente, più convenienti per
chi compra, ma anche da un balletto delle offerte che si traduce
sempre più spesso in un “braccio di ferro” tra investitori e acquirenti. Una situazione – è stato
sottolineato –, prodotta dall’antitesi tra le aspettative delle parti
coinvolte che sperano entrambe di veder migliorata, in tempi
brevi, la loro posizione sul mercato. Da un lato, così, i potenziali acquirenti fanno affidamento
sulla “fretta” degli investitori,
sul loro desiderio di vendere le
migliaia di appartamenti nuovi,
ovvero sulla loro necessità di far
fronte agli obblighi nei confronti delle banche, mentre dall’altra
parte gli investitori lamentano il
calo degli acquisti nonostante la
sostanziale tenuta della domanda e sperano in un’inversione
di tendenza. Al momento, però,
nonostante uno dei consigli degli esperti sia quello di investire nel mattone soltanto in pochi
si decidono per il “grande passo”
ovvero per l’acquisto di un immobile portando così la statistica a segnare, nel mese di ottobre,
una tendenza al ribasso fortissima. Nulla di strano, considerato
che in un periodo contraddistinto
dal risparmio a tutto tondo appare azzardato decidere un investimento il cui peso finanziario ammonta a decine se non a centinaia
di migliaia di euro. (chb)
I dati economici per il Friuli Venezia Giulia
Bankitalia: «Gli indici sono in calo»
Aumento della disoccupazione e del
ricorso alla cassa integrazione, rallentamento degli investimenti e della produzione: sono, in sintesi, i principali dati
economici del primo semestre del 2008 in
Friuli Venezia Giulia raccolti e diffusi dalla sede regionale di Bankitalia. “Nei primi sei mesi del 2008 l’attività industriale
in Friuli Venezia Giulia ha fortemente rallentato – è detto nella sintesi dell’inchiesta
–, a causa della negativa evoluzione della
domanda rivolta alle imprese regionali. La
decelerazione delle vendite in termini reali sui mercati esteri, iniziata nel secondo
trimestre del 2007, è proseguita, a fronte
di una diminuzione di quelle interne”. “Le
aspettative degli operatori economici non
prefigurano per i prossimi mesi sostanziali variazioni nel quadro congiunturale. I
programmi per il 2008 sugli investimenti fissi lordi formulati a inizio anno sono
stati parzialmente rivisti al ribasso – secondo Bankitalia –. Alla crescita del tasso di disoccupazione, passato dal 3,2 al
4,4 per cento, si è accompagnato un accresciuto ricorso alla Cassa integrazione
guadagni, sia nella componente ordinaria,
sia soprattutto in quella straordinaria, che
ha raggiunto livelli storicamente elevati”.
Secondo l’indagine della Banca d’Italia,
poi, “nei dodici mesi terminanti a giugno
del 2008 i prestiti bancari, al netto delle
erogazioni alle società finanziarie e assicurative, hanno rallentato rispetto all’anno
precedente: la minore crescita dei finanziamenti alle famiglie consumatrici ha riguardato sia i mutui, sia il credito al consumo, mentre i prestiti alle imprese hanno
risentito dell’andamento della congiuntura regionale”. “La qualità del credito, misurata dalle nuove sofferenze rettificate in
rapporto agli impieghi vivi di inizio periodo, si è mantenuta elevata, ma le posizioni
con rate scadute o relative alla clientela in
una situazione di temporanea difficoltà – è
detto ancora nel rapporto di Bankitalia –,
hanno registrato un sostenuto incremento.
La raccolta presso le famiglie consumatrici, infine, ha ulteriormente accelerato, con
una crescita particolarmente accentuata
per la componente obbligazionaria”.
economia&finanza 3
Giovedì, 20 novembre 2008
TURISMO I dati dell’Ente per il turismo litoraneo-montano
Abbazia mantiene il primato
I
l turismo litoraneo-montano
è in leggera flessione. Nonostante i buoni risultati ottenuti
nell’ottobre scorso, nei primi dieci mesi dell’anno, il numero delle
presenze è sceso del 2 p.c. rispetto allo stesso periodo dell’anno
scorso.
Stando ai dai forniti dall’Ente per il turismo della Regione
Litoraneo-montana, nell’ottobre
scorso gli arrivi turistici sono
incrementati del 9 p.c. rispetto allo stesso periodo del 2007.
Contemporaneamente i pernottamenti registrati lo scorso mese
sono aumentati del 2 p.c. rispetto allo stesso periodo dell’anno
precedente. Il numero degli ospiti croati è aumentato del 22 p.c.
e quello dei turisti stranieri del 5
p.c. Gli ospiti croati hanno incrementato del 13 p.c. la loro permanenza nelle strutture ricettive
regionali, mentre i pernottamenti
totalizzati dagli stranieri sono diminuiti dell’1 p.c. Analizzando i
dati raccolti dagli Uffici turistici
delle località litoraneo-montane, scaturisce che lo scorso mese
la Regione è stata visitata complessivamente da 83.171 turisti
(281.804 pernottamenti). Gli arrivi degli ospiti croati sono ammontati a 22.258 (55.513 pernottamenti). I turisti stranieri sono
stati 60.913 (226.291 pernottamenti).
Il maggior numero di presenze è stato registrato sulla
Riviera di Abbazia, dove sono
stati totalizzati 99.209 pernottamenti. La “Perla del Quarnero” ha realizzato da sola il 33,2
p.c. del traffico turistico della
Regione. Alle spalle di Abbazia si è piazzata l’isola di Veglia (25,71 p.c.). Seguono Lussino (11,32 p.c.) e la Riviera di
Crikvenica (10,58). Per quanto
concerne gli ospiti stranieri, risulta che i più numerosi sono
stati i tedeschi (46,02 p.c. dei
pernottamenti totalizzati nell’ottobre scorso), gli austriaci (18,24 p.c.), gli sloveni (6,4
p.c.) e gli italiani (4,54 p.c.).
Prevista anche la valorizzazione linguistica
Iniziative transfrontaliere, 40 milioni
per i progetti Italia-Slovenia
L’ufficio governativo per le politiche locali e regionali ha invitato i partner provenienti da Slovenia
e Italia a richiedere complessivamente 40 milioni
di euro disponibili nella prima call per progetti strategici transfrontalieri.
L’Unione europea ha destinato 137 milioni di
euro in fondi per la cooperazione fra Slovenia e Italia nel 2007-2013. Quasi il 30 per cento della somma sarà distribuita nella prima call per la presentazione delle domande, aperta fino al 1.mo dicembre.
Le domande possono essere fatte per i progetti valutati più di un milione di euro che possono durare
almeno due o tre anni, secondo quanto indicato dal
capo della sezione regionale dell’ufficio governativo, Tatjana Rener. I progetti devono essere importanti per l’area transfrontaliera con l’Italia e apportare un contributo significativo alla strategia comunitaria. Rener prevede di ricevere domande per 3040 progetti. Ha evidenziato i settori dei trasporti,
lingue, porti, prodotti agricoli, turismo e sforzi per
migliorare la competitività delle imprese vista l’intenzione di cooperare nell’ambito di alcuni temi di
interesse per partner di entrambe le parti. Una differenza rispetto alle precedenti call è il fatto che è
richiesto un solo contratto con l’organo di gestione ed uno unico per far avviare il progetto. Laura Comelli, della Regione Friuli Venezia Giulia, ha
spiegato che la call per aderire ai progetti ha aperto
nuovi contenuti nella cooperazione transfrontaliera, mentre Luca Rossetti della Regione Veneto ha
evidenziato la semplificazione delle procedure, che
porterà ad un aumento alla cooperazione, associata all’espansione delle aree eleggibili per i fondi in
Slovenia e Italia. Come parte dello schema Interreg
per la cooperazione transfrontaliera nel 2004-2006,
31 progetti sono stati implementati in Slovenia, impegnando 4,4 milioni di euro di fondi, che, secondo
Rener, sono il 96 per cento del denaro disponibile.
Nei primi dieci mesi
dell’anno la Regione Litoraneo-montana è stata visitata da 2.032.610 turisti, che hanno accumulato
11.321.685
pernottamenti. I turisti croati sono stati
316.790 (1.427.352 pernottamenti) e gli ospiti stranieri 1.715.820 (9.894.333 pernottamenti). Nei primi dieci
mesi dell’anno, il numero
degli ospiti croati è cresciuto del 3 p.c. rispetto allo
stesso periodo del 2007, allo
stesso tempo il totale dei turisti stranieri è diminuito del
3 p.c. Nei primi dieci mesi
del 2008, il numero complessivo di pernottamenti è
cresciuto del 1 p.c. rispetto al medesimo periodo del
2007. La permanenza degli
ospiti croati e di quelli stranieri è aumentata rispettivamente del 5 e dell’1 p.c.
La classifica delle località regionali più visitate nei
primi dieci mesi dell’anno
vede al primo posto l’isola
di Veglia con 3.145.172 pernottamenti (30,5 p.c. del totale), seguita da Lussino (16,64
p.c.), Arbe (14,91 p.c.) ed Abbazia (12,98 p.c.). La maggior parte dei turisti stranieri
che hanno soggiornato in una
delle località di villeggiatura del Quarnero provenivano
dalla Germania (26,39 p.c.),
dalla Slovenia (16,68 p.c.),
dall’Italia (13,26 p.c.) e dall’Austria (11,01 p.c.). (kb)
L’Erste Bank amplia l’offerta
Ricariche telefoniche via mBanking
ZAGABRIA – L’Erste &
Steiermrkische Bank incrementa la gamma di prodotti offerta ai propri clienti. Da qualche
giorno, i fruitori del servizio
mBanking (gestione dei conti
bancari con l’ausilio del telefono cellulare) potranno acquistare
le tessere di ricarica per i telefonini cellulari. Saranno accessibili le tessere di tutti gli operatori
di telefonia mobili attivi in Croazia: T-Mobile (ricariche da 25,
50, 100 e 200 kune), Vip (35, 50,
100 e 200 kune), Tele 2 (25, 50,
100 e 200 kune) e Tomato (20,
50 e 100 kune). L’acquisto della ricarica potrà essere addebitata direttamente sul proprio conto corrente, giro conto, conto in
valuta estera e depositi bancari
(a patto però che l’intestatario
abbia provveduto a sostituire
il libretto di risparmio con una
Visa electron card). Agli acquirenti sarà possibile verificare in
qualsiasi momento la data, l’ora,
nonché il numero di serie, il valore, il codice di ricarica e la valenza del buono acquistato.
In quasi cinque mesi, ossia da
quando l’Erste & Steiermärkische Bank ha introdotto la possibilità di acquistare le ricariche
per i telefonini per il tramite dei
suoi servizi Netbanking (51.500
clienti) ed Erste Fon (13.800
clienti), ne sono state vendute
16.700. L’importo delle ricariche acquistate dai clienti della Il servizio di mBanking (11.400 zia da circa 2 anni, la maggior
Erste & Steiermärkische Bank clienti) dell’Erste & Steiermärki- parte degli abbonamenti è stata
ammonta a circa 11mila kune. sche Bank è disponibile in Croa- sottoscritta da persone fisiche.
BREVI
«3. Maj», varata
la Ainazi
FIUME – Nonostante la crisi
le attività al cantiere “3. Maj” di
Fiume continuano regolarmente.
Martedì scorso a Cantrida è stata
portata a termine la quarta consegna di quest’anno. L’unità in
questione è la petroliera battezzata “Ainazi” (commessa numero
704). La stazza della nave commissionata dalla compagnia armatoriale Latvian Shipping Company di Riga ammonta a 51.800
tonnellate. Lunga 195 e larga 32
metri, la petroliera è adibita al
trasporto del greggio, dei derivati
del petrolio e di sostanze chimiche. L’unità è stata varata nel settembre scorso, alla presenza del
presidente lettone, Valdis Zatler.
La “Ainazi” è l’ultima delle dieci
petroliere realizzate dal “3.Maj”
per gli armatori lettoni. Costruita sotto la vigilanza degli ispettori dell’istituto di certificazione
Det Norske Veritas (DNV), la nave
solcherà i mari battendo bandiera
delle Isole Marshall. (kb)
Turismo:
aumentano
gli stanziamenti
ZAGABRIA – Il Ministro croato del turismo Damir Bajs ha dichiarato che nonostante il clima
di austerity determinato dalla
crisi finanziaria la promozione
turistica potrà contare in futuro
su maggiori risorse finanziarie.
Bajs ha sottolineato, inoltre, che
il principale obiettivo del Ministero sarà la preparazione del Paese
per la stagione turistica il prossimo anno nelle circostanze della crisi finanziaria internazionale e del rallentamento economico
complessivo. Nel 2009 il comparto turistico dovrebbe crescere del
2 per cento e questo è il motivo
per cui il Paese dovrà lottare per
ogni singolo turista, ha dichiarato Bajs. Da gennaio a settembre, il
numero totale dei turisti stranieri è aumentato dell’1 per cento su
base annua raggiungendo quota
8,88 milioni (+3 p.c. a/a da gennaio ad agosto), mentre il numero
di pernottamenti è cresciuto del 2
p.c. a/a a 49 milioni (+3 p.c. a/a
negli otto mesi del 2008).
Calano i prezzi
di produzione
ZAGABRIA – Secondo i dati
resi noti dall’Ufficio nazionale per
la statistica (DZS), lo scorso ottobre i prezzi alla produzione dei
beni industriali sono scesi dell’1,1
per cento rispetto al mese precedente. Il segmento della trasformazione, che copre l’87 p.c. della
produzione industriale complessiva, ha registrato un calo dell’1,6
p.c. Un aumento dei prezzi, invece
– si legge nella nota dell’Ufficio
ICE –, è segnato dai beni capitali
(+0,8 p.c.), dai beni di largo consumo non durevoli (+0,2 p.c.) e
dal minerario ed estrattivo (+0,8
p.c,). A livello annuo il maggior
aumento è stato registrato nella produzione di energia (+14,3
p.c.), seguita dai beni intermedi (+8,3 p.c.) e dai beni di largo
consumo durevoli (+8,3 p.c.). Nei
primi dieci mesi dell’anno i prezzi alla produzione dei prodotti industriali sono saliti dell’8,8 p.c.
rispetto allo stesso periodo del
2007.
4 economia&finanza
Giovedì, 20 novembre 2008
EVENTI «Triestespresso Expo», la vetrina del chicco nero
Qualità ed eccellenza del caffè
P
er il presidente del Friuli Venezia Giulia, Renzo
Tondo, “Trieste è in grado
oggi di tracciare un percorso virtuoso al servizio del Friuli Venezia Giulia e del sistema-Paese”.
Lo ha affermato intervenendo al
convegno inaugurale della quarta
edizione di Triestespresso Expo.
Ricordando il ruolo del capoluogo giuliano “integrato nell’Europa, anche grazie al progetto dell’Euroregione transfrontaliera”,
Tondo ha aggiunto che “in un
dei consumi e il futuro della produzione caffeicola: un equilibrio
instabile” che ha che ha visto la
partecipazione di importanti produttori di caffè e illustri relatori
provenienti dal Vietnam, Brasile, Indonesia, Guatemala, Italia
e India che hanno cercato di individuare delle soluzioni al fatto
che i maggiori produttori di caffè
hanno rallentato la produzione,
mentre i consumi continuano a
crescere dell’1-1,2 per cento all’anno soprattutto nei mercati
stato preso letteralmente d’assalto,
tanto da costringere Fiera Trieste a
degli importanti interventi strutturali per consentire migliori comodità e servizi più puntuali agli
espositori provenienti da Austria,
Belgio, Burundi, Croazia, Francia, Germania, Guatemala, India,
Indonesia, Israele, San Marino,
Spagna, Svizzera, Uganda, Cina,
Regno Unito, Russia, Grecia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Ruanda, Tanzania, Tailandia
e Stati uniti. Complessivamente,
il numero di espositori provenienti
da 25 Paesi ha superato quota 200
facendo registrare un aumento del
15 p.c. rispetto alla scorsa edizione
della biennale.
BORSA Ossigeno per immersione
Signori, c’è borsa e Borsa
momento difficile come quello
che stiamo adesso attraversando, gli investimenti devono essere a maggior ragione concentrati
verso quei settori e quelle iniziative caratterizzate dalla qualità e
dall’eccellenza. E per Trieste, il
caffè – ha concluso –, risponde
sicuramente a questi criteri”. In
apertura del ventaglio di eventi
che si sono susseguiti nel capoluogo giuliano in occasione della
manifestazione fieristica dedicata
al caffè, dunque, un momento di
riflessione intitolato “La crescita
emergenti come Russia, Indonesia, India e Cina, che sono grandi
consumatori.
Per quanto concerne l’esposizione in sé va rilevato che la
quarta edizione dell’esposizione
Triestespresso Expo –organizzata da Fiera Trieste Spa in collaborazione con l’Associazione
Caffè Trieste, e con il Contributo della Camera di Commercio e
della Fondazione CrTrieste –, ha
confermato all’evento il ruolo di
“vetrina dell’espresso italiano nel
mondo”. Infatti, l’appuntamento è
Numeri in crescita
Non è un caso che nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia si
sia sviluppato il settore del caffè. Nel solo territorio provinciale il comparto fattura quasi 500 milioni di euro. A Trieste sono
insediate 54 unità locali che danno lavoro ad oltre 800 persone. Il Porto di Trieste è il primo scalo del Mediterraneo con un
traffico di caffè che comprende ben il 15 p.c. dell’intera filiera
nazionale. Proprio nel capoluogo giuliano, città cerniera con
l’Est Europa, si è realizzato il Distretto del Caffè che, grazie
alla sua vetrina più illustre rappresentata dal “TriestEspresso Expo”, vuole far conoscere i propri obiettivi che si concretizzano con la collaborazione tra caffè e ricerca, nel portare
avanti progetti innovativi con l’Università di Trieste e le diverse realtà scientifiche giuliane e nel contribuire a sviluppare
gli aspetti legati alla logistica ed ai traffici portuali.
Nel 2007 le importazioni italiane di caffè sono ammontate
a 7.402.301 sacchi, con un incremento del 6,78 p.c. rispetto all’anno precedente. Le esportazioni di caffè tostato sono state
di 1.935.035 sacchi con un incremento del 11,23 p.c. sull’anno
precedente. Se si considera che nell’anno 2000 le esportazioni
di tostato erano di 987.000 sacchi circa, si è registrato una crescita doppia in soli sette anni.
Sempre lo scorso anno per quanto riguarda gli sdoganamenti del chicco nero il Porto di Trieste è risultato il primo tra
gli scali italiani con il 27,16 p.c. seguito da Savona con il 25,67
p.c. e quindi da Genova con il 14,84 p.c. Le giacenze nel Porto di Trieste a fine febbraio 2008 ammontavano a 1.139.537
sacchi (da 60Kg) di cui 233.875 sacchi di Arabica naturali e
72.121 di Altri Dolci e 833.541 sacchi di Robusta. (dati Comitato Italiano Caffè). A Trieste, dove l’attività legata al caffè risale al 1700, è occupato il 17 p.c. della forza lavoro dell’intero
comparto nazionale.
Temo che per le buone notizie ci sarà da aspettare un bel po’. Quelle che invece non mancano
sono le notizie non propriamente piacevoli, anzi, a
dirla tutta si fanno sempre più preoccupanti. Anche
se di buon inizio, dopo aver dotato banche e assicuratrici di stampelle si era creduto - ah, ingenuità!
– di esser cascati, se non in piedi, almeno in modo
tale da non rompersi qualche osso. Anche le cattive
notizie sono come le ciliegie: una tira l’altra: al cedimento di un mercato è stato cedimento su tutta la
linea del fronte. Che ci possiamo fare se ormai questa palla sospesa nell’universo è diventata un condominio nel quale tutti dipendono da tutti? Ormai,
nessuno è libero di farsi i cavoli suoi neanche con
aziende totalmente “indipendenti”, figuriamoci poi
avendo il territorio costellato di aziende figlie con
madri altrove. Dicono a piazza San Marco (Zagabria, non Venezia) che comunque, da questo punto
di vista siamo in una botte di ferro, perchè madri
– figlie – sorelle – zie che siano, devono sottostare
alle leggi croate, ma sinceramente non credo che
se la Madre va a farsi benedire la Figlia sarà immune da ruzzoloni. Comunque, prima di verificare, è meglio credere, altrimenti, a furia di decodificare segnali e sintomi, niente niente si finisce con
un’emicrania biblica.
Siamo senza soldi.
Meglio risparmiare
Or bene. L’acqua sul fuoco non è bastata (anche perché sarebbe stato pretendere di spegnere
con un bicchiere d’acqua un rogo immane) e a
questo punto anche i campioni di ottimismo hanno ammesso che le cose si sono messe male come
mai finora. E su queste valutazioni sicuramente
incide il fatto che ormai tutte le economie sono
legate in una lunga catena e non importa se le
due cime non si vedono, gli strattoni, anello dopo
anello, arrivano da un capo all’altro della catena-mondo. Prima della globalizzazione qualcuno
si sarebbe potuto anche salvare, adesso i destini
sono un unico destino.
Le grandi economie – venti Paesi o giù di lì
– stanno preparando strategie (scusate se non mi
fido ma non fateci caso: è una sensazione a fior di
pelle), la strategia nostra è “risparmio”. Verrebbe voglia di farsi una sana risata. Fior di lauree e
master in economia per dire che non si deve spendere. Signori cari, non è che non si deve spendere, non c’è che cosa spendere. Per una bella fetta
di popolazione, con lunga esperienza nella disciplina del risparmio forzato. Col fischio che chi si
può permettere una spesa non se la concederà.
Sanader ha impallinato il Natale. Niente regali!, ha decretato con lo sguardo più serio che
è riuscito a sfoderare davanti alle telecamere (ma
gli riesce quasi sempre). Beh, caro Primo Ministro, non sono quelli che fanno del bilancio un
colabrodo. Adesso, con uno sguardo altrettanto serio, sempre davanti alle telecamere, dice di
non aver mai detto niente di simile. Comunque,
io ho deciso: per Natale mi regalo maglione, gonna svasata, giacca. Piangerà la borsa, ma sicuramente la B rosa non batterà ciglio.
Sempre il premier, aiutato generosamente dal
sempre sorridente Šuker (il ministro alle finanze,
non il calciatore tramontato), promette una finanziaria di ottima stoffa improntata al risparmio
(“Noi – Governo, n.d.a. – per primi” ha detto) ma
in questo davvero non c’è scientificità. Purtroppo,
con il tutto che abbiamo (s)venduto, non può fare
altro perché di industria nostra e solo nostra non
ce n’è. Oddio, volendo ci sarebbe la cantieristica, però se ne sta andando. Più che mettere le ali,
però, sembra che s’involerà per effetto di un calcio al fondoschiena. Non impareremo mai.
Crediti esauriti.
Prendete un risparmio
Torniamo un attimo alle banche. Visto che virata?! Fino a poco tempo fa, tutte-ma-propriotutte-senza-eccezione, offrivano i crediti migliori,
ai migliori e più convenienti tassi... adesso che di
impantanarsi in un credito non se la sente proprio
nessuno salvo qualche avventuriero adrenalinadipendente, tutte-ma-proprio-tutte-senza-eccezione, offrono le migliori condizioni di risparmio con
tassi da acquolina al portafogli. Verrebbe da rispondre CUCÙ! ma sarebbe maleducazione. Meglio lasciar perdere.
E adesso la Borsa (in generale per i motivi di
cui si diceva qualche riga più su). Cade. Ancora.
Come se si fosse tuffata nella fossa delle Marianne. Il crollo è doloroso: per dire, da giugno/luglio,
qualcuna ha perso un sanguinante 20 p.c.
Anche il Crobex, poveretto, dopo aver camminato con l’ossigeno per le scalate (poco o niente
realistiche) ha bisogno delle bombole per l’immersione. Anche la risalita, quando ci sarà, avrà
bisogno delle regole dei sub: lenta e con soste.
INA e HT annaspano ai minimi storici: di
grande hanno solo la perdita. E perde anche il petrolio, dai massimi di luglio ha perso un corposo
60 p.c. Altrove è interventismo anche nell’economia reale. Barack Obama (mi piace, lo ammetto)
dice che sarà necessario sostenere la produzione
di automobili, in zona Euro si pensa a dare una
mano ad altri comparti, diversificando sulle economie nazionali. È il capitalismo che si ritrova in
mutande. Chissà Marx ed Engels! Mi sembra di
sentirli. “Ve l’avevamo pur detto!”
Cierre
Anno IV / n. 153 del 20 novembre 2008
“LA VOCE DEL POPOLO” - Caporedattore responsabile: Errol Superina
IN PIÙ Supplementi a cura di Errol Superina
Progetto editoriale di Silvio Forza / Art director: Daria Vlahov Horvat
edizione: ECONOMIA & FINANZA [email protected]
Redattore esecutivo: Christiana Babić / Impaginazione: Annamaria Picco
Collaboratori: Krsto Babić e Carla Rotta / Foto: Goran Žiković e d’archivio
La pubblicazione del presente supplemento viene supportata dall’Unione Italiana grazie alle risorse stanziate dal Governo italiano
con la Legge 193/04, in esecuzione al Contratto N° 83 del 14 gennaio 2008, Convezione MAE-UI N° 2724 del 24 novembre 2004
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20.11.2008 - EDIT Edizioni italiane